In questo santuario a oltre 1200 metri d’altezza ogni 2 febbraio si celebra la “Mamma Schiavona”, ed ecco perché è speciale

Maddalena, 02 Feb 2025
in questo santuario a oltre 1200 metri d'altezza ogni 2 febbraio si celebra la mamma schiavona, ed ecco perché è speciale
Ascolta i podcast
 

Nel cuore dell’Irpinia, a oltre 1270 metri di altitudine, possiamo trovare l’imponente Santuario di Montevergine, un luogo incredibile che sa unire in modo inaspettato sacro e profano. Arroccato sulle pendici del Monte Partenio, non solo è una meta di pellegrinaggio per milioni di fedeli ogni anno, ma è anche un grande simbolo di inclusività e accoglienza. Durante la festa della Candelora, ogni 2 febbraio, si celebra la rinomata “Mamma Schiavona”, Madonna nera protettrice degli ultimi, degli emarginati e di tutta la comunità LGBTQIA+. Lo scenario naturale mozzafiato in cui è immerso questo santuario, non appanna la sua ricchezza culturale e spirituale: un crocevia di storie, antichi riti e leggende che continuano a vivere nelle tradizioni più antiche e radicate della Campania.

“Mamma Schiavona che tutto concede e tutto perdona”

mamma schiavona

L’icona della Madonna di Montevergine, meglio nota come “Mamma Schiavona” e al centro dell’affetto e delle devozione di cui è intriso il Santuario di Montevergine. Questa amata immagine, alta più di quattro metri, rappresenta Maria con Gesù in braccio e si distingue per l’incarnato scuro della Vergine, da cui deriva l’origine del nome “Schiavona”, che significa “schiava” o “straniera”. Questa particolare Madonna nera secondo la leggenda, era una delle sette “Madonne sorelle”: sei bianche e una nera. Considerata da tutti la più brutta, proprio in virtù del suo particolare incarnato, si rifugiò sul Monte Partenio per rivendicare il suo valore.

Per la sua storia di sofferenza ed emarginazione, la Madonna di Montevergine si trasforma da simbolo di esclusione a emblema di accoglienza e perdono universale. I fedeli si rivolgono a lei come ci si rivolge ad una madre dal cuore grande, pronta a proteggere e a perdonare tutti coloro che cercano conforto nel suo abbraccio. Durante la Candelora, la “Mamma Schiavona” diventa protagonista indiscussa di un pellegrinaggio conosciuto come la Juta dei Femminielli. Canti, tammurriate e preghiere, fanno di questo grande rito collettivo una grande celebrazione di inclusività e speranza.  

Il Santuario di Montevergine e le sue origini da una storia d’amore 

santuario di montevergine interno

Le origini del Santuario di Montevergine risalgono al XII secolo, quando un eremita in cerca di solitudine e di un luogo dove poter pregare, San Guglielmo da Vercelli, fonda in questo luogo un cenobio dedicato alla Vergine. Già in epoca precristiana tuttavia, questo luogo ospita un tempio dedicato alla dea Cibele, la Magna Mater. Ed è anche questo forte legame con le divinità femminili antiche che ha contribuito a plasmare l’identità e il culto della Madonna di Montevergine come simbolo universale di inclusione e protezione.

Tuttavia è la leggenda legata ad un evento miracoloso del 1256 a rendere questo luogo così amato e venerato: si narra che due giovani uomini, puniti dalla comunità e ostracizzati per l’unica colpa di essersi amati, furono abbandonati sul monte dove oggi erge il Santuario di Montevergine per morire. La Madonna, commossa dalla loro sofferenza e dal loro dolore, scioglie la neve che li avvolge. Questo evento miracoloso, non solo salva i due ragazzi da una morte certa, ma trasforma definitivamente il santuario in un luogo di speranza e conforto per chiunque si senta emarginato. Da allora ogni anno, più di un milione e mezzo di persone portano al santuario lettere, fotografie e offerte votive alla “Mamma Schiavona, che tutto concede e tutto perdona”.

Durante la Candelora un forte messaggio di speranza e inclusività 

santuario di montevergine

Quello che avviene durante la Candelora, in realtà è molto di più di un pellegrinaggio annuale verso il Santuario di Montevergine: è un grande e colorato rito collettivo che celebra la comunità, l’identità e la diversità. La Juta dei Femminielli in particolare, è fedele a queste figure di grandissima importanza nella cultura napoletana, che rappresentano una sintesi tra maschile e femminile, molto devoti alla figura di “Mamma Schiavona”, madre amorevole e protettrice. Durante la Candelora il Monte Partenio si anima di canti popolari, danze e tammurriate.

Pellegrini e devoti, accompagnati in festa da suonatori di strumenti tradizionali, salgono verso il santuario portando candele da far benedire. Questa grande festa, che affonda le sue radici storiche in antichi festival pagani legati alla primavera, si trasforma in una celebrazione cristiana della luce e della rinascita spirituale. La Candelora nel tempo è anche diventata un momento e un’occasione di aggregazione per la comunità LGBTQIA+, che in questo rito trova l’opportunità di celebrare la propria identità.

Tesori inestimabili del Santuario di Montevergine

Come prevedibile non mancano ovviamente le polemiche, ma il pellegrinaggio della Candelora verso il Santuario di Montevergine non smette di rappresentare e diffondere un messaggio di speranza e accoglienza, che trascende ogni confine. Il Santuario di Montevergine tuttavia non è soltanto un luogo spirituale, ma anche un luogo che conserva immensi tesori culturali e artistici: al suo interno troviamo opere d’arte barocche e una collezione di stupende icone orientali. Il dipinto della Madonna, custodito nella cappella più antica, attrae visitatori da ogni parte del mondo.

Mamma Schiavona” è quindi simbolo di accoglienza universale, capace di unire e proteggere persone di ogni provenienza e condizione. In un mondo sempre più frammentato e sempre più divisivo, quello del Santuario di Montevergine è un forte messaggio di perdono e inclusività che risuona con tutta la sua potenza. Tutti, senza distinzione alcuna, possiamo trovare rifugio e consolazione sotto il benevolo manto di “Mamma Schiavona”.



Leggi ancheLeggi gli altri diari di viaggio