La melavigliosa Val di Non

Alla scoperta della fioritura dei meli nella deliziosa valle trentina
Scritto da: m.niselli
la melavigliosa val di non
Partenza il: 08/04/2017
Ritorno il: 09/04/2017
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €

8 APRILE

Questo è il nostro primo diario come Famiglia, intesa come formata da mamma, papà e bambina. Destinazione: Val di Non. Per la prima volta abbiamo dovuto adeguare i nostri ritmi (solitamente intensi) a quelli di una piccola di tre mesi, ma il risultato è stato, in ogni caso, eccellente.

Indice dei contenuti

Quest’anno la calda temperatura ha anticipato la fioritura dei meli che è capitata due settimane prima. Siamo partiti alla volta della Val di Non con in mente i panorami della Carinzia e della Stiria e della Val Venosta, che abbiamo visitato sempre durante la fioritura dei meli. Da Treviso la Val di Non è facilmente raggiungibile attraverso la Val Sugana in due ore esatte di macchina. Dopo la poppata, carichi di passeggino, pannolini e qualche carillon, abbiamo infilato la bimba nell’ovetto e siamo partiti. Il segreto, quando si intraprendono viaggi con i piccoli, è indovinare il momento della partenza che quasi sempre corrisponde con il primo sonno del mattino. Lungo la strada, dopo la galleria che divide la Val d’Adige dalla Val di Non, ci siamo già accorti della presenza dei meli in fiore e lo spettacolo merita sempre.

La prima tappa è stata Mollaro, sede di un grande magazzino Melinda. In questa piccola cittadina si festeggia ogni anno la fioritura dei meli: la festa, chiamata Fiorinda, si svolge di giorno e anche di sera. Abbiamo parcheggiato all’interno del deposito Melinda: il paese è completamente bloccato al traffico e si raggiunge la piazza a piedi. Durante il giorno l’ambiente è studiato per le famiglie: lungo la strada ci sono punti di ristoro e di intrattenimento per bambini e in fondo alla via principale è presente un’area riservata al cambio pannolini ed allattamento. Non ci avevamo mai fatto caso prima d’ora, ma adesso che abbiamo anche noi questa esigenza, abbiamo apprezzato l’attenzione della manifestazione ai bisogni stringenti delle famiglie.

Punto a favore di questa manifestazione è il cibo: all’ingresso del paese viene consegnata una mappa nella quale sono segnalati i punti di ristoro, disseminati fra le vie del paesino che è davvero squisito, in particolare lì dove svetta il castello medievale. Al suo interno, o meglio, nel cortile, ci sono alcune delle innumerevoli bancarelle di artigianato e cibarie che sono sparse in giro. Un signore che si è autodefinito “anziano” ha cercato di spiegarci in modo rocambolesco come trovare una farmacia in paese. Non abbiamo capito niente ma ci è piaciuta la disponibilità. Da segnalare i prodotti tipici: mortadella affumicata, formaggi, miele, speck servito con il pane tipico. Abbiamo deciso di pranzare nello stand più vicino ai meleti che disponeva anche di una fattoria didattica con animali veri. Pranzo a base di polenta, stufato, crauti aromatizzati alle mele e hamburger speziato. Alle 3, quando il sole si è fatto meno intenso, ci siamo incamminati fra le filiere di meli per una passeggiata. Incredibile il profumo di fiori e il ronzio laborioso delle api. Ci siamo fatti immortalare nella macchia bianca con grande emozione. Unico neo: difficile il percorso fra i meli con il passeggino, per quanto il nostro sia tecnico e in teoria capace di affrontare terreni sconnessi, è possibile comunque percorrere il sentiero asfaltato. Ideale recarsi a Florinda di sabato anziché di domenica perché è meno affollato. Verso il tardo pomeriggio ci siamo spostati al parcheggio e abbiamo fatto un salto al negozio di Mondo Melinda. Nello store vendono prodotti non proprio economici a base di mele. Abbiamo acquistato il classico succo di mela e ci siamo quindi diretti al nostro appartamento, trovato a mezzo di Air B&B. Siamo saliti di quota fino ad arrivare a circa 1000 m di altitudine in quel di Coredo, direzione Agriturismo Rizzi (a 800m). Man mano che abbiamo preso quota il paesaggio è cambiato e dai meli in fiore siamo passati ai meli in bocciolo, non più bianchi ma striati di rosa. Ci ha accolti Ugo con la sua famiglia. L’agriturismo, un po’ datato, gode di una bella vista sulla valle. Gli spazi sono grandi e puliti. Ci è stato assegnato un appartamento dall’arredamento un po’ vecchio ma super efficiente, con tanto di lettino da campeggio per la nostra bimba, non potevamo chiedere altro. Il paese è servito di supermercato, pizzeria da asporto, farmacia… in pratica c’è tutto con un minimo di attenzione ai prezzi perché sono maggiorati rispetto a quelli dei paesi a valle. Noi siamo crollati alle 20.30, con la piccola Lizzie che ne aveva ancora in quanto a curiosare e ad esplorare.

9 APRILE

Lizzie ci ha svegliato alle 6, con uno dei suoi monologhi ancora in fase di lallazione. Ci siamo trascinati in Sala Colazione (pagata 10 euro extra rispetto al budget) dove ci ha accolto la moglie di Ugo con degli ottimi dolci e marmellata a base di mele, davvero buonissima. Lui ci ha spiegato come funziona la coltivazione dei meli e come sia difficile la stagione a venire per colpa della siccità: ad oggi hanno riserve di acqua per due mesi appena! Ci ha consigliato degli itinerari facili da fare con il passeggino. Noi abbiamo scelto il Viale dei Sogni. Il sentiero si prende nella parte alta di Coredo, sulla direzione dei Due Laghi. È facile e accessibile. In mezzora si arriva al primo lago, separato dal secondo da una diga, attraverso una camminata nel bosco. Il lago è molto accogliente e attrezzato per picnic con barbecue, l’acqua è azzurrissima, ideale per scattare foto ricordo con la nostra piccola. Abbiamo proseguito la camminata costeggiando il lago in senso antiorario. La passeggiata è piacevole, tutta al sole. Fra i due laghi si trova un ristorante (ai Due Laghi) dove si mangia bene e a prezzo buono, unica nota dolente la lentezza del servizio per cui conviene arrivare presto o molto tardi per evitare l’attesa. Abbiamo mangiato un ottimo cervo e guanciale di maiale all’interno di una veranda che guarda il lago, carina. Meraviglioso il ciliegio in fiore che staziona davanti al ristorante, una foto da cartolina. Nel primo pomeriggio siamo tornati a Coredo attraverso il centro di Tavon. La passeggiata ci ha consentito di attraversare colline piene di meli e ciliegi: a questa quota i meli non erano ancora in fiore come a valle mentre lo erano i ciliegi che facevano una macchia di colore splendida! Purtroppo non siamo riusciti a vedere il punto panoramico per il Monastero di San Romedio perché il sentiero era troppo scosceso per i passeggini. Siamo giunti in circa un’ora e mezza di cammino all’Agriturismo Rizzi (la sede dell’appartamento) dove ci hanno concesso gentilmente di lasciare la macchina, quindi siamo partiti alla volta del Castello di Thun, che si raggiunge in mezzora da Coredo. La camminata che abbiamo fatto è lunga 11 km. Il Castello si trova sulla via del ritorno appena prima che finisca la Val di Non. Scendendo da Mollaro ci siamo goduti la vista sulla vallata in fiore e abbiamo attraversato, anche in salita verso il Castello, campi e campi di meli bianchissimi. La stradina che sale al Castello è spettacolare, stretta e tortuosa, e il paesaggio è mozzafiato. Non si vedono altro che fiori di meli. Abbiamo lasciato la macchina al parcheggio ai piedi del Castello (1.50 euro/ora). Qui, appostato ai lati del parcheggio, c’era un venditore che ci ha offerto un ottimo succo di mela. Abbiamo optato di raggiungere il Castello attraverso la via “difficile” che è un sentiero di circa 200 m molto ghiaioso. Affrontarla con il passeggino ha richiesto uno sforzo notevole ma l’arrivo al Castello ha ripagato la fatica. La vista è stupenda e panoramica. Abbiamo camminato nei giardini del Castello che non abbiamo trovato particolarmente interessanti, rinunciando alla visita guidata al suo interno perché la bimba era stanca. Dopo un gelato al bar abbiamo deciso di fare marcia indietro e tornare alla macchina. La nostra prima vacanza con la piccola Elisabetta si è conclusa con un tramonto in Val Sugana, dove i meli erano sul punto di fiorire.

Siamo già carichi per il prossimo giro!

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Val di Non: che melaviglia!

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