Parchi rossi di e non solo, che passione

On the road nella costa Ovest degli USA: California, Nevada, Utah e Arizona
Scritto da: ChiarAgo
parchi rossi di e non solo, che passione
Partenza il: 15/09/2015
Ritorno il: 13/10/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Eccomi finalmente a scrivere il diario del viaggio che abbiamo fatto tra il 15 settembre e il 13 ottobre dello scorso anno, “IL VIAGGIO “sognato da una vita. Oltre che per ricordarlo a noi stessi, scrivo anche per chi mi ha chiesto consigli e per chi mi ha detto che non lo potrà mai fare per il costo eccessivo. E’ vero che costa, ma abbiamo “SPALMATO” le spese nel giro di quasi 10 mesi e pagando un po’ alla volta, il salasso si sente di meno. Scrivo anche per chi ha problemi di salute e ha paura di affrontare un viaggio del genere, perché mio marito ha una disabilità motoria (non può fare scale e nemmeno camminare troppo a lungo) e io ho pensato bene di rompermi il menisco 2 mesi prima della partenza. In più non sono proprio una ragazzina.

Il nostro viaggio è durato un mese, una settimana a New York e 3 settimane a Ovest ma in questo diario racconterò solo della seconda parte, del vero e proprio ON THE ROAD e non perché NY non valga la pena (noi la amiamo, ci siamo sposati là!). Allora per iniziare, abbiamo cominciato a monitorare i voli già da Ottobre del 2014 e a fine dicembre abbiamo trovato e fermato un volo con ALITALIA: andata BOLOGNA-ROMA-NEW YORK, ritorno LOS ANGELES-ROMA-BOLOGNA, a 800€ a testa, pagato a Gennaio. Abbiamo poi cercato con CheapOair, un volo interno NY-San Francisco, trovato e pagato a Maggio, 337€ per 2 persone + 40€ le 2 valigie in stiva, con la Virgin America. Allo stesso tempo abbiamo cercato per parecchi mesi il noleggio auto più conveniente e qui apro un discorso a parte. Ho trovato tramite RENTALCARS un buon prezzo per un MID-SUV con la DOLLAR, lo abbiamo fermato pagando 70€ di anticipo ma dopo più di un mese rileggendo il contratto fino in fondo, ho capito che avrei dovuto pagare più di 300€ di spese di rilascio ( DROP OFF ) perché prendevo l’auto a San Francisco e la lasciavo a Los Angeles. Ho telefonato arrabbiatissima a rentalcars dicendo che sapevo per certo che in California non applicano questa tassa, invece mi hanno spiegato che non è più così, qualche società di noleggio come appunto la dollar la applica. A questo punto volevo disdire e cercare altro ma la ragazza al telefono mi ha proposto la stessa auto con la ALAMO a un prezzo più basso, senza tassa di rilascio e senza perdere l’anticipo versato. Tra l’altro, dopo un paio di mesi, ho trovato un’offerta migliore in un altro sito, ho ritelefonato alla rentalcars e mi hanno scontato altre 70€… totale del noleggio, pagato ad Agosto, 560€ per 21 giorni, miglia illimitate, auto nuova, HONDA CRV, meravigliosa! ALAMO tutta la vita! Abbiamo aggiunto la ROAD SAFE al momento del noleggio all’aeroporto, visto tutti i km che dovevamo fare (è un’assicurazione aggiuntiva, se resti a piedi ti vengono a recuperare) per 120$. Chiudo il discorso auto per dire che eravamo indecisi su quale macchina prendere essendo solo in 2: molti suggerivano una macchina più piccola per risparmiare benzina ma volendo fare alcune strade sterrate alla fine abbiamo deciso per un MID-SUV… abbiamo percorso quasi 6200 Km e abbiamo speso 349€ di benzina! Per quanto riguarda il navigatore ci siamo portati il nostro, prima di partire abbiamo comprato le mappe Americane per 40€ risparmiando un bel po’. E’stato estremamente utile nelle città mentre non lo abbiamo mai usato fuori. Assicurazione sanitaria fatta con Columbus (un mese 194€ per 2 persone), un consiglio, fatela! Una mia amica ha portato il marito al pronto soccorso per un mal di pancia, la visita, una flebo e un paio d’ore di osservazione, le sono costate 2000€! Siamo partiti con un bancomat, una carta di credito, la postaPay e abbiamo cambiato 1500€ soprattutto per le piccole spese e per fare benzina. Non abbiamo avuto problemi, le abbiamo usate tutte, qualche volta non funzionava la postapay. Per fare benzina bisogna entrare nel negozio, lasciare o la carta di credito o i soldi e dire quanta benzina vuoi fare, esci, fai benzina e rientri …se fai meno ti danno il resto. La prima volta avevamo il serbatoio a metà e quando la ragazza ci ha chiesto quanto volevamo fare il nostro ragionamento è stato tipicamente Italiano… macchinona, metà serbatoio, 50$… lei ha fatto una smorfia, ha guardato dalla vetrina e ha detto sorridendo “l’auto nera alla pompa 2 con metà serbatoio ?…20$ !…erano 17$! Aveva ragione!

Per tutto il viaggio abbiamo cercato di non andare mai sotto la metà del serbatoio così da sapere sempre quanta benzina mettere, inoltre, specialmente in Nevada e nello Utah, abbiamo fatto centinaia di km senza incontrare una pompa quindi è meglio non rischiare. Ora qualche suggerimento spicciolo: se non sapete dove arrivare e da dove ripartire, sappiate che San Francisco è molto bella e vale la pena visitarla bene mentre Los Angeles, al contrario, non è un granchè per cui è meglio lasciarla alla fine, se avrete tempo la visiterete altrimenti basta che arriviate il giorno prima della partenza. Se avete intenzione di fare il BIG SUR, la mitica Highway1, fatela da nord verso sud, partendo da San Francisco appunto, perché sarete sulla corsia giusta per i VIEW POINT e lo spettacolo è assicurato. Se invece non avete più di 2 settimane o volete ridurre le spese, lasciate stare la costa e pensate ad un volo andata e ritorno su LAS VEGAS perché è proprio lì “attorno “ che, secondo ciò che abbiamo visto noi, c’è il meglio per quanto riguarda i Parchi Rossi. Quando programmate il viaggio fate una simulazione del tragitto su GOOGLE ma ricordate che lui non sa quante volte vi fermerete a fare foto (moltissime!) benzina, bagno e quant’altro, quindi calcolate sempre un paio di ore in più per ogni tappa. Altro suggerimento: non prenotate hotel dall’Italia, spendereste di più e negli Stati Uniti non serve assolutamente, trovate di tutto lungo la strada, al massimo la sera prima (noi lo abbiamo fatto anche la sera stessa, mezz’ora prima) entrate in uno STARBUCKS per un caffè e sfruttando la connessione internet cercate su HOTEL.COM o BOOKING.COM o TRAVELoCITY le migliori offerte del posto. Siamo passati da posti stupendi ad altri modesti ma non abbiamo mai trovato delle topaie e sinceramente la sera tutto ciò che volevamo erano un bagno e un letto per ripartire alla grande il giorno dopo. Prenotare tutto il percorso vi limita e vi obbliga a rispettare troppo fedelmente il piano. Noi abbiamo prenotato solo i primi 3 giorni a San Francisco, gli ultimi 2 a Los Angeles e una notte alla Monument Valley che era obbligatorio prenotare almeno 8 o 9 mesi prima. Ultima cosa, non parlerò molto di cibo perché tranne qualche occasione che vi racconterò, non avevamo né il tempo né la voglia di fermarci in posti particolari per mangiare, abbiamo tenuto in auto crackers e frutta oltre che decine di bottiglie di acqua (abbiamo comprato per 4$ il COOLER, un frigorifero di polistirolo che ha svolto egregiamente il suo compito, ogni hotel e anche i distributori di benzina hanno dispenser assolutamente gratuiti di ghiaccio, portatevi sacchetti ermetici da casa), qualche volta abbiamo pranzato con barrette energetiche, tanti panini e in molti supermercati c’è un angolo tipo buffet dove c’è ogni tipo di insalate e condimenti già pronti : tu prendi un contenitore lo riempi con ciò che vuoi e quando arrivi alla cassa paghi per la misura della ciotola che hai preso, fantastico! E ora un riassunto del viaggio giorno per giorno

21 settembre: Lunedì

Arriviamo a SF alle 13.05 dopo circa 6 ore di volo da NY ed essendo un volo interno non abbiamo pratiche doganali e tutti i controlli che si hanno di solito al primo scalo negli USA, quindi in un attimo siamo alla Alamo per il noleggio della macchina e nonostante la coda ci sbrighiamo abbastanza velocemente. Nel garage l’unica macchina disponibile della nostra categoria era una Chevrolet Captiva, molto bella ma mio marito ha subito cercato prese USB e accendisigari per mantenere carichi navigatore, telecamera e cellulari e non era per niente soddisfatto. Ci dicono di aspettare un po’ che stanno entrando macchine dal lavaggio e infatti dopo 5 minuti è arrivata la nostra CRV, perfetta! Ci dirigiamo subito al nostro motel a Daly City vicinissimo all’aeroporto per depositare i bagagli e rinfrescarci un attimo visto che la sera stessa abbiamo la visita ad Alcatraz, visita che bisogna prenotare almeno 3 mesi prima e che consigliamo di fare assolutamente. Faccio una premessa che riguarda la scelta del motel, dormire a SF costa molto e la maggior parte degli hotel o non ha il parcheggio o se c’è, è a pagamento e noi non possiamo proprio permetterci di non avere la macchina, per mio marito anche gli scalini degli autobus se sono troppo alti sono un problema, così abbiamo preferito un motel di quelli classici con il posto auto davanti alla porta. La mattina in 20 minuti eravamo in centro a SF, abbiamo quasi sempre trovato il parcheggio, a volte siamo scesi al volo per fare le foto e uno dei 2 è rimasto in macchina ma devo dire che in realtà ce la siamo girata tutta e a SF è fantastico anche scorazzare su e giù per le colline con l’auto. Per quanto riguarda Alcatraz, ci hanno consigliato di fare il tour notturno per vedere la baia sia con la luce che con il buio e siamo stati costretti a prenotarlo il giorno stesso del nostro arrivo perché il martedì e il mercoledì non lo fanno, avevamo paura di arrivare tardi invece è andata benissimo. Una cosa che devo assolutamente dire è che ogni volta che siamo stati negli USA abbiamo constatato che hanno il massimo rispetto per chi è disabile, appena si accorgono del tuo problema ti aiutano in ogni modo, ti fanno saltare le code o, se devi aspettare, c’è sempre una zona attrezzata con sedie, pure nei parchi cercano sempre di fare in modo che anche chi ha delle difficoltà possa arrivare a godersi lo spettacolo della natura! Il motel a Daly City è EL CAMINO INN 3 notti 280$ compresa colazione (giusto caffè e brioche confezionata )

Martedì 22 e Mercoledì 23

San Francisco è bellissima, non vi racconto ogni cosa minuto per minuto ma andate a vedere il Golden Gate, subito dopo il ponte verso Sausalito c’è un view point dove potrete vedere tutta la baia, andateci verso sera e aspettate che scenda il buio, vedrete la città e il ponte illuminarsi, bellissimo, proprio qui al tramonto abbiamo avuto un piacevole incontro con una famiglia di procioni che sono usciti dalla tana e hanno fatto il giro di tutti i cestini dei rifiuti. poi il Japanese Tea Garden, l’Ina Coolbrink Park, un piccolo parco sulla sommità di una collina da dove si ha una bellissima vista, il Bay Bridge, la Coit Tower, Alamo Square con le Painted Ladies, le 7 casette tutte uguali, Market Street dove fanno l’inversione di marcia del Cable Car, il Fisherman Wharf, la discesa con l’auto da Lombard Street, la strada più tortuosa del mondo, la Columbus street con i suoi bellissimi murales e la famosa libreria City Light con il ricordo del grande Jack Keruak. A SF c’è uno dei ristoranti che vale la pena provare se non altro perché è veramente particolare : è il Lory’s Dinner, un locale stile anni 50 che ricorda Happy Days. Il meteo a SF è stato buono, appena grigio il secondo giorno ma eravamo comunque sempre molto vestiti, ideale vestirsi a cipolla.

Giovedì 24

L’on the road vero e proprio ha inizio: ci dirigiamo a sud imboccando la mitica highway 1 chiamata anche Cabrillo e qui abbiamo fatto numerose soste per fare foto e ammirare l’oceano: Pedro Point Surfer Beach, Pigeon Point, bellissimo faro in un posto fantastico, Santa Cruz, dove c’è un piccolissimo museo del surf e dove avvistiamo in acqua tra tantissimi surfisti un branco di delfini e anche lo spruzzo di una balena! A Monterey percorriamo la 17th Mile Drive, una strada panoramica a pagamento tra ville e campi da golf. Proseguendo lungo il Big Sur troviamo il Julia Pfeiffer Burns State Park con le McWay Fall, cascate che vanno a finire direttamente nell’oceano e a Pedras Blancas sosta obbligata al view point per vedere gli elefanti marini in spiaggia, bellissimi e così vicini! Arriviamo a Cambria che ormai il sole è tramontato e troviamo on line un motel a San Simeon, il Days Inn, veramente ottimo 79€ colazione inclusa.

Venerdì 25

Oggi giornata di trasferimento dalla costa verso l’interno, siamo diretti al Sequoia NP. Strada noiosa e veramente sconsolante, la siccità che ha colpito la California negli ultimi anni ha ridotto queste terre una landa bruciata, dappertutto leggiamo cartelli scritti dai coltivatori che chiedono al governo opere urgenti per avere l’acqua. Durante il tragitto troviamo per puro caso un albero recintato con una stele in memoria di James Dean che è morto poco distante. Arriviamo a Three Rivers dove, sempre on line, abbiamo trovato il Sequoia Motel per 120$ a notte e ci dirigiamo verso il Parco che dista ancora circa un’ora. Non vi racconto tutto il Sequoia, vi dico solo che alla vista di questi giganteschi alberi mi sono emozionata e ho pianto. Da vedere assolutamente! Tra l’altro sono solo qui o meglio ci sono sequoie anche a Yosemite NP ma in nessun altro posto al mondo! Cena a Three Rivers al The River Inn, bellissimo posto tra americani simpaticissimi, ottima carne e una buona pizza. Cielo azzurro e temperatura primaverile di giorno, molto freddo la notte.

Sabato 26

La mattina ancora verso il Sequoia dopo una buonissima colazione, al ristorante della sera prima, dove ci raccontano che durante la notte hanno avuto la visita di un orso. A questo proposito vi sconsiglio di viaggiare di notte, cercate di essere a destinazione verso il tramonto perché c’è tantissima fauna che si muove di notte, diventa pericoloso guidare, abbiamo visto anche qualche cervo morto a bordo strada e immagino che un incidente del genere sia un bel casino, oltre che per gli animali anche per le persone e per la macchina! Nel primo pomeriggio partiamo verso la prossima meta la Death Valley e decidiamo di fare una strada più lenta ma più panoramica passando per Backersfield e il Lake Isabella. Arriviamo a Ridgecrest che è ancora giorno e decidiamo, per non perdere troppo tempo la mattina dopo, di correre a Trona Pinnacles, poco distante in realtà. E’ un luogo particolare con delle strane formazioni rocciose (luogo particolare, strane formazioni, posto fantastico e meraviglioso, saranno le parole più inflazionate della vacanza!) Dopo un po’ di foto (tra macchina fotografica e cellulari abbiamo fatto circa 7000 foto! Senza contare tutti i filmati ! ) torniamo a Ridgecrest che è buio, ci fermiamo in uno Starbucks e on line cerchiamo un albergo. Troviamo il Clarion Inn e già che ci siamo prenotiamo anche per la sera dopo a Las Vegas facendo la pazzia di scegliere una camera con vista al Bellagio per 260$ in offerta invece di 300$. Il Clarion Inn si è rivelato uno dei migliori hotel di tutto il viaggio, spettacolare, con piscina, abbiamo fatto il bagno di notte sotto le stelle e circondati dalle palme, camera bellissima, il tutto per la modica cifra di 70$, senza colazione. Meteo ottimo, caldo anche la sera.

Domenica 27

Sveglia prestissimo per essere nella Death Valley prima possibile ed evitare le ore più calde ma in realtà per vedere tutti i punti principali ci resteremo proprio fino al tardo pomeriggio. Che dire? da vedere! Mesquite Flat Sand Dunes, Furnace Creek, Devils Golf Course, Badwater Basin,85m sotto il livello del mare ma soprattutto l’Artist Drive Palette, colori incredibili, Zabrinskie Point e Dantes View , un punto molto alto da cui si vede tutta la valle. Bellissima! Molto caldo e ventoso, quasi come avere un phon puntato addosso, l’auto segnava 110 Fahrenheit ma in realtà, venendo dall’estate più calda degli ultimi 50 anni nell’umidissima pianura padana devo dire che non siamo per niente stati male. Partenza per Las Vegas dove arriviamo verso le 6 e facciamo subito un giro su e giù per la Strip, poi andiamo al Bellagio per il check-in e qui ci fanno una bellissima sorpresa. Dopo una giornata nella valle della morte vi lascio immaginare come eravamo conciati, io pensavo che ci avrebbero cacciati e invece… la ragazza della reception ci chiede da dove veniamo, cosa abbiamo fatto quel giorno e sorridendo ci dice che, dato che saremo sicuramente stanchissimi, l’hotel ci omaggia di un UPGRADE… “ no guarda io non pago niente di più “ “ non pagate niente di più, è un omaggio “… Suite PENTHOUSE 29° piano, entrata, salotto con vista sulle fontane e la Tour Eiffel dell’hotel di fronte, il Paris, TV 50”, tende e divani motorizzati, angolo ufficio con scrivania super-accessoriata, cucina, camera da letto, 3 bagni di cui 1 con Jacuzzi e tutti e 3 con la TV negli specchi! Cose viste solo nei film, infatti è in un film che ci sembra di vivere. Bisogna solo stare attenti a non toccare niente nel frigorifero e sul piano della cucina perché tutto è appoggiato su dei sensori direttamente collegati alla… vostra carta di credito! La sera restiamo a cena al “all you can eat“ del Bellagio, attenti perché tutti i ristoranti, dappertutto, chiudono presto, facciamo una breve passeggiata fuori, vediamo lo spettacolo delle fontane e ammiriamo gli hotel lì attorno, ma la stanchezza non ci permette altro.

Lunedì 28

Non essendo riusciti a vedere praticamente quasi nulla la sera prima, abbiamo deciso di visitare la città oggi (a questo proposito voglio dire che gli hotel all’interno, non essendoci finestre, sono uguali giorno e notte, ogni giorno dell’anno, l’unica cosa che cambia sono le luci nella Strip, quelle le vedi solo la notte) e dato che quando lasceremo LV per andare verso il Bryce Canyon sarà una giornata molto piena decidiamo di dormire qui un’altra notte. Troviamo un’offerta per il New York New York , bello ma niente a che vedere con il Bellagio. Non so dire quale hotel mi sia piaciuto di più, sono tutti “ TROPPO “… il VENETIAN è molto bello anche se i gondolieri che cantano “O SOLE MIO” o fischiettano il tema de “IL PADRINO” li ho trovati “ imbarazzanti “. Quando abbiamo pianificato il viaggio abbiamo fatto in modo di non essere a LV il venerdì o il sabato sera perché oltre ad esserci una folla enorme i prezzi raddoppiano. NEW YORK NEW YORK 170$

Martedì 29

Facciamo il self check-out del NY e prima di lasciare LV andiamo al 5200 Las Vegas Blvd dove è situata la famosa insegna “ WELCOME TO FABULOUS LAS VEGAS “ per le foto di rito e partiamo diretti a est. Poco lontano da LV c’è la VALLEY OF FIRE, un posto incantato con una varietà di colori sul rosso che sbalordiscono. Sarà perché è stato il nostro primo incontro con il “ROSSO” ma questo parco mi è rimasto nel cuore. Proseguiamo passando per lo ZION NP e il RED CANYON facendo soste per le fotografie quasi a ogni km. Arriviamo al Bryce Canyon Resort, 117 $, che è ormai buio.

Mercoledì 30

Ci alziamo alle 5:30, ci mettiamo addosso tutte le cose più pesanti che abbiamo in valigia per andare a vedere l’alba al Bryce Canyon e posso garantire che ne è valsa assolutamente la pena. Meraviglioso! Arrivando che è ancora buio ci attraversano la strada numerosi cervi. Ci godiamo i vari view point di questo straordinario posto e non potendoci, purtroppo, permettere di fare passeggiate per via delle pendenze, riprendiamo il nostro viaggio percorrendo la famosissima HWY 12, considerata a ragione una delle più belle strade al mondo e poi la HWY 24. Non si possono descrivere la varietà e la meraviglia dei panorami che scorrono dal finestrino, panorami che cambiano quasi a ogni km, a volte sembra di essere sulla luna. A un certo punto sulla HWY 24, abbiamo fatto una deviazione per la GOBLIN VALLEY, veramente un posto particolare e tornando indietro abbiamo avuto il nostro primo incontro con un coyote che ci ha attraversato la strada, abbiamo rallentato e lui si è allontanato lentamente guardando sempre dalla nostra parte per vedere cosa facevamo. Dopo numerosissime fermate per le foto arriviamo a Green River che è buio, ci fermiamo al primo motel, senza pretese ma decoroso, Robbers Roost Motel, 52$. Tra l’altro ceniamo in un posto che ci suggerisce il proprietario del motel e mangiamo benissimo per 44$ in 2. Il meteo continua a essere splendido.

Giovedì 1 Ottobre

Oggi sarà una giornata memorabile per molte cose. Ripartiamo direzione Moab e tutto ciò che gira intorno a questa fantastica cittadina. Prima tappa Canyonland, Island in the Sky, Dead Horse State Park (presente dove Thelma e Louise si sono buttate con l’auto?), Mesa Arch. Fino a questo punto non ci sono stati problemi per mio marito ma la breve passeggiata del Mesa lo mette un po’ in difficoltà per via del percorso un po’ accidentato, così arriva in un buon punto da dove può comunque vedere bene sia l’arco che il panorama e si ferma seduto su una roccia. Io arrivo all’arco convinta di riuscire a salirci sopra dicendo a mio marito di fotografare la mia impresa ma quando arrivo la vista dello strapiombo mi intimorisce troppo. Quando torniamo alla macchina stiamo per riprendere il giro ma decidiamo di mangiare qualcosa … lasciando le chiavi inserite … e quando decidiamo di ripartire la batteria non ne vuole sapere! Mi do della cretina un centinaio di volte, poi mi calmo e penso di chiedere a un altro turista di avvisare i ranger. Intanto mio marito ha addocchiato un grosso pick-up e quando vede i proprietari chiede loro aiuto: l’uomo, alto, capelli lunghi, bandana e gilet, tutto tatuato, la donna sua pari, lei dell’Alabama lui del South Carolina, che dopo avere telefonato a tutti i loro parenti per capire come aprire il cofano della nostra CRV (non c’era il libretto delle istruzioni in auto) e avere tirato fuori di tutto dal cassone del pick-up finalmente trovano anche i cavi! Li ho amati, ci siamo scambiati i numeri di telefono e gli indirizzi, quando verranno in Italia se mai lo faranno saranno nostri ospiti! Tra l’altro lui si chiama Elvis … piacere doppio! Salvata la giornata ora il problema è non spegnere la macchina per un po’, cioè non fermarsi ad ogni view point rischiando di spegnere e non ripartire più …. che si fa? Si fa lo Shafer trail, uno sterrato che poi si unisce alla Potash Road e attraverso un lungo percorso che affianca anche il fiume Colorado (meraviglioso!) sbuca sulla HWY 191 poco sopra Moab. Non è facile, serve molta attenzione e soprattutto una macchina alta (sappiate che l’assicurazione della macchina non copre gli sterrati). Se volete farla a ogni costo senza rischiare comunque a Moab noleggiano le macchinette adatte. Arrivati a Moab dopo circa 3 ore e mezza troviamo da dormire al KOKOPELLI LODGE…. bellissimo 120$ !Ma Moab è tutta fantastica! Ceniamo da Joe’s, scelta premiata, ottima cena per 44$ in 2.

Venerdì 2

Colazione al LOVE MUFFIN e partenza per ARCHES NP e qui compriamo la tessera annuale dei Parchi Nazionali. Spiego: l’entrata ai parchi costa in media 25$, se avete intenzione di fare più di 3 parchi quindi, conviene la tessera annuale che costa 80$, noi volevamo prenderla al Sequoia NP, ma in quei giorni festeggiavano il 100° anniversario e l’ingresso era libero, poi alla Death Valley non ci sono i gabbiotti dei ranger per il troppo caldo e bisogna andare al visitor center cosa che non abbiamo fatto per pura dimenticanza (forse per il troppo caldo), al Bryce Canyon invece era buio e i ranger ancora non c’erano. A questo punto del viaggio avremmo potuto pagare le entrate che ci restavano, invece abbiamo fatto comunque il pass annuale, con piacere, per rendere merito a una terra che salvaguarda il suo territorio e lo valorizza al massimo facendo in modo che tutti ne possano godere. L’Arches è veramente affascinante, ce lo siamo goduto al massimo pur non facendo trail o passeggiate troppo impegnative. All’uscita dal parco abbiamo imboccato per un tratto la US 128, costeggiando il Colorado per diversi km. E’ veramente bellissima, a Moab la chiamano, a ragione, la loro piccola Monument Valley. Tornati sulla HWY 191 abbiamo preso direzione sud, verso Blanding dove siamo arrivati per la notte e subito prima di arrivare abbiamo trovato un’offerta su hotel.com al Gateway Inn 83$. Meteo molto buono tranne il vento forte all’Arches…ora penso di avere sabbia rossa anche nel DNA.

Sabato 3 Ottobre

Partiamo da Blanding e prendiamo la UT 95 che ci porterà al Natural Bridge National Monument, un piccolo parco, carino, dove si possono ammirare 3 archi naturali facendo solo brevi camminate per raggiungere i view point. Il parco non ci porta via molto tempo, l’unica passeggiata che ho fatto da sola per avvicinarmi di più è stata verso l’OWACHOMO BRIDGE. Usciti dal parco riprendiamo a ritroso la 95 per un breve tratto e imbocchiamo la UT 261 una strada piatta e monotona che non lascia presagire lo spettacolo mozzafiato che si aprirà davanti a noi più avanti.. A un certo punto, poco prima della MOKY DUGWAY, uno sterrato porta fino al MULEY POINT, uno scenario da lasciare senza fiato su i canyon scavati negli anni dallo scorrere del fiume San Juan e in lontanza la sagoma inconfondibile della Monument Valley… Meraviglioso e commovente, ci si sente soli e in simbiosi con la natura! Abbiamo pranzato li, seduti sulle rocce a strapiombo, in contemplazione… un pranzo che non dimenticheremo mai più! Lasciato questo sogno riprendiamo la strada e ci aspetta la Moky Dugway una tortuosa strada che regala vedute bellissime (tortuosa e da fare con attenzione ma dopo aver fatto la Shafer per me è quasi un’autostrada). Subito giù dalla Moky a sinistra, un altro sterrato entra in un altro posto magnifico la VALLEY OF THE GODS, bella, bella, bella, una monument valley senza la folla di turisti, abbiamo incrociato 2 macchine e 6 o 7 moto, anche questa da fare con attenzione, si attraversano letti di fiumi in secca e abbiamo trovato rocce affioranti sul percorso. NATURALMENTE TUTTI GLI STERRATI NON SONO DA FARE SE E’ PIOVUTO O SE MINACCIA DI PIOVERE. Arrivati sulla US 163 andiamo verso sud ma poco dopo riprendiamo la UT 261 per arrivare da li a poco al GOOSENECK State Park. Essendo un parco statale non vale il pass che abbiamo e non essendoci il ranger devi lasciare i 5$ del biglietto dentro a una busta e imbucarla. Facciamo foto su foto alle anse del fiume San Juan e mentre lasciamo il parco poco dopo l’uscita una meravigliosa LINCE ci attraversa la strada! Meravigliosa! E’ l’unico animale non documentato dalle foto (no, anche 2 ROAD RUNNER,cioè avete presente BEEP-BEEP di WILLY IL COYOTE ?) perché è stata troppo veloce e si è inoltrata nella sterpaglia. Breve sosta per le foto al MEXICAN HAT e ora la meta finale di un giorno fantastico è la Monument Valley e non sto a descrivere tutto per non dilungarmi troppo. Dico solo che per gli Indiani qui vivevano gli Dei e secondo noi è veramente un posto magico. Abbiamo prenotato e pagato una PREMIUM VIEW CABIN al THE VIEW CAMPGROUND 6 mesi prima della partenza 236$

Domenica 4

La mattinata è spesa tutta per il giro della valle che facciamo senza le guide indiane. E’ vero che loro ti portano in alcuni posti in cui da solo non puoi andare ma andare in giro su quei pulmini con tanta gente, senza la libertà di fermarci di più in posti che ci ispiravano e senza assaporare il silenzio e la magica atmosfera di quei luoghi, per noi era impossibile. Prima di lasciarla, direzione Page, torniamo verso nord per fare le straordinarie foto di quello scorcio di strada con la Monument sullo sfondo che il giorno prima non venivano bene perchè avevamo il sole contro e troviamo anche il punto in cui è stata girata la scena del film di Forrest Gump in cui lui si è fermato dicendo “sono un po’ stanchino“ segnalato da un cartello. Arriviamo a Page abbastanza presto e dopo un giro per vedere la cittadina famosa anche per le sue 22 chiese di diverse religioni tutte in fila sulla strada principale, facciamo il check-in al Super 8 (180$ per 2 notti) e decidiamo di andare a cena da BIG JOHN’S TEXAS BARBEQUE di cui abbiamo letto meraviglie, a giusta ragione. Carne buona ma soprattutto famiglie di americani festanti e disponibili e la band che suona musica country-rock facendo cantare e applaudire tutti. Andiamo a letto che sta tirando un fastidioso vento freddo. Il meteo che finora ci ha supportato alla grande ci sta facendo un brutto scherzo.

Lunedì 5

Oggi sarebbe il giorno dell’ANTELOPE CANYON, visita guidata a un canyon scavato nella roccia dalla forza dell’acqua e del vento che regala meravigliose immagini ma se piove e c’è rischio di pioggia (flash flood) non si fa, anche perché un po’ di anni fa durante un improvviso temporale erano morte 12 persone. Pioviggina ma decidiamo comunque di cercare di sfruttare la giornata al massimo e andiamo a vedere l’HORSESHOE BEND un altro spettacolo della natura creato dal fiume Colorado. Dal parcheggio per arrivare sul posto c’è una passeggiata di circa 1 km, prima in salita poi in discesa (naturalmente al ritorno sarà il contrario e anche un po’ peggio) e su un terreno un po’ sconnesso, ma ci tengo veramente che anche mio marito lo veda e insisto. Lungo il percorso notiamo con piacere che ci sono delle panchine per riposare e le sfrutteremo sia all’andata che al ritorno. La pioggerellina ci lascia il tempo della visita e per fortuna siamo riusciti ad apprezzare questa meraviglia facendo foto stupende. (una curiosità: per fare le foto in sicurezza dato che sul bordo non ci sono protezioni io mi sono stesa a pancia in giù e dopo in tanti mi hanno imitato!) Tornati a Page si scatena il diluvio così ci infiliamo in un WalMart (esperienza comunque da fare) e ci resteremo quasi 2 ore. Siamo combattuti se partire per la prossima destinazione, il Grand Canyon o se restare ancora una notte e riprovare il giorno dopo per l’Antilope. Decidiamo per la seconda anche perché abbiamo veramente corso tanto finora e abbiamo bisogno di un giorno di relax senza fare centinaia di km e senza spostare valigie. Arriviamo a sera girovagando attorno al LAKE POWELL e alla diga che offre bellissimi scenari e in un momento di sosta della pioggia, arriviamo anche a fare 2 passi sulla riva.

Martedì 6

Il tempo è anche peggio del giorno prima, piove a dirotto, lasciamo Page cercando di smaltire la delusione. Arriviamo al GRAND CANYON che non piove anche se nuvole minacciose lasciano poco spazio alla speranza ma crediamo che pur con il cielo nero si possa ammirare il panorama. Arrivati al primo view point, invece, non si vede assolutamente niente, c’è nebbia o meglio il view point è dentro alle nuvole. Sconsolati, dopo varie considerazioni, prendiamo atto che non è proprio possibile venire sin qui e non vedere il Grand Canyon e dato che non abbiamo fretta di raggiungere Los Angeles resteremo da queste parti ancora un giorno o 2 per riprovarci. Partiamo direzione Sedona, con il cielo che pare abbia aperto le cateratte ma per fortuna arriviamo che non piove. Sedona è deliziosa, una cosa da non perdere assolutamente è l’AIRPORT VORTEX da cui si gode di un panorama fantastico. Troviamo da dormire sempre on line in un posto delizioso a Oak Creek Canyon che è sempre parte di Sedona al WILDFLOWERS HOTEL 104€. Cena al COWBOY CLUB bellissimo posto 44$ in 2 ( sarà che siamo abbastanza monotoni con il cibo ma questa cifra è ricorsa più volte durante la vacanza ).

Mercoledì 7

La giornata si preannuncia bellissima, il cielo è azzurro e limpido così ci fiondiamo fiduciosi di nuovo verso il Grand Canyon e per fortuna non resteremo delusi. Inutile che vi racconti ogni cosa, troverete nelle guide e nei siti ufficiali dei parchi, notizie più dettagliate. E’ veramente una delle meraviglie del mondo ma se devo essere sincera mi ha colpito più per la grandezza che per la conformazione e questo probabilmente perché l’ho visto dopo tutto “ IL RESTO “. Ci restiamo fin verso le 6 di sera e decidiamo di non ripartire ancora verso la destinazione finale ma di tornare indietro per una visita a Winslow (presente TAKE IT EASY degli EAGLES e di JACKSON BROWN?). Ci arriviamo nel bel mezzo di una tempesta con lampi spaventosi che ci circondano e una pioggia torrenziale. Dormiamo all’ ECONOLODGE hotel 70$

Giovedì 8

Dopo la pioggia e le tempeste oggi è una giornata bellissima e molto calda, Winslow si visita in un attimo, giusto un po’ di foto all’incrocio dove c’è stampato per terra il simbolo enorme della ROUTE 66 e il famoso angolo della canzone “standing on the corner in Winslow, Arizona“ e poi partiamo verso Los Angeles, ripromettendoci dove possibile di fare alcuni pezzi della MOTHER ROAD cioè la ROUTE 66. Ripassando per l’ennesima volta per Flagstaff notiamo che sulle montagne che la sovrastano a nord c’è la neve. Continuiamo verso ovest fermandoci a Williams, a Seligman, a Kingman andando dentro e fuori dalla nuova strada, la I-40 che ha preso il posto della Route. Arriviamo a Oatman che si trova su una montagna, che è buio pesto, facendo una strada niente male, stretta e con diversi tornanti che mi rammarico di non aver fatto con la luce perché dicono si veda un bellissimo panorama. E’un paese fantasma, abitato solo di giorno per i turisti e dove non c’è un posto per dormire,così tiriamo dritto verso Needles pensando di tornare il giorno dopo. Subito dopo il paese nel buio più totale sono comparsi sulla strada 2 Coyote, mi sono subito fermata e mentre uno è rimasto un po’ defilato, l’altro si è piazzato sulla mezzeria vicino alla macchina, si è seduto e mi guardava in attesa. Probabilmente voleva da mangiare e lo avrei fatto pur sapendo che non si può ma è arrivata un’altra auto e se ne sono andati. Che belli! A Needles abbiamo dormito al Quality Inn Hotel 70 €

Venerdì 9

Torniamo sicuramente a Oatman e ci godiamo il paese e gli asini che girano per strada, sono ovunque, entrano nei finestrini delle macchine e nei negozi, i proprietari danno loro secchi di acqua da bere e amorevoli pacche sul sedere quando non si vogliono muovere dal mezzo della strada … attenti solo a non pestare i numerosi regalini che sono dappertutto. I cuccioli sono uno spettacolo, quasi dei peluches. Lungo la strada tra Needles e Oatman abbiamo scoperto con piacere dei campi di cotone e devo dire che per chi, come me, il cotone lo ha visto sempre solo nei sacchetti al supermercato, la cosa è stata esaltante. Prossima tappa, sempre vero ovest, Amboy, in mezzo al deserto,per l’esattezza al Roy Cafè… storico locale con pompa di benzina (carissima 4,99$ al gallone) un piccolo motel che sembra abbandonato e niente di più. Segue Barstow dove pranziamo in uno starbucks e approfittando del wi-fi prenotiamo un hotel per la sera stessa a Los angeles vicino agli Universal Studios, il THE GARLAND HOTEL, bellissimo 265$. Prima di arrivare a Los Angeles un’ultima tappa a ORO GRANDE, una piccolissima cittadina dove c’è ELMER BOTTLE TREE RANCH, che abbiamo visto in TV a casa. Elmer è il proprietario che collezionando bottiglie a un certo punto non sapeva più dove metterle e ha cominciato a costruire alberi di ferro dove i rami sono le bottiglie. Arrivati a Los Angeles dopo il check-in all’hotel e una frugale cena in camera decidiamo di andare all’osservatorio Griffith e chiudiamo li la giornata con una veduta della città illuminata veramente bella, soprattutto perché essendo enorme le luci si estendono all’infinito.

Sabato 10

Giornata dedicata agli Universal Studios 190$ più cibo, acqua e souvenir. A noi è piaciuto tantissimo, si torna bambini e tutta la tecnologia usata, veramente all’avanguardia, non può non stupire. Sta a ognuno di voi decidere se andare o meno. Verso sera ci trasferiamo nell’ultimo hotel, prenotato da casa, a MANHATTAN BEACH il HAWTHORN SUITES BY WYNDHAM 240$ per 2 notti veramente bello, personale gentilissimo e poco distante dalla splendida spiaggia e dal molo. Usciamo per la cena e dopo tutti i giorni passati nelle piccole cittadine dove alle 9-10 di sera era già tutto chiuso non siamo più abituati alla vita notturna. Troviamo un posto veramente carino quasi sul molo il MAMA’S e mangiamo benissimo.

Domenica 11

Giriamo come le trottole tutto il giorno (a LA sarebbe davvero impossibile non avere l’auto) cercando location di film a noi cari (FAST & FURIOUS), una veduta bellissima di LA downtown dal parcheggio del DODGER STADIUM, il punto più vicino alla scritta Hollywood, un giro a Beverly Hills, passeggiata e immancabili foto su Hollywood Blvd, Rodeo Drive, finiamo la giornata al molo di SANTA MONICA dove finisce la Route 66 e dove finisce la nostra splendida vacanza.

Lunedì 12 Ottobre

Riconsegna dell’auto poi una navetta gratuita ci porta direttamente al nostro terminal. Si torna a casa ma con la promessa fatta a noi stessi che prima o poi torneremo.



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