La Città Proibita, i Monaci Shaolin e il Lama Temple

Direttamente da Pechino nuova pagina del diario di Syusy
Syusy Blady, 22 Apr 2013
la città proibita, i monaci shaolin e il lama temple
L’avventura continua con la “parte business” del viaggio che, devo dire, è la parte più cinese. Qui tutti qui cercano l’affare, qui gira tutto a mille. In grande e in piccolo, come dicevo. Per fare piccoli affari ad esempio il mercato della seta va benissimo, tra marche vere, imitazioni e occasioni… ma bisognerebbe contrattare, e chi se la sente di farlo in cinese?

Come si mangia?

Ho mangiato in vari posti, tutto sempre ottimo, ma consiglio il cibo dello Yuan. Cucina semplice, verdura fresca, sapori non complessi… addirittura una zuppa con dentro fiori e piante medicinali! Peperoncino a parte… tralasciamo il peperoncino fresco che ho ingoiato! Esperienza da non ripetere.

La città proibita

Finalmente riesco ad andare a vedere la Città Proibita. L’entrata si paga 50 yuen, ma la massa di visitatori è incredibile. Ci sono occidentali, anche italiani, a Pechino per business che in un solo giorno hanno visto sia la Muraglia che la Città Imperiale! Ma ci sono anche moltissimi cinesi, turisti con cappellino e bandierine, che vengono a visitare la capitale dalle altre regioni del paese… Più che da altre regioni è come se venissero da altri stati, la Cina è un continente, ormai lo avete imparato! Dove un tempo sfilavano gli eserciti, oggi nelle piazze che videro l’Imperatore sfilano i turisti. Non può non venire in mente il bellissimo film di Bertolucci: l’Ultimo Imperatore. Mi chiedo come avrà fatto a ottenere i permessi per girare…

Ci sono vari cortili-piazze, ciascuna ha al centro un edificio con il trono, poi si ricomincia, fino ad arrivare alle abitazioni private, contornate dai bellissimi giardini di pietra che contraddistinguono un periodo imperiale. In ogni caso ci sono draghi dappertutto! Il drago è un’ossessione, è ovunque. Ho imparato l’oroscopo cinese e ho persino scoperto di essere io stessa del segno del Drago. Beh, qualcosa significherà!

Domenica: maccheroni e monaci Shaolin

La domenica la passo a mangiare i maccheroni col ragù che ho portato da Bologna. Una vera benedizione avere a disposizione la cucina di Giovanna per cucinare il tipico piatto domenicale bolognese! Manca solo il grana, ma al supermercato sotto casa c’è. Il quartiere dove abita la mia più cara amica “cinese” è stato costruito negli anni ’80, palazzoni di 40 piani neanche male, che guardano un paesaggio urbano impressionante. Giovanna guarda i dati dell’inquinamento: “solo 150 -dice- tempo fa è arrivato fino a 400!”. A Milano fermiamo il traffico a 50. Ma qui tutto va lo stesso, ci si mette la mascherina e si va.

Ho prenotato a teatro lo spettacolo dei monaci Shaolin. Prendiamo il carriolino, perché i taxi non si fermano. Il tuc tuc invece passa col rosso, fa peli a tutte le macchine e s’infila dovunque. Ce ne sono anche elettrici di tuc tuc, ma questo che abbiamo preso noi va a miscela, gas fuori e gas dentro, non si respira! Ma tanto già ti manca il respiro per i peli ai camion che fa… Lo spettacolo è al Teatro Rosso, ci arrivo intera e meno male perché valeva la pena vederlo. Dico solo questo, non mi dilungo: straordinario. I ballerini kung fu se ne fanno di tutti i colori, si rompono tavolette sulla testa, stanno sui chiodi, si sospendono su delle lance. Il tutto con coreografia e scenografia. Bello!

Mangio in un posto che sembra mongolo, dove si deve scegliere il cibo che poi viene cucinato. Ci sono due ragazzi al tavolo accanto al mio che non sanno una parola d’inglese, chiedo loro a gesti di cosa sono fatti gli spiedini e dato che non me lo sanno dire fanno il verso della pecora… Tutti ridono, sono già diventata la favola del locale. Non credo sia mai entrato un occidentale in quel posto! Ma a gesti e a versi ci si capisce sempre.

Hotel e ostelli

Finora sono stata in un ostello, economico, pulito, essenziale. Mi sono permessa il bagno in camera e ho speso 25 euro a notte, ma si può condividere e spenderne la metà. Sono terribili però… se non sei svelto a pagare ti chiudono la camera con la valigia dentro! In questo ostello assieme a me ci sono degli ospiti cinesi che fanno i rappresentanti o non so cosa, una famiglia con bambini rumorosissima, dei giovani in viaggio, una francese, dei cecoslovacchi, un’australiana… Dormono tutti nella stessa camera, con letti a castello.

Come dicevo, il “mio” quartiere mi piace. L’ho scelto subito come preferito e ormai conosco un po’ tutti: la ragazza che ha un negozio di “unghie” (cioè la manicure), il signore che fa ginnastica alla mattina sulla strada, la donna della lavanderia e quello che vende ravioli cotti al vapore per strada ad un yuen.

Però l’ultimo giorno ho deciso di trattarmi bene: sono curiosa d’entrare in un hotel che sta poco lontano dal mio ostello, ma che si presenta molto bene. Naturalmente si paga di più, un giorno corrisponde a due o tre notti in ostello. Contratto allo sfinimento, parlo anche di turisti per caso, mostro il sito. Mi fanno lo sconto e promettono sconti anche ai turisti per caso che vorranno alloggiare qui. Tutto questo lo contratto a voce con un italiano, la proprietà è infatti italiana. E’ il Red Wall Garden e fa parte del circuito dell’Époque Hotel, un’associazione di alberghi-boutique tutti diversi l’uno dall’altro, con proprietà diverse a loro volta, ma con la caratteristica comune di essere… caratteristici. Questo dove alloggio è stato costruito da un cinese col pallino del recupero degli Hutong Shijia. Gli Hutong sono i vicoletti dietro le grandi strade. Risalgono al 1300/1400 e sono caratteristici della dinastia Qing. Fino all’800 questa era la zona delle ambasciate, adesso è tutto un ristrutturare per fortuna…

Sono andata a curiosare anche in una casa di fronte all’hotel: è ristrutturata dalla fondazione del Principe Carlo perfettamente e in modo tradizionale, col recupero dei cortili e delle decorazioni in legno. Gli Hutong sono protetti ormai, ma gli affitti stanno andando alle stelle. Sarà difficile che continuino a rimanere qui le persone normali e abbastanza povere che ho imparato a conoscere, speriamo che al contrario sia così. Speriamo che rimangano, come è successo ad esempio nel centro storico di Cuba. Non è comunismo, è conservazione di un patrimonio umano che per noi turisti è essenziale, altrimenti cosa andremo a vedere in futuro? Città tutte uguali?

Il Lama Temple

Oggi, improvvisamente, dopo aver sopportato un freddo cane, la sabbia del deserto e l’inquinamento a mille, è arrivata la primavera! Sole, cielo azzurro con nuvole bianche, alberi fioriti, foglioline verdi e tutto un volare di piumini, i semi dei pioppi o non so cosa, che fanno starnutire.

Oggi è la giornata giusta per andare al Lama Temple. Per entrare si pagano 25 yuen, ma le manifestazioni di fede sono autentiche. I fedeli acquistano gli incensi, ce ne sono di tre tipi: per l’amore, per la fortuna e per i soldi… Indovinate quali si vendono di più?

Ma al Lama Temple anche io mi sono sentita più serena in questa mia ultima giornata a Benjin! Non mi fa poi così piacere tornare e all’improvviso mi sono accorta che qua ci stavo bene.

Allora arrivederci Pechino, forse è vero, come dicono le amiche e gli amici che ho trovato qui, dei coraggiosi e volenterosi giovani che avendo la spinta di realizzare qualche cosa nella vita se ne sono venuti in questa nuova vecchia terra, che essere a Pechino significa essere nel posto giusto al momento giusto.

Syusy