Un Grand Canyon in miniatura tra gli Appennini: si trova nelle Marche ed è una delle gole più belle d’Italia

Ci sono luoghi, soprattutto in Italia, che sembrano nascosti tra le pieghe del tempo, con un’aura di mistero e una bellezza che li rende speciali. Uno di questi è senz’altro la Gola dell’Infernaccio, un posto magico incastonato tra le montagne del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nelle Marche. Con le sue altissime pareti di roccia che sembrano sfiorare il cielo e il fiume Tenna che scorre nei suoi meandri come un filo d’argento, questo incredibile canyon naturale risulta essere un piccolo gioiello per escursionisti e amanti della natura in generale.
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Un canyon naturale scolpito e modellato dall’acqua e dal tempo
La Gola dell’Infernaccio è un canyon naturale, le cui pareti di calcare massiccio si ergono verticali, a volte così vicine tra loro da lasciar filtrare solo un filo dorato di luce. Il bellissimo e percorribile sentiero che si snoda solcando queste gole, segue il corso del fiume Tenna, che nel tempo ha lentamente scolpito e scavato questa gola con il suo scorrere incessante. All’ingresso della Gola dell’Infernaccio, possiamo già incontrare quello che è uno dei fenomeni più curiosi del luogo: le Pisciarelle, piccole cascate a goccia che sembrano quasi una doccia naturale…inutile dire quanto siano preziose in giornate particolarmente calde e afose.
Poco dopo il sentiero si divide in due biforcazioni: una strada conduce alla Sorgente del Tenna (Capotenna), luogo quasi mistico dove il fiume nasce tra le rocce, mentre l’altra sale verso l’Eremo di San Leonardo, una chiesetta medievale arroccata sulla montagna dalla quale con uno sguardo si può abbracciare l’intera valle. Se poi siete particolarmente avventurosi e volete osare un pochino, potete proseguire il percorso fino alla Cascata Nascosta, un alto salto d’acqua che lascia letteralmente a bocca aperta e vale ogni fatica.
La Gola dell’Infernaccio come antica via di transumanza
La Gola dell’Infernaccio è rinomata per essere anche un luogo intriso di storia. Il nome originario è Golubro, termine che deriva dal latino “Gula” (gola) e “Lubricum” (scivoloso e impenetrabile), e che testimonia la fama di questo antico passaggio, sicuramente difficile ma fondamentale per collegare la Valnerina al versante adriatico. Per secoli questa gola diventa un’importantissima via di transumanza, attraversata da pastori, mercanti e pellegrini diretti a Roma.
Uno degli elementi sicuramente più affascinanti della sua storia è l’Eremo di San Leonardo: una chiesetta abbandonata per secoli, ricostruita negli anni ‘70 da Padre Pietro Lavini, frate cappuccino che dedicò la vità a questa grande opera di ricostruzione. Tra le rovine di questa chiesetta fu ritrovata una medaglia del 1625, probabilmente segno del passaggio di un pellegrino diretto a Roma per il Giubileo. Oggi l’eremo è più vivo che mai ed è meta di escursionisti e pellegrini che compiono il ripido percorso per arrivarci, solo per poter ammirare la sua bellezza.
Percorsi possibili e consigli per una visita alla Gola dell’Infernaccio
I percorsi che attraversano la bellissima Gola dell’Infernaccio sono accessibili a tutti e a tutti i livelli di difficoltà. Quello principale parte da Rubbiano, località nei pressi di Montefortino, che in circa 40 minuti di cammino conduce all’interno della gola. Una volta attraversato il ponticello in legno lungo il fiume, si può scegliere se proseguire verso Capotenna affrontando una camminata di 2 ore circa, oppure salire verso l’Eremo di San Leonardo, con una salita a zig zag di circa 30 minuti.
Se invece siete alla ricerca di un percorso più lungo e impegnativo con il quale mettere alla prova la vostra resistenza, è possibile attraversare boschi di faggi secolari per raggiungere la Cascata Nascosta, con aperture improvvise che svelano panorami mozzafiato sulle montagne circostanti.
La Gola dell’Infernaccio è uno di quei luoghi che attirano migliaia di visitatori proprio per la sua bellezza selvaggia e incontaminata. Un angolo nascosto delle Marche tra cui andare a ritroso tra le ere geologiche e immergersi in un paesaggio che sembra essere di un altro mondo.