Campania: mille tesori da scoprire

Un viaggio emozionale fatto di viaggi nel tempo, di ricordi, di sapori, di appagamenti visivi
Scritto da: Romy Crystal
campania: mille tesori da scoprire

Il desiderio di partire nonostante le 1000 restrizioni nel periodo di Natale ‘21, la paura di questa pandemia sta colpendo tutta Italia ma non ci ferma!
Ecco infatti io e i miei impavidi uomini, o forse per molti direi, il trio di matti, decidiamo di partire per un piccolo tour di Napoli e i gioielli campani, ma perché proprio questa scelta?

Come per ogni selezione di viaggio spesso mi faccio ispirare da film, libri, racconti, questa volta devo ringraziare il virus stesso che mi ha portato a rivedere delle foto di quando ero bambina, insieme ai miei genitori, in cui mi mettevo in posa nel set nella storia napoletana, senza dimenticare inoltre, le immagini della prima vacanza da fidanzatini (Costiera Amalfitana) i ricordi, la nostalgia, il desiderio di rivedere certi luoghi affascinanti, con un’età diversa e con occhi nuovi, la voglia di far assaporare questa terra a mio figlio, che a sentire lui è venuto solo per mangiare la pizza e gustare finalmente una mozzarella che si possa definire tale.

Avrei voluto tanto organizzare un viaggio fai da te, ma a volte la pigrizia, la difficoltà di trovare il tempo per mettermi a tavolino a definire il tutto, il piacere di fare comunque amicizia con altre persone,  mi porta sempre a scegliere dei tour già organizzati con ovviamente mete a noi consone, a volte anche oltre le nostre aspettative.

Si parte!

In questo mio articolo di viaggio, più che fare descrizioni dettagliate ed esagerare con cenni storici, piuttosto cercherò di trasmettere le emozioni che ogni sito mi trasmetteva, fino a convincervi che almeno una volta nella vita, un giretto da queste parti ce lo dovete fare.

Orvieto

Si parte alla mattina molto presto ore 05:00 pronti sull’autobus con i posti assegnati in pole position, la nostra amica FFP2 sul volto che ci accompagnerà per tutto il viaggio; prendiamo una funicolare, tutti belli ammassati alla faccia del distanziamento, ed eccoci nel piccolo borgo dell’Umbria abbarbicato su una rupe di tufo: Orvieto.

Ci addentriamo nella città guardandoci il più possibile in giro, dato il poco tempo a nostra disposizione, uscendo dalla via principale ecco apparire ai nostri occhi un’ammaliante visione, il Duomo, la cattedrale di Santa Maria Assunta. Mozzafiato ecco l’unica cosa che posso dire, peccato non aver avuto la possibilità di visitarlo al suo interno.

Orvieto

Campania

Napoli

Traffico, clacson, disordine… eccoci finalmente a Napoli, in un hotel nei pressi della modernissima stazione. Assaporiamo fin da subito, l’ebbrezza di attraversare la strada col le valigie: i pedoni si deviano, non vanno lasciati passare o come dice De Crescenzo il semaforo rosso non è un divieto, è solo un consiglio. Sorridiamo perché simultaneamente ricordano le strade del Vietnam, eravamo messi peggio! Assegnati a un tavolo con due simpatiche signore ceniamo con piatti tipici napoletani, per essere il ristorante dell’albergo e la prima cena, direi niente male.

“Vedi Napoli e poi Muori” assoluta verità! Avendo visitato molteplici capitali, a Napoli, la città più grande dell’Italia meridionale,  non  manca davvero nulla, in quanto la fusione tra arte, archeologia, architettura, gli abitanti, il loro modo di vivere, la baraonda per le strade, la cucina, la rendono la Regina dell’Unicità a livello mondiale. Questa località partenopea splendidamente distesa lungo il celeberrimo Golfo, è una tappa indimenticabile per ogni viaggiatore, anche se un’intera giornata dedicata alla sua visita (tutta a piedi), non basta assolutamente; non essendo la prima volta che la visito, ogni qualvolta scorgo nuovi e originali dettagli.

Nell’antica via San Gregorio Armeno, ove è Natale tutto l’anno, non ha eguali al mondo, come dire un tripudio per i nostri occhi per le botteghe che offrono una miriade di statuine, presepi, cornetti, fatti da mani sapienti, respirando ovunque un’aria intrisa di folclore.

Ma per apprezzare la vera essenza di questa città, l’arteria dove pulsa la vera vita dei napoletani, bisogna assolutamente passeggiare lungo Spaccanapoli, che ti permette di rivivere le commedie del grande Eduardo attraverso il calore della gente e dei suoi meravigliosi monumenti. “Tu vulive ‘a pizza?” finalmente per la felicità di mio figlio, lo street food tipico, ci permette di pranzare con una pizza libro, specialità tradizionale regina indiscussa e simbolo di Napoli. …e “ a sfogliatella mangiatavella?” ovvio che sì! “A riccia e a frolla, miez’a strada, fann’a folla”.

Ciò che ci ha sorpreso è la proverbiale arte di arrangiarsi dei napoletani, anche se non hanno un lavoro, se lo sanno inventare; dal cantante sul balcone di casa con annesso paniere sali scendi per le offerte, al “genio matematico” con cappello di laurea indosso per i numeri della smorfia, all’uomo “cornetto” porta fortuna. Abbandonando il centro ci dirigiamo, nonostante i dolori alle gambe che iniziano a farsi sentire, verso il lungo mare ammirando solo al suo esterno nella sua posizione incantevole, Castel dell’Ovo con la sua architettura ammaliante e suggestiva. Peccato solo per la giornata leggermente uggiosa che non ci ha permesso di vivere a pieno il fascino del lungo mare, che pare ti voglia abbracciare, con il suo Vesuvio in lontananza che desidera essere ammirato in tutta la sua imponenza, come un modello messo in posa per essere fotografato.

Arrivati allo stremo delle nostre forze (21.000 passi nonché 16 km), decidiamo di allungarci per un ultimo sforzo nella via dello shopping, non prima di essere ripassati in Piazza del Plebiscito, che ci accoglie in tutta la sua magnificenza, facendoci sentire dei piccoli esseri umani. Con una tappa aperitivo, proseguiamo con la visita dei negozi, tra un cantiere e l’altro, ovunque in ogni condizione precaria, e cassonetti dell’immondizia.

Di certo non ho elencato tutto ciò che abbiamo visitato in quel di Napoli, un racconto non basterebbe, ma di certo l’elemento che fa di Napoli una città unica ed inimitabile, è l’animo umano delle persone che la abitano e il rito magico de “Na tazzulel e cafè”.

Trio Napoli

Paestum

Se i miei calcoli sono esatti quando questo aggeggio toccherà le 88 miglia orarie ne vedremo delle belle Romy! La macchina del tempo si è avviata, sono tornata indietro nel lontano 1984. Eccomi di nuovo al maestoso Parco Archeologico di Paestum dove il tempo si è davvero fermato ai tempi della magna Grecia. I ricordi, grazie alle fotografie riviste durante il lockdown, si proiettano davanti ai miei occhi. Suggestivo, spettacolare, un vero e proprio patrimonio dell’umanità, gli unici templi di ordine dorico sopravvissuti e ben conservati della terra. In questa atmosfera magica, il Tempio di Atena si erge maestoso, possente in tutta la sua magnificenza per essere fotografo, richiamandoti istintivamente per essere ammirato da vicino, in ogni suo lato. Per non parlare dell’anfiteatro Romano non di grandi dimensioni, ma che non sfigura assolutamente di fronte ai templi. Scattando foto davvero mi sento catapultata indietro ai miei 8 anni, stessa location, stesse pose, solo un po’ invecchiata!

E il museo subito all’esterno del parco? Attraverso oggetti di ogni genere, armi, armature, monete, ci fanno rendere conto del genio e della grandezza delle popolazioni che abitavano il Bel Paese in quegli anni!

Salerno

Raggiungiamo Salerno città collocata fra la costiera amalfitana e il Cilento che sorge su l’omonimo Golfo. Veniamo accolti da uno splendido lungomare estremamente spazioso che si affaccia su di un tratto di mare suggestivo, contornato dalla Costiera Amalfitana, una cartolina davanti ai nostri occhi . Essendo ora di pranzo il desiderio di gustare una vera napoletana seduti ad un tavolo ci porta in una pizzeria nei pressi della passeggiata ; “si ‘ncopp” a paste nce’ miette a pummarola fresca, a mozzarella e addore d”a vasinola, allora chest “è a pizza”.

Essendo ancora nel pieno delle festività natalizie, il centro storico e non solo assume in ogni sua parte un aspetto da fiaba, grazie alla meravigliosa manifestazione delle luci d’artista, è un vero e proprio tripudio di luminarie e colori, opere d’arte installate negli angoli più suggestivi e attraenti della città. Purtroppo come oramai tutte le città, ci sono zone con un degrado fatiscente, ma fortunatamente durante la piacevole visita guidata lungo il corso, ammiriamo oltre ai vari negozietti e localini tipici, il Duomo che posso riassumere in un solo aggettivo, spettacolare, per i suoi marmi, i mosaici, per non parlare della cripta mozzafiato, e il suo chiostro romantico.

Lasciandoci alle spalle il centro storico, ci ritroviamo in una Salerno assai moderna sopraffatta dalla globalizzazione sia per i negozi che per i locali, dunque ad unanimità concludiamo la giornata con un aperitivo in uno dei locali sul lungomare by night, un vero e proprio incanto, sopraggiungendo alla Piazza delle Libertà inaugurata nel 2021, un’attrazione sorprendente, ancora incompleta che nella sua semplicità ci rapisce, presto diventerà il cuore pulsante di Salerno.

Pompei

Pompei

“Dove andiamo noi, non ci servono strade” ecco che la mia personale macchina del tempo mi catapulta a Pompei, in una giornata bellissima, questa volta però in una stagione diversa e solo 38 anni in più. Come tutti lo definiscono un museo a cielo aperto, una miniera di resti ancora tutta da celare. Non ho le parole adatte per descrivere il mio entusiasmo, per essere qui di nuovo e per la terza volta.

Meravigliosi scavi archeologici collocati in uno scenario tra i più celebrati ed incantevoli al mondo, percorrere le vie lastricate visitare le antiche abitazioni templi dell’anfiteatro e gli splendidi affreschi, fa comprendere l’alto tenore di vita raggiunto dalla città romana, immersi nei racconti della vita di quel tempo. Questa cornice ci fa rivivere alcune immagini del film ispirato alla vita prima dell’eruzione, che ha portato alla curiosità mio figlio in questo luogo, quindi non solo il piacere di assaggiare la pizza, meno male!

Sorrento

Percorrendo strade con paesaggi mozzafiato, arriviamo a Sorrento ridente cittadina sviluppatasi sulle terrazze di roccia scura affacciate splendidamente sul Golfo. Iniziamo a percepire da subito un’atmosfera magica appena messo piede in Piazza Tasso, con le sue luminarie dedicate ad una canzone di Dalla e il suo albero natalizio centrale con luci che andavano a ritmo di musica. Senza dubbio è  una zona turistica a tutti gli effetti, ma l’ordine, la pulizia, l’originalità dei prodotti tipici veduti (la maggior parte al limoncello), la genuinità dei commercianti, la bellezza dei vicoli, rendono questo luogo un incanto. Nonostante la sferzante tramontana, abbiamo potuto gustare comunque una fantastica vista sul golfo di Napoli nella piazza della Villa Comunale, dove a ridosso troviamo il meritevole Chiostro di San Francesco in stile gotico.

Castelli Romani

Si cambiano zone, si ascolta un differente dialetto, muta il paesaggio. I Colli Albani, specificatamente nella zona denominata Castelli Romani, antichi borghi adagiati tra Colli e laghi da sempre prediletti dall’aristocrazia romana per la propria villeggiatura, ville e splendidi panorami che sono le caratteristiche di questa località.

Iniziamo con Castel Gandolfo, residenza estiva dei Papi adagiata sulle rive del lago Albano il cui centro storico ha conservato un suggestivo fascino dato da antichi vicoli e romantiche piazzette. La tranquillità del luogo la fa da padrona; bere un caffè di fronte alla residenza dei Papi? Non ha prezzo! Ma vogliamo parlare della magnifica vista che si gode del lago? Luogo ideale per cenette romantiche, peccato non averne l’opportunità.

Ariccia

Dopo un’attesa in coda per prendere a turno un ascensore ci troviamo ad Ariccia, graziosa cittadina adagiata su una rupe tufacea, ricca di storia arte e cultura. In realtà siamo venuti, più che altro, per recarci in una tipica osteria locale e gustare piatti tipici del luogo. L’ottima compagnia, risate e qualche bicchiere di vino, ci permettono di alleggerire le lamentele per la lunga attesa tra una portata e l’altra.

Per tornare al pullman questa volta ce la siamo fatta a piedi, tutta in discesa canticchiando e a zigo-zago!

Frascati

Tra tutte le mete che abbiamo visitato in questo tour, Frascati è quella che ci ha colpito meno, forse per il caos presente, dato dalle bancarelle, le giostre … non ci ha fatto apprezzare a pieno questa città.

Resta il fatto che l’impatto visivo della Cattedrale di San Pietro nella piazza principale, con la sua imponenza, riesce a far dimenticar seppur per un attimo, la molteplicità di persone che la invadevano dentro e fuori. Un breve giro nei vicoli, piene di fraschette, forni e molti luoghi in cui gustare le loro specialità. Noi ricadiamo su di un semplice caffè, un gelato e un vin brulè (decisamente tipico) presi presso le bancarelle natalizie. Seduti su di una panchina, commentiamo i passanti nelle loro mise e accenti!

Viterbo

Sentendo la situazione Covid sia al tg che a casa da parenti e amici, siamo stati spensierati e fortunati al tempo stesso, per essere scappati a goderci questo tour.

Siamo giunti al nostro ultimo giorno di vacanza, che non poteva concludersi in maniera migliore, visitando il capoluogo della Tuscia, la “Città dei Papi”, Viterbo.

Sarà stata la giuda turistica giovane, neolaureata su tutto ciò che riguarda la storia e i particolari aneddoti di questa città, gli aristocratici palazzi, i monumenti ricchi di opere d’arte di spiccato interesse, i suggestivi quartieri medievali, le chiese, i chiostri di varie epoche, le torri slanciate ed eleganti, le fontane in peperino, a lasciarci davvero estasiati!

Un vero e proprio fermo immagine per il pittoresco e incantevole quartiere di San Pellegrino, un vero salto nel Medioevo, il più caratteristico della città e uno dei più grandi d’Europa, che con i suoi vicoletti, gli archi, le antiche case in peperino, la rendono autentica. Proprio per questo motivo spesso è utilizzata come set cinematografico, come per esempio per la fortunata serie televisiva di Leonardo Da Vinci. Un angolo da sogno! Unica ma grossa nota dolente, essendo ovviamente il periodo natalizio, troviamo una maxi slitta di babbo natale con musica in filodiffusione a tema, ma non adatta decisamente al luogo, che ci fa oimè “allontanare” da quel fascino medievale.

Inevitabile citare la Chiesa di San Lorenzo, che costituisce la parte integrante della scenografica piazza tra lo storico Palazzo dei Papi e il museo Colle del Duomo. È il luogo principale di culto della città, nella sua imponente struttura romanica, nella quale vi è sepolto in un luogo ignoto uno dei papi.

Eccoci di nuovo  a casa sfiniti, ma sempre più convinti che l’aggettivo “Il Bel Paese” calza a pennello allo Stivale!

DOVUNQUE SONO ANDATO NEL MONDO HO VISTO CHE C’ERA BISOGNO DI UN POCO DI NAPOLI (Luciano De Crescenzo)

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