Quando le dionisiache incontrano la chiesa cattolica non può che nascere un grande evento

Leonardo Anchesi, 20 Gen 2024
quando le dionisiache incontrano la chiesa cattolica non può che nascere un grande evento
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L’Epifania è appena finita, portandosi dietro ogni altro evento del periodo natalizio, e il mondo, compresi noi tutti, ci troviamo già catapultati in un altro periodo colmo di avvenimenti e celebrato in ogni dove: il Carnevale. Canonicamente circoscritto fra il giorno appena successivo all’evento Epifania e il martedì precedente il mercoledì delle ceneri, il Carnevale ha origini antichissime e i bizzarri festeggiamenti che lo caratterizzano affondano addirittura le loro radici nel paganesimo romano, che poi altri non è che quello greco con qualche piccola variante. Insomma, un’armonica mescolanza di miti e riti religiosi che allietano le settimane che precedono la Quaresima, periodo, di contro, di riflessione e avvicinamento al Signore in attesa del compimento del miracolo della Passione e della Resurrezione, vero mistero della fede cattolica. Da cosa nasce tutto questo? Ancora qualche riga di pazienza e scoprire tutto ciò che serve per affrontare il Carnevale con consapevolezza storica.

Quel tempo in cui si terminavano le scorte di carne

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Il Carnevale di Venezia è uno dei più famosi al mondo

Il Carnevale, come dicevamo poc’anzi, affonda le proprie radici nell’antichità, in quel tempo in cui il ritmo della vita era lento, scandito dallo scorrere delle stagioni e dai periodi liturgici che i sacerdoti insegnavano al catechismo. E proprio in quei tempi, lontani molti secoli dai giorni nostri, il momento del Carnevale altri non era che il periodo che precedeva la Quaresima. Difatti, secondo quanto voleva la Chiesa, il Carnevale doveva essere un momento di riflessione e di ricongiungimento a Dio; tuttavia, nella realtà dei fatti, all’interno del Carnevale “cattolico” sono rimaste ben radicate una serie di usanze, che potremmo anche definire eccessi senza alcun timore di smentita, di ben più antica origine.

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Un tempo i festeggiamenti più trasgressivi erano dedicati a Dioniso

In questa ricorrenza sono andate, infatti, a confluire tradizioni afferenti alle feste dionisiache greche e ai saturnali romani; momenti in cui l’ordine stesso del mondo, al tempo molto più rigido che oggi, si capovolgeva: i servi divenivano padroni e i signori servivano i servi. Le maschere popolavano le strade e i giorni si susseguivano ad un ritmo incessante di feste, anche di tipo molto trasgressivo. Vi ricorda forse qualcosa?

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Risale al medioevo il termine carnevale

Sebbene quindi i festeggiamenti carnevaleschi siano diretti discendenti di riti antichissimi, l’etimologia della parola carnevale è decisamente legata al cristianesimo. Secondo, infatti, la maggior parte degli studiosi, il lemma deriva dall’espressione “carnem levare” (togliere la carne) in riferimento al pranzo del martedì grasso, ultimo giorno in cui si sarebbe potuta consumare la carne, vietata poi nei successivi giorni di quaresimali.

L’evento su tela

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Peter Brugel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima, 1559

Anche la pittura, espressione principale dell’umanità nel susseguirsi delle epoche, si è interessata diverse volte al Carnevale. Una delle più antiche rappresentazioni è, senza ombra di dubbio, il dipinto “Lotta tra Carnevale e Quaresima”, di Peter Brugel il Vecchio, datato 1559 e attualmente conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna. L’opera riprende, da una prospettiva sopra elevata, la piazza di un tipico paese del nord Europa ove un numeroso gruppo di persone festanti è radunata e, alcune di esse, si accaniscono contro una donna pallida e smunta seduta su una sedia, allegoria della Quaresima.

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Giovanni Domenico Tiepolo, Scena di Carnevale, 1754 – 1755

Diverso è il dipinto di Giovanni Domenico Tiepolo, “Scena di Carnevale”, realizzato fra il 1754 ed il 1755 e attualmente conservato al Louvre di Parigi, ove il viene ripresa una vera e propria scena carnevalesca; prova di questo sono le numerose maschere tradizionali che appaiono nella tela.

Per chiudere questa rapida carrellata di opere dedicate a questo evento, non si può non citare due “mostri sacri” dell’arte contemporanea: Paul Cezanne e Pablo Picasso. Il primo, nel 1888, realizza l’opera “Martedì Grasso”, all’interno della quale vengono rappresentate due persone (il figlio di Cezanne e un amico) vestite da Pierrot e Arlecchino. Il celeberrimo pittore di Malaga ritrae anch’esso un solitario Arlecchino in un’opera incompiuta risalente al 1924 dal titolo “Paulo vestito da Arlecchino“; il figlio di Picasso era infatti il modello del dipinto. Tuttavia, non è l’unico dipinto dedicato alla celebre maschera veneta che, a quanto pare, ha influenzato il genio picassiano in diverse occasioni. Entrambi gli artisti hanno voluto, quindi, accostare il momento di festa a uno scorcio intimo di vita famigliare.

Credit foto:
Lotta tra Carnevale e Quaresima – Wikipedia
Scena di Carnevale – Wikipedia
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