Lungo la via Baltica

Tallinn, Riga e Vilnius in auto lungo la E67
Scritto da: Sampa84
lungo la via baltica
Partenza il: 16/07/2013
Ritorno il: 22/07/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Io e la mia ragazza Erika progettavamo quest’avventura ormai da qualche mese: Estonia, Lettonia e Lituania in auto lungo la Via Baltica, da nord a sud, toccando le tre capitali e concedendoci qualche tappa intermedia. Dopo aver divorato diari di viaggio, siti internet, guide e forum specializzati, stendiamo il nostro percorso, prenotiamo il prenotabile e siamo pronti per partire…

1. PRIMO GIORNO: ORIO AL SERIO – TALLINN

Decolliamo alle 7.20 di un martedì di luglio dall’aeroporto di Bergamo – Orio al Serio con un volo Ryanair diretto a Tallinn, in Estonia (90 euro a testa): in 3 ore giungiamo a destinazione, a cui però dobbiamo aggiungere +1h di fuso orario. Dopo aver recuperato i bagagli, ci rechiamo nel seminterrato dell’ordinatissimo e pulitissimo aeroporto locale in cerca dell’inconfondibile giallo “Hertz” dove – a seguito di numerose firme e timbri – entriamo in possesso della nostra splendida VW Polo 1200 cc, nuova nuova (solo qualche graffio all’attivo) e con poco più di 13.000 km di vita.

Ci dirigiamo decisi (ma senza navigatore) verso Tallinn, seguendo l’indicazione KESKLINN (centro) e sopravvalutando la nostra capacità di pronunciare in perfetto estone il vocabolo “Toompuiestee” il nome della via del nostro Hotel. Fortunatamente, si dà il caso che il GoHotel Shnelli – a cui perveniamo dopo qualche inversione a U e un paio di rotonde ripetute più e più volte – sia adiacente alla stazione ferroviaria Balti Jaam, segnalata non appena arriviamo nei dintorni del centro città.

Due parole sull’Hotel: troverete recensioni contrastanti, ma il nostro giudizio è sostanzialmente positivo. L’Hotel è in pratica un parallelepipedo attiguo alla stazione ferroviaria, con camere basic ma pulite, bagno piccolo piastrellato (niente moquette!), doccia minimal (senza tendina né altra separazione dalla zona specchio/WC), letti comodi, corridoio con colori blu/verdi, free wifi ottimo ovunque (la password va chiesta alla reception), parcheggio gratuito non coperto davanti all’entrata. Punti forti: posizione – l’Hotel si trova a 5 minuti da Toompea, la città alta, a cui si può accedere salendo una scalinata che si trova nel parco antistante, e a 10 dalla piazza del Municipio, cuore di Tallinn – e prezzo – 21 euro a notte, colazione compresa. Consigliato.

Dedichiamo il pomeriggio a visitare la città, partendo da Toompea: è una splendida giornata di sole e di vento, con circa 20-22 gradi. Non vi farò una lista delle “cose da vedere” perché ogni viaggio è diverso e ogni itinerario è una serie di scelte differenti: vi dirò solo che Tallinn è una città fiabesca, raccolta, turrita e colorata.

Dopo cena rientriamo in Hotel stanchissimi verso le 23.00 e – nonostante il sole non ne voglia sapere di tramontare definitivamente – decidiamo che è ora di tirare le tende e andare a dormire.

2. SECONDO GIORNO: CONVENTO PIRITA – TELETORN – PARCO KADRIORG

Dopo la colazione in Hotel (voto 6: tanti wurstel e pietanze salate, ma per noi poveri italiani solo pane in cassetta, marmellata, yogurt/latte con cereali, succo di frutta), dedichiamo la mattinata a scoprire quello che ci resta del centro storico di Tallinn, non facendoci mancare una breve passeggiata sulle mura e la scalata del campanile della Chiesa di Sant’Olav (Oleviste kirik), che con un’altezza di 159 metri, fu l’edificio più alto del mondo fino al 1625. Nel primo pomeriggio, in auto andiamo alla scoperta dei dintorni della città, visitando le rovine del Convento di Santa Brigida (Pirita klooster), in un distretto periferico ad est di Tallinn, la Torre della TV (Tallinna Teletorn) che ha un’altezza di 314 metri ed è iscritta alla Federazione mondiale delle grandi torri e il Parco Kadriorg, polmone verde alle porte della città.

La sera, ceniamo in città al carinissimo ristorante Rataskaevu 16, guidati dalle ottime e veritiere recensioni dei gourmet internauti (piatto consigliato: elk borstch/zuppa d’alce; da non perdere l’amaro Vana Tallinn) per poi coricarci insieme al sole intorno a mezzanotte.

3. TERZO GIORNO: TALLINN – PARNU – RIGA

Sveglia alle 8.00, colazione e partenza: la meta finale è Riga, ma lungo la strada vogliamo fermarci a Parnu, nota località balneare estone. La strada è la famosa E67, o Via Baltica, arteria vitale che collega Praga a Helsinki in Finlandia, attraversando 6 nazioni con i suoi 1673 km d’asfalto (e di acqua, dal momento che la parte fra Tallinn ed Helsinki è ovviamente via nave, con circa 20 partenze ogni giorno in ogni senso). Noi percorreremo in realtà solo 470 km sulla Via Baltica, che abbandoneremo all’altezza di Panevėžys, in Lituania, a favore della E272 diretta a Vilnius.

Se all’inizio la E67 assomiglia ad un’autostrada (con 2 corsie per ogni senso di marcia divise da uno spartitraffico centrale), a qualche decina di km da Tallinn si trasforma in una strada statale ad una corsia per senso di marcia, protetta sui due lati da foreste di abeti molto suggestive.

Poco dopo mezzogiorno, arriviamo a Parnu, città che ci accoglie con un acquazzone estivo e una temperatura di circa 16 gradi. Ci rifugiamo quindi in un Iiri Pubi (Irish Pub) per una veloce pausa pranzo, in attesa che il tempo migliori. Quando usciamo, la pioggia è solo un ricordo e il sole torna a farsi largo tra le nuvole: questo ci permette di fare una passeggia per la via Ruutli, la via centrale di Parnu, piena di turisti e negozietti, ma vuota di carattere. Siccome la temperatura si è alzata di qualche grado, ci armiamo di coraggio e ci dirigiamo verso la spiaggia, a soli 15 minuti di piacevole passeggiata tra vie alberate e case vacanze multicolore: ad accoglierci c’è un bel sole, una lunga spiaggia sabbiosa e un Mar Baltico molto meno freddo di quanto ci aspettassimo. Ci regaliamo un’oretta di relax in riva al mare prima di ritornare in centro per un caffé e verso le 16.00 ci rimettiamo in marcia, per affrontare i 180 km di strada costiera che ci separano da Riga. Il percorso attraversa diverse località turistiche con numerosi camping che si affacciano su spiagge sabbiose e incontaminate. Ci fermiamo per una breve pausa all’altezza di Salacgriva, in Lettonia, per godere della vista del Golfo di Riga in una giornata che torna ad essere via via più nuvolosa.

La E67 non ci tradisce e ci porta finalmente a destinazione verso le 19.30: soggiorniamo all’Albert Hotel, molto curato nei dettagli, a 15 minuti a piedi dal centro storico, situato in una zona tranquilla ricca di architetture art nouveau (che a Riga si concentrano per la maggior parte tra Alberta iela e Elizabetes iela), Le camere sono pulite e sufficientemente spaziose per 2 persone, con bagno e asciugacapelli: comodo il parcheggio interno (6 euro al giorno). Da non perdere la vista dalla terrazza panoramica all’ultimo piano, dov’è situato un bar. Prezzo, circa 30 euro a notte con colazione.

Dopo aver abbandonato i bagagli in camera, andiamo a cena al ristorante Alberta 13, situato a pochi passi dall’Hotel e arredato in stile belle epoque, con sede in uno dei famosi edifici art nouveau della zona. Molto varia la scelta sul menu: prezzi contenuti, due antipasti e due secondi e dessert a 30 lats (circa 40 euro). Cortese e attento il servizio. Per i più coraggiosi, da non perdere il Rīgas Melnais balzams (balsamo nero di Riga), liquore tradizionale a base di 24 diversi ingredienti (piante, fiori, gemme, succhi, radici, oli essenziali e bacche) mescolati a pura vodka per 45 gradi di pura amarezza. Gran bella scelta, che concilia il nostro sonno.

4. QUARTO GIORNO: RIGA

Dopo aver fatto razzia dell’ottima colazione dell’Albert Hotel (ricca e abbondante sia nella sezione salata sia in quella dolce), puntiamo senza indugio al centro storico di Riga, che per la sua compattezza si può visitare – con un po’ di impegno ed escludendo le visite ai musei – anche in una sola giornata. Come per Tallinn, non sprecherò tempo ad elencarvi le attrazioni principali che potete trovare su qualsiasi guida turistica: dirò solo che Riga è molto più “città” di Tallinn, con una periferia immensa (che abbiamo avuto il piacere di attraversare in auto per recarci in centro) non sempre curata e pulita. Anche in centro, seppur con frequenza molto minore, si possono notare forti contraddizioni, quali accostamenti di palazzi recentemente portati all’antico splendore e catapecchie scrostate e cadenti. Riga è più massiccia, pesante, per certi versi più maestosa di Tallinn, ma nello stesso tempo grigia, malinconica, decaduta, ma il suo fascino risiede anche in questo.

Dopo una giornata pienissima e spruzzata di pioggia (anche violenta), rientriamo distrutti in hotel e decidiamo di rimanere anche per cena. Mai scelta fu più azzeccata: la cucina internazionale dell’Albert è davvero gustosa, il risotto è cotto a puntino e il servizio è impeccabile. Deliziosa anche la torta della casa, il tutto per circa 35 euro con vino e birra.

5. QUINTO GIORNO: PALAZZO DI RUNDALE – BAUSKA – VILNIUS

Lasciamo Riga intorno alle 9.00 diretti verso Pilsrundale, un villaggio nei pressi di Bauska, nella Lettonia meridionale. La strada, come al solito, è l’irrinunciabile E67, che in Lettonia è in condizioni leggermente peggiori rispetto al tratto estone, ma ha il pregio di essere quasi sempre diritta e di ridurre quindi al minimo la possibilità di errori nel tragitto. Arriviamo a destinazione poco dopo le 10.00 e troviamo il Palazzo di Rundale assediato da turisti di ogni nazionalità, in particolare giapponesi e spagnoli in gruppi organizzati, oltre a famiglie russe alla spicciolata. Il palazzo, progettato nella prima metà del 1700 dall’italiano Bartolomeo Rastrelli (noto anche per il Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo) è il più bel palazzo barocco della Lettonia e grazie ai restauri degli ultimi 15 anni si trova in oggi in ottime condizioni, dopo i danni patiti durante la prima guerra mondiale e poi negli anni Venti (quando venne convertito a scuola con abitazioni). Oltre al palazzo, si può visitare anche il vasto parco, con curatissimi roseti e giardini alla francese: il prezzo per il tour completo, della durata minima di 2-3 ore, è di 5 lats (circa 7,5 euro).

Pranziamo velocemente presso il caffé del palazzo e torniamo verso Bauska, dove – bisogna ammetterlo – le rovine del castello che ci danno il benvenuto sono piuttosto deludenti rispetto alle immagini trovate su Google. Ci fermiamo quanto basta per dare un’occhiata alle rovine del castello risalenti alla fondazione della città, situata alla confluenza dei fiumi Musa e Memele con il fiume Lielupe, e per fare una passeggiata nel parco attiguo, ma un vento insistente e qualche goccia di avvertimento ci costringono ad abbandonare i nostri propositi iniziali. Alle 15.30, dopo aver fatto il pieno di benzina a circa 1,3 euro/litro, siamo pronti per macinare i 230 km necessari per conquistare Vilnius, su un tratto di strada che si snoderà quasi interamente in Lituania. Il viaggio è molto tranquillo e praticamente privo di traffico: all’altezza di Panevėžys, dopo aver rivolto un cenno di saluto alla nostra E67, imbocchiamo la E272 che ci accompagnerà fino alla capitale. La strada diventa ora più simile ad un’autostrada nostrana, sempre senza pedaggio ma con due corsie per ogni senso di marcia, divise da una striscia d’erba larga 2-3 metri facente funzione di spartitraffico (ma all’incirca ogni 5-10 km è presente un varco che permette l’inversione di marcia). A beneficio di chi ripeterà questa esperienza, specifico che la striscia d’asfalto di 120 km che corre da Panevėžys a Vilnius passa attraverso la riserva naturale “Barnenu telmologinis draustinis”, circostanza che – tradotta – significa no autogrill, no distributori di benzina, no aree di sosta attrezzate, no W.C. Campagne e boschi a destra, boschi e campagne a sinistra, nient’altro. Vi sembra un’esagerazione? A onor del vero, un piccolo bar con distributore di benzina l’abbiamo infine trovato, ma solo dopo essere usciti dalla riserva naturale, nei pressi di Ukmerge, dove ci è parso che la conoscenza della lingua inglese non sia proprio diffusissima.

Arriviamo a Vilnius accolti da un bel sole intorno alle 18.30 e ci rechiamo presso il nostro appartamento. In Lituania, un po’ per questioni di prezzo e un po’ per le pessime recensioni di alcuni alberghi/ostelli del centro, abbiamo preferito affittare un monolocale. La posizione del Writer’s Apartament – che non a caso si trova in Literatu gatve – è invidiabile, posto com’è al terzo piano di una vecchia palazzina incastonata tra le strette vie della città vecchia, a 700 metri dalla Cattedrale e con stupenda vista (dalla finestra del bagno) sulla Chiesa dei Bernardini: il cortile interno che funge da parcheggio non è il massimo dell’ordine e della cura, ma per 50 euro al giorno possiamo sorvolare. Abbiamo giusto il tempo di fare una passeggiata nel centro storico prima di essere assaliti da una fame che ci conduce in una discreta birreria con cucina, dove assaggiamo un altrettanto discreto piatto tipico (cepelinai) oltre all’immancabile zuppa calda. Ci addormentiamo carichi di speranze meteorologiche per l’indomani.

6. SESTO GIORNO: VILNIUS

Il cielo domenicale di Vilnius è di un grigio talmente ottuso e testardo da riuscire in un attimo a mettermi di pessimo umore. Forse perché meteoropatici, forse perché stanchi dalla traversata del giorno prima (siamo entrati in Lituania dal confine nord e ora ci troviamo a soli 40 km dalla Bielorussia), decidiamo di rinunciare alla escursioni pianificate a Trakai e Kernavé per dedicarci solo alla visita della città. Fortunatamente una dolcissima colazione da Pilies Kepyklele – locale che si affaccia sulla via principale del centro storico – contribuisce a farmi tornare il sorriso e a dare ad entrambi l’energia giusta per affrontare la fredda mattinata (temperatura intorno ai 16 gradi). Iniziamo visitando dall’esterno l’Università (che purtroppo la domenica è chiusa) per poi iniziare il nostro tour delle chiese, utili anche per ripararci dalla fastidiosa e finissima pioggerella intermittente in cui è immersa la città.

Ho letto da qualche parte che Vilnius è chiamata la “Gerusalemme della Lituania” e questo perché ospita innumerevoli edifici di culto di differenti confessioni religiose: nella nostra passeggiata per il centro storico incontriamo infatti dorate chiese ortodosse stipate di icone, sfarzose chiese cattoliche di stile barocco e rococò, sobrie chiese protestanti dalle linee pulite e perfino una mezza diroccata chiesa di culto “uniate”, ovvero greco-cattolica. Oltre alle bellezze artistiche e architettoniche, un aspetto molto interessante è scoprire come – prima della liberazione di questi territori dal giogo dell’occupazione sovietica – parecchi di questi edifici furono utilizzati per gli usi più disparati, divenendo musei, pinacoteche, discoteche, autorimesse e perfino carceri per criminali e dissidenti. Dopo una breve sosta per il pranzo a base di una corroborante zuppa di barbabietole, riprendiamo il nostro pellegrinaggio semi-religioso che qualcuno da lassù sceglie di premiare con qualche raggio di timido sole. Intorno alle 19.00 rientriamo a casa dove ci prepariamo per la cena al Bistro 18, ancora una volta guidati dalle ottime recensioni degli internauti. Usciamo molto soddsfatti e discretamente brilli, ma ancora sufficientemente lucidi per distinguere la strada di casa tra l’intrico di vie ciottolate del centro.

7. SETTIMO GIORNO: VILNIUS – ORIO AL SERIO

Il settimo giorno è ovviamente dedicato al riposo: ci svegliamo tardi, prepariamo i bagagli e facciamo una colazione/brunch con crepes dolci all’ormai noto Pilies Kepyklele. Decidiamo di dedicare la prima parte della giornata a scoprire altre zone della città, come la rocca del Castello Superiore e viale Gedimino, vera e propria spina dorsale della nuova e modernissima Vilnius capitalistica: un boulevard perfettamente diritto che attraversa negozi dalle vetrine riccamente allestite, uffici governativi, studi professionali, zone verdi e fontane. Una passeggiata di circa 2 km che dalla Piazza della Cattedrale ci porta al e il Seimas, sede del Parlamento Lituano, congiungendo simbolicamente la sede del potere religioso a quella del potere politico. Dopo pranzo (consigliatissima la zuppa fredda saltibarsciai), andiamo a caccia degli immancabili souvenir per parenti e amici nella Pilies gatve, fino a raggiungere la Piazza della Cattedrale per le ultime fotografie. Nonostante la mattinata ancora grigia, ora è una bella giornata di sole e quindi ci concediamo una parentesi di relax in un caffè all’aperto prima dell’appuntamento con la proprietaria dell’appartamento per la restituzione delle chiavi e della partenza per il vicino e piccolissimo Aeroporto Internazionale di Vilnius verso le 18.30. Dopo aver girovagato inutilmente per cercare il non segnalato parcheggio Hertz (arrivando dalla strada principale, lo si trova a sinistra guardando l’aeroporto, superato il parcheggio multipiano a pagamento), siamo pronti per tornare in Italia per la modica cifra di 80 euro a testa, con tanta voglia di pasta ma già molta nostalgia per queste terre.

In definitiva, è un viaggio che consiglierei a tutti, soprattutto perché ricco di tragitti differenti e di mete alternative a quelle classiche delle tre capitali (comunque imperdibili). Personalmente, mi sento di dare qualche punto in più a Tallinn e all’Estonia tutta, che meriterebbe una settimana per essere visitata in lungo e in largo, dal Lago dei Ciudi fino all’Isola di Saaremaa, passando per Tartu e il parco nazionale Lahemaa. Della Lituania, mi è dispiaciuto aver visto solo Vilnius, credo avesse molto altro da regalarci. Ma questa è tutta un’altra storia.

INFORMAZIONI PRATICHE IN PILLOLE

CUCINA. Io mi sono trovato bene quasi ovunque, la mia ragazza un po’ meno perché non ama i cibi speziati, che in questi paesi vanno per la maggiore. Ovviamente niente pasta e niente primi in generale, tranne le immancabili zuppe (borscht o barsciai). Tanta carne, rigorosamente servita con salse agrodolci (al miele, alla frutta, al vino affumicato) e anche pesci come aringhe, salmoni e spratti (pesciolini affumicati). Nei dessert, trionfano miele e frutti di bosco. Presente un po’ ovunque è anche l’aglio, soprattutto in Estonia, mentre il pane è sempre pane scuro, di segale, spesso aromatizzato al finocchio.

STRADE. In città il traffico è molto regolare e disciplinato, c’è un generalizzato rispetto dei limiti di velocità e abbiamo notato pochissime rotatorie. La E67, come ho già avuto modo di dire, è quasi sempre in ottime condizioni, tranne alcuni tratti in territorio lettone, con qualche avvallamento di troppo. Fuori città, quasi sempre manca l’illuminazione stradale, ma se guidate d’estate non guiderete mai al buio fino le 22.30/23.00, anche oltre se siete in Estonia. Non abbiamo mai utilizzato i mezzi pubblici.

LINGUA. Nelle capitali, l’inglese è di casa mentre l’italiano è cosa rara: non aspettatevi che vi capiscano se parlate la lingua di Dante. Nelle altre località turistiche che abbiamo toccato, abbiamo sempre utilizzato l’inglese senza incontrare nessun tipo di problema. Nelle località più piccole e meno turistiche, potreste incontrare qualche difficoltà, come è successo a noi in Lituania nel bar-distributore lungo la E272 diretti a Vilnius.

TEMPO. Noi abbiamo visitato questi paesi tra il 15 e il 22 luglio: aspettatevi un tempo “primaverile”. Frequenti e rapide variazioni climatiche, vento onnipresente (anche di intensità medio-forte), temperature medie intorno ai 20 gradi. Assolutamente necessario un k-way, per i più freddolosi anche una giacca leggera non sarebbe di troppo.

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Tallinn, colori

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Riga

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Tallinn, vento

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Palazzo di Rundale

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Vilnius, Piazza della Cattedrale



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