Moto Turchia

Un mese in moto in Turchia tra architettura, natura e mare ancora incontaminato
Scritto da: anna_b
moto turchia
Partenza il: 18/07/2010
Ritorno il: 14/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Con trepidazione ma anche carichi di aspettative, Massimo ed io abbiamo deciso di spingerci per la prima volta fino in Asia per visitare la Turchia. La preparazione del viaggio è stata particolarmente accurata sia per evitare quanto più possibile di percorrere le famigerate strade turche (dove abbondano le buche e manca l’asfalto), sia per cercare di ottimizzare i tempi in modo da visitare più luoghi. Ovviamente sia la Lonely Planet che i diari di viaggio presenti in questo sito si sono rivelati utilissimi ed insostituibili per rendere fantastica ed indimenticabile questa avventura… Siamo stati in sella per 28 giorni, dal 18 luglio al 14 agosto e partendo da Torino abbiamo toccato le seguenti località: Patrasso, Istanbul, Ankara, Goreme, Konia, Side, Kas, Fethiye, Pamukkale, Selcuc, Bademli e Kavala alternando visite turistiche, meraviglie della natura e mare. 18 luglio: Da Torino ad Ancona il viaggio è stato regolare ma ad Ancona il traghetto della Minoan (scelto perché la partenza era prevista per le 17 e quindi ci avrebbe permesso di fare il viaggio con tranquillità) è partito alle 23. Per dormire abbiamo scelto le nuove poltrone Business(100€) che però non sono completamente reclinabili come sembra dal volantino e risultano un po’ scomode; la prossima volta porteremo il sacco a pelo e compreremo il passaggio ponte anche perché la nave era mezza vuota. 19 luglio: Siamo arrivati ad Igoumenitsa alle 15 anziché alle 9.30 e pertanto la tappa da fare in moto non poteva essere troppo lunga. In nave ci hanno permesso di navigare gratis per prenotare un albergo con www.booking.com ed abbiamo scelto Les Lazaristes a Salonicco (79€). La strada greca attraversa le montagne, profuma di pino ed è ottima e anche se il limite è di 120Km/h si può andare più veloci. L’albergo a Salonicco è fantastico, peccato essere arrivati così tardi e non poterselo godere..Ceniamo al ristorante che c’è davanti all’hotel perchè siamo troppo stanchi per avventurarci in centro; si chiama Mari e Monti, è un ristorante italiano nel quale si mangia benissimo il pesce. 20 luglio: Iniziamo la giornata con la migliore colazione della nostra vita, poi partiamo; ci aspettano più di 600 Km per arrivare a Istanbul. Sfila davanti a noi la costa della Macedonia e poi quella della Tracia finchè non arriviamo alla frontiera a fine mattina. L’emozione è tanta mentre alla dogana ci controllano i documenti; ci facciamo le foto sotto le bandiere…siamo arrivati in Turchia!! Ben presto l’euforia cede il passo all’ansia perché il manto stradale cambia radicalmente e mi ritornano in mente tutti i diari di viaggio di motociclisti sfortunati a cui sono capitati i peggiori incidenti. La strada sale lasciandosi dietro decine di macchine che hanno scelto proprio questo posto per venire a morire, una fila di pneumatici scoppiati occupa la corsia di destra, la gente attraversa e passeggia sulla strada principale con carrozzine, cani, cavalli, carretti. Ho capito che quello che avevo letto sulle strade della Turchia era vero e se possibile, anche peggio. Però il peggio è arrivato dopo, a Istanbul. Descrivere la guida dei Turchi è impossibile, sembra di guidare in un videogioco, evitate di farlo se potete. Poco prima dell’hotel, un Suv prepotente non ci da la precedenza urtandoci di lato, la moto si appoggia per terra graffiando i bauletti. Massimo ha mantenuto la calma, quelli dell’hotel ci hanno aiutato a ritirarla su e a parcheggiarla, ci hanno consolato dandoci la suite migliore. Siamo a Istanbul, al Tan hotel di Sultanahmet (109€) prenotato dall’Italia su booking.com Dopo un bell’idromassaggio e una cena in uno dei tanti ristoranti davanti all’albergo, ci mettiamo a letto distrutti. 21 luglio: Piove ma la vista dalla terrazza dell’albergo è bellissima e la colazione è meravigliosa. Ci mettiamo subito in marcia per la visita della Moschea Blu, riusciamo ad entrarci tra uno scroscio e l’altro. L’odore dentro è insopportabile e rovina un po’ la magia e la bellezza del luogo; all’uscita visitiamo le tombe del sultano Ahmet I e parenti e poi l’Ippodromo. Dopo pranzo un riposino e poi via nella bolgia del quartiere dei bazar; prima il Gran Bazar poi girando intorno all’Università arriviamo alla Moschea Süleymaniye (chiusa per restauri) di cui visitiamo il cimitero, poi la splendida Moschea Rüstem Paşa e infine il Bazar delle Spezie. Entro ed esco da molti negozietti, ancora un po’ inibita nelle contrattazioni, la macchina fotografica di Massimo non si ferma un momento, il caos e la varietà di colori e di odori stordisce i sensi ma il risultato è che alla fine sono tutti appagati. Usciamo dai vicoli e siamo davanti alla Yeni Camii da cui si gode un bellissimo panorama sul Bosforo; terminata la visita dell’interno attraversiamo la strada e entriamo nel Ponte di Galata a smaltire un po’ di stanchezza seduti in un bar. Presto cala il sole, Massimo trova tutte le inquadrature più suggestive della città, poi andiamo a cenare sulla terrazza dell’Hamdi Et Lokantasi per godere ulteriormente del panorama notturno. 22 luglio: La mattinata la dedichiamo alla visita del Topkapi con l’audioguida ma più che il palazzo mi hanno colpito le stanze del tesoro e quelle con le reliquie dei Profeti davanti alle quali si passa in religioso silenzio. Passando per il parco di Gulhane arriviamo al ponte di Galata dove pranziamo col tipico panino di pesce delle barchette. Dopo un riposino la visita riprende da Tophane (raggiunta con la metro) per una passeggiata tra i bar dove si fuma il narghilé e per visitare il museo di arte contemporanea Istanbul Modern che di giovedì è gratuito. Raggiunta piazza Taxim col Tünel, ci lasciamo trasportare dalla fiumana di gente che percorre la Istiklal Caddesi; il tram storico rosso sferraglia a stento tra i carretti dei venditori di pannocchie, cozze ripiene e pane. Girovaghiamo tra i negozi e le vie laterali, entriamo nella Galleria dei Fiori e percorriamo la Nevizade Sokak ma per cena preferiamo evitare tutta questa gente e mangiamo in un ristorantino più appartato vicino a Piazza Tünel accerchiati da gattini affamati. Al ritorno, nei giardinetti di Sultanahmet abbiamo assistito allo spettacolo dei Dervisci rotanti; niente a che vedere con la cerimonia religiosa, ma meglio che niente.. 23 luglio: La mattinata la dedichiamo alla visita di Aya Sofya, della suggestiva Cisterna Basilica, del Museo Archeologico (dove però fa un caldo insopportabile) e poi a piedi arriviamo sul molo del traghetto comunale per il Bosforo dove ci imbarchiamo per il giro delle 14 che dura 2 ore e non fa scali. Questa rilassante escursione ci ha permesso di avere una visione diversa di Istanbul dal mare e grazie alla guida abbiamo potuto riconoscere altri monumenti, quartieri cittadini, paesini e luoghi di villeggiatura. Per la cena siamo tornati nella zona del Tünel nell’affollatissimo Sofyali 9 e da lì abbiamo percorso a piedi il quartiere fino alla Torre di Galata e poi fino al Ponte. A Sultanahmet abbiamo assistito al concerto di una banda di canzoni ottomane. 24 luglio: Alle 10 siamo saliti sul bus rosso turistico (25€ a testa!!) che dopo circa un’oretta ci ha scesi (in mezzo alla tangenziale) alla fermata per la Chiesa di Chora. Dopo un po’ di cammino siamo arrivati a visitare questo splendido monumento e poi abbiamo pranzato all’ottimo ristorante Asitane lì accanto. Dopo una mezz’oretta di attesa siamo risaliti sul bus che lentamente ci ha ricondotto a Sultanahmet lasciandoci la voglia di tornare a vedere il mercato del pesce il quartiere di Kumkapi ed il Bazar Arasta. Dopo quest’altra bella scarpinata e un bell’idromassaggio in hotel decidiamo di cenare al Karadeniz Aile Pide ve Kebap Sofrasi e passiamo la nostra ultima sera a Isanbul a girovagare per il quartiere. 25 luglio: Partiamo di buon’ora alla volta di Ankara evitando il traffico di Istanbul (ma solo perché è domenica mattina!). Il fido navigatore ci porta più o meno al quartiere Kizilay all’hotel Doga dal quale, dopo uno spuntino per la strada, prendiamo un taxi per andare a visitare Anitkabir il mausoleo-museo di Ataturk padre della patria ed incontrastato leader nel cuore e nella mente di tutti i turchi. In seguito siamo stati a visitare la cittadella dove si vive ancora come in un paese e dalla quale si gode un magnifico panorama sulla immensa città. Kosk, il ristorante prescelto per la cena non c’è più; abbiamo ripiegato in uno qualunque a Kizilay. 26 luglio: La moto attraversa l’Anatolia centrale costeggiando per molti chilometri un lago salato dai riflessi ciclamino, il navigatore non riconosce strade né paesi ma arriviamo comunque a Goreme al Kelebek hotel per pranzo. Il caldo è sfiancante e a malapena riesco a convincere Massimo a venire a visitare il museo a cielo aperto di Goreme; ce la facciamo tutta a piedi dall’hotel ed è davvero faticoso però veniamo ripagati dalla bellezza dei paesaggi, dagli affreschi delle chiese rupestri e al ritorno, quando ormai il sole tramontava, camminavamo mentre le rocce cambiavano di colore, fantastico.. Abbiamo poi cenato al A laturca mentre la luna piena si nascondeva dietro ai camini delle fate. 27 luglio: Alle 9 il personale della Rose Tour ci è venuto a prendere all’hotel per l’escursione “verde” che comprendeva la visita di Derinkuyu (una città sotterranea), la Valle di Ihlara (parte a piedi e parte in autobus), il monastero di Selime e la Valle dei Piccioni, il tutto stando comodamente seduti in autobus climatizzato e con guida in inglese. (50LT). Abbiamo mangiato a Belisirma su tavoli nel fiume, abbiamo pure visto una fabbrica di onice e ci siamo divertiti davvero molto con gli altri partecipanti. 28 luglio: Si riparte per Konya ma è obbligatoria, lungo la strada, la visita al Sultanhani, il caravanserraglio più bello della Turchia. Arrivati a Konya, veniamo scortati dalla polizia al Selçuc Hotel (perché il navigatore si è dato malato anche qui) dal quale usciamo ben presto alla scoperta di una città molto conservatrice ma che nasconde un tesoro meraviglioso; il Museo di Mevlana. Si tratta di un santuario che ha esercitato su di me un fascino particolare, mi dispiace solo di non aver comprato qualche cartolina dell’interno (dove non si può fotografare) e di non avere visto la cerimonia dei dervisci in programma per il giorno successivo. A Konya abbiamo visitato anche il bazar e la Alaadin Camii, abbiamo fatto amicizia con una signora turca e figliola che prendevano il fresco all’ombra degli alberi e abbiamo guardato il campanile di ceramiche blu del Mevlana Müzesi cambiare di colore al tramonto dal ristorante Gülbahçesi Konya Mutfaği. 29-.30 luglio: Attraverso una bella strada di montagna consigliataci da www.guidamichelin.it. Ci mettiamo in marcia per il mare, destinazione Side. Quando arriviamo il caldo è feroce (40°C) e ci precipitiamo all’ufficio turistico dove un impiegato prima ci offre acqua fresca e poi ci prenota per 2 notti da Onur Pansyon. Alla pensione, che possiede anche un giardino con un bar, siamo stati davvero bene, i proprietari sono gentili, le camere fresche e pulite anche se un po’spartane e c’è anche il gatto Alex sempre pronto a ricevere una carezza. Onur (40LT) ci ha dato i teli da bagno e nel pomeriggio ed il giorno seguente lo abbiamo passato in spiaggia dove lettini ed ombrelloni non si pagano. Inoltre per arrivare in spiaggia si attraversa il sito archeologico ben conservato. Side è nota per il teatro greco-romano e per le rovine del Tempio di Apollo e Atena molto suggestive al tramonto; per il resto non si può definire una città turca, piuttosto una enclave inglese dove tutto è fatto per accondiscendere il turista. Addirittura si può pagare in sterline!! Gli inglesi a Side mangiano hamburger e patatine fritte e devono birra estera; mi sono stupita del fatto che solo in pochi cercassero di adattarsi alla cucina e alle maniere turche, mi sono sembrati solo dei limoni da spremere… Noi abbiamo invece mangiato turco da Aphrodite la prima sera (dove i camerieri fanno un po’ troppo i simpaticoni) e al Paradise (di livello superiore) la seconda, su una scogliera a picco sul mare dove i gatti andavano a caccia di pesci. In realtà avevamo pensato di fermarci solo un giorno a Side e di passare l’altro ad Olympos ma eravamo stanchi di viaggiare e volevamo riposarci un paio di giorni. 31 luglio: La partenza, viste le temperature, è di buon mattino. La destinazione è Kaş, non lontana da Side dove Onur ci ha prenotato 3 notti al Kalehotel (160LT) ma prima di arrivarci si visitano le antiche rovine licie di Mira famose soprattutto per le tombe rupestri. Il paese di Kaş è molto meno turistico di Side anche se il nostro albergo era frequentato solo da tedeschi e il menù del ristorante annesso (Leymona) era scritto in tutte le lingue meno il turco.. Siamo stati a crogiolarci al sole alla spiaggetta dell’hotel poi abbiamo cenato al Mercan. 1 agosto: Abbiamo partecipato alla escursione in barca da Űçağiz a Kekova (città sommersa) fino a Kalekǒy. Anche in questo caso ci sono venuti a prendere col bus in hotel, siamo arrivati alla barca e abbiamo passato una splendida giornata di mare con 20 sconosciuti, una guida, il proprietario della barca e sua moglie che ci ha cucinato il pranzo. Per cena siamo andati al romantico Sultan Garden. 2 agosto: Con il bus di linea in partenza dall’otogar, dopo un viaggio di un’oretta e vari trasbordi, siamo arrivati alla spiaggia di Patara dove il mare era un po’mosso. La giornata è passata tra un bagno e l’altro (il ristorantino sulla spiaggia non è un granchè, meglio portarsi un panino) e qualche rimpianto per non essere stati a Kaputaş, che si vede passando in autobus, dove il mare era trasparente e piatto e c’era meno confusione. Per cena siamo stati da Smiley’s che parla anche un po’di italiano. 3 agosto: Partiamo alla volta di Fethiye dove troviamo una bella camera all’Ocean Hotel (90LT) vicino all’ufficio turistico con vista sul porto e vicina al centro. Al pomeriggio andiamo con il dolmus alla spiaggia di Oludeniz e sul tardi entriamo nel parco naturale a vedere la laguna. C’è una fiumana di gente accampata dovunque; l’acqua è marrone e per niente invitante, un po’delusi ce ne andiamo. Ceniamo a Fethiye da Duck Pond. 4 -5 agosto: Le 2 giornate sono state dedicate alle escursioni in barca; il 4 siamo partiti da Oludeniz per la gita che porta anche alla Valle delle farfalle. Il posto è bello ma ci siamo impelagati nell’escursione alla cascata che ci ha portato via un’ora e non ci è piaciuta molto perché la cascata è un rigagnolo e perché le farfalle col caldo non volano e in giro ce ne sono ben poche. La gita era di quelle definite “bisboccia” dalla Lonely cioè a basso prezzo (20LT) e a musica a palla ma noi ci siamo divertiti lo stesso soprattutto Massimo a nuotare col giubbotto salvagente. Abbiamo cenato al Meğri restaurant. La gita del 5 è stata molto più tranquilla e qualitativamente migliore (30LT) su un caicco alla scoperta delle 12 isole. Abbiamo fatto amicizia con 2 ragazzi di Torino e con Mario un simpatico italo-australiano in gita col quale ci siamo scambiati un sacco di consigli sulle mete successive. Per cena siamo stati al mercato del pesce e poi da Hilmi et Balik ma tra il pesce e gli extra abbiamo speso una cifra esagerata per la Turchia (70LT)!! 6 agosto: Il trasferimento per Pamukkale è stato un po’ un’avventura perché ci siamo fidati di un gruppo di turchi che ci ha consigliato una strada bellissima che ci avrebbe portato direttamente a Denizli, peccato che si siano dimenticati di dirci che in alcuni punti era sterrata, in altri a un’unica corsia e che si arrivava a passi di montagna di 1850 metri!! Fortunatamente siamo sopravvissuti e siamo arrivati nel primo pomeriggio a Pamukkale dove c’erano anche lì i soliti 40°C. Un signore in motorino ci ha invitato a vedere il suo albergo (40LT), non era un granchè ma era davanti all’ingresso delle vasche e ce lo siamo fatti piacere. Dopo un bel riposino siamo usciti e ci siamo ritrovati a fare il percorso quando gli altri scendevano cosicché abbiamo visitato il sito e Hierapolis in tutta tranquillità. Al ritorno era già buio e le vasche, illuminate artificialmente con luce gialla, riflettevano romantici bagliori viola. 7 agosto: Da Pamukkale a Selçuc il viaggio è stato corto; abbiamo trovato una bella camera da Homeros, consigliatoci da Mario, che ci ha servito un pranzo a base di formaggio facendoci pagare poi solo la birra. Il pomeriggio siamo stati al mercato del sabato e poi col dolmus abbiamo raggiunto e visitato Efeso. La sera, seduti da Ejder, sotto l’acquedotto a sbirciare la vita delle cicogne, abbiamo deciso che avremo rinunciato a parte del programma (Bozcaada in primis) per vederci coi nostri amici Pigna e Catia dalle parti di Bergama. 8 agosto: La giornata è stata ricca di emozioni: la moto di Pigna e Catia identica alla nostra che ci viene incontro, la visita dell’Asclepion e dell’Acropoli di Bergama ed il trasferimento “a tappe” verso Bademli, definita dai due come un angolo di Sardegna. Ma come per un tesoro nascosto bisognava affrontare tante avversità ed è per questo che Pigna se l’è presa con calma, perché ci conosce e sa che le brutte notizie vanno somministrate una per volta… arriviamo a Dikili e tra una cozza ripiena e l’altra ci dice che Bademli è un paese con si e no 50 abitanti; ci fermiamo a prendere acqua ad una fontana e ci dice che la camera non ha il condizionatore; ci fermiamo a bere succo d’uva in uno dei 2 bar di Bademli e ci dice che i bauletti vanno caricati in casa a mano perché bisogna fare un pezzo di sterrata in salita con la moto scarica…Io e Massimo, rassegnati lo seguiamo fino ad una casa con 4 appartamentini. Alla fine di tutte le operazioni eravamo sfiniti; per cena siamo andati in pizzeria a Bademli dove abbiamo dato scandalo bevendo parecchi raki ed Efes e ridendo sguaiatamente. Alla fine Pigna ha prenotato anche dal barbiere per Massimo; io e Catia eravamo per terra dal ridere. Per evitare il caldo abbiamo portato i letti in terrazza e mi sono addormentata guardando le stelle e carezzando una pianta di ulivo. 9 -10 agosto: le 2 giornate sono passate in un lampo in una caletta quasi galluriana, attrezzata con ristorante e giardino; un vero angolo di Sardegna ma a prezzi stracciati.. E’ proprio vero, non c’è niente di più bello che divertirsi con gli amici, andare in moto senza casco, esplorare le strade sterrate con la moto meno adatta, rischiare l’insolazione per andare a mangiare le cozze ripiene per merenda, contrattare sui centesimi con gli ambulanti, fare amicizia coi bambini del paese, guardare affascinati per la prima volta la Via Lattea….sembrava di essere a casa! 11 agosto: salutiamo i nostri amici che vanno verso Ikaria e cominciamo con un po’ di tristezza il viaggio di ritorno. Attraversiamo i Dardanelli a Cannaccale (dove Massimo ha fatto una conquista turca) e ben presto siamo a Kavala all’hotel Okeanis. 12 agosto: Tutto il giorno lo abbiamo passato a oziare sulla spiaggia di Kavala, dove ombrelloni e sdraio non si pagano, e a rimuginare sulla vacanza ormai agli sgoccioli. 13 -14 agosto: Piano piano siamo arrivati ad Igoumenitsa, abbiamo preso il traghetto, stavolta in orario, e siamo arrivati ad Ancona con la pioggia. Dopo 600Km sotto il diluvio siamo arrivati a casa. Torino ci ha accolti con 15°C; avrei voluto tanto che Massimo facesse un’inversione a U per ripartire verso l’ignoto… Consigli vari – Non fidatevi dei consigli di guida dei Turchi; le strade belle per loro per noi sono pressochè impraticabili, un percorso che per loro è di 1 ora per noi è di 2 ore e così via; – Fate la tessera musei che si risparmiano molti soldini; – Contrattate su tutto, non siate timidi, in Turchia è la prassi; – Le pensioni non accettano quasi mai la carta di credito e si contratta il prezzo anche al Grandhotel; – Aderite alle escursioni proposte nei luoghi turistici: sono divertenti, a buon mercato e permettono di stare freschi quando in spiaggia la temperatura è proibitiva; -Il pesce va fatto pesare e poi valutare prima di essere ordinato; -Noi portiamo sempre un piccolo computer che ci permette, collegati al wi-fi degli hotel di conoscere il meteo, lo stato delle strade e di prenotare l’hotel della destinazione successiva; -Tutti gli hotel e i ristoranti citati sono sulla guida Lonely Planet del 2009; – Non siate spilorci, la vacanza si ricorda per 11 mesi!! Meglio avere dei bei ricordi, no? – Non state sempre in moto, altrimenti non è una vacanza!! E le curve, fate quelle dietro casa che conoscete bene.. -Per qualunque cosa (anche per venire con noi il prossimo anno) potete contattarmi su paobel@yahoo.it o su facebook al profilo anna.belli3


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