Porto’s Story

La "capitale" del nord portoghese ha un'anima poetica. Come i suoi palazzi, i suoi registi e i suoi i negozi...
Weekend & Viaggi, 26 Feb 2010
porto’s story
Di lei, da sempre si dice che sia seria, intraprendente, inflessibile, persino severa. Centro finanziario, business oriented. Una sorta di responsabile sorella maggiore rispetto alla capitale, Lisbona, così morbida, solare, appassionata, soavemente decadente. Si sa, quando il mondo ti affibbia un’etichetta è difficile togliersela. Così, capita di arrivare a Porto (Oporto per noi italiani che abbiamo fuso l’articolo determinativo con il nome), seconda città portoghese, adagiata sul fiume Douro, con un pregiudizio che tortura come la goccia di un rubinetto rotto. Poi, quando si inizia a calpestare i grandi viali ottocenteschi o le strette strade che portano alla Ribeira, villa di pescatori e oggi infilata di caffè, bar, ristorantini, ad ammirare il nuovo che si fonde con l’antico in un modo così speciale da sembrare naturale… Non resta che fermarsi, resettare tutto e iniziare a immagazzinare una miriade di suggerimenti visivi e sonori. Alla fine è un intricato puzzle da ricomporre con pazienza. In fondo, è questo il senso di un viaggio.

Il volto antico e il barocco di nicolau

Nicola Nasoni nacque a San Giovanni Valdarno nel 1691. Di professione faceva l’architetto. Nel 1725 arrivò a Porto, dopo aver acquistato fama a Malta, dove dipinse il palazzo del Gran Maestro dell’Ordine omonimo. Qui rimase fino alla sua morte, avvenuta nel 1773. Divenne per tutti Nicolau, si sposò due volte, fece sei figli, ma soprattutto lasciò importantissime opere barocche. La più eclatante è la Torre dos Clérigos con l’omonima chiesa, uno dei monumenti- simbolo della città, proprio nel centro storico. Nicolau disegnò anche una preziosa scala per la Sé, la cattedrale, sempre nel cuore antico, oltre ad affrescarne le pareti della cappella maggiore. Il prossimo ottobre Nasoni farà ancora parlare di sé. Infatti, in uno degli edifici barocchi da lui progettati, il Palácio do Freixo (1742), sulle rive del Douro a Campanhã, quartiere a poco meno di cinque chilometri dalla rua São Filipe de Nery dove si trova la Torre, si sta inaugurando la maggiore pousada del Paese. Sorpresa: anche grazie al restauro delle vicine strutture industriali, la pousada si preannuncia il massimo dello chic, della seduzione, del benessere. Quanto a raffinatezza, basta entrare nella stazione ferroviaria di São Bento, nella praça de Almeida Garrett, da dove partono i treni per le cittadine del Douro e del Minho. Costruita dove un tempo c’era un monastero dedicato a San Benedetto (da cui il nome), lascia a bocca aperta per il suo liberty sofisticato, con i ventimila azulejos dipinti alla fine degli anni ’20 da Jorge Colaço che raffigurano scene epiche della storia lusitana. Salendo di poche centinaia di metri, ci si trova seduti ai tavolini del Café Majestic, un’istituzione della Porto d’inizio ’900. Ai suoi tavoli sono passati artisti, sovrani, primi ministri e gente comune, tutti attratti dalla bellezza modernista del luogo, dal baccalà servito a pranzo o dai dolci creati dalle suore dei conventi. Ricchi di zucchero e uova, buoni e impegnativi si assaporano con un tè (modalità “light”) o con un bicchiere di porto (vintage e libidinoso).

Voglia di contemporaneo

Come il nostro Nicolau, molti altri personaggi hanno subìto l’attrazione fatale di Porto. Perché ci sono capitati per studiare e lavorare: è il caso del grande architetto Álvaro Siza Vieira, autore, tra gli altri, del museo di arte contemporanea di Serralves. O perché, ci sono nati, come il prolifico regista Manoel de Oliveir, che condivide la sua poetica con il Wenders di Lisbon story. La città, proprio perché stimolata da una fertile vita economica e culturale (a 120 km c’è Coimbra, dove ha sede la più antica e importante università del Paese) da anni è un laboratorio di idee spesso forti e provocatorie. Il gruppo rock più importante del Portogallo, i Gnr (Grupo do novo rock) formatosi agli inizi degli anni ’80 è nato nei canali underground della città. Rui Reininho, il leader, non esita, appena può, a dichiarare il suo amore per Porto. L’anima vivace e modernamente bohémien si respira nella rua de Miguel Bombarda e nella perpendicolare rua da Boa Nova. La prima è conosciuta come la strada delle gallerie d’arte e dei negozi alternativi. Recuperate con un progetto di Felipe Oliveira Dias, architetto portuense, sono diventate da poco eclettiche aree pedonali. Visitare i negozi del CCB, Centro Comercial Bombarda, per esempio, è una bella esperienza. Al suo interno, anche il Museu do Estuque, degli stucchi, un’antica tradizione portoghese che sta ricominciando a vivere. Ma si può scegliere anche, semplicemente, di camminare per strada assistendo a performance di artisti o vivaci mostre estemporanee. In questa zona anche gli alberghi si sono adeguati allo stile, come l’Hotel Eurostar das Artes, in rua do Rosário. Sulla stessa via, un negozio che vale la pena visitare: si chiama Muuda e vende di tutto, dai pezzi d’arte contemporanea ai vestiti. C’è persino il ristorante: si mangia seduti a un unico tavolo lungo sette metri e mezzo. L’anima chic della città si concentra, invece, sull’avenida da Boavista. Negozi di moda come la Fashion Clinic, alberghi ultramoderni come lo Sheraton Porto & Spa, e, soprattutto, la Casa da Música, costruzione dell’olandese OMA, Office for a Metropolitan Architecture, di Rem Koolhaas. Questo tempio del pentagramma inaugurato nel 2005, da solo vale la visita. Qui, per statuto, sono ammessi tutti i tipi di musica, dalla classica all’hip hop, dal fado al progressive. Un edificio dalle linee contemporanee, un’acustica perfetta, la luce che gioca con le note per coinvolgere tutti i sensi. La stessa sensazione si prova visitando il Museu de Arte Contemporânea, nei giardini di Serralves. All’interno di questo spettacolare parco, tra opere d’arte e alberi secolari, Álvaro Siza ha creato il suo capolavoro: una struttura completamente bianca con enormi finestre che diventano quadri sul verde. Prendetevi tutto il tempo: state varcando la soglia di un mondo parallelo, dove il colore e le forme plasmano l’idea di una vita diversa e possibile. Proprio come sta succedendo in tutta Porto, lassù, nel nord del Portogallo.