Friends and the City

Due amiche in giro per Londra
Scritto da: Romy Crystal
friends and the city
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Siamo ancora in smart working, dad e vita a singhiozzo. Questa situazione ha scaturito in me un bisogno impellente di viaggiare con la fantasia, con i ricordi, ed eccomi qui dunque, a raccontarvi un’avventura datata 2012. Per fare ciò chi più della mia compagna di viaggio, nonché amica Simona, mi poteva aiutare a scrivere questa testimonianza. Sono la sua amica gemella, non esiste mica solo l’anima gemella “Gemy”!

Le invio un vocale di 2 minuti circa, già breve per i nostri canoni, “Simoooooooo, ti ricordi il nostro week end a Londra? Che dici se lo raccontiamo e ne facciamo un articolo?”

In un attimo siamo teletrasportate indietro nel tempo e in un’altra dimensione, per il nostro ritorno … al passato, con uno sguardo ottimistico al futuro.

Sono passati ben 9 anni, ma nella mente riaffiorano immagini, profumi e gusti, qui il maledetto covid non ha potere sui sensi.

Due mamme disperatamente vulcaniche che dallo stato di quiescenza della vita familiare, passano nel giro di un secondo ad uno stato di eruzione di vita: “Simo cara, se andassimo a Londra da tua cugina? Io e te, tu ed io”. Detto fatto! Accettato immediatamente! Avevo giusto vinto € 200,00, quindi non avrei gravato sul bilancio familiare, ad un concorso letterario, o meglio io ho solo votato un racconto scritto proprio dalla mia esuberante amica, e avevano estratto la mia cartolina.

Eravamo già in modalità tecnologica con connessione a portata di click (necessità virtù, con l’aiuto da casa di un cugino) è bastato un pc portatile e abbiamo prenotato il volo in un bar! Ci è voluto un pomeriggio, altro che click, ma ce l’abbiamo fatta. Telefoniamo alla cugina di Simo, avvisandola del nostro arrivo … so cosa state pensando, che avremmo dovuto chiederle la disponibilità, ma non la conoscete. Barbara è “dai che bello, vi aspetto, non vedo l’ora…. la mia cuginetta arriva!”.

DAY ONE: COMING TO LONDON

Siamo proprio gemelle diverse, per inquadrarci vi dico solo che a Malpensa, io mi presento con gli anfibi del lavoro, Romy stivali con il tacco! Nota dell’autrice: la sicurezza ha fatto togliere a lei gli stivali, non a me. Per fortuna ha fatto danza classica, dovevate vederla mentre attraversava il metal detector sulle punte, elegante come un cigno, ma starnazzante mentre esternava palesemente il suo disappunto. Una scena memorabile, peccato non farne un film. “Simo ti ricordo che è accaduto pure al ritorno stessa scena. Prossima volta anfibi!”

Atterriamo a Luton e prendiamo un bus che ci porterà in centro a Londra. Non era pronta e alla prima rotonda urla all’autista “nooooo è in contromano”, pizzico Simo sulla coscia, che capisce la figuraccia, loro hanno la guida al contrario, la prima di tante durante il viaggio. Una per ciascuno!

Alla fermata ci attende Babi e ci accompagna nel suo appartamento, si trova a West Hampstead nel quartiere di Camden, una zona bellissima, dall’aspetto vittoriano e dall’atmosfera moderna. Nel cuore della zona si trova West End Lane, una lunga e tortuosa strada alta che si estende da Kilburn a Finchley Road. La leggenda locale narra che la canzone dei Beatles ‘The Long and Winding Road’ è stata scritta su questa strada. I Beatles erano spesso nella zona locale quando si registravano nei vicini studi di Abbey Road.

Restiamo meravigliate dai negozi, caffè, ristoranti e bar, il tutto in un’atmosfera da villaggio. Tra gli edifici degni di nota lungo questo percorso sono la Sinagoga di Hampstead, costruita nel 1892 e ancora in uso, così come la Chiesa di Emmanuel, un altro edificio classificato come monumento storico, costruito nel 1897. Inoltre, l’area ha anche una buona parte di spazi verdi, come il West End Green della Victorian Fire Station e Fortune Green Park, che risale incredibilmente al Medioevo.

Per pranzo la cuginetta londinese, ci ha fatto trovare una pietanza davvero gustosa, ma inusuale per noi (ci siamo guardate negli occhi e abbiamo trattenuto un sorriso diffidente). Salmone al vapore con riso basmati accompagnato da salsa wasabi, non amiamo variare i cibi, ma quella salsa aveva qualcosa di eccezionale, accompagnata da una buona Desperados ( prima volta che la bevevamo) Nota per i posteri: Romy da allora quando la beve, mi pensa, secondo voi è una bella cosa o devo preoccuparmi?

Sarà stato l’effetto birretta, accompagnato dall’adrenalina di quel momento inedito, in poco più di 1 oretta abbiamo parlato di un’infinità di cose, era come se anch’io la conoscessi da una vita! Che donna meravigliosa … dopo tanti racconti da parte di Simo, finalmente era li davanti a me! Purtroppo per noi, lei doveva andare al lavoro, insegna danza ai bambini ciechi, così ci ha dato una piantina della città e della metro, una copia delle chiavi di casa, ci ha ricordato il fuso orario e ci ha salutato.

WALKING DOWN THE STREET

Ed eccoci di nuovo sole io e la mia Gemy. Avevamo un itinerario? Un programma? Certo che no, due tipiche milanesi, alla scoperta di Londra. In realtà volevamo vivere come due londinesi. Innanzitutto visita a Starbucks per un caffè take-away, ironia della sorte quello che allora sembrava una cosa eccitante e non comune, con la pandemia del 2020 è diventata un’abitudine anche in Italia.

Iniziamo subito a sfoderare il nostro inglese, ricaricando le tessere della metro che un’altra amica ci aveva prestato; studiamo il percorso e via. Iniziamo con ammirare dall’esterno il British Museum, con working progress ovunque sulla strada, che caos e “Simoooo! Guarda là i tuoi colleghi vigili londinesi, assolutamente devi farci una foto insieme?” eccoci già schedate come due matte in libertà.

In seguito senza tregua passiamo ad ammirare l’imponente Big Ben; il cielo è limpido e non essendoci allora i cellulari con fotocamera, azzardiamo un selfie con la macchina fotografica, le prime piccole digitali. La mia cara amica Simo, per tutto il viaggio scattava foto con l’obiettivo sporco, effetto fumo di Londra appunto, meno male avevo anche la mia dietro. London Eye maestosa anche semplicemente vista da lontano, davvero un occhio su Londra. Lei, la mia Simo, con la cartina in mano, dove mi catapulterà adesso? Prima di svelarvelo devo assolutamente raccontarvi il viaggio in metropolitana, perché più dei luoghi visitati, sono i momenti vissuti insieme, ad aver caratterizzato il nostro viaggio. La mia gemy ha l’ansia da metropolitana. La nostra carrozza era piena e non eravamo proprio vicine, ad un tratto si ode una voce melodiosa “Simoooo devo scendere? Mi dici quando devo scendere, fatti vedere, alza il braccio, insomma fai qualcosa” a quel punto alzo il braccio e come Mosè con le acque del Nilo, gli altri utenti hanno fatto in modo di spostarsi per farci ritrovare, infatti sono riuscita a dire scendiamo tra due fermate”. Immaginate la scena, davvero surreale, come ne vivremo altre, perché anche io ho le mie fobie!

VINTAGE : PORTOBELLO ROAD

Dopo qualche peripezia eccoci inserite nel bel quartiere di Notting Hill, ci permette di assaporare un’atmosfera particolare girovagando tra le infinite bancarelle ed i negozi che costeggiano la via. I prezzi sono ovunque elevati. Non ci aspettavamo di realizzare il grande affare della nostra vita, ma come diciamo noi di Busto Arsizio, “na pel d’ogiu”, praticamente guardare con gli occhi e accontenatarsi.

Dopo aver visitato squarci di Londra, ed essendo giunta l’ora di cena, siamo entrate in un ristorante, appena varcata la soglia ha iniziato a piovere. La pioggia ci ha accompagnato per tutta la cena, la vedevamo cadere dalla bellissima vetrata della sala. Abbiamo ordinato una grigliata e immortalato il piatto in una foto, altro che i selfies di oggi. Con la cena è terminata anche la pioggia e siamo tornate da Barbara che ci aspettava con una tisana calda. Abbiamo chiacchierato e poi giunta l’ora della nanna, ci ha mostrato il nostro angolino. Quando ho visto il letto matrimoniale sono scoppiata a ridere e istintivamente ho guardato la faccia di Romy. Lei non ama dormire affiancata a nessuna delle sue amiche. La cosa ancora più divertente era che il letto era alto, nel senso che si doveva utilizzare una scaletta. Devo confessare di avevamo provato un certo timore mentre salivamo. Finalmente accucciate vicine, Romy lato scaletta perché è il lato del letto dove di solito dorme, ci diamo la buona notte. Mentre il sonno prendeva il sopravvento, vengo svegliata da una domanda: “ Simooo e se mi dovesse scappare di andare in bagno?”, per risposta una cuscinata!

DAY NUMBER TWO

Il secondo giorno avevamo una guida turistica molto speciale e tutta per noi, l’adorata cugina Babi.

Al mattino abbiamo fatto delle commissioni, ci ha portato in giro per Londra, eravamo colpite dagli edifici e dai colori di alcune abitazioni. Abbiamo utilizzato la sua macchina, è un’ottima guidatrice, considerando la guida al contrario degli inglesi. Non passavamo inosservate, la sua auto è targata francese perché lei ha abitato tanti anni a Parigi. Si è trasferita in Inghilterra per offrire un futuro migliore a Loane, sua figlia disabile. In effetti Londra è all’avanguardia e mentalmente aperta a tutto ciò che ancora noi definiamo diverso. Dobbiamo sottolineare la cultura accogliente e disponibile degli inglesi, sul bus i posti per disabili sono sempre liberi e abbiamo assistito ad una scena meravigliosa; l’autista che si assicura con molta discrezione, che una ragazza cieca salga con tranquillità e si accomodi sul sedile. I semafori sono tutti intelligenti e utilizzabili dai non vedenti, con estrema tenerezza Barbara ha preso le nostre mani per farci sentire la levetta, posta sotto il pulsante di chiamata pedonale, che indica la possibilità di transitare sulle strisce pedonali in sicurezza. Sarà per la sua deformazione professionale, ma la segnaletica ha colpito Simo, perché molto attenta anche agli stranieri. Prima dell’attraversamento pedonale vi è la scritta “Look right”, perché per noi è istintivo guardare alla nostra sinistra; dopo il nostro viaggio qui, ha portato questa esperienza sul lavoro, precisamente facendo educazione stradale ai bambini.

Finite le commissioni, ci fa rifugiare in un meraviglioso parco, il Regent’s park. Per allontanarsi dal traffico e dal frastuono della città bastano davvero pochi passi, è davvero molto grande e serve molto tempo per visitarlo tutto. Il parco non ha molte varietà di piante, ma tantissimi fiori molto curati, infatti spesso si vedono i giardinieri che puliscono e sistemano le aiuole. Si trovano anche molti animali. Molti cani che passeggiano insieme ai loro proprietari, gruppi di persone che fanno sport insieme o famiglie che portano i bambini a fare un giro in bicicletta. Anche qui si denota lo spirito multietnico e spumeggiante dei londinesi. Camminare in questo verde smeraldo, ci faceva sentire come Dorothy nel “Mago di Oz”, accompagnate ovviamente da chiacchierare e risate, ma anche cultura, perché in un’area attrezzata abbiamo assistito ad un vernissage del un suo amico tedesco Henning. Che meraviglia conoscere le lingue! Anche noi ci facevamo capire, nel mimo siamo campionesse e abbiamo rimediato un invito per una festa in un locale per la sera.

Data la nostra esuberanza ci ha poi portate al mercato di Camden, che dire un posto così non lo avevamo mai visto, non tanto per le dimensioni, ma per l’eterogeneità delle esposizioni e negozi, sia all’aperto che al chiuso, si passava dall’antiquariato alla fiera dei cosplay. Abbiamo visitato ogni centimetro e come sempre abbiamo impresso un nuovo indelebile ricordo: Il cappotto alla Capitan Harlock. Entriamo in questo negozietto, davvero minuscolo, ma con all’interno dei capi unici, bustini e corsetti con nastri e piume, gonne pantaloni in pelle e lui IL CAPPOTTO nero in pelle che attira l’attenzione di Romina, chiede di provarlo e le sta divinamente, unico problema che non ha potuto acquistarlo perché avevamo solo il bagaglio a mano, ho tentato in tutti i modi di fare almeno una foto, ma il commesso è stato irremovibile. “ No picture”.

E il pranzo al ristorante marocchino? Come dimenticarlo! Con noi anche il suo caro amico, persona fantastica che unito al resto del gruppo, metteva quella ciliegina sulla torta per una magica compagnia. Abbiamo mangiato cous cous e bevuto una bevanda tipica, seduti su tessuti davvero caratteristici, mentre il resto delle persone ci camminava intorno.

Stanche, appagate e felici della giornata, torniamo a casa e Barbi ci esorta a cambiarci per la serata. Help! We didn’t remember!

DARTY DANCING

Prendendo i mezzi pubblici, arriviamo in questo quartiere pieno di pub, con luci sfavillanti alla Las Vegas, ma la nostra “guida” punta un casa senza luci appariscenti, le chiediamo se avessimo capito male le parole del suo amico, data la poca padronanza con l’inglese e per di più con accento marcatamente tedesco, noi avevamo compreso che saremmo andate a ballare in una discoteca. Keep calm, nulla è mai come sembra.

Appena aperta la porta di ingresso ci scappa una parolaccia tutta italiana, giusto per farci subito riconoscere. Saliamo per una sontuosa scalinata e arriviamo in questo locale, piano bar, immenso e fantastico. Ordiniamo da bere e cerchiamo di colloquiare con le sue amiche sopraggiunte, Romina inizia una piacevole conversazione con loro, io non amo parlare le lingue straniere, intervengo solo a suggerire le parole, quando lei schiocca le dita in cerca di aiuto, praticamente in versione vocabolario. Dopo un quarto d’ora di conversazione, vedendo le facce delle ascoltatrici e soprattutto i gesti eloquenti che ci indirizza la cuginetta, capiamo che è ora di ballare. Vedo Simona decisa che punta coraggiosamente il Dj, e nel suo perfetto inglese maccheronico, riesce a chiedere una canzone di Michael Jackson per ballare (un omaggio al mio re del Pop, adoro questi gesti di affetto Simona). Già dalle prime note ci scateniamo come indiavolate; tutti i presenti che ci guardavano atterriti ma con un sorriso di compiacimento. Finita la nostra canzone, si susseguono altri brani e succede l’esatto contrario tutti a ballare tranne noi due, la musica era pessima al nostro gusto.

Ci accomodiamo su un divanetto a bere e a guardare Babi che balla, incantate dalla sua bravura, lei è ballerina e coreografa. Un piccolo spettacolo di danza tutto per noi. Stanche, ma arricchite dalle esperienze di questi giorni, ci isoliamo a chiacchierare e a scambiarci impressioni.

Che ora avessimo fatto quella notte a Londra? Non lo sapremo mai … it’s fun to walk down the street … London by night!

WAX FIGURE

Unica prenotazione effettuata prima di partire, per evitare la coda, approfittando sempre del caro cugino di Romy, è stata per la visita a Madame Tussauds, uno dei più famosi musei delle cere del mondo.

Che dire, un’altra esperienza magica. Quante foto peggio di una via crucis, e quanto folle divertimento, due bambine in un parco giochi … anzi peggio. Le statue sembrano vere!!! Tanti infiniti personaggi famosi e un Hulk che occupava due interi piani. Meno male che non c’erano i cellulari per i selfie, altrimenti … ci avrebbero buttato fuori.

Io (Romina) non posso dimenticare il souvenir acquistato; non amo fare da mangiare, e soprattutto fare i tipici biscottini in casa, ma non ho resistito alle formine con i simboli hollywoodiani, il simbolo dell’Oscar era troppo bello! Li ho provati una sola volta … “i biscotti li lascio fare a te Simo, io le formine le tengo da collezione”.

Per la prima volta abbiamo assistito ad un film in 4D, “Wolverine”. La scena in cui lui affonda le lame nel corpo del nemico, la sentiamo nello stesso preciso momento, come fuoriuscire e trafiggerci dalla poltrona … le urla di Simona, le abbiano sentite in tutta Londra. Chiaramente Romina rideva come impazzita … abbiamo percepito a pieno in cosa consiste l’effetto 4D!

“Si si ridi Gemy, ma prima di giungere alla fine del museo, abbiamo attraversato una foresta tenebrosa, e chi urlava a squarcia gola perché inseguita da mostri reali? Vedendo la tua concitata partecipazione, gli attori ti tampinavano in continuazione.” Simoooo fammi uscire da qui! Digli di smetterlaaaaa!!!”

SHOPPING

Uscite incolumi, un caffè a Starbucks, ci fiondiamo ad Harrods. Un edificio imponente e curato, all’interno negozi enormi, pausa shopping per i figli, chiaramente qualcosa che stesse nei trolley.

Ogni cosa si è svolta con leggerezza, naturalezza e anche il meteo è sempre stato clemente con noi.

Il nostro viaggio si conclude con il ritorno a casa con un bagaglio pieno di emozioni e di ricordi, un viaggio che ha suggellato la nostra amicizia.

Viaggiare apre la mente e aiuta a contestualizzare e aiutare il modo di vivere la quotidianità e soprattutto renderci persone attente e migliori.

Vi citiamo le parole di Sant’Agostino che caratterizzano il nostro modo di essere viaggiatrici “Il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina”.

“Simooo, appena si potrà ripartire …”

“… Gemy certo scapperemo di nuovo insieme!”


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