La Venezia che non ti aspetti

Segreti per caso... Scopriamo i misteri e le leggende della Serenissima, guidati dal rintocco dei Mori
Scritto da: GufiniD&F
la venezia che non ti aspetti
Partenza il: 24/03/2012
Ritorno il: 25/03/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Venezia è Venezia. Sembrerebbe bastare nominarla per descriverla. Decantata dal mondo intero per la sua rara bellezza. Ci si potrebbe sentire quasi impotenti nel cercare di esprimere a parole tanta meraviglia per gli occhi. Noi siamo Federica e Dario, due giovani innamorati milanesi, e abbiamo deciso di cogliere al balzo la sfida. Vi vogliamo raccontare la Serenissima utilizzando una chiave di lettura un po’ particolare. La nostra storia parlerà di una Venezia nascosta. Dove il mistero delle sue leggende si aggira indisturbato, aspettando solo di essere scoperto.

1) ITINERARI SEGRETI E I MISTERI DEL PALAZZO

La nostra prima tappa è stata la visita del Palazzo Ducale, ma non si è trattato di un itinerario classico. Abbiamo percorso gli “Itinerari segreti” ed è stata una scelta formidabile. Partecipare a questo tipo di visita non è affatto complicato, basta munirsi delle informazioni adeguate, che il sito www.palazzoducale.visitmuve.it (dedicato alle varie tipologie di visite e alle relative prenotazioni) fornisce nel dettaglio. Si accede ai percorsi in un gruppo di una ventina di persone con una guida specializzata. Essendo a numero chiuso, noi abbiamo prenotato telefonicamente con diversi giorni di anticipo. Vi consigliamo di muovervi con anticipo soprattutto se, come noi, avete intenzione di andarci nel weekend. Il costo è di 20 euro più prevendita.

Dopo esserci radunati con i nostri compagni di visita per caso nel cortile interno del Palazzo, da dove tra l’altro si gode di una veduta davvero notevole della cupola della Basilica di San Marco, abbiamo incontrato la nostra preparatissima guida e via. Che il percorso segreto abbia inizio! Prima tappa: ci siamo addentrati, attraverso una porticina a cui il pubblico non ha accesso, all’interno del secondo piano del Palazzo, dove subito notiamo qualcosa di strano. Siamo all’interno di mezzanini interamente costruiti in legno. E mentre dall’esterno si ha la percezione che i piani siano tutti identici, in realtà l’architettura era stata studiata appositamente per ingannare chi da fuori osservava. La guida ci spiega che questo non era altro che un escamotage dei vertici dell’amministrazione della città, per far sì che il popolo non avesse idea di ciò che entro le mura accadeva. Visitiamo gli uffici dei contabili e dei magistrati della Repubblica, luoghi molto angusti e grezzi, dove gli ufficiali lavoravano segretamente e minuziosamente. La cosa che scopriamo fin da subito sarà l’aspetto che ricorrerà più frequentemente: il primo scopo dei vertici veneziani era la segretezza della gestione della cosa pubblica. Solo e soltanto loro avevano la reale percezione di tutto ciò che custodivano le mura del Palazzo.

Seconda tappa: arriviamo attraverso passaggi, sempre molto stretti e poco illuminati, in una grossa stanza, con le fattezze di un vascello. A seguito di un incendio furono chiamate squadre di carpentieri navali per la restaurazione: essi applicarono le loro conoscenze navali all’architettura del posto. Il risultato è fascino puro. Questa era la stanza dove gli archivi più segreti e i documenti più importanti (trattati di pace, dichiarazioni di guerra e simili) venivano custoditi e redatti da gruppi di scrivani analfabeti, con il compito di copiare fedelmente in tre copie i vari documenti e che periodicamente venivano sostituiti per evitare che imparassero a leggere. Ancora una volta, segretezza. Nessuna informazione doveva filtrare all’esterno.

Terza tappa: eccoci arrivati nel luogo forse più sinistro del nostro percorso: la stanza delle torture. Buia, tetra, umida. Qui venivano reclusi e interrogati i sospettati di reati particolarmente gravi. Le torture avvenivano prevalentemente attraverso l’utilizzo di una corda e sempre di notte, per evitare che le urla trapelassero all’esterno. Tanto grande era il terrore di cui le mura erano rivestite, che spesso i prigionieri preferivano confessare reati non commessi piuttosto che continuare la loro permanenza forzata in quell’inferno.

Risaliamo alla luce e approdiamo all’ultimo piano del Palazzo, dove entriamo nelle celle di detenzione riservate alla nobiltà. Un trattamento di favore, che comunque non regalava molto agio. Luoghi bui dai soffitti bassi, dove facciamo la conoscenza di un veneziano d’eccellenza. La storia di Casanova riveste proprio queste mura e la sua leggenda infonde il fascino giusto per fare un salto nella tradizione con una buona dose di fantasia.

La leggenda narra che Casanova venne rinchiuso in questa cella per un reato di cui lui non venne mai a conoscenza e che riuscì ad evadere con un’epica impresa. Aiutato da un uomo del clero, detenuto a sua volta, con grande astuzia riuscì ad abbandonare la cella, scavando un buco nel soffitto, senza farvi mai ritorno. In realtà, ci spiega la guida, pare che i racconti del prode veneziano fossero per buona parte frutto della sua fantasia. La verità non la sapremo mai ed è proprio questo che tiene vivo il fascino del mito.

Scendiamo quindi attraverso un passaggio segreto, nascosto tra le ante di un finto armadio, e arriviamo nel tribunale più temuto della Repubblica. Uno stanzino piccolo, ma letale. Tre seggi in legno lavorato ci rivelano che tre erano i temutissimi giudici, dalla sentenza dei quali, leggenda vuole, nessuno usciva vivo.

Attraverso il Ponte dei Sospiri ci ricolleghiamo al percorso canonico, che, piano piano, ci riporta alla realtà. Leggenda vuole che questo ponte prenda nome dall’ultimo sospiro che i condannati emettevano percorrendo il ponte e dando uno sguardo alla laguna veneziana per l’ultima volta. Fascino a non finire, ma Venezia continua.

2) IL MISTICO PERDERSI TRA I VICOLI, AL BATTERE DEI MORI, LA NOTTE

Concludiamo il nostro racconto, consigliandovi di trovarvi a mezzanotte in Piazza San Marco. Perdetevi nei vicoli, dove le maschere esposte sapranno farvi sentire in compagnia. Molti ristorantini tipici sono intervallati da canalini illuminati in parte, dove un gondoliere aspetta silente i suoi nuovi ospiti. Con la testa china, le mani in tasca, ombra sul volto. Vi consigliamo, poi, di sedervi su un muretto e aspettare che i due Mori vi annuncino la notte. Come due guardiani, dall’alto, dorati, scandiscono i rintocchi veneziani coi loro martelli. Stagliando nel tempo il vostro tempo, in un’atmosfera che tempo, magicamente, segretamente, non avrà mai.



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