Venezia da perdersi…

Venezia ha un fascino magico, quasi surreale e perdersi fra le calli e i campi è l'unica cosa da fare per ritrovarsi un po'...
Scritto da: djgattina
venezia da perdersi...
Partenza il: 07/02/2018
Ritorno il: 09/02/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Come poter raccontare di Venezia senza un sospiro? La mia avventura inizia così… treno che mi porta direttamente al centro di Venezia: stazione Venezia Santa Lucia e davanti ai miei occhi si apre lo scenario magnifico del Canal grande e del via vai di vaporetti, di gente di ogni nazionalità, musica, venditori, bancarelle, arte sacra e profana in quantità. Attendo la mia amica Silvana che parlando al telefono dice che sta avvicinandosi in stazione e mentre la saluto la vedo spuntare da piazza Roma ( fermata dei vari autobus da e per Venezia) accompagnata da una coppia di maschere veneziane stupende: non potevamo avere un inizio migliore! Selfie di rito con le maschere e via all’attacco della prima calle, facciamo un giro poi decidiamo di tornare dato che alle 15 ci aspettano i ragazzi del B&b “Ca’ Barba” per accompagnarci nel loro splendido ristoro.

Acquistiamo un biglietto 48 ore per i vaporetti a 30 euro, necessario perchè gli spostamenti che si vogliono fare in città sono tutti legati a loro: ce ne sono anche di giornalieri a 20 euro o anche per più giorni ma data la nostra permanenza a noi va bene quello. La gente è molto cordiale e disponibile: in ogni posto trovi un sorriso, un saluto e disponibilità ad ogni informazione necessaria.

Dalla stazione partiamo alla volta della fermata Rialto mercato dove ci aspetta Caterina Barbato del B&b che ci accompagna da loro, ci offre ristoro e molto gentilmente ci indica i primi spostamenti seguendo le nostre richieste dandoci delle dritte niente male: i bacari dove mangiare (locali tipici veneziani dove mangiare ad un giusto prezzo degli “aperitivi” misti chiamati cichetti) e bere ombre (piccoli bicchieri di vino), le passeggiate più suggestive, la gelateria “da Nico” dove poter gustare il gelato Gianduiotto tipico veneziano e ottimo, alcuni posticini tipici per cenare con gusto e raffinatezza. Il consiglio di Caterina: “A Venezia dovete perdervi, non usate il navigatore, fatevi trascinare ed immergetevi nel tutto…non ve ne pentirete!”. Il suo sorriso non poteva mentire!

Ci accompagna in stanza dove troviamo smart tv, Jacuzzi e tè, caffè, cioccolatini: un posto da sogno!

Ci rinfreschiamo e partiamo alla volta del centro iniziando a barcamenarci fra le varie fermate del vaporetto e addentrandoci sempre di più nella vita veneziana trovando in campo San Barnaba, la Chiesa di san Barnaba con la “Mostra permanente delle macchine di Leonardo Da Vinci”: ingresso a 8 euro ma ne vale veramente la pena! Continuando il nostro cammino decidiamo di cercare la gelateria “da Nico” per gustare il Gianduiotto consigliatoci da Caterina e ci addentriamo nelle calli sempre piu’ piccole e colorate e qui troviamo uno squero: il laboratorio dove si costruiscono e riparano le gondole, voltiamo l’angolo e ai nostri occhi si offre una veduta da mozzare il fiato: la laguna e la punta dell’isola di fronte a noi e la gelateria che purtroppo troviamo chiusa. Non ci perdiamo d’animo e comunque prendiamo un gelato ottimo al bar di fianco alla gelateria e proseguiamo il cammino. Prima di prendere il vaporetto abbiamo girato un po’ per le vie interne di fianco al B&b per cercare la “Cantina do spade” consigliataci da Camilla e abbiamo prenotato un tavolo per la cena.

Durante la passeggiata maschere di ogni tipo ci hanno invitate alle foto fino ad arrivare in piazza San Marco quasi al tramonto: uno spettacolo che riempie il cuore!

Palazzo Ducale sembra un pizzo fatto all’uncinetto, il leone svetta fiero sulle nostre teste e intanto in piazza si apre il giovedì grasso con discoteca, balli e maschere in ogni angolo a festeggiare il sacro e profano del Carnasciale e di questa città in cui il tempo sembra fermo… Foto, foto, foto a non finire, la meraviglia a perdita d’occhio non è raccontabile, non rende l’idea della magia di Venezia… riprendiamo il vaporetto da Piazza san Marco in direzione Rialto mercato per andare a cena: girare la notte per Venezia ha un sapore d’altri tempi.

Alla “Cantina do spade” ci accolgono a braccia aperte: ci sediamo ed ordiniamo un antipasto di cichetti: sarde in saor, uova e alici, seppioline, moscardini, gamberi: il pesce va alla grande. Come piatto centrale ordiniamo spaghetti ai gamberi piccanti e bigoli in salsa di sarde e cipolla caramellata: che delizia sopraffina per palato e occhi! Vino rosso merlot, frittelle veneziane con uvetta e pinoli, caffè e amaro offerto dalla casa ad un prezzo abbordabilissimo e senza l’aggiunta del coperto! Sazie, stanche ed ebbre di Venezia cerchiamo la strada per il B&b e ci imbattiamo in quello che il mattino è il mercato del pesce fresco mentre la sera diventa una discoteca all’aperto con tanto di bar e cichetti fino a notte inoltrata: sosta obbligata per uno spritz e poi a nanna.

La mattina più riposate, dopo un’ottima colazione con Caterina, riprendiamo il via: mercato del pesce, fermata Rialto mercato,il casinò di Venezia, il museo di storia naturale, Ca’ Foscari, Ca’ Rezzonico e via verso piazzale Roma, giardini Papadopoli e attraversando il ponticello siamo arrivate al “Bacareto da Lele” tappa obbligata per un soggiorno a Venezia: 4 panini con cotto, porchetta, senape, funghi, cipolle e 2 ombre di rosso a 5,20 euro e che sapori! Lungo le calli bigolerie, bar, osterie, negozi di murrine, maschere artigianali: tutto sembra essere stato messo al proprio posto in un incastro di colori, sapori e profumi da perdere la cognizione del tempo e dello spazio.

Di nuovo in piazza San Marco dove sul palco oltre alla musica troviamo la rievocazione storica della battaglia tra Eraclea e Jesolo dove con un bastone chiamato “cornoler” i “Nicolotti” e i “Castellani” se le davano di santa ragione fino a che una delle due squadre non sovrastava l’altra e guadagnava il cornoler d’oro. Nel frattempo al “Caffè Florian” sotto al loggiato , le più belle dame veneziane e i vari Casanova, sorseggiano tè e caffè in bella mostra come una foto d’altri tempi…

Ci addentriamo sempre di più fra le calli, vogliamo trovare la libreria “Acqua alta” e visitarla, abbiamo l’intenzione di perderci davvero nelle stradine e di cercare noi in mezzo agli altri, i nostri gusti… il freddo avanza e ci infiliamo in una cioccolateria “I tre Mercanti” dove veniamo accolte da un ragazzo stupendo multilingue che ci offre due tiramisù: uno alla nutella e l’altro al pistacchio… mai peccato di gola è stato più gradito! Uscite da lì proseguiamo chiedendo della libreria e la troviamo: migliaia di libri, scaffali fatti di gondole e vasche da bagno in un disordine organizzato che solo io credevo di avere! “Welcome to the most beautiful bookshop in the world” è il cartello all’ingresso. Troviamo di tutto fra i libri: calamite, accendini, vinili, sedie impagliate, lampade, reti da pescatore, nasse,la scala fatta di soli libri, fumetti, libri di storia, musica, filosofia, teologia, commedia, teatro, spiritualità e esoterismo che si intersecano nell’aria sacra e profana di Venezia ancora una volta…

Al ritorno ci fermiamo a far cichetti all'”Osteria ae Forcoe” dove si organizzano corsi di recupero per astemi e si paga a Natale (il proprietario si chiama Natale! ): polenta e moscardini al sugo, purè di patate con gamberetti al prezzemolo, mazzancolle all’agrodolce con cipolle, polpette di tonno e patate, spiedino di sarde in pastella e due ombre di rosso a 21 euro: ma che bontà questa robina qua! (cit. Mina). Ritorno a piedi e cantatina di karaoke in un locale di cichetti accompagnate da spritz e sorrisi, passeggiata sul Ponte di Rialto con patatine fritte della catena Amsterdam (c’è veramente di tutto!), foto davanti al teatro Goldoni, cantata on street con un artista di strada e un gruppo di ragazzi inglesi al coro di “Yesterday” poi puntatina all’ “Hard rock cafè” dove troviamo una serata latino-americana live!

Risbucate di nuovo in Piazza San Marco riprendiamo il vaporetto notturno e ci godiamo l’aria fredda di Venezia e il suo fascino notturno fino al B&b ma prima di dormire ci fermiamo a ballare di nuovo al mercato del pesce!

La mattina dopo la mia amica Silvana riparte presto ed io resto a Venezia in attesa del treno delle 16: che fare? Decido di cercare e visitare il quartiere ebraico: me lo descrivono tutti come un posto da visitare e restare senza fiato, peccato sia Shabbat e negozi e sinagoghe siano chiusi ma scambio due parole con uno splendido rabbino e ci auguriamo a vicenda un buon Shabbat. Prima di ciò lascio le valige al deposito bagagli della stazione (6 euro le prime 5 ore) e attraverso il ponte di fronte che mi porta direttamente davanti alle porte del negozio Algida dove fanno i Magnum personalizzati: eh… come fai a non provarlo! Mi gusto il mio Magnum poi chiedo informazioni per il quartiere ebraico, riattraverso il ponte e prendo la via che costeggia la stazione direzione San Marco, le calli sono piene di gente e di maschere, mi fermo a prendere qualche pensierino da portare alla famiglia e poi finalmente trovo la via per addentrarmi nel quartiere ebraico: molto toccante, all’interno non parlano in veneziano ma in lingua madre!

Uscita dal quartiere ebraico prendo il vaporetto direzione Ospedale e mi ritrovo in mare aperto: è un tuffo al cuore vedere le isole in lontananza e barche a vela, la polizia su barca, le ambulanze su barca… scendo alla fermata e faccio un giro: mi trovo dietro alla libreria “Acqua alta” e qui trovo un supermercato Coop, come mia abitudine in ogni paese che visito cerco un supermercato per vedere se ci sono chicche locali ed infatti qui trovo le confezioni di “Baicoli” i classici biscotti veneziani in scatola di latta raffigurante piazza San Marco con i personaggi dell’epoca e il Pan del Doge, dolce tipico di uvetta e mandorle. Terminati gli acquisti, con il vaporetto torno alla fermata Ferrovia, ritiro i bagagli e mi siedo ad aspettare il treno del ritorno. È finita la vacanza ma la dolcezza di Venezia resterà in me a lungo… ciao Perla d’Oriente, tornerò, promesso! Un bacio!

Barbara.



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