Verde… in tutti i sensi

Un green tour di Syusy e Zoe in Trentino
Syusy Blady, 26 Ott 2018
verde... in tutti i sensi
A me non piace la montagna, sono una da mare. Mi piacciono le spiagge, il mare, stare in costume e sentire tanto, tanto caldo! Ho sempre pensato che la montagna fosse troppo rilassante, addirittura un po’ noiosa per i miei gusti… Ma questo viaggio in Trentino che ho fatto con mia figlia Zoe per la trasmissione “In viaggio con mia figlia” andata in onda su Rete4, mi ha rivelato qualcosa che non conoscevo. Si fa un gran parlare della capacità di essere ecologici e sostenibili di tutta la zona del Trentino e dell’esempio positivo che dà a tutta l’Italia: questa regione, in effetti, è molto avanti nella sostenibilità, lo è da sempre, forse perché in un luogo così pulito, così naturale, non si può non essere in armonia con la natura. Viaggiare in Trentino con questo punto di vista positivo ti fa capire che le cose possono cambiare in meglio e che la partecipazione attiva dei cittadini le può addirittura migliorare! Cominciamo da capo, dall’inizio, dalla Val di Non.

Val di Non

La Val di Non? Mele, direte voi. Ed è vero: mele fresche, mele secche, succo di mele, strudel! Ma anche mele che possono creare problemi con la coltivazione intensiva, sia per l’uso che per lo stoccaggio. Bene, in Val di Non scopro che stanno studiando come adibire delle cave nella montagna a stoccaggio delle mele evitando i frigoriferi, che tolgono sapore alla frutta e implicano ulteriore consumo di CO2! Un’impresa eccezionale che fa onore a chi ci ha pensato. Val di Non è anche sinonimo di turismo a impatto zero, a partire dai trasporti, con i treni che arrivano ovunque o auto elettriche che trovano colonnine di ricarica dappertutto. Addirittura, con il progetto “Il Trentino ti ricarica” le colonnine si possono trovare negli alberghi e nei ristoranti! Ma quello che interessa a voi (e a me in questo caso) è sicuramente il paesaggio, i tanti luoghi bellissimi che si possono visitare in Trentino.

Il Lago di Tovel

Io e Zoe siamo partite dal lago di Santa Giustina che non è un lago, ma una diga che produce energia elettrica che il Trentino vende in tutta Italia, tanta ne viene prodotta. Le dighe del Trentino sono un’eredità che viene dal passato, dai padri e dalle madri, dai nonni e dalle nonne previdenti che pensarono a sfruttare in modo positivo le potenzialità dell’abbondanza d’acqua della regione. Da qui ci spostiamo al famoso lago di Tovel, un lago che una volta diventava rosso, forse per le deiezioni delle mucche che pascolano qui accanto, ma che ora è di un verde brillante con le montagne che si specchiano nell’acqua, un’acqua assolutamente pulita e trasparente. A fatica si possono trovare altrove posti così incantevoli, così incontaminati, così puliti! Al lago di Tovel c’è anche l’orso delle Dolomiti che è stato reintrodotto nella zona, come ci spiegano quelli del corpo forestale. La forestale è un corpo importantissimo e utilissimo che qui per fortuna non è stato ridimensionato come invece è successo nel resto d’Italia, perché il Trentino è una regione a statuto speciale e può decidere queste cose autonomamente! Io e Zoe ci chiediamo se lo potremmo mai vedere, l’orso, ma è difficile incontrarlo… Non funziona esattamente come con Yoghi e Bubu che andavano a rubare i cestini di quelli che fanno il picnic!

San Romedio

Dal lago di Tovel ci incamminiamo verso San Romedio, un monastero famoso per essere uno dei posti più belli del Trentino. Romedio non era un ecclesiastico, ma un laico che, stanco della vita tra la gente, con altri suoi compagni si ritirò in questo eremo. Oggi è una bellissima chiesa, di quelle con i tetti spioventi secondo lo stile nordico, che spicca sul costone di una roccia che si affaccia sopra un vero e proprio canyon. Lo si può raggiungere a piedi in uno dei percorsi più belli d’Europa, dicono, proprio costeggiando la roccia. Noi ci arriviamo con l’auto elettrica, poi bisogna salire i numerosi gradini che portano fino in cima, guardando gli ex voto che le donne offrono al Santo dopo avere partorito. Così si arriva proprio sul costone di roccia che si protende a picco sulla valle, una visione aerea. Anche San Romedio è legato all’orso: a quanto pare, visto che un orso gli aveva ucciso il cavallo, Romedio pensò bene di bardare direttamente lui, l’orso, e di cavalcarlo. Si presentò in città suscitando scalpore e guadagnandosi la fama di Santo… Insomma, domò la parte selvaggia rendendola mansueta.

Montagnaga e Mezzano

Da lì si può arrivare in una località che si chiama Montagnaga dove c’è uno strano effetto – dicono ottico – che ha sicuramente qualcosa di misterioso: una strada che sembra nitidamente andare in discesa, ma in realtà è in salita! Extraterrestri, misteri, solo effetto ottico?! Molto difficile poterlo definire, sicuramente una curiosità. Da Montagnana a Mezzano, uno dei borghi più belli d’Italia, ma soprattutto un paese che ha saputo rivalorizzarsi attraverso una nuova forma d’arte, un percorso artistico, le cataste e canzei. Le cataste i cittadini le hanno sempre fatte, per mettere la legna al riparo e organizzarla bene in vista dell’inverno. A un certo punto però, forse all’amministrazione o forse ai cittadini, è venuta un’idea: “perché non fare di queste cataste un’opera artistica?!” Così hanno chiamato l’istituto d’arte e vari artisti che hanno composto delle cataste con idee originali: ad esempio c’è una catasta disposta come se stesse candendo dall’alto, una a forma di fisarmonica, un’altra installazione interamente di legno ha ricoperto con armonia una bruttura in cemento e così via… I cittadini poi hanno pensato: “anche noi siamo capaci di farlo!” La cosa si è estesa a macchia d’olio e questo paese è diventato un paese dove si possono andare a visitare, girando nel borgo, le cataste di legna più originali del mondo, fatte dagli artisti sì, ma anche dagli stessi abitanti… Echi può rinunciare a fare una catasta artistica una volta che con la legna si può comporre qualcosa di bello?

Prendiamoci il Castello di Pergine!

Da Mezzano siamo arrivate al Castello di Pergine, in Valsugana. Ci accolgono Denis Fontana e tutto il gruppo delle persone che hanno deciso di prendere il castello, proprio come nel Medioevo: invece di conquistare il castello, l’idea è acquisirlo in modo molto più moderno, acquistandolo. Il Castello di Pergine è il punto di riferimento di tutto il paese da sempre, ma ora, nonostante sia stato gestito in modo inoppugnabile dai chi l’aveva a sua volta acquistato, è in vendita. Così molti cittadini si sono preoccupati per il suo destino, consapevoli che potrebbe venire a mancare il protagonismo dell’ospitalità della cultura della stessa immagine della città e magari rimanere una cartolina inaccessibile. Insieme hanno deciso che questo castello doveva rimanere aperto e fruibile a tutti, testimone della storia. Un luogo dove stare con gli amici, mangiare cibo buono, viverlo e farlo vivere ai visitatori, rispettandolo. I cittadini hanno raggiunto un’intesa e costituito un comitato pubblico che ha lo scopo di acquistare il castello tramite una sottoscrizione popolare! Dopo questa sottoscrizione hanno chiesto l’aiuto delle banche e delle istituzioni pubbliche, di aziende private e istituti di credito che hanno già manifestato il loro sostegno. Insomma, mettendosi assieme con buona volontà, ognuno per quello che può, i cittadini di Pergine si riprenderanno il castello! Mi è sembrato un esempio eccezionale di partecipazione dal basso, così come tanti altri che ho visto facendo questo viaggio con mia figlia attraverso l’Italia. Forse la mancanza di gestione da parte dello Stato, la mancanza di fondi e la stessa impotenza delle istituzioni – che nella migliore delle ipotesi fanno quel che possono per proteggere il nostro troppo grande patrimonio culturale o nella peggiore mettono i bastoni fra le ruote con divieti e limiti burocratici – ci darà la possibilità di partecipare alla cosa pubblica, una cosa che sembrava sempre delegata a qualcun altro. Forse, pian piano, acquisendo luoghi storici e gestendoli direttamente, luoghi turistici per eccellenza che costituiscono il patrimonio culturale e paesaggistico italiano… Forse, dico, noi cittadini un pezzetto alla volta ci compreremo l’Italia e questo è sicuramente il mio augurio! Un modo nuovo di fare autogestione! Naturalmente ci vorrà sempre uno Stato, ma dovrà dimostrarsi capace e rincorrere in positivo i cittadini più bravi nell’impegno della cosa pubblica.

Ospitalità per “wwoofer”

Dulcis in fundo, se si vuole passare qualche giorno nel vero spirito della montagna, il consiglio è fare come noi e andare a trovare Gianna. Gianna al Camin che fuma ha poche stanze molto ben arredate e tanto accoglienti, ma l’accoglienza non è fisica, è sempre di cuore! Infatti, Gianna quando ha degli ospiti si coinvolge talmente tanto che ha deciso di limitare il tempo di visita a quattro giorni, quel che basta per conoscersi e scambiarsi informazioni, conoscenze, ma soprattutto affettività. Se il soggiorno si prolungasse, diventerebbe troppo coinvolgente anche per lei! Trovo questa cosa molto bella e significativa, ma non è che una fra le tante caratteristiche di Gianna… Lei accoglie i “wwoofer” che vanno da lei per scambiare lavoro con ospitalità, lei pulisce casa con i microrganismi effettivi invece dei soliti detersivi… A questo proposito informatevi, questi microrganismi sono un’alternativa ai detersivi che permette non solo di pulire casa, ma di pulire l’acqua dei nostri fiumi e forse salvare il mondo! L’ho sempre detto che si fa la differenza cominciando dalla nostra cucina e che saranno le casalinghe a salvare il mondo! Gianna è l’esempio vivente di tutto questo: l’esempio di come la tradizione, lei che è sempre vestita col costume regionale, possa andare di pari passo con le più moderne e attuali scoperte ecologiche e sostenibili. Rappresenta l’arcaico futuro verso il quale dovremmo andare tutti.

Syusy Blady