Viaggio tra le montagne della Gente Ladina

Scritto da: graziano
viaggio tra le montagne della gente ladina
Partenza il: 02/07/2011
Ritorno il: 09/07/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
02 luglio 2011 – Sabato

Visto che siamo stufi del caldo che a Firenze persiste, abbiamo deciso di trascorrere qualche giorno di vacanza sulla Dolomiti, ed è così che, presi scarponi, racchette, zaini e giacche a vento (sperando nel freddo) partiamo alle 5:00 per Canazei. Facciamo due soste per rifornire l’auto di metano, usciamo a Bolzano nord. Usciamo qui, invece che alla classica Egna-Ora, perché sappiamo che imboccando, subito dopo l’uscita dell’autostrada, la SS 241, passeremo dal Lago di Carezza. Vi giungiamo infatti alle 10:30; noi, questo piccolo lago lo avevamo visto alcuni anni fa e oggi, con sorpresa, lo vediamo più vitale di allora. La giornata è bella, le classiche cime si specchiano nelle acque leggermente increspate da un venticello piuttosto freddo; le nostra gambe sono un po’ intorpidite e allora pensiamo che la mezz’ora di movimento che occorre per fare il giro a piedi del lago ci farà sicuramente bene; abbiamo in programma di arrivare a Canazei verso le 12:00 e siamo in anticipo sulla tabella di marcia. Così verso le 11:00, riviste le foto di cui siamo soddisfatti, ripartiamo e, passando il Passo di Costalunga, dopo tre quarti d’ora siamo nella hall dell’Hotel de Matie (euro 49,00 a testa, mezza pensione). Dopo un po’ di riposo andiamo in paese per il pranzo, poi decidiamo di andare al Passo Pordoi che dista da Canazei circa dieci chilometri; qui giunti e scesi di macchina, siamo colpiti da vento gelido e, benché ogni tanto appaia un po’ di sole, ci giunge, chissà da dove, qualche granello di nevischio; ci guardiamo negli occhi e solo per pudore non rimpiangiamo il calduccio di Firenze. Allora rinfiliamo di nuovo in macchina e scendiamo verso Arabba dove si sta meglio. Qui, visto che qui si sta veramente bene, sostiamo un po’ prima di rifare il percorso inverso. Giunti di nuovo al Pordoi, scendiamo da Eva, e questa volta il sole è più forte e possiamo coltivare la nostra passione che è la fotografia. Assistiamo anche alla posa di un “monumento al ciclista” alla cui base di roccia dolomitica, viene incastonata una targa che cita, dal 1940 ad oggi, in quegli anni in cui il giro è passato dal Pordoi, il nome del corridore che qui è giunto per primo: domani, 3 luglio, ci sarà l’inaugurazione. Sono le 18:00 quando ritorniamo al nostro albergo. In serata pensiamo che, se domani il tempo sarà bello, si potrebbe andare al Passo Sella e salire quindi con l’ovovia sul Sassolongo.

03 luglio 2011 – Domenica

Dopo colazione cerchiamo di mettere in opera il progetto di andare al Passo Sella; però ci accorgiamo che, per una corsa ciclistica, per le auto l’unica via d’uscita da Canazei rimane quella che conduce al Passo Fedaia. Noi avevamo già in progetto di andare a questo passo, anche se non oggi, non ci resta che anticiparne la data. E’ una bella giornata e man mano che saliamo verso il passo vediamo venirci incontro quella montagna che unanimemente è riconosciuta la regina delle Dolomiti, cioè la Marmolada. Giungiamo al Passo Fedaia verso le nove: il verde smeraldo delle acque del lago artificiale contrasta con il bianco della neve perenne. Lasciamo l’auto all’inizio della diga e, oltrepassata la quale, a piedi, ci incamminiamo in un viottolo che porta in salita verso una cabinovia che è diretta all’inizio del ghiacciaio. Noi questo percorso lo abbiamo fatto alcuni anni fa, quindi ci incamminiamo per un sentiero che, anche quello va verso la stessa meta; siamo ben consapevoli che non ci arriveremo … però a noi interessa muoverci attraverso i sassosi viottoli coloriti ai lati dai rosa rododendri e scattare foto. Quando le gambe si rifiutano di fare la salita ridiscendiamo verso il lago e ne percorriamo il perimetro finché abbiamo la forza di arrampicarci solo verso un buon ristorante dove servono polenta accompagnata da tutte le specialità del luogo. Rifocillati e riposati scendiamo verso Malga Ciapela, dove c’è una funivia che in tre tappe porta al ghiacciaio della Marmolada, però l’ultima corsa parte alle 15:30 e noi pensiamo che forse sarà meglio rimandare questa esperienza; quindi proseguendo, andiamo ad incrociare la strada che dal Pordoi va verso il Falzarego. E, visto che solo ieri eravamo al Pordoi, andiamo verso il Falzarego. Qui giunti, invece che proseguire per Cortina, prendiamo il bivio a sinistra che in circa tre chilometri conduce al Passo Valparola. Lasciamo l’auto vicino ad fortino dove c’è il Museo della Grande Guerra ed, a piedi, prendiamo un sentiero che in poche centinaia di metri sopra un laghetto, conduce ad un pianoro dove ci sono anche delle stelle alpine, che noi aggiungiamo alla nostra collezione fotografica di fiori in compagnia di genziane, rododendri e miosotis. Riprendiamo l’auto e facciamo una piccola sosta la Falzarego, anche qui c’è una funivia che conduce fino ai circa 3000 metri del Lagazuoi; ci siamo stati anni addietro e possiamo dire che da lassù la vista è di quelle che lasciamo senza respiro, difatti, questa sera no, uno dei prossimi giorni, forse ci torneremo.

Ormai si è fatto tardi ed è l’ora di … rincasare, quindi prendiamo la strada del Pordoi e ritorniamo a Canazei.

04 luglio 2011 – Lunedì

Ci svegliamo in una splendida mattina, le vette che ci circondano risaltano nitide contro il cielo azzurro: pensiamo sia la giornata ideale per l’escursione che avevamo in mente fin dal primo giorno, cioè quella al Passo Sella. Appena pronti saliamo sull’Eva (così si chiama la nostra Punto a metano) e dopo circa sette/otto chilometri siamo sul Passo Sella: se ci giriamo da dove siamo venuti vediamo la Marmolada, più a sinistra il Sass Pordoi e ancora più a sinistra, a noi vicinissimo il massiccio del Sella con le ripide pareti e l’altopiano che ha appunto la forma di “sella”. Di rimpetto a questo c’è il gruppo del Sassolungo. Scendendo poco più a valle del Passo Sella, c’è un’ovovia che con 14 euro a testa, andata e ritorno, porta al Rifugio Toni Menetz a 2685 metri che è situato in mezzo ai due picchi principali del gruppo. Noi la prendiamo e in 10 minuti, passando tra rocce scoscese, siamo al rifugio dove troviamo un po’ di neve e tanti rocciatori che si accingono alla scalata. Da qui si distinguono distintamente i paesi della sottostante Valgardena (Selva, Santa Cristina …). Vengono fin qui anche tanti bambini che si divertono con la neve. Dalle pareti provengono le voci dei rocciatori che, in cordata, comunicano fra loro, dandosi i necessari comandi come recuperare la corda ecc … Intanto il tempo è passato veloce e ridiscendiamo verso il Passo Sella per poi dirigerci, a piedi, verso il primo rifugio che si chiama Rifugio Salei, 2225 metri. Poi continuiamo in mezzo a prati tenendo sempre sulla destra il Sassolungo fino a Rifugio Friedrich August, metri 2300. Intanto si è fatta l’ora di pranzo e torniamo indietro fino al Salei dove pranziamo con uova, speck e formaggio fuso. Quando torniamo da Eva, impostiamo il navigatore per arrivare fino ad Ortisei dove c’è un distributore di metano; poi tornando indietro giriamo a sinistra per il Passo Gardena dove ci fermiamo per circa un’ora, scendiamo quindi verso l’Alta Badia, passando per Colfosco e Corvara, quindi saliamo il Passo di Campolongo per riscendere verso Arabba, salire al Pordoi e scendere a Canazei.

05 luglio 2011 – Martedì

Stanotte è piovuto abbondantemente. Quando si fa giorno e ci alziamo, il sole fa evaporare l’acqua e nuvole di nebbia salgono verso le vette. Ci attrezziamo adeguatamente perché abbiamo in programma di prendere la funivia (14 euro a testa A/R) che da Passo Pordoi sale per circa 700 metri fino a raggiungere in circa due minuti i 2950 metri del Sass Pordoi, e così facciamo. Alle 9:00 siamo in cima: qui al Rifugio Maria, c’è un bella terrazza. Dalla valle salgono le nebbie, ma noi tra una nuvoletta e l’altra riusciamo a distinguere benissimo i paesi della Val di Fassa, mentre verso nord vediamo la piattaforma del Sella ed ad est il Piz Boè. Ci incamminiamo per un sentiero che, tra massi, rimasugli di neve e punti di passaggio più o meno difficili, porta proprio in direzione del Boè. Dopo mezz’ora di cammino incontriamo il Rifugio Forcella Pordoi; ci fermiamo per un po’, poi tentiamo di proseguire, però incominciamo ad incontrare gente che torna indietro; continuando ci accorgiamo del perché: il percorso diventa più difficile e noi come altri non siamo in attrezzati per proseguire. Intanto le nebbie si sono alzate verso il cielo lasciando liberi i panorami sottostanti e noi che torniamo indietro possiamo godere di una visuale quasi nuova. Andiamo alla terrazza dove arriva la funivia; ci fermiamo ancora un po’: uno sguardo al Sassolungo, uno al Sella e dietro dietro in un susseguirsi di montagne fino all’Austria e la Germania. Riprendiamo al funivia e a mezzogiorno siamo nuovamente al Passo Pordoi, saliamo su Eva e proseguiamo in direzione di Arabba; passata la quale, dopo circa quattro chilometri, c’è un trattoria chiamata Ru de Mont (che noi già conosciamo da un precedente viaggio) dove ci fermiamo per il pranzo. Dopo proseguiamo ancora e saliamo verso il Passo Falzarego; da qui, ben istruiti dall’esperienza della mattina, scegliamo un sentiero facile e riposante che si snoda, in direzione opposta alla cima del Lagazuoi, attraversando prati con cespugli di rododendri, frequenti sono le soste anche per seguire le esercitazioni di salvataggio di un gruppo di militari con elicotteri e pattuglie a terra. Poi riteniamo che la giornata “escursionistica” sia conclusa, e torniamo a Canazei. Qui siamo attratti dalle tante botteghe per turisti e sportivi che fino ad oggi o perché era festa o perché siamo rientrati tardi, erano chiuse. Domani daremo il giorno di riposo settimanale ad Eva quindi ogni nostra escursione partirà a piedi dall’albergo.

06 luglio 2011 – Mercoledì

Questa mattina alle 8:30 partiamo a piedi e in 10 minuti raggiungiamo la cabinovia che da Canazei porta in due tronconi prima al Pecol e poi al Belvedere (euro 14,50 A/R a testa). Quando arriviamo al luogo chiamata appunto Belvedere, ci rendiamo conto di perché si chiami così: c’è una bella terrazza che spazia giro giro dalla Marmolata, Catinaccio, Sassolungo, Sella, Sass Pordoi, Gruppo dei Monzoni. Dalla terrazza il sentiero 601 segue la direzione Viel del Pan ed attraversa ampi prati avendo sulla destra la Marmolada e sulla sinistra il Sass Pordoi. Ogni tanto incontriamo delle marmotte che emettono il classico squittio per poi rintanarsi. Per primo si trova il Rifugio Fredarola, 2400 metri, poi proseguendo, il Rifugio Viel del Pan, 2430 metri: qui c’è un self service con ampia scelta di primi e secondi, e ci fermiamo per il pranzo. Torniamo verso le 15.00 alla piattaforma della funivia e dopo mezz’ora siamo a Canazei. Il pomeriggio è dedicato allo shopping.

07 luglio 2011 – Giovedì

Il cielo non promette una bella giornata, ma non ci scoraggiamo. Siccome dobbiamo andare a Brunico per fare il metano, ne approfittiamo per visitarne le zone vicine. Dopo Brunico, prendiamo per Dobbiaco e, poco prima di entrare in paese, un bivio sulla destra indica Lago di Braies: lo raggiungiamo dopo 6 chilometri. E’ un piccolo lago dalle acque limpide e circondato da alte montagne. Precedono il lago tre ampi parcheggi (un minuto o una giornata sono 4 euro). Un facile sentiero permette di visitarlo torno torno in circa un’ora. Oggi le montagne sono abbracciate dalle nuvole e l’aria non proprio chiara non permette che si rispecchino nelle acque; previo un permesso speciale si può anche pescare. Non ci soffermiamo molto perché pensiamo di visitare un altro lago che da qui dista poco, quello di Dobbiaco. Ritorniamo quindi sulla statale, prendiamo in direzione di Dobbiaco e poi verso Misurina. Fatti pochi chilometri, un cartello annuncia “lago di Dobbiaco”. C’è un ampio parcheggio regolato da una cassa automatica: lasciamo qui Eva e in poco più di cento metri scendiamo al lago dove c’è l’ingresso ad un campeggio e due o tre ristoranti. Qui pranziamo ad un tavolo all’aperto e facciamo alcune foto, poi il tempo peggiora ulteriormente e noi proseguiamo in direzione Misurina. Fatti pochi chilometri troviamo anche il Lago di Landro, ci fermiamo per un caffè e, vedendo che si fa vivo anche un po’ di sole, scattiamo qualche foto. Anche questo, come quello di Carezza, sappiamo essere un lago a rischio prosciugamento. Noi l’avevamo visto circa dieci anni fa ed il periodo era lo stesso e ci sembra, proprio come quello di Carezza, con più acqua di allora. Risaliamo in macchina e dopo pochi chilometri giungiamo a Misurina sotto uno scroscio di pioggia. Dopo poco, come spesso accade in montagna, il cielo si allarga, appare l’azzurro e le Cime di Lavaredo vengono baciate dai raggi del sole. Ci accorgiamo così che non volendo, abbiamo fatto una specie di giro dei laghi; ora però, per tornare a Canazei, ci attendono ben tre passi: saliamo così le Tre Croci, scendiamo a Cortina (giusto una sosta per due foto), saliamo verso il Falzarego, poi il Pordoi e poi Canazei. E’ un giro di circa 150 chilometri.

08 luglio 2011 – Venerdì

Stamani andiamo a Campitello di Fassa che dal nostro albergo dista solo un migliaio di metri. Stanotte è piovuto, l’aria è fresca e tira un po’ di vento. Alle 8:30 prendiamo la funivia che porta al Col Rodela 2395 metri (euro 14,50 A/R). Una volta arrivati alla terrazza panoramica, sono segnalati diversi sentieri, tutti interessanti e che attraversano luoghi da cui si possono godere bei panorami; noi dal Passo Sella eravamo arrivati fino al Rifugio August che dista solo dieci minuti dal Col Rotela; quindi questa volta abbiamo tutto il tempo per continuare il sentiero che dal Rifugio August porta al Rifugio Pertini (2300 metri). E’ un sentiero molto facile che attraversa un costone verde ai piedi del Gruppo del Sassolungo; interessante è la flora, fiori montani di tutte le specie, incluse le stelle alpine; ad un occhio particolarmente attento non potranno sfuggire le marmotte che ogni tanto si ergono vigili al di sopra dell’erba. Arriviamo al Rifugio Pertini che è l’ora di pranzo, volendo si potrebbe proseguire fino al Rifugio Sassopiano; noi ci riposiamo un po’, pranziamo e facciamo il percorso inverso; intanto si è alzato un forte vento e alle 15:30 riprendiamo la funivia che bruscamente cullata scende a Campitello. Oggi a Canazei incomincia una festa che dura tre giorni e che si chiama “Te anter i Tobié”, (in mezzo ai fienili) che ricorda i tempi quando tutta la vita girava intorno ai fienili. Per le precedenti generazioni il Tobià era sinonimo di sicurezza e di abbondanza e una struttura indispensabile per le attività di quei tempi. Quando il Tobià era pieno l’animo era sereno. Una grande torta su un palco riprende le forme di Canazei e i suoi tobié. In poco tempo tutto viene distribuito in grosse fette a “ladini” e villeggianti.

09 luglio 2011 – Sabato

Anche se qui continua la festa dei Tobié, noi dobbiamo tornare a casa. Discendiamo la Val di Fassa fino a Moena dove ci fermiamo per acquistare prodotti locali come speck, strudel, il famoso puzzone ed anche una bottiglia di buona grappa. Continuiamo fino a Predazzo in direzione dell’autostrada ma poi, sarà perché il caldo comincia a farsi sentire, cambiamo idea e giriamo per salire verso il Passo Rolle. Incontriamo un vasto bacino artificiale in località Paneveggio e dopo poco siamo sul passo (metri 1950). Il sole, che è ormai piuttosto alto sopra il noto Gruppo delle Pale, produce strani riflessi, quasi azzurri, sulla roccia: uno spettacolo! Ci spiace un po’, però si deve procedere, anche se abbiamo fatto un giro più lungo, in avvicinamento verso Firenze. Scendiamo così verso San Martino di Castrozza e qua ci fermiamo per una bibita; Proseguiamo in direzione Fiera di Primiero, nelle cui vicinanze pranziamo. Dopo le lunghe attese in colonna da Sasso Marconi in poi per due incidenti… mah!

All’ora di cena siamo a Firenze. Abbiamo percorso 1377 km con euro 55 di metano, forse conviene…pensiamoci.



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