Quando il brutto diventa bello: l’intervista di Patrizio Roversi a Fabio Manna di “Viaggiatori Brutti”

Stefano Maria Meconi, 17 Apr 2025
quando il brutto diventa bello: l'intervista di patrizio roversi a fabio manna di viaggiatori brutti

Un dialogo intergenerazionale sui temi del turismo oppure una chiacchierata tra due persone apparentemente diversissime, ma che in realtà hanno molto in comune? È nata così la prima puntata di Le Storie dei Turisti per Caso, il nuovo format targato Turisti per Caso che vede un dialogo-intervista guidato da Patrizio Roversi ai protagonisti del mondo del web, della cultura popolare e della divulgazione contemporanea. Per dare il via, abbiamo scelto un personaggio che è un vero guru dell’alternativa comunicativa nel mondo dei viaggi: Fabio Manna, per tutti Viaggiatori brutti, un profilo seguitissimo sui social per i suoi racconti non convenzionali.

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L’intervista completa su Turisti per Caso

 
 
 
 
 
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Perché “brutti”?

In genere uno si aspetta che siano gli altri a dirti brutto, dice Patrizio a Fabio come saluto introduttivo di questa chiacchierata che è un vero e proprio racconto di come il viaggio possa essere portato nel web in modi sempre nuovi, ma con il rispetto, la curiosità e l’avvicinamento anche a realtà diverse da quelle che ci si immagina di visitare. Fabio “non solo non è brutto, ma è un esploratore, che ci tiene a incontrare la gente e raccontare emozioni”. La bruttezza non è data dall’aspetto estetico, ma nel modo di viaggiare, con poche comodità, tra ostelli e cambi di aerei e vivere il posto non solo da turista, dice Fabio, che ci tiene così a rimarcare il leitmotiv del suo Viaggiatori brutti: non estetica dunque, ma “abbruttire” il viaggio e renderlo meno patinato, più reale.

L’azione del viaggio

“Il viaggio è faticoso, non è da prendere alla leggera”, ricorda Patrizio, che dei viaggi è un vero e proprio esperto di lungo corso. “Ho provato viaggi organizzati giorno per giorno, con una guida che mi diceva cosa fare ora per ora, ma anche il viaggio del pellegrino che si mette in balia degli eventi”, dice Fabio, che ha iniziato a viaggiare a 18 anni all’insegna dei “viaggi della speranza” tra concerti rock e metal, e da lì non ha più smesso, partendo dalla sua Maddaloni in provincia di Caserta e viaggiando verso il nord sull’emozione delle 7 note. Oggi Fabio racconta soprattutto i paesini di tutti i giorni, un modo per raccontare anche a chi vive questi luoghi territori e storie particolari spesso sconosciute ai più.

Un’emozione particolare

Ogni viaggio che ho fatto l’ho associato a una persona, dice Fabio aka Viaggiatori brutti, che ha voluto fare un esempio che gli è rimasto impresso: le Svalbard nell’estate 2017, quando ha visto un orso polare e, per ricordare questo incontro, ha deciso di tatuarselo sulla pelle. Insomma, un ricordo che è una vera e propria tappa irrinunciabile per chi pensa che il viaggio sia anche, e soprattutto, un bagaglio di emozioni da riportare con sé.