Uno scherzo d’artista che si può ammirare ancora oggi: ecco come Michelangelo si prese gioco di Papa Pio IV
Ci sono opere che oltre al proprio valore artistico intrinseco, sono pervase anche da un profondo valore storico e una di esse è certamente Porta Pia, soluzione di continuità nella cinta muraria aureliana (così chiamata perché voluta dall’imperatore Aureliano nel III secolo), un tempo monumentale accesso alla città di Roma e allo Stato Pontificio e oggi opera d’arte di gran pregio, realizzata dal grande Michelangelo Buonarroti. Se, quindi, come opera scultorea ha l’importanza che si confà a tutti i lavori dello scultore fiorentino, come significato storico Porta Pia racchiude tutta la carica emotiva degli avvenimenti del settembre 1870 quando il processo di unità nazionale si stava completando a detrimento dell’autonomia territoriale dello Stato Pontificio, ormai ridotto alla sola città romana.
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Ma ben tre secoli prima l’anziano Michelangelo volle lasciare la propria indelebile impronta su questo luogo, quasi prevedendo che avrebbe poi acquisito ulteriore significato, giocando una burla al Vicario di Cristo in terra. Come? Venite con me perché oggi ne vedremo delle belle.
Quando anche i barbieri potevano aspirare al soglio di Pietro
Ma facciamo un passo indietro di alcuni anni. Durante la calda serata estiva del 18 agosto 1559, il temutissimp papa Paolo IV Carafa, sviluppatore della moderna Inquisizione, promotore di amene iniziative antipopolari quali la lista dei libri proibiti e la relegazione della popolazione ebraica all’interno del ghetto di Roma (rigorosamente contrassegnata da dischi di stoffa gialla cucita sui vestiti), alla veneranda età di 83 anni si ricongiunge nell’abbraccio del Padre. I Romani accolgono la notizia con tale e tanto dolore che, il giorno successivo, decapitano la statua del Pontefice in Campidoglio. Gli succedette al soglio pontificio, dopo quello che è passato alla storia come il conclave più lungo del XVI secolo (dal 5 settembre 1559 al 25 dicembre 1559), Giovanni Angelo Medici, con il nome di Pio IV.
Nonostante l’altisonante (e fuorviante) cognome, Pio IV nulla aveva a che spartire con i Medici fiorentini; bensì, apparteneva ai Medici milanesi, famiglia di umili origini che millantava una parentela non meglio specificata (né documentata) con i più noti nobili toscani. Insomma, il nuovo pontefice di Santa Romana Chiesa discendeva da una famiglia di barbieri.
E come farsi sfuggire un’occasione d’oro di questo tipo?
La facciata esterna incarna i dettami del neoclassico
E giungiamo di gran carriera al 1561 quando a un ottantacinquenne Michelangelo viene commissionata da papa Pio IV la realizzazione di Porta Pia, l’accesso alla città al termine della omonima via. Verosimilmente l’artista fiorentino ha curato principalmente il disegno, lasciando la produzione vera a propria ai propri assistenti, non tanto per l’età (Michelangelo è morto a 89 anni praticamente con lo scalpello in mano) ma piuttosto per la poca considerazione di questa opera che, difatti, venne anche realizzata piuttosto in fretta. L’opera michelangiolesca si limitò alla struttura complessiva e alla decorazione della facciata interna, quella verso la città; di contro, la facciata esterna fu decorata solo nel 1869 da Virginio Vespignani, aderendo ai canoni del neoclassico.
La facciata intera è in stile tardo rinascimentale
La facciata michelangiolesca è, invece, in stile tardo rinascimentale, con una forte influenza manierista, ben visibile nelle imponenti lesene di foggia classicheggiante che scandiscono il paramento murario e incorniciano l’alto torrino, al cui centro campeggia lo stemma della famiglia Medici di Marignano, il medesimo di quella fiorentina seppur il legame fra le due non sia per niente sicuro. L’impianto decorativo alterna finiture di pregio a elementi di ispirazione militare, come la possente merlatura, trasmettendo una piacevole sensazione di armonia.
Una burla decisamente audace
I bizzarri elementi circolari protagonisti della decorazione
E come poteva Michelangelo farsi sfuggire l’occasione di sottolineare le umili origini del Pontefice, la cui famiglia si era addirittura impossessata dello stemma della casata Medici, a lui tanto cara? Ed ecco che tre elementi circolari, armonicamente disposti e simili fra loro, attirano l’attenzione dello spettatore. Scudi militari? Preziosi arredi sacri? Simboli dall’intrinseco e profondo significato religioso? Niente di tutto ciò: molto più semplicemente (e prosaicamente) tre scodelle da barbiere circondate da un asciugamano. E in quella in posizione centrale, con dovizia di particolari, Michelangelo decide si inserire anche un bel pezzo cubico di sapone da barba. E i Romani, popolo di grande fantasia, ha individuato nel mascherone sghignazzante scolpito sopra il portone lo stesso Michelangelo intento a prendersi gioco del Papa Re.
Ma papa Pio IV se la sarà presa? Le cronache non riportano alcunché in merito; tuttavia, possiamo affermare con certezza di essere davanti allo scherzo più riuscito nel tempo, in corso da ben cinque secoli!
Porta Pia e la storia d’Italia
La presa di Roma in un affresco coevo
A balzi da gigante attraversiamo la storia moderna, sino a giungere agli albori di quella contemporanea. Corre l’anno 1870, mese di settembre. Il Regno d’Italia esiste già da 9 anni ma la faccenda è ancora aperta: il Papa non intende annettere Roma al regno dei Savoia. E allora, con un colpo di mano militare, il 20 settembre mattina inizia il cannoneggiamento proprio nel tratto di mura adiacente a Porta Pia. Le truppe dell’artiglieria sabauda, in 4 ore e 35 minuti di cannoneggiamento concentrato in quel punto, riescono ad aprire una breccia di una cinquantina di metri di ampiezza, abbastanza per far passare le truppe dei Bersaglieri e della fanteria. In realtà, le esigue truppe dell’esercito pontificio alle 10 del mattino (il cannoneggiamento era cessato alle 9.45) avevano già issato bandiera bianca in segno di resa.
Porta Pia e la famigerata breccia in uno scatto di quei giorni del 1870
Solamente un piccolo reparto addossato nei pressi delle mura, non avendo ricevuto l’ordine di resa, aprì il fuoco sulle truppe sabaude in ingresso, ferendo mortalmente il maggiore Giacomo Pagliari, comandante del 34º Battaglione Bersaglieri. Il Roma è finalmente italiana. Porta Pia, da allora, ha assunto un profondo significato storico, incarnando ella stessa l’atto finale del complesso processo di unificazione nazionale. Oggi, all’interno del monumento, ha sede il Museo Storico del Corpo dei Bersaglieri.
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Porta Pia – Wikipedia
La presa di Roma – Wikipedia