La capitale si visita in segway

Una volta il turista (esausto) poteva sperare di girare Roma in carrozza. Adesso, per ovviare alla fatica, c’è un altro mezzo
Patrizio Roversi, 07 Ott 2011
la capitale si visita in segway
Una volta il turista (esausto) poteva sperare di girare Roma in carrozza. Adesso, per ovviare alla fatica e soprattutto per godere di una punto di vista e di una esperienza particolare, c’è… il segway. Li avrete visti anche voi, da qualche parte: sono dei veicoli strani, a metà fra la biga senza cavalli e un monopattino elettrico. In pratica è una piattaforma in cui si mettono i piedi, con un manubrio e due ruote. In realtà è un vero gioiello della tecnologia, dotato di una serie di sensori e sistemi cardanico-elettronici che permette di spostarsi come se le ruote fossero parte di noi stessi. È il nostro corpo che, semplicemente spostando il suo equilibrio, determina la direzione e la velocità. A volte ti viene addirittura il sospetto che tu stia guidando… col pensiero. Io-Patrizio sono un vero fenomeno: sono refrattario a tutti gli sport, incapace di fare alcunché di fisico e anche molto imbranato in fatto di macchinari. Ebbene: dopo che Marco, la guida di Rome by Segway, mi ha spiegato due cose e mi ha fatto fare pratica nel giardino davanti alla loro sede di Via Ostiglia, già mi sentivo una specie di mutante rotodotato. L’unico che ha avuto, all’inizio, qualche problema è stato il nostro amico Orso, che non riusciva a stare fermo col suo segway: forse perché tutto dipende appunto dalla distribuzione del peso, e lui di peso da distribuire forse ne ha troppo. Zoe e Galileo (il figlio di Orso) naturalmente sono partiti a razzo, senza problemi.

Una tecnologia tira l’altra

Ma cosa c’entra il segway col turismo? La novità è che si può affittare un segway e visitare Roma senza fatica, col massimo di divertimento. Ovviamente serve una guida, che ti accompagna e ti indica i percorsi adatti. In realtà, dopo un minimo di pratica, col segway si va dappertutto: sui marciapiedi, si attraversa la strada, si va in salita e in discesa. Gli itinerari sono tanti, e durano qualche ora. Quello classico, che abbiamo fatto noi, prevedeva il Celio, Clivo di Scauro, il Circo Massimo, l’Aventino, la discesa di Monte Savello e il Campidoglio. Ma ce ne sono molti altri, c’è anche un Giro del Barocco e naturalmente un Tour di San Pietro (www.romebysegway.com). Per una volta tocca riconoscere un merito ai turisti americani, che avendo più dimestichezza con la tecnologia, sono stati i primi a scoprire questo nuovo genere di mezzo di trasporto. La tecnologia poi non si ferma alla “biga del 2000”: ogni turista ha a disposizione un I-Pod e, davanti ad ogni monumento, può guardarsi un filmato con spiegazioni e ricostruzioni: come l’audio guida del Vaticano, ma con in più il video… Ci sono anche segway a 4 ruote, per chi ha difficoltà di deambulazione, quindi l’accessibilità in questo senso è massima. Il prezzo non è basso (80 euro per la giornata) perché bisogna tener conto che i segway, purtroppo, ancora costano quasi come una automobile. Ma ci sono molti servizi annessi e connessi, fino alla baby-sitter per chi vuole lasciare a casa il bimbo troppo piccolo. Per merito del segway e di Marco, noi abbiamo scoperto fra le altre cose il Roseto di Colle Oppio, che è un posto magnifico. Il Roseto – purtroppo aperto raramente, solo in maggio! – era l’ex cimitero ebraico, per cui la pianta del luogo disegna ancora un candelabro a sette braccia. E c’è la vista della città e del Tevere, dal belvedere, con l’effetto ottico del cupolone che più ti avvicini e più rimpicciolisce. Come il segway, che più strada fai e meno senti la fatica…