In viaggio tra treno e marsurka

Ciao ragazzi, mi chiamo Paolo e vi racconterò la mia esperienza e le mie impressioni del viaggio in Ucraina che ho fatto questa estate. Ho raggiunto la mia ragazza, Marina, e sua figlia, Jula, che abitano a Zhytomir, una città a 2 ore da Kiev; assieme siamo andati al mare in Crimea. Per arrivare in Ucraina ho acquistato un volo con Alitalia,...
Scritto da: paolonam
in viaggio tra treno e marsurka
Partenza il: 07/08/2008
Ritorno il: 24/08/2008
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Ciao ragazzi, mi chiamo Paolo e vi racconterò la mia esperienza e le mie impressioni del viaggio in Ucraina che ho fatto questa estate.

Ho raggiunto la mia ragazza, Marina, e sua figlia, Jula, che abitano a Zhytomir, una città a 2 ore da Kiev; assieme siamo andati al mare in Crimea.

Per arrivare in Ucraina ho acquistato un volo con Alitalia, Venezia-Roma Roma-Kiev, molto comodo come orari e abbastanza puntuale ad un buon prezzo (circa 350 euro). Sono partito il 7 e tornato il 24 agosto.

Nella tratta Roma Kiev per tutti i cittadini non ucraini è richiesta la compilazione della immigrant card dove si inseriscono le generalità, questo foglietto serve per il controllo passaporti in ingresso/uscita dall’ucraina.

In dogana non serve fare la dichiarazione di fotocamera/cellulare/soldi se la somma di denaro non è rilevante (io avevo 500 eur).

All’uscita dall’aeroporto Borispil c’è molta confusione, l’aeroporto è piccolo per una città come Kiev da 2.5 milioni di persone.

I tassisti quasi ti bloccano per chiederti se serve un passaggio.

Fortunatamente all’uscita ho trovato subito Marina che in maniera decisa mi ha portato fuori e li siamo andati diretti a Zhytomir in macchina.

Impressiona subito per noi italiani la diversità di auto circolanti per le strade (a 3-4 corsie a Kiev), c’è una miriade di Lada (è la nostra ex FIAT 124) con vetri oscurati e carrozzeria elaborata, le russe Volga, le Moscovitch, camion fumosi del dopoguerra che si muovono lenti, ma anche Lexus, Infiniti e Mercedes nuove sono numerose… È il segno chiaro di una spaccatura sociale molto marcata tra i molto ricchi e le classi meno agiate.

In Ucraina molta gente non possiede l’automobile, (il costo di una auto nuova è simile al costo in Italia, la benzina costa 1 euro al litro, quindi sono prezzi proibitivi per il potere d’acquisto delle classi medie), perciò si è sviluppata una rete di pulmini di ogni tipologia da 12-15 posti (si chiamano marsurke) guidati da privati, in modo molto “nervoso”, che collegano tutti i paesi e città. Sono molto economici e veloci rispetto ai mezzi pubblici, in prevalenza filobus o vecchi pullman alimentati a gas. Questi pulmini passano in tutte le fermate in continuazione, quindi nel giro di 5-10 minuti si trova sempre un posto in masurka. La strada che collega Kiev con Zhytomir è completamente dritta, a 2 corsie, e in circa 2 ore si arriva. Il paesaggio è sempre abbastanza simile, un po stepposo, un pò boschivo, qualche villaggio, coltivazioni, perciò si ha la sensazione di non avanzare. Ogni tanto si trova la gente che vive in campagna che vende ai margini della strada frutta o verdura.

A Zhytomir colpiscono i palazzoni alti e grigi, molto simili l’un l’altro, costruiti negli anni ‘60-‘70 dal regime sovietico e poco manutenzionati. I mercatini di alimentari, frutta e verdura sono sparsi per le vie. Anche i distributori di Kvac (una bevanda analcolica gradevole fatta con il malto dal gusto simile alla birra) in cisterna trainabile su strada si trovano ovunque. Migliaia di annunci di compravendita sono sparsi lungo le strade, segno che la gente si arrangia come può per mercanteggiare.

Alla sera nella casa accogliente di Marina assaggio una prima specialità Ucraina, i “galuptzi”, sono degli involtini fatti con una foglia di cavolo cappuccio, ripieni di carne, riso, uva, cotti e contornati di panna acida. A prima vista resto un attimo titubante, ma al primo assaggio sono entusiasta, il gusto è delicato, il piatto è eccellente!! Assolutamente da provare!! Il giorno seguente visitiamo il centro di Zhytomir, troneggiano una statua di Lenin e una di Sergey Korolyov (uno dei progettisti di satelliti e di missili più importanti della Russia). Ci sono parecchi palazzi governativi imponenti, il centro è ben curato.

Anche la cattedrale ortodossa più importante di Zhytomir merita una visita.

Bello anche l’idro-park, una spiaggia ampia lungo il fiume che attraversa la città dove si può prendere il sole e godere di una bella tranquillità, attorno c’è solo bosco di querce e pini.

Il giorno seguente ci prepariamo per andare al mare in Crimea! Marina ha prenotato il treno con cuccetta (cabina da 4 letti, detta kupè), la cabina va prenotata in determinati giorni, non prima di 45 giorni (non è possibile), e possibilmente non troppo dopo (altrimenti non si trovano piu i posti).

Il costo del biglietto è di 107 grivne (cambio con l’euro è 1 a 7 circa).

Troviamo la marsurka quasi piena di gente, ci servivano 3 posti, ma liberi erano solo 2. L’autista furbo per riempire bene il mezzo prontamente ha creato il mio posto che mancava con una tavoletta di legno ricoperta da un panno posta tra due sedili… ho fatto la tratta di due ore Zhytomir-Kiev sobbalzando come al lunapark, le strade sono per lo piu dissestate e dal fondo irregolare, e i “piloti” di marsurke vanno a tutta manetta, hanno già “saldato” i conti con la polizia per avere strada libera. Il costo della tratta Zhytomir città – Kiev stazione (circa 150 km) costa 30 Grivne.

Arriviamo alla stazione dei treni di Kiev, l’ingresso è imponente, la sala d’attesa è un salone dallo stile barocco meraviglioso, assolutamente da vedere.

Il treno che ci porterà da Kiev a Sebastopoli spacca il minuto dalla puntualità, partenza ore 23.05. Arrivo ore 15.30. Sono 16 ore e mezza per fare circa 1000 km.

La “capa carrozza” controlla in modo severo i nostri biglietti e ci fa salire.

Troviamo lenzuola e federe confezionate in buste di nylon per ogni persona, cuscini e materassi comodi. Il clima che si crea in cuccetta è piacevole e un po “retrò”. Il treno parte, la temperatura giusta, il rumore e il traballamento precario della carrozza favoriscono un sonno rilassante per tutta la notte.

Al mattino è possibile prendere il te in carrozza (il te è la bevanda piu diffusa tra tutti gli ucraini) buono a tutte le ore, esiste un’apposita caldaia nel vagone per bollire l’acqua. Il te è servito in bicchieri con l’impugnatura ricamata in acciaio molto belli e ricordano altri tempi.

Le fermate sono numerose e lente, è possibile smontare per sgranchirsi le gambe o per acquistare i prodotti da mangiare che la gente vende nelle stazioni (frutta, verdura, piatti già pronti confezionati amorevolmente dalle donne che abitano in campagna e che vivono spesso di questo piccolo commercio) Arriviamo a Sebastopoli che ci ha fatto subito una brutta impressione di caos e di sporcizia.

Prendiamo una marsurka che ci porta in un’ora fino alla fermata vicina all’abitazione che abbiamo affittato. La strada è larga, con la pericolosa corsia centrale per il sorpasso. Siamo 5 Km prima del paese Simis, 29 km da Yalta.

Abbiamo prenotato un appartamento da un privato con cucina bagno e due camere per 9 notti per circa 2700 grivne. La casa è molto bella, il proprietario gentilissimo, la vista sul Mar nero molto bella. Di fronte alla nostra porta c’è una pianta colma di pesche mature dal gusto pieno e intenso che dimostrano il clima secco, caldo e ventilato che renderà la permanenza di questi giorni gradevolissima.

In questa zona ci sono due “sanatori”, sono due palazzoni enormi con centro benessere popolati da Ucraini e Russi benestanti che vengono a “depurarsi”.

Per arrivare alla spiaggia facciamo 10-15 minuti a piedi, prima lungo un sentiero selvaggio molto ripido e poi passiamo per il parco di uno di questi “sanatori” dove le piante di rosmarino fanno da padrone. L’aria è molto profumata e balsamica.

La spiaggia a pagamento (10 grivne) è di ciotoli, molto pulita, non troppo affollata, l’acqua pulita con pesci e granchi.

Sulla spiaggia c’è un bar-ristorante comodo dove abbiamo mangiato un “sashlick” molto buono (il classico spiedo di carne di maiale marinata).

Nel mercatino comperiamo delle pesche e dei pomodori eccellenti.

In questi 9 giorni abbiamo goduto il mar nero e il sole limpido ad eccezione di due giorni che siamo andati a Yalta, dista a circa 40 minuti di marsurka dalla nostra abitazione.

Un giorno dedicato ad un escursione al parco botanico, un ambiente gradevolissimo con numerose piante particolari e un giorno per una gita “ai Petri”, la montagna piu importante di Yalta dove si puo arrivare con la cabinovia o con la marsurka.

La montagna “ai Petri” è popolata dai Tatari, gente povera che vive di turismo, preparano cibi locali, oggetti in legno, maglioni di lana, ciabatte di pelliccia. Noi pranziamo sui divanetti caratteristici tatari in un ristorantino. Mangiamo un ottimo sashlick, ottimo vino rosso locale (simile a un cabernet), e verdure miste.

La signora che ci serve è gentilissima (è di origine greca) e ci accoglie amorevolmente.

Da provare anche il pane “lavasch”, è rotondo, morbido, con semi aromatici, simile al pane pizza italiano.

Il lungo mare di Yalta è molto “occidentale”, lastricato di marmo, con negozi e bar lussuosi, la spiaggia è impraticabile dato l’affollamento e le dimensioni ridotte.

A Yalta cerchiamo qualcosa da mangiare, ma l’accoglienza è molto scortese, in due negozi/bar ci rispondono seccamente se chiediamo informazioni (preciso che si rivolgeva a loro Marina, che è Ucraina, quindi il pregiudizio contro gli stranieri non è il motivo).

Il viaggio di ritorno da Sebastopoli a Kiev in treno è molto comodo visto l’orario dalle 18.20 alle 11.20 del giorno dopo, le 17 ore scorrono lisce.

In stazione, prima del nostro, parte un treno di cuccette che arriverà a Mosca… mi fa pensare al mio prossimo viaggio… Arriviamo a Kiev sempre puntualissimi, depositiamo i bagagli in stazione, prendiamo il metrò (spettacolare la lunga scala mobile e le finiture di certi soffitti in mosaico) per dirigersi verso S.Sofia, la cattedrale più importante di Kiev.

I palazzi sono imponenti, colpiscono le cupole dorate, gli spazi delle piazze.

All’interno della basilica si respira un’atmosfera di rispetto e sacralità.

Faremo un’altra giornata a Kiev per visitare il monastero e il labirinto che si dirama 15 metri sotto terra. La sensazione è forse più di un “museo turistico” che di un monastero, però è assolutamente da non perdere. Percorriamo anche viale Krishatic dominato da palazzi che tolgono il fiato dall’imponenza, la piazza principale è stupenda e le fotografie si sprecano.

Un’occhiata ai negozi del centro di Kiev, tutti marchi occidentali venduti a prezzi maggiori che in Italia, i CD costano invece 4-5 euro… una buona occasione per fare affari. E’ notevole la differenza di stile di vita tra Kiev e tutto il resto dell’Ucraina.

Se Kiev è a tutti gli effetti una capitale europea, le altre città e la campagna danno la sensazione di una maggior arretratezza e lo stacco è evidente.

Per questo, se volete visitare l’Ucraina, vi raccomando di non fermarvi solo a Kiev.

In questi giorni Marina mi fa assaggiare le varie specialità locali, una nota alla zuppa borsch (fatta con cipolla, bietole patate e peperoncino) è speciale, merita il bis!! Anche i dolcetti di cioccolato sono eccellenti, la kartoska (è simile al nostro salame di cioccolato) manda in estasi le papille gustative.

L’ultima sera prima di partire facciamo pic-nic nel bosco con i simpatici amici di Marina. Cuciniamo il pesce sul fuoco, mangiamo frutta e verdura, pasteggiamo con Chardonnay e un po di liquore, Jula fa da disc-jokey con il suo stereo. La cena è gustosa, c’è aria di festa e serenità. Da questo popolo si impara subito ad apprezzare le cose semplici, spontanee e genuine, con poco ci si diverte, sono sensazioni che nel nostro mondo occidentale, dove la gente è per così dire “eternamente insoddisfatta”, abbiamo scordato da qualche decennio.

Il giorno di ritorno è il 24 agosto che è festa nazionale, festa della Libertà, ma non ci sono grandi manifestazioni in giro. Il traffico è scorrevole. Purtroppo la vacanza è finita, devo tornare in Italia, lascio a malincuore l’accogliente casa di Marina e Jula, la loro serena compagnia, l’ospitalità familiare.

Ci vediamo al prossimo viaggio!



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