Volare a Vienna!

In senso metaforico, un week-and "mordi e fuggi" alla scoperta di una delle più belle capitali europee... Come in "volo" racconterò le impressioni del viaggio nei modi e nei limiti che il Turista fai da te ha a sua disposizione
Scritto da: ARMIC
volare a vienna!
Partenza il: 12/05/2019
Ritorno il: 15/05/2019
Viaggiatori: 6
Spesa: 500 €
Da alcuni anni racconto i miei viaggi, è un modo come l’altro per “fissare” Nella mente le immagini dei luoghi visitati e raccontarle. Amo cogliere le sensazioni e le caratteristiche della gente, confrontarle con la mia vita e il mio modo di pensare senza però giudicare. Così, ogni nuovo viaggio mi sembra diverso e incuriosisce la mia fantasia. Questo diario in particolare lo dedico a Grazia che non c’è più; l’eterna compagna di viaggi che con Enzo Menica e me, ha condiviso avventure luoghi e genti. Con lei continueremo a viaggiare. Antonia, che promette bene, si è unita a noi ricostituendo il quartetto dei “turisti fai da te” ed è pronta per nuovi itinerari e incontri.

Alcuni dei diari di ARMIC: Vacanze in Albania e Grecia 2012, Corsica in camper 2014, A zonzo per Budapest 2014, Toccata e fuga a Ventotene 2015, Polonia: storia, arte e natura 2017, Nonni in catamarano 2018

E-mail: michele_armenise@libero.it web: www.michelearmenise.it

“Volare a Vienna”, In senso metaforico, è un week-and “mordi e fuggi” alla scoperta di una delle più belle capitali europee. Come in “volo”, racconterò le impressioni del viaggio nei modi e nei limiti che il Turista fai da te ha a sua disposizione. Vienna è una città di oltre 1.800.000 abitanti su un’area 414 Kmq, un perimetro non molto ampio rispetto alle capitali europee come Roma, Parigi è uno dei nove stati federati austriaci (land) amministrata da un sindaco. La Repubblica dell’Austria è una democrazia parlamentare che oggi è guidata dal Partito popolare austriaco con la destra, ma che ha un Presidente della Repubblica appartenente ai verdi: c’è un po’ di tutto. Il minimo delle informazioni serve prima di partire aiuta a comprendere meglio la città e la sua popolazione anche sotto l’aspetto governativo e politico.

Perché andare a Vienna?

Tre sono i motivi: Vedere le capitali d’Europa, il costo accessibile del volo, il patrimonio artistico culturale. Sono un Sagittario, ogni opportunità è ideale per staccarmi dalla routine assieme alla moglie Menica anch’essa Sagittario. Queste brevi fughe, aiutano ad affrontare meglio, l’impegno di nonni e genitori, lo ribadisco in ogni mio diario. I voli Low – Cast da Bari verso le città europee diventano sempre più numerosi: diretti continentali e non, l’ultimo è il diretto Bari-Mosca. L’Europa è meta prioritaria, “volarla” anche brevemente, aiuta a comprendere l’epoca in cui viviamo. Sono un fervente sostenitore dell’Unione, credo nell’integrazione dei popoli europei delle loro culture delle loro aspettative. Sogno questa Europa per me, per i miei figli per i miei nipoti. Passiamo al secondo motivo (volo Low cast europeo): qui entra in ballo il mio amico Enzo, esperto tecnologico d’internet, prenota 250 euro a coppia, il volo diretto da Bari a Vienna, più un appartamentino appena fuori del centro storico sui 300 euro per tre notti per quattro persone. Fatti due conti siamo in quattro, 400 euro a coppia… si può fare. In ultimo, va studiato un minimo di programma, raccogliere e rinfrescare notizie sulla città, il presente e il suo passato. Ecco le origini di Vienna sin dai tempi degli antichi romani per poi arrivare alla capitale del sacro romano impero degli Asburgici, quindi la “favola” dell’imperatrice Sissi, per finire l’ultima Guerra mondiale… e non ultimo il nuovo lavoro di “Massimo” di cui parlerò in seguito.

Venerdì 12 Aprile: Il Volo

Dopo aver prenotato nei primi giorni di febbraio il volo diretto da Bari a Vienna, ci viene comunicato a marzo dalla compagnia wizz-air, la modifica della programmazione che prevede lo spostamento dell’orario della partenza dalle 16, 55 alle 20,55 con la possibilità di disdire o cambiare data se non avessimo accettato. Un piccolo inconveniente di poche ore che comporta lo spostamento della visita della Cattedrale di Santo Stefano dal pomeriggio all’indomani mattina, limitando ulteriormente le visite per il breve soggiorno Austriaco. Infatti, arriviamo a Vienna alle ventitré. Siamo in quattro: io, mia moglie Menica, Enzo e la compagna Antonia. Viaggio di andata tutto ok anche se rimango sempre più deluso per i tempi di volo: tra check-in passaggio bagagli e imbarco e volo, se tutto va bene senza ritardi o imprevisti, se ne vanno quasi quattro ore. L’aeroporto internazionale lo Schwechatè di Vienna, è grande e ben organizzato, dista circa 16 km. dal centro quindi preferiamo prendere un taxi per una fugace attraversata di notte (53 euro in totale).

L’alloggio: Dopo circa mezzora, arriviamo all’appartamento in via Hasenaversetrade, mi viene in mente il Presidente americano e la vittoria degli alleati sul Nazismo. La proprietaria Monika ci aspetta per consegnarci le chiavi, non parla l’italiano ma aiutandosi con google traslate ci fa vedere la casa, i vari posti dalle stoviglie agli arredi. Colpisce subito il piccolo giardino la scalinata caratteristica degli anni trenta arredato con mobili d’epoca stile vintage un parquet usurato coperto da grandi tappeti, in tutto 90 metri quadri con doppia esposizione con due stanze matrimoniali e servizi, più un salotto centrale e cucina. Siamo soddisfatti tutto sembra funzionare anche se datato. L’impressione è di tornare indietro nel tempo, mi ritorna in mente la Vienna del periodo antecedente al conflitto mondiale, dove una “certa persona” vagava tra i quartieri della città, tenendo sotto il braccio, i suoi disegni che non erano apprezzati. Mi chiedo: ma quei “professori” perché lo esclusero dall’accademia delle belle arti di Vienna? La storia del mondo sarebbe cambiata se solo avesse continuato a fare l’artista. Invece no, girovagando per le strade di Vienna aspettando il suo turno alla mensa dei poveri, maturò l’odio razziale contro gli ebrei e l’esaltazione della sua razza. Certo! parlo di Adolf Hitler, e l’Austria la sua patria ma anche la prima conquista germanica. Riprendiamoci: Monika, la proprietaria anch’essa è un po’ datata, occhi e capelli chiari, ci ha cortesemente accolti fuori orario per consegnarci le chiavi assieme alle “Palle di Mozart” caratteristici cioccolatini viennesi che simboleggiano il suo benvenuto.

Sabato 13 Aprile

Appuntamento con Zia Maria e Massimo, Cattedrale Santo Stefano, Il museo di Sissi, La festa del Vino.

Abbiamo dormito in due camere sotto caldi piumini, per Antonia qualche problemino: ha dovuto ricorrere ad antidolorifici perché il giorno prima ha subito una piccola incisione all’orecchio destro. Dimenticavo, ci sono due bagni uno con la “tazza” e l’altro con doccia e lavandino, manca il bidet ecco credo che un regolamento europeo sui “cessi” vada adottato (ovviamente scherzo, non sui servizi ma sui regolamenti talvolta inutili). L’appartamento è ben riscaldato, fuori il cielo è grigio e la temperatura è rigida ci sono quattro gradi. L’Austria è uno dei paesi europei che adotta l’euro, almeno in questo, ci sentiamo simili e poi lo spiegherò. L’impatto: Dopo le pillole mattutine, prendiamo un buon caffè italiano con la moka inseparabile di Enzo e poi pronti per la città. All’angolo troviamo il primo bar che ci capita così per rompere il ghiaccio entriamo e facciamo colazione con cornetti e cappuccino. Ci servono a tavolino, comprendendo bene l’italiano e il nostro strapazzato inglese, molto cortesemente ci indicano la fermata del 41, il trenino che ci porterà in centro. Al capolinea, incontriamo Zia Maria (la zia Enzo) e suo figlio Massimo che da tre mesi lavora e vive a Vienna in un’importante società che produce cavi per ascensori. Massimo ci farà da cicerone per la nostra visita. Ha più di cinquanta anni e pensa seriamente di trasferirsi per sempre a Vienna perché le condizioni di lavoro e il tenore di vita sono a lui congeniali. Mi accorgo nelle sue parole un senso di rancore misto a delusione nei confronti dell’Italia; a Milano, dove per anni ha lavorato in una ditta d’impianti elettrici è stato licenziato, dopo essere stato parecchio tempo alla ricerca di un’adeguata collocazione, finalmente l’ha trovata su internet e oggi dopo un breve colloquio lavora a Vienna. Non è il solo che mi ha parlato bene della sua sistemazione lavorativa, sono in molti gli italiani e gli stranieri che si sono trasferiti e lavorano in Austria, mi dicono che qui tutti pagano le tasse e sono regolarmente retribuiti con quindici mensilità. “Sembra” proprio di essere in una comunità dove l’integrazione (ero prevenuto) trova terreno fertile assieme alla vivibilità e l’organizzazione dei servizi pubblici e il buon livello retributivo. Massimo la nostra “guida” i turisti fai da te (zia Maria, Antonia, Enzo e Menica).

Cattedrale di Santo Stefano (Stephans – dom). È la prima cosa che di solito si visita quando si va a Vienna. Simbolo della città, è sorta su un’area fuori le mura del campo militare romano nel 4 secolo, utilizzata come cimitero per molti secoli, fino a quando l’imperatore Carlo VI nel 1732 abolì questo uso per motivi di Igiene. Il suo stile gotico-romanico la rende unica ed originale con la sua torre meridionale alta 137 metri, terminata nel 1433 dopo 74 anni. Costruita nel 1200, era una chiesa parrocchiale fu poi danneggiata da un incendio, e in parte ricostruita in forme geometriche prima nel coro poi nelle navate e terminata nella seconda metà del XVI secolo con la copertura del troncone della torre settentrionale. Vari rifacimenti nel periodo barocco nel tardo 800 con l’aggiunta degli altari delle navate che hanno comunque rispettato l’antico stile gotico. Molto grave furono i danni nei bombardamenti alleati nel 1945 che provocarono il crollo della volta della navata centrale, venne perduto il grande crocifisso, gli arredi gotici e barocchi. L’opera di ripristino si concluse nel 1957 con la ricollocazione della campana più grande d’Austria. All’interno tre navate, slanciate statue di santi sotto baldacchini gotici che popolano i pilastri ai quali si addossano altari barocchi. Mi ha colpito la tribuna, dove trova posto l’organo. C’è molto da dire e vedere specie nei sotterranei (kataKomben) con le varie cripte, da quelle degli appestati a quelle della nobiltà asburgica, purtroppo una lunga coda ha reso impossibile completare la visita.

Terminata la fugace visita alla Cattedrale, approfittiamo della nostra “guida personale” Massimo, e gli chiediamo di vedere il Danubio. Enzo ci tiene particolarmente, ieri notte ha chiesto informazioni alla tassista che passando sul ponte precisava che quello che avevamo visto è solo un canale. “la guida” conferma: il Danubio vero e proprio con le navi da Crociera che lo attraversano per tutta l’Europa è più a est, occorre prendere alcuni mezzi pubblici per arrivarci, assicura che ne vale la pena specie in estate o in primavera Inoltrata. Dal canale partono le navi che vanno a Bratislava. Anche qui come la cattedrale ci “accontenteremo”, per ora visiteremo solo il canale. Dal centro non ci vuole molto, vista dal ponte ed una sosta alla gelateria Castelletto (gestita da italiani). Ritornando indietro nel centro storico arriviamo alla piazza S. Michele, circonda le rovine vecchie di 2000 anni, circondata da carrozze d’epoca che ti portano in giro per il centro storico, è immersa tra palazzi famosi e la chiesa di san Michele di cui purtroppo non vedremo gli interni, comprese le catacombe, dove i cadaveri non vanno in putrefazione per una questione di ambientazione climatica interna. La chiesa oltre che essere la cappella privata degli Asburgo è famosa per il Requiem di Mozart dopo la sua morte. All’ingresso la statua di san Michele che uccide il Diavolo.

La Hofburg (palazzo reale). Dapprima fortificazione medioevale, fu ampliata poi dai re e imperatori austriaci come dimora reale. Oggi si estende per 2400 mq. Comprende 18 ali 19 cortili 2600 stanze, dove vi lavorano 5000 persone. È un complesso di palazzi barocchi, sede di musei è stata residenza Imperiale Asburgica, per oltre 640 anni. Dal 1918 diviene sede del Palamento Austriaco che segnò la fine della Monarchia Austro Ungarica. Oggi questo complesso è sede d’istituzioni governative. Qui risiede il Presidente della Repubblica Federale Austriaca. Entriamo nell’Hofburg dal portone che da piazza di San Michele, non lontano dalla cattedrale. Il cielo è sempre grigio mentre contrasta con il palazzo bianco della Reggia sormontato da una cupola di un verde turchese decorata in oro. Lo scenario è ottimo se lo si osserva dalla parte antistante alle rovine romane custodite all’interno della piazza. Entrando sulla destra la segreteria per accedere al museo delle Argenterie, gli appartamenti imperiali e il museo di Sissi. Il percorso con l’audio guida in italiano, è di 15 euro a persona. Nel museo delle Argenterie si trovano esposti 7000 pezzi dei 15000 che lo compongono. Dopo la prima guerra mondiale, il governo della casa imperiale fu sciolto e i tesori e i beni divennero proprietà della Repubblica Austriaca. Alcuni pezzi furono venduti, ma la maggior parte rimase custodita nella camera dell’argenteria e dei servizi e tuttora alcuni sono utilizzati nelle cerimonie di rappresentanza della Repubblica. Nelle vetrine ben esposte si trova vasellame della cucina, piatte stoviglie reali argentate e decorate in oro, vasi provenienti, dalla Cina dall’Italia, il centrotavola milanese lungo 30 metri abbaglia per decoro e sfarzo. Magnifici i servizi di porcellana delle varie epoche imperiali acquistate dai vari regnanti, una particolare attenzione meritano i tovaglioli imperiali che ancor oggi vengono ripiegati secondo un’arte domestica segretamente custodita da pochi maestri camerieri. Salendo al primo piano attraverso il sontuoso scalone imperiale si accede alle stanze dei reali. Ormai dopo le Argenterie siamo pervasi da quest’aria di corte. Certo che rimettere in ordine ciò che ho visto e raccontarlo brevemente non è semplice. Mi limiterò a descrivere il percorso e aiutandomi dalla guida per indicare sommariamente luoghi dove l’imperatore e l’imperatrice passavano le loro giornate. Anticipo Che Francesco Giuseppe ne esce come un impeccabile lavoratore, considerate la mole delle sue udienze e delle pratiche a cui non si sottraeva, ed ecco entrare nella’anticamera della sala delle udienze che utilizzava due volte alla settimana , la sala delle udienze dove riceveva in piedi davanti al leggio circa 100 richiedenti al giorno di solito per pochi minuti tutti e due in piedi, la sala delle conferenze che lui utilizzava quando incontrava i suoi ministri, il suo studio, dove già alle quattro di mattina incominciava a sbrigare le sue pratiche mentre il suo cameriere gli serviva verso le 6 la sua prima colazione. Poi si passa nella sua personale stanza da letto, dove dormiva “solo” in un letto molto sobrio con un inginocchiatoio dove recitava le preghiere al mattino e alla sera. Continuando si attraversa Il grande salone, dove riceveva i suoi familiari, il piccolo salone che fungeva da stanza da fumo. Seguendo la Camera di Sissi, la sala della toilette e la sua palestra.

Vienna, l’ho sempre abbinata al suo Congresso nel 1815 dopo la disfatta di Napoleone Bonaparte, dove si configurarono gli attuali stati europei e al mito della principessina Sissi, più volta raccontata al cinema nella magica interpretazione di Romy Schneider. Qui a Vienna ci sanno fare: pubblicizzano al massimo l’imperatrice, le palle di Mozart e i quadri di Klimt. Conoscerò meglio la personalità complessa di questa principessa attraverso Il percorso museale a lei dedicato. “Bella l’imperatrice”, specie quando è ritratta, rende un po’ meno in fotografia. Si contraddistingue per i suoi lunghi capelli e il suo “vitino”. Un fisico invidiabile (nonostante i suoi quattro figli), si curava quasi esasperatamente con diete e ginnastica. Donna amante della poesia, dello sport, dei cavalli, e dei viaggi, mal conciliava la rigorosa vita di corte, con il suo carattere. La principessa dalla sua “Baviera spensierata” va a vivere a Vienna accanto all’imperatore Francesco Giuseppe che la preferì alla sorella designata. La bella principessa divenuta imperatrice d’Austria e Ungheria non è incline al protocollo e alla rigidità monarca imposta dalla suocera Sofia, appena può, lascia la corte per viaggiare: le sue mete preferite Grecia, Spagna, Italia. Li chiama viaggi di salute che alleviavano la sua tristezza, specie dopo la perdita della sua prima figlia Sofia e il terzo figlio Rodolfo, morto suicida con la sua giovane amante. L’audio guida in italiano fornisce le notizie necessarie a commentare un percorso visivo, una scenografia dove trovano posto oltre 300 effetti personali (ombrelli, abiti, guanti, ventagli) copie degli abiti, quello da sposa e da nubile, e copia dei gioielli della corona imperiale oltre ai dipinti che la ritraggono. Il percorso mostra il mito della principessa amplificato dalla sua uccisione da parte di un anarchico italiano. Usciti dal museo, passiamo subito dalla cultura alla “fame”: andiamo alla ricerca di un ristorante di tipica cucina austriaca, Massimo ci indica il Lugeck della famiglia Figlumuller rinomato per la sua cotoletta e la sua birra. Si trova nei pressi della chiesa di Santo Stefano se non erro. All’ingresso c’è la fila, dobbiamo andare al piano superiore e non stare più di due ore perché i tavoli sono già prenotati. La cotoletta viennese è servita con le patate in agrodolce. Rigorosamente sottile, nella versione tradizionale è di vitello e ha un peso minimo di 250 grammi sporge dal piatto ed è accompagnata da una salsetta. Menica prenderà invece un gulasch. Terminato il pranzo, una passeggiata in centro per fare i primi acquisti perché il pomeriggio i negozi sono aperti fino alle 18. Ci dirigiamo verso il Comune che è in fase di restauro, i palazzi sono tenuti benissimo e ciò è dovuto alla continua pulizia dello smog che è eseguita costantemente all’esterno. Antistante, una piazza dove alloggiano bancarelle che oggi propongono l’assaggio dei vini. È festa per i giovani viennesi, che con calici di vetro assaggiano al prezzo di circa 2,50 i vini esposti. L’euforia invade l’aria ed è bello vedere questa gioventù apparentemente seria e composta liberarsi con gioia in questo evento. Stamattina siamo rimasti un po’ perplessi quando abbiamo preso il trenino per il centro, avevamo difficoltà a trovare spiccioli per i biglietti, ognuno di noi paga per la corsa 2,80 euro, forse un po’ troppo. Massimo ci consiglia l’utilizzo di una card per ventiquattro ore perché ormai sono circa le venti e certamente sarà sufficiente per rientrare domani all’appartamento. E così, acquistiamo le quattro card al costo di 8 euro ciascuna, che incominceremo subito a utilizzare perché oltre ad essere un po’ stanchi, dovremo andare verso un ristorante pizzeria napoletana che conosce bene la nostra “guida”. Una cosa va detta, i mezzi pubblici sono molto puntuali ed efficienti, la maggior parte dei viennesi li usa sostituendo le auto, ciò rende il centro della città vivibile a piedi e in bicicletta. Cena in Pizzeria “La Spiga”. Grande affabilità del padrone e del cameriere (sostengono di essere i migliori pizzaioli a Vienna), il locale è pieno e la pizza sembra buona. Il cameriere, uno studente universitario napoletano convince Menica a prendere una pizza con le alici crude… Non avrà successo. Il giovane racconta di sé e del suo lavoro che è ben considerato e retribuito.

È tardi, e attendiamo all’uscita il trenino per il rientro. È il famoso 71 che ci porterà al capolinea del 41 che a sua volta ci porterà all’appartamento. Con noi sale la gioventù, ragazzi e ragazze che giocano e ridono allegramente con le loro coppe di vino semivuote (provengono tutti dalla festa degli assaggi dei vini.)

Domenica 14 aprile

I giardini e le farfalle a colazione (Schmetterlinghause- Palmeuhause). È un modo di dire, Massimo e zia Maria ci aspettano nuovamente al capolinea del 41 per fare colazione in un altro posto caratteristico di Vienna “la nostra guida ci vuole sbalordire”. Purtroppo la giornata è fredda siamo sui 5-6 gradi una pioggerellina insistente fa capolino. Dopo i soliti trenini arriviamo in centro e andiamo verso Hofburg (residenza dei reali), scendiamo dal tram lungo la Rimostrasse uno dei viali più belli d’Europa. Entriamo nei giardini del parco di Burghegarten, dove l’imperatore Francesco Giuseppe fece costruire la sua serra e la casa delle farfalle. Tutto in rigoroso stile liberty all’interno tra piante tropicali volano libere centinaia e centinaia di farfalle di ogni specie e colore. Migliaia di farfalle in libertà immerse in una vera e propria foresta fluviale tropicale nel centro della città. All’interno oltre alla biglietteria (euro 7 a persona) si può fare shopping, accanto ad un grande caffè ristorante, con unabalconata piena di tavolini vuoti (perché pive) che danno direttamente sul parco che nei suoi viali offre panchine, laghetti con papere e monumenti. Dopo la visita alle farfalleè obbligo la colazione al “palmerhaus”. Il ristorante è super affollato, non trovando posto ai tavoli e ci accontenteremo di una fugace colazione al “bancone”.

I Viennesi dedicano molta attenzione al verde molti i parchi e non solo ogni occasione è buona per trasformare il terreno in aiuola o per decorare gli stessi locali. Non ci perdiamo d’animo abbiamo un conto in sospeso con il tesoro imperiale, che si trova all’interno dei palazzi della reggia, dove siamo distratti dall’auto d’epoca che nell’androne ci aspetta per farci fare un giro in centro attorno alla Ringstrasse per quarantacinque minuti al prezzo di 90 euro. Presto fatto lasciamo l’ingresso del museo per riposarci seduti all’aperto nella nostra decapottabile, alla faccia del freddo e della pioggia. Siamo gli unici a girare in queste condizioni. Un audio guida in italiano ci commenta il tragitto. Non ricordo in maniera dettagliata il percorso so che siamo passati davanti ai più bei palazzi di Vienna i suoi musei, l’opera di stato, il parlamento, alla casa dove visse Beethoven, a quella di Mozart fino ad arrivare al quartiere ebraico. È l’ora di pranzo e dobbiamo dire arrivederci alla visita al tesoro imperiale. Mi riservo di ritornare a Vienna con più calma e senza mangiare troppo. Prendiamo il tram e arriviamo a un ristorante che servirà gli ormai famosi spaghetti al nostro Enzo, e alla sua compagna Atonia. Terminato il pranzo, una bella passeggiata tra i negozi di souvenir del centro per poi fermarci lungo la strada che porta alla colonna della Peste. Una via con le “grandi firme” con panchine e caffè. Ci fermiamo nel Julius Meinl e poi ci godiamo sulla panchina il passeggio Viennese. Nel 1679 vi fu la grande epidemia che colpì Vienna con decine di migliaia di morti. L’imperatore di allora Leopoldo 1 promise solennemente che alla fine dell’epidemia avrebbe fatto erigere un monumento che ricordasse il triste evento. Eseguito da vari artisti, l’opera fu completata circa 15 anni dopo, in stile barocco con un ricco piedistallo rappresenta una serie di personaggi tra cui una vecchia che precipita nell’abisso.

Dobbiamo rientrare prima della scadenza delle card 24 ore, ci fermeremo tutti e sei nel nostro appartamento ci metteremo un po’ in ordine per poi finire tanto per cambiare in un ristorante che ci ha consigliato la padrona di fronte al nostro alloggio in uno dei tanti parchi. Il Meirei Diglas, così si chiama questo ristorante chiude la sua cucina alle 21,00 prendiamo veloci un gulasch ciascuno, e un dolce. Scambio di opinioni con il cameriere che è anch’esso napoletano, e ci ripete la stessa storia in merito alla vivibilità di Vienna e al suo salario. Oltretutto se non gli piace un posto o un padrone LUI cambia subito ristorante, senza problemi. Un po’ delusi per il prezzo ci sembra un po’ caro rispetto a ciò che abbiamo preso e considerato il luogo fuori centro. 6 persone 132 euro). Ci salutiamo affettuosamente con zia Maria e Massimo.

Lunedì 15 aprile

Rientro a Bari. La padrona ci ha prenotato alle 9,00 un taxi, che arriverà puntuale. Un saluto con la proprietaria scambio di palline di Mozart, molto gentile (una piccola segnalazione questo taxi è senza tassametro e alla fine ci chiede 35 euro venti in meno senza ricevuta) … mi viene il sospetto: vuoi vedere che anche a Vienna ci sono i furbetti come qui da noi????? E via nell’aeroporto a fare file ai bagagli, e perquisizioni varie all’imbarco. Attenzione!!!!!!! fate colazione prima di arrivare in aeroporto, qui tutto è caro specie la bottiglietta di minerale da mezzo litro costa parecchio 3,60 euro. Viaggio di ritorno in aereo tutto ok tra nuvole e schiarite dove credo di intravedere le isole croate.

Pro: Cordialità e ospitalità nei ristoranti, mezzi pubblici efficientissimi, non serve l’auto. Grande cura dei giardini e aiuole. Buon appartamento anche se datato.

Contro: I costi nei bar e nei ristoranti “carucci” rispetto ai nostri. I negozi chiudono troppo presto alle 18.00. L’acqua minerale costa, (vogliono dissuadere l’uso della plastica ok), allora consiglierei la bottiglia di vetro come una volta l’Importante che costi di meno. Qualche pecca per i taxi abusivi… ma è stato un peccato veniale tutto sommato.

Considerazioni finali

Come già anticipato, è stata fugace visita “un volo d’angelo su Vienna” un modo come l’altro per rinverdire un po’ di storia e percepire gli umori di questa Europa, non molto differente nelle capitali ma che probabilmente risente di qualche recriminazione nelle zone interne. Alcuni consigli per i “fai da te”: cercate di visitare Vienna in giugno o addirittura in luglio in un periodo mite, per la durata se potete almeno sette giorni. Utilizzate anche i chioschetti che vendono di tutto dai crafen, agli hamburger alle patate fritte, limitate allo stretto necessario i ristoranti, perché oltre ad essere” carucci”, tolgono tempo alle visite. Munitevi di card per viaggiare con i mezzi pubblici e trovatevi un appartamentino in centro se siete quattro amiconi e possibilmente chiamate MASSIMO, guida insuperabile.

Costi:

Volo con prenotazione on line 125 a testa A/R bari Vienna-Vienna Bari

Alloggio per quattro posti letto e più 75 a testa per tre notti

Taxi e biglietti bus 32 a testa

Ingresso Sissi 15 euro a testa

Ingresso farfalle 8 euro a testa

Auto antica tour 15 euro a testa

Ristoranti caffè e dolci 130 a testa

Totale 400 euro a testa

Saluti da ARMIC



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