Non solo carbone: ecco i 5 dolci tipici dell’Epifania che ci fanno immergere nelle tradizioni italiane

Manuela Titta, 05 Gen 2024
non solo carbone: ecco i 5 dolci tipici dell’epifania che ci fanno immergere nelle tradizioni italiane
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Le vacanze di Natale stanno per finire, ma non sono ancora terminate le prelibatezze da gustare, perchè l’Epifania è l’occasione giusta per realizzare delle ricette davvero golose. Si potrebbe pensare che con il Natale si siano esaurite tutte le opzioni per i dolci, visto il grande assortimento che di cui disponiamo, ma la tradizione italiana, si sa, è davvero ricca e si esprime con le ricette legate al significato delle ricorrenze, piccole o grandi che siano. Ecco quindi che 5 dolci a cui non si può dire di no.

Il significato della Befana

È immancabile la calza piena di dolciumi per i bambini, dove il carbone continua ad essere protagonista con il suo inconfondibile colore scuro, dovuto ad un semplice colorante alimentare che si unisce ai due ingredienti: zucchero e albume d’uovo. La figura della Befana è legata alla tradizione pagana e alla terra: con riferimento all’idea di rinascita e legata all’avvicendamento tra il vecchio e il nuovo anno, porta nel nome il concetto dell’ “apparizione” o “manifestazione” (dal greco ἐπιϕάνεια). In molte zone d’Italia c’era un rito propiziatorio che prevedeva un falò, per salutare il vecchio anno, dove si bruciava anche un fantoccio di pezza, un’usanza ancora praticata nella notte di capodanno: il carbone è ciò che rimane una volta esaurito il fuoco. Il legame della befana con il giorno dei Re Magi è dovuto a una leggenda, secondo la quale i Magi non riuscivano a trovare la strada per Betlemme e chiesero informazioni ad una anziana signora incontrata durante il cammino. Invitata a seguirli per far visita a Gesù, lei non accettò la proposta dei Magi, ma se ne pentì, pertanto decise di preparare dei dolci e nel tentativo di trovare i Re donò ciò che aveva preparato ai bambini che incontrava. 

La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte

La tradizione indica i dolci per i bambini buoni e il carbone per quelli cattivi, ma in realtà il carbone non ha un’accezione negativa, perché rimandando al fuoco rimanda anche alle ceneri, elemento che veniva sparso sul terreno, un fertilizzante naturale, quindi qualcosa di propizio per i futuri raccolti. Il carbone, quindi, incarna tanti significati: questa oscillazione tra bene e male, tra dono e punizione, rende bene l’idea della ricchezza e della complessità dei significati che si sono concentrati in questa notte magica tra il 5 e 6 gennaio. Tutti aspettano qualcosa di buono, sia nella sua accezione più intima e profonda, sia nella leccornia da trovare nella calza: per gli adulti però c’è anche un ulteriore assortimento di dolci, le ultime meravigliose preparazioni del periodo natalizio. 

Le deliziose creazioni dedicate all’Epifania

Pinza de la Marantega

Partiamo con l’antica usanza veneziana, allargatasi poi a tutta la regione, che prevedeva l’utilizzo degli avanzi delle feste: si realizzava, quindi, un dolce un pò rustico proprio in occasione dell’Epifania. Ma andiamo con ordine e vediamo quali erano gli antichi ingredienti di base: la polenta, il pane raffermo e la frutta secca, tutto ammollato nel latte. Oggi la ricetta prevede un mix di farina di mais e farina bianca, arricchita con pinoli, frutta candita e pezzi di mela. Immancabile l’aggiunta di grappa per un risultato finale davvero gustoso e profumato grazie agli aromi del distillato. Si ottiene una torta morbida e saporitissima, ma ci sono parecchie versioni dovute alla quantità di lievito utilizzato: qualcuno decide di non metterlo proprio, ottenendo un un risultato diametralmente opposto rispetto a chi preferisce una torta ben cresciuta. Marentega è sinonimo di Befana e tradizione vuole che venisse cotta proprio sui carboni ardenti dei falò citati. 

Befanini toscani

La tradizione ci dice che questi biscotti nascono a Viareggio, ma si sono diffusi in tutta la regione visto il loro successo: sono i biscotti da mettere nelle calze dei bambini e quindi si fanno proprio in occasione della festività della Befana. Possono essere preparati in casa, per la gioia dei bambini che amano cimentarsi in questo tipo di attività. La ricetta è molto semplice: si tratta di frolla con una decorazione di zuccherini multicolore o glassa. Per gli stampi si usano forme che possano evocare la festa, quindi si spazia dalla calza, alla scopa, alla stella cometa e anche alla forma della Befana. Versatili e gustosi, i befanini sono dei biscotti adatti a tutti perchè sono perfetti per la prima colazione in abbinamento con il latte, ma vanno bene anche per gli adulti che possono gustarli in abbinamento con un buon vin santo.

Buccellati siciliani

Anche i buccellati siciliani sono biscotti: la pasta frolla è arrotolata per incorporare un fantastico ripieno di fichi secchi. La ricetta del ripieno prevede non solo fichi, ma anche frutta secca, confettura e altri ingredienti che variano secondo gusto personale, da famiglia a famiglia: quindi possiamo trovare spezie come polvere di cannella, chiodi di garofano, cardamomo, ma anche pasta di mandorle, cioccolato, scorze candite di arancia o cedro. In dialetto sono detti cucciddati: essendo dei biscotti farciti il risultato finale è una forma ben arrotondata e possono essere ricoperti da glassa e zuccherini. 

Cavallucci di Siena

Torniamo in Toscana per questi dolcetti dalla forma tondeggiante e spolverati da zucchero a velo. La loro storia è antica, l’impasto è piuttosto consistente ed è aromatizzato con spezie: erano già diffusi all’epoca di Lorenzo il Magnifico. Hanno una shelf life piuttosto lunga dovuta agli ingredienti che prevedono farina, zucchero, noci, miele e canditi. Il nome è dovuto all’usanza di offrire questi dolcetti nelle osterie di campagna, a disposizione quindi di chi arrivava con le diligenze: da questo il riferimento ai cavalli. 

Pecorelle di Corinaldo

Siamo in provincia di Ancona e le pecorelle sono rettangoli di sfoglia realizzata con farina, olio, zucchero e vino bianco: il ripieno è fatto di mosto ristretto, noci, pangrattato, buccia d’arancia e cannella. Anche qui il tocco personale è d’obbligo e ogni famiglia custodisce il proprio segreto: la forma a mezzaluna ricorda una pecora accovacciata e tradizione vuole che questi dolci vengano preparati un giorno prima della festività, in modo da poter decorare la Palma della Befana. Si tratta di un grosso ramo di alloro  utilizzato per la decorazione delle case e che veniva riempito di dolci, caramelle, arance e mandarini: le pecorelle erano aggiunte proprio per arricchire questo allestimento già particolarmente gustoso.