Istanbul in transfer

Diario di Viaggio a ISTANBUL 4-5 Dicembre 2008 e 3-4 Gennaio 2009 DI LAURA GIAMPAOLO MATTEO (17) E CARLOTTA (16) GRIGNANICOME É CAMBIATA ISTANBUL.... OCCIDENTALE E MODERNIZZATA, ORA POTREBBE ESSERE DEFINITA LA PORTA DELL’OCCIDENTE. É IL DESTINO DELLE NAZIONI IN CRESCITA: ACQUISISCONO BENESSERE E MODERNITÁ PERDENDO PERÓ UN PÓ DEL LORO...
Scritto da: grignanilaura
istanbul in transfer
Partenza il: 04/12/2008
Ritorno il: 06/12/2008
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Diario di Viaggio a ISTANBUL 4-5 Dicembre 2008 e 3-4 Gennaio 2009 DI LAURA GIAMPAOLO MATTEO (17) E CARLOTTA (16) GRIGNANI

COME É CAMBIATA ISTANBUL…

OCCIDENTALE E MODERNIZZATA, ORA POTREBBE ESSERE DEFINITA LA PORTA DELL’OCCIDENTE.

É IL DESTINO DELLE NAZIONI IN CRESCITA: ACQUISISCONO BENESSERE E MODERNITÁ PERDENDO PERÓ UN PÓ DEL LORO FASCINO.

ISTANBUL ORA VANTA UNA RETE DI TRASPORTI MODERNISSIMA STRADE PULITISSIME E TRAFFICO ORDINATO, LOCALI IN STILE OCCIDENTALE, NEGOZI LUCCICANTI E UN BUON INGLESE PARLATO QUASI OVUNQUE.

MA IL VECCHIO GRAN BAZAR APPARE ORA AI MIEI OCCHI COME UN GRANDE CENTRO COMMERCIALE SEMBRA SVUOTATO NELL’ANIMA PRIVATO DEL CUORE CHE AFFIORA NEI MIEI RICORDI ANCORA VIVO E PULSANTE.

Giovedì 4 Dicembre 2008 (Budapest – Istanbul) Alle 15:00 (16:00 della Turchia) siamo sul volo Budapest-Istanbul della Turkish Airlines. Qualche anno fa avevamo già fatto un’esperienza di viaggio con questa compagnia trovandoci molto bene ed anche questa volta non rimaniamo delusi. Il servizio é quanto di meglio ci si possa aspettare con aperitivi (whisky… Raki…), scelta di vini e scelta di menù. Il personale é efficientissimo ed il cibo ottimo (anche Carlotta asserisce di non aver mai mangiato così bene su un aereo). Abbiamo fatto il check in on-line ma, avendo i bagagli da consegnare, non ci si può esimere dal fare la fila comunque. A Istanbul ci fermeremo solo una notte perché domani pomeriggio abbiamo l’aereo per Mumbai. Istanbul é solo una tappa del nostro viaggio in India. Questa bella città, che ho visitato la prima volta nel lontano 1975 per ritornarci successivamente nel 2003, é lì sotto che ci aspetta..!! I nostri figli non la hanno mai vista e questo é il motivo principale della scelta dello scalo.

Alle 18:30 atterriamo puntualissimi. Ritiriamo i bagagli e li portiamo al deposito per essere più liberi nel prendere la metropolitana ed il tram {NDR: certo che per pagare 5 euro a zaino potevamo benissimo permetterci il taxi fino all’albergo}.

All’uscita ci fermiamo a fumare una sigaretta e ci togliamo cappotti e giacche poiché fa un caldo inaspettato. Dopo qualche secondo cominciamo a starnutire… C’é qualcosa che ci irrita il naso. Ci rendiamo conto che anche tutti quelli intorno a noi starnutiscono e tossiscono. Sarà uno scherzo di carnevale o un attentato con armi chimiche? Scendiamo a prendere la metropolitana. Alla biglietteria chiedo otto biglietti (me ne serviranno 4 anche domani). Mi danno di resto un sacco di monete e monetine ma niente biglietti. Domando timidamente… “Sorry… And the tickets?“ e il bigliettaio mi risponde “It’s ok!” Penso quindi che si paghi di volta in volta; allora gli spiego che in questo caso me ne servono solo quattro! E lì si scopre l’inghippo… I biglietti non sono in carta ma sono gettoni, che io avevo mischiato alle monetine.

Prendiamo la metropolitana in direzione centro. Dopo 16 fermate (circa mezz’ora) arriviamo ad Aksaray. Lì ci offrono un taxi per 15 euro ma mi sembra esagerato, infatti seguendo le istruzione datemi dal Hotel via Internet, facciamo un centinaio di metri a piedi e prendiamo il tram per il centro! Il tram é modernissimo. Scendiamo a Sirkeci (10 minuti) e da lì raggiungiamo l’hotel in tre minuti. L’Hotel Askoc in teoria sarebbe un quattro stelle… Ma lo classificherei a tre. La suite però é bellina ed ha la vista sul Bosforo. Per 100 euro in quattro persone direi che é più che accettabile.

Dal balcone notiamo che sotto, dal lato opposto dell’ingresso del hotel, stanno scavando, anche a quest’ora. Ci spiegano che, durante i lavori della metropolitana, hanno trovato delle mura antiche… Quindi ora non lavorano più alla linea della metropolitana bensì al sito archeologico. Alle venti e trenta andiamo a prendere un aperitivo in un grazioso barettino, con terrazza al secondo piano… Un salasso: per due birre e due raki spendiamo oltre 20 euro! Ma cosa é successo alla mia Istanbul? Ci incamminiamo a piedi e raggiungiamo il Ponte di Galata… Passiamo in rassegna la fila di ristoranti situati nella zona pedonale del ponte e dopo essere stati letteralmente assaliti da decine di proprietari, camerieri, procacciatori d’affari o chissà che altro … Ne scegliamo uno a caso. Ceniamo all’aperto dato il clima primaverile. Il vino ha prezzi proibitivi (minimo 22 euro a bottiglia) pertanto beviamo birra! Dalla parte superiore del ponte penzolano lenze e relative canne di pescatori che, gambe penzoloni, aspettano che qualche pesce abbocchi. Dal lato di Sulthanameth, la Moschea Nuova completamente illuminata, ci regala uno spettacolo fantastico.

Non mangiamo malissimo ma nemmeno bene e spendiamo ben 80 euro {NDR: É incredibile come siano aumentati i prezzi in Turchia nel giro di cinque anni…} Dopo cena facciamo due passi sul lungo Bosforo. Ci sono i pescatori che preparano dei panini al pesce sulle piastre … Un profumino!! Matteo afferma che sarebbe stato molto meglio mangiare qui sul Bosforo… E probabilmente ha ragione. Rientrando passiamo dal quartiere di Hocapasa, dove pullulano bar e ristoranti. Ci fermiamo per un digestivo e una bella fumata di narghilè in un localino molto carino dove c’é anche una gatta simpaticissima.

Venerdì 5 Dicembre 2008 (Istanbul) Sveglia alle sette. Colazione e pagamento del conto. Attimo di panico perché mi indicano l’importo di 156… Ci sarà mica da discutere? (Avevo concordato 100 euro). Ma in effetti si scopre che non sono euro… Sono lire turche… Quindi la spesa é di soli 78 euro. {NDR: In questo caso non gli sventolo sotto il naso l’E-Mail dicendogli che avevamo concordato 100 euro}. L’albergo sembra una struttura fantasma…Non tanto per mancanza di clienti (ci sono anche diversi italiani) ma quanto per mancanza di personale. Sembra infatti non ci sia mai nessuno (a parte l’addetto alla reception). Il tempo é bello e fa caldissimo, infatti lasciamo in albergo anche le giacche. Alle 8:30 siamo già sulla strada verso il Museo del Topkapi, poiché abbiamo timore di trovare coda alla biglietteria. Invece non c’é un’anima e, alle nove, siamo i primi ad entrare. Per prima cosa visitiamo l’Harem {NDR: Il biglietto per l’Harem biglietto si paga a parte… Altri 8 euro circa, che sommati ai 10 dell’ingresso fanno già 18 a persona… Sconti studenti niente!}. Le visite guidate non ci sono, pertanto ci affidiamo alla Lonely Planet ed ai tabelloni posti all’interno delle sale.

Dopo l’harem, ci rechiamo nella Terza Corte dove visitiamo la sala delle udienze e la Biblioteca di Amhet III. Da lì passiamo ai Giardini Inferiori, splendidi giardini degradanti verso il Bosforo con una vista meravigliosa. Ritorniamo indietro verso la seconda Corte per visitare la Sala del Tesoro, contente fra gli altri gioielli importanti, il famoso diamante del Topkapi. Personalmente é già la terza volta che visito il Palazzo del Topkapi ma, per i figli… Il finale lo dedichiamo alla sala delle armi e alle cucine. Quanto sono belle ed affascinanti le cucine antiche! All’uscita del Topkapi andiamo all’Ippodromo passando dalla via della pensione Aya Sofia, un complesso di case ottomane molto carine e perfettamente restaurate. Cerchiamo un bancomat e ne troviamo ben sei, uno a fianco all’altro! Ci sediamo in un bar a gustarci un the turco con vista Obelisco Egiziano (quello donato da Teodosio) e, dopo aver scattato un pó di fotografie alla Moschea Azzurra, andiamo a visitare Aya Sofia. Sempre splendida ed imponente (altri 10 euro a testa) ci porta via buona parte della tarda mattinata. Questa volta proviamo anche ad infilare il dito nella colonna bucata esprimendo un desiderio. Se il dito esce umido il desiderio ha buone probabilità di avverarsi! Per pranzo andiamo a cercare un ristorante vicino ad Aya Sofia dove Giampaolo ed io eravamo stati 5 anni fa e dove avevamo mangiato molto bene! Lo troviamo e così ci facciamo una mangiata colossale. Antipasti misti caldi, antipasti misti freddi, carni alla griglia miste e cotolettine d’agnello alla brace! Fantastiche. Non rimane spazio per i dolci… Li assaggeremo a Gennaio quando torneremo. Caffè, digestivo e fumatina di Narghilè in un simpaticissimo bar all’aperto (é incredibile il caldo che fa…) e poi alle 15:30 torniamo in albergo. Lasciamo giacche, cappotti e scarpe pesanti in un borsone che, gentilmente, ci terranno in albergo fino a Gennaio. Alle 16:00 ci avviamo all’aeroporto poiché alle 18:35 parte il nostro aereo per Mumbai. Arrivederci Istanbul! Sabato 3 Gennaio 2009 (Istanbul) Atterriamo con il volo da Mumbai, con un leggero ritardo, alle sette del mattino. Istambul… Eccoci di ritorno! Depositiamo i bagagli ed usciamo dall’aeroporto. Sigaretta… Ma si gela! Rispetto a Dicembre ora fa un freddo bestiale. Zero gradi… Mamminaaa! Arriviamo verso le nove in albergo e per prima cosa recuperiamo i nostri vestiti pesanti. La camera é già disponibile così ci facciamo una doccia e ci vestiamo. Poi usciamo perché, anche se non é nemmeno mezzogiorno abbiamo una fame bestiale. Ci facciamo consigliare, da un negoziante di tappeti, un localino simpatico dove mangiare kebab. Ordiniamo fin troppe cose ma le mangiamo quasi tutte! Beviamo anche una bottiglia di vino locale (dato che in questo ristorante il prezzo é abbastanza abbordabile). Il personale é gentilissimo. Aggiungiamo al pranzo anche un assaggio misto di dolci turchi e per terminare due Raki! Spesa quasi 100 euro (sigh!) ma ne é valsa la pena.

Dopo pranzo Matteo e Giampaolo vanno in albergo a riposare mentre Carlotta ed io andiamo ai bagni turchi. Bagni turchi di Cagalogu. Uomini da una parte e donne dall’altra. Ci sono stata qualche anno fa con un’amica. Carlotta che adora i massaggi deve assolutamente provarli! (io che detesto i massaggi… Mi sacrificherò per lei). In quanto a sacrifici si comincia con il pagamento di 34 euro a persona. Ma ne vale la pena. Un paio d’ore al caldo! Ci danno due camerette e degli asciugamani. Ci spogliamo e, avvolte negli asciugamani, entriamo nel favoloso bagno turco dai colonnati, i pavimenti e la cupola in marmo. Splendido. Lì ci si siede su dei gradini vicino ad una fonte di acqua calda (mischiata con la fredda altrimenti sarebbe bollente) e ci si versa addosso l’acqua con delle ciotole. Dopo le massaggiatrici {NDR: che adesso sono in costume mentre 5 anni fa stavano come mamma le ha fatte} ti massaggiano, ti fanno lo shampoo e ti lavano tutta. Dopo aver bevuto un buon the turco nella sala d’ingresso, prendiamo la via del ritorno sotto un vento gelido e un pó di pioggia. Svegliamo i maschietti e ci avviamo al Gran Bazar. Prendiamo il tram, poiché piove e tira un’aria gelida…

Quello che era il Gran Bazar di Istambul (da me visitato la prima volta nel 1974 e la seconda nel 2003) non é più un Bazar stile orientale… Ha le sembianze di un centro commerciale, illuminato stile new york, dove le bancarelle hanno ceduto il posto a sfavillanti negozi… Da dove sono spariti gli sgabellini sparsi davanti ai vari negozi sui quali fino a qualche anno fa si parlava e contrattava con i commercianti, si beveva il the con loro, ci si divideva anche il cibo. Non ci sono nemmeno più i tappeti distesi in mezzo ai passaggi, né i venditori vocianti…

Entriamo in un negozio di tappeti, dove viene impartita una piccola lezione a Matteo e Carlotta sulla materia di Kilim, persiani, etc.. Non compriamo nulla da nessuna parte, a parte una cintura Prada sicuramente camuffata, che per 10 euro trovavamo anche in Europa… Ci chiedono 180 euro per un rolex (anche quello sicuramente camuffato)… Ma non c’é verso di trattare… Abbiamo anche provato ad andarcene. Non ti chiama indietro più nessuno e non esiste nemmeno più il piacere di contrattare.

Non ci divertiamo come sperato. Matteo e Carlotta, che si aspettavano un bazar caotico e disordinato come quello del Cairo, ne rimangono delusi.

Anche gli acquirenti locali sembra abbiano abbandonato questo bazar, anche nelle corsie periferiche. É invece pieno di turisti, tra cui moltissimi italiani.

Per cena, andiamo nella zona di Aya Sofia, nel solito ristorante che conosciamo, ma stasera non abbiamo fame e mangiamo pochissimo (spendendo di conseguenza pochissimo). Il programma locali notturni salta poiché siamo tutti stanchissimi… Sarà il jet lag o sarà che stanotte abbiamo dormito tre-quattro ore, ma concludiamo la serata scrivendo le ultime cartoline.

Domenica 4 Gennaio 2009 (Istanbul) Dormiamo fino alle otto e mezza (ci voleva). Il tempo é sempre brutto… Facciamo colazione e paghiamo l’albergo {NDR anche stavolta solo 80 euro contro i 100 pattuiti… E anche questa volta taccio}. Nella sala colazioni questa mattina c’erano quasi tutti italiani! Prendiamo il nostro tram fino ad Aksara e poi la metropolitana fino all’aeroporto. Arriviamo di corsa all’imbarco perché abbiamo calcolato male i tempi. Ma l’imbarco é appena cominciato: no problem… arrivederci istanbul!



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