Montenegrini
Subito dopo la seconda guerra mondiale, lo stato Yugoslavo cede le terre ai contadini che si riuniscono nelle cooperative agricole. Una cooperativa montenegrina si riunisce per decidere i giorni in cui si dovrà lavorare la terra. Ovviamente la domenica è esclusa in quanto è giorno di riposo per i cristiani. Così come il sabato per gli ebrei e il venerdì per i musulmani. Il lunedì sono tutti troppo stanchi, il martedì è giorno di mercato, il mercoledì ci si riposa dalle fatiche del mercato. Resta giovedì. Allora il presidente della cooperativa si alza in piedi e proclama “Compagni! E’ deciso che la terra della cooperativa si lavorerà il giovedì!”. E dal fondo della sala un vecchietto “Compagno, scusami!! Ma proprio OGNI giovedì?!!”
Nell’ex Yugoslavia i montenegrini erano noti per la loro pigrizia, tanto quanto gli sloveni erano noti per la loro laboriosità e per la loro freddezza.
Negl’anni sessanta, per bilanciare le ricchezze del paese, Tito decide di mandare una delegazione di operai montenegrini a lavorare in Slovenia. Uno di questi giovani operai, spaventato dall’idea di doversi confrontare con una società che non conosce, va dal vecchio saggio del suo paesello a chiedere consiglio sul comportamento da tenere. Il vecchio fa accomodare il ragazzo e lo rincuora con voce serena e pacata: “Non preoccuparti Mujo, ci sono quattro regole che devi ricordare quando devi convivere con uno sloveno: Se lo sloveno beve, bevi anche tu; Se lo sloveno mangia, mangia anche tu; Se lo sloveno si riposa, riposa anche tu; Ma se lo sloveno lavora, NON STARGLI ASSOLUTAMENTE FRA I PIEDI!!!”