Altro che papa emerito: più di 1000 anni fa c’è stato il “Processo al papa morto”, ed è uno degli episodi più bizzarri nella storia della Chiesa

Leonardo Anchesi, 06 Apr 2024
altro che papa emerito: più di 1000 anni fa c'è stato il processo al papa morto, ed è uno degli episodi più bizzarri nella storia della chiesa

Si può fare il processo a un Papa morto? La storia, quella medievale che tanto ci piace, ci insegna che sì, è possibile processare un pontefice, quantunque già morto da diverso tempo. Oggi, cari amici, ci allontaneremo un pochino (ma proprio di poco eh) dalla storia dell’arte per immergerci invece nella storia propriamente detta, quella che racconta i grandi eventi, i personaggi più importanti ma anche, e spesso, i fatti più bizzarri accaduti nel corso dei secoli. E il processo alla salma di un Papa rientra decisamente fra questi. Andiamo a scoprire tutto quello che si cela dietro l’accattivante definizione di “Sinodo del cadavere“.

Un periodo un po’ particolare

Siamo verso la fine del nono secolo (IX secolo: dall’800 e all’899 d.C.) e la Chiesa sta attraversando un periodo non proprio felice: la suddivisione del potere fra il Papa e l’Imperatore, una diarchia nata già agli inizi del secolo con l’incoronazione di Carlo Magno come imperatore del Sacro Romano Impero, era caratterizzata da un equilibrio più che precario, costantemente minacciato dalle diverse fazioni che si andavano a creare di volta in volta nell’aristocrazia laziale, intenzionata a sfruttare l’elezione del pontefice come uno mero strumento di potere; il tutto era complicato dal sistema di elezione del Vescovo di Roma, ancora aderente ai canoni cristiani arcaici e non ancora inquadrata nel rigido protocollo del Conclave. In poche parole, era il popolus romanus (aristocrazia, clero e militia) che eleggeva il Pontefice; potete immaginare da soli  quanta confusione e quanti intrighi di palazzo potessero nascere da una situazione del genere.

Papa Formoso: un pontificato piuttosto complesso

In questo quadro così complesso e variegato si inserisce la nostra storia. Formoso era uno dei vescovi più importanti di quella che veniva definita la fazione “filo-germanica” contrapposta a quella “filo-francese”. Dopo alterne vicende, il 6 ottobre 891 Formoso venne eletto al soglio pontificio, grazie in particolare all’appoggio di Arnolfo di Carinzia, Re dei Franchi orientali. Il regno di Formoso fu caratterizzato da un continuo contrasto con i duchi di Spoleto, arroganti vicini di casa del Pontefice. Diversi e accesi furono i contrasti, sino a quando, nell’895, i duchi spoletini riuscirono a imprigionare il Papa che, tuttavia, venne presto liberato da Arnolfo, appositamente sceso in Italia per riportare all’ordine i nobili laziali e insediare nuovamente Formoso sul proprio trono. Ebbene, papa Formoso morì l’anno successivo (896) e gli successe Stefano VI, di contro acceso sostenitore della causa spoletina. Fu proprio a causa sua che Formoso non trovò pace neanche da morto.

Come si processa un Papa morto?

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In queste sale avvenne il macabro processo

Nel febbraio dell’897, Stefano VI, spinto dall’odio dei duchi di Spoleto nei confronti di Formoso, fece esumare la salma, alla quale furono posti i paramenti liturgici e assisa su un trono; dove? Ricordate la Cattedrale di San Giovanni in Laterano, prima e più importante basilica di Roma? Ecco, proprio lì si celebrò il processo farsa. Perché di questo si trattò. Stefano VI fece le veci di accusatore, riesumando (è proprio il caso di dirlo) una vecchia accusa risalente all’876 che aveva visto coinvolto Formoso quando ancora era lontano dalla cattedra di Pietro. La scusa servì per imbastire l’accusa e istruire il processo contro il Papa morto. La presenza della salma, seppur decisamente bizzarra e specchio di una più generale decadenza del clero, può trovare un fondamento nel diritto germanico, che richiedeva l’obbligatoria presenza del corpus delicti e quindi anche di una salma. La condanna fu, ovviamente, inevitabile: gli furono strappati i paramenti, mozzate le tre dita della mano destinate a benedire e i resti gettati nel Tevere; questi arrivarono a Ostia e lì vennero riconosciuti da un frate che li nascose in attesa di tempi migliori.

In realtà, già lo stesso hanno Stefano fu deposto e ucciso e venne eletto papa Romano, al quale furono restituiti i resti di Formoso. La riabilitazione avvenne però nell’898, durante il pontificato di Giovanni IX: il macabro processo venne annullato e gli atti dati alle fiamme, mettendo definitivamente la parola “fine” a uno degli episodi peggiori della storia della Chiesa.

Il processo al Papa morto nell’arte

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Il dipinto di Jean-Paul Laurens del 1870 è l’unica opera famosa dedicata al Sinodo del cadavere

Un breve accenno all’arte concedetemelo, oggi vi ho proprio graziato. Per quanto l’episodio possa sembrare bizzarro e accattivante, non è stato oggetto di parecchie opere…anzi, praticamente gli è stata dedicata una sola opera. Dobbiamo pensare, infatti, che il committente di opere più importante della storia è proprio la Chiesa ed è facile immaginare che non gli facesse particolarmente piacere raffigurare un episodio così spiacevole. Dovremo infatti aspettare il XIX secolo, e più precisamente il 1870, per trovare un pittore tanto bravo quanto anticlericale da mettere in scena il processo al Papa morto; e infatti Jean-Paul Laurens era tutto questo. La sua opera raffigura il momento del processo: un cadavere, ormai ridotto a uno scheletro, vestito con i paramenti del pontefice, è assiso sulla cattedra di San Giovanni e attorno a lui si sta consumando il macabro rito processuale. Un’opera di grande rilievo nel panorama della pittura storica.

Credit foto:
Concilio cadaverico – Wikipedia



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