Los Roques: aggiornamenti sulle indagini relative all’incidente aereo del 4 Gennaio 2008

A distanza di quasi due mesi dall'incidente aereo di Los Roques dello scorso 4 Gennaio, che ha coinvolto anche otto nostri connazionali considerati ancora ufficialmente dispersi, l'attenzione dei media verso le indagini in corso è fisiologicamente calata. Capiamo che il giornalismo abbia le sue esigenze di attualità e di sensazionalismo, ma...
Turisti Per Caso.it, 26 Feb 2008
los roques: aggiornamenti sulle indagini relative all'incidente aereo del 4 gennaio 2008
A distanza di quasi due mesi dall’incidente aereo di Los Roques dello scorso 4 Gennaio, che ha coinvolto anche otto nostri connazionali considerati ancora ufficialmente dispersi, l’attenzione dei media verso le indagini in corso è fisiologicamente calata. Capiamo che il giornalismo abbia le sue esigenze di attualità e di sensazionalismo, ma dimenticare le cose e passare oltre è di certo la maniera migliore per affossarle. In questo caso, poi, ci sono in ballo delle vite umane e noi intendiamo continuare a parlarne finché non si arriverà a una risposta. Il sito di Turistipercaso ha sì discusso il fatto quando era di estrema attualità, tanto che anche Patrizio si è espresso in merito; ma ciò che ora ci interessa maggiormente è seguire la vicenda nei suoi sviluppi. Questo non solo per dare voce ai familiari dei dispersi giustamente non rassegnati alla perdita, ma anche per informare tutti i nostri lettori dei progressi nelle indagini fatti dal 4 Gennaio ad oggi. Abbiamo chiesto un aggiornamento a Fabio Bencivelli, amico e collega di Annalisa, una delle due donne bolognesi coinvolte nell’incidente, che sta seguendo personalmente gli scambi tra il gruppo dei familiari, la Farnesina e le autorità preposte in Venezuela. Vi proponiamo di seguito la versione integrale del carteggio.

Ecco la prima lettera inviata dai Familiari dei dispersi al Ministero degli Affari Esteri italiano:

Al Ministero degli affari esteri Segreteria Generale Unità di Crisi I familiari degli otto italiani dispersi, con la presente, intendono chiedere al Governo Italiano, per mezzo dell’Unità di Crisi istituita presso il Ministero degli Affari Esteri, chiarimenti in merito all’attività di indagine e alla modalità di svolgimento delle ricerche dell’aereo LET-410 (matricola YV2081) della compagnia aerea “Transaven”, scomparso nel corso del tragitto che collega l’aeroporto internazionale di Maiquetia (Caracas) a quello dell’isola di Gran Roque il 4 gennaio 2008, evidenziando come dall’analisi dei dati comunicati, sussistono, purtroppo, forti dubbi sia sulle cause della scomparsa, sia sull’adeguatezza e idoneità dei mezzi di ricerca impiegati.

In merito alle cause della scomparsa e attività d’indagine intraprese Le Autorità di Protezione civile venezuelane, secondo quanto comunicato dall’Unità di Crisi, hanno indicato alle nostre Autorità in loco di ritenere attribuibile il sinistro ad un problema tecnico del velivolo, causato forse dall’avaria del sistema di distribuzione del combustibile diretto ai motori.

Su tale ricostruzione, che costituisce allo stato unica ipotesi di lavoro per il ritrovamento dell’aereo e delle persone disperse, i familiari di queste ultime, nutrono forti perplessità, che di seguito vengono evidenziate.- 1) Secondo quanto appreso dai comunicati dell’Unità di Crisi istituita presso la Farnesina, alle ore 9.38 del 4 gennaio 2008, il pilota del velivolo avrebbe comunicato via radio di trovarsi in situazione di emergenza indicando lo spegnimento dei due motori, ad una distanza di circa 16 miglia nautiche a sud dell’isola di Gran Roque. Il pilota avrebbe contestualmente annunciato la decisione di tentare un ammaraggio. Non sono seguite ulteriori comunicazioni, per interruzione del contatto radio.

Se appare giustificabile che al di sotto di una certa quota venga perso il contatto con i radar, non sembra giustificabile che vi sia anche l’interruzione del contatto radio.- Infatti, tale interruzione non può giustificarsi come conseguenza del guasto-avaria ai motori, dappoichè la comunicazione radio viene fatta dal pilota quando l’avaria ai motori è già in essere.- Ci si chiede: si può escludere che qualcuno (anche uno o più intrusi non registrati sul volo) abbiano imposto al pilota di lanciare l’S.O.S. Ed abbia poi chiuso il contatto radio facendo volare l’aereo a bassa quota verso altra destinazione? 2) Le ricerche di superficie, iniziate tempestivamente, non hanno portato al ritrovamento del velivolo o di sue parti.- Ciò desta forti dubbi sull’ipotesi dell’ammaraggio.- Il Generale Antonio Rivero, che conduce le operazioni di ricerca, contattato telefonicamente per mezzo dell’Ambasciatore Venezuelano a Roma, Dr. Rafael Lacava, al quarto giorno di ricerche infruttuose di superficie, ha spiegato ai familiari che la tale circostanza veniva giustificata avvalorando l’ipotesi che il pilota, abbastanza esperto, in condizioni climatiche buone, a seguito dell’avaria ai motori, sia riuscito ad eseguire la manovra di ammaraggio con successo, in modo pressocchè perfetto, e che dopo il prevedibile galleggiamento dell’aereomobile, per un tempo stimato in circa due minuti, nell’incapacità di aprire il portellone di uscita, l’aereo si sia inabissato in mare per intero.- Da ciò consegue il mancato reperimento di indizi o elementi riconducibili al bimotore.- Tuttavia, nella notte di sabato 12 gennaio è stato rinvenuto presso Coro, nello stato di Falcon (penisola del Paraguanà) un cadavere maschile, poi identificato dalle competenti Autorità venezuelane (grazie all’orologio che portava addosso ed alle impronte dentali) come quello del co-pilota Osmer Avila. Sulla richiesta dei familiari finalizzata a conoscere le cause del decesso, la Farnesina informava che il Capo delle Operazioni Diaz ha comunicato al nostro Consolato Generale a Caracas che il corpo riportava varie fratture, tra cui una mortale al plesso solare, dovuta probabilmente ad un violento impatto.

Ci si chiede: si può conciliare l’ipotesi dell’ammaraggio quasi perfetto (che giustifica il mancato reperimento dell’aereo o parti di esso, o di altri occupanti o di loro indumenti) con le cause di morte del co-pilota, avvenuta per fratture da impatto violento e non da annegamento? Perché mai solo il co-pilota è fuoriuscito dall’aereomobile? Si può escludere che qualcuno (anche uno o più intrusi non registrati sul volo) abbiano buttato in mare il co-pilota successivamente? 3) L’avv. Fabio Bencivelli, socio ed amico di uno dei passeggeri (Annalisa Montanari), ha segnalato l’8 gennaio scorso all’Unità di Crisi che, il 5 gennaio scorso, dalle Maldive dove si trovava in vacanza, alle ore 19 (quindi alle ore 9.30 venezuelane, a circa 24 ore di distanza dal verificarsi dell’incidente) egli ha chiamato due volte il numero del telefono cellulare della Montanari, trovandolo libero. Tale circostanza, che allo stato, in assenza di accertamenti, peraltro richiesti con denuncia sporta alla Procura della Repubblica di Roma, non può essere considerata inattendibile, può fare escludere che l’aereo si trovi in posto diverso dai fondali marini ove si concentrano le ricerche? 4) Secondo quanto comunicato dalla Protezione Civile venezuelana, è stato appurato che due telefoni (uno appartenente al pilota, l’altro ad un passeggero) risultano essersi accesi a bordo al momento dell’invio dell’SOS.- Si può escludere che l’accensione dei telefonini in volo indichi il tentativo (non riuscito) di comunicare all’esterno la presenza di uno o più intrusi malintenzionati? In sostanza, scartare ipotesi di lavoro diverse dall’inabissamento dell’aereo disperso, in costanza degli elementi di cui si dispone, appare assolutamente ingiustificato e pregiudicante per il buon esito delle indagini.

Alla luce di quanto sopra, i familiari degli scomparsi intendono responsabilizzare le Autorità Italiane ed auspicano che le stesse, assumendo un ruolo attivo nella vicenda, attingano a tutte le risorse investigative e diplomatiche, per fare piena luce sull’accaduto e non lasciare nulla di intentato.- In merito alle ricerche e all’adeguatezza e idoneità dei mezzi impiegati.

L’Ambasciata d’Italia a Caracas (costantemente in contatto con le Autorità locali) riferisce che, non appena ricevuto l’allarme, la Protezione Civile venezuelana – anche dietro sollecitazione del Governo italiano – ha avviato approfondite ricerche – per i primi giorni anche utilizzando mezzi privati (marittimi ed aerei) messi a disposizione da volontari – sia per via aerea (elicotteri e aerei militari), che marittima (una fregata e vari pattugliatori). Sono state inoltre utilizzate squadre di terra per le ricerche di superficie nell’arcipelago di Los Roques, sul quale è stato costituito un ulteriore centro operativo venezuelano di coordinamento oltre a quello operativo a Maiquetia. Alle ricerche di superficie (che non hanno portato finora al ritrovamento del velivolo o di sue parti) hanno fatto seguito quelle di profondità, con navi militari equipaggiate di cavi audiofonici e di sonar. Stante l’infruttuoso esito delle ricerche i familiari delle otto persone scomparse, nutrono forti dubbi sull’adeguatezza e l’idoneità dei mezzi impiegati dalle Autorità Venezuelane.

Chiedono, pertanto, che il Governo Italiano proponga alle Autorità Venezuelane di collaborare fattivamente alle ricerche, sia fornendo i mezzi più idonei di cui dispone (anche per tramite di altri paesi), sia fornendo l’aiuto economico necessario per la prosecuzione efficace delle attività di ricerca. Il mancato ritrovamento dell’aereo, infatti, alimenterebbe grandemente i dubbi sulle cause della scomparsa ed impedirebbe di conoscere la verità su quanto accaduto sull’aereo LET-410 (matricola YV2081) della compagnia aerea “Transaven” il 4 Gennaio u.S. E ai suoi passeggeri, producendo, come unico effetto, quello di far ritenere gli otto italiani, scomparsi nel nulla, e i loro familiari abbandonati a ricerche individuali, difficili e pericolose. Confidando nei principi di garanzia, solidarietà e di tutela della persona, che da sempre ispirano lo Stato Italiano nelle vicende che riguardano i suoi cittadini, i familiari attendono di conoscere le iniziative che verranno poste in essere, ringraziando i vertici dell’Unità di Crisi per l’attività fin qui svolta.- Roma li 24 Gennaio 2008.

I Familiari

La risposta della Direzione Nazionale di Protezione Civile e Amministrazione dei Disastri venezuelana, firmata dal direttore, Sig. Antonio José Rivero Gonzàlez.

Caracas, 24 Gennaio 2008 Eccellentissimo Luigi Maccotta Ambasciatore d’Italia presso la Repubblica Bolivariana del Venezuela Ho l’onore di salutarLa e darLe risposta alle note datate 14 e 15 gennaio con cui richiedeva a questa Direzione Nazionale di Protezione Civile e Amministrazione dei Disastri, la relazione relativa all’incidente aereo dell’Aeronave appartenente alla ditta TRANSAVEN, accaduto in data 4 gennaio 2008 vicino a Los Roques, così come l’informazione relativa al corpo ritrovato sulle coste dello stato Falcón. MISURE ADOTTATE DALL’ ORGANIZZAZIONE NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE E AMMINISTRAZIONE DI DISASTRI, RELATIVE ALLA RICERCA DEGLI OCCUPANTI DELL’AERONAVE YV 2081 RELAZIONE PRELIMINARE Breve descrizione del volo Venerdì 4 Gennaio 2008, alle 9.13 l’aeronave LET 410 YV 2081 della ditta TRANSAVEN inizia il volo sulla rotta Maiquetía – Los Roques con a bordo 12 passeggeri, pilota e copilota, con un tempo di rotta di 32 minuti ed un’autonomia di volo di 2,30 ore. Alle 9,23 il pilota dell’aeronave comunica con la torre di controllo di Maiquetia notificando posizione, altezza e cambiando la frequenza con la torre di controllo di Los Roques alle 9.38; il pilota dell’aeronave Cap ESTEBAN BESSIL informa la torre di controllo di Los Roques di trovarsi nel radio 024 di Maiquetia a 16 miglia nautiche da Los Roques con un’altezza di 3.000 piedi in discesa e di avere i due motori spenti.

PIANO DI VOLO: L’aeronave parte dall’ Aeroporto Internazionale “SIMÓN BOLÍVAR” (SVMI) Maiquetía, Venezuela con destinazione la pista “Gran Roque” nel Parco Nazionale Arcipelago di “Los Roques”, (SRS), Venezuela. EQUIPAGGIO: DUE (02) Pilota: Esteban Lahoud Bessil Acosta, C.I. N°: xxx, data di nascita: 07mar71, età: 36 anni. Copilota: Osmel Alfredo Ávila Otamendi, C.I. N°: xxx, data di nascita: 23sep70, età: 37 Anni. PASSEGGERI: DODICI (12) 1. Karina Ruiz. c.I. N°: xxx.

2. Yza Adelgrth Rodríguez Fernández. c.I. N°: xxx.

3. Alexander Niermann. Passaporto: xxx 4. Patrícia Estela Alcala Kirschner. c.I. N°: xxx 5. Bruna Guernieri. Passaporto: xxx 6. Paolo Durante. Passaporto: xxx 7. Sofía Durante. Passaporto: .Xxx 8. Emma Durante. Pasaporto: xxx 9. Stefano Fragione. Pasaporto: xxx 10. Fabiola Napoli. Pasaporto: xxx 11. Annalisa Montanari. Pasaporto: xxx 12. Rita Calanni Rindina. Pasaporto: xxx AERONAVI IN RICERCA E SALVATAGGIO (SAR): Elicotteri: Militari: Dell’Aviazione Navale (Armata) ARBV-0309 un Agusta Bell 212, Guardia Nazionale, sigla GN-97117, Bell 412. , e un Cugar della Forza Aerea, el FAV-1487. Aeroplani: Militari: Dell’Aviazione Navale (Armata) ARBV-0401 un caccia 212, dell’Esercito Venezuelano il EV-0063 un M-28, Inoltre un aeroplano dell’Esercito il EV-0063. I giorni 6,7,8 di Gennaio si realizzano voli diurni e notturni con l’aeronave sigla PC3 Orion 1 della Marina Reale Olandesa (SAR) proveniente da Curacao. Navi: Militari: Fregata F-21, Mariscal Sucre, Guardacoste, PG-403, Bernacla; e il PG-405, Cormorán.

Azioni realizzate: Per i giorni a seguito segnalati risultano le seguenti risorse, tanto civili quanto militari: Riassunto Operativo Giorno Aeronave Civile Aeronave Militare Militar Nave Civile Nave Militare 04GEN08 3 4 6 3 05GEN08 3 5 6 3 06GEN08 2 4 5 3 07GEN08 2 3 5 3 08GEN08 3 3 3 3 09GEN08 1 3 3 2 10GEN08 2 1 1 11GEN08 2 1 1 13GEN08 1 1 4 1 14GEN08 1 1 3 1 15GEN08 1 1 2 1 16 GEN08 0 3 1 1 17 GEN08 0 1 1 1 18GEN08 0 1 1 1 19GEN08 0 1 1 0 20GEN08 0 0 2 0 21GEN08 0 0 1 0 Totale giorni, ore, area coperta e personale : Giorni Ore di volo Área coperta in miglie nautiche (MN2) Miglie nautiche navigate (MN) Personale 18 122.41 11090 Aprox. (19.000 KM2) 1480 Aprox. (2.400 KM) 320 Aprox.

Sono stati realizzati ricerche segnalate negli allegati : A, B, C, D ed E rispettivamente. Istituzioni coordinate e articolate per l’operazione: ” Direzione Nazionale di Protezione Civile ed Amministrazione di Disastri, ” Direzioni Statali di Vargas, Aragua, Carabobo, Falcón e Zulia, ” MINFRA (INAC), (SAR), ” FAN – Forze Armate Nazionali: Esercito, Marina (Comando di Guarda Costa), Aviazione Militare e Guardia Nazionale, ” Pompieri della Marina e l’Aeronautica, ” Inparque, ” Gruppi volontari, ditta privata e collaboratori.

Massime autoritá nel coordinamento Generale delle Operazioni: ” CA (ARV) Victor Araujo Martínez (Cmnte. di Guardacoste della Marina venezuelana) ” G/B (AV.) Ramón Viñas (Presidente dell’Istituto Nazionale di Aviazione Civile) ” G/B (EJ.) Antonio Rivero González (Direttore Nazionale di Protezione Civile ed Amministrazione di Disastri) Si mantiene in stato di allerta il seguente personale: ” SAR de AlLerta in SVMI, ” ACFT in Rotta SVMI-SVRS per seguiti di possibili avvistamenti, ” Personale della Protezione Civile ed Amministrazione di Disastri , ” Navi da pesca e della marina mercantile.

Giovedì 10 gennaio 2008, si iniziano le ricerche sottomarine per localizzare l’aeronave in profondità nell’area del possibile incidente usando un apparecchio localizzatore di suoni “Idrofono” posto su un motoscafo della Marina venezuelana, per calcolare la profondità e posizione dell’aeronave, poiché quest’ultima aveva una scatola nera dentro la cabina, dispositivo che emette suoni per localizzarla con l’apparecchio segnalato, dando esito negativo nell’area del presunto impatto: si segnala che il dispositivo era stato anteriormente verificato e funziona correttamente. Si da fine all’operazione il 14 gennaio senza risultati positivi Sabato 12 Gennaio, durante la notte nelle coste dello stato Falcón fu localizzato il corpo di una persona che viene recuperato in mattinata di domenica 13 dalle autorità di Protezione Civile ed Amministrazione di Disastri, Pompieri dello stato Falcón e il C.I.C.P.C, e consegnato al medico forense della cittá di Coro; contemporaneamente si recupera un salvagente di color giallo identificato con il numero di serie A66389 (Allegata copia segnalata con la lettera F e copia dell’inventario di Salvagenti segnalata con la lettera G) e una lanterna stroboscopica. Nel pomeriggio il corpo viene inviato al medico forense della città di Caracas Distretto Capitale, insieme agli oggetti trovati e consegnati all’ I.N.A.C., per l’identificazione. Il corpo viene identificato da familiari come Osmel Ávila, che era il copilota dell’aeronave YV-2081. Le possibili cause della morte della persona segnalata sono state determinate dello staff del medico forense, e in concordanza con l’informazione data dal medico forense, la vittima muore a seguito di un forte colpo nel petto che genera polifratture nella regione intercostale e dello sterno, lacerazione del cuore, ed una grande frattura nella mano sinistra. Il salvagente era parte dell’equipaggiamento che si trovava a bordo dell’aeronave per il volo, assegnato al copilota dato il tipo di dispositivo di emergenza che aveva attaccato la luce stroboscopia, che risulta essere di quelli usati dall’equipaggio.

Per ciò che riguarda le telefonata ai cellulari dell’equipaggio come ai passeggeri, nel processo di ricerca che realizza l’INAC come quello della Protezione Civile ed Amministrazione di Disastri si é fatta richiesta ufficiale dei registri di chiamate ai due operatori di telefoni cellulari in possesso delle persone segnalate, richiesta di registro di chiamate o qualunque registro che possa segnalare l’attivazione degli apparecchi prima, durante e dopo che fosse stata dichiarata l’emergenza dal pilota. Le due operatrici consegnarono i registri dai quali si evidenzia che nessun apparecchio fosse stato attivato o avesse emesso segnale alcuno dopo l’ora dell’emergenza, solo si evidenziano in primo ordine chiamate entranti o uscenti prima della partenza dell’aeronave (09:13 HLV) e in secondo ordine si registrano da parte dei due operatori l’attivazione degli apparecchi prima dell’ora in cui il pilota dichiara l’emergenza o pochi secondi dopo (09:38 LHV), senza registrare chiamate entranti o uscenti posteriormente.

Analizzando, ciò ci indica l’ipotesi che all’entrare in emergenza uno dell’equipaggio e qualcuno dei passeggeri possano aver acceso i cellulari, che per norma dovevano essere spenti per il volo come si segnala prima del decollo, senza però riuscire a realizzare nessun’altra operazione per l’emergenza stessa e la rapidità con cui possa essere caduta l’aeronave, che al contatto con il mare o a bassa altezza non riuscirono ad allacciarsi con l’antenna o la base dei gestori che si trovano a Los Roques e che registrarono l’iniziale accensione, che si realizzò a certa altezza, sicuramente prima della caduta dell’aeronave; posteriormente non si hanno registri di nessun tipo si segnale. Chi firma come esperto in ingegneria delle telecomunicazioni e avendo consultato i tecnici delle operatrici di telefonia cellulare che i giorni 8 e 9 Gennaio 2008 segnalarono ai familiari dei cittadini Venezuelani che viaggiavano nell’aeronave, può affermare che il sistema dell’ ente gestore Movistar a cui appartiene uno dei cellulari dell’equipaggio e di cui si segnalava avesse dato tono di chiamata in corso quando si cercava di telefonare da altri cellulari, che questo succede quando il sistema cerca di localizzare il telefono dando salti sulle varie radiobasi quando é stato segnalato come non spento ma fuori aera ed é il caso di apparecchi il cui ultimo segnale é stato l’accensione e non l’essere spenti.

Analisi e Conclusioni Preliminari al 12 Gennaio 2008 (prima del ritrovamento del cadavere): Al momento di conoscere la dichiarazione di emergenza del pilota e all’attivazione di tutti i procedimenti di ricerca e salvataggio (SAR) delle istituzioni del governo del Venezuela, come da enti privati ( iniziò 8 minuti dopo la dichiarazione di emergenza), e al non individuare indizi sull’aeronave scomparsa e i suoi occupanti, si presume l’ipotesi di affondamento della medesima nella zona marittima dove dichiara l’emergenza il pilota, a seguito del basso tasso di galleggiamento (1 minuto) prima dell’ammaraggio che possa essere realizzato con un alta percentuale di esito, ma con la certezza di un gran impatto senza che si sia staccata parte alcuna. Infine segnaliamo che fino ad oggi la nave potrebbe trovarsi nel fondo marino tra le 6 e 2 miglia nautiche dalla costa dell’arcipelago conosciuta come Barriera Sud ad una profondità tra i 400 e 1000 metri. Analisi e Conclusioni posteriori al ritrovamento di un corpo senza vita , identificato come il copilota dell’Aeronave YV2081, e del ritrovamento di un salvagente, fino oggi 17 Gennaio 2008.

Si mantiene l’ipotesi segnalata dell’affondamento dell’aeronave e il fatto che ritrovare fino ad oggi un solo corpo senza vita del copilota e un salvagente, semigonfiato (un solo cilindro attivato, l’altro é scomparso), ci fa presumere con gran possibilità di certezza che il copilota essendo il membro dell’equipaggio incaricato di assistere nell’emergenza dentro l’aeronave, di aprire le porte di emergenza tanto quella vicino a sé come quella posteriore, si infilò il salvagente, si slacciò la cintura di sicurezza, dando istruzioni ai passeggeri sull’uso della cintura e del salvagente in vista della situazione per cui al momento dell’impatto con l’acqua a una velocità superiore ai 180 KM/P, nonostante sia riuscito l’ammaraggio, colpì un oggetto che gli occasionò i traumi segnalati e la morte istantaneamente. Forse qualche attimo prima può aver attivato parte del salvagente durante l’affondamento cosa che lo portò fuori dall’aeronave, in un primo caso attraverso di una delle porte che abbia potuto aprire ed essendo forse l’unico a bordo senza cintura di sicurezza o legato all’aeronave, se quest’ultima é rimasta completa o, nel caso di frattura dell’aeronave al momento dell’impatto senza che rilasciasse relitto alcuno o i passeggeri durante l’affondamento e per la pressione marina a seguito di fratture il corpo del copilota sia rimasto libero, forse unica persona non legata. Il perché non si sia ritrovato durante la ricerca in superficie, segnala che le correnti sottomarine l’abbiano trasportato per vari giorni in profondità per poi farlo emergere. Il fatto di non avere il salvagente addosso e che sia stato ritrovato a 350 metri e senza vestiti, possibilmente deriva dall’attacco di pescecani e altri pesci come segnala la mancanza di muscolo nell’estremità inferiori e che deve aver sofferto una volta in superficie, com’é caratteristico di questa fauna marina.

Il caso continua aperto e in processo di investigazione da parte del Ministerio Público con il Dr. José Gregorio Morales, Fiscal Primero con competenza nazionale in Materia Aeronautica e che ha istruito le istituzioni che operano nel caso a seguire il processo di localizzazione di indizi nell’area finora segnalata, tra le coste dello stato Zulia, passando per Falcón, Carabobo, Aragua, fino allo stato Vargas in Maiquetía e a nord fino a Los Roques seguendo la linea mediana fino ad ovest con le Antille Olandesi a cui il Ministero degli Affari esteri venezuelano ha richiesto qualunque informazione che possa essere riferita al ritrovamento di qualunque indizio.

La localizzazione sottomarina continua con l’intervento della ditta INCOSTAS SA, su contratto della Protezione Civile ed Amministrazione di Disastri e sotto controllo del Comando de Guardia Costa della Marina del Venezuela, che deve impegnare la nave Oceanografica che é pronta a uscire dalla darsena di riparazione. Per ampliare la ricerca si spera contrattare i servizi di una ditta di Trinidad per mezzo della INCOSTAS.

In conclusione possiamo certificare che il presunto segnale di chiamata dell’apparecchio cellulare dell’equipaggio dell’aeronave, indicando che fosse possibilmente acceso e con ciò una possibilità di vita di queste persone sia totalmente nullo, mantenendosi l’ipotesi dell’affondamento dell’aeronave con gli occupanti che non sono stati ancora ritrovati.

Martedí 22 gennaio 2008, questa Direzione Nazionale parla con Guido Niccolini di cittadinanza italiana, che attraverso l’ambasciatore del Venezuela in Italia Rafael Alejandro Lacava, presentò la sua impresa specializzata in localizzazione sottomarina di oggetti affondati ed il loro recupero a grandi profondità.

Questa Direzione Nazionale a fronte di questa proposta pianifica la gestione iniziale della localizzazione come ha fatto finora e ha in preventivo la proposta di contrattazione della ditta o un’altra, sotto lo scrutinio delle più alte autoritáà di governo e in accordo con i familiari, la ditta operatrice dell’aeronave e i governi dei passeggeri che viaggiavano nell’aeronave. Senza altri particolari a cui fare riferimento, consegno l’informazione richiesta al Suo ufficio per Sua conoscenza ed altri fini, reiterandole la mia considerazione e più alta stima.

GRAL. Brig. (ej.) antonio josé rivero gonzález direttore nazionale cc. Mirta Gentile Console d’ Italia.

L’ultimo documento che vi proponiamo è la risposta dei familiari a questo fascicolo

Al MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI Segreteria Generale Unità di Crisi Con la presente, i familiari degli otto italiani dispersi, fanno seguito alle precedenti comunicazioni trasmesse all’Unità di Crisi, istituita al Ministro degli Affari Esteri, per esporre quanto segue.

Dopo avere esaminato la “relazione finale” trasmessa dalla Protezione Civile Venezuelana, i familiari degli scomparsi hanno ritenuto opportuno dare incarico ad esperti di parte, al fine di meglio comprendere le cause che hanno portato alla scomparsa dell’aereo LET 410 YV 2081, della ditta TRANSAVEN durante il volo sulla rotta Maiquetía – Los Roques, lo scorso 4 Gennaio.- Dopo attenta valutazione della relazione, definita “estremamente nebulosa”, ed attinto alle altre notizie reperite (che richiedono Vostra conferma), gli esperti di parte hanno chiesto di conoscere altri dati e posto i seguenti quesiti che di seguito si riportano: 1) Secondo quanto riportato nella “relazione finale”, alle ore 9.38 del 4 gennaio 2008, il pilota del velivolo avrebbe comunicato, via radio, di trovarsi in situazione di emergenza indicando lo spegnimento dei due motori, ad una distanza di circa 16 miglia nautiche a sud dell’isola di Gran Roque. Il pilota avrebbe contestualmente annunciato la decisione di tentare un ammaraggio. Non sono seguite ulteriori comunicazioni, per interruzione del contatto radio. Tale interruzione non può giustificarsi come conseguenza del guasto-avaria ai motori, dappoichè la comunicazione radio viene fatta dal pilota quando l’avaria ai motori è già in essere. In altri casi di ammaraggio, o atterraggio di emergenza, risulta che il contatto radio sia stato mantenuto fino al momento dell’impatto.- Perché in questo caso il contatto radio si è interrotto? 2) Le ricerche di superficie, che a dire delle Autorità venezuelane sono iniziate “tempestivamente”, non hanno portato al ritrovamento del velivolo o di sue parti.- Ciò desta forti dubbi sulla credibilità dell’ipotesi dell’ammaraggio.- Il Generale Antonio Rivero, che conduce le operazioni di ricerca, contattato telefonicamente per mezzo dell’Ambasciatore Venezuelano a Roma, Dr. Rafael Lacava, al quarto giorno di ricerche infruttuose di superficie, ha spiegato ai familiari che la tale circostanza veniva giustificata avvalorando l’ipotesi che il pilota, abbastanza esperto, in condizioni climatiche buone, a seguito dell’avaria ai motori, sia riuscito ad eseguire la manovra di ammaraggio con successo, in modo pressoché perfetto, e che dopo il prevedibile galleggiamento dell’aeromobile, per un tempo stimato in circa due minuti, nell’incapacità di aprire il portellone di uscita, l’aereo si sia inabissato in mare per intero. Da ciò consegue il mancato reperimento di indizi o elementi riconducibili al bimotore. Tuttavia, nella notte di sabato 12 gennaio è stato rinvenuto presso Coro, nello stato di Falcon (penisola del Paraguanà) un cadavere maschile, poi identificato dalle Autorità venezuelane (grazie all’orologio che portava addosso) come quello del copilota Osmer Avila. La causa del decesso veniva attribuita alle polifratture traumatiche riportate, atteso che il corpo presentava varie contusioni, tra cui una mortale al plesso solare, dovuta, probabilmente, ad un violento impatto.

Come si concilia l’ipotesi dell’ammaraggio quasi perfetto (che giustifica il mancato reperimento dell’aereo o parti di esso, o di altri occupanti o di loro indumenti) con la causa di decesso del copilota, avvenuta per fratture da impatto violento e non da annegamento? Se il corpo del copilota è fuoriuscito dall’aereo perché non è stato individuato il suo corpo durante le ricerche di superficie qualificate come “tempestive”? Perché mai solo il copilota è fuoriuscito dall’aereo e non anche altri occupanti, loro indumenti o oggetti vari? 3) Nella relazione non si fa cenno della circostanza che al copilota ritrovato mancasse o meno il braccio destro. Al copilota mancava effettivamente il braccio destro? 4) Non sembra che con l’esame autoptico eseguito sulla persona del copilota, sia stato anche ricavato il DNA. Poiché dalle informazioni in possesso emerge che lo stesso avesse congiunti diretti, perchè non è stato eseguito l’esame del DNA, che è il mezzo più attendibile per il riconoscimento? Perché non si richiede formalmente che il cadavere ritrovato sia riconosciuto attraverso l’esame del DNA? 5)Il corpo ritrovato, attribuito al copilota, si presentava con un orologio Casio al polso, che dalla foto trasmessa ai parenti per un primo riconoscimento, appare intatto. Il vetro dell’orologio, ove il corpo fosse sceso a profondità superiori ai cento metri, non sarebbe dovuto implodere? Come mai il corpo ritrovato polifratturato, denudato, e intriso di tagli si presentava con un orologio intatto al polso? 6) Nella “relazione finale”, è stato appurato che due telefoni (uno appartenente al pilota, l’altro ad un passeggero) risultano essersi accesi a bordo al momento dell’invio dell’SOS. Tralasciando l’analisi dei motivi che, in una prevedibile situazione di panico, abbia indotto i due occupanti ad accendere il telefonino (sembra più logico pensare al tentativo non riuscito di comunicare all’esterno la presenza di intrusi), si è cercato di localizzare la posizione dell’aereo anche mediante la l’individuazione del punto in cui si sono accesi i telefonini? 7) E’ certo che la scatola nera fosse a bordo dell’aereo? Normalmente una scatola nera è composta da: ” CVR=Cockpit Voice Recorder, registratore vocale di comunicazioni interfoniche con torre di controllo.

” FDR=Flight Data Recorder, registratore a nastro e/o digitale dei dati strumentali del volo.

” ULB=Underwater Acoustic Beacon, che emette dei suoni cadenzati alla freq. Di 31.5 Khz, adatto alle ricerche subacquee.

In mancanza di ULB, sarebbe inutile eseguire ricerche con l’idrofono, in profondità (né a 200 mt né, tanto più, a 1000 mt).

Pertanto si chiede: L’aereo era dotato di scatola nera moderna (quindi con l’ULB)? Se sì, non si capisce perché non sia stata attivata una ricerca adeguata (per esempio con batiscafi adatti all’esplorazione sottomarina di grande profondità) in tempi brevi, atteso che la durata massima delle batterie che alimentano il trasmettitore acustico è di 30 giorni.- 8) Esiste libro di carico/scarico del carburante ? 9) Esiste un manuale in dotazione alla Transaven circa la procedura da seguire durante la manovra di emergenza ammaraggio? 10) I Radar di Maiquetia e di Los Roques erano funzionanti o erano in avaria/manutenzione? 11) Si è tentato di chiedere al Governo Americano (USA) se sono in possesso di tracciati e/o fotografie della zona del presunto ammaraggio, per quel determinato momento? 12) La velocità supposta (nella relazione finale) al momento dell’impatto dell’aereo con l’acqua, sembra eccessiva, poiché alla velocità indicata (superiore a 180Km/h) l’aereo si sarebbe spezzato con tutta probabilità (ed avrebbe lasciato notevoli detriti). Una velocità utile per l’ammaraggio (a parere degli esperti di parte), non dovrebbe superare le 60nm, quindi 110Km/h. A tale velocità, se il pilota avesse avuto il tempo di abbassare gli ipersostentatori (Flaps), sfruttando la velocità inerziale e l’abbassamento repentino di quota, avrebbe potuto eseguire un ammaraggio non catastrofico. Qual é la valutazione in proposito degli esperti italiani inviati in Venezuela? 13) L’aereo è scomparso a 16 miglia dalle coste di Los Roques.- Secondo le norme di diritto internazionale, le acque territoriali di ogni Stato si spingono fino a 12 miglia dalle coste, mentre al di là di tale limite, le acque sono definite internazionali. Se così è, perché la competenza delle ricerche è attribuita allo Stato Venezuelano in acque internazionali? Si evidenzia, che i dati oggettivi di cui oggi si dispone, non sono utili ad avvalorare la solo ipotesi di inabissamento dell’aereo finora presa in considerazione. Con i dati in possesso, ricostruzioni diverse (sequestro, dirottamento e così via), non possono assolutamente essere escluse.

Mancano poi dati essenziali, quali (eventuali) tracciati radar, registrazioni con la torre di controllo di Maiquetia e LRS, reale posizione del velivolo al momento del MayDay, che dovrebbero essere acquisiti o, comunque verificati.

Stante l’infruttuoso esito delle ricerche i familiari delle otto persone scomparse, ribadiscono i forti dubbi sull’adeguatezza e l’idoneità dei mezzi impiegati dalle Autorità Venezuelane. Reiterano, pertanto, la richiesta di collaborazione alle ricerche del Governo Italiano con le Autorità Venezuelane, sia mediante fornitura di mezzi idonei, sia mediante aiuto economico, necessario per la prosecuzione efficace delle attività di ricerca.

Il mancato ritrovamento dell’aereo, infatti, oltre ad alimentare fortemente i dubbi sulle cause della scomparsa, ha l’effetto dirompente di segnare per sempre e in modo irreversibile la vita dei familiari delle persone scomparte, che stanno valutando l’opportunità di avviare ricerche individuali, difficili, onerose e quanto mai pericolose. In attesa di sollecito riscontro ai quesiti formulati e alle richieste avanzate si confida nelle capacità di intervento dai vertici dell’Unità di Crisi.

Roma li 1 Febbraio 2008.

I Familiari

La vicenda, come si evince da questi documenti, è tutt’altro che archiviata. Attraverso la collaborazione di Fabio il nostro sito darà notizia dei prossimi sviluppi. È ancora aperto anche il forum dedicato, dove potete commentare e dare ulteriori aggiornamenti in merito eventualmente in vostro possesso.

La Redazione



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