Le meraviglie del Sudafrica, Zambia, Zimbabwe, Mozambico

Da Cape Town fino a Port Elizabeth, poi al Kruger N.P., Livingstone e visita alle Victoria Falls. Infine, escursione nell’arcipelago di Bazaruto
Scritto da: massimo paturzo
le meraviglie del sudafrica, zambia, zimbabwe, mozambico
Partenza il: 08/02/2014
Ritorno il: 05/03/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Il giorno 8 febbraio 2014 siamo in aereoporto a fiumicino di Roma in attesa del volo Emirates, che ci porterà alla scoperta di alcune zone, dell’Africa del sud. La prima tappa è il Sudafrica, precisamente Cape Town, che raggiungiamo dopo un breve scalo a Dubai, dopo 14 ore di volo, e superati i vari controlli doganali, siamo accompagnati dall’ autista del nostro B & B Parker Cottage, Chris. Sono quasi l’una del 9 febbraio e Phil, il proprietario del Parker Cottage, ci consiglia di non perdere questa mezza giornata di sole e leggermente ventilata, e ci indirizza verso una delle attuali “7 meraviglie al mondo” la Table Mountain, montagna che domina Città del Capo, con un altezza di 1086 mt., punto più alto. Un taxi ci accompagna all’ingresso della cabinovia, e dopo 7 minuti siamo arrivati. La vista è meravigliosa, quella a nord domina la città e possiamo ammirare Devil’s Peak e Signal Hill, mentre quella a sud arriva fino a Capo di Buona Speranza. C’è la possibilità di effettuare alcuni percorsi di trekking, di 15 o 30 minuti, i più comuni, dove ci sono punti di vedute spettacolari, oppure quello di un ora, il quale da la possibilità di ammirare, Hout Bay e addirittura una piccola parte di Cape of Good Hope. Un punto meraviglioso di Cape Town, noi gli abbiamo dedicato ½ giornata, ma una giornata intera non è sprecata. Restiamo ancora un po’ su, fino a che si forma un po’ di foschia in vetta e decidiamo di scendere. Anche se un po’ stanchi dal lungo viaggio, decidiamo con un taxi di raggiungere la zona del Waterfront e Clock Tower, dove sono concentrati numerosi ristoranti e attività della Città. Ci fermiamo in un ristorante a cenare e verso le 21 rientriamo nel B&B, dove crolliamo dalla stanchezza.

Oggi 10 febbraio, dopo una colazione abbondante, decidiamo di visitare Cape Town con il CitySightseeing. Ci sono due possibilità a seconda dell’itinerario che si vuole effettuare, il rosso, che si concentra più nel centro, e il blu che raggiunge anche le zone periferiche. Noi scegliamo il blu, e prontamente Phil ci procura i biglietti online. Comunque visto che il centro si trova vicino a dove siamo ubicati, e alcuni itinerario del bus rosso anche, li raggiungiamo a piedi e dopo 10 minuti raggiungiamo Bo-Kaap, il quartiere musulmano, della città, il quale si distingue per le caratteristiche case basse e di colori vari come arancio, lilla, giallo, azzurro. Dopo un’oretta ci dirigiamo nel centro della città, e in prossimità del Cape Town Tourism, aspettiamo che passi il pulman blu di CitySightseeing. Dopo aver convalidato i biglietti saliamo sul bus e inseriti gli auricolari iniziamo il nostro giro, che ci porta ad ammirare Mount Nelson, i giardini di Kirstenborsh, la famosa cantina di Groot Costantia, fino a raggiungere Mariner’s Warf (Hout Bay), dove ci fermiamo per un breve spuntino e poi optiamo per una veloce crociera con la compagnia Drumbeat Charter per un’escursione a Duiker o comunemente chiamata Seal Island, per visitare la colonia di foche più famosa di Cape Town. Il tour è molto suggestivo, in più c’è la possibilità di apprezzare dal mare la suggestiva Chapmans Peak. Dopo Hout Bay ci dirigiamo sempre con il bus, a visitare la zona costiera della città, con le numerose spiaggie di color turchese, di cui la giornata splendida, li illumina in maniera radiosa. Il bus arrivato alla fermata di Camps Bay si ferma, e ci fermiamo anche noi. Camminiamo lungo la famosa spiaggia e le numerose zone di verde, dove gli abitanti del luogo organizzano picnic o si perdono in rilassanti letture di libri.

La giornata è splendida e noi ne approfittiamo per scattare numerose foto alla spiaggia ed ai 12 apostoli, imponenti vette, che sorvegliano Camps Bay. Perdiamo una oretta e saliamo verso le 17 sul pulman che ci accompagna a vedere le ultime zone della città, anche queste molto suggestive, come See Point e Green Point(dove è situato lo stadio che ha ospitato molte partite dell’ultimo mondiale). Alle 18 arriviamo a destinazione, al Waterfront, e dopodichè ci dirigiamo verso il nostro B&B Parker Cottage, dove Phil, in collaborazione con un esperto somelier, ci ha organizzato, in presenza anche degli altri ospiti, una degustazione di vini locali,quindi l’occassione di tastare e assaggiare qualche caratteristico vino locale.

Il giorno 11 febbraio, abbiamo organizzato un Tour nella Penisola del Capo, come prima tappa siamo diretti verso una delle spiagge più caratteristiche, situata nella False Bay, Muizemberg, famosa per gli avvistamenti degli squali, infatti ci facciamo una breve sosta nel punto di vedetta e poi ci dirigiamo sulla spiaggia, dove si esercitano molti surfisti, vista la ventilazione forte, e soprattutto la spiaggia e famosa per le cabine colorate in stile vittoriano. Proseguiamo verso il Capo, e con la macchina costeggiamo la linea del treno Cape Town – Simon’s Town, ma prima ci fermiamo a Kalk Bay, tipico villaggio di pescatori. Ci incamminiamo per visitarlo, e i banconi del mercato sono semi vuoti, in attesa del rientro delle barche dei pescatori, e anche una solitaria foca marina, è la, che distesa prende il sole in attesa del pranzo. Riprendiamo ancora, e prima di raggiungere la meta, ci fermiamo nella vivace cittadina di Simon’s Town, dove ci fermiamo sulla spiaggia di Boulder’s Beach, resa famosa dalla colonia di Pinguini Africani,che ci abitano. Una mezz’ora di sosta e alle 12 ci dirigiamo verso sud, dove dopo 20 minuti di auto, entriamo nel “Cape of Good Hope Nature Reserve”. E’ un area ricca di verde e molto panoramica. Arrivato al parcheggio ci organizziamo per la visita. Come prima tappa ci dirigiamo verso il faro della punta del capo, effettuate le foto di rito vicino al cartello della longitudine e latitudine, raggiungiamo il faro di cape point, e ci soffermiamo ad ammirare i meravigliosi panorami che ci troviamo di fronte, inoltre immagino nel passato i passaggi delle numerosi navi che erano costrette a circumnavigare l’africa per raggiungere le destinazioni più lontane, prima della nascita del canale di Suez. Ammiriamo per un’ora questo luogo e poi ci fermiamo al ristorante Two Ocean, sempre con tavolo vista oceano. Verso le 14 ci dirigiamo sulla spiaggia per effettuare le foto di rito, vicino al cartello dove e segnato “Cape of good hope”. Diciamo che è un po’ difficoltoso trovare uno spazio solitario per le foto, visto che è il punto più famoso. Soddisfatti della visita rientriamo e percorriamo la famosa strada panoramica di Chapmans Peak, litoranea che d’inverno è chiusa, lunga 5 Km. e lungo il percorso ci fermiamo per le foto alle spettacolari vedute, soprattutto quella che domina Hout bay. Prima di raggiungere il Parker Cottage, ci rifacciamo tutta la strada costiera compresa la bellissima Camps Bay. Stanchi ci fermiamo ad un ristorante vicino, ci prepariamo le valige e pronti per il giorno successivo dove, dopo aver completato la visita di Cape Town e Penisola del Capo, ci prepariamo a raggiungere Port Elizabeth, percorrendo la bellissima Garden Route.

Il giorno 12/02 dopo aver salutato Phil, Liz e Donovan di Parker Cottage e ringraziati dell’ottimo servizio avuto, ci dirigiamo verso First Car Rental per il noleggio della macchina.Terminate le procedure di controllo macchina e documentazione varie, lasciamo Cape Town in direzione Hermanus, che si trova a 120 Km. da Cape Town. Percorriamo 60 km. della N2, e in prossimità dello svincolo Gordon’s Bay/Kleiinmond ci dirigiamo in una bellissima strada panoramica nella quale ci soffermiamo a più riprese per riprendere alcuni dei migliori scenari paesaggistici su Gordon’s Bay, Betty’s Bay, e Kleinmondon. Dopo un’ora e mezza dalla partenza raggiungiamo la cittadina di Hermanus famosa nei mesi che vanno da giugno a settembre per gli avvistamenti ravvicinati di numerose balene che raggiungono le sue spiaggie. Prendiamo possesso della stanza del nostro B&B The Potting Shed, semplice struttura ben organizzata e pulita gestita da Annemarie e David due simpatiche persone ben preparate nell’accoglienza del turismo. Dopo esserci sistemati in camera, ci dirigiamo in centro per fare una passeggiata di relax. Verso le 19 ceniamo e rientriamo in Hotel. David ci comunica che per la mattina successiva, il tour che abbiamo organizzato con loro, con White Shark Project, l’immersione in gabbia per vedere lo suqalo bianco, è stato spostato dalle 6:30 a.m. alle 9:00 a.m. In parte siamo contenti, cosi abbiamo più ore per riposare.

13/02

Dopo colazione salutiamo Annemarie e David per l’accoglienza e i loro utili consigli, e ci dirigiamo a Gansbaai, 30 Km. da Hermanus, dopo 30 minuti raggiungiamo l’ ufficio di White Shark Projects e dopo aver espletato la compilazione dei documenti e dichiarazione di responsabilità (visto che si tratta di bagno, anche se in gabbia, con un temibile squalo bianco), facciamo un’altra colazione ed alle 9 e 30 a.m., saliamo sulla barca che ci porterà a largo di Gansbaai, c’è un po’ di mare mosso, qualcuno del gruppo si sente un po’ male, iniziano a introdursi nella gabbia i primi 6, ma degli squali nemmeno l’ombra, dopo un po’ tocca a me, munito di camera subaquea e maschera sono pronto all’avvistamento, riesco a vedere ben poco, anche se avvertito della sua presenza resto in apnea, ma vedo solo un’ombra di circa 4 metri che mi passa da meno di un metro dalla mia parte digabbia. Risalgo dopo un po’ e vedo che mia moglie lo ha fotografato in maniera molto rabbiosa avvicinarsi alla gabbia e anche un po’ di ripresa, unica parola spettacolare, resto un po’ pensieroso di che incontro abbia fatto ed io nemmeno accorto visto che ero in apnea. Verso le 12 e dopo qualche altro piccolo avvistamento rientriamo in base, stanchi ma soddisfatti, questo è un tuor che alla fine dopo un po’ di pazienza, riesci ad avere un ricordo di aver fatto un incontro con un re dei mari, di una bellezza favolosa, e a molti fa pensare che l’uomo debba avere timore di lui ma è lui che si sta estinguendo causa l’uomo…

Nel pomeriggio verso le 14 e 30 riprendiamo la strada per la garden route in direzione Mossel Bay, che la raggiungiamo verso le 18 p.m., e raggiungiamo il nostro hotel Acquamarine Guesthouse, un grazioso B&B con stanze moderne e pulite. In serata raggiungiamo un grazioso ristorante vicino alla spiaggia per gustare una cena deliziosa. Giorno 14/02 in mattinata, oggi il tempo è un po’ uggioso, lasciamo Mossel Bay in direzione Wilderness National Park, prima di entrare nella città di Wilderness ci fermiamo nel viewpoint per fotografare lo spettacolare lungomare. Proseguiamo ed entriamo nel Wilderness National Park, superando il lago denominato Serpentine per la sua forma, e dopo 2 Km. arriviamo al punto di partenza di uno dei percorsi trekking del parco, “Half Collared Kingfisher Trail”, lungo 3,8 Km., e il più piccolo del parco, ma è il più famoso. Esso è caratterizzato da alcuni punti panoramici iniziali, da una folta flora, da Baobab caratteristici, e dopo aver attraversato il fiume con una zattera, si raggiunge dopo 2 km. una bellissima cascata. Volendo una parte del percorso può essere effettuato con la canoa. Dopo esserci soffermati, un po’ vicino alla cascata, rientriamo al punto di partenza e lasciato il parco, percorriamo con la macchina altri 40 km., per raggiungere la graziosa cittadina di Knysna. Arrivati facciamo conoscenza di Marina la proprietaria di South Villa Guesthouse, una graziosa e pulitissima Guesthouse situata ad 1 Km. dal centro della città. Ci sistemiamo e subito dopo ci dirigiamo verso il Waterfront, dove effettuiamo un pranzo veloce, perché abbiamo alle 14 e 30 con Featherbed Company, una escursione “Featherbed Nature Reserve” di 3 ore. Ci imbarchiamo sul battello della compagnia ed attraversiamo la baia di Knysna fino ad arrivare al punto di approdo, dove un piccolo mezzo ci porta su un punto panoramico della città e della costa, il quale ci porta per 2 Km. a vedere i punti più panoramici. Alle 17 e 30 rientriamo in hotel e dopo un po’ di relax, ritorniamo al Waterfront per la cena.

15/02

Alle 8 a.m. lasciamo questa graziosa Guesthouse, per proseguire nell’ultimo giorno alla visita delle ultime due tappe. Alle 8:00 a.m. lasciamo Knysna e percorriamo 45 Km., ed in prossimità del cartello Keurboomstrand, giriamo a destra e dopo 2 Km. raggiungiamo Keurbooms Beach. Parcheggiamo la macchina, e iniziamo a percorrere questa gradevole spiaggia, che con i suoi colori e le onde la rende fantastica, fino a raggiungere una conformazione rocciosa davvero particolare, L’ Arch Rock. Ci soffermiano un po’ nei paraggi per goderci un po’ di sole e mare, e dopo ritornando alla macchina, ci colpiscono molte roccie piene di frutti di mare(cozze), pronte per essere mangiate. Riprendiamo la strada e dopo aver imboccato di nuovo la N2, ci dirigiamo verso lo Tsitsikamma National Park. Un area protetta che certamente non può essere visitata in poco tempo, quindi noi optiamo di visitare una delle attrattive più famose. Lo “Storm River Mouth e Storm River Bridge”. E’ un breve percorso di trekking che costeggia l’oceano e che finisce nel percorrere un particolare ponte sospeso sull’acqua. Nel parco restiamo fino alle 15 e dopo aver consumato un breve pranzo, riprendiamo la strada che ci porta a Port Elizabeth. Dobbiamo percorrere gli ultimi 170 Km., e devo dire che un po’ mi dispiace lasciare la macchina, per me è una nuova esperienza di viaggio, di sicuro da ripetere, visto che noleggiare la macchina ti da un senso di libertà assoluta e ti lancia in una dimensione diversa. Verso le 18 arriviamo in aereoporto a Port Elizabeth, consegnamo la macchina e ci dirigiamo in hotel. Domani ci aspetta l’incontro di una nuova esperienza e di un nuovo luogo, siamo diretti a Phalaborwa, ci siamo concessi 3 giorni di safari nel parco più famoso del Sudafrica.

16/02

Da Port Elizabeth ci trasferiamo a Johannesburg e, in coincidenza con Air Link (Sud Africa Airways) verso le 17 e 20 p.m., arriviamo in aereoporto a Phalaborwa. Ci accoglie Daniela, proprietaria della Guesthouse Kaia Tani, dove soggiorneremo fino al 20 febbraio. Preso possesso della camera, verso le 19 ceniamo e nel frattempo ci raggiunge Alberto, marito di Daniela, il quale di ritorno da uno dei suoi giri nel parco serale, ci illustra tutti i dettagli per l’organizzazione del safari del giorno seguente, lo vediamo una persona molto attiva e professionale, ed infatti con correttezza a noi che ci affacciamo per la prima volta ad una prima esperienza del safari, ci porta a conoscenza che in questo periodo (febbraio) è un periodo non facile per la visione di animali, però siamo lo stesso ottimisti. Il giorno seguente, 17/02, abbiamo appuntamento con Alberto alle 4:00 a.m. per un full day game drive, partiamo dalla guest house e raggiungiamo alle 5:30, orario di apertura, il gate Orpen. Dopo le procedure di ingresso, iniziamo la ricerca di animali. Perlustriamo la zona di Orpen, per poi passare per Satara e raggiungiamo delle zone di avvistamento al sud fino al camp di Skukuza. In questo giro c’è la possibilità di vedere Impala, Elefanti, Zebre, Ippopotami immersi quasi del tutto in acqua per refrigerio, bufali, ed altre specie. Oltre a vedere questa meravigliosa fauna, restiamo ad ascoltare Alberto che con una passione e professionalità ci spiega tutte le caratteristiche degli animali incontrati. A me devo dire la verità piace avere un incontro con felini, e dopo un’ora sono accontentato, grazie alla caparbietà di Alberto che, conoscendo le zone le ripercorre in attesa dell’incontro. Ad un certo punto veniamo allertati da altre macchine dalla presenza di un leone e di una leonessa. Ad un certo punto ci appaiono, seduti comodamente sulla strada, sono in amore e quindi indifferenti dalla nostra presenza, è una emozione forte avere il re e la regina della foresta di fronte. Li ammiriamo per un po’ per poi continuare il giro. Subito dopo ci capiterà di incontrare altri due esemplari. Alberto ci rassicura che siamo stati fortunati. Dopo risaliamo il parco e ci fermiamo in un meraviglioso punto panoramico, dal quale ammiriamo con un binocolo una famiglia di rinoceronti bianchi, specie che causa il bracconaggio sta diventando sempre più rara. Verso l’una ci fermiamo a pranzare e dopo nel primo pomeriggio percorriamo il parco in direzione nord verso Phalaborwa, nelle ore pomeridiane è un po’ difficile fare avvistamenti visto il caldo, c’è qualche elefante, zebra, e impala. Comunque la giornata è stata ricca di emozioni e quindi rientriamo a Phalaborwa, e salutato Alberto, ci rilassiamo in piscina. La sera ceniamo, ottimi i piatti cucinati da Daniela, e organizziamo la giornata successiva.

Giorno 18/02

In mattinata ci prelevano due Ranger del Kruger, abbiamo organizzato un safari a piedi nel parco. Entriamo dal gate di Phalaborwa, vicino alla nostra guesthouse, ad 1 Km., e mentre raggiungiamo il punto dove iniziamo il tour, incontriamo due piccole iene, che si mettono in posa per le foto. Raggiungiamo il punto di inizio del safari a piedi, in prossimità di Ngwenyeni, i due Ranger al seguito caricano i loro fucili e proseguiamo a piedi per qualche Km., ad un certo punto dobbiamo allungare il percorso perché c’è un elefante, il quale se ci avviciniamo potrebbe non gradire la cosa, con questo tour c’è la possibilità di notare anche orme di animali e particolarità che in macchina non si notano. Verso le 9 e 30 a.m. rientriamo da questa esperienza e restiamo la mattinata in relax nella nostra Guesthouse Kaia Tani, pranziamo qualcosa e nel tardo pomeriggio, sempre con il personale del parco facciamo il tour serale. Si inizia alle 18 e 30 p.m., facciamo di nuovo l’incontro che abbiamo fatto in mattinata con un gruppo numeroso di iene, poi uccelli variopinti e rapaci. La nostra guida ci accompagna su di una altura dove facciamo un breve break, con biscotti e bevande, ed ammiriamo un gruppo numeroso di zebre che ci attraversa di fronte ed un tramonto spettacolare. Veramente a volte la natura ci lascia senza parole. Quando inizia la sera percorriamo alla ricerca di altri animali, e di fronte alla jeep si ferma un gufo, poi ci colpisce la scena di una famiglia di elefanti, che alla nostra presenza, cercano di nasconderci il loro cucciolo. Ti colpisce questo istinto nel difendere il proprio figlio. Sono le 9 e rientriamo a cena, e già domani abbiamo un half day game drive, con Alberto, ci resta da fare la parte nord del parco.

Giorno 19/02

La sveglia non è molto traumatica, visto che siamo i primi ad entrare nel gate di Phalaborwa, alle 6 e 30 a.m.. Incontriamo di nuovo le nostre amiche iene lungo il tragitto iniziale e poi Alberto ci consiglia una escursione nella parte nord del kruger, forse meno esplorata dal turismo di massa, cioè passiamo dal campo Olifant dove ci impressionano alcuni coccodrilli, poi raggiungiamo il camp Mopani e lungo la strada facciamo l’incontro prima con una leonessa affamata (c’è mancato poco nell’assistere un incontro di caccia con due struzzi). Diciamo che la zona meno affollata turisticamente ci sta regalando molte sorprese, come un incontro con un rarissimo Licaone, il quale lo ammiriamo insieme alla compagna sul bordo della strada. Mentre ci dirigiamo in un punto strategico per la vista di animali, ci attraversano la strada giganteschi elefanti con zanne enormi e dobbiamo stare attenti che non si avventino su di noi. Arriviamo in una pozza d’acqua, dove c’è un vecchio mulino e qui ci fermiamo in uno spettacolo unico, sono due ore che non abbiamo incontrato una macchina, e come stare vicino al televisore, zebre che si rincorrono tra di loro, impala, gnu, bufali, ed elefanti tutti riuniti come in una assemblea. Restiamo ad ammirali per circa 1 ora. Sono le 12 a.m., e rientriamo nella guesthouse, ringraziamo Alberto che ci ha permesso di vedere in assoluta solitudine ed esclusiva questa meravigliosa fauna e ci rilassiamo fino alle 16:00, dove ci prepariamo a fare il giro per le ultime due ore. Rivediamo di nuovo tante cose, di cui anche qualche impronta di leopardo. E prima di rientrare ci soffermiamo dall’alto di un laghetto per assistere allo spettacolo di un bagno di alcuni ippopotami. Rientriamo proprio alla chiusura del parco, certi che questi tre giorni a parte ci hanno un po’ distaccati dal mondo reale, il contatto con questo mondo ti porta a fare una esperienza unica.

Giorno 20/02

È il momento dei saluti, sono le 7 e 30 a.m. e ringraziato per l’ospitalità, l’organizzazione e l’unicità dei luoghi Daniela e Alberto, è venuto il momento di trasferirci a Nelspruit. Lungo il percorso avremo modo di visitare la “Panorama Route”, catena montuosa del Drakensberg Escarpment. Dopo 2 ore dalla nostra partenza raggiungiamo il viewpoint del Three Rondavels, dall’alto si vede il Blyde River Canyon, una vista spettacolare, poi un po’ più avanti ci fermiamo alle Bourkes Luck Potholes, conformazioni rocciose, che sembrano delle pentole e vicino c’è una bella cascata. Le attrazioni sono molto vicine e subito dopo raggiungiamo le Berlin Falls, e proseguendo ci soffermiamo su alcuni bei punti panoramici come Wonder View, God’s Window, Pinnacle Rock. Sono le 13 p.m. e siamo in prossimità di Graskop, dove ci fermiamo a pranzare da Herrie’s Pankakes… pranziamo crèpes salate molto squisite.

Nella seconda parte della giornata il tempo si annuvola e minaccia pioggia, e allora visto che la strada che porta a Pilgrim’s Rest e interrotta, ci dirigiamo alla Mac-Mac Falls, e dopo aver visitata, andiamo diritto a Nelspruit, dove arriviamo alle 16 e 30. Prendiamo possesso della camera da Jorn’s Guesthouse, un delizioso hotel, e prendiamo appuntamento con il nostro autista che domani ci accompagnerà in Aereoporto. In serata piacevole sorpresa il ristorante Beza’s Bistro Grill, dove ceniamo divinamente bene.

Giorno 21/02

Arriviamo in aereoporto e alle 11 e 40 e con un aereo della Sudafrica Airways, raggiungiamo Livingstone. Dopo la breve esperienza in Sudafrica, raggiungiamo lo Zambia e scegliamo Livingstone come punto di partenza per la visita delle cascate Vittoria. In aereoporto espletiamo le procedure di rito, controllo passaporti e visti, e con Mr. Chanter, di Chanter Lodge prendiamo possesso di una delle camere. Intorno alle 16, visto la bella giornata, decidiamo di partecipare ad una rilassante Crociera al Tramonto con Livingstone Adventure, ci prelevano dal Lodge e ci imbarchiamo, veniamo accolti da musiche tradizionali e ci accomodiamo nella parte alta del battello. Appena partiamo per percorrere il fiume Zambesi vediamo in lontananza i fumi della cascata vittoria, e subito dopo lungo il percorso ci fanno notare ippopotami immersi nell’acqua e qualche coccodrillo. Percorriamo un tragitto che ci porta a vedere in lontananza il confine con lo Zimbabwe e sul battello ci offrono bevande e stuzzichini di continuo, diciamo che è un tour rilassante, da consigliare quando c’è una bella giornata di sole. Ma la parte più bella e quando c’è il tramonto, i colori del fiume zambesi diventano meravigliosi. Rientriamo in alloggio e ci riposiamo per il giorno successivo, dove abbiamo in programma la visita alle Cascate Vittoria.

Giorno 22/02

Un taxi ci accompagna all’ingresso delle cascate dal lato dello Zambia. Comprato il biglietto iniziamo a percorrere il percorso. Il primo tratto, della Eastern Cataract è abbastanza agevole, poi, anche se ne siamo muniti, acquistiamo degli impermeabili che ci permettono di essere completamente coperti. Quando raggiungiamo il Footbridge – ponte pedonale, un po’ sorpresi perché non ci aspettavamo questa potenza delle acque anche se è iniziato il periodo delle piene che dura fino a maggio, le cascate sono alte più di cento metri e l’acqua scende con una potenza straordinaria, risalendo per più di cento e bagnando tutti i visitatori. E’ impressionante, in alcuni tratti non si riesce neanche a fare delle foto o riprese, tanto che sono potenti i getti d’acqua. E questo fino allo sperone a picco detto Knife Edge, dal quale si ammira una formazione simile ad un enorme mulinello di nome Boiling Pot. Le cascate in piena non ci permettono di stare per molto tempo nei punti panoramici e quindi decidiamo di rientrare e di soffermarci nei primi punti visitati, più coperti. Comunque è uno spettacolo da cui non ti vorresti distaccare, qui la natura è padrona è sovrana. Verso le 13 lasciamo il lato dello Zambia e ci prepariamo a visitare il lato delle cascate dello Zimbabwe. Raggiungiamo il ponte e lo attraversiamo. C’è qualcuno che ci invoglia di fare lo bungee jumping, ma vedendo l’altezza… non è tanto invitante per noi. Arrivati alla dogana presentiamo i passaporti e compiliamo la documentazione per avere il visto di ingresso. Dopodichè, ad 1 Km dalla frontiera, entriamo nel lato delle cascate dello Zimbabwe. Raggiungiamo il punto dove è ubicata la statua di Livingstone, e iniziamo a fermarci nei vari punti panoramici, i quali credo siano molto più spettacolari del lato dello Zambia. La potenza dell’acqua, anche qui, ci porta a docce continue, ma anche alla visione di magnifici arcobaleni, i quali rendono le cascate come dipinti perfetti. I punti panoramici ci portano a vedere la devil’s cataract, le mains falls, livingstone island, le rainbow falls, end of rainforest, e il danger point il quale rappresenta il punto panoramico più bello e spettacolare di tutte e due i punti delle cascate. Per effettuare riprese, quando le cascate sono in piena è davvero quasi impossibile, ma restare un 15 minuti ad ammirare il tutto rientri inzuppato di acqua. Però è un luogo che difficilmente si dimentica. Stanchi di un’intensa giornata fatta nel percorrere un po’ di Km, rientriamo prima al confine, ed avendo effettuato il visto di multipla entrata con lo Zambia non abbiamo problemi e disbrighiamo le procedure di ingresso con molta velocità. Con un taxi rientriamo in hotel. La sera, avendo già letto un po’ di recensioni positive, proviamo il ristorante di una organizzazione nata nel 2003 da una iniziativa di Giovanni, volontario del ceLIM, no profit operante in Africa dal YCTC, centro formazione giovani orfani, situato a Livingstone, e infine dalla famiglia Diappi, in memoria di Olga Diappi, al quale è stato dato il nome alla struttura: Olga’s project. Ciò che ci ha colpito e stata la professionalità, cordialità, capacità lavorative, le pietanze tipo pasta e la pizza, eccezionali. Vivo in provincia di Napoli, ma mangiarle qui in Zambia non ho notato differenze… l’impronta del made in Italy, un qualcosa di cui andare fiero.

Giorno 23/02

Sveglia mattutina per un’altra esperienza da fare. Visto che il confine con il Botswana non è lontano abbiamo prenotato un tour safari al Chobe National Park. Dopo aver raggiunto il confine, attraversiamo lo zambesi river, vicino al Kazangula ferry, ed espletiamo le procedure di ingresso in Botswana, dove raggiungiamo la città di Kasane, da dove iniziamo il tour che dovrebbe partire in mattinata con safari nel fiume. Qui abbiamo la possibilità di vedere uccelli di vario genere, coccodrilli, ippopotami, bufali, gnu, impala in lontananza ed elefanti. Giriamo con il battello per 2 ore e dopo una breve sosta per consumare un pranzo veloce, riprendiamo con i fuoristrada, dove entriamo nel gate di Sududu del chobe. Il paesaggio è bellissimo, ci sono scorci dall’alto del fiume che abbiamo navigato in mattinata, poi incontriamo mandrie di impala, ippopotami, elefanti che si bagnano per refrigerarsi. Poi ci immettiamo all’interno del parco, dove c’è la possibilità di vedere delle bellissime giraffe e zebre, oltre agli elefanti che ci attraversano la strada. Terminiamo il tutto verso le 16 e 30 p.m. dopo esserci fermati in alcuni punti panoramici. Attraversiamo il confine e ritorniamo dopo 60 km. in hotel. Davvero un’esperienza bellissima al Chobe, direi che il Botswana, merita una vacanza a parte.

Giorno 24/02

Oggi ci concediamo un giorno di riposo e lo dedichiamo ad un giro della città di Livingstone, dove facciamo un po’ di shopping e in serata per la terza volta da Olga’s Project: mangiamo un delizioso piatto di pasta ed una pizza. Per ricordare queste serate ci facciamo una foto con i ragazzi, così da ricordarci sempre di loro e del loro lavoro.

Giorno 25/02

Oggi ci trasferiamo a Johannesburg. Arriviamo alle 15 e 45 p.m., alloggiamo al Lucky Bean Guesthouse, in un quartiere molto elegante di Melville. Abbiamo anche il transfer con loro e quindi arrivati in hotel ci rilassiamo sulla piscina e dopo ceniamo in un ristorante vicino l’hotel.

Giorno 26/02

È il momento del relax… abbiamo scelto il Mozambico, oceano indiano, Vilancolus località che si trova vicino all’arcipelago di Bazaruto. Con Air Link, raggiungiamo la meta verso le 13 e 30 p.m., ci viene a prendere in aereoporto Denis, marito di Sabrina, una coppia che insieme a Virginie e Francisco che si occupano del diving, gestiscono Casa Babi, un grazioso B&B. Appena sistemate le nostre cose scendiamo in terrazzo, vicino alla piscina, e Virginie ci offre una bevanda. Fa molto caldo e ne approfitto per fare il bagno, visto che la spiaggia si trova di fronte a noi.Ci rilassiamo fino al tramonto e prima della cena con Sabrina organizziamo il giorno seguente.

Giorno 27/02

con Sailway Dhow Safaris prenotiamo l’escursione in una delle isole dell’arcipelago di Bazaruto, Magaruque. Ci accompagnano su una barca veloce, non su un Dhow, tipica barca del Mozambico, caricato l’occorrente, raggiungiamo un punto dell’isola, e mentre i due ragazzi di Sailway si organizzano, io faccio un po’ di snorkeling per la barriera corallina. Poi, con mia moglie ci facciamo una lunga passeggiata sulla spiaggia per foto e video: la natura e sovrana sull’isola. Essendo bassa stagione siamo i padroni e approfittando della bella giornata, ci godiamo la nostra solitudine. Verso le 13 pranziamo del pesce grigliato a carbone, molto saporito. Nel pomeriggio, dico ad uno dei due ragazzi di accompagnarci su delle dune di sabbia che abbiamo ammirato in lontananza. Da qui è uno spettacolo, il mare turchese si miscela con la sabbia, e crea dei colori unici, percorriamo anche la spiaggia che si trova nel lato opposto, e sulla quale camminano indisturbati simpatici granchietti, e vicino ad uno scoglio sulla spiaggia, ammiriamo una murena, e in lontananza anche molti uccelli. Un vero paradiso, ancora immacolato, non consegnato ancora al turismo di massa, su questa isola non c’è niente ma c’è tutto…….. Verso le 16 p.m. rientriamo, e ci affidiamo alla deliziosa cucina di Sabrina, la quale ogni sera ci presenta pietanze diverse.

Giorno 28/02

Oggi ci viene proposto l’escursione con Mozambico Horse Safari, il miglior Horse Riding Safari di Vilancolus. Il proprietario è Patrick, di origini metà inglesi e metà tedesche. Egli ha vissuto tutta la sua vita tra Tanzania – Zimbabwe – Mozambico, è affiancato dalla moglie Mandy, autrice del libro “One Hundred And Four Horses”, la storia di 104 cavalli scampati alle atrocità di Mugabe in Zimbabwe e accolti nel loro maneggio. Però ora ne sono rimasti circa 34 e sono i validi Horse Riding della organizzazione. Iniziamo il galoppo lungo la spiaggia. La marea è ancora bassa, ci vengono incontro un gruppo di bambini che giocano sulla spiaggia. Poi, arrivati in un punto risaliamo verso una piccola collina per scorgere il panorama di questa parte di Vilancolus. Pat è molto cortese e ci fa sentire a suo agio, parlandoci anche di tutta la storia della sua vita in africa e altro. Terminiamo il nostro tour con una piccola galoppata sulla spiaggia. C’è ancora bassa marea e non riusciamo a fare il bagno con i cavalli. Ci fermiamo un po’ in Arcipelago Resort, un complesso con piscina, e facciamo anche una gradevole chiacchierata con Mandy prima di salutarli affettuosamente.

Giorno 01/03

sempre l’instancabile Sabrina ci ha organizzato una escursione nell’isola di Benguerra, altro gioiello dell’arcipelago, e dopo un’abbondante e gustosa colazione, verso le 9 a.m. saliamo sul Dhow di Dolphin Dhow Safari. Dopo un’ora arriviamo nell’isola di Benguerra. La giornata si prospetta soleggiata e io ne approfitto con la bassa marea di fare un po’ di snorkeling, dopo ci facciamo un giro nella parte dell’isola dove siamo fermi, vicino ci sono dei punti panoramici con delle dune, simili a Magaruque Island. E’ quasi l’una ed i ragazzi di Dolphin Dhow Safari, ci portano il pesce cucinato a carbone, insalata e bevande varie, un bel pranzo. Dopo ne approfitto un po’ anche per digerire, di percorrere la spiaggia verso sud che porta verso una duna, la più alta, e sfido il caldo torrido per salire fin su. Da qui sono premiate le mie fatiche: c’è un panorama fantastico. In lontananza si vedono alcuni resort e vegetazione che fa da padrona assoluta, i contrasti dei colori turchese e rosa, dell sabbia e del mare, dovuto alla bassa marea. Dopo quasi un’ora rientro e con mia moglie ci godiamo fino alle 3 le bellezze dell’isola. Al rientro i ragazzi issano la vela, e rientriamo a Vilancolus come tanti pescatori, sfruttando il vento. La sera non voglio essere ripetitivo, c’è la gustosissima cena preparata da Sabrina di Casa Babi.

Giorno 02/03

Con Odissea Dive (Casa Babi), accompagnati da Virginie e Francisco e altre 8 persone provenienti da altre strutture, siamo pronti per raggiungere forse l’isola più bella, più interessante e particolare dell’arcipelago, Bazaruto. Terminiamo il briefing con la consegna di maschere e pinne per coloro che fanno snorkeling e muta aggiunta per chi fa diving. Alle 9 in punto con il mezzo veloce partiamo, quasi prima di approdare a Bazaruto, ci accolgono 2 delfini, e ci soffermiamo un po’ ad ammirarli, e sembrano di voler giocare con noi. Approdiamo a Bazaruto. Ci suddividono in due gruppi, chi fa snorkeling e chi diving. L’unica che rimane fuori dai giochi è mia moglie che si rilassa da sola sull’isola e padrona assoluta. Noi dopo 10 minuti raggiungiamo “Two miles Reef”, che si trova a metà tra Bazaruto e Benguerra. E’ un reef molto bello, non è ricco, ma la quantità di coralli e pesci tropicali ti permette di distaccarti dal modo reale per un po’. Non vorresti mai risalire, quando ti trovi simili incanti, ma è il momento di raggiungere Bazaruto e la mia profuga… per consumare il panino.

Nel pomeriggio, chi fa diving ritorna al reef, noi restiamo per un giro sull’isola. Raggiungiamo la duna più in alto, e ammiriamo il lato sud dell’ isola con la sua vegetazione e la spettacolare formazione, poi i soliti giochi di colori che la bassa marea ci consegna. Bazaruto non la vorremmo mai lasciare, diciamo che le isole dell’arcipelago ti lasciano quel senso di selvaggio e non sfruttato, che in pochi luoghi nel mondo e rimasto. Ognuna di esse ci lascia un ricordo una traccia diversa, io credo che non sono per tutti, sono solo per chi li sa leggere… Rientrati nel nostro B&B, chiacchieriamo un po’ con Sabrina dell’esperienza della giornata e soddisfatti, dopo cena andiamo dritti a letto. I giorni 3 e 4 marzo li dedichiamo a Vilancolus, con passeggiate all’alba sulla spiaggia, a osservare la vita dei pescatori e a soffermarci nei villaggi dove ancora la gente si procura l’acqua in semplici pozzi, oppure la donna rientra a casa con legna portata sul capo. Facciamo visita al caotico mercato, dove c’è di tutto, e ci allunghiamo a nord di Vilancolus, da Machilla Magic, organizzazione che fa lavorare personale del posto per la produzione di Souvenir. Questi due giorni ci fanno ancora apprezzare di più il nostro soggiorno, a Vilancolus e nel Mozambico, dove abbiamo trovato dei luoghi ancora veri, con bellezze ancora poco pubblicizzate (e spero sempre così). Un consiglio a tutti colori che vogliono visitare questi luoghi è quello di lasciarsi un po’ coinvolgere dal posto di modo che cambi un po’ voi…

Giorno 5/02

Consumiamo l’ultima colazione della Graziosa Sita, le sue marmellate di frutta fresche non le dimenticherò, e siccome abbiamo il volo per Johannesburg alle 14 p.m., ci rilassiamo fino alle 11 a.m. in piscina. Dopo salutiamo con nostalgia Virginie, Denis, Francisco, e li ringraziamo di tutto, e Sabrina ci accompagna in Aereoporto, la salutiamo con affetto e la ringraziamo della splendida settimana che abbiamo trascorso. Abbiamo poi un piccolo problema con Air Link, ma riusciamo a prendere un volo con LAM compagnia del Mozambico, che ci permette di non perdere volo Johannesburg – Dubai – Roma del giorno 6/03.

Considerazioni finali di questo viaggio… c’è chi dice che l’Africa ti rimane dentro. E’ vero anche se deve dividere il nostro viaggio in due momenti. Il primo, in Sudafrica, un paese in crescita, che sta mettendo da parte un po’ alla volta le problematiche dell’Apartheid. A noi è rimasto impressa la pulizia, l’ordine di Cape Town, una città che include tutti i confort della metropoli ma ha ampi spazi di verde, di relax per tutti coloro che vogliono rilassarsi con un libro vicino alle onde dell’oceano. Insomma, un mix di comodità della grande città ma con la tranquillità del piccolo centro. Per quanto riguarda i parchi, il Kruger N.P. rappresenta l’ideale per un safari emozionante (non è detto che si deve andare per forza in Kenia o Tanzania). Infine gli angoli di vera Africa (Zambia, Zimbabwe, Botswana), le emozioni di quei mondi ancora rimasti intatti. C’è bastato solo toccarli per accorgersi di ciò. Infine il Mozambico, una nazione che è un mix di cultura Europea, Araba, Africana. Non voglio dilungarmi, in noi rimane una soddisfazione, perché dopo tanto studiare, faccio mia una bellissima frase per concludere questo diario “Il viaggio e solo ciò che ti conduce là dove il tuo cuore è già arrivato da un pezzo”.

Arrivederci Africa.



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