Orgoglio maori e cultura del mare
Patrizio ricorda il suo viaggio in Nuova Zelanda, “la lunga nuvola bianca”
Corsi e ricorsi… geografici: la Vecchia Zelanda è una regione dell’Olanda, che significa più o meno “terra di mare”, perché occupa alcune Isole. Si tratta quindi di una zona piuttosto impaludata (sotto il livello del mare) della vecchia Europa. Tutto il contrario della “Nuova” Zelanda, che è sì sperduta nel Pacifico del sud-ovest, separata dall’Australia dal famigerato Mar di Tasmania, ma svetta tra le onde, con le sue due isole principali (del nord e del sud), con le sue Alpi che sfiorano i 4mila metri e i tanti vulcani. La sua principale caratteristica è appunto quella di essere giovane, cioè “nuova”, tanto che gli stessi Polinesiani l’hanno “scoperta” e abitata soltanto 6 o 700 anni fa. Quando l’hanno vista da lontano i maori l’hanno chiamata
Aotearoa, la “terra dalla lunga nuvola bianca”. Gli olandesi in fondo ci sono arrivati solo un 200 anni dopo (nel 1642) e Cook (che ha finalmente mappato le sue coste) nel 1769. E infatti post-olandesi e anglosassoni da una parte e maori dall’altra, sono ancora lì che se la litigano: a questo proposito è molto interessante tutto l’iter storico e legale che ha caratterizzato la rivendicazione della terra da parte dei maori, e anche il senso di appartenenza che divide la popolazione: non ci sono soltanto i polinesiani da una parte e i bianchi dall’altra. Basta avere un ottavo di sangue Maori (cioè un bisnonno) per essere considerati Maori.
Io-Patrizio per esempio ho trovato alcuni neozelandesi biondissimi che si dichiaravo…
Maori. Questo perché comunque questa genealogia nobilita ed è magari di moda (nel senso dell’orgoglio etnico) e forse anche perché conviene (i discendenti dei Maori possono appunto avanzare varie rivendicazioni).
Io del mio viaggio in Nuova Zelanda ricordo la profonda cultura legata al mare (ci sono arrivato con Adriatica, durante la Coppa America), la natura selvaggia, gli sport estremi (a momenti annego in un trekking sotterraneo, dentro a una grotta) e la vigorosa, schietta simpatia dei suoi abitanti. Comunque, si sa, la caratteristica della Nuova Zelanda è quella di rappresentare gli antipodi quasi perfetti dell’Italia: se guardate la sua forma rovesciata assomiglia al nostro stivale, e soprattutto è collocata esattamente dalla parte opposta del mondo, tanto che il clima, a stagioni invertite, assomiglia al nostro. Io ricordo anche con grande piacere Wahiki, l’isoletta davanti ad Auckland dove si coltiva l’ulivo e la vite, quasi fossimo in Toscana. Ma la Nuova Zelanda sta agli antipodi dell’Italia soprattutto perché laggiù – a differenza di noi – sembrano avere ancora delle prospettive: la Nuova Zelanda rappresenta forse ancora l’ultima Frontiera, dove si può trovare nuova terra da coltivare, nuovo lavoro. Ma se avete delle intenzioni, affrettatevi: pare che non sia già più così…