Avventure africane

Un lungo viaggio per scoprire dune spettacolari e deserti sconfinati a bordo di 4x4, parchi e villaggi, imponenti cascate e città
Scritto da: Il_rosso
avventure africane
Partenza il: 20/07/2018
Ritorno il: 12/08/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €

Sud Africa – Namibia – Botswana e Cascate Victoria

9500 km on the road in 24 giorni!

1 giorno: 20 luglio

Tutto pronto 🙂 ci alziamo alle 3:00 di mattina per raggiungere l’aeroporto alle 4:30 circa. Tutto sembra seguire il giusto ordine… e invece no! Dopo avere fatto una lunga fila per imbarcare i bagagli, ci dicono (a poco dalla partenza) che la nostra prenotazione non esiste. PANICO, PAURA! Subito le corse per biglietterie e telefonate varie e per il rotto della cuffia (come dice Roberto) ci fanno partire (secondo me gli abbiamo fatto tenerezza!). Primo volo per Roma Fiumicino, il secondo con check-in online verso Addis Ababa dove trascorreremo le successive 6 ore circa in attesa del terzo volo per Johannesburg. Speriamo che i bagagli abbiano avuto la nostra stessa fortuna!

2 giorno: 21 luglio

Ore 4.30 di mattina dopo circa 5 ore di volo arriviamo a Johannesburg e qui ciò che nella nostra testa era solo una possibilità, diventa la realtà. I nostri bagagli Puff! Non si sa bene dove siano finiti. Fatte le dovute denunce, secondo cui ci dicono che le valigie dovrebbero arrivare in serata e che le spediranno direttamente loro a Cradock (nostra prossima meta) iniziamo la trafila per prendere l’auto che ci accompagnerà per i prossimi 21 giorni, che da adesso in poi chiameremo “Contromano”, vi starete chiedendo il perché, presto lo scoprirete.. Dopo avere ottenuto i documenti per attraversare Namibia e Botswana e aver ricordato ai tizi dei bagagli di non scordarsi di noi, ecco che ci troviamo davanti il fatidico volante a destra e il maledetto cambio automatico che dopo 10 min capiamo come funziona… “D” e si va!! 800 km di strade dritte verso il SUD del mondo, siamo in Africa, anche se le strade dicono il contrario, perfette, asfaltate e diritte! Ecco, però, che ad un certo punto un puntino davanti a noi, ci fa strabuzzare gli occhi perché in pochi metri diventa un auto.. in autostrada. CONTROMANO! GIRAAAAAA! Fiiiiuuuu per un soffio! Da lì in poi i nostri occhi sono ATTENTI e iniziamo a dare la precedenza pure ai moscerini… dopo qualche ora ci tranquillizziamo di nuovo e ricominciamo a camminare… forse un po’ troppo. Infatti… tac e vediamo una pattuglia che da lontano ci fa segno di accostare. Azz! limite 120 e andavamo a 140. Temendo il peggio (data la giornata fortunata) inizio ad informarmi sul danno. 60 R (circa 5 euro).

3 giorno: 22 Luglio

Ci risvegliamo con gli stessi vestiti da 3 giorni (ormai ci dormiamo anche, troppo affezionati!). Colazione flash e via verso il primo Safari al Mountain Zebra Park a 10 minuti di strada da Cradock! Superato il controllo si entra in un mondo contornato di zebre, wildbeast, springbok, scimmie, antilopi e gazzelle. Iniziamo il nostro primo giro facendo a gara a chi ne vede di più, l’ambiente e i suoi colori non ti permettono di avvistarli facilmente, ma siamo stati bravissimi, occhi aperti e vista aguzza. Il paesaggio cambia da desertico a savana con delle bellissime montagne di roccia e sentieri da percorrere in macchina (non si può scendere ovviamente!) che attraversano tutto il parco (anche solo per fuoristrada 4*4 che Roberto voleva fare ma che non potevamo!). Pranzo con carne squisita dolce e caffè, per non farci mancare nulla, tutto ad un prezzo ottimo. Decidiamo di fare un ultimo giro nella speranza di vedere i famosi predatori, ma niente. Ci consoliamo con struzzi, volpi del deserto e scoiattoli di terra a cui abbiamo offerto il pranzo. Usciamo dal parco direzione Port Elizabeth. Arrivati al Pine Lodge iniziamo a sentire il rumore dell’oceano, ma è notte e non vediamo nulla. Alla reception chiediamo dei nostri bagagli ma ancora niente, e qui entra in gioco Michael, un angelo custode, che ci aiuterà a ritrovarli. Esausti andiamo a dormire.

4 giorno: 23 luglio

Questo sarà un grande giorno! Infatti alla reception troviamo il primo dei 2 bagagli e Michael ci comunica che il secondo è in arrivo. I nostri programmi dovranno cambiare, e invece del kayak allo Storm River ci ritroviamo su una spiaggia deserta ad ascoltare il rumore dell’oceano. Foto e raccolta di conchiglie, andiamo a vedere alcuni pinguini e uccelli della zona in una struttura per la salvaguardia degli animali. A pranzo un panino e ci dirigiamo verso l’aeroporto per ritirare il secondo bagaglio. Finalmente con tutti i vestiti a seguito, riusciamo ad entrare allo Tsitsikamma National Park quasi al tramonto, ci godiamo una passeggiata lungo le passerelle tra i boschi fino ad un lungo ponte sospeso sullo Storm River (ci siamo accorti che sarebbe stato bello fare kayak tra queste gole!). Ci dedichiamo un attimo di relax con birretta sotto la luna con vista panoramica sull’oceano, per poi ripartire verso Kysna.

5 giorno: 24 luglio

E anche stamattina sveglia presto o meglio è suonata soltanto, noi abbiamo continuato a dormire! Usciamo in fretta nella speranza di potere fare kayak almeno oggi (evidentemente nel nostro disegno divino però non è previsto farlo). Cerchiamo questo punto di cui avevamo letto ma dopo diverse stradine e indicazioni e sterrati e fango… chiuso! Un’insegna di una fattoria dove poter fare colazione coglie la nostra attenzione, così tra odori di “compost” e versi strani dei maiali, ci ritroviamo a bere una tazza di latte e caffè. Non ci lasciamo abbattere, ma partiamo verso Cango Caves lungo la N2 con fermata a Buffels Bay, spiaggia incredibile col le onde dell’oceano che si infrangono sulle rocce, ville con la vera ocean view e tanto silenzio. Qui cerchiamo di fare video in volo con il drone, peccato che i gabbiani non abbiano gradito l’idea e dopo diversi attacchi ci rimettiamo in macchina. Per arrivare alla grotta c’è un po’ di strada durante la quale si susseguono paesaggi vari, dalla terra rossa desertica ai campi coltivati con la gente che si sposta camminando a bordo strada. Ma riusciamo ad arrivare in tempo per il tour delle 13:30. La grotta si apre con dei corridoi e meravigliose stanze costellate da stalattiti e stalagmiti alcuni datate più di 500000 anni… Tale bellezza non fa presagire ciò che ci aspetta da lì a poco. Finito il “normale” tour inizia la parte adventure (e qui sono cazzi!) con strettoie e sali scendi molto scivolosi, al limite del passaggio… Momenti di panico quando difronte alla ciminiera del demonio (nome che dice tutto) decido quasi di tornare indietro. Fortunatamente il percorso viene facilitato (si fa per dire!) da Roberto che con la sua testardaggine porta con se lo zaino nella parte più difficile, rischiando più volte di rimanere incastrati. Il tour da 90 minuti si conclude e dopo queste fatiche ci premiamo con un buon filetto di struzzo, una novità per entrambi. Ripartiamo e lungo la strada ci fermiamo in un Rance dove potremo vedere da vicino coccodrilli, lemuri, istrici, ghepardi, tigri, serpenti e… U LIUNI, vi assicuro un’emozione! Ci accorgiamo che è tardi e ci aspettano 365km per Ganbaai in notturna.

6 giorno: 25 luglio

Sveglia adrelinalinica perché oggi vedremo gli squali bianchi! Cinzia è felice… scendiamo di casa verso le 8 e arrivati all’agenzia white shark diving dopo una breve colazione seguita dal briefing sui pericoli, si sale sulla barca alla volta di shark island! Cinzia è sempre più felice… durante la traversata, facciamo a gara con alcuni gabbiani che per un pesciolino quasi si fanno accarezzare in volo. Finalmente buttiamo l’ancora e la “gabbia” in mare aperto e ci prepariamo alla nostra esperienza. Cinzia salta di gioia… dopo i primi temerari, finalmente è il nostro turno, indossate le mute ci fanno entrare nella gabbia, l’acqua dell’oceano è freddo e le onde alte ti fanno bere un po’ d’acqua (che scopriamo essere poco salata), i ragazzi dalla barca iniziano a lanciare in mare delle teste di pesce e una sagoma di pinguino, tantissimi piccoli pesci intorno a noi fanno spuntino, ma ecco che sentiamo alcune urla da sopra “from the leeeffffttttt! Deeep! SHARKKK” e tutti ci immergiamo nella gabbia… eccolo di fronte a noi, uno squalo bianco di circa 4mt che inizia la sua danza predatrice di fronte ai nostri strabuzzati occhi. Lo perdiamo di vista ma dal nulla riappare, il tempo di un respiro e ci riimmergiamo per vedere i suoi occhi neri che curiosi ti scrutano in cerca di cibo. Il tutto dura diversi minuti in cui riusciamo a vedere più di 3 squali bianchi di diversa grandezza. Dopo qualche ora si rientra alla base con tanta emozione ed adrenalina in corpo, accompagnati da un po’ di mal di mare (che ci dicono si possa alleviare con i leccalecca), breve pranzo offerto da loro e di nuovo su un altra barca questa volta tutto più tranquillo, andiamo ad avvistare le balene! Riusciamo a vederne almeno una decina, alcune anche a pochissima distanza, lo spettacolo più bello è quando, da lontano, una di loro salta e ci mostra tutta la sua grandezza “impressionante”, durante il viaggio foche, pinguini e cormorani allietano il nostro rientro. Finalmente terra, andiamo a riposarci un po’ dopo tutte queste avventure e nella serata ci regaliamo una cenetta da blue goose, un bel ristorantino dove ordiniamo dell’ottimo pesce (Line fish), calamari e tanti gamberoni del Mozambico (che essendo noi in sud Africa avranno fatto tanta strada) contornato da un buon bicchiere di vino bianco locale tutto squisito e il conto ottimo rispetto ai piatti ordinati.

Finita la cena, ultima visita a Danger point per fare qualche foto al faro e via a letto per riposarci dopo questa lunga giornata.

7 giorno: 26 luglio

Sveglia a Gansbaai direzione Cape Town, prima tappa Table Mountain con la sua funicolare… chiusa! Ebbene sì, arrivati su con grande felicità, ci dicono che è chiusa per lavori fino ad agosto. Cambio rotta su Signal Hill, un altro punto panoramico dal quale ammirare il famoso distretto di Waterfront, le montagne che circondano la città e l’oceano che la bagna. Insomma, uno spettacolo di vista! Scendiamo verso il centro città per una passeggiata nei Garden’s Company, dei giardini con tanti scoiattoli, una parte dei mercati e il castello. Qui vicino mangiamo un panino al volo per poi dirigerci verso Kirstenbosh, un giardino botanico fantastico, tanti viali circondati da bellissime piante di numerose specie diverse, per non perderci il tramonto sulla spiaggia di Camps Bay finiamo il giro all’orto botanico e di nuovo in macchina. Ma dato il traffico a cui ci eravamo disabituati ci perdiamo il bacio del sole con l’oceano per pochi minuti, facciamo comunque qualche foto alla bellissima spiaggia, aperitivo romantico vista mare e via verso casa.. peccato che Booking non ci aveva avvertito del cambio alloggio, fortuna che con qualche chiamata riusciamo a risolvere.

8 giorno: 27 luglio

Il pensiero di rivedere i pinguini da vicino ci fa aprire gli occhi molto presto, direzione Boulder’s beach, una splendida spiaggia dove vive una comunità di pinguini del Sudafrica che tramite una passerella di legno, vedi proprio da vicino. E qui si rimane affascinati da questa specie di animali, tranquilli nel loro ambiente accudiscono i propri piccoli, fanno il bagno, scavano tane e litigano per amore. La visita prevede anche la vista di uccelli colorati, bruchi giganti e dei roditori enormi. Ci rimettiamo in macchina verso il Parco Nazionale di Capo di Buona Speranza dove si trovano due fari: Cape Point e Dias Point (posizionato proprio sulla punta di Capo di Buona Speranza). Qui si possono ammirare la bellezza delle scogliere a picco sul mare, il fascino di questi fari sull’oceano, e le Table Mountain da lontano circondate da soffici nuvole..panorama da non perdersi assolutamente!! Piccola nota negativa. Roby fa volare il drone in una NO DRONE ZONE e viene fermato dalla sicurezza, intimandogli di fermare il drone perché vietato incorrendo in una multa o sequestro. Riusciamo a risolvere anche questa volta con l’utilizzo della famosa corruzione africana..30€ bastano a far dimenticare l’accaduto e andare via! Continuiamo il nostro giro verso Champan’s Peak Road, una delle strada più belle al mondo attraverso le scogliere e l’oceano dove potersi godere uno splendido tramonto. Troviamo un ottimo punto dove aspettare il calar del sole sul mare per poi mangiare qualcosa in un risto-pub prima di fare ritorno a casa. Ma durante la strada di ritorno ci accorgiamo della luna e dell’eclissi (che si preannunciava da tempo) così saliamo a Signal Hill per non perderci l’evento e lì troviamo praticamente tutti gli abitanti di Città del Capo (una fila di macchine infinita pronti a fotografare la “luna rossa”!).

9 giorno: 28 luglio

Prima di lasciare Città del Capo visitiamo al mattino presto il distretto di Waterfront, la zona del porto turistico, molto elegante e lussuosa con boutique hotel e ristoranti. Qui consumiamo un’ottima colazione e facciamo una passeggiata per poi dedicarci a qualche acquisto, compresi i sacchi a pelo in vista dei 0* notturni della Namibia, la nostra prossima meta. Ci aspettano infatti 600 lunghi km per arrivare a Springbok. Decidiamo di visitare il favoloso (così dice la lonely planet) parco nazionale del cederberg, che dista circa 200 km da Città del Capo, ci addentriamo tra alcune strade sterrate alla ricerca di qualcosa di bello da vedere. Ci aspettavamo distese di fiori e invece il nulla. Sarà che è inverno e i fiori sbocciano in primavera. Cinzia è arrabbiata, ma quando non lo è… io con la vista cerco il leopardo di montagna che dicono viva qui, ma sicuramente non dove siamo passati noi. Arriviamo ad Algeria, dove si prendono i permessi per eventuali trekking che per il poco tempo non riusciamo a fare (Minimo 3 ore) quindi con le pive nel sacco torniamo indietro verso la N7, con l’occasione ci fermiamo in una fattoria vicino Clanwilliam dove pranziamo con collo di agnello contornato da purè di patate e mele cotogne, una squisitezza! Si riprende la strada verso Springbok, altri 300 km alla metà. Subito prima di arrivare alla cittadina il tom tom ci segnala di girare a dx, ma la strada non c’è più. Una trazzera sterrata ci fa pensare al peggio, ma arrivati a destinazione ci accoglie nel buio più totale una vecchina stile inglese tutta premurosa, che ci accompagna al nostro alloggio, una bellissima casetta nel nulla, ma con tutti i comfort! Peccato solo per la luna piena se no avremmo visto milioni di miliardi di stelle!

10 giorno: 29 luglio

Sveglia di buonora! Per le 8.00 siamo già in viaggio, colazione abbondante da Wimpy a Springbok, compriamo anche qualche genere alimentare, tanto per avere scorte prima di entrare in Namibia e si va verso la frontiera che dista qualche ora. Arrivati alla dogana qualche timbro e scartoffie da compilare, sia dalla parte sudafricana sia da quella namibiana, impieghiamo circa mezz’oretta buona, ma tutto è a posto! Il nostro viaggio può proseguire, si aprono le porte della Namibia! Il paesaggio cambia gradualmente, siamo nel nulla, qualche collina all’orizzonte, per il resto chilometri quadrati di vastità e natura incontaminata, la strada ancora è asfaltata, ma siamo ancora sulla B e a breve passeremo alla C (sterrata buona) e alla D (sterrata bruuutta), ma la nostra fida “Contromano” regge bene! La destinazione è l’Ai-Ais resort primo campeggio, dove testeremo i nostri nuovi sacchi a pelo e la tenda. Arrivati montiamo subito la tenda, una birretta e si va verso il famoso Fish River Canyon, il 2nd più profondo del mondo, la strada è tutta sterrata, ma penso che da adesso in poi sarà sempre così… arriviamo al viewpoint ed è uno SPETTACOLO, la terra sembra diventare un serpente, che sinuoso si interseca al suo interno, la natura come sempre ci regala grandi emozioni! Siamo in tempo per goderci un tramonto memorabile! All’imbrunire riprendiamo la via del ritorno, e scopriamo che di notte non si vede sul serio nulla! Ma con un pizzico di attenzione in più, anche per gli Springbok che attraversano la strada, riusciamo sotto un cielo ricolmo di stelle ad arrivare al camping sani e salvi.

11 giorno: 30 luglio

L’esperienza primo campeggio non è andata malissimo, a parte il freddo che robi ha provato ai piedi perché senza calze, per il resto abbiamo dormito bene, solo un po’ duro il letto :(! Lasciato Ai-Ais ci fermiamo a fare colazione al Canyon Roadhouse (di passaggio, come raccomanda la lonely planet) una struttura ricreata come le tipiche sulla Route 66 con auto storiche americane, targhe, spazi officina e tra questi i tavoli per consumare dei buoni piatti, molto particolare! Questo è giorno di spostamento verso Sesriem e ci aspettano circa 600 lunghi km, durante i quali attorno a noi paesaggi incontaminati e selvaggi verso l’infinito e oltre, ma anche le uniche due comunità (di una decina di persone max) dove puoi trovare generi di prima necessità e fare benzina..siamo proprio nel deserto!

Avevamo letto che la Namibia era così brulla e arida, ma viverla e guidare su queste strade battute dalla polvere e dal vento è tutta un’altra storia! Arriviamo allo Tsauchab River Camp un po’ stanchi, ma il posto è wow… anche qui piscina ristornante bar, tutto molto arredato a tema. Ma presto scopriamo che il vero camp dista da tanto lusso circa 1km ed è in mezzo al nulla con doccia e wc all’aperto! Sì, avete capito bene, all’aperto senza porte. In natura, d’altronde, così si fa! Robi è felice, quello che ha sempre voluto fin dall’inizio del viaggio: tenda, stelle sulla propria testa, un fuoco che riscalderà l’acqua per lavarsi e il nulla cosmico attorno. Bene, io un po’ meno! Dopo avere realizzato un attimo, ci accampiamo e ceniamo con carne di zebra, molto buona… e a letto presto perché all’alba il Sossusvlei ci aspetta!

12 giorno: 31 luglio

E come previsto dal programma la sveglia suona alle 4:30. Nessun problema se non fosse che io non ho quasi dormito tutta la notte per rumori di animali che sentivo fuori dalla tenda, mentre Robi russava amabilmente! Le varie strade C e D, che ci porteranno a destinazione, sono in condizione sterrate peggiori di quelle già affrontate, se ci aggiungiamo che è notte e nel buio ti attraversano la strada gazzelle, volpi e zebre (che forse sono autorizzate per via delle strisce 🙂 tutto diventa più complicato. Arriviamo a Sesriem, i cancelli che ti portano alle famose dune, per le 6:00 e non è ancora l’alba… siamo i primi. Ci rendiamo conto di non avere cash e non è possibile pagare con carta ingresso e shuttle, la fortuna vuole che becchiamo davanti a noi un gruppo di turisti italiani ai quali, chiacchierando, riusciamo a chiedere un cambio di euro, ci salvano così la giornata! Aspetteremo le 7:45 col sorgere del sole per l’apertura dei cancelli, dietro a noi una fila interminabile di auto ci segue per i lunghi 60 km di strada FINALMENTE asfaltata! Varie soste d’obbligo per fotografare le dune che si susseguono una dietro l’altra, con i colori che vanno dal giallo ocra al rosso Marte.

La Duna 45 apre le danze ai visitatori, ma noi proseguiamo verso la zona di sosta delle 2WD per salire sullo shuttle che solcando le sabbie del Namib ci condurrà alla Deadvlei. Davanti a noi uno spettacolo della natura, le prime luci del mattino rendono le dune ancora più affascinanti. Saliamo a piedi sulla Big Daddy 325mt (non tutta ovviamente!) e ai nostri occhi si apre lo spettacolo della Deadvlei, un arida pianura di sale circondata da dune rosse da cui sembrano fuoriuscire delle statue di arte contemporanea, ma in realtà sono alberi ormai pietrificati che rendono lo scenario incredibile! 3…2…1… e scendiamo correndo dalla duna, una corsa fantastica. La sabbia accompagna la discesa, ma il divertimento è tanto quasi da rifarlo (l’idea di risalire ci ferma ovviamente!). Gli alberi visti da vicino colgono la nostra attenzione, il paesaggio sembra incantato, ed il mix tra bianco, rosso e azzurro è un quadro che la natura ha dipinto secoli fa. Affascinati da tutta la natura che ci circonda, non curanti della stanchezza, affrontiamo un ultimo percorso di 4km a piedi tra le dune per scoprire come ci si sente persi nel deserto, fino ad arrivare ad un altra vallata chiamata Hiddenvlei proprio perché nascosta. Qualche altra foto agli animali che troviamo sulla via di ritorno e via al campeggio per un altra serata wild, cena con springbok (ottimo anche questo) e a nanna!

13 giorno: 1 agosto

Sveglia 4:30 direzione Walvisbay, smontiamo tutto, ci aspettano tanti km di sterrato. Lungo la strada paesaggi diversi si susseguono..pianure sconfinate, montagne che si delineano all’orizzonte, attraversiamo 2 parchi naturali di grande bellezza, il paradiso dei geologi! Durante questa traversata di oltre 400km nessun paesino o villaggio… Il nulla cosmico, e dovendo ancora fare colazione, iniziamo a perdere le speranze… quando alle 6.30 circa nel buio si manifesta un oasi sacra! L’unico avamposto umano, che scorgiamo essere abitato, attira la nostra attenzione e disperazione, naturalmente come chiamare questo luogo disperso? Solitaire! Ci buttiamo a capofitto verso le lucine accese e FINALMENTE un angelo ci prepara un caffè e qualche dolcino per proseguire il nostro viaggio. Quasi arrivati a Walvis Bay scorgiamo una bellissima duna la famosa n.7 dove ci fermiamo per pranzare. Ore 12.45 arriviamo alla meta per iniziare subito il nostro tour a sandwich harbour, una laguna tra le dune del deserto e l’oceano a cui accedere passando tra un lembo di spiaggia percorribile solo quando la marea è bassa. Il nostro autista di 4×4 ci fa fare un giro fantastico tra le dune a tutta velocità, con noi c’è un ornitologo che chiede di cercare un uccellino che vive solo in questo luogo e durante la ricerca riusciamo a vedere, struzzi, jackal, springbok e uccelli di tutti i tipi. Dopo innumerevoli saliscendi divertenti sulla sabbia, troviamo il fatidico uccellino… tante foto e si rientra! In macchina verso Swakopmund, riusciamo a trovare il nostro alloggio, e sfiniti sveniamo lentamente…

14 giorno: 2 agosto

Svegli e pronti per il tour della Skeleton Coast con Jay Sarro, un californiano amante del surf trasferitosi qui tanti anni fa! Puntuali alle 7:30 partiamo, direzione nord. Jay non farà solo da autista ma anche da cicerone spiegandoci i tanti aspetti che caratterizzano la Namibia. Attraversiamo Hentie’s Bay, che è anche l’ultimo avamposto civilizzato sulla costa di questo stato, poi distese e distese di sabbia e mare… spiagge infinite.

Vediamo lungo la strada dei piccoli villaggi di case colorate che Jay ci spiega essere villaggi turistici per i locali, ma tutto sembra tranne che confortevoli, non avendo energia elettrica e acqua… beh contenti loro! Prima tappa un relitto di una nave (il primo di una serie che danno il nome alla Skeleton Coast), incagliato sul fondale fa da sfondo alle numerose onde per rendere lo scenario quasi tetro. Con l’occasione Jay, aiutandosi con dei disegni tracciati sulla sabbia, ci spiega come funziona il clima in Namibia e come la nebbia abbia un ruolo fondamentale per l’ecosistema. Continuiamo il nostro giro verso Cape Cross, la più grande colonia di otarie dell’Africa che conta oltre 2500 esemplari. Ci prepariamo al peggio avendo letto che la puzza è insopportabile (anche se credo che niente possa superare la puzza dei piedi di Roby ;), ma scendendo dalla macchina ci accorgiamo che in realtà non è così fastidioso. Passiamo un’oretta ad ammirare questi animali nel loro ambiente naturale, così vicini che possiamo accarezzarle (anche se sconsigliato), femmine e piccoli sono ovunque, mentre i maschi in questa stagione sono pochi. I loro versi accompagnano la fine della nostra visita. Prima di tornare a casa, Jay ci porta nella vera cittadina di Swakopmund, nella parte dove vive il 70% della popolazione. La povertà fa da padrona, la differenza è tale da far pensare a due città diverse, ed effettivamente è così. Ci spiega che loro hanno delle regole proprie con una economia a parte dal resto, e qui capisci in quali condizioni realmente vivano le persone..in baracche senza acqua e luce, abbandonati a se stessi..mentre superato l’angolo macchine costose e villette di lusso! Proseguono la loro vita come fossero separati da un confine immaginario. Torniamo a casa a riposarci e poi passeggiata al tramonto al Waterfront con cena in un bellissimo ristorante, realizzato come fosse l’interno di una nave, dove mangiamo dell’ottimo pesce.

15 giorno: 3 agosto

Partiamo da Swakopmund molto presto per riuscire ad arrivare all’Etosha Park all’ora di pranzo e fare mezza giornata di safari. Lungo i 500km il paesaggio è un mix di montagne stratificate e deserti, che piano piano si trasforma nella tipica flora della savana. Diverse sono le comunità che stavolta incontriamo per strada (che migliora sempre di più fino ad essere asfaltata!), ci fermiamo ad Omaruru a fare colazione presso una Bakery (la ragazza al servizio aveva qualche problema di attenzione;), e seconda fermata ad Outjo per fare benzina in vista degli ultimi km. Arriviamo all’Etosha per le 13:30 in tempo per i permessi e accedere al parco, considerato che chiude al tramonto (consigliamo di pagare i permessi cumulativi per i gg in cui andare così da evitare le file i giorni dopo). Già con i primi viali (sterrati) entri in un’altra realtà..quella naturale e selvaggia degli animali più belli al mondo..tutti insieme! Neanche 7/8 km e davanti a noi (anche molto vicini) zebre, springbok, kudu, e uccelli di tanti colori. Al tramonto ci fermiamo ad una pozza, come consigliato, ed è una meraviglia vedere l’avvicendarsi degli animali, quando ci accorgiamo che da lontano un gruppo di leoni aspetta il proprio turno, comodamente distesi al sole..la meraviglia e tanta che quasi ci scordiamo della chiusura dei cancelli. A farci ritardare lungo il tragitto anche una famiglia di elefanti (diretti a bere) ci attraversa la strada, ed è un continuo spettacolo con il tramonto. Ai cancelli i rimproveri di una guardia per avere fatto tardi ci fanno tornare alla realtà, ma riusciamo a scusarci e ci spostiamo all’Eldorado Guest Farm, un lodge molto carino dove ceniamo con ottima carne di kudu e orice accompagnati da verdure e salsine.

16 giorno: 4 agosto

Sveglia come sempre all’alba per una buona colazione sostanziosa e si riparte alla ricerca dei grandi felini, nell’immenso parco dell’etosha, questa volta però dobbiamo attraversarlo tutto fino al cancello Est dato che la nostra destinazione è Tsumeb. Avendo il permesso, entriamo subito senza fare fila, sfortunatamente invece di prendere la strada principale prendiamo una traversina e non vediamo granché… poi però avvicinandoci al Pan (una distesa bianca che sembra fatta di polvere) iniziamo a vedere branchi di elefanti, giraffe, orici e gli immancabili springbok che sono come il prezzemolo… ci dicono che alla prima pozza hanno visto 7 leoni… ma noi ormai siamo lontani e ancora abbiamo tanti km da fare, quindi proseguiamo. La più grande attività faunistica si svolge nei dintorni delle pozze d’acqua, infatti li vediamo elefanti che si contendono il territorio mentre i loro piccoli giocano nelle pozzanghere, giraffe che si rincorrono e con un colpo di fortuna anche dei ghepardi che si riparano dal sole sotto un albero! Dopo tante ore di immersione nel più grande parco della Namibia, siamo un po’ stanchi e prima del tramonto raggiungiamo il cancello… ci lasciamo così alle spalle il mondo selvaggio dell’etosha e procediamo verso Tsumeb, per riposare un po’. Dormiamo da tsumeb backpackers, una struttura molto carina ed accogliente con un bar interno, dove becchiamo un evento motociclistico e due ubriachi che se le danno di santa ragione, ma noi non curanti, beviamo il nostro thè con biscotti e andiamo a dormire.

17 giorno: 5 agosto

Sveglia comoda con colazione annessa, una delle poche volte che capita, oggi è giornata di viaggio in macchina, oltre 500km per raggiungere il prossimo camping sulle rive del fiume Okawango. La strada è tutta in ottime condizioni, ormai gli sterrati sono un ricordo, praticamente una striscia d’asfalto dritta per dritta… il paesaggio varia gradualmente, dall’arida savana iniziamo a vedere dei piccoli boschi che si susseguono uno dopo l’altro. La strada è lunga, ma quasi senza accorgercene siamo alla red Line, una sorta di cancello/stop che separa questa zona più a sud della Namibia dall’estremo nord, la cosiddetta Caprivi Strip, superato questo checkpoint creato per ragioni sanitarie, soprattutto per il bestiame… tutto cambia… adesso vediamo la vera Africa, piccoli villaggi uno di fianco all’altro separati dalla B8 la strada che continuiamo a percorrere, bambini che giocano con le fionde, che ballano, che saltellano, che ci salutano, donne che trasportano secchi d’acqua sulla testa, uomini che tagliano legna, asini, capre, mucche con corna giganti che continuano ad attraversare la strada. I villaggi sono creati con capanne di paglia, in lamiera, altre in mattoni, le famiglie si riuniscono per chiacchierare, ai nostri occhi sembra un altro mondo… e ci domandiamo come facciano a vivere così, un tuffo nel passato. Cinzia approfitta di una sosta per regalare delle caramelle ad alcuni bambini che giocano in mezzo alla strada, dapprima un po’ timorosi, poi però ci salutano, felici del piccolo regalo ricevuto. Continuiamo il lungo viaggio e, finalmente, dopo circa 6h di strada arriviamo allo Shametu river lodge. Montiamo subito la tenda e ci rilassiamo sulla bellissima terrazza sul fiume, restiamo per guardare il tramonto e quasi ci appisoliamo, ma è già ora di cena, anche questa ottima e per finire dopo il dessert uno shot di Amarula, ottimo liquore locale che sembra baileys e guardando le stelle, chiudiamo gli occhi ormai stanchi.

18 giorno: 6 Agosto

Sveglia presto e cappuccino, siamo pronti per la passeggiata in mokoro sul fiume Okavango, che in questo periodo di secca è navigabile. Il mokoro è una piccola imbarcazione tradizionale lunga e stretta dal fondo piatto, realizzata in legno per i pescatori di un tempo, ma ancora oggi viene utilizzata dagli abitanti dei villaggi.

Accompagnati da due guide, ci avviamo lungo il fiume sperando di vedere i coccodrilli, ma ci spiegano che nelle prime ore del mattino preferiscono stare sotto l’acqua ancora tiepida per poi uscire dalle 11:00 circa quando si alza la temperatura. Direzione Popa Falls, procediamo controcorrente con qualche difficoltà di tenere il mokoro stabile, scendiamo per fare qualche foto a queste “cascate” (che cascate in realtà ma soltanto delle rapide), riusciamo ad avvistare qualche martin pescatore è un’aquila dalla testa bianca in lontananza. Una breve pausa e relax ascoltando il rumore dell’acqua e degli uccelli che cantano al mattino, e torniamo trasportati dalla corrente verso il lodge, dove prenotiamo anche il tour Safari sul fiume al tramonto. Per pranzo facciamo un giro per Divundu nella speranza di trovare un locale dove mangiare, ma ci rendiamo conto che le condizioni igieniche del posto non sono delle migliori, così compriamo solo qualche provvista nell’unico market fornito (si fa per dire) della zona. Proviamo comunque ad entrare in una baracca con scritto “restaurant” credendo di trovare del cibo tipico ma il menu a buffet non ci convince poi così tanto e torniamo al campeggio per mangiare dei panini. Fa molto caldo e ne approfittiamo per rilassarci sui divanetti nell’area comune del lodge aspettando il tour, leggendo qualche rivista e libro interessante. Alle 16:00 in punto saliamo sull’imbarcazione insieme a dei francesi e comodamente seduti ci avviamo vedendo subito i primi coccodrilli che prendono il sole. Ci avviciniamo così tanto e loro così immobili quasi da accarezzarli, poi distratti da un suono ci giriamo e una famiglia di ippopotami ci saluta dall’acqua sbuffando. Lungo le sponde del fiume vediamo le persone lavare i panni e pescare con il mokoro, a poca distanza dagli ippopotami e ridiamo nel vedere i bambini lanciare dei sassi per farli allontanare :). Tutto questo paesaggio lascia in noi grande stupore ed emozione su come la convivenza regni tra gli abitanti dei villaggi e questi animali ai nostri occhi grandi e pericolosi. Ci godiamo lo spettacolo de tramonto alle Popa falls per poi rientrare. Per la cena compriamo della carne da cucinare alla brace, qui molto in uso, e andiamo a dormire presto.

19 giorno: 7 agosto

Anche stamattina ci aspettano 500km circa per raggiungere Kasane attraversando la Caprivi Street. La solita strada dritta per dritta facendo slalom tra capre mucche e animali vari, senza dimenticare le persone che abitano nei villaggi lungo la strada che si lanciano da un lato all’altro incuranti dei veicoli. Vicini alla frontiera di Ngoma prepariamo i documenti, stavolta tutto più semplice e veloce non dovendo pagare nulla, e quasi senza accorgerci siamo in Botswana.

Attraversiamo il Chobe dove vediamo alcuni mokoro con dei pescatori, e ci affrettiamo (vista l’ora) per raggiungere la guesthouse Elephant trail per riuscire in tempo ad accedere al Chobe National Park. All’ingresso ci dicono che con la nostra macchina non è possibile effettuare il Safari per la troppa sabbia, e ci indicano un’agenzia che può aiutarci…ed effettivamente è così, l’agenzia Isawazo ci inserisce anche se tardi in un tour pagando $N 440 a testa (noi non avevamo ancora cambiato i soldi). Insieme ad altri due ragazzi iniziamo il giro mettendo in chiaro con il driver che in realtà vogliamo vedere i leoni stavolta da vicino, considerato che tutti e 4 non avevamo avuto questa fortuna all’Etosha. Dopo una lunga corsa tra le sabbie del parco, attorniati da elefanti (tanti), giraffe, kudu, ippopotami, hakuna matata (che ritroveremo anche al ristorante), bufali, antilopi (neri e rossi), avvoltoi e vari uccelli colorati, il nostro intraprendente driver (venendo meno ad alcune norme del parco) ci porta in una radura e davanti a noi una famiglia intera di leoni e leonesse :)). Noi felici! Erano veramente tanti, che dormicchiavano all’ombra di un albero comodamente sdraiati dopo avere fatto magari un ottimo pranzo, una di loro incuriosita si alza e si avvicina quasi a due metri da noi…la nostra felicità aumenta! Ma col tramonto alle porte ci affrettiamo per tornare indietro poiché tutti i National Park chiudono i cancelli al calar del sole. Ringraziamo il driver per averci regalato questa bellissima esperienza. Non avendo fatto ne colazione ne pranzo, con la nostra macchina ci spostiamo verso la via più commerciale di Kasane, President Avenue, alla ricerca di un posto dove mangiare. Ci fermiamo all’Old House, un ristorantino molto Africa style, affollato e dall’ottimo cibo, peccato che durante la nostra cena un’incursione di alcuni cinghialotti fa sobbalzare gli ospiti..questo perché il parco dove è ubicata Kasane non è recintato, quindi molti animali escono tranquillamente per passeggiare tra le strade del villaggio. Ecco appunto che sulla strada di ritorno verso casa tanti segnali di attenzione agli elefanti ci fanno sorridere…ma vi assicuriamo che non è proprio così divertente ritrovarseli davanti l’auto uscendo dal supermercato!!

Stanchi e soddisfatti andiamo a letto dopo una tazza di the caldo.

20 giorno: 8 agosto

Sveglia! 6.00 Oggi passeremo 3 frontiere! La giornata prevede un trasferimento in pulmino in Zimbabwe, per vedere la settima meraviglia del mondo, le Victoria Falls! Non possiamo andare con la nostra amata “contromano” perché non abbiamo i permessi per questo stato, quindi la facciamo riposare un po’ e paghiamo 350P a testa per il passaggio verso le cascate, oltre a questa cifra ricordatevi di portare anche $30 per il visto da pagare direttamente alla frontiera e altrettanti $30 per l’ingresso alle Vic Falls, noi avevamo solo euro, che fortunatamente accettavano, così abbiamo pagato €50 a testa, la carta non sempre funziona data la scarsa connessione. E dopo varie file e questionari da compilare eccoci al nostro quarto stato in 20 giorni lo Zimbabwe! Dopo circa 30km arriviamo alle cascate, le seconde più alte del mondo, paghiamo il permesso e si entra. Il parco è tenuto molto bene, con dei sentieri che portano ai vari punti panoramici, circa 12. Arriviamo al primo, ma le cascate sono così potenti che si alza un pulviscolo di acqua dal basso che non fa vedere praticamente nulla. In compenso è come farsi una bella doccia, in pochi secondi siamo tutti bagnati. Non ci scoraggiamo e proseguiamo fino al punto 8, ed ecco che finalmente il vento inizia a cambiare direzione e le Victoria Falls si manifestano in tutta la loro forza e bellezza! Da questo punto si riesce a vedere la cascata centrale 193mt di salto, una potenza della natura. Decidiamo di continuare fino al punto 12 “Danger Point”. Ogni piazzola panoramica offre dei punti di vista vari, ma spesso la foschia non lascia intravedere molto. Arrivati alla fine dei sentieri ecco il punto 12 dove si ha la possibilità di salire una piccola collina, molto scivolosa, che lascia intravedere la bellezza di questa meraviglia della natura! Qualche foto di rito, che sicuramente non fa apprezzare lo spettacolo a cui abbiamo assistito, il ruggito e la potenza delle cascate non si può spiegare.. usciti dal parco ci dirigiamo verso un altro confine, quello dello Zambia per apprezzare la bellezza delle Vic anche da un altro punto di vista, quello del Ponte sul fiume Zambesi, che segna il confine tra i due paesi, per attraversarlo basta un timbrino su un foglietto che rilasciano alla frontiera, un cartello ci avvisa con “Benvenuti In Zambia” che abbiamo attraversato il 5 confine! Sul ponte oltre alla vista mozzafiato sulle cascate, si possono effettuare degli sport estremi dal bungee allo swing, ma i prezzi sono molto alti, considerato che, solo oggi, abbiamo speso €100 a testa, guardiamo qualche salto nel vuoto e si rientra in Zimbabwe per un pranzo al Lookout Cafe un ristorante molto chicchettoso, con prezzi un po’ altini, giustificati solo dalla bella vista sul fiume. Assaggiamo il coccodrillo, sapore mix tra pesce e pollo, molto buono paghiamo circa $40 e si ritorna al pulmino per il rientro in Botswana. Sono circa le 16.00, facciamo un po’ di spesa da Choppies e si rientra alla guesthouse, per un po’ di sano riposo! Ceniamo usufruendo della cucina e via a dormire dopo una birretta al chiarore della luna.

21 giorno: 9 agosto

Sveglia e colazione, ci prepariamo per dirigerci verso Nata, la nostra prossima tappa che ci riporterà fra pochi giorni a Johannesburg. Lungo la strada usciamo dalla parte a rischio, veniamo fermati all’ultimo controllo sulla Red Line per immergere le ruote della macchina e i piedi nel disinfettante, e controllano i sacchetti della spesa togliendo la frutta (3 mele) poiché non possono essere trasportare oltre quel controllo.

Il paesaggio cambia, dai parchi naturali con animali selvatici che attraversavano la strada e villaggi quasi primitivi ai campi coltivati infiniti con varie attività agricole che lasciavano intravedere grandi macchinari. Anche Nata (dove arriviamo intorno alle 12:30) sembra essere solo un punto di passaggio, con baracche e bancarelle sul ciglio della strada che vendono bibite e un solo supermercato, Choppies. Approfittiamo di questo pomeriggio libero per cercare un car wash che rimetta a nuovo la macchina, ormai sporchissima dopo tanta sabbia e sterrati impolverati. Chiediamo al personale del lodge che ci indica un posto più avanti dove per pulirla fuori e soprattutto dentro. Ci chiedono 70P (circa 6€), che non sono per niente male considerato il lavoro che c’è da fare 🙂 e non pensiamo neanche di trattare. Nell’attesa mangiamo qualcosa nel reparto take away all’interno del supermercato dove consumiamo steak roll e saswaai delle paste sfoglie ripiene di carne (non capiamo bene che carne ci sia dentro) e delle semplici patatine fritte per la modica cifra di 54 P, circa 4€. Torniamo al Car Wash e aspettiamo ancora una mezz’oretta per avere la macchina, che due ragazzi stanno lavando per bene, Contromano ritorna nuova! Stando attenti a non sporcarla subito (anche se con le strade talvolta sterrate è un impresa) rientriamo al Pelican lodge, un elegante struttura molto carina, per un bel riposino pomeridiano, seguito da un “quasi” bagno in piscina al tramonto, essendo l’acqua fredda non ce la sentiamo di prenderci una bronchite, e ci limitiamo a goderci lo spettacolo del sole che diventa sempre più grande fino a scomparire all’orizzonte, lasciando il cielo di un rosso vivo che con la brezza della sera, ti fa sentire un po’ la malinconia del viaggio che sta per concludersi. Torniamo in stanza per un the con biscotti, che sarà la nostra cena, e giù sotto le coperte a riposarci per il lungo viaggio di domani!!

22 giorno: 10 agosto

Penultimo giorno di viaggio! Sveglia presto verso le 6.30 e colazione abbondante al Pelican Lodge per P130 a testa, il nostro lungoooooo giro sta per concludersi, ci aspettano 670 km direzione SUD destinazione Thabazimbi con attraversamento dell’ultimo confine per rientrare in Sud Africa. I paesaggi sono ormai caratterizzati da infinite distese di campi agricoli, segno che qui gli Europei hanno fatto molto per aumentare la produttività dei terreni. Tante persone di colore lavorano nei campi e per le strade tantissime persone chiedono passaggio o riposano in tende approntate sui bordi delle strade. Il viaggio è lungo e ci diamo spesso il cambio per limitare la stanchezza della guida. Finalmente arriviamo a Martin’s Drift, uno dei punti di confine tra Botswana e sud Africa. Questa volta becchiamo un po’ di coda, ma dopo un po’ la situazione si sblocca e si procede spediti, tantissimi camion sono in fila per accedere, menomale che la nostra fila è diversa.

Da qui a Thabazimbi di nuovo il nulla cosmico, bush, terra rossa, ricominciano i termitai disseminati ovunque, attraversiamo vari parchi, infatti vediamo vari animali sul bordo della strada, kudu, springbook, cinghiali, meglio procedere con prudenza! L’unico centro abitato che attraversiamo è Lephalale, ma avendo fatto il pieno prima del confine (la benzina in Botswana costa meno) continuiamo il viaggio e finalmente dopo circa 8 h di strada. Arriviamo al nostro ultimo B&B, il Marula Cottage guesthouse, inizialmente la strada che ci porta al Marula ci fa pensare male, 1,5 km di strada sterrata tenuta abbastanza male… ma la casa è bellissima e la nostra stanza ha tutti i comfort, sfruttiamo le ultime ore di luce per visitare Thabazimbi ma ormai i negozi sono quasi tutti chiusi, facciamo un ultimo giro in un centro commerciale, così, per riabituarci a vedere tante persone in un unico luogo e ne approfittiamo per cenare da Cappuccinos, una catena di locali molto invitanti, ordiniamo una bella fetta di carne e 1 pizza quattro stagioni , tutto abbastanza buono e, per caso, conosciamo dei ragazzi italiani che stanno partecipando ad un tour ecosostenibile sulla salvaguardia dei leoni, ci intratteniamo un po’ con loro, ma la stanchezza si fa sentire e torniamo al B&B per una doccia e una bella dormita.

23 giorno: 11 agosto

Ultimo giorno! Colazione al B&B alle 6.30. Direzione O.R. Tambo aeroporto, circa 260km.

Primo volo per Addis Abeba in orario alle h14:10

Secondo volo per Roma Fiumicino h23:10

24 giorno: 12 agosto

Arriviamo a Roma alle h4:30 del mattino

Terzo volo per Palermo alle h10:00

SI TORNA A CASA e stavolta le valigie sono con noi!

SPESE DI VIAGGIO x 2 persone

Voli € 1500

Noleggio auto € 650

Patenti internazionali € 160

Alloggi € 850

Benzina € 600

Assicurazioni varie €100

Permessi attraversamento confini €113

Cibo € 600

Tour + Pedaggi vari € 500

TOTALE SPESA circa € 5000 (2.500 euro a persona)



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