Wyoming, a cavallo con i cowboys

Racconto di viaggio nel Wyoming - città di Cody: negozi, ristoranti, hotels, musei e attrazioni, lifestyle, vita al ranch e cowboys
Scritto da: ornellaT.
wyoming, a cavallo con i cowboys
Partenza il: 01/08/2011
Ritorno il: 28/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Praterie immense e panorami mozzafiato.

Appena esci dall’aeroporto di Cody, piccolo ed efficientissimo, la prima sensazione è quella di una calma irreale, hai proprio l’impressione che qui ci sia il tempo e lo spazio per tutto e tutti.

C’è perfino parcheggio in abbondanza ed ovunque, nonostante la mole delle auto americane.

La seconda è che questa è la terra dei grandi spazi aperti: siamo nel Wyoming.

Qui diminutivi non esistono.

I diminutivi sono roba da italiani, da spagnoli, da francesi.

Paroline delicate, che già nel pronunciarle con la boccuccia a cuore, precludono a qualcosa di piccolo, dolce, tenero, delicato. Qui non esiste niente del genere. Tutto si pronuncia a bocca larga.

I bicchieri sono vasche per i pesci rossi, le bistecche sono un quarto di bue, gli hamburger hanno la circonferenza di una pizza e di conseguenza le pizze sembrano dischi volanti, le automobili occupano due corsie di una nostra tangenziale.

Sono un po’ intimidita dalle dimensioni dei generi alimentari, non credo che il mio stomaco italiano abbia la dimensione di quelli americani. Il mio bicchiere di Coca Cola è un vaso per i fiori e non sai come tenerlo. Ci vorrebbero tre mani, e tu improvvisamente ti rendi conto che ne hai solo due a disposizione e ti senti un ipodotato.

Con il ghiaccio che ti mettono nel bicchiere, con la pala, prima di spararci la Coca sopra, un eschimese ci costruirebbe un igloo a due piani.

E’ la terra dei grandi contrasti e lo imparo velocemente a mie spese.

Non esistono vie di mezzo: tutto è bollente o ghiacciato.

Il caffè che dispensano queste meravigliose macchine, 24 ore no stop, è ustionante. Dopo 12 ore che vaghi con il tuo bicchiere d’ordinanza, la sera, è ancora caldo.

Tutto ciò che non è incandescente è ghiacciato.

Ovunque ci sono dispenser di ghiaccio che, se tieni premuto il tasto mezzo secondo più del dovuto, ci vuole un San Bernardo per tirarti fuori, tu e il tuo bicchiere, dalla valanga di cubetti.

Che poi sono cuboni, perché qui tutto è enorme, esagerato, mastodontico, ciclopico.

Insomma sembra che tutti si siano detti “Visto che lo spazio c’è… occupiamolo!”

Siamo a Cody, diecimila abitanti, la piccola capitale del West fondata dal personaggio che meglio di tutti ha rappresentato l’epopea western, il colonnello William Cody alias “Buffalo Bill”

Qui c’è il Buffalo Bill Historical Centre, il museo più completo della storia del vecchio west, 28.000 metri quadri di spazio espositivo lo rendono sicuramente il più grande d’America nel suo genere.

Siamo a pochi chilometri dall’entrata ovest del Parco di Yellowstone.

Yellowstone, istituito nel 1872, è il primo, nonché il più vecchio, parco nazionale del mondo ed è il più grande degli Stati Uniti con una superficie di 900.000 ettari che si estende su altipiani attraversati da numerosi corsi d’acqua.

Per noi è più che altro la casa dei mitici Yoghi e Bubu della nostra infanzia.

Cody è una cittadina tranquilla.

Le sue strade pulitissime si snodano tra casette basse dai colori pastello, motel ordinati, insegne al neon di tavole calde e una varietà di Mc Donalds, Kentucky Fried Chicken, Pizza Hut, Starbucks.

Sembra che tutte le catene del Fast Food internazionale si siano date appuntamento qui.

Ci sentiamo un pò in un telefilm di Happy Days.

Le targhe delle automobili sono contraddistinte da un cowboy in groppa a un cavallo in posa da Rodeo.

I parcheggi fuori dai locali sono pieni di enormi pick up e di Harley Davidson elaborate come carrettini siciliani: selle leopardate, zebrate, tigrate, frange, borchie, serbatoi aerografati.

Le strade sono proprio pulitissime! Lustre, immacolate, sgrassate!

Non c’è nemmeno una cicca per terra.

Ma come è possibile?

Cerco disperatamente una cicca sull’asfalto lindo come a cercare un quadrifoglio.

Non ce n’è nemmeno una, nemmeno mezza, nemmeno un po’ di cenere caduta per sbaglio ad un inguaribile zotico incivile.

Mi sento quasi a disagio.

Un po’ come quando entri in quelle case perfette che sembrano uscite dalle pagine patinate di AD e cammini in punta di piedi per non sporcare i tappeti ed hai paura perfino che l’anidride carbonica contenuta nelle tue emissioni respiratorie contamini la purezza dell’ambiente circostante.

Mentre cammino per strada guardo indietro temendo di aver lasciato impronte su questo marciapiede intonso.

Tranne i tabaccai, che quando chiedi un pacchetto di sigarette ti guardano come se gli avessi chiesto una dose di eroina, la gente è cordiale e disponibile, sembrano tutti molto più rilassati che da noi.

L’autista del taxi ha voglia di fare conversazione, il facchino dell’hotel vuol sapere da dove veniamo, la ragazza alla reception sorride e ci chiede se siamo stanchi.

Fuori dai vari locali, gruppetti di uomini chiacchierano appoggiati ai pick-up.

Saranno questi spazi aperti, questa cultura della cortesia, ma sembrano tutti prendere la vita con più tranquillità, senza agitarsi, affannarsi, senza correre come facciamo noi.

Trascorriamo un giorno a Cody prima di raggiungere il ranch dove trascorreremo una settimana da veri cowboys.

Nel cuore di Cody, su Sheridan Avenue, c’è il mitico Irma Hotel con ristorante accessibile anche a chi non è ospite dell’hotel, il Silver Saddle Saloon e un emporium dove acquistare abbigliamento western. Il complesso, è molto caratteristico, l’albergo è semplice ma comodo e in posizione ottima per qualunque tipo di visita. Da qui potete raggiungere a piedi tutti i negozi di Cody e il museo di Buffalo Bill. L’hotel è stato costruito proprio da Buffalo Bill che gli diede il nome di sua figlia, Irma. Da non perdere assolutamente il Saloon: servizio veloce, cibo di qualità, porzioni enormi, birra gelata, gentilezza e simpatia. Se avete voglia di fare una chiacchierata con gente del posto o avere i migliori consigli su itinerari o acquisti, è qui che dovete venire. Potete accomodarvi fuori nel patio, nel saloon o nella grande sala da pranzo storica dove ammirare le foto antiche alle pareti. La domenica dalle 10 alle 14 è previsto il Brunch a buffet a prezzo fisso dove potete mangiare qualunque cosa, il classico “all you can eat”. Ogni sera c’è il Prime Rib Buffet, carne di qualità, buonissima, Black Angus locale, filetto, bistecche… credetemi, sia per la qualità della carne, sia per la cottura, non riuscirete a trovarne di simili. Tutte le sere (tranne la domenica) alle 18 davanti all’hotel si svolge uno spettacolo di pistoleri. In questa occasione conviene prenotare i posti a sedere (circa 2 dollari x persona). Lo spettacolo è gratuito ed è visibile anche senza pagare nulla, basta non sedersi. Quando ordinate ricordate che le porzioni sono enormi, potete tranquillamente dividerle in due commensali o pranzare con quello che è indicato come antipasto. Se avete in programma qualcosa di leggero, sappiate che le insalate sono vere e proprie bombe piene di tutto ciò che riuscite ad immaginare, per cui specificate cosa ci volete dentro e cosa no e soprattutto chiedete le salse a parte, se no vi portano l’insalata sotto una montagna di salsa Blue Cheese (densa crema di formaggio).

La sera ci aspetta il Cody Night Rodeo! Non è un rodeo per professionisti, ma è divertente e si respira l’atmosfera del posto: il pubblico urla, fischia, batte i piedi e applaude, tutti si divertono come pazzi! All’ingresso c’è un toro enorme, veramente gigantesco, e pagando 10 dollari puoi farti fotografare mentre cavalchi il toro. Il biglietto ingresso adulti è 18 dollari. Ci sono varie competizioni: monta di cavalli selvaggi, bull- riding (tori) , gare di barrel, roping, etc. Negli intervalli ci sono alcune competizioni per bambini con i pony o con i vitelli al posto dei tori: mini cowboys e cowgirls vestiti di tutto punto, con mini-pony con le finiture e la sella rosa confetto. Gli spettacoli ci sono tutte le sere, ma solo in estate, fino al 31 agosto.

Dopo il Rodeo fermatevi al Proud Cut Saloon in Sheridan Avenue, è un tipico ristorante locale con atmosfera western, servizio veloce ed efficiente e ottime bistecche di Black Angus a prezzi modici. La sala è tappezzata di foto dei rodei.

Di fronte al Saloon c’è Wayne’s Boot che merita una visita per chi è interessato a comprare stivali western: ne troverete a centinaia: intarsiati, ricamati, di pitone, di tutte le fogge ed i colori.

L’Hideout Ranch di Shell dista circa 1 ora e mezzo in auto dal centro di Cody. La posizione è fantastica, intorno soltanto pascoli e le Big Horn Mountains come sfondo. La sistemazione è in alcuni cottage sparsi nell’area del ranch. I cottage sono ampi, pulitissimi e dotati di ogni confort, tutti hanno un bellissimo patio con sedie a dondolo. I pasti avvengono nel lodge principale, tutti gli ospiti e i proprietari insieme, e sono momenti di grande scambio. Tutti i giorni vengono proposte escursioni a cavallo e cattle working (spostare le mandrie sulle praterie). Per chi non è pratico c’è la possibilità di prendere lezioni al maneggio. Per chi non è interessato ai cavalli ci sono altre attività: tiro con la pistola, lezioni di roping (un tipo di piccolo lazoo), passeggiate, massaggi, palestra, canoa, pesca nei fiumi.

L’atmosfera è molto calda, accogliente, informale, presto non vi sentirete in vacanza, ma avrete proprio l’impressione di essere parte della famiglia. Gli scenari che avrete l’occasione di vedere intorno al ranch e durante le escursioni a cavallo sono indescrivibili. Immensi spazi aperti, natura incontaminata, ruscelli e formazioni rocciose, silenzio e pace. Tutti hanno voglia e tempo di parlare, di raccontare, di darti consigli o aiutarti se hai bisogno di qualcosa. Il paesino più vicino al ranch è Shell (raggiungibile a piedi), ha 50 abitanti e non c’è niente altro che un piccolo bar-ristorante: l’Antler Inn. E’ molto caratteristico, modesto e alquanto “rustico” – come del resto i suoi abituali avventori – ma non lasciatevi impressionare, sono tutti gentilissimi e simpatici. Le pareti sono ricoperte di fotografie delle battute di caccia, cervi, alci, orsi, leoni di montagna, coyote. Qui potete acquistare anche teste di animali imbalsamate e corna di alce. La pizza e’ buonissima, sottile e croccante come in Italia (quasi), birra gelata, cacciagione, hamburger. Vi consiglio di assaggiare l’alce, e’ carne molto tenera e magrissima. Dalle 17 in poi troverete tutti i “personaggi” di Shell, pronti a raccontarvi le loro storie, mostrarvi i loro trofei o a farsi una foto con voi.

Con le Big Horn Mountains come un quadro sullo sfondo della sala da pranzo, ci accingiamo a fare colazione. Arriviamo tutti puntuali alle 7.30 pronti per la prima giornata di lavoro.

Questa mattina la passeremo al maneggio per conoscere i wrangler che ci seguiranno durante la settimana, ricevere tutte le informazioni utili e soprattutto per incontrare il cavallo che ci è stato assegnato.

I wrangler assegneranno a ciascuno di noi l’attrezzatura necessaria, il posto nella selleria, e il cavallo che sarà nostro per tutto il soggiorno. Cavallo e cavaliere vengono abbinati in base all’esperienza del cavaliere e alle sue capacità equestri, al carattere del cavallo, al tipo di lavoro che si vuol fare.

Siamo in sei coppie più i membri della famiglia Flitner, i proprietari del ranch.

Mi diverto ad osservare le persone mentre mangio una fetta di ananas e cerco di evitare che il mio sguardo si soffermi sui piatti altrui causandomi pericolose impennate del tasso glicemico.

Vicino a me siede Bertrand, un chirurgo di Parigi, un quarantenne molto francese, vestito in perfetta tenuta da polo, ovviamente Ralph Lauren, per venire a spostare le mandrie nel west.

Sempre i soliti i francesi: al posto sbagliato, nel momento sbagliato, con l’abbigliamento sbagliato.

Dà l’impressione di aver deciso di fare il chirurgo dopo essere stato costretto, per incapacità, ad accantonare le sue vere aspirazioni da velista.

Il nostro Pitanguy è un tipo silenzioso ma parte in quarta ogni volta che sente parlare di barche. Sa tutto! Conosce i cantieri, i modelli in produzione, le prestazioni, gli allestimenti.

E ovviamente adora i motoscafi Riva.

Je adore Aquarama’! – Dice con aria sognante e quell’accento da parrucchiere gay.

Francoise, la moglie, dice che vorrebbe un cavallo tutto bianco.

Un cavallo tutto bianco?

Ma ha visto la pubblicità del Badedas da piccola? L’hanno trasmessa anche in Francia?

E perché mai “tutto bianco”?

Razza di principessa razzista che non sei altro?

Donald si muove come un bradipo e parla con pause di 15 minuti scandendo le parole come il papa tedesco che parla italiano al balcone di San Pietro nell’omelia ai fedeli.

Guarda con infinito amore una video camerina digitale così piccola che sembra quella che ti infilano da qualche parte per farti la gastroscopia. Deve essere l’ultimo dei suoi giocattoli.

E’ uno di quei medici luminari texani che lavora nel centro di oncologia di un ospedale per miliardari che credono che cancro venga solo a loro.

Sua moglie Liza avrà una sessantina di anni e si presenta in tenuta da piccola cow-girl rosa confetto. Non posso guardarla direttamente, anche se ce l’ho esattamente di fronte, perché lo sfolgorio dei suoi gioielli potrebbe causarmi danni irreversibili alla retina.

Così la scruto di traverso: tra anelli, orecchini, braccialetti e orologio avrà addosso più o meno il valore del prodotto interno lordo dello Zimbawe.

Dice che non ha mai avuto “buoni rapporti” con i cavalli, anzi dice esattamente che tra lei e i cavalli i rapporti sono sempre stati “ambiguous”.

Rapporti ambigui con i cavalli?

Ci penso un po’ su.

Mi viene in mente chissà perché Cicciolina.

Ma Liza mi spiega che da un lato è attratta dai cavalli, da un lato ne ha timore, non si sente a suo agio, non si sente sicura.

Ahhhhhhh… adesso è più chiaro!

Ebbene, finiremo questa settimana abbracciandoci tutti con le lacrime agli occhi promettendo di scriverci.

La sera stessa, andiamo tutti insieme da Dirty Annie’s, un locale che sorge nel mezzo del nulla a mezz’ora di auto dal ranch. Spiegare cos’è o dare giudizi su Dirty Annie’s è difficile, non si riesce a rendere l’idea di cosa rappresenti, per un paesino che raggiunge a malapena i 50 abitanti. Di fatto è un locale molto rustico, piuttosto kitsch, che fa un pò da ristorante, da bar, supermercato, punto di incontro. La struttura è tutta di legno invecchiato dagli anni e dalle intemperie, sotto al portico dell’ingresso c’è qualche tavolo malandato e sedie con l’imbottitura strappata ma vi consiglio di sedervi qui con una birra fresca per godere il senso di libertà e di estrema semplicità della vita nel vero Far West. Vi assicuro che è una sensazione impagabile, stare seduti nel portico di Dirty Annie’s e lasciar spaziare lo sguardo verso le Big Horn Mountains all’orizzonte mentre davanti a voi sulla strada ogni mezz’ora passa uno di quegli enormi pick up o una Harley Davidson. Ai tavoli avrete la possibilità, specialmente la sera o nei giorni festivi, di incontrare interessanti personaggi locali: allevatori, wranglers, cowboys, anziani con le bretelle che masticano tabacco sempre disponibili a raccontarvi la loro storia o a darvi consigli e informazioni sulle zone circostanti. Non mancate di leggere i messaggi e gli annunci che la comunità locale lascia affissi sotto il portico esterno: capre disperse, cercasi fucile, vendesi cavallo che scalcia, cercasi moglie con cavallo e sella propri. Cose così. Ma sono reali e danno una meravigliosa immagine della vita semplice e “vera” che si vive qui.

Primo giorno a cavallo. Ramon è messicano ed è un vero uomo di cavalli, il classico tipo nato e cresciuto sulla sella che ti aspetti che salga e scenda da cavallo con un doppio carpiato. Gli occhi come due fessure osserva tutto con estrema attenzione da sotto la tesa del suo Stetson’. Resta in silenzio e non assume alcuna espressione. Il suo viso è impassibile, enigmatico, il suo sguardo è imperturbabile, sprizza carisma, autorità, sicurezza.

E’ l’archetipo del pistolero solitario: guardingo e fulmineo, occhi di ghiaccio e cuore d’oro. Un perfetto mix di azione e riflessione.

Seduto sul fence mi guarda. Per lui non esistono cavalli buoni o cattivi, giusti o sbagliati, si montano e basta. Anche la bestiaccia più bestiaccia che c’è. Eh già sembra facile, a lui!

Mi fa cenno di avvicinarmi al fence e mi sussurra lentamente scandendo le parole: “Non è mai esistito cavallo impossibile da cavalcare” “Né cavaliere impossibile da disarcionare!” – Sibilo io mentre mi riporto al centro del paddock.

Ramon indossa l’immancabile fazzoletto intorno al collo, di seta, nero con piccoli pois bianchi, camicia chiara, gilet nero, chaps e cappello.

E’ la classica tenuta da lavoro del cowboy in cui ogni indumento ha uno scopo ben preciso. Il fazzoletto di seta era adatto a mille usi: come straccio, imbevuto d’acqua, come laccio, nel caso di qualche ferita; come protezione, davanti al naso e alla bocca durante le tempeste di sabbia. Al museo di Cody ne abbiamo visto uno appartenuto a Buffalo Bill, di seta rosa a pois fucsia, più adatto al cowboy dei Village People che ad un pistolero. Credo che sia sopravvissuto fino a noi così ben conservato perché Buffalo non l’avrà certo indossato molto, secondo me proprio lo odiava, ma magari era un regalo di sua moglie.

Il cappello è indispensabile per riparare dal caldo e dal freddo, per trasportare l’acqua ed abbeverare il cavallo, per riparare dal sole durante un pisolino.

I cowboy non vanno da nessuna parte senza cappello.

L’unica volta che ho visto Ramon senza, durante una impegnativa partita a bigliardino, non l’ho riconosciuto!

Ma l’oggetto più caro al cowboy è la sella e spende anche la paga di un mese per comprarsela.

Quella di Ramon è su misura, realizzata a mano da un artigiano. Dietro ha un crocifisso ed è ornata con ricami, intarsi, cuciture e finiture in argento.

Qui sto scoprendo le persone, le emozioni vere, la vita vera e sto scoprendo anche una me stessa diversa. Sto imparando da tutto e da tutti, anche dai cavalli. Il rapporto con i cavalli è uno scambio, non è un pretendere. E anche questa è una bella lezione sulla vita: imparare a condividere, a dare e ricevere, a non credere che tutto sia dovuto. I cavalli ci insegnano a superare quell’ avidità di ricevere dall’esterno, di accampare pretese, di cercare spasmodicamente di colmare un vuoto, tutto ai nostri ritmi, ai nostri tempi, secondo i nostri bisogni.

The Hideout Lodge & Guest Ranch

3170 Road 40 1/2, Shell, WY 82441

Tel. +1 800-354-8637

www.thehideout.com

Irma Hotel

1192 Sheridan Ave., Cody, WY 82414

www.irmahotel.com

Antler Inn

119 Main Street, Shell, WY 82441

307 765 2073

www.facebook.com/…/Antler-Inn/1612048839

Proud Cut Saloon

1227 Sheridan Avenue, Cody, WY 82414

307 527 6905

Dirty Annie’s

1669 U.S. Highway 14, Shell, WY 82441

www.dirtyannies.com

Cody Night Rodeo

Cody, WY

www.codystampederodeo.com

Buffalo Bill Historical Center

720 Sheridan Ave, Cody, WY 82414

Tel. 307-587-4771

www.bbhc.org

Parco Nazionale di Yellowstone

www.yellowstonepark.com

Wayne’s Boot Shop

1250 Sheridan Ave, Cody, WY 82414 www.waynesbootshop.com



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