Turchia: Istanbul, Cappadocia, Pamukkale, Oludeniz

Il nostro viaggio fai da te attraverso la meravigliosa Turchia tra città, cultura, storia, natura e mare
Scritto da: holaroby
turchia: istanbul, cappadocia, pamukkale, oludeniz
Partenza il: 10/07/2014
Ritorno il: 22/07/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Ho pensato per la prima volta di fare un viaggio in Turchia guardando le foto di una conoscente che c’era stata. In particolare sono stati gli scatti di Pamukkale, il castello di cotone, a farmene innamorare. E così, un anno dopo (o forse due) finalmente anche io e Teo, il mio fidanzato, progettiamo il nostro viaggio in Turchia.

Partiamo il 10 luglio da Orio al Serio intorno alle 14 con Pegasus Airlines e atterriamo a Istanbul Sabiha Gokcen alle 17.30 circa, ora locale (il fuso orario è un’ora avanti rispetto all’Italia). Dopo il controllo dei passaporti (nel mio caso della carta d’identità, che è sufficiente per entrare in Turchia), ritiriamo le nostre valigie, cambiamo qualche euro in lire turche (il cambio è 1€ a 2,80 LT) e cerchiamo il pullman bianco della compagnia Havatas diretto a Kadikoy, come suggerito dall’utilissimo sito scoprireistanbul.com, per raggiungere il centro della città. Il pullman parte alle 18.30, troviamo un po’ di traffico e alle 19.30 circa siamo a Kadikoy dove, sempre come indicato, prendiamo il traghetto per Eminonu. Durante la traversata beviamo il primo cay (tè turco) della vacanza per 1 LT, il sole sta tramontando mentre ci avviciniamo alla città, e l’atmosfera è magica. Una volta a Eminonu ci troviamo catapultati nella confusione più totale, tra la gente locale, i turisti, i venditori ambulanti, le bancarelle… Trascinando le nostre valigione chiediamo indicazioni per raggiungere a piedi il nostro Hotel, che si trova a Sultanahmet, ma dopo qualche decina di minuti di camminata in salita cediamo ad un taxi, che per 15 LT ci porta all’indirizzo giusto (chiedendo a sua volta indicazioni qua e là alla gente nei locali). Il nostro hotel è lo Stanpoli, la camera è molto piccola ma pulita, la posizione è ottima e il gestore gentile. Dopo una doccia usciamo a mangiare qualcosa e, per evitare il trappolone per turisti, ci dirigiamo al Tarihi Sultanahmet Koftecisi, antico locale frequentato anche dai turchi, che fa sostanzialmente kofte, ovvero polpette. Siamo in centro e iniziamo a passeggiare, presto ci rendiamo conto di essere in pieno Ramadan (Ramazan in turco), la piazza tra le due moschee (Moschea Blu e Aya Sofia) è piena zeppa di gente che mangia, il digiuno è finito e le famiglie escono per festeggiare, l’atmosfera è particolarissima. Tra le bancarelle (credo poste per l’occasione) assaggiamo il caffè turco per la prima e ultima volta: non c’è niente da fare, il metodo con cui viene preparato (il caffè macinato fine viene posto nell’acqua bollente senza filtrare) lascia un sedimento e una consistenza che proprio non ci piacciono, pazienza berremo il tè. Finita la passeggiata andiamo a riposare in vista dell’inizio della nostra avventura l’indomani.

GIORNO 1, ISTANBUL

Dopo la colazione in terrazza con vista sul Bosforo, ci dirigiamo subito all’agenzia di viaggi Turista Travel, a Sultanahmet, proprio accanto al locale di polpette in cui abbiamo cenato la sera prima, per acquistare i biglietti dei pullman che ci porteranno nelle altre tappe del nostro viaggio. Probabilmente abbiamo pagato un sovrapprezzo per il servizio, ma proprio non ci andava di recarci personalmente all’Otogar (stazione dei bus) perdendo l’intera mattinata. Sistemata la questione, cambiamo i restanti euro (cambio simile a quello datoci in aeroporto) e partiamo alla scoperta di Sultanahmet. La moschea è chiusa in mattinata perché il venerdì mattina è il momento previsto per la preghiera dei fedeli, quindi scegliamo di visitare la Basilica Cisterna. Si tratta di una antica cisterna che serviva a portare l’acqua al palazzo del Sultano e alle case circostanti: il buio, le colonne romane e il piacevole clima fresco la rendono molto suggestiva, tant’è che scegliamo di sederci al baretto vicino all’uscita per berci un cay in tranquillità. Prima di uscire ci facciamo coinvolgere in un servizio fotografico in costume molto divertente e compriamo il relativo cd con foto per 60 LT (forse valeva la pena contrattare sul prezzo, ma dovevamo ancora impararlo…). Terminata la visita ci dirigiamo a palazzo Topkapi, il palazzo del sultano, e compriamo anche il biglietto aggiuntivo per la visita all’Harem (ne vale veramente la pena). L’intero complesso è veramente bellissimo, molto sfarzoso, e gode di un’ottima vista sul Bosforo, di cui approfittiamo mangiando un kebab al ristorante dentro il palazzo, cogliendo anche l’occasione per spezzare la lunga visita e fare una pausa dal sol leone. Uscendo dal palazzo ci imbattiamo casualmente nelle tombe di Aya Sofia, ingresso gratuito. Si entra senza scarpe e si possono vedere le tombe dei sultani e delle loro famiglie, come in una sorta di albero genealogico tridimensionale. Siamo stanchissimi e torniamo in hotel a fare una doccia prima di uscire per la serata, abbiamo scelto il frizzante quartiere di Beyoglu. Beyoglu si trova nel lato asiatico della città e lo raggiungiamo col tram che ci lascia appena al di là del ponte di Galata, facciamo una bella scarpinata in salita e raggiungiamo dapprima la Torre di Galata, e poi la lunghissima Istiklal Caddesi, una larga via piena zeppa di negozi, di ristoranti e di gente. È strano come la parte asiatica ci appaia in realtà la più occidentalizzata. In una piccola via laterale troviamo un ristorantino con i tavolini per strada, dove mangiamo degli ottimi meze (antipasti) fino a sazietà. Dopo cena decidiamo di fumarci un profumatissimo narghilé in un localino sotto il ponte di Galata, comodamente adagiati su dei puff colorati.

GIORNO 2, ISTANBUL

La mattina seguente la dedichiamo alle due moschee. Copro le gambe e la testa con delle stole che mi sono portata da casa (per chi ne è sprovvisto vengono fornite direttamente dal personale all’ingresso), togliamo le scarpe ed entriamo nella Moschea Blu. Non abbiamo mai visto una moschea prima d’ora e subito comprendiamo quanto sia diversa dalle nostre chiese: si tratta di un luogo di ritrovo e di rilassamento, oltre che di raccoglimento. Le decorazioni a maioliche sono bellissime e i lampadari molto bassi, ci colpisce la zona di preghiera separata per le donne. Aya Sofia invece è nata come chiesa cristiana, poi convertita a moschea, ed ora è solo un museo. Interessante è la mescolanza degli elementi cristiani e musulmani, che la rende davvero unica. Finita la visita prendiamo un tram per Piazza Beyazit, dove mangiamo uno spiedino al volo per poi addentrarci nel Gran Bazar. C’è da perdersi (e in effetti ci siamo persi più volte), negozi di gioielli, stoffe, articoli di artigianato si alternano in un labirinto coloratissimo. Compriamo degli orecchini e una bellissima sciarpa di cachemire sul cui prezzo contrattiamo fino allo sfinimento. Finito lo shopping torniamo ad Eminonu per visitare invece il Bazar delle Spezie. Molto più piccolo, vende sostanzialmente frutta secca, frutta essiccata, dolci, spezie e tè di ogni genere. Compriamo del tè alla mela (molto comune nei locali turchi) e al limone, delle spezie per la carne, della frutta essiccata ripiena di frutta secca e dei dolcetti, la famosa delizia turca. Usciti col nostro bottino decidiamo di visitare la Moschea Nuova, che si trova proprio lì accanto. Dopo la doccia ci dirigiamo nuovamente a Beyoglu dove, una volta cenato, saliamo sul tetto di un palazzone per raggiungere il bar 360. Il locale è molto elegante ed i prezzi sono decisamente più alti rispetto alla media turca, molto più simili ai nostri milanesi, la vista e l’atmosfera però ripagano.

GIORNO 3, ISTANBUL

Il terzo giorno decidiamo di iniziare la giornata con la famosa crociera sul Bosforo. Non di quelle reclamizzate a gran voce a Sultanahmet, ma prendiamo un battello di linea dirigendoci direttamente al porto di Eminonu. Scegliamo la traversata breve e ci godiamo la vista e l’aria fresca per circa due ore. Per pranzo andiamo in un localino proprio sotto la torre di Galata, ci mangiamo un gelato e torniamo subito sulla sponda europea perché nel pomeriggio abbiamo un appuntamento: l’hamam. Abbiamo scelto il Suleymaniye Hamam perché è l’unico che ammette uomini e donne insieme, oltre ad avere ottime recensioni. Sulla strada vediamo un barbiere e la tentazione è forte: Teo entra e si fa fare la barba alla vecchia maniera per 10 LT. Prima di immergerci nel relax dell’hamam facciamo una visita alla vicinissima Moschea Suleymaniye, a mio parere la più bella, con un bel giardino e una vista strepitosa, in quanto è posta su di una collinetta. Eccoci finalmente nell’hamam, ci fanno accomodare e ci consegnano le istruzioni per lo svolgimento del trattamento, successivamente ci mostrano la nostra cabina privata dove ci cambiamo (consiglio di portare il costume, altrimenti bisogna indossare quello consegnato da loro), infine ci accompagnano nel bagno turco. Ci sdraiamo sulla pietra calda, la temperatura è davvero alta e non c’è acqua per rinfrescarsi… per fortuna ci chiamano poco dopo per il massaggio, effettuato in contemporanea in una cabina per due. Si tratta di uno scrub e di un massaggio col sapone, molto molto bello, le improvvise secchiate d’acqua gelida sono rinvigorenti. Finito il massaggio ci fasciano come mummie in un telo bianco e ci accompagnano nella zona relax, dove ci reidratiamo e continuiamo il nostro relax prima di andare a rivestirci. Nel complesso esperienza totalmente positiva, prezzo 35 euro a testa. Rimaniamo ad Eminonu anche per cena, nel consigliato Hamdi Restaurant, e mangiamo davvero bene. Dopo cena decidiamo di entrare in un apparentemente piccolo locale vicino al nostro hotel, che però rivela un bellissimo giardino interno con mura antiche e vista direttamente sulla Moschea Blu illuminata: una bella limonata fresca, un narghilé e il canto del muezzin in sottofondo… è la nostra ultima serata a Istanbul.

GIORNO 4, ISTANBUL

Avendo finito le attrazioni turistiche principali della città, per l’ultimo giorno decidiamo di seguire un itinerario più di nicchia, e ci dirigiamo col battello a Kadikoy. Passeggiamo per il mercato, che offre ogni genere di frutta e verdura, pesce, spezie, saponi e chi più ne ha più ne metta. Pranziamo da Ciya ed assaggiamo il famoso kebab al pistacchio: divino. Dopo pranzo facciamo una passeggiata fino a Moda Caddesi, dove ci fermiamo a bere un cay in un localino all’aperto con vista sul lato europeo della città. Salutiamo Istanbul con una visita alla famosa pasticceria Hafiz Mustafa, e alle 18.30 una navetta viene a prenderci all’agenzia di viaggi per portarci all’Otogar, dove arriviamo un’ora dopo. Il pulman partirà alle 20.30, quindi facciamo in tempo a cenare al volo in uno dei locali presenti all’interno della stazione. Il viaggio si rivelerà più difficile del previsto, principalmente a causa dell’invadenza “olfattiva” di una passeggera seduta proprio dietro di noi. Finalmente ci addormentiamo e l’indomani mattina intorno alle 9 siamo a Goreme.

GIORNO 5, CAPPADOCIA

Ci viene a prendere in stazione (che è proprio in centro al paesino di Goreme) il proprietario del Kayatas Hotel, che ci offre la colazione sulla bellissima terrazza panoramica mentre ci spiega le varie escursioni della zona. Dopo colazione andiamo a recuperare qualche ora di sonno ed usciamo all’ora di pranzo, ci mangiamo un pide (la versione turca della pizza) e ci incamminiamo verso il museo a cielo aperto di Goreme. È una bella camminata, pensavamo fosse più vicino, e il sole è cocente. Finalmente arriviamo ed iniziamo ad esplorare tutta una serie di case e chiese scavate nella roccia, merita sicuramente il biglietto aggiuntivo per visitare la Black Church, che è ancora straordinariamente conservata. Dopo una gelatino rinfrescante preparato alla maniera turca, torniamo in albergo, facciamo una doccia e ci dirigiamo verso un punto panoramico da cui guardare il tramonto, poi cena al Pumpkin, un piccolo ristorante decorato con tantissime lampade ricavate da zucche. Il menù è fisso e con 40 LT mangiamo (bene) fino a scoppiare. Andiamo a nanna presto perché l’indomani la sveglia è alle 4.00, ci aspetta il giro in mongolfiera.

GIORNO 6, CAPPADOCIA

Come previsto alle 4.00 ci viene a prendere la navetta della compagnia Rainbow Balloons, prenotata tramite il nostro albergatore (probabilmente con una piccola cresta, ma anche in questo caso ci siamo risparmiati di cercare noi), ci portano a fare colazione e ci spiegano le procedure di sicurezza, poi ci conducono in una zona di campagna, dove vediamo decine e decine di altre mongolfiere che si stanno gonfiando e che illuminano la notte come tante lampadine. Finalmente anche la nostra è pronta per partire e senza neanche accorgercene decolliamo, con una dolcezza inaspettata. Inutile descrivere la magia del volo, che dura circa un’ora, sovrastando le valli della Cappadocia circondati da altre mongolfiere come in un paesaggio fatato. Anche l’atterraggio è dolcissimo e si festeggia con un vino (pessimo) e una fettina di torta, mentre ci vengono consegnati gli attestati del primo volo in mongolfiera. Torniamo in albergo per un rapido pisolino, poi affittiamo uno scooter e partiamo alla scoperta della zona. Per iniziare la Devrent Valley o Valle dell’Immaginazione, perché i sassi qui assumono forme singolari: un cammello, una mano, un pesce. Successivamente vediamo (solo dall’alto, perché fa troppo caldo per iniziare un’escursione a piedi) la Rose Valley, ed il castello di Ortahisar, sempre scavato nella roccia. Passiamo per la Valle dei Piccioni e ci fermiamo per pranzo in un bel ristorantino con vista a strapiombo ad Uchisar. Dopo pranzo decidiamo di spingerci fino a Kaymakli, a visitare la città sotterranea. Lo spettacolo è unico: otto piani di città scavata sotto terra, dove anticamente la popolazione dei trogloditi si nascondeva per mesi in caso di pericolo. Ci dicono esisterne circa 200 in Cappadocia, ma questa è la più grande. Torniamo a Goreme, restituiamo lo scooter, facciamo una doccia ed andiamo a cena al Topdeck Cave, mangiamo benissimo e scappiamo all’otogar, sempre accompagnati dal proprietario dell’hotel: ci attende (anzi si fa attendere) l’autobus notturno per Pamukkale.

GIORNO 7, PAMUKKALE

Questa volta il viaggio va liscio e dormiamo (quasi) come bambini fino a destinazione, che raggiungiamo al mattino di buon ora. Alloggiamo all’Hotel Goreme, condotto da una famiglia squisita e gentilissima. Ci rilassiamo in piscina, poi pranziamo al Traverten con quello che dicono essere il miglior pide della città (che comunque è minuscola e piuttosto trasandata). Il pomeriggio ce la prendiamo comoda: vogliamo visitare le cascate di travertino a partire dalle 17, quando la folla è calata, come anche il sole. Prendiamo, letteralmente al volo, una navetta che ci porta all’entrata nord del parco, che comprende le rovine di Hierapolis e il famoso castello di cotone. Purtroppo molte vasche sono vuote, per permettere al sole di sbiancarle, ma quelle piene d’acqua, lungo il percorso che scende dalla montagna, rendono comunque l’idea e permettono di fare foto bellissime, anche con l’aiuto del sole che sta tramontando. Piano piano scendiamo fino al paese e torniamo al nostro hotel. Cena nel primo (unico?) ristorante quotato su Tripadvisor, il Kayas, e poi nanna.

GIORNO 8, OLUDENIZ

Al mattino prendiamo la navetta che ci porterà all’otogar di Denizli, da cui partirà il bus per il nostro (ultimo) trasferimento a Oludeniz, sul mare. Per non farci mancare nulla, a circa mezz’ora dall’arrivo l’autobus si rompe e quindi ci ritroviamo fermi, sotto il sole di mezzogiorno, senza aria condizionata. Accorre un meccanico ma non riesce a risolvere la situazione, così dopo un’ora prendiamo l’autobus successivo ed arriviamo a Fethiye. Da lì un’altra navetta presa al volo ci conduce a Oludeniz, dove ci sistemiamo nell’omonimo Hotel. Pranziamo nel ristorante di fronte e corriamo in spiaggia. Il mare è azzurro che più azzurro non si può, la baia è bellissima, il cielo è pieno di vele da parapendio. Unica nota negativa: la spiaggia è piuttosto affollata, ci aspettavamo un posto più incontaminato, ma scegliamo la spiaggia libera e troviamo la tranquillità. La sera ci troviamo catapultati a Las Vegas: locali con musica alta e insegne luminose si susseguono sul lungomare, non sembra nemmeno di essere più in Turchia, purtroppo.

GIORNO 9, OLUDENIZ

Decidiamo di vedere la famosa Laguna Blu (entrata a pagamento), il fiore all’occhiello di Oludeniz. La laguna è molto bella, ma anche qui ritroviamo lo stesso caos iperturistico che già non ci era piaciuto sulla spiaggia di Oludeniz… troppi lettini, ombrelloni, bar, proposte di sport acquatici, addirittura giostre per bambini! Con il nostro ombrellone ci mettiamo sul piccolo tratto di spiaggia libera rimasto tra una fila di lettini e l’altra, tutto sommato in acqua c’è poca gente e si sta comunque benissimo. Pranziamo con un kebab sempre dentro alla laguna, da cui ce ne andremo nel tardo pomeriggio. La sera decidiamo di prenotare una gita in barca per l’indomani tramite l’agenzia Pioneer, che propone una versione privata (massimo 30 persone a bordo) e più tranquilla del classico tour alla Valle delle Farfalle. Dopo cena ci rilassiamo con un bel narghilè in una zona finalmente più tranquilla e appartata, alla fine del lungomare, è così che ci piace.

GIORNO 10, OLUDENIZ

Al mattino di buon ora ci rechiamo all’agenzia e veniamo accompagnati in spiaggia, nel punto da cui partirà la barca. Aspettiamo qualche ritardatario (ma non dovevamo partire prima degli altri per non trovare troppa confusione?) e finalmente si parte. La barca è piccola e dondola parecchio, lo stomaco inizia a rivoltarsi. Approdiamo nella prima tappa: la Camel Beach, niente di speciale, anzi piùttosto sporca. La sosta numero due vale invece davvero la pena: the Cold Springs, un’insenatura all’interno della quale l’acqua diventa davvero gelida, una manna dal cielo per le mie gambe! Terza tappa a S. Nicholas, acqua trasparente, facciamo una bella nuotata e pranziamo a bordo della barca (pranzo a buffet compreso nel prezzo dell’escursione, che abbiamo contrattato essere 65 TL in due). Poco dopo pranzo la barca riparte, questa volta per uno spostamento più lungo, il mare si fa sempre più grosso e la digestione non aiuta… Approdiamo finalmente alla Valle delle Farfalle, davvero bellissima, peccato per le onde gigantesche che non ci permettono di rilassarci come vorremmo in mare. Il comandante ci comunica che non sarà possibile effettuare l’ultima tappa: la Grotta Blu, proprio a causa delle condizioni climatiche. Un po’ avviliti risaliamo dunque in barca per l’ultimo, ondeggiante, trasferimento. Finalmente coi piedi per terra, acquistiamo le fotografie che ci sono state scattate durante la gita, il ragazzo ci chiede 40 TL, ma gliele strappiamo a 15, questa volta abbiamo imparato la lezione. Troppo scombussolati per immergerci nuovamente in mare, concludiamo la giornata in piscina e la sera ci consoliamo in quello che si rivelerà il miglior ristorante di Oludeniz (tra quelli che abbiamo provato): il Plaza. Il servizio è impeccabile e i curry di pollo e agnello che assaggiamo sono speciali, per non parlare dei dolci.

GIORNO 11, OLUDENIZ

Per il nostro ultimo giorno di mare, e di vacanza, decidiamo di starcene tranquilli nella spiaggia di Oludeniz. La giornata è calda come sempre, ma il nostro ombrellone ci ripara bene e riusciamo a rilassarci. A fine giornata salutiamo il mare con un ultimo bagno e tornati in albergo ci facciamo anche un tuffo in piscina e una partitella a ping pong, per la sera un solo nome: Plaza. Dopo cena ci beviamo un drink in uno dei tanti chiassosi locali stile Las Vegas, che ci offre anche uno spettacolo circense di acrobati mongoli… davvero questo paesino si è piegato alle esigenze del turista inglese.

Per l’indomani abbiamo prenotato un transfer privato (pagato in anticipo 50 euro) che ci venga a prendere esattamente alle 5.30 e ci porti all’aeroporto di Dalaman, che si trova ad un’ora di distanza, il nostro aereo è alle 8.10. Puntuali aspettiamo il taxi che naturalmente arriva con un quarto d’ora di ritardo, siamo nervosissimi ma l’autista guida come un pazzo e, infrangendo ogni regola del codice della strada, riesce a recuperare il suo ritardo e alle 6.30 ci scarica davanti al terminal dei voli internazionali. Peccato che il nostro volo farà scalo a Istanbul, quindi rientra tra i voli nazionali! Borbottando trasciniamo le nostre valige fino al terminal giusto e facciamo anche in tempo a fare colazione prima dell’imbarco, finalmente un sospiro di sollievo: è andata. E così ci rendiamo conto che la nostra avventura, ahimè, è davvero finita. Sorridiamo ripensando a tutto quello che la Turchia ci ha dato, e ci sentiamo davvero arricchiti.

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Istanbul Gran Bazar

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Istanbul Moschea Blu

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Istanbul Bazar delle Spezie

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Pamukkale al tramonto

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Blue Lagoon Oludeniz

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Mongolfiera in Cappadocia

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Mongolfiera in Cappadocia



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