È il borgo dove è nato il primo albergo diffuso d’Italia, ed un vero ‘paese delle lenticchie’ ad oltre 1000 metri d’altezza: qual è e dove si trova

Dalla decadenza al rinascita! Cosa vedere a Santo Stefano di Sessanio, il borgo del primo albergo diffuso d’Italia
Claudia Giammatteo, 27 Nov 2024
È il borgo dove è nato il primo albergo diffuso d’italia, ed un vero 'paese delle lenticchie' ad oltre 1000 metri d'altezza: qual è e dove si trova
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Incastonato tra alte vette abruzzesi, all’interno di un contesto ambientale e naturale davvero unico, quello del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, Santo Stefano di Sessanio è un piccolo borgo fortificato perfettamente conservato che vanta un primato speciale per il turismo: qui, infatti, è stato istituito il primo albergo diffuso d’Italia, che lo ha salvato da uno stato di decadenza.

Sapevi che Santo Stefano di Sessanio è famoso per le sue lenticchie? Sapore unico, significative proprietà nutrizionali e botteghe che ne vendono sacchetti ad ogni angolo, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio sono un’autentica eccellenza del territorio. La trovi anche tra i tanti prodotti di altissimo livello contenuti nelle box dei Borghi più belli d’Italia, perfette da regalare ad amici e parenti certi di fare un dono gustoso e gradito.

Come nasce l’albergo diffuso di Santo Stefano di Sessanio, il primo in Italia

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Nel corso del XIV secolo Santo Stefano di Sessanio,  sotto l’egemonia dei De’ Medici, diventò una cittadina fiorente che viveva di agricoltura e di pastorizia, nonché un importante centro economico della Signoria di Firenze, soprattutto grazie a l fiorente commercio della lana “carfagna” che veniva prodotta qui, lavorata in Toscana e venduta in tutta Europa.

Dopo l’unità d’Italia, però, anche a causa di un forte fenomeno di emigrazione, il borgo ha iniziato un processo di decadenza e molte abitazioni vennero abbandonate.

Qualche anno fa, fortunatamente, il suo fascini ha conquistato  l’imprenditore italo-svedese Daniele Kihlgren che decise di acquistare diversi immobili e di ristruttrarle per creare un nuovo modello di ospitalità che si differenzia dai tradizionali alberghi concentrati in un unico edificio: l’albergo diffuso, infatti, si sviluppa su sistemazioni distribuite in diverse strutture all’interno di un centro storico o un piccolo villaggio, come quello di Santo Stefano. Questo approccio consente agli ospiti di vivere un’esperienza più autentica e immersiva nella cultura e nella vita quotidiana della comunità locale.

Grazie all’“albergo diffuso Sextantio” le case del borgo sono state trasformate in alloggi per accogliere turisti e visitatori, rendendo questa una meta origina e nella quale anche le piccole botteghe hanno ripreso vita, riportando alla luce laboratori artigianali, vecchi mestieri e tradizioni.

Cosa vedere a Santo Stefano di Sessanio tra chiese e palazzi storici

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Considerato uno dei borghi più belli d’Abruzzo e d’Italia, Santo Stefano di Sessanio è rimasto immutato nel tempo e permette di ammirare edifici costruiti in pietra calcarea bianca e tetti realizzati con coppi, un centro storico che è un dedalo di vicoli e diverse strutture di grande interesse storico e artistico.

Il punto d’ingresso della città è Porta Medicea, dalla quale ci si immerge in un mondo rimasto fermo nel tempo a centinaia di anni fa con scalinate in pietra, archi, camminamenti, case in pietra e nel quale spicca la Torre Medicea del XIV secolo che si trova in cima al borgo. Un tempo era alta 20 metri e svolgeva il ruolo di avvistamento. Purtroppo, con il terremoto del 2009è quasi completamente crollata, ma poi è stata ricostruita completamente.

Fuori le mura cittadine si trova la Chiesa di Santa Maria Martire, ricostruita dopo il sisma del 1703: è caratterizzata da una volta a crociera mentre le navate laterali sono più piccole e custodiscono delle tele settecentesche che raccontano la storia del martirio di Gesù e di Santo Stefano. Poco distante sorge il Palazzo del Capitano costruito dalla famiglia De’ Medici che utilizzò come residenza signorile. L’edificio in pietra calcarea si presenta con due grandi bastioni e due finestre bifore in stile tardo-gotico. La facciata del ‘500, invece, è decorata in stile rinascimentale.



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