Turchia in 18 giorni

Istanbul, Cappadocia, mare... e di nuovo la magica Istanbul
Scritto da: badinka
turchia in 18 giorni
Partenza il: 13/07/2010
Ritorno il: 30/07/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Turchia in 18 giorni: alcune informazioni pratiche

Siamo stati in Turchia 18 giorni nel luglio 2010, viaggio compreso, così distribuiti: 3 notti a Istanbul, 3 in cappadocia, 3 nella zona di olimpos, 3 a fethyie, 2 a dalia, 1 a selcuk e l’ultima a Istanbul.

Volo alitalia a 250 euro a/r a testa, orari comodi, puntualissimo, con arrivo all’aeroporto Ataturk, il principale , più vicino, sulla sponda europea. Con la Turkish Airlines avevamo trovati prezzi più alti, mentre con la Blue express c’erano prezzi poco più bassi ma con orari più scomodi e arrivo all’aeroporto di Sabiha Gocken, più scomodo.

Confermiamo che lo spostamento in metro + tram dall’aeroporto a sulthanamet è comodo, si arriva in poco più di un’ora (la prima volta da inesperti, poi anche meno) e costa 1,5 euro a testa. Per prendere l’aereo del ritorno abbiamo optato per uno shuttle (minibus) prenotato in una delle tante agenzia il giorno prima, costo 5 euro (l’agenzia dice che ci vuole mezz’ora circa, ma da sulthanamet tenete conto di almeno 1 ora di viaggio per via del traffico, visto che il minibus passa di hotel in hotel a recuperare tutti i passeggeri).

Da Istanbul in Cappadocia siamo andati con l’autobus notturno della Metro, prenotato tramite agenzia per 28 euro (55LT) per arrivare fino a Kayseri (per Goreme veniva 25 euro). Bus bello, pulito, con monitor tv (in turco ovviamente), offrono spuntino. Naturalmente è sempre un viaggio in pullman, ma in 12 ore siamo riusciti a dormire abbastanza ed il giorno dopo non eravamo così stanchi.

Noleggio auto: abbiamo prenotato online dall’Italia con la Hertz, per avere le garanzia di una compagnia grande. Per 12 giorni effettivi di noleggio, dall’aeroporto di Kayseri (in Cappadocia non c’era agenzia più comoda) all’aeroporto di Izmir, abbiamo pagato in totale 620 euro, comprensivi di casco-super assicurazione, che costa 5 euro al giorno (e che tra l’altro ci è tornata utile dopo circa 1 ora dal ritiro della macchina!), altrimenti per qualsiasi danno riportato si pagano 500 euro. non abbiamo pagato extra per il 2° guidatore e non abbiamo capito se è stata una dimenticanza del noleggiatore o se era compreso di per sé, diversamente dal solito (e naturalmente non abbiamo chiesto spiegazioni!). in tutti i posti ci sono tante agenzie di noleggio più piccole, non so che prezzi facciano, però abbiamo chiesto per curiosità ad un’agenzia di Istanbul e chiedeva 45 euro al giorno (con Alamo) più 250 euro per il fatto di prendere l’auto in un posto e lasciarlo in un altro. di fatto noi abbiamo speso circa 50 euro al giorno, che sicuramente è tanto, ma qualcosina abbiamo risparmiato. Per fortuna l’auto era diesel ed in totale di carburante abbiamo speso 140 euro per andare dalla Cappadocia a Izmir passando per Konya e poi da Antalya lungo la costa (naturalmente contando anche qualche gita in giornata non troppo distante nelle varie tappe). Ci chiedevamo se l’auto in cappadocia sarebbe stata superflua e a posteriori diciamo che sicuramente è meglio averla, perché se è vero che i vari siti sono distanti pochi chilometri l’uno dall’altro, è anche vero che fare anche solo 3-4 km sotto il sole rende tutto più faticoso. Quindi se si può, secondo noi è una spesa che vale la pena, a meno che non si ami il viaggio in pullman di per sé.

Se amate la musica di sottofondo durante il viaggio consigliamo di portarvi dei cd da casa, perché la radio offre poca varietà musicale, praticamente solo turca

Per farsi un’idea dei tempi, noi per andare da Goreme a Phaselys, passando per Konya, ci abbiamo messo 8 ore, comprese solo 2 brevi soste, una al caravanserraglio di sultanhani e una per un pranzo veloce. Questo è stato lo spostamento più lungo e stancante, comunque fattibile in 1 giorno, se però si può fare tappa a metà strada, meglio. In generale il viaggiare in auto in Turchia non si è rivelato così drammatico, sicuramente bisogna stare sempre attenti ad eventuali sorpassi un po’ azzardati ed ai camion che su alcune strade possono schizzare sassolini sul parabrezza, ma in generale le strade sono buone, perlopiù a due corsie. I controlli di polizia sono frequenti. La guida ad Istanbul non l’abbiamo provata, ma per quello che abbiamo visto in quanto a traffico, ci sentiamo di sconsigliarla vivamente.

Da Izmir ad Istanbul abbiamo preso un volo interno, trovato mesi prima con la Pegasus a 30 euro a testa solo andata. Ci siamo trovati bene. Altre compagnie sono Turkish Airlines (più cara quando avevamo cercato noi), Atlasjet, Onur air.

Bancomat: sportelli per i prelievi ci sono quasi ovunque, noi pensavamo di usarlo di più per il pagamento di pensioni/alberghi, mentre praticamente tutti o non lo accettano proprio o lo “disincentivano” a favore dei contanti. Questo almeno nelle pensioni e nei piccoli alberghi in cui siamo andati noi. Anche ai distributori di benzina è meglio verificare prima, perché non tutti hanno questo servizio (la opet, gialla-azzurra, ce l’ha).

Pernottamento: a luglio abbiamo trovato con facilità anche senza prenotare lungo la costa. Avevamo prenotato via internet per Istanbul e cappadocia, in questo modo, soprattutto a Istanbul, crediamo sia più semplice trovare un posto non troppo caro senza dover girare troppo. Noi abbiamo sempre speso tra i 30 ed i 40 euro per una doppia. Quando abbiamo seguito i consigli della lonely planet (edizione settembre 2009), abbiamo sempre trovato un rincaro anche di 10 euro a notte rispetto a quanto indicato sulla guida. Tra tutti consigliamo comunque l’Hotel peninsula di Istanbul, per la posizione, la pulizia, ma soprattutto per la simpatia unita a cortesia e discrezione dei gestori e per la migliore colazione di tutto il viaggio, ricca e con vista sul mar di marmara. Sempre per Istanbul consigliamo comunque di alloggiare a sulthanamet, perché sebbene sia sicuramente molto turistica e molto trafficata, resta comunque un luogo piacevole in cui stare qualche giorno e in cui fare due chiacchiere con negozianti e ristoratori, oltre al fatto che non è male essere in 5 minuti davanti alla moschea blu. La zona di Galata è anche lei affascinate e dinamica, soprattutto la sera, ma più scomoda, perché più lontana, per andare a visitare i principali luoghi di interesse. Mentre una passeggiata nel pomeriggio o la sera sul ponte galata e poi fino a piazza taksim sono sicuramente da farsi.

Mongolfiera: io lo desideravo dall’Italia e alla fine ho convinto anche matteo, che poi mi ha ringraziata dell’insisitenza. Merita, si dice una volta nella vita. Noi abbiamo voltato con la Balloon Turka, ci siamo trovati bene, certo nel cesto si era in 20, ma tutti potevano vedere bene il panorama ed il pilota era bravo ad alternare momenti in alto per ammirare il paesaggio a 360° ad altri in cui scendevamo fino a salutare i contadini che lavoravano nell’orto in mezzo ai camini delle fate.

Spiagge:

Phaselys: molto bella, anche per lo snorkeling. 4 euro l’ingresso. Delle 3 insenature-ex porti, le più belle per noi sono le prime due, più piccole, a cui si arriva direttamente dall’ingresso, quelle con le rovine licie sullo sfondo e nei fondali (c’è anche un simpatico barcarolo che sulla sua attrezzatissima barchetta sforna senza sosta panini caldi); la terza, più grande, a cui si arriva proseguendo di poco nella pineta è una spiaggiona più ombreggiata dove vanno le famiglie turche armate di tovaglie e teiere e a breve invasa dai barconi con la musica a palla.

Cirali: a noi non è piaciuta granchè, un po’ perché preferiamo le calette alle spiaggione, ma soprattutto per la non poca immondizia sulla spiaggia. Al mattino almeno l’acqua era bella, ma nel primo pomeriggio ha iniziato a sporcarsi. Sicuramente è bello il paesaggio attorno di m ontagne e verde ed è piacevole interrompere il bagno di sole con una passeggiata all’ombra tra le rovine di Olympos, cui si accede direttamente dalla spiaggia.

Kaputas: l’abbiamo cercata perché segnalata sia sulla LP sia da altri viaggiatori e in questo caso confermiamo tutte le lodi già espresse. Acqua bellissima, con divertenti onde da cui farsi travolgere, contesto bellissimo anche se si è proprio sotto la strada, ciottoli come piacciono a noi. Noi siamo arrivati alle 11,30 insieme ad un bus di turisti, ma la spiaggia è grande abbastanza per accogliere tutti. L’unico problema potrebbe essere il parcheggio, perché si deve parcheggiare proprio un lungo la strada vicino ad una curva, ma vale la pena metterla lontana piuttosto. C’è anche un gabbiotto della polizia a presidiare il parcheggio. Anche qui c’è l’immancabile signora dei gozleme (oltre ad acqua, bibite e frutta)

Valle delle farfalle: noi ci siamo andati col traghetto pubblico che costa 7,50 euto a/r che parte alle 11,00 dalla spiaggia di Oludeniz e ritorna alle 15 o alle 17, impiegando 45 minuti. Il primo impatto è stato pessimo perché arrivando alle 11,45 abbiamo trovato una quindicina di barconi a ridosso del bagnasciuga, con un mare sporchissimo. Appena se ne sono andati tutti o quasi, abbiamo potuto apprezzare la bellezza del mare e del posto. I monti incombono sulla spiaggia e guardando in alto si intuisce il paese di Farhalia, dove pensiamo sarebbe valsa la pena passare 2-3 notti, avendo il tempo. Sulla spiaggia ci sono le tende arancioni del campeggio (l’unica possibilità di pernotto senza salire fin su) e poi un self service (con 4,5 euro puoi servirti di pasta e insalata quante volte vuoi) ed i barucchi con tavoli sotto un fitto e fresco pergolato d’uva dove poter mangiare, leggere, dormire… come dice la guida, un ritrovo neo-hippy, in cui stare in pieno relax, almeno fino alle 15 quando arriva la seconda tornata di barconi!

Oludeniz: tornati dalla valle delle farfalle con la barca delle 15, avevamo il tempo di vedere la laguna blu di oludeniz: una delusione, sarà che era sabato ed era affollatissima e l’acqua non sembrava così pulita. Ci siamo quindi messi sulla spiaggia del mare, sempre affollata ma almeno l’acqua era bella ed abbiamo potuto vedere tutti gli sport acquatici e non che fanno in questo posto (che tentazione il parapendio!)

Itzuzu: anche se si tratta di una spiaggiona di sabbia, lunghissima e larghissima, ci è piaciuta tanto! Sarà che sappiamo venirci le tartarughe la sera, sarà che a parte un bar, la signora dei gozleme e dei pulitissimi bagni, non c’è altro per tutta la spiaggia, alla fine ci siamo rimasti tutto il pomeriggio fino alle 19 (chiudeva alle 20 per lasciare spazio alle caretta caretta). Abbiamo anche preso l’ombrellone (4,5 euro), anche perché c’era un vento niente male, come crediamo succeda spesso qui. L’acqua è bella, bassissima per decine di metri e matte con la maschera ha anche visto una piccola razza. Noi siamo venuti in macchina da dalyan (20 minuti) arrivando così all’estremo orientale della spiaggia dopo aver percorso una bella strada che costeggia una laguna. L’alternativa è arrivarci da dalyan con la barca, che porta all’altro estremo dopo avre percorso i vari canali tra la laguna.

Ekingik: ci siamo andati su consiglio del proprietario dell’albergo, la strada per arrivarci è molto bella, prima corre lungo il bel lago di Koygeciz, poi sale abbastanza fino a dare una visuale dall’alto sul mare per poi scendere. La spiaggia non è altrettanto bella, e l’acqua lo è meno che negli altri posti. Diciamo che se si ha tempo può essere una bella gita (da Dalyan calcolare un’ora ad andare ed una a tornare) , altrimenti si può saltare.

Luoghi che sconsigliamo:

Tekirova: ci siamo fermati qui stremati dal viaggio di 8 ore di cui sopra, in realtà cercavamo da dormire a Phaselys, ma da quanto abbiamo capito oltre alle spiagge e alle rovine lì non c’è nulla, per cui, su consiglio di un ragazzo turco, ci siamo recati in questo paese che distava solo 3 km. Lì abbiamo trovato una simpatica pensione (Martyn Pensyon) gestita da padre e figlia che parlavano solo turco e con cui comunicavamo a gesti e disegni. La camera è un po’ spartana, soprattutto il bagno, ma la situazione è molto piacevole e famigliare, con un gallo che scorrazza per il giardino, due galline, 2 gatti e un cane. Pensione a parte, il paese è terribile in quanto consiste in 3 strade costellate di negozi di gioielli e vestiti e null’altro, ma soprattutto perché è una colonia russa! Tutto è scritto in russo, dai menu ai volantini delle agenzie. Il nostro consiglio, se arrivate anche voi da un lungo viaggio in macchina, è di tenere duro ancora 20 km circa ed arrivare a cirali. Anche qui non c’è nulla a parte i ristorantini ed una sessantina di pensioni, ma il contesto, completamente immerso nella vegetazione, è molto più piacevole.

Selcuk: l’abbiamo scelta come penultima tappa perché il giorno dopo avevamo la consegna dell’auto a Izmir e l’aereo per Istanbul. Una volta vista Efeso però non resta davvero molto altro, a parte qualche resto ed il museo di efeso. La si può scegliere come base per il mare vicino o i dintorni, ma in sé, secondo noi non offre granchè.

Abbiamo voluto dare qualche suggerimento molto pratico, anche perché il nostro giro è probabilmente più o meno quello di molti altri viaggiatori, almeno quelli che visitano la turchia per la prima volta.

18 giorni non sono pochi, ma per un itinerario come il nostro abbiamo dovuto eliminare molte deviazioni lungo il percorso per evitare di passare la maggior parte del tempo in macchina. La rinuncia più sofferta è stata la penisola di datca, dove avevamo già prenotato 2 notti ma ci siamo poi resi conto che i km erano davvero troppi, così sarà sicuramente una tappa per il prossimi viaggio turco. Anche la cappadocia avrebbe meritato più tempo, in 2 giorni e mezzo si vedono molte cose, ma se si amano le passeggiate , con tutte le valli che ci sono non basta una settimana. Lo stesso vale per Istanbul, è immensa, anche qui in 4 giorni abbiamo visto molto, con un salto anche dalla parte asiatica, giusto per vedere com’era, ma sappiamo che è un milionesimo di quello che c’è da vedere.

Tutto il resto è bello scoprirlo lungo il percorso, che sicuramente farà incontrare persone splendide, ospitali e generose, come è stato per noi, che oltre ai ricordi dei luoghi ci porteremo quello di tanti turchi, e curdi, che ci hanno raccontato un pezzo del loro paese o una barzelletta su Berlusconi, che ci hanno offerto il the dopo che gli avevamo appena bocciato l’auto, che ci hanno portato in giro a visitare i loro posti in modo spontaneo e gratuito, che ci hanno fatto ridere preparandoci un gelato (per capire questo riferimento se andrete in cappadocia andate assolutamente da Kaptan Osman, un ristoro lungo la strada da Goreme ad Uchisar, sulla sinistra, vedrete un cartello, un carretto e la bandiera turca. Osman è un vecchio signore che tutti conoscono come guida storica di quei posti e che quando l’abbiamo conosciuto noi era reduce da un incidente che lo terrà fermo per un bel po’. Oltre al panorama spettacolare, gustatevi anche un gelato…)

A disposizione per altre informazioni!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche