Il giro di Peppe e il Pantheon: la curiosa storia della frase più amata dai romani

Leonardo Anchesi, 24 Feb 2024
il giro di peppe e il pantheon: la curiosa storia della frase più amata dai romani

Chissà quante volte avete sentito dire a qualcuno “Stai facendo il giro di Peppe” o, per meglio dire “stai a fa’ er giro de Peppe!”. Questa, difatti, è certamente una delle espressioni più gettonate nel parlare comune italico e che trova le proprie origini nella meravigliosa città di Roma il cui popolo è sempre estremamente prodigo di detti e modi di dire che, di norma, entrano poi a far parte del patrimonio linguistico nazionale. E proprio l’espressione “fare il giro di Peppe” è una di quelle che ha preso veramente il largo in ogni dove nel nostro amato Paese. Ma si siete mai veramente chiesti quale sia il vero significato di questo modo di dire e, soprattutto, quale sia la sua origine?

Qualora non foste curiosi in tal senso, lasciate perdere, questo articolo non è per voi; ma se, invece, siete, come il sottoscritto, curiosi come una bertuccia ammaestrata continuate a leggere perché scopriremo proprio tutto quello che c’è da sapere, senza però stare a fare il giro di Peppe eh!

Fare il giro di Peppe: istruzioni per l’uso

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Alcuni giri immensi sono proprio il Giro di Peppe

Prima di affrontare la questione storica, vediamo di chiarire una volta per tutte il corretto utilizzo di questa espressione. Sì perché, amici cari di TuristiPerCaso, il mal vezzo comune del popolo italiano è di carpire espressioni del vernacolo romanesco, sempre estremamente simpatiche e puntuali, portarle nel proprio parlare quotidiano e, successivamente, stravolgerne il significato. E anche per il nostro caso studio il rischio di cadere in banali errori di utilizzo è dietro l’angolo. Ergo, statemi a sentire (o meglio, a leggere) con estrema attenzione.

“Fare il giro di Peppe” ha sostanzialmente due significati, uno consequenziale all’altro: il primo, quello letterale, sta a indicare l’utilizzo di una strada molto più lunga e, normalmente, anche più tortuosa di quella più lineare (ad esempio, in auto, nel raggiungere una determinata località, nel qual caso il conducente faccia un giro lunghissimo e assurdo gli diremo “Stai a fa’ er giro de Peppe!”); il secondo significato, quello simbolico, indica invece un discorso lunghissimo per spiegare un concetto molto semplice. Ecco qui, semplice semplice: questi sono gli unici due significati universalmente accettati dalla popolazione romana!

Un po’ di storia, che non guasta mai

E siccome siamo su “Il Mediev(al)ista” non potevo certamente risparmiarvi il pistolotto storico, altrimenti mi sentirei poco bene, diventando al contempo triste e particolarmente irritabile. E, per tanto, ecco a voi non una ma ben due origini di questo antico modo di dire romanesco, la cui nascita si perde nella notte dei tempi.

Vittorio Emanuele II, il Pantheon e Giuseppe Garibaldi

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La tomba di S.M. Vittorio Emanuele II

La prima ipotesi riporta stampato l’anno 1878 e, più precisamente, in occasione dei funerali di Sua Maestà Vittorio Emanuele II di Savoia, primo re d’Italia. Il 17 gennaio di quell’anno, il feretro partì dalla camera ardente allestita presso il Salone degli Svizzeri in Quirinale e, dopo tre ore di solenne cammino per le vie della Capitale, raggiunse il Pantheon. E qui la storia lascia il passo alla leggenda. Secondo, infatti, la tradizione popolare nella piazza antistante il tempio era presente anche Giuseppe Garibaldi; all’arrivo, il protocollo prevedeva che la sola carrozza con il feretro dovesse fare un giro attorno alla fontana.

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Il nostro Peppe del giro

Tuttavia, il nostro Peppe (Garibaldi), forse per semplice zelo, si staccò dal gruppo dei generali e dei nobili e fece un giro dietro la carrozza reale; un giro talmente inutile da passare alla storia.

Tra il sacro e il profano

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Anche Caravaggio volle rappresentare il più sacro Giro di Peppe

Ma un’altra ipotesi, ben più antica e sacra, avvolge la nostra tanto amata espressione. Abbiamo addirittura a che fare con la Sacra Famiglia. I Vangeli narrano infatti che Giuseppe e Maria con il piccolo Gesù Bambino, mentre erano in cammino per tornare da Betlemme a Nazareth, ricevettero la visita di un angelo che li avvisava di non andare direttamente nel loro paese per evitare la furia di Erode, alla ricerca del piccolo Gesù. Fatto sta quindi che la Sacra Famiglia si recò in Egitto per sfuggire alla rappresaglia del Re, facendo diventare i chilometri da 150 a oltre 1000. Da lì, san Giuseppe e divenuto l’emblema di chi per raggiungere una meta fa un giro lunghissimo e assurdo. Entrambe le storie sono affascinanti e viaggiano a cavallo fra storia e leggenda; adesso spetta solo a voi decidere a quale credere.

Credit foto:
Vittorio Emanuele II – Wikipedia
Giuseppe Garibaldi – Wikipedia
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