Yemen: arabia felix? 2

Sfruttando l'occasione dei ponti festivi di Aprile riusciamo ad organizzarci in un piccolo gruppo ed a partire per un viaggio un pò al di fuori dei soliti itinerari: lo Yemen, un paese "integralista" famoso per i rapimenti dei turisiti e per essere la patria di Bin Laden. L'aria che si respirava tra parenti ed amici era piena di frasi del tipo...
Scritto da: Robert
yemen: arabia felix? 2
Partenza il: 21/04/2007
Ritorno il: 01/05/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Sfruttando l’occasione dei ponti festivi di Aprile riusciamo ad organizzarci in un piccolo gruppo ed a partire per un viaggio un pò al di fuori dei soliti itinerari: lo Yemen, un paese “integralista” famoso per i rapimenti dei turisiti e per essere la patria di Bin Laden. L’aria che si respirava tra parenti ed amici era piena di frasi del tipo “tra tanti posti da visitare…Ecc” 21/04 alle 11,00 volo diretto da Fiumicino a Sana’a con le prime battute – yemenairlines, ma gli aerei voleranno?- dandoci subito una prima smentita il velivolo è un moderno A330 che con sei ore di volo e in perfetto orario ci deposita nel cuore dello Yemen. Ad attenderci mr. Abdallah la guida che il corrispondente locale della nostra piccola ma efficiente agenzia ci fa trovare in aereoporto. Parla bene italiano è di origine somala e innamorato di tutto ciò che è italiano dal campionato di calcio alla cucina. Per oggi non rimane che un rapidissimo sguardo alla città dal pulmino e ritirarsi in albergo per la notte.

22/04 Visitiamo Sana’a, la città vecchia, il museo, la grande moschea, il suk. Le case arabescate colorate da una fantasia di riquadri di gesso bianco danno una impressione irreale e bellissima, occorrerebbe avere molti giorni per perdersi tra tutti gli innumerevoli vicoletti, Il suk appare autenticamente popolare con pochissimi turisti. La cosa che subito ci colpisce e di cui non si può non parlare è la condizione femminile, di donne per strada se ne vedono poche passano rapide intabarrate dalla testa ai piedi in pepli neri che le ricoprono totalmente, figurazioni attuali retaggio per noi europei di tempi antichissimi, cosa penseranno dietro quei veli? quelle vesti sono imposte o sono una libera scelta? Sarebbe assurdo e presuntuoso pensare di poter capire in pochi giorni e di entrare nella loro mentalità, noi possiamo solo registrare che fin da questo primo giorno ci sono stati degli approcci che rivelano una grande curiosità, le nostre donne sono state invitate a casa da un paio di questi “fantasmi” io stesso in maniera un pò inaspettata nonostante la mia condizione di maschio ed occidentale sono stato interpellato da due giovani, a giudicare dalla voce, ragazze che dopo le solite domande in inglese – da dove vieni? come ti chiami? – si sono allontanate ridacchando con il tipico modo di fare degli adolescenti che hanno compiuto una trasgressione (o forse, chissà, ridevano del mio approssimativo inglese).

23/04 da Sana’a per Marib l’antico regno della regina di Saba, 250 km. In un paesaggio desertico con dune, pietre vulcaniche e canyon. La provincia di Marib è una zona considerata a rischio dove a marzo 2006 sono stati sequestrati alcuni turisti italiani, all’uscita di Sana’a ci fermiamo per formare un convoglio di auto scortate dalla polizia. Dopo circa 4 ore di viaggio in fuoristrada, peraltro su una strada asfaltata e in ottime condizioni, arriviamo ai resti della diga che fino al 500 a.C. raccoglieva l’acqua dei monsoni e assicurava la prosperità del regno, a qualche centinaio di metri di distanza c’è una nuova diga costruita negli anni ’90 che ha formato un lago di discreta grandezza. Visitiamo anche i resti dei templi del Sole e della Luna resti archeologici che francamente non mi fanno una grande impressione, poi la vecchia Marib abbandonata in una solitudine che crea una intensa atmosfera.

24/04 alle 4 del mattino partiamo per l’attraversamento del deserto di Rub Al Kali, circa 10 ore di piste sterrate con grandi dune di una sabbia soffice su cui si affonda quando si cammina e la cui polvere si insinua dappertutto. L’alba sul deserto nel grande silenzio che ci avvolge è spettacolare e la colazione su un telo steso nella sabbia una esperienza insolita. Raggiungiamo l’antica Shabwa i cui ruderi da lontano sono belli e spettacolari da vicino un pò più deludenti, cosa questo che debbo dire si riscontra in molti siti e città yemenite. Dopo avere attraversato il vecchio confine tra nord e sud Yemen arriviamo a Seyum e dopo una passeggiata pomeridina ci ritiriamo per un meritato riposo.

25/04 al mattino visitiamo Seyum e la città di Tarim dove ci sono, si dice, 365 moschee. Tutte le case e i palazzi di questa zona sono costruiti con mattoni di paglia e fango essiccati al sole tecnica già usata dai babilonesi 4.000 anni fà. Nel pomeriggio siamo a Shibam uno dei “must” del paese, la cittadina cinta da tozze mura è composta da circa 500 grattacieli di 7 – 8 piani tutti in paglia e fango decorati con intonaci bianchi e con splendide porte e finestre in legno intagliato. Anche qui i turisti sono pochissimi (in pratica solo noi e un altro gruppo di italiani, 25 – 30 persone) e la cittadina si mostra ancora intatta e naturale. L’atmosfera è suggestiva, in mezzo ai palazzi solo strade di terra dove indisturbate molte capre cercano un improbaile pascolo o un ombra per ripararsi dal sole cocente e dove frotte di bambini giocano con una naturalezza e semplicità che in Italia si sono perse da decenni.

26/04 partenza per Mukalla sul mare arabico, attraversiamo per circa 150 km tutto il wadi Doan il letto del fiume essiccato tra oasi e palmeti in un ambiente bucolico fermo da migliaglia di anni. In un anonimo villaggio ci fermiamo al piccolo mercato locale per acquistare della frutta, anche qui le persone, dapprima diffidenti alle nostre richieste di scattare qualche foto, poi si entusiasmano grazie anche alla tecnologia digitale che permette di mostrarle immediatamente e non possiamo lasciare il mercato senza avere fotografato praticamente tutti e ci offrono anche del melone fresco da mangiare! Ad Arhab un paesotto con bei palazzi decorati il wadi termina e la strada si inerpica fino ai 2000 metri di uno spettacolare altopiano semidesertico con dromedari al pascolo e qualche casupola sparsa qua e là. Dopo altri 100 km vediamo in lontananza il mare arabico, la strada scende di nuovo bruscamente e si raggiunge Mukalla. La città si presenta moderna e fervente di attività con case e strade in costruzione, facciamo una passeggiata serale lungo il canale attorniati dalla curiosità della gente.

27/04 rientriamo a Sana’a in aereo, nel pomeriggio approfittiamo per un altro giro nella città vecchia e nel suk con le immancabili compere. Ancora una volta ci colpisce l’atmosfera con gli uomini che quasi tutti indossano la tradizionale gonna futa e il cinturone con il pugnale “jamblia” (qualcuno magari a fianco porta anche il cellulare) nel frattempo c’è un frenetico correre avanti e indietro di moto, motocarri e carriole che trasportano sacchetti di quat, l’erba alluccinogena nazionale, la cui produzione commercializzazione vendita e consumo sembra essere l’unica attività di rilievo in grado di coinvolgere buona parte della popolazione maschile adulta.

28/04 andiamo a visitare il famoso “palazzo sulla roccia” uno dei posti più fotografati dello Yemen, un palazzo di 5 piani costruito su un roccione di 90 mt di altezza aperto per la visita al pubblico, belle sale e panorami. Proseguiamo per Thula uno splendido villaggio fortificato costruito in pietra e posto in una bellissima posizione sulla vallata. L’unica pecca è l’insistenza un pò fastidiosa dei negozianti ma, poverini, erano più loro che noi turisti. Arriviamo ad Al Mawhit il panorama è bellissimo con profondi canyon, montagne terrazzate per la coltivazione di caffè e quat, altipiani e numerosi villaggi tutti arroccati sulle alture.

29/04 attraverso il wadi Al Ahjer ci muoviamo per Hodeida sul Mar Rosso, il wadi presenta un paesaggio particolarissimo con coltivazioni tropicali di banane, manghi, papaye ecc. Contrariamente a quanto ci si aspetta è abitato da piccoli villaggi la cui popolazione appare particolarmente attaccata alle proprie tradizioni, chiediamo il permesso e visitiamo un villaggio in cui appaiono ben presenti tutte le difficoltà economico-sociali del paese, la gente è quasi tutta di lontane origini africane con la pelle scura e questo accentua l’impressione di visitare un pezzo di Africa. All’arrivo ad Hodeida andiamo sul grande e spazioso lungomare ad assistere al tramonto sulle acque del Mar Rosso. Voglio qui aprire una parentesi sul problema dei rifiuti, purtroppo dappertutto ci troviamo a visitare luoghi bellissimi ma coperti da avanzi di ogni genere in particolare gli immarcescibili sacchetti di plastica usati per contenere le foglie di quat si trovano sparsi ovunque a miglialia imprigionati tra i rami degli alberi come incongrui fiori. Le persone sono abituate a gettare tutto in terra e certamente sarebbe necessario cambiare questi atteggiamenti se si vuole fare un salto di qualità per il paese.

30/04 al mattino presto visitiamo il fantasmagorico, coloratissimo e animatissimo mercato del pesce di Hodeida. Tonni, dentici, squali, pesci pappagallo e altri sconosciuti vengono venduti in aste rumorosissime; ci fanno anche un pò pena tutti questi bellissimi animali strappati al loro ambiente naturale. In auto raggiungiamo Al Hajjara una roccaforte in miniatura a strapiombo su una montagna con strette viuzze ed alte case a torre, bambini con negozietti carriola-trasportati si materializzano per cercare di vendere i soliti souvenir ed anche mirra ed incenso storici prodotti locali. Andiamo ancora ad Hutaib una piccola, bellissima e pulitissima cittadina con la tomba di un santone ismaelita meta di pellegrinaggi provenienti soprattutto dal”India dove è più numerosa la comunità ismaelita (quella dell’Aga Kan). Nel rientrare a Sana’a siamo testimoni della assoluta, direi quasi per noi barbarica e antica naturalezza con cui gli yemeniti trattano gli animali, uno dei nostri autisti si ferma davanti ad un mercato, scende e dopo un pò torna trascinando una capra a cui lega le zampe la chiude dentro uno scatolone di cartone che issa sul tetto del fuoristrada con l’intenzione di portarla a casa propria appunto nella capitale (250 km). Alle nostre rimostranze il suo stupore è assoluto e totale, è un animale, comunque è destinato a finire in pentola e quindi che male c’è? 01/05 volo di rientro in Italia e fine di un viaggio intenso con tanti spunti anche contrastanti, comunque per cercare di capire un pò di più il mondo è sempre meglio toccare e vedere di persona, anche per pochi giorni. A chiunque sia interessato consiglio di recarsi in Yemen senza pregiudizi e senza paure.



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