India mon amour

Un viaggio di due settimane tra Kashmir e Uttar Pradesh, tra la pace delle montagne e la confusione della vera India
Scritto da: Fef
india mon amour
Partenza il: 07/08/2011
Ritorno il: 21/08/2011
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Difficile scegliere quale zona dell’India visitare in un viaggio di due settimane, ma alla fine optiamo per uno strano mix di stati, popoli e culture, andando dal Kashmir a Varanasi.

Dopo un piacevole volo con la Turkish Airlines, facciamo scalo a Delhi per poi prendere un volo interno della Spice Jet che ci porterà a Srinagar di prima mattina.

Al primo impatto la città già mi piace e si intuisce subito che lo stile è molto particolare e completamente diverso dal resto dell’India. E’ evidente il passaggio degli inglesi in questa parte del paese dove sono rimaste ancora in piedi tantissime case in legno molto belle anche se negli anni hanno assunto quell’aspetto un po’ decadente che caratterizza la maggior parte del paese. La città ha più di un milione di abitanti ma non è particolarmente trafficata e quando si arriva nella zona del lago la pace ti avvolge.

Arrivati nella nostra houseboat, capiamo subito che non ci muoveremo da Srinagar per fare dei giri in montagna ma rimarremo a goderci la pace del luogo e a riposarci prima di affrontare la vera India.

Anche la gente è meravigliosa in Kashmir. Sono arrivata con qualche pregiudizio, ma mi sono dovuta ricredere. Sembrano tutti gentili e cordiali, hanno voglia di chiacchierare ma non insistono mai nell’approccio e poi anche fisicamente sono delle belle persone, si vede l’influenza del Medio Oriente su questo popolo. Pelle relativamente chiara e occhi verdi caratterizzano molti abitanti di Srinagar.

Siamo stati a Srinagar durante il Ramadam e questo credo abbia reso il posto ancora più particolare e affascinante visto che ogni giorno i canti e le preghiere dei muezzin ci hanno accompagnati nel nostro girovagare, dall’alba al tramonto.

Dopo qualche giorno a Srinagar, abbiamo ripreso un volo per Delhi e da lì una macchina con autista ci ha portati ad Agra, Orcha, Gwalior, Kajuraho, Allahabad e Varanasi.

AGRA

Agra, o meglio il Taj Mahal, è sempre un luogo meraviglioso e imponente, sicuramente da visitare se si va in India. Purtroppo si vede che la gente ad Agra è abituata ai turisti, quindi, i prezzi sono un po’ più alti della media e tutti cercano di venderti qualcosa. Da Agra vale la pena di fare una gita di qualche ora alla vecchia città di Fatehpur Sikri che dista solo qualche decina di km. Conviene contrattare per avere una guida locale che accompagna a vedere le due cittadine e in qualche modo (pullman o risciò) ti fa percorrere la strada dai parcheggi agli ingressi della moschea o della città senza dover camminare.

ORCHA e GWALIOR

A pochi km da Agra si trova Orcha, una piccola cittadina dove vale la pena fermarsi per visitare alcuni templi indù e un antico palazzo. Purtroppo anche Orcha è invasa dai turisti e per strada si trovano tante bancarelle chiaramente studiate per gli stranieri.

Poi abbiamo visitato Gwalior, accompagnati dalle piogge monsoniche, ma nonostante questo ci è piaciuta molto. Tutto quello che c’è da visitare è concentrato nell’altipiano del forte. Molto bello da vedere l’antico palazzo ma anche la zona dei templi dove convivono pacificamente religioni diverse e naturalmente il panorama.

Dopo la visita del forte, siamo andati alla ricerca delle tombe di Mohammed Gus e di Tansen. A parte la ricerca un po’ difficoltosa, perché nessuno sapeva dov’erano, questa è stata la parte divertente della visita di Gwalior. Per strada il nostro autista ha “raccattato” un vecchietto che si è offerto di accompagnarci alle tombe il quale, evidentemente non era mai salito in macchina perché non sapeva neanche come allacciarsi le cinture di sicurezza e aveva voglia di farsi un giro.

Il sito era pieno di indiani che oziavano all’esterno della moschea, cantavano e pregavano un po’ ovunque, ma tra le tombe era in corso anche la preparazione di qualche strano dolce per cui abbiamo socializzato con un gruppetto che tra bombole di gas e pentoloni giganti, tra le tombe preparava chili di dolcetti fritti. Un po’ strano l’ambiente per darsi alla cucina…

All’esterno del sito c’è un mercato popolare, molto vero e secondo me carino per chi volesse dedicarsi all’acquisto di qualche sari insieme alle donne locali o contrattare per un po’ di frutta fresca. Decisamente un posto non turistico, eravamo gli unici occidentali in giro!

KHAJURAHO e ALLAHBAD

Un piccolo paese tranquillo e carino nato probabilmente intorno ai templi e per gestire il traffico di turisti che ogni giorno arrivano per visitare questi monumenti all’erotismo.

Il sito è davvero bello, molto ben curato e silenzioso. I templi vanno sicuramente tutti visitati per la loro unicità e bellezza, sono molto ben tenuti. E’ sufficiente qualche ora.

Il tragitto per Allahbad è stato il più lungo e stancante del nostro viaggio. Purtroppo non sapevamo che la strada che porta ad Allahbad da Kajuraho durante i monsoni diventa una pista fangosa e piena di buche infinite dove si bloccano o rompono camion, trattori e quant’altro per cui diventa una gimkana dove macchine, moto e animali si fanno spazio cercando di non rimanere a loro volta intrappolati nel fango. I chilometri sono pochi, ma il tempo per percorrerli decisamente lungo! Allahbad non è una bella città, è molto trafficata, sporca e non c’è nulla da vedere se non si è interessati alla parte più sacra.

Qui, infatti, si incrociano il Gange, lo Yamuna e l’ipotetico fiume sotterraneo (nonché immaginario), un luogo sacro dove gli indù vanno a pregare e dove periodicamente si svolge la famosa celebrazione del Kumbh Mela. E’ possibile salire su qualche barca, l’ideale sarebbe mescolarsi con i fedeli ma difficilmente i barcaioli del posto si lasciano sfuggire l’affare di portarsi degli occidentali in barca da soli. In ogni caso, una volta arrivati alla confluenza dei due fiumi è possibile assistere alle celebrazioni. Una specie di santone vestito di bianco salta da un’imbarcazione all’altra (si agganciano tutte), fa recitare dei mantra e benedice i fedeli che poi si dedicano alle loro pratiche, si bagnano nelle acque sacre, si purificano, lavano le loro vesti o raccolgono dell’acqua da portare al loro templi una volta tornati a casa.

E’ un posto molto particolare che trasmette pace e serenità. Tutti sono sorridenti ed evidentemente concentrati nel loro momento di spiritualità. Molto bello.

VARANASI

Finalmente arriviamo a Varanasi, la città sacra per antonomasia. Da giorni aspettavo questo momento. La città mi ha decisamente stupito, nel bene e nel male. E’ una città trafficatissima e molto, molto inquinata. Camminando per strada, in alcuni momenti era evidente la cappa di smog che ti entrava nei polmoni e faceva lacrimare gli occhi. Ma è anche una città che trasmette delle forte emozioni. Fiumi di gente vanno di continuo verso i ghat e procedono tra la folla ripetendo uno dei mantra più forti e famosi “Om Nama Shyvaya” concentrati nelle loro preghiere e nel loro momento di sacralità. E certo non lascia indifferenti assistere in diretta alla cremazione di più cadaveri come se fosse la cosa più normale del mondo trovarsi in mezzo a corpi, parenti dei defunti, cani e i paria che lavorano senza sosta magari anche in mezzo al fango come è successo a noi.

L’unica nota “dolente” della tappa a Varanasi è stato il monsone; purtroppo non avevamo calcolato che il livello del Gange sarebbe stato molto alto e quindi tendenzialmente pericoloso. Pochi ghat erano utilizzabili dai fedeli e in teoria era vietato il noleggio delle barche per vedere la città dal fiume. Un peccato davvero se si desidera assaporare a pieno lo spirito di questa città così famosa e importante per gli indù.

DELHI

Ultima tappa del nostro viaggio, arriviamo con un volo interno a Delhi per trascorrere un’ultima giornata prima di riprendere l’aereo per l’Italia. Con la solita macchina con autista, in un giorno visitiamo alcuni dei monumenti più famosi, la moschea, la zona della città vecchia, il memorial a Gandhi, l’India Gate e qualche altro tempio.

PERNOTTAMENTO

Questa volta ci siamo trattati bene e abbiamo scelto solo hotel di un certo standard, niente notti in casa di indiani o posti strani!

Srinagar: in houseboat. Abbiamo pagato circa 25€ a testa con colazione e cene incluse. E direi ottime cene.

Agra: Hotel Athiti. Ambiente accettabile, ma non esaltante… non era pulitissimo.

Gwalior: Hisha Karan Palace. Splendido palazzo antico e ristrutturato. Le camere sono immense, pulite e molto belle. Tutta l’area della piscina e della Spa merita una sosta. Ottimo il buffet a colazione.

Allahbad: Hotel Kanha Shyam. Rapporto qualità/prezzo decisamente basso per essere l’unico quattro stelle della città. Non ci tornerei.

Kajuraho: Hotel Chandela. Piccolo rispetto ad altri Taj ma molto pulito e curato, con giardino e piscina. Volendo si può andare a piedi in paese.

Varanasi: Hotel Taj Gateway. Bell’ambiente, nello stile dei Taj quindi con giardino, piscine e una fantastica colazione a buffet dove potersi perdere tra pietanze indiane o internazionali.

Delhi: The White Clove. Scelto a caso in internet e solo in base al prezzo. Si trova in una zona di viaggiatori da zaino in spalla ma piena di negozietti dove fare gli ultimi acquisti prima della partenza. Al momento nel nostro pernottamento era in fase di restauro. Decisamente buono il rapporto qualità prezzo.

TRASPORTI

A Srinagar ci siamo mossi in barca (shikara solo a remi) e questo ha reso il soggiorno ancora più rilassante oppure in tuk tuk. Ogni giorno contrattavamo percorso e tappe con un tuk tuk wallah “di fiducia” che per 400/500 rupie passava la giornata con noi e ci portava ovunque.

Da Delhi a Varanasi ci siamo mossi con una macchina noleggiata tramite un’agenzia indiana (ormai di fiducia visto che era la terza volta che chiedevo il loro supporto) e un autista carinissimo che è sempre stato con noi, ma senza essere pesante o invadente e soprattutto sempre puntuale.

Voli interni: tutti con Spice Jet. Qualche ritardo causato dai monsoni. Era la compagnia con le tariffe più convenienti.

Tutto quello che c’è da visitare è concentrato nell’altipiano del forte. Molto bello da vedere l’antico palazzo ma anche la zona dei templi dove convivono pacificamente religioni diverse e naturalmente il panorama.



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