Palermo: i turistipercaso raccontano la loro città

di Rosana R.

Se c'è un luogo che consente di abituarsi alla tolleranza, alla curiosità per la vita,ad un senso del tutto orientale dell'esistenza,intesa fatalmente come unione di vita e morte, come passaggio da una storia all'altra in un eterno fluire che le comprende tutte ,questo luogo va...
Turisti Per Caso.it, 02 Apr 2003
palermo: i turistipercaso raccontano la loro città
Se c’è un luogo che consente di abituarsi alla tolleranza, alla curiosità per la vita,ad un senso del tutto orientale dell’esistenza,intesa fatalmente come unione di vita e morte, come passaggio da una storia all’altra in un eterno fluire che le comprende tutte ,questo luogo va cercato a Palermo. Non tutti sono adatti alla percezione di questa città, in un libro di Milan kundera, un personaggio teneva una cartolina di Palermo nel suo studiolo,la guardava ed aspettava di essere pronto ad andare.Non è la cultura quella che serve, è la disponibilità a recepire segni e simbologie che “come foreste”,arrivano da ogni parte del mondo e confliscono nei posti meno usuali. Se c’è un luogo che consente di abituarsi alla tolleranza, alla curiosità per la vita,ad un senso del tutto orientale dell’esistenza,intesa fatalmente come unione di vita e morte, come passaggio da una storia all’altra in un eterno fluire che le comprende tutte ,questo luogo va cercato a Palermo.

Dà un senso di conforto trovare un motivo iracheno portato da lontanissimi deserti,che orna una architettura del nord europa e tutto questo in strutture che si incastrano in altre,come un labirinto che deve essere percorso con mente libera ed aperta alla avventura.Un grande viaggiatore,amante della vita e dei suoi segni come Fosco Maraini ,ha compreso talmente questa città ed il suo territorio,che la cita continuamente in ” Segreto Tibet”,poichè il segreto,ciò che non è compreso immediatamente dalla ragione, pervade solo alcuni posti,come se concentrassero la vita dei popoli,la loro spiritualità,il loro andare e venire per il mondo.Se dovessi invitare qualcuno in un posto emblematico,non lo porterei in un classico mercato storico,in una chiesa barocca,in una delle moschee,ma in un rifugio sul mare,una tonnara,non in una delle isole tanto frequentate dai turisti,ma in una delle borgate più popolari di Palermo:l’Arenella,luogo di pescatori e spacciatori.

Da una piazzetta che si apre tra i palazzi del saccheggio mafioso, si percorre una stradella che si infila tra i moli e si arriva a quello che per metà è tonnara e per metà è castello,con torri merlate e giardini tropicali. Era proprietà di una delle poche famiglie aristocratiche che non hanno distrutto ,ma costruito : i Florio;ancora adesso i discendenti vivono lì,alternando Palermo al Madagascar,seconda patria e luogo di nuove unioni matrimoniali.E’ delizioso pensare a quanti padani doc sarebbero scandalizzati nel veder correre tra i cortili,i piccoli nipoti della padrona di casa,discendenti di colore di una stirpe genovese venuta ad investire la propria ricchezza in Sicilia.Attraversando cucine dalle maioliche arabizzanti e corridoi liberty,dove sembra ami ancora risiedere il fantasma di donna Franca Florio,si arriva alla “summa”, ad uno di quei luoghi segreti dove il mondo c’è tutto e vive in armonia:è l’interno della torre:una grande stanza aperta su tutti i lati da grandi finestrature medievaleggianti: delle monofore ampissime che si aprono sul mare, su un molo con le barche dei pescatori tirate in secco a due passi dal centro storico.La luce è dorata ,con riflessi rossastri,si capisce il perchè alzando gli occhi,la cupola é un tripudio di gialli,rossi,azzurri ,la riproduzione dei mosaici arabo normanni della stanza di re Ruggero,pavoni e cacciatori iraniani,belve e melograni sono interrotti da pannelli raffiguranti cosa? La storia dell’Orlando furioso!Ecco Palermo:un castello liberty,vissuto da una famiglia multietnica,dove vivono insieme in affresco le culture del mondo.

Rosana Rizzo, Palermo



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