Gli antichi sapori di una terra tutta da scoprire: una crema gourmet come simbolo di rinascita e resilienza
Quando si parla di territorio non si intende semplicemente un luogo fisico rintracciabile su una mappa, ma ci si trova di fronte ad un universo plasmato nel corso del tempo da tanti piccoli grandi attori che ne hanno definito l’identità. Ci sono storie di consolidato successo e storie che il successo lo stanno costruendo ora, con la passione e il grande attaccamento alla propria terra. Grazie all’intuito e alla capacità di vedere lontano, verso orizzonti che possano coniugare tutte le sfumature, è nato un prodotto, una crema gourmet simbolo della spinta alla valorizzazione di un territorio che ha molto da raccontare.
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L’Antica Salaria
Questa è la storia di una piccola comunità del Piceno, che nel 2016, a causa del terremoto, ha interrotto il suo percorso millenario, scandito da una quotidianità tipica delle piccole realtà pedemontane, quei posti di cui l’Italia è ricca e che rappresentano dei microcosmi che ci portano in un’altra dimensione. Immersi nella natura dei Monti Sibillini, Favalanciata (frazione di Acquasanta Terme) è un piccolo borgo rurale collocato lungo la Salaria, il tracciato che ha profondamente plasmato la storia di questi luoghi. Da questo piccolo paese costruito con l’arenaria, la pietra locale, partono i sentieri e le antiche mulattiere dell’acquasantano che, negli ultimi anni, stanno tornando disponibili ai visitatori, in un’ottica di valorizzare questi luoghi che hanno ancora tanto da dare. Particolarmente attraente e molto gettonato durante il periodo estivo, è il percorso che porta a ‘’Lu Vurghe‘’, le sorgenti di acqua sulfurea sul fiume Tronto, note e frequentate fin dai tempi dei romani, tanto che i legionari ritrovavano forza e vigore soggiornando in questi luoghi.
Grazie a questi sforzi, si sta recuperando l’originaria rete di collegamenti tra i vari borghi che permette di conoscere i mulini, i castelli, e di vivere pienamente tutte le bellezze naturali di questa zona.
Perchè Favalanciata
Non si sa esattamente quale sia l’origine del nome, ma il racconto narra di un contadino intento alla semina delle fave: se non spuntavano, l’uomo esclamava con delusione ‘’quanta fava lanciata!’’. È molto probabile che questo sia solo un aneddoto e che la ricerca debba indirizzarsi verso riferimenti culturalmente più solidi e, infatti, questo legume è stato protagonista della storia non solo come alimento.
Antichi riti propiziatori
La fava arriva, con tutta probabilità, dall’Africa settentrionale ed è sicuramente molto antico: il termine deriva dal latino faba, mentre in greco la fava era detta kyamos. È proprio in Grecia che troviamo diversi riferimenti simbolici: le fave erano considerate afrodisiache, infatti sull’isola di Rodi è stata rinvenuta un’iscrizione del VI secolo a.C. dove si consigliava ai fedeli di non mangiarle se si voleva rimanere in uno stato di purezza. Utilizzate per interrogare gli dei attraverso un sorteggio, questa pratica in vigore nell’età arcaica, è arrivata in epoca classica ed è stata traslata in ambito politico, perché i legumi venivano utilizzati per le votazioni. Questa usanza la ritroviamo nel Medioevo e, successivamente, sappiamo che nella Toscana ottocentesca, le fave venivano divise in nere e bianche: questa pratica è testimoniata anche dall’espressione idiomatica “mettere alle fave”, ovvero, mettere a votazione.
Indispensabile carburante proteico della storia passata
Come molti altri legumi delle nostre terre, le fave sono sempre state un’umile ed indispensabile risorsa proteica, che, nel passato, ha assicurato un’importante fonte nutrizionale facilmente reperibile. Oggi sono diventate il cibo della convivialità e della rinascita dell’orto in primavera, l’ingrediente principe delle prime scampagnate con gli amici.
Le fave si trovano da aprile a giugno
È questo il periodo in cui troviamo le fave, un legume che viene mangiato prevalentemente crudo, apportando una serie di benefici all’organismo. Le fave aiutano a favorire il buon funzionamento dell’intestino, grazie all’apporto di fibre: danno un contributo al contrasto delle malattie cardiovascolari e del diabete, perché favoriscono il controllo dell’assorbimento intestinale di colesterolo e zuccheri, aiutando così a ridurre colesterolemia e glicemia. Grazie alle vitamine del gruppo B, le fave favoriscono il buon funzionamento del metabolismo, mentre la vitamina A e la vitamina C forniscono una protezione antiossidante. Sempre grazie alla vitamina C, l’organismo riesce a rispondere efficacemente alle infezioni. Fra i minerali presenti citiamo il fosforo e il calcio, alleati della salute di ossa e denti; il ferro è importante per la produzione dei globuli rossi.
Le risorse della comunità
Le fave, come molti altri legumi, rappresentano qualcosa che ha viaggiato nel tempo ed è passato attraverso i secoli sostentando l’uomo: le fave hanno resistito a tutti i cambiamenti, continuando a caratterizzare il territorio Piceno, diventando ricche di significato. Questo lungo percorso porta in dote un bagaglio che si sviluppa nel doppio binario delle abitudini alimentari da una parte e della cultura dall’altro. Nel consolidamento delle tradizioni, si vede quanto sia profondo e radicato il legame con tutto ciò che ha plasmato i semplici gesti, ripetuti come fossero un testamento mai dimenticato, anzi recitato e trasmesso affinché le nuove generazioni potessero farne tesoro.
Il progetto della Crema Gourmet
Spaghetti con Crema Gourmet Favalanciata
Favalanciata non è semplicemente un luogo, ma è anche un progetto virtuoso, che, dopo il 2016, ha provato a ricucire lo strappo profondo del terremoto che ha lacerato questa terra.
Matteo Mattei ha raccolto tutto ciò che questo posto offriva e lo ha messo in un vasetto, come fosse un messaggio ricco di storia, profumi e sapori che raccontano tutta la vita vissuta di questi luoghi. Il progetto Favalanciata è nato da un’intuizione semplice, ma non scontata e ha messo insieme tanti elementi, perché ha innescato un reale recupero di questo legume locale che, ora, viene coltivato con successo da molte persone. La coltivazione e la trasformazione delle fave, hanno permesso la nascita di questo prodotto, ispirato ad un’antica ricetta, e ogni assaggio è un concentrato di gusto.
Grazie al supporto di Slow Food, da sempre particolarmente attenta e sensibile alla difesa e valorizzazione dei prodotti locali, questa crema gourmet è, oggi, una realtà che ben rappresenta un reale esempio di economia di comunità, qualcosa di tangibile che tutela ogni aspetto, dalla biodiversità alla sostenibilità.
La ricetta
In collaborazione con Riti, una solida realtà aziendale del Piceno che si è messa a disposizione con grande entusiasmo, Matteo ha elaborato una ricetta che mette insieme i prodotti principali della sua terra: le fave e il pecorino.
Pizze gourmet
Pizza con Crema Gourmet Favalanciata
Questa crema gourmet è particolarmente versatile: niente di più facile che utilizzarla per dare un tocco gourmet alla pizza. Ci si può sbizzarrire con preziosi ingredienti come lonzino della Marca e fior di latte, oppure nella versione con carpaccio di spada e burrata affumicata, ma anche con una aromatizzazione alla menta, con alici fritte dell’Adriatico su pesto di sedano.
Un’infinità di proposte gastronomiche
La crema di fave è un ottimo ripieno per i ravioli, perfetta come condimento per la pasta, per arricchire le insalate, i panini o gli hamburger. La versione salata della cheesecake è particolarmente originale, degna di nota la Pizza di Pasqua tipica del Piceno, realizzata con fave fresche di Favalanciata, crema di fave, pecorino e petali di guanciale amatriciano. Con questo un prodotto artigianale, ancora una volta sono state messe insieme le energie per mantenere alta l’attenzione verso il territorio, puntando alla tradizione gastronomica, cuore pulsante di Favalanciata.