Usa, da New York a San Francisco e dai parchi naturali dell’ovest a San Diego di seconda parte

Un viaggio sognato da tanto tempo, studiato e organizzato per lo più su Internet, lungo 51 giorni
Scritto da: h47
usa, da new york a san francisco e dai parchi naturali dell'ovest a san diego di seconda parte
Partenza il: 21/08/2011
Ritorno il: 12/10/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €

Seconda Parte – da Monument Valley a San Diego e Los Angeles

13 settembre – Canyon de Chelly

Filmata anche l’alba, dopo una bella colazione, partiamo per Canyon de Chelly. Lungo la strada ci fermiamo a comprare qualcosa dai Navajo poi ci rimettiamo in viaggio ed arriviamo a Chinle abbastanza in fretta; proseguiamo per il Thunderbird dove prenotiamo il tour guidato per domani (mezza giornata), andiamo all’hotel prenotato ma la camera non è pronta per cui andiamo a fare la spesa: in questa town, piccola piccola, non c’è centro storico e non ci sono locali (siamo in territorio Navajo) però abbondano le lavanderie per cui già penso di fare un bel bucato. Avuta la camera, scarichiamo i bagagli e ripartiamo per fare il giro del South Rim del canyon in auto: si tratta di un canyon diverso da quelli già visti, quasi una vallata, abitata da tempi antichissimi dai Basketmaker, poi dai Puebloan, poi dagli Hopi ed infine dai Navajo. Torniamo in albergo in tempo per un tuffo in piscina (coperta) e una mezz’ora di sole nei lettini all’esterno, poi vado a fare un paio di lavatrici. Mangiamo nel ristorante a fianco e rimaniamo a bocca aperta quando, arrivata l’ora di chiusura (20,30), il personale, seppure ancora ci siano diversi clienti seduti ai tavoli, comincia a spazzare ed a lavare per terra.

14 settembre – Canyon de Chelly

Stanotte è piovuto e stamattina è molto freddo, minaccia ancora pioggia e noi dobbiamo fare il tour nel canyon! Saliamo sul cassone (attrezzato) del pic-up e via, la guida e’ un indiano di una certa età (non abbiamo ancora incontrato un navajo giovane e bello come nei film) che ad ogni sosta illustra il paesaggio e racconta un po’ di storia della vita nel canyon partendo dai Basketmaker fino agli abitanti odierni. Facciamo diverse soste di cui due servite di restroom e venditori di collanine e per fortuna il tempo migliora anche se fa abbastanza freddo; è strano percorrere questa valle che ieri abbiamo visto dall’alto: vediamo molte pareti rocciose con pittogrammi e rovine di villagggi antichi come quelle della White House e Sliding House. Finito il tour guidato, torniamo verso Chinle per dare un’occhiata alla town, che si rivela inesistente, e poi ripartiamo con l’auto per il giro individuale al North Rim con il Canyon del Muerto che ci ha sorpresi perché ci è sembrato migliore del South Rim.

15 settembre: Deserto dipinto – Foresta pietrificata – Flagstaff

Partenza per Flagstaff, attraverso il Deserto Dipinto e la Foresta Pietrificata; del primo ci sembrano interessanti diversi punti come Tiponi, Tawa, Chinde, Pintado, Lacey point mentre faccaimo un piccolo trail nella Crystal Forest. All’uscita facciamo una piccola sosta per curiosare nello Store di Xanterra. Ripartiamo per Flagstaff, troviamo il Motel prenotato e chiediamo al ragazzo della lobby come arrivare a piedi alla Downtown e lui : “too far!” va bé, non sa con chi ha a che fare! Il centro è veramente storico, nel senso americano; certo qui non troveremo mai un centro medievale come da noi, però ci sono diverse costruzioni interessanti. Nella piazzetta centrale ascoltiamo anche della buona musica eseguita da un gruppetto di ragazzi e ragazze molto bravi. Bighelloniamo in attesa di andare a mangiare: ed optiamo per un ristorante consigliato da Lonely Planet: mangiamo bene, in un bell’ambiente ad un buon rapporto qualità/prezzo.

16 settembre – Grand Canyon

Partiamo da Flagstaff diretti al Grand Canyon; indecisi se fare la 40 o la 180, prendiamo la seconda, più panoramica. Arriviamo in mattinata e, dopo la sosta al visitor Center per mappa + informazioni (a proposito, la pubblicazione in italiano e’ quella che si scarica da internet) andiamo al primo overlook (Mather point) uno spettacolo meraviglioso; nonostante le immagini già viste su libri, giornali e in TV, colpisce la grandiosità del canyon. Facciamo a piedi il rim fino al Yavapaim Museum e poi torniamo alla macchina per recarci all’ albergo, anzi facciamo una vera e propria caccia al tesoro per ritrovarla, visto che i parcheggi sono 4 e sembrano tutti uguali. Arriviamo comunque troppo presto per la consegna delle chiavi ed allora andiamo a continuare il giro sul rim ripartendo dal museum. Arriviamo sino all’inizio del Canyon Village dove ci sono il Verkamp’s Visitor Center e l’albergo El Tovar (bello) quando comincia a piovere per cui navetta e poi di corsa verso la macchina sotto un vero e proprio temporale. Alla fine prendiamo possesso della camera : bella con un king alto e grande… frigo, macchina per il caffè, phon, ferro da stiro con l’asse… insomma ok. Sistemati i bagagli, finito il temporale, usciamo nuovamente per finire il giro del rim fino all’inizio del Bright Angel trail. Cena all’Arizona Room: insalata + pollo e verdure cotte – buono e ben servito.

17 settembre – Grand Canyon

Marco filma l’alba (intanto io dormo); dopo il caffè andiamo a prendere la navetta per la linea rossa che porta all’estremità ovest; c’è molta gente in attesa per cui decidiamo di cominciare a piedi; da Hermit Rest Room facciamo Il ritorno in navetta rossa per portarci alla partenza della navetta gialla e fare anche la Kaibab/Rim Route sino a Yaki Point. Alla fine del giro ci fermiamo un po’ nell’anfiteatro: lo spettacolo è: il Grand Canyon.

18 settembre – Grand Canyon

Partiamo presto e facciamo in auto la Desert View fino a The Watchtower, costruita nel 1932 dalla Fred Harvey Company and Santa Fe Railroad. Non possiamo partire senza avere fatto almeno un piccolo trail all’interno del canyon… ci sarebbe piaciuto quello che arriva oltre al ponte sul Colorado ma non si fa in giornata e noi non riusciamo a fare un’altra notte qui, per cui andiamo a fare il Bright Angel Trail fino alla prima resthouse; sono 2,4 km all’andata tutti in discesa + 2,4 km al ritorno tutti in salita; lo facciamo in 1 ora e 1/4 all’andata e 52 minuti al ritorno; siamo in linea, visto che come tempi danno dalle 2 alle 4 ore. Soddisfatti andiamo a comprare il secondo poncho impermeabile ( per scaramanzia, speriamo non ci serva) e poi all’anfiteatro a riprendere il tramonto.

19 settembre – Horseshoe Bend, Antelope Canyons, Page

Partenza alle 7 per Page. Qualche sosta-panorama poi arriviamo all’ Horseshoe bend, Una piccola scarpinata e… ci si spalanca davanti l’ansa del Colorado che scorre molto al di sotto di noi, tanto che dobbiamo arrivare in cima al bordo per vederla tutta: una meraviglia della natura! Dopo poche miglia imbocchiamo una strada con l’indicazione “Antelope Point” ed in effetti in poco tempo arriviamo: a destra c’è Upper Antelope e siamo arrivati in tempo per la visita guidata( unico modo per entrare) : 6 $ a testa per l’entrata nel territorio Navajo + 25 $ per la visita (a testa) e dopo in po’ ci caricano su un pic-up attrezzato che ci porta all’ingresso del canyon. C’è moltissima gente con i gruppi che si incrociano perché si fa lo stesso percorso andata e ritorno: lo spettacolo è bello ma non si riesce a goderlo completamente; la guida spiega i fenomeni naturali responsabili di questo tipo di canyon ed indica dove e come fare le foto più suggestive. Poi attraversiamo la strada ed andiamo al Lower Antelope, dove paghiamo ulteriori 20 $ a testa: si entra a piedi e c’è meno gente: si scende in passaggi stretti, alcune volte per mezzo di scalette di ferro molto ripide ma lo spettacolo e’ veramente unico. Raggiungiamo Page dove dobbiamo ancora trovare l’albergo: purtroppo vediamo solo cartelli “No vacancy”” per cui ci facciamo aiutare dal Visitor Center che ci trova un motel a 20 miglia (addirittura nel confinante Utah) e quando arriviamo scopriamo che è proprio il posto che ci mancava. Tutto pieno di richiami a cow boy, pescatori e cacciatori e nella lobby una foto di John Wayne; all’esterno tavoli, sedie e panche per mangiare e chiacchierare all’aperto, fuoco circolare attrezzato per un bel barbecue.

20 settembre – Page

Visita alla Glen Canyon Dam, poi andiamo al Visitor Center per prenotare un albergo al Bryce Canyon e facciamo un giro per Page. Nel primo pomeriggio ci imbarchiamo per il giro sul lago: la motonave è comoda, abbiamo l’audioguida in italiano ed ancora una volta ci sorprende questa natura così diversa da quella di casa nostra. Completiamo la giornata con un salto alla Scenic View sul lago, dove troviamo anche un paio di Riders in moto con portabagagli a rimorchio a forma di auto.

21 settembre – Page

Colazione e poi entriamo nella zona balneare del lago con il Pass parchi che vale anche lì. Bello il posto, bagno stupendo, dopo esserci asciugati però dobbiamo lasciarlo per andare a fare il “rafting” sul Colorado; un pullman ci ha portato alla base della diga attraverso un tunnel stretto e buio, poi a piedi abbiamo raggiunto il gommone guidato da un giovane nativo. Navigata molto soft con soste varie; ad una spiaggetta ci fanno scendere per un break e sosta restroom : Marco non resiste e fa il bagno anche nel Colorado, freddissimo. mentre io mi accontento di bagnare i piedi. Molto bello navigare sul Colorado in mezzo a rocce scoscese; non ci sono rapide ma solo qualche tratto un po’ veloce.

22 settembre – Zion N.P. – Bryce Canyon

Colazione, poi partenza per il Bryce; oggi niente videocamera causa batteria scarica. Sosta al Navajo Point, poi verso lo Zion, nel quale entriamo attraverso un tunnel a senso alternato. Sosta al Visitor Center poi prendiamo lo shuttle fino all’ultima fermata “Temple of Sinawava”, riprendiamo lo shuttle e proseguiamo sino allo Zion lodge da dove inizia il Lower Emerald Pool Trail; alla fine del sentiero di ritorno assistiamo ad una scena gustosissima: un cerbiatto rincorre un tacchino terrorizzato, ma è tutto un gioco. Ripreso lo shuttle andiamo alla macchina e ripartiamo in direzione Bryce; e poco dopo l’imbocco della 12 che già sapevamo molto panoramica, ci aspetta la sorpresa del Red Canyon con dei colori meravigliosi al tramonto.

23 settembre – Bryce Canyon

Colazione e poi subito al Bryce: si può fare con lo shuttle solo fino ad un certo punto, per cui partiamo in auto per andare fino all’ultimo punto raggiungibile Rainbow e Yovimpa Points e spostandoci in auto da un overlook all’altro incontriamo e filmiamo piccoli branchi di deer. Arrivati nella zona servita da navetta, quella chiamata “Bryce Amphitheater”, facciamo, fra gli altri, Paria View e Sunset Point con il trail Navajo Loop. Ci spostiamo poi a Inspiration Point e scopriamo che i Point sono tre, tutti in salita (che fatica!), andiamo agli altri Overlook e uscendo dal parco ci fermiamo nel ” villaggio far west ” a Bryce City, poi percorriamo ancora la12, dove ci supera un gruppo di Riders in chopper.

24 settembre – Red Canyon – Escalante

Ritorniamo al Red Canyon e facciamo un piccolo trail che parte dal parcheggio del Visitor Center. Dopo una sosta in albergo per collegamento Skipe con casa, ripartiamo in direzione Escalante. Al visitor Center ci consigliano, oltre al parco in se stesso, la 12 con le sue view ed in particolare una con trail che arriva ad una cascata (Calf Creek Falls). Partiamo immediatamente per quest’ultima opzione: facciamo un paio di fermate panoramiche ed effettivamente, dopo un tratto abbastanza normale, la 12 ridiventa molto interessante. Arriviamo al campeggio dove inizia il sentiero: sono 6 miglia andata e ritorno ma come al solito l’ andata sembra più’ lunga. Quando arriviamo alla cascata veniamo premiati per il nostro sforzo: è veramente bella e ci siamo solo noi. Tornati alla macchina ci dirigiamo verso il Bryce per verificare se sia possibile mangiare in un locale con cow boy che suonano e cantano dal vivo ma basta un’ occhiata per capire che si tratta di un vero e proprio spettacolo, nulla di genuino, per cui proseguiamo per il nostro albergo.

25 settembre – Kolob Zion N.P. – diga di Hoover – Las Vegas

Pronti, via, alle 6 in punto. Prima meta Cedar Break, ma stavolta arriviamo troppo presto ed è ancora buio, per cui proseguiamo per il Kolob Zion, utilizzando il nostro pass parchi: c’e’ una strada con punti panoramici ed alcuni sentieri, la maggior parte troppo lunghi per il tempo che abbiamo a disposizione; andiamo direttamente in fondo e facciamo il Timber Creek Overlook trail, poi un paio di overlook dalla strada che comunque e’ molto corta. Facendo la Hwy 15, ci dirigiamo verso la diga di Hoover che ha formato il Mead Lake, bel lago dove ci fermiamo per un breack (con scoiattolini) mentre la diga non e’ eccezionale ma e’ molto visitata; breve giro e poi ripartiamo diretti a Las Vegas. Non si presenta come la “cattedrale nel deserto” che ci spettavamo: è in mezzo al deserto ma attorno alla parte spettacolare c’è ora una grande zona residenziale e commerciale. E’ caldo, molto caldo per cui prima rapido tuffo in piscina poi via sulla strip. Camminiamo passando da New York a Montecarlo, Roma, Venezia attraverso Coca Cola, Hard Rock Café, Harley Davidson Café etc.

26 settembre – Death Valley

Partenza da Las Vegas che riprendo dall’auto in piena luce; appena fuori di nuovo il deserto ci accompagna sino alla Death Valley. I^ tappa “Zabrinskie point, paesaggio quasi lunare con deserto salato sullo sfondo; II’ tappa “Dante’s View”, III’ tappa “20 Mules Team Trail” poi andiamo al lodge che mi piace moltissimo: cabins abbinate due a due con tanto di sedie a dondolo nel porticato, stanze belle e pulite con frigo, microonde, phon, aria condizionata e pala al soffitto. Ci sono: store, due cafè-shop dove si cena, una steak house, il museo all’aperto con veri pezzi d’epoca come attrezzi, carri, etc. risalenti all’epoca delle miniere di borace, campi da tennis, campo da golf e, dulcis in fundo, piscina con acqua termale, che goduria! In attesa di avere la camera, andiamo al Golden Canyon trail per fare una camminata: non è niente di speciale e fa un gran caldo (sono le 13,30) così lo percorriamo per 3/4 e poi andiamo a fare in auto l’Artists Drive, un anello fra alture con colori da tavolozza e ” dip” veramente divertenti. Avuta la camera andiamo in piscina per riposarci e rinfrescarci fino al momento di andare ad assistere al tramonto a ZABRISKIE Point, imperdibile! Cena con sandwiches ben imbottiti e contorno.

27 settembre – Death Valley – Sequoia N.P.

Facciamo un po’ di foto al museo annesso al lodge e poi partiamo: prima tappa le Sand Dunes vicino a Stovepippe, sempre nella Death Valley, poi rotta per il Sequoia N.P. Siccome dormiamo a Three Rivers, Marco ha progettato di attraversare la Sequoia National Forest per arrivare lì. Fino all’uscita dalla Sequoia National Forest tutto bene, poi imbocchiamo una deviazione sbagliata e… dopo un bel po’di km ci accorgiamo di essere su di una strada che finisce nel nulla (non abbiamo il navigatore…per fortuna l’I pad collegato a internet ci aiuta). Nonostante tutto arriviamo a Three Rivers prima del buio, in tempo per sistemarci e riuscire ad andare a mangiare nell’unico posto aperto nei paraggi.

28 settembre – Sequoia N.P.

Colazione in albergo poi via verso il Sequoia National Park.: sosta alla Beetle Rock poi General Sherman three. Andiamo poi al Lodgepole Village per vedere se è il caso di mangiare lì stasera ma troviamo solo il market, ci rifocilliamo e decidiamo di proseguire verso la Giant National Forest che troviamo molto interessante con il General Grant Three. Poi andiamo a Fresno che sembra molto grande per cui ci aspettiamo un centro vivace ma forse abbiamo sbagliato: non c’è anima viva per cui ripartiamo e raggiungiamo Visalia dove troviamo un ristorante cinese e ci facciamo due Orange Chicken. il caffè ce lo fanno sul momento perché era finito; devo dire che in generale le persone che abbiamo incontrato, e parlo sia degli addetti a servizi e negozi che della gente che si incontra per la strada, si sono sempre dimostrate cordiali, gentili e disponibili.

29 settembre… seduto in quel caffè

No, siamo seduti in auto direzione Los Angeles. Sosta a Pisco Beach, chiacchierata con coppia italo-americana e poi via verso Santa Barbara; qui passeggiamo sul Pier frequentato da turisti, pescatori, gabbiani e pellicani, poi nella downtown ma dobbiamo sbrigarci perché la strada è ancora lunga e vorremmo fare ancora Malibu, Venice e Santa Monica. Malibu la vediamo di sfuggita, anche perché la spiaggia è in smobilitazione ed è tardi per andare a sentire la temperatura del Pacifico; ci fanno un certo effetto le case costruite proprio sulla spiaggia o sugli scogli, tutte una attaccata all’altra. A Santa Monica parcheggiamo per fare una passeggiata e poi andare a cena; è proprio molto carina, piena di vita ed accogliente. Indoviniamo anche il ristorante, dove mangiamo bene: gamberi ed un dessert enorme e godiamo di un’atmosfera accogliente e vivace dove i camerieri si organizzano a seconda del cartello esposto al tuo tavolo : run Forrest run (vengono a prendere le ordinazioni) o stop Forrest stop ( portano il conto). Venice la saltiamo e finalmente ci avviciniamo a Los Angeles e qui comincia il traffico, corsie a non finire, tutti corrono e noi dobbiamo cercare la strada per il nostro hotel prenotato via Internet; è carino e ben attrezzato, la camera è molto grande ed in serata ci dedichiamo al bucato perchè domani dovremo fare le valigie da lasciare qui ed il bagaglio per il giro in moto.

30 settembre – Los Angeles

Fatta la colazione (buona ed abbondante) andiamo subito a prenotare la moto, il prezzo è circa quello indicato in internet e ce la danno anche oggi per cui riconsegnamo l’auto, ritiriamo la Harley e partiamo alla conquista di Los Angeles che si rivela una caccia al tesoro. Sappiamo che le sue dimensioni sono enormi ma, provare per credere! La prima tappa di orizzontamento è provvidenziale anche per ripararci da uno scroscio d’acqua finito il quale ripartiamo, ma sembra di non arrivare mai, ci rifermiamo (forse siamo andati troppo avanti?), ripartiamobverso Hollywood Blvd e poi a sinistra e finalmente vedo le stelle sui marciapiedi! Parcheggiamo ($ 8) e riprendiamo il percorso a piedi: Walk of Fame e Grauman’s Chinese Theater, altri teatri, negozi e la vista sulla collina con la famosa scritta.

1 ottobre – Lake Awasu City

Partiamo da Los Angeles dopo un’altra buona colazione. Marco deve ancora prendere confidenza con la moto ed è preoccupato per il tratto di uscita dalla città ma un automobilista ci aiuta. Non sappiamo se riusciremo ad arrivare a Lake Havasu City ma capiamo durante il viaggio che ci dovremo arrivare per forza perché la strada corre in mezzo al deserto ed al nulla, con un caldo che ci fa fare tre o quattro soste per bere e rinfrescarci. Arrivati ad un’ora decente a Lake Havasu, troviamo via internet un albergo: camera bella con tutti i servizi + wifi ed all’esterno: piscina (piccola ma con acqua alta) e vasca idromassaggio. Anche qui fa caldo per cui possiamo rimanere in piscina fino a sera poi doccia e cena a buffet vicino all’hotel. Abbiamo mangiato bene alla maniera americana con vasta scelta di verdure, carne, contorni, piatti tipici, dolci e bevande, prezzo fisso”mangia tutto quello che riesci.

2 ottobre – Route 66

Colazione in albergo, poi giro per vedere il London Bridge ed il lago; fa caldo anche oggi e partiamo con destinazione Oatman sulla route 66 in maglietta. Di nuovo deserto e quando arriviamo a Oatman facciamo una sosta per bere e girellare in questa città fantasma resuscitata a scopo turistico però gli asinelli (o somari, non so) sono autentici, ed anche le costruzioni ai lati della route. Il tutto poi viene condito da uno spettacolino tipo far west. Continuiamo sulla route da Kingman a Seligman ma non ci accorgiamo dello store con le auto che hanno ispirato la serie “cars” per cui ce lo perdiamo. A Seligman sosta per rinfrescarci, piccolo giro della zona caratteristica della cittadina e ripartenza per Sedona. Dopo poche miglia dobbiamo metterci felpe e giubbotti per il freddo; arriviamo che si sta facendo buio; decidiamo di andare in un motel all’inizio del paese: il prezzo è ragionevole, la camera è ok, con tanto di salottino e tutti i servizi, wifi compreso ed il gestore è molto gentile e ci spiega cosa andare a vedere e dove andare a mangiare.

3 ottobre – Sedona

Colazione, poi giro sulla 89A che avevamo fatto ieri per arrivare qui e non avevamo apprezzato perché stanchi del viaggio: sosta a Midgley Bridge, poi a Slide Rock State Park dove bisognerebbe fare qualche trail ma stamattina non ce la sentiamo ( la zona è quella dell’ Oak Creek Canyon). Andiamo a vedere la Chapel of the Holy Cross (Chiesa cattolica romana) da dove si gode di un bel panorama, poi ci spostiamo all’Airport Overlook dal quale si vede la parte ovest di Sedona coronata dalle montagne. Infine andiamo verso il Boynton Canyon dove facciamo un piccolo trail. Al pomeriggio un po’ di relax.

4 ottobre – Montezuma Well – Montezuma Castle

Partiamo alla volta di Yuma, tappa intermedia per raggiungere San Diego; deviamo dalla strada per visitare Montezuma Well, un bacino calcareo circolare alimentato ancora oggi che scarica l’acqua in un canale di irrigazione costruito circa 1.000 anni fa. Ci spostiamo a Montezuma Castle, resti di antiche costruzioni dei Sinagua che abitavano la zona fra il 1125 ed il 1400 poi proseguiamo ed attraversiamo zone ricche di cactus e prima di arrivare a Yuma siamo investiti un vento molto forte e freddo.

5 ottobre – San Diego

Orario colazione a Yuma: dalle 5 alle 8. Ok volevamo partire presto. Alle 8 siamo sulla moto, il tempo è discreto ma per sicurezza partiamo coi giubbotti; dopo circa 60 miglia ricomincia il vento (freddo) seguito da acqua gelata che ci accompagna per tutta la salita. infatti scavalchiamo una montagna di 4119 piedi d’altezza e per fortuna poco oltre la cima troviamo un casinò, ci fermiamo intirizziti, ci scaldiamo con caffè e torta al cioccolato poi l’aria si rischiara, la temperatura si alza e ripartiamo. Il vento dà ancora fastidio, le nubi ci sono ancora ma si stanno alzando e pian piano arriviamo a San Diego, raggiungiamo l’albergo prenotato ieri via Internet dove per fortuna ci danno subito la camera. Dopo un po’ di relax ci prepariamo per uscire alla scoperta della città ma comincia a piovere; aspettiamo un po’ nella lobby e quando la pioggia si calma usciamo armati delle mantelle comprate al Gran Canyon. La scaramanzia non funziona.poiché ricomincia a piovere ed arriviamo al ristorante fradici dalle ginocchia in giù nonostante le mantelle.

6 ottobre – San Diego

Colazione abbondante e partenza per Old Town a piedi; si tratta del primo nucleo di San Diego in parte restaurato ed in parte ricostruito, ma alle 9,15 la troviamo ancora addormentata e solo verso le 10-10,15 aprono i negozi e si comincia a vedere gente; dopo un giro esplorativo decidiamo di ritornarci una sera e di andare all’outlet vicino al confine con il Messico. E’ un outlet veramente grande e bello e dobbiamo comprarci qualcosa dato che la temperatura ci obbliga ad indossare jeans alla sera ed i nostri ormai sono “alla frutta”. Sosta in albergo per cambiarci e via verso Pacific Beach dove finalmemte siamo sul mare, e che mare! Oceano Pacifico con onde lunghe e surfisti. lungomare molto bello percorso da skates, bici, rollers e gente che passeggia o fa footing, ristorantini e negozi caratteristici, peccato che sia fresco. Dopo aver ripreso il tramonto, ceniamo in un bel ristorantino sul lungomare : gamberi, verdura e salsine con nachos innaffiati dalla solita Bud, tutto molto buono.

7 ottobre – San Diego

La prima tappa della giornata e’ Balboa Park grandissima zona verde che ospita anche uno zoo ed una zona musei con costruzioni di ispirazione spagnola; facciamo un giro con lo shuttle; scendiamo a Plaza de Panama e ci rechiamo al Museum of Man, all’Alcazar Garden, all’House of Charmeed al Spreckels Organ Pavillon, al Botanical Building e al Cactus Garden. Finito il giro nel Balboa, partiamo per Coronado Island, isola di fronte a San Diego alla quale è collegata da un bel ponte slanciato che fa anche una mezza curva. Bello anche qui il lungomare dal quale si ammira lo skyline di San Diego e buona parte della baia. Finiamo il pomeriggio nel Gaslamp Quartier, zona famosa per le lampade a petrolio ma ne sono rimaste ben poche; in compenso il quartiere è caratteristico e pieno di vita. Assistiamo anche ad una manifestazione degli indignati (al momento non sapevamo che le stesse manifestazioni erano in corso anche in Europa) e ad una performance di “arancioni”. Pizza (i ristoranti sono un po’ carucci) e poi abbiamo ritrovato il Ghirardelli di San Francisco così ci siamo fatti un bel gelato.

8 ottobre – San Diego

Facciamo subito rotta per La Jolla, localita’ “IN”; ci fermiamo sulla spiaggia dalla quale possiamo vedere i surfisti all’opera e facciamo finalmente un bel bagno nell’oceano Pacifico; che gusto buttarsi fra le onde e l’acqua non è nemmeno troppo fredda. Ci asciughiamo al sole e poi rimontiamo sulla Harley: andiamo a The Cove, sempre a La Jolla, un posticino niente male con prato verde, alberi, un bel lungomare, spiaggetta e scogli sui quali stazionano foche e gabbiani; sbirciamo anche la celebrazione di due matrimoni proprio sui prati prospicienti il mare. Dopo andiamo a Mission Bay. Alla fine del pomeriggio torniamo in albergo, ci cambiamo ed andiamo a piedi nella Old Town per mangiare qualcosa ed eventualmente fare un po’ di shopping. C’è gente ed i ristorantini sono pieni (tutti messicani) ma solo pochi negozi sono aperti e stanno già per chiudere!

9 ottobre – San Diego

Subito dopo colazione partiamo per andare a Coronado passando dall’istmo per vedere la parte verso l’oceano; ci fermiamo in spiaggia per fare un altro bel bagno e poi andiamo a prendere il ponte che collega Coronado a San Diego per fare le riprese dall’alto. Ci fermiamo a Little Italy per curiosare un po’ ma capitiamo nel bel mezzo di uno “special event” con stand per le strade, disegnatori di strada, etc, il tutto molto più international che italiano… dopo poco ripartiamo alla volta di Ocean Beach, bella spiaggia anche qui con surfisti all’opera. Più tardi lasciamo la moto in hotel ed andiamo a Old Town a fare shopping. Alla sera ci rechiamo al ristorante ” Olive Garden” che poi scopriamo essere italiano e ceniamo veramente bene, innaffiando la ciccia con una buona bottiglia di Chianti.

10 ottobre Ocean Side – Los Angeles

Buh buh buh, ultimo giorno negli USA! Si parte da San Diego che ci è piaciuta moltissimo alla volta di Los Angeles per riconsegnare la moto; ci fermiamo a Ocean Side, bella spiaggia con un pontile molto lungo (la guida lo indica come il più lungo della costa). Si annuvola proprio quando passeggiamo sul pontile; partiamo con il timore della pioggia ma il viaggio finisce all’asciutto dopo una piccola deviazione extra che ci e’ costata 6,25 $ (non abbiamo capito ‘sto pedaggio, fino ad ora non abbiamo dovuto pagare un cent). Lasciamo la moto, carichiamo tutti i bagagli su di un taxi ed andiamo allo stesso hotel dell’andata, prenotiamo anche lo shuttle per l’aeroporto e poi andiamo a cena.

11 ottobre da Los Angeles a Cesena (il 12)

Sigh! Ultima colazione in Usa e verso le 11 partiamo con lo shuttle dell’hotel per andare all’aeroporto; difficile realizzare che stiamo proprio tornando a casa. L’autista parla spagnolo per cui parliamo per tutto il tragitto; anche lui e’ un patito delle moto da strada e ne possiede una: racconta che con quella si lancia ad alta velocità sull’autostrada che porta in Messico e gli piace fare le impennate! Check in tradizionale e senza intoppi per i bagagli, poi scopriamo che il nostro aereo parte con mezz’ora di ritardo, per fortuna a Francoforte avremo ugualmente tutto il tempo per prendere l’altro aereo per Bologna. By by Usa, per il momento! Ritorniamo a casa soddisfatti ed entusiasti, pronti a programmare un’altra avventura. Dal punto di vista logistico, l’itinerario è stato deciso a casa da noi stessi in modo da poter toccare tutti i luoghi possibili nel tempo a disposizione prenotando gli alberghi delle città più grandi, come New York, San Francisco, Las Vegas, Los Angeles e dei parchi più frequentati. Voli ed Assicurazione sanitaria ci sono stati forniti dalla nostra Agenzia di fiducia. Abbiamo prenotato Il noleggio dell’auto da casa mentre quello della moto a Los Angeles e i motel delle tappe di trasferimento e di tutto il viaggio in moto ce li siamo cercati sul posto. Ho eliminato dalle note tutti i riferimenti a Hotel, motel, compagnie di noleggio, etc. per evitare rischi di messaggio pubblicitario. In complesso ci siamo trovati benissimo anche se era la prima volta per noi negli States: muoversi in auto, trovare da dormire e da mangiare e vivere lì per quasi due mesi è stato facile, divertente ed ha costituito un’esperienza utile per il futuro. Nella sezione video inviamo le riprese del viaggio diviso in 11 tappe.

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Antelope Canyon

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Antelope Canyon

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La panchina a Zabriskie Point

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Grand Canyon

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Verso Oatman sulla Route 66



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