Su e giù per l’Umbria

Amiche in Umbria a caccia del salame di cinghiale
Scritto da: lincedelletere
su e giù per l'umbria
Partenza il: 02/10/2010
Ritorno il: 06/10/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Tolto il fatto che il modo migliore per girare l’ Umbria sarebbe con un elicottero, resta che é una terra davvero imperdibile, e noi comuni mortali ci siamo accontentate ad uno viaggio on the road a bordo di una mitica Punto. Scopo del viaggio: arte, cultura, salame di cinghiale, lenticchie di Norcia e vino di Montefalco.

Risultato del viaggio: quando si torna?

Bucolica, accogliente regione ricoperta di velluto verde, la notte nerissima le cui stelle illuminano e rapiscono, le colline dolci ricche di vigne ed ulivi, un incantevole paesaggio che distoglie l’ attenzione dalla guida. L’Umbria in autunno è ancora ottimale per godersi il sole e il color rame che brilla sulle foglie degli alberi. In inverno scende la neve, il monte Ingino si illumina con le luci che formano l’albero di Natale più grande del mondo, un fascino diverso si sprigiona nella città eugubina.

Prima tappa la città di Gubbio, la città di pietra grigia. La piazza pensile con il Palazzo dei Consoli, il Voltone, le mura ciclopiche meritano assolutamente anche una visita notturna, quando la città si spopola e i giovani si riuniscono al pub The Village, nascosto dietro la facciata di una chiesa.

Stanche dei grandi centri cittadini abbiamo trovato un incantevole B&B a Santa Cristina, sopra Gubbio. Pernottare nella Casa la Valle è un’ esperienza rigenerante, arrivare lassù ed essere accolti dal sorriso di Renza e dal delizioso senso dell’umorismo del marito Zolfo è come ricevere un caldo abbraccio di un amico. Le stelle ed i loro gatti come unici guardiani del casolare.

Persone con delle storie di vita che non ci si stanca mai di ascoltare.

D’ obbligo scendere al piano terra dove Renza ha allestito il suo laboratorio di tessitura, lei raggiante signora dai capelli d’argento, amante dell’architettura che però costruisce strutture di filo tinto a mano all’antica, con fiori e piante.

La sera, dopo aver visitato Assisi, città santa e strana, abbiamo optato per una cena minimal a base di una carrellata infinita di antipasti, come i cioccolatini nella pubblicità della Bahlsen, pappardelle fatte in casa, cinghiale in salmì e patate arrosto all’Osteria del Bottaccione sopra Gubbio, delizie casereccie della nonna del proprietario.

Umbria paese dei santi e predicatori, ma a noi piace credere ad Al Bano e Romina Power quando cantavano ” felicità, un bicchiere di vino con un panino la felicità…” perché se il panino è farcito con salame di cinghiale la vita poi ti sorride.

Ma la felicità si trova anche in un incontro casuale con persone strepitose come le sorelle Brizi di Montefalco, custodi del più antico frantoio della zona, lavoratrici legate alla tradizione dell’olio raccolto a mano, ma ostacolate dalla modernità.

La felicità è anche se casualmente si è appassionate di rugby- con doverosa venerazione per gli All Blacks, casualmente durante la cena i venti ragazzoni seduti al tavolo accanto facciano parte della squadra del Rugby Gubbio Élite, allenati da Joe Mcdonnell, ex All black in molta carne ed ossa e casualmente si venga invitate a bere una birra al loro tavolo.

La felicità è poi trovare uno di loro disposto a farci da Cicerone per il tour di Gubbio by night, impagabile esperienza.

La felicità è anche sapere che sia Monica Bellucci che Laura Chiatti siano umbre e la felicità è credere che la causa della loro bellezza sia l’aria pulita e la buona cucina umbra.

Ergo: respirare a pieni polmoni e assaggiare tutto ció che ci viene proposto, magari riempiendo due tupperwares x il viaggio del ritorno; elisir di bellezza to go.

Le ultime due sere le abbiamo passate a Norcia, piccolo centro ancora racchiuso fra le mura originarie, una piazza, una via, botteghe di salumi e formaggi con enormi teste di cinghiale alle pareti, manco fossimo nella Gallia di Asterix, turisti e pellegrini.

Finita l’ora dell’aperitivo in giro siamo rimaste solo noi e San Benedetto, lì a scrutarci dal centro della piazza. Silenziose pietre antiche disposte a farsi immortalare dalla mia macchina fotografica senza passanti che sbucano davanti all’obbiettivo. La pioggia ha bagnato le strade, il vento soffia leggero e trasporta una voce appena distinguibile; concentrandoci la sentiamo bene e dice: “Branca, Branca, Branca, Leon, Leon, Leon, Fiii… Bum!

Scientificamente provata quintessenza del godimento è il prosciutto di Norcia, in vendita anche in versione tascabile, facilmente trasportabile per la merenda delle quattro.

Dovendo poi tornare a Berlino in aereo ho lasciato in custodia il mio tessssoro ai miei genitori; ora vorrei solo rinnegare la parentela e riappropriarmene.

Tascabile, mi manchi!

Miriam Casella



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