Basilicata e Puglia… per caso

Metti un anniversario di matrimonio. Metti che eravamo a metà strada rispetto a quando siamo a casa. Metti che non c’eravamo mai stati insieme… Ed ecco che ottieni una prenotazione pressoché all’ultimo minuto per andare il Basilicata e Puglia per ...
Scritto da: Shinya
basilicata e puglia... per caso
Partenza il: 03/09/2018
Ritorno il: 07/09/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Siamo partiti intorno alle 03:30 del mattino da Terni e in circa cinque ore e mezza siamo giunti a Castelmezzano (Basilicata), la prima tappa del nostro viaggio. L’avevamo visto in foto tante volte e dal vivo ne abbiamo avuto la conferma: sembra un Presepe. Un presepe bellissimo, sul costone della montagna, che ti lascia a bocca aperta. Dopodiché siamo montati di nuovo in macchina e con un’oretta circa siamo giunti a Pietrapertosa (Basilicata). Era il secondo paese-presepe che volevamo vedere, e ammirarlo dalla terrazza, con le punte delle montagne praticamente sopra la testa, è stato emozionante.

A quel punto ci siamo spostati a un’altra oretta e un quarto di distanza e abbiamo raggiunto Craco (Basilicata), il Paese Fantasma. Questo borgo infatti è stato fatto evacuare anni fa a causa di alcune frane e terremoti avvenuti in paese, che poi lo hanno portato allo stato di abbandono e rovina per molti anni. Solo di recente è stato preso in mano da una cooperativa locale (CracoMuseum) che si occupa non solo di salvaguardarlo e rimetterlo in sesto, ma anche e soprattutto di accompagnare i turisti a visitarlo in tutta sicurezza. È quello che abbiamo fatto noi: 10,00€ di biglietto a persona, caschetto in testa e via, a scarpinare sotto il sole cocente insieme ad un’altra quindicina di persone a visitare il paese. La visita ci è piaciuta molto, la nostra guida è stata incredibilmente esaustiva e ci ha raccontato anche molti aneddoti interessanti come quello che riguarda la Chiesa: anni fa, gli abitanti dei paesi vicini, vedevano in piena notte delle luci fluttuare attraverso il paese. Molti credevano che erano storie narrate dai genitori ai figli per spaventarli e impedire loro di andare in paese rischiando di farsi male. Solo anni dopo si è scoperto che in realtà erano delle Sette che andavano a Craco a fare i loro rituali. Sono stati ritrovati anche alcuni teschi e diverse ossa nella chiesa, presumibilmente sottratti dalle tombe del vicino cimitero che avvalorano questa tesi. Comunque mentre siete a Craco ricordatevi una cosa: cercate gli asinelli! Ci vive infatti una famigliola di asinelli che si nasconde tra le camere abbandonate e all’interno delle ex stalle. Noi siamo riusciti a vederli tutti e tre e sono adorabili. Quindi siamo risaliti in macchina e con un’altra ora e mezza siamo giunti al Belvedere di Murgia Timone, fermandoci in più tappe, per ammirare lei, la città che ci ha spinti a prenotare questo viaggio e a cui cinque anni fa avevamo già dovuto rinunciare: Matera (Basilicata).

È impossibile spiegare a parole quanto sia magicamente bella Matera. Che si ammiri da lontano o ci si cammini in mezzo, Matera ha un fascino che nessun’altra città nel mondo ha. Vuoi per la conformazione, per la pietra di cui è costituita, i suoi Sassi, per la posizione o l’incredibile storicità che si respira osservandola; fatto sta che Matera è quella che si può definire senza ombra di dubbio un gioiello italiano. Dopo averla ammirata e fotografata in ogni angolazione da lontano, siamo saliti di nuovo in macchina e in circa mezzora siamo arrivati in città. Lì abbiamo aspettato il signore dell’hotel che ci avrebbe ospitato, Guido, per condurci al parcheggio e quindi alle camere. Infatti l’hotel scelto, il “SAXUM Caveoso” i>si trova proprio nel Sasso Caveoso ed è impossibile accedervi con la macchina senza un permesso. Questo tuttavia non è stato assolutamente un problema perché il proprietario è stato gentilissimo e oltre a venirci a prendere, ci ha anche fatto fare un giro in macchina indicandoci i punti panoramici migliori, le cose da non perdere, le botteghe artigianali (quelle vere, non quelle commerciali) e i ristoranti migliori. Quindi ci ha accompagnati nella nostra camera che, oltre a essere molto carina e spaziosa, aveva un panorama dalla finestra impareggiabile su tutta la zona del Sasso Caveoso di Matera, zona che ci ha tenuti impegnati durante la giornata. Rinfrescata veloce e via, siamo usciti cartina alla mano (dataci sempre da Guido) dalla stanza, girato a destra e dopo neanche due metri siamo giunti alla prima tappa: la Casa Cisterna (2,00€ a persona). Si tratta di un’abitazione tipica come ce ne sono poche altre in città, che però ha la particolarità di aver mantenuto all’interno l’impianto per la raccolta dell’acqua piovana nelle sue condizioni originali e tutt’oggi funzionante. È stata una visita molto interessante, con una voce registrata che descriveva i vari ambienti, e tra i vari arredi c’era anche uno dei timbri del pane, oggetti tipici che venivano usati da ogni famiglia come identificazione personale per il pane da ritirare al forno.

A quel punto siamo usciti, abbiamo attraversato la strada, salito una scalinata e siamo giunti alla Chiesa Rupestre di Santa Maria di Idris e San Giovanni in Monterrone (c’è la possibilità di fare un biglietto che comprende anche altre due Chiese Rupestri al costo di 8,00€ a persona che conviene fare. E ricordatevi che non è possibile fare foto all’interno di nessuna delle Chiese Rupestri). Le Chiese Rupestri sono magnifiche e benché all’interno conservino ancora molti affreschi, sono anche molto rovinate. Questo perché sono edifici che sono stati sconsacrati e dati in concessione ai contadini per usarle come abitazioni. Questo ha comportato che venissero eliminate alcune parti e altre rovinate nel tempo e dall’umidità, ma adesso per fortuna sono visitabili e tenute con cura. Abbiamo poi raggiunto la Chiesa di San Pietro Caveoso e da lì siamo passati sotto l’arco sulla destra che ci ha fatto raggiungere la chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve (biglietto convenzionato). A quel punto abbiamo raggiunto il Belvedere vicino a Palazzo Lanfranchi e abbiamo potuto ammirare uno scorcio meraviglioso sulla città e sul panorama circostante. Dinner time! Quindi siamo andati a cena da Pane & Pomodo”, un’osteria di cucina tipica dove abbiamo speso il giusto mangiando a sazietà. Noi vi consigliamo di provare il loro dessert con mascarpone, mandorle caramellate e peperone crusco (prodotto tipico lucano). Una delizia! Dopo cena siamo tornati al Belvedere e abbiamo fotografato la città di notte ottenendo questo scatto. Niente male, no?

PER I SOUVENIR

Molti di voi ci hanno scritto su Instagram dopo aver visto le Stories postate per sapere dove abbiamo comprato i nostri souvenir. Beh, come detto, noi tendiamo a scegliere oggetti di artigianato locale piuttosto che comprare nei baracchini più commerciali per i turisti, perciò abbiamo chiesto a Guido di consigliarci dei posticini dove trovare quello che cercavamo. Lui ci ha suggerito:

  • Per i Cù-cù, i tipici fischietti a forma di gallo che venivano usati per scacciare gli spiriti maligni e regalati per portare fortuna a una famiglia, o utilizzati dagli uomini per indicare l’interesse verso una ragazza specifica e corteggiarla (più il Cù-cù era grande, più l’interesse era forte): “La Bottega del Fischietto” in Via Buozzi dove sono ancora realizzati e dipinti a mano. Quello che abbiamo scelto noi, che è di colori e grandezza tipici, è costato 10,00€.
  • Per la mattonellina scolpita che raffigura uno scorcio della città: l’abbiamo preso per 8,00€ presso una bottega di artigianato e antiquariato in Vico Solitario (ho cercato anche su Google Street View, ma non c’è il nome del negozio!), proprio sotto la Chiesa Rupestre di Santa Lucia alle Malve. Tenete presente che per riconoscere un’imitazione di gesso da una realizzata con la pietra locale (la calcarenite, quella che abbiamo scelto noi), l’oggetto deve lasciarvi un residuo polveroso sulle mani. Se non lo fa, è realizzata in gesso.

2° GIORNO

Il secondo giorno in Basilicata ci ha accolti con un’alba meravigliosa su Matera, vista direttamente dalla nostra camera. Dopodiché, una volta fatto il check-out e portato tutte le cose alla macchina accompagnati dal sempre gentilissimo Guido, pronti a ripartire alla volta della Puglia, siamo tornati in centro e ci siamo addentrati di nuovo nel centro di Matera, pronti a scoprire quello che il giorno precedente non avevamo potuto ammirare. Abbiamo proseguito la visita della zona del Sasso Caveoso, percorrendo Via Ridola e ammirando la Chiesa di Santa Chiara e la Chiesa del Purgatorio, con i suoi teschi sparsi qua e là e la forma barocca e arrotondata. Quindi abbiamo ammirato la Chiesa di San Francesco D’Assisi e la vicinissima Piazza Sedile, da cui si prende la strada che porta dritto al Duomo e che regala scorci stupendi sul Sasso Barisano. Quest’ultimo è stato la nostra seconda tappa, raggiunto passando per le stradine e le scale interne che scendono direttamente dal piazzale antistante il Duomo, fino a raggiungere la Chiesa di Sant’Agostino, dal quale c’è un altro scorcio molto bello sulla città. Ci siamo poi spostati verso l’ultima chiesa rupestre compresa nel biglietto cumulativo fatto il giorno prima: San Pietro Barisano, dove l’addetta preparatissima ci ha raccontato molti aneddoti legati alle pitture rupestri e risposto a tutte le nostre domande. A quel punto abbiamo proseguito verso Piazza San Rocco dove affacciano sia la Chiesa di San Rocco che la Chiesa di San Giovanni, in assoluto la più bella di Matera, per quanto ci riguarda. A questo punto, siamo tornati indietro, saliti in macchina e in circa un’ora abbiamo raggiunto la Puglia e la nostra base per i restanti tre giorni: Putignano. Non è una cittadina molto famosa, ma era vicinissima a tutto quello che

Volevamo vedere, così l’abbiamo scelta. E abbiamo fatto benissimo, perché si è rivelata comodissima e tranquilla, nonché le camere di “L’angolo di Gaudì” si sono rivelate un vero gioiello. Probabilmente una delle più belle camere in cui abbiamo soggiornato! Situata proprio all’ingresso del centro storico e vicinissima al parcheggio libero in cui lasciavamo ogni sera la macchina, in una zona strategica e dotata all’interno di tutto il necessario. Noi lo consigliamo vivamente. Essendo pomeriggio inoltrato, ne abbiamo approfittato per darci una rinfrescata, sistemarci e riposarci un po’. Quindi siamo usciti in esplorazione e abbiamo visitato la cittadina, tutta bianca (come molte altre in Puglia), così tanto che ti fa quasi perdere il senso dell’orientamento. Molto carina, oltre ai vari scorci che potrete ammirare, è la Chiesa di San Pietro Apostolo, che dietro l’altare conserva un affresco e un gruppo scultoreo di una natività meravigliosi. Quindi cenetta in pieno centro storico da “Botteghe Antiche”, con vista sulla piazzetta principale, dove vi consigliamo di provare la pasta di grano duro ai due pomodori pugliesi e il dessert a base di ricotta, fichi e polvere di caffè. Squisiti!

3° GIORNO

Sveglia presto, colazione al bar “Dolceluna” convenzionato con l’hotel (che offre buonissimi croissant farciti al momento, anche vegani e integrali), e di corsa in macchina alla volta di Ostuni. Si raggiunge in circa cinquanta minuti e se cercate un po’, riuscirete a trovare un posteggio libero anche nei pressi del centro (questo vale per tutte le cittadine da ora in poi. Noi abbiamo sempre parcheggiato gratuitamente vicino al centro, basta chiedere consiglio alla gente del posto). Avevamo sentito tanto parlare della “Città bianca”, ma non pensavamo potesse essere così magica. Ostuni è un gioiello. Davvero. Ci è piaciuta tantissimo. Le case bianche, le vie strette, le lucine appese tra un palazzo e l’altro, i fiori fucsia e il cielo azzurro che arricchiscono questo scenario da sogno. Ostuni è unica. Nonostante ci siano tante cittadine interamente bianche in Puglia, nessuna sarà mai bella come lei. Ammirate il Palazzo Vescovile col suo arco in pietra rossa, proprio di fronte alla Concattedrale. Perdetevi tra i suoi vicoli e costeggiate la Cinta Muraria. Respirate il profumo del mare. Ostuni vi sorprenderà. E non perdetevi la Porta Blu, proprio di fianco alla Concattedrale. È un’icona della città, super fotografata. Una porta colorata sullo

sfondo del cielo, che sembra portarti dritto tra le nuvole. Ci siamo poi spostati, in appena trenta minuti, ad Alberobello, la “Città dei Trulli”, che tante volte avevamo visto fotografati ma che non avevamo mai potuto ammirare dal vivo insieme. La cittadina è suddivisa in Rione Monti e Aia Piccola. Nel primo ci sono i Trulli “turistici”, quelli con i negozietti di souvenir, gli scorci fioriti, la Chiesa di Sant’Antonio che altro non è se non un trullo gigante con una cupola di quasi venti metri e consacrato come chiesa, nonché i Trulli Siamesi col loro tetto collegato come due gemelli inseparabili. Nel secondo ci sono i trulli ancor oggi abitati, con l’aria ordinata e curata, meno fronzoli e più rigore, il Museo dell’Olio e il Museo del Territorio. Nei pressi c’è il Belvedere Santa Lucia, che consente una vista meravigliosa su tutti i trulli, e danno quasi l’idea

che dal terreno siano spuntate tante casette abitate da piccoli gnomi curiosi. Non perdetevi all’interno del paese il Trullo Sovrano (visitabile per 2,00€) dove potrete ammirare gli spazi interni e come si viveva nell’antichità in un trullo, così come la Basilica dei Santi Cosma e Damiano. A quel punto siamo tornati a Putignano dove abbiamo cenato da “Chi va piano” e dove vi suggeriamo di assaggiare la tagliata di podolica (una razza di bovino tipico del posto) che era davvero squisita.

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Ostuni 1

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Alberobello 1

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Putignano 4

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Putignano 2

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Putignano 1

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Polignano a mare 11

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Polignano a mare 10

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Polignano a mare 9

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Polignano a mare 8

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Polignano a mare 7

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Polignano a mare 5

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Pietrapertosa

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Ostuni 4

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Ostuni 2

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Alberobello 3

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Monopoli 2

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Matera 7

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Matera 6

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Matera 4

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Matera 3

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Matera 2

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Matera 1

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Grotta del trullo

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Craco 4

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Craco 2

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Craco 3

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Craco 1

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Castelmezzano



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