Estate in Romania a Bulgaria

Un viaggio di 4 settimane in due paesi che non sono stati ancora presi d'assalto dal turismo e che hanno riservato splendide sorprese.
estate in romania a bulgaria
Partenza il: 31/07/2021
Ritorno il: 29/08/2020
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €

Alcune INDICAZIONI GENERALI prima di passare al racconto delle singole giornate:

1. Il viaggio si è svolto nell’estate 2021, deciso poco prima della partenza a causa dell’epidemia di Covid-19. Pur avendo stabilito le tappe in anticipo, non abbiamo proceduto ad alcuna prenotazione dall’Italia, con l’eccezione delle prime tre notti.

2. In termini di sicurezza, Romania e Bulgaria ci sono sembrate sicure. Abbiamo evitato di andare in giro a notte fonda e di visitare zone lontane dal centro delle città dopo il tramonto e locali che ci sembravano poco rassicuranti.

3. Il periodo da noi scelto, agosto, è stato molto buono: caldo secco i primi giorni in Romania, fresco in Bulgaria alla fine del viaggio. Abbiamo avuto un po’ di pioggia gli ultimi giorni, ma non ne abbiamo risentito. I turisti, soprattutto locali, erano presenti in particolar modo nelle zone costiere.

4. Prezzi. Bassi: Romania e Bulgaria non sono destinazioni costose. In linea di massima una doppia con bagno, parcheggio e colazione in hotel o una casa decorosa su Airbnb costano circa 40€ a notte. In genere, si riesce a cenare al massimo con 10/15€ a testa. La benzina costa poco meno che in Italia e la carta di credito viene accettata ovunque. Nessun problema neppure a ritirare contanti dai numerosi bancomat.

Cambio medio: 1 € = RON 0,20; BGN 0,51.

5. Ci siamo mossi in aereo con Ryanair da Milano Bergamo su Timisoara (€235,94 per i due voli con spedizione di un bagaglio da 20 kg. a testa) ed abbiamo noleggiato un’automobile dall’Italia con Enterpise Rent-a-Car tramite VipCars. Abbiamo anche stipulato un’assicurazione aggiuntiva con www.rentalcover.com poiché le condizioni dell’assicurazione di Enterprise non erano soddisfacenti. Mentre con Enterprise non abbiamo avuto problemi, c’è stato un problema all’inzio con VipCars – spiegato meglio nel racconto, per cui non ci sentiamo di consigliarla a meno di mettere tutto nero su bianco con estrema chiarezza. In entrambi in paesi è richiesta una “vignette” (in Bulgaria è necessaria anche se non si percorrono autostrade): per la Romania non abbiamo avuto bisogno di acquistarla perché già pagata, mentre l’abbiamo comprata per la Bulgaria (€ 8 a settimana; € 15 un mese). Lo stato delle strade è tutto sommato buono ovunque, ma la rete autostradale, soprattutto in Romania, è molto limitata, per cui c’è spesso un notevole traffico. Di conseguenza, consigliamo di basarsi sulle stime di percorrenza tramite Waze o Google Maps piuttosto che di fare affidamento sulla semplice distanza chilometrica. Lo stile di guida dei rumeni è simile a quello degli italiani, per cui non proprio esemplare, con qualcuno che a volte è onestamente troppo spericolato anche per i nostri standard, mentre va un po’ meglio in Bulgaria.

Nelle città ci siamo sempre accertati di avere la disponibilità di un parcheggio. In Romania comunque, se fosse necessario posteggiare l’auto in un parcheggio a pagamento, c’è un’app che consente il pagamento con la carta di credito e le tariffe sono molto basse: ad esempio, 24 ore di sosta a Brasov sono costate solo 24 RON.

Per orientarci in strada, abbiamo scaricato l’app Maps.me, che però sconsigliamo vivamente, in quanto per qualche motivo ignoto, molto spesso ci consigliava di percorrere strade secondarie anche in presenza di arterie stradali principali facilmente percorribili. Abbiamo guidato presumibilmente per 4000 km.

6. Comunicazioni: il wi-fi è presente quasi ovunque negli hotel, anche se a volte non funziona bene, ed in alcune città c’è anche una rete pubblica gratuita.

7. Alberghi: quello che si legge in giro, vale a dire che è necessario levare una stella al rating locale degli hotel, per poter fare un confronto con gli hotel in Europa occidentale, è vero in linea di massima. Ad ogni modo, i nostri hotel sono stati buoni in genere e sempre molto puliti, prenotati uno o due giorni prima utilizzando prevalentemente Booking – che sembra avere un numero di strutture molto maggiore della concorrenza. Abbiamo soggiornato in casa solo una volta prenotando tramite Airbnb. Consigliamo comunque di verificare sempre i siti internet degli hotel e di contattarli, per e-mail o telefono, perché a noi è capitato più di una volta che le loro tariffe fossero un po’ più basse di quelle disponibili con Booking. Inoltre, Tripadvisor non ha molte recensioni su hotel e ristoranti, tranne che nelle grandi città, per cui per le relative valutazioni non fornisce lo stesso livello di supporto rispetto ad altre nazioni.

8. Cibo. Buono in Romania, anche se poco vario ed un po’ pesante; ottimo in Bulgaria: non dimenticherete facilmente le ottime insalate anche se non siete fans della verdura. Sempre ottime invece la tuica rumena e la rakia bulgara.

9. Lingua. L’inglese è parlato un po’ ovunque; in Romania vi capiterà spesso di parlare italiano.

10. Gente. Tutti molto simpatici ed ospitali, soprattutto in Romania.

11. Guide. Le guide che abbiamo utilizzato sono la Rough Guide del 2019 per la Romania, la Bradt del 2017 per la Transilvania (molto buone) e la Bradt del 2015 per la Bulgaria (buona), oltre alle recenti e valide guide verdi del Touring per entrambi i paesi. Il sito ufficiale del turismo bulgaro riporta gli orari aggiornati dei monumenti ed è una garanzia.

12. Approccio al turismo. Anche se le persone sono molto gentili e disponibili, né Romania né Bulgaria hanno ancora un’efficace gestione del turismo: gli uffici del turismo locali sono spesso chiusi il sabato e la domenica, o non rispettano gli orari prefissati e a volte (ad esempio a Brasov) non sono in grado di dare informazioni puntuali. I siti internet qualche volta riescono a venire in aiuto al turista.

13. Assicurazione: anche se il viaggio è in paesi all’interno dell’UE, abbiamo comunque stipulato una polizza con Columbus, che fortunatamente non abbiamo utilizzato.

*****

1° giorno

Sveglia all’alba ed arrivo all’aeroporto di Orio al Serio due ore e mezzo prima della partenza del volo Ryanair per Timisoara: d’altra parte la complessa situazione dei voli a causa del Covid impone di rispettare le regole senza sgarri! Arriviamo in prima mattinata all’aeroporto di Timisoara con qualche minuto di anticipo. Chiamiamo la Tudo Taxi, come consigliato su Internet – a volte i turisti sono vittime di imbrogli da parte dei tassisti e quindi è consigliabile prenotare il taxi con una compagnia di fiducia – e in pochi minuti arriva un simpatico e loquace tassista. Arriviamo nel nostro hotel (Casa Leone, Eroilor de la Tisa Blvd 67; 398 RON per le due notti per la doppia con bagno e colazione; buono), lasciamo i bagagli e poco dopo iniziamo a raggiungere a piedi il centro della città. Le nostre guide sono avare di notizie sui monumenti di Timisoara, ma per fortuna uno dei siti ufficiali della città condivide alcuni walking tours che danno anche molte indicazioni interessanti (https://www.timisoara-info.ro/en.html). Oggi ci dedichiamo alla scoperta del centro cittadino. L’impressione che abbiamo della città è che fosse molto bella secoli fa, abbia attraversato poi un certo periodo di degrado e solo adesso stia tornando agli antichi splendori. Di conseguenza, anche se diversi monumenti sono in restauro e non accessibili, altrettanti sono invece già stati restaurati e un giro in città risulta quanto mai piacevole. Tra qualche tempo, quando le operazioni di restauro saranno terminate, il potenziale turistico della città sarà espresso completamente e Timisoara potrà essere annoverata tra le città più belle di questa parte di Europa. Al termine, in prima serata, ceniamo con dei piatti tradizionali rumeni al ristorante Miorita (Strada Florimund Mercy 7; 120 RON in totale; ottimo e abbondante) e poi, con tutta calma passando dal lungofiume, torniamo in hotel.

2° giorno

Dopo un’abbondante colazione ci dirigiamo verso il primo dei tour cittadini scaricati dal sito Internet, il tour del quartiere Fabric. Anche in questo caso, quando gli edifici saranno sistemati, il quartiere sarà splendido, mentre al momento la gran parte dei palazzi è tenuta davvero male. Ciononostante, il giro è interessante: vedere un’area che prima o poi sarà soggetta a gentrification e che è ancora intatta, ci fa sentire un po’ pionieri! Ci spostiamo quindi sul Lungofiume Bega ed iniziamo il tour dedicato ai quartieri di Iosefin ed Elisabetin. Anche in questo caso valgono le considerazioni relative al Fabric. A metà percorso visitiamo il Communist Consumer Museum (https://m.facebook.com/comunistconsumersmuseum), un piccolo museo un po’ caotico, nel quale sono conservati dei reperti pop dell’epoca comunista, che si possono anche toccare, come ad esempio giocattoli, dischi, libri, suppellettili per la cucina, bambole, quadri, ecc.. Terminato il tour, ci dirigiamo verso il centro per visitare alcuni dei luoghi più rilevanti della rivoluzione del dicembre 1989, che ha portato al sovvertimento del regime comunista e che è partita proprio da Timisoara. In prima serata ci fermiamo a cena in Piata Unirii 4 in un grill e pub serbo (Grill Sarbesc Pub; RON 131; molto buono) e torniamo in hotel abbastanza rapidamente sotto un cielo che minaccia pioggia.

3° giorno

Ci svegliamo sotto un acquazzone che per fortuna termina presto. Raggiungiamo in taxi il Memorial Revolutiei, un museo ospitato in un’ex caserma dedicato alla Rivoluzione dell’89. Una simpatica signora della comunità ungherese ci accoglie raccontandoci alcuni aneddoti sulla vita al tempo di Ceausescu: la televisione, per dirne una, negli anni Ottanta funzionava solo 3/4 ore al giorno, per cui i film venivano trasmessi in due o tre mandate ed a volte senza i titoli di testa o di coda per risparmiare tempo! La fine del regime comunque non è stata tutta rose e fiori: non si può andare a dormire comunisti e svegliarsi con tutti i problemi risolti. Il Memoriale racconta con delle foto, degli oggetti ed un video, la storia di quella settimana che ha cambiato la Romania. Non è certo spettacolare, ma è interessante. Tornati in hotel, raggiungiamo in taxi l’aeroporto per prendere l’auto. Ci riusciamo dopo una discussione per telefono con l’addetta poco professionale e dall’inglese incerto della VIP Cars, il broker che abbiamo utilizzato per la prenotazione. Nonostante fossimo in possesso di una e-mail della VIP Cars che asseriva chiaramente il contrario, la Enterprise Car ci ha chiesto il pagamento di una tassa aggiuntiva per poter portare l’auto in Bulgaria. Contattata per telefono, l’addetta della VIP Cars si è limitata a dire che c’era stato un equivoco, ma noi abbiamo dovuto pagare la tassa, per fortuna comunque bassa. Il traffico è davvero notevole e riusciamo ad arrivare ad Oradea dopo tre ore e mezzo. Lasciamo il bagaglio in hotel (Hotel Stokker, 16 Blvd Petofi Sandor; 240 RON la doppia con bagno e colazione; buono) ed iniziamo l’esplorazione del centro cittadino, che ci sembra molto bello ed è una vera manna per gli appassionati di Art Nouveau e Secessione. Oradea è una cittadina sicuramente ricca che sta investendo molto nel turismo e si vede chiaramente da come è tenuta: a volte sembra di trovarsi a Vienna o Budapest. Cena ottima presso il Ristorante Taverna (Strada Eminescu 2A; 90 RON, mancia inclusa). Qualche foto serale in centro e poi in hotel.

4° giorno

Iniziamo la giornata con la visita della cittadella, fresca di restauro e carina, seguita da una visita alla Casa La Roche, capolavoro Art Nouveau anch’essa di recente inaugurazione, per terminare con la vicina Sinagoga Neolog, che però all’interno non riesce a reggere il paragone con l’imponente esterno, pur essendo comunque bella. Ci mettiamo in auto e ci dirigiamo verso nord in direzione Sapanta. L’influsso ungherese in queste zone è particolarmente evidente: tutti i nomi delle città sono bilingui e diversi nomi propri che campeggiano su insegne di negozi sono ungheresi. A metà pomeriggio arriviamo finalmente al Cimitero Allegro di Sapanta. Il sito non lascia indifferenti, perché le tombe dipinte dall’artista Patras con colori vivaci sono indubbiamente originali, ma in tutta sincerità se fossimo venuti fin qui solo per vedere questo sito, probabilmente saremmo rimasti un po’ delusi, anche perché non riusciamo a decifrare le iscrizioni in rumeno. Per cui, se siete di passaggio, fermatevi per ammirarlo, ma non veniteci apposta. Riprendiamo l’auto ed in una ventina di minuti siamo a Sigheti, dove si trova il famigerato carcere utilizzato soprattutto in epoca comunista e adesso trasformato in museo. Meritevole di una visita: l’unico rammarico è che le didascalie siano tutte in rumeno e il libretto che viene fornito all’ingresso con delle limitate informazioni in italiano, non è sufficiente per godere appieno dell’esperienza. È l’ora di andare in hotel (Casa Iurca de Calinesti; 210 RON per una doppia con bagno e colazione; buono) e poi a cena nel limitrofo ristorante (130 RON; discreto e con servizio così così).

5° giorno

Oggi è la giornata dedicata alle chiese in legno del Maramures. Decidiamo di guardarne cinque sulla base sia della posizione geografica che della ricchezza artistica. Iniziamo dalla chiesa di Desesti, con degli splendidi dipinti all’interno; proseguiamo con quella di Budesti, più bella da fuori che dentro a causa dello stato di conservazione delle pitture; continuiamo con Surdesti, il cui splendido esterno surclassa l’interno baroccheggiante e concludiamo con Plopis, che ci è parsa come la meno interessante e con Rogoz, che invece è degna di una visita. In genere è difficile che ci sia un custode all’ingresso, ma sono affissi dei numeri di telefono da contattare per farsi aprire. In alcuni casi è previsto un biglietto, mentre in altri casi è gradita una donazione. Consigliamo una visita a queste chiese di legno, anche se avete già visitato chiese analoghe nella vicina Slovacchia: ci sono numerose differenze e le chiese rumene sicuramente non vi deluderanno. Nel tardo pomeriggio raggiungiamo Bistrita, una cittadina con un centro gradevole che si visita in meno di un’ora, dove ceniamo (Crama Veche, Strada Albert Berger 10; RON 100; molto buono) e ci fermiamo una notte (Hotel Sheriff, Strada Cartier, Unirea, 252A; 189 RON per la doppia con bagno e colazione; sufficiente).

6° giorno

Oggi è la volta dei monasteri dipinti della Bucovina. Partiamo abbastanza presto da Bistrita per raggiungere il primo monastero, Moldovita, che ci colpisce per gli splendidi dipinti. In generale, i dipinti dei monasteri hanno tutti uno standard simile: c’è il dipinto dell’Albero di Jesse, quello del giudizio universale ed i numerosi dipinti dedicati ai martiri dei santi. Nella maggior parte delle chiese è consentito scattare delle foto e si paga un biglietto di accesso. Non è facile dire quale sia il complesso più bello: Sucevita, che raggiungiamo subito dopo, è altrettanto splendido. Forse solo Arbore, il terzo della giornata, poteva essere evitato, anche se la costruzione esterna è comunque molto interessante. Terminiamo con la visita a Patrauti, in restauro all’esterno, e Dragomirna, anch’essi meravigliosi. Raggiungiamo quindi la periferia di Suceava, dove si trova il nostro hotel (Hotel Polaris; http://hotelpolaris.ro; 126 RON per la doppia con bagno; sufficiente) e ci rechiamo in città per una breve visita. Suceava è una città insignificante, ma le chiese che visitiamo sono molto belle, soprattutto la Chiesa di San Giorgio, che scopriamo essere patrimonio UNESCO. Cena ottima presso la Casa Bucovineana (Strada Petris Rares 57; RON 115).

7° giorno

Oggi continuiamo la visita dei monasteri dipinti. Il primo è il bel monastero di Humor; il secondo è Voronet, che è davvero meraviglioso. Unica pecca che ci rende la visita difficoltosa è la quantità di fedeli e visitatori all’interno del monastero… sembra che non siamo più abituati alle folle di un tempo! Ci mettiamo quindi in auto per raggiungere Cluj-Napoca. Maps.me però ci offre un servizio pessimo, obbligandoci a prendere delle strade davvero improbabili. Colpa anche nostra che non abbiamo la cartina dinanzi agli occhi per giudicare le proposte dell’app. Di conseguenza arriviamo in città nel tardo pomeriggio, dopo oltre sei ore d’auto. Lasciamo i bagagli in hotel (Hotel Confort; https://hotelconfort.ro; 253 RON per la doppia con bagno; molto buono) ed andiamo a visitare il centro. La città è molto gradevole, anche se purtroppo alcuni dei monumenti e dei palazzi sono in restauro. Ciononostante ci sembra molto vivace ed estremamente vivibile. Ceniamo molto bene al Varzarie, ristorante specializzato in piatti a base di cavolo (https://varzarieeroilorcluj.ro; 100 RON) e dopo un altro giro in centro per alcune foto notturne, che vengono particolarmente bene grazie alla splendida illuminazione di alcune delle vie cittadine, torniamo a dormire.

8° giorno

Già ieri sera abbiamo incontrato non poche difficoltà nella ricerca di un hotel a Sibiu, la nostra prossima tappa. Alla fine siamo riusciti a trovare una sistemazione decente in centro, ma stamattina abbiamo la brutta sorpresa di ricevere una e-mail con la quale veniamo informati che l’hotel non è disponibile. Riproviamo con un altro, ma dopo pochi minuti riceviamo stavolta una telefonata con lo stesso messaggio. Capiamo quindi che probabilmente c’è qualche manifestazione e decidiamo di cercare un hotel fuori città. Alla fine lo troviamo nella cittadina di Medias (Denis Hotel, Strada Baznei 86; 143 RON la doppia con bagno e colazione; buono). Tra l’altro, la nostra prenotazione su Airbnb per Brasov, non va a buon fine per problemi con la carta di credito, che riusciremo a risolvere solo in tarda mattinata. Non proprio felicissimi quindi ci dirigiamo a Salina Turda, ex cava di sale enorme che è stata sfruttata turisticamente, con l’inserimento di un luna park e di un laghetto navigabile al suo interno! Estremamente cara (oltre 12,50 € a testa per l’ingresso) e molto affollata, considerato che oggi è sabato, ma talmente surreale da risultare un posto unico. Difficile giudicare se una visita valga davvero la pena o meno. La tappa successiva è la fortezza di Alba Iulia, che in tutta onestà non è niente di che e che visitiamo rapidamente in un’ora. Di ben altro livello è invece Sibiu. Il centro è compatto e si visita in poco tempo, ma nel complesso è una città incantevole, il cui fascino non viene scalfito neppure dalla presenza di tre palchi enormi nelle piazze principali. Perlomeno ci rendiamo conto che l’impossibilità di trovare posto in hotel è dovuta a due festival che si svolgono proprio in questi giorni. Ceniamo molto bene in un ristorante portoghese (Old Lisbon; https://m.facebook.com/restaurantportughez; 190 RON in totale), facciamo un altro giro per vedere ancora una volta le tre bellissime piazze e ci mettiamo in auto per raggiungere il nostro hotel, dove arriviamo circa un’ora dopo.

9° giorno

La prima tappa di oggi è la chiesa fortificata di Valea Viilor… peccato che la domenica sia chiusa! Siamo invece certi che sia aperta la successiva chiesa fortificata, Biertan, interessante e poco affollata. Passiamo quindi ad una delle città simboliche della Transilvania, Sighisoara, presunta città natale di Vlad Tepes. Facciamo il giro delle mura e delle torri, seguito dalla visita alla chiesa sulla collina e terminiamo con la torre dell’orologio nella piazza principale, dove facciamo una sosta e pranziamo con un memorabile langos. Sighisoara viene promossa a pieni voti: è davvero quello che si immagina sia una città di questa regione; è molto piccola e bastano un paio d’ore a visitarla, ma ne vale davvero la pena. Proseguiamo quindi per la splendida chiesa fortificata di Viscri: se avete visto qualche foto, sapete che non potete assolutamente perderla e la realtà è all’altezza delle aspettative. Arriviamo quindi a Brasov nel tardo pomeriggio e, dopo aver fortunatamente trovato subito parcheggio, lasciamo i bagagli nell’appartamento prenotato con Airbnb (Martinas) nella centralissima Via Postavarului (€ 122,87 per le tre notti; buono, ma senza tende per la luce). Ceniamo molto bene presso la Keller Steak House (https://keller-restaurant.ro; RON 253 in totale) e, dopo un primo giro serale in città, andiamo a dormire.

10° giorno

Iniziamo la visita di Brasov partendo dal centro storico e, dopo una sosta all’ufficio del turismo, aperto con 20 minuti di ritardo a causa dell’unica addetta che evidentemente voleva prendersela con calma, proseguiamo per un giro dei Bastioni. Purtroppo non possiamo prendere la teleferica perché il lunedì è chiusa per manutenzione. Visitiamo quindi la Sinagoga e la famosa Chiesa Nera, che però, pur essendo molto bella dall’esterno, non merita assolutamente il prezzo del biglietto per la visita degli interni. Pranziamo quindi in un locale limitrofo (Tipografia, caro e niente di che), prendiamo un caffè ed un dessert in un altro locale (Zoomserie Brasov, ottimo ed economico) e visitiamo la vicina Strada Sforii, una delle strade più strette d’Europa. È quindi la volta del quartiere di Schei, piccolo ed atmosferico e della conclusione del tour che ci porta a vedere la Torre Bianca, la Torre Nera ed i Bastioni. Passiamo il resto del pomeriggio girando per il centro, visitando qualche negozio e cenando presso il ristorante Pilvax (Strada Micheal Weiss; http://www.pilvax.ro/en; 75 RON in totale; nella media).

11° giorno

Abbiamo prenotato dall’Italia una visita al centro di tutela degli orsi di Zarnesti, gestito da un’associazione non governativa che prende in carico gli orsi rimasti orfani, o liberati dalla cattività e cerca di restituire loro una vita normale in un ambiente più consono. La visita è stata davvero piacevole, anche se a tratti un po’ triste nell’ascoltare i maltrattamenti ai quali questi poveri animali sono stati costretti. Riteniamo però davvero raccomandabile partecipare al tour, anche perché in Europa non sono tante le esperienze che si possono fare di questo tipo. Partiamo quindi diretti al Castello di Bran, la principale attrazione turistica di tutta la Romania. Appena arrivati, si para dinanzi a noi uno spettacolo terribile: una fila davvero chilometrica ci lascia per un attimo interdetti. Il giorno prima però ci è venuto un colpo di genio: memori dei racconti che avevamo letto di altri viaggiatori, abbiamo acquistato i biglietti via Internet, per cui siamo riusciti a saltare la fila per l’acquisto di questi ultimi. Certo, abbiamo comunque dovuto attendere una mezz’oretta prima di riuscire ad accedere al Castello, ma almeno abbiamo risparmiato un’ora o anche un’ora e mezzo di fila. Il tour, perlomeno in questo periodo, non prevede visite guidate o audioguida, ma non è un problema perché in ogni stanza ci sono dei pannelli esplicativi dettagliati. Il castello è bello e consente di approfondire la conoscenza di una delle principali regine rumene, la regina Maria e della figlia Ileana, personaggi storici entrambi molto interessanti. Facciamo una sosta presso il vicino Restaurant Bran Parc (Strada Sextil Puscariu 23), dove mangiamo quello che è stato il miglior papanasi della vacanza e scambiamo due chiacchiere con la ragazza che ci lavora, che ha vissuto a Padova e a Firenze per oltre 10 anni. Ci mettiamo quindi in macchina diretti alla chiesa fortificata di Prejmar, molto bella e diversa da quelle che abbiamo visto finora, in quanto molto più fortezza delle precedenti. Tornati quindi a Brasov, dopo una pausa organizzativa, ceniamo benissimo presso La Ceaun-Weiss (Strada Weiss; 165 RON in totale).

12° giorno

Decidiamo di lasciare Brasov dopo aver visto il panorama dal Monte Tampa, che decidiamo di raggiungere in telecabina. L’addetta dell’ufficio del turismo però, guarda caso, ci ha dato un’informazione sbagliata: la prima corsa della funicolare è alle 9:30, invece che alle 9, un orario che per noi non va bene. Brasov ci è piaciuta davvero tanto ed è una città che non dovrebbe mancare dai tour della Transilvania. Ci spiace non riuscire a guardarla dal Monte, ma non abbiamo alternative. Raggiungiamo in poco tempo la cittadina di Fagaras, per visitare la fortezza, che però è in restauro, per cui riusciamo a vedere in maniera decente solo gli interni da poco restaurati. Ci dirigiamo quindi verso l’avventura della giornata: la traversata della Transfagarasan, la mitica strada che attraversa i Carpazi. L’inizio va benissimo ed i panorami sono davvero meravigliosi, per cui non riusciamo a fare a meno di fermarci spesso per scattare numerose foto. Arrivati però a breve distanza dal Lac Balea, il traffico si blocca. La colpa è sia dei turisti che non vogliono pagare il parcheggio e quindi parcheggiano come capita in strada, sia dell’alto numero di visitatori che comunque vuole parcheggiare correttamente e blocca l’afflusso nel parcheggio! Dopo una mezz’ora di coda riusciamo comunque a parcheggiare, acquistiamo pane, cascaval e salame locali e facciamo un picnic in riva al bellissimo lago. Dopo un lungo giro di perlustrazione durato un paio d’ore, riprendiamo l’auto e completiamo la nostra traversata. Inaspettatamente però arriva l’highlight della giornata: per ben due volte vediamo mamma orsa con due cuccioli sul ciglio della strada! Uno spettacolo davvero incredibile! Con riguardo alla difficoltà di questa famosa strada, non possiamo che dire che, nelle condizioni ottimali in cui l’abbiamo percorsa noi, si tratta di una strada di montagna come tante altre, con un manto stradale peraltro molto ben tenuto. Arriviamo nel tardo pomeriggio a Curtea de Arges. Cerchiamo di visitare la Biserica Sfantul Nicolae Domnesc, ma è chiusa prima dell’orario ufficiale, per cui invertiamo la marcia verso la Biserica Episcopala, davvero bellissima sia all’esterno che all’interno. Lasciamo quindi i bagagli al nostro hotel, che abbiamo prenotato direttamente il giorno prima (THR Hotel; https://thrcenter.ro; 250 RON Per la doppia con bagno, colazione e parcheggio; buono) ed andiamo a cena nel vicino La Costica (80 RON in totale), ma per qualche strano motivo il menù è tradotto male dal rumeno all’inglese e finiamo quindi con ordinare dei piatti, peraltro pesantissimi, che non corrispondono a quello che avremmo voluto. Il tutto appesantito da una coppia di cantanti che “intrattiene” il pubblico con una serie di canzoni atroci sparate a volume altissimo…

13° giorno

Partiamo dopo colazione in direzione Targoviste. Vorremmo visitare la Curtea Domneasca, ma purtroppo la torre è completamente impacchettata per lavori e, un po’ stanchi di pagare un biglietto per vedere solo parzialmente dei monumenti altrimenti interessanti, decidiamo di lasciar perdere. Visitiamo quindi il bel Monastero Stelea e concludiamo la visita della città con il Muzeul Revolutiei, vale a dire la caserma nella quale Nicolae ed Elena Ceausescu passarono i loro ultimi giorni, furono processati sommariamente e fucilati. Si possono vedere alcune stanze, fra le quali quella in cui si tenne il processo sommario ed il cortile della fucilazione. Un po’ macabro, ma molto interessante. In tarda mattinata ci mettiamo in auto per raggiungere Sinaia, dove arriviamo nel primo pomeriggio dopo un’odissea dovuta al pesante traffico, ai lavori per strada e ad un forte temporale che ci ha accolto proprio all’ingresso in città. Non perdiamo tempo e raggiungiamo immediatamente il castello di Peles. Optiamo per il tour del piano terra e primo piano. Il castello è incredibilmente opulento e davvero bello. Continuiamo quindi la visita delle dimore reali spostandoci a Pelisor, forse meno appariscente, ma, per chi è interessato all’Art Nouveau, assolutamente da non perdere. Visitiamo a questo punto anche il bel monastero ed il Casinò e alla fine andiamo in hotel (Floare de Colt; Strada Plevnei; RON 220 la doppia con bagno; semplice ma molto buono), dove facciamo due chiacchiere molto piacevoli con la proprietaria, Lucia, la quale ci offre un succo di sambuco ed un amaro. Torniamo quindi in centro per cenare (Restaurant Bucegi, Blvd Carol I; RON 134; buono) ed in seguito di nuovo in hotel.

14° giorno

Lucia ci prepara un ottimo caffè turco e passiamo con lei un’oretta chiacchierando. Dobbiamo confessare che è davvero un’intrattenitrice nata e staremmo ancora a sentire i suoi racconti, ma dobbiamo continuare il nostro viaggio, diretti a Bucarest, dove arriviamo a metà mattinata. Lasciati bagagli in hotel (Grand Boutique Hotel; http://grandboutiquehotel.ro; 67€ la doppia con bagno e colazione; molto buono), decidiamo di visitare le due sinagoghe ed il Museo della Comunità Ebraica, che si trovano vicino al nostro albergo. Purtroppo però scopriamo che, a differenza di quello che è scritto nella nostra guida, questi monumenti sono aperti solo dal lunedì al giovedì. Continuiamo quindi la visita nella zona del Civic Center, vale a dire il quartiere del fatidico Palatul Parlamentului, che però non visitiamo (l’unico di noi che sarebbe interessato, lo ha già visto anni addietro). Forse non è il modo ideale per iniziare una visita della città, ma per noi è comodo da un punto di vista logistico e comunque i monumenti interessanti non mancano, soprattutto chiese e monasteri. Arrivati nel centro storico, facciamo una pausa presso il Cara Cu Bere (https://www.carucubere.ro/en/) e poi, dopo una visita alla bellissima Libreria Carturesti in Lipscani, un tentativo di visita al vicino Ufficio del Turismo (che in Strada Lipscani non esiste più) ed un giro presso la libreria Anthony Frost, ci spingiamo in Piata Revolutiei. Verso le 17 ci facciamo trovare al Cercul Militar National, da dove parte il free walking tour che abbiamo prenotato un paio d’ore prima e che si concentra su monarchia e comunismo https://bucharest.walkaboutfreetours.com/). La nostra guida è Catalina, una ragazza davvero brava che ci racconta una serie di aneddoti molto interessanti sulla zona che visitiamo, che si concentra attorno a Piata Revolutiei ed a Piata Tricolorului. Tra questi spicca la sua esperienza di bambina piccola ai tempi della dittatura di Ceausescu e della sua caduta. Decidiamo di cenare in un ristorante greco in centro, ma arrivati a destinazione, scopriamo che è stato chiuso. Non trovando nulla che ci convinca in zona, decidiamo di tornare alla Cara Cu Bere, consigliataci anche da Catalina, dove ceniamo bene (quasi RON 170 in totale). Dopo un giro nel limitrofo e suggestivo Passaggio Macca-Villacrosse, torniamo in hotel.

15° giorno

Iniziamo la giornata con la visita della zona centrale di Bucarest, vicino a strada Lipscani. Fa un po’ impressione verificare che, dopo almeno 13 anni, sono ancora in corso i lavori di Curtea Veche. Raggiungiamo quindi il Museo della Città di Bucarest, che parte con l’ottima intenzione di descrivere la storia della città in maniera originale, riuscendoci però davvero solo limitatamente. Dopo un giro in Piata Universitatii, ci spostiamo all’Atheneum, che riusciamo a visitare anche dall’interno e che consigliamo vivamente. Continuiamo la passeggiata in Calea Victoriei (dove ci fermiamo per un caffè e – sopratutto – un gelato memorabile presso la gelateria Gusto e Passione) fino a Piata Victoriei, dove prendiamo il metrò per raggiungere la Casa Ceausescu, prenotata un paio di giorni prima. 174 stanze che occupano 2600 mq.: è la scarna sintesi di questa dimora i cui proprietari, i cinque membri della famiglia del dittatore, hanno passato oltre 10 anni della loro vita. Con un paio di eccezioni, vale a dire la piscina e il giardino d’inverno, si può dire che poche volte una spesa così ingente ha portato a dei risultati di così cattivo gusto. Perché davvero definire orribile e pacchiano l’arredamento di questa villa, è un complimento. Il tutto, tra l’altro, a spese dei poveri rumeni, il cui tenore di vita era incomparabilmente più basso di quello dei Ceausescu. Facciamo quindi un giro nel Parco Herastrau e torniamo a piedi in Piata Victoriei, dove, dopo mezz’ora di tentativi, riusciamo finalmente a prendere un taxi con una delle quattro compagnie consigliate dalla Rough Guide. Siamo diretti al ristorante Beca’s Kitchen (https://becaskitchen.ro; quasi RON 200 in totale), lodato come uno dei locali di cucina più innovativi della città. Mangiamo in effetti bene e soprattutto rompiamo dopo due settimane il flusso continuo della cucina rumena. Anche stavolta, dopo una serie di telefonate infruttuose per un taxi, decidiamo di tornare in hotel a piedi.

16° giorno

Dopo colazione lasciamo Bucarest. L’impressione complessiva su questa città è duplice: da un lato è sicuramente un posto che si sta evolvendo ed innovando costantemente (basti considerare la cultura della nuova cucina e del caffè e le numerosissime ristrutturazioni degli edifici del centro storico), dall’altro è evidente che c’è ancora tanto da fare (basti valutare il livello basso degli uffici del turismo, lo stato pietoso in cui versa una buona parte del centro storico, il servizio inadeguato delle compagnie di taxi). La prossima destinazione è Tulcea, la principale città della zona del Delta del Danubio. Ieri, con non poche difficoltà, siamo riusciti a trovare un’agenzia che aveva disponibilità di posti per un tour sul Danubio questo pomeriggio (https://safcadeltatours.ro/en). Dopo aver lasciato i bagagli in hotel (Hotel Select; https://www.select-hotel.ro; RON 250 la doppia con bagno e colazione; buono) raggiungiamo il molo ed attendiamo che il gruppo di turisti si completi. Dopo aver aspettato però quasi tre quarti d’ora, i gestori dell’agenzia ci informano che gli spagnoli che attendevano sono dati per dispersi, quindi per effettuare il tour, che in totale ci era costato 200 RON, avremmo dovuto aggiungere 150 RON. In alternativa sono disponibili ad annullarlo e a ridarci interamente la somma versata. A quel punto decidiamo di accettare (anche perché la proposta che abbiamo ricevuto dall’hotel, 400 RON per 2 ore, è decisamente peggiore; inoltre, è già abbastanza tardi e non abbiamo molto tempo per cercare delle alternative). È la decisione migliore che abbiamo potuto prendere: le quasi 4 ore che abbiamo trascorso sul Delta sono state davvero splendide. Anche senza essere degli esperti ornitologi, la visione di questa natura quasi incontaminata è tra gli highlight del nostro viaggio. Tornati a terra, ceniamo in maniera superba presso il vicino Ivan Pescar (https://www.ivanpescar.ro; 190 RON per un piatto e due plateau di pesce del Danubio).

17° giorno

Dopo colazione decidiamo di scendere pian piano verso Constanza. Non prendiamo però la strada diretta: preferiamo visitare alcuni villaggi del Delta. Questa soluzione si rivela vincente; passando attraverso Malcoci, Mahmudia e Murghiol, possiamo vedere le case locali con il tetto in paglia, ritrovare carretti trainati da cavalli ed ammirare, anche se solo sporadicamente, dei bei panorami sul ramo del Danubio Sfantu Gheorghe. Facciamo una sosta nel paesino di Enisala per visitare la cittadella, la quale però in tutta onestà non è niente di che, mentre molto più bello è il panorama che si può ammirare sul Delta e sul mare. A questo punto proseguiamo per Constanza, dove arriviamo in tarda mattinata. Questa cittadina non ha tantissimo da offrire e in un paio d’ore si riescono a vedere le attrazioni principali, anche se il Casinò è in restauro e quindi completamente impacchettato. Proseguiamo quindi verso sud. Ieri sera, non sapendo dove andare a dormire sulla costa, alla fine abbiamo scelto un posto a caso, Costinesti (Hacienda Del Mar; https://m.facebook.com/haciendacostinesti; 180 RON la doppia con bagno; semplice ma buono). Quando arriviamo, dopo un’odissea dovuta ad un traffico estremamente intenso e forse anche ad un incidente, siamo un po’ perplessi. Il posto sembra difatti una località di mare italiana degli anni ‘80, gremita di gente e senza la minima attrattiva. Insomma, pare proprio un paesino di serie B e sconsiglieremmo a chiunque di sostarvi. Ceniamo, senza infamia e senza lode, in un ristorante non lontano dalla spiaggia (Summer DVG; 115 RON in totale).

18° giorno

Attraversiamo il tratto di strada che ci separa dal confine con la Bulgaria, che superiamo rapidamente. Acquistiamo la vignette per le strade bulgare proprio al confine (attenzione, non accettano carte di credito, ma la vignette si può acquistare anche on-line) ed iniziamo l’esplorazione della costa. Una delle principali difficoltà che abbiamo incontrato nell’organizzazione del viaggio, è stata che le guide che abbiamo consultato non erano in grado di farci capire chiaramente quali fossero le aree più interessanti della costa fino a Varna. Indichiamo quindi qui di seguito con un po’ di dettagli quella che è stata la nostra esperienza, sperando che possa essere d’aiuto a chi intende avventurarsi nella stessa zona. Iniziamo con il laghetto di Durankulak (carino, ma si vede meglio dalla strada), proseguiamo per Krapets per vedere il primo bel panorama marino e poi, passando da Shabla, prendiamo la litoranea, anche se non si vede granché della costa. Transitando da Tyulenovo, Kamen Bryag e Sveti Nicola arriviamo a Russalka, ma l’accesso gratuito è consentito in auto solo ai villeggianti (nessun problema invece per chi è a piedi o in bici), per cui decidiamo di proseguire fino a Balgarevo, dove finalmente troviamo un bancomat funzionante. Raggiungiamo quindi Capo Kaliakra e restiamo colpiti dalla bellezza dei panorami naturali e delle ampie vedute sul Mar Nero, mentre gli scavi non sono niente di memorabile. Decidiamo di provare la vicina spiaggia di Bolana, ma non ci piace sia per la presenza di due moli artificiali che per la presenza di alghe, per cui tiriamo dritto per la costiera, con una sosta al Monastero di Aladja, molto interessante. È arrivato quindi il momento del sospirato bagno e troviamo una spiaggia molto carina al Resort Sveti Constantin and Helen, dove ci fermiamo per un’oretta. Raggiungiamo poi Varna e la nostra prima sosta è al Retro Museum, un museo con una enorme quantità di oggetti di consumo dei paesi oltre cortina. Ci sono moltissime auto, impianti stereo, radio, bottiglie di liquore, e così via. Un’esperienza davvero simpatica! Lasciamo i bagagli in hotel (Hotel Perfect; https://hotelperfect.bg; BGY 93; stanza piccola, ma nel complesso buono), parcheggiamo l’auto in un parcheggio vicino ed andiamo immediatamente a cena (The Sea Terrace; http://theseaterrace.bg/en; circa BGY 47; ottimo). Dopo un giro in centro città, andiamo a dormire.

19° giorno

Visitiamo Varna incominciando dal parco sul mare, proseguendo quindi per le chiese del centro, compresa la Cattedrale che però è in restauro e concludendo con il Museo Archeologico i cui reperti del periodo preistorico sono davvero incredibili e non dovrebbero mancare ad una visita della città. Varna ci ha fatto un’impressione davvero positiva: sembra una città molto vivibile, rilassata e con una spiaggia urbana irresistibile. È però giunto il momento di spostarsi verso sud: la prossima tappa è Nessebar, dove arriviamo nel primissimo pomeriggio (Deluxe Apartments Gallery 2; 169 BGY la doppia con bagno e parcheggio; stanza buona ma pessimo rapporto qualità-prezzo). In realtà decidiamo di fermarci un po’ prima, nella località di vacanza Sunny Beach, dove speriamo di passare qualche ora al mare. E così facciamo, anche se poi dobbiamo riconoscere che il posto non è proprio granché: anche se anni luce migliore di Costinesti, tuttavia ha sempre quell’aura di ‘vacanza all inclusive’ in strutture di cemento con piscina, che non è il nostro genere. E a volerla dire proprio tutta, il mare è così e così a causa della presenza di alghe. Decidiamo quindi di visitare Nessebar, un posto davvero magnifico. Neanche la presenza relativamente massiccia di turisti riesce a scalfirne il fascino. Andiamo a cenare presso il centrale Old Sailor (https://m.facebook.com/stariqt.morqk; BGY 115 circa; ottimo) e, dopo un giro serale a scattare foto alle chiese illuminate, torniamo in hotel.

20° giorno

Al mattino torniamo a Nessebar per visitare l’interno delle 4 chiese aperte, le quali sono tutte interessanti, per i dipinti, o la struttura o ancora le esposizioni. La città è poco affollata quando arriviamo, ma già alla fine delle 2 ore di permanenza inizia ad essere caotica, per cui consigliamo di venirci nelle ore più tranquille, anche per evitare di restare imbottigliati nel traffico. Ci mettiamo quindi in viaggio per Sozopol, dove arriviamo all’ora di pranzo. Facciamo una sosta in un ristorante con vista mare (Ristorante Riviera, quasi BGY 40 per due insalate, bevande e caffè; buono) ed è proprio la spiaggetta urbana sotto di noi che ci colpisce: il mare è limpidissimo, completamente senza alghe ed il setting splendido. Giriamo il paese dopo pranzo: anche se non è Nessebar, Sozopol vale una sosta. Continuiamo a guidare verso sud, diretti a Sinemorets; lasciati i bagagli nell’unico hotel apparentemente disponibile su Booking e TripAdvisor (Dayana Beach; https://dayanabeach.com; 117 BGY la doppia con bagno e colazione; buono), andiamo nella vicina spiaggia di Butamjata. Il panorama del piccolo golfo è molto bello e la spiaggia è gradevole… peccato per le alghe che rovinano il bagno! Tornati in hotel, facciamo un giro per la via principale e ceniamo molto bene presso il Ristorante Sinjata Akiula (Uliza Butamya 11; BGY 90 in totale). Chiudiamo la serata visitando appena dopo il tramonto la splendida Veleka Beach, da non perdere per nessun motivo!

21° giorno

Al mattino presto torniamo alla spiaggia di Veleka, ma di fare il bagno non se ne parla perché fa troppo freddo. Tra l’altro ci pare che anche da questa parte della costa ci siano le alghe, tranne forse che verso la fine della spiaggia, dedicata al naturismo. Lo spettacolo comunque è davvero molto bello. Ci mettiamo quindi in auto destinati verso nord, dove si trova la nostra prossima tappa: Shumen, che raggiungiamo nel primo pomeriggio. Visitiamo subito il monumento dedicato ai 1300 anni della Bulgaria – davvero originale e ben progettato – seguito dalla Moschea Tombul, fresca di restauro e molto bella. La cittadina però, a parte qualche casa dell’inizio del Novecento, non presenta ulteriori attrattive, anzi la parte centrale è sfigurata da un progetto edilizio gigantesco rimasto incompiuto. Per questo motivo, dopo una rapida perlustrazione, andiamo nella vicina Madara a visitare il bassorilievo del Cavaliere. Non è solo il monumento a colpire, perché lascia il segno anche il bel panorama circostante, caratterizzato da rocce tufacee e cave abitate sin dal Paleolitico, che attualmente fanno parte del Parco Archeologico attiguo al bassorilievo. In prima serata arriviamo a Ruse (City Art Hotel; http://cityarthotel.com/city-art-hotel/en/city-art-hotel; 75 BGY la doppia con bagno e leggera colazione; ottimo), dove ceniamo benissimo al Terassa Seafood & BBQ; https://m.facebook.com/TerassaRestaurantRousse/?ref=bookmarks; BGY 83 in totale). Concludiamo la giornata con un giro serale in centro città.

22° giorno

Ci alziamo prestissimo per vedere un po’ Ruse. Il giudizio sulla città è estremamente positivo: pur non avendo particolari attrattive, è un posto piacevole nel quale trascorrere qualche ora, con una bella posizione in riva al Danubio e un’architettura di stampo austroungarico. Il piano per la giornata è abbastanza intenso. Iniziamo dalla splendida chiesa rupestre di Ivanovo, all’altezza delle aspettative, e proseguiamo per la fortezza di Cherven che, al contrario, si può lasciar perdere senza rimpianti a nostro parere, in quanto ci sono solo poche rovine per addetti ai lavori. Una sosta al bel monastero Preobrazhenski è consigliata, così come una visita ad Arbanasi. Noi ci arriviamo all’ora di pranzo e dopo una pausa in un ristorante visitiamo i quattro monumenti principali: la spettacolare Chiesa della Natività, la bella Casa Konstantsalev e le interessanti Chiese dei SS. Arcangeli Michele e Gabriele e San Giorgio. La prossima tappa è Veliko Tărnovo: passiamo prima all’Ufficio del Turismo (la sola sede aperta nel corso del weekend è quella di ulitsa Nikola Pikolo) per acquistare il biglietto per lo spettacolo serale di musica e luci (https://soundandlight.bg/en) e poi dal centralissimo hotel per lasciare i bagagli (Trendy Inn, 10th February Street 3; 223 BGY per due notti per una doppia con bagno e colazione; ottimo). Facciamo quindi un giro in città e andiamo a cena presso il Ristorante Shtastliveca (www.shastliveca.com; 55 BGY in totale; ottimo). Alle 23 andiamo a vedere lo spettacolo di suoni e luci, che inizia con quasi 20 minuti di ritardo e dura solo 20 minuti (a differenza dei 40 che sono promessi dalla guida del TCI). In effetti, lo spettacolo non è male, ma pagare un biglietto d’ingresso quando lo si può guardare da tutta la città non ha tanto senso. Inoltre, ha senso andare in terrazza solo se si riesce ad accaparrarsi un posto in prima fila; altrimenti forse è davvero meglio ammirare lo spettacolo da una delle terrazze sottostanti o dall’ingresso della Fortezza.

23° giorno

Dedichiamo la giornata odierna all’esplorazione di Veliko Tarnovo. Iniziamo dalla Fortezza di Tsarevets, continuando per alcune chiese limitrofe, per la Fortezza di Trapezitsa, i Musei dell’Assemblea Costituente ed Archeologico, ulitsa Gurko e Samovodska Charshia. Alcune di queste chiese e musei rientrano nel nostro itinerario solo perché ieri abbiamo acquistato un biglietto combinato per 14 attrazioni di Veliko Tărnovo ed Arbanasi dal costo di 30 BGY, che costituisce un affare se si intendono vedere anche solo tre dei monumenti principali delle cittadine. A questo proposito però rileviamo che un paio di chiese e Casa Sarafkina sono chiuse e, al momento dell’acquisto del biglietto combinato, nessuno ci ha avvertito. Tutto sommato non è una gran perdita, perché la città è comunque davvero bella e quindi ci fa piacere girarla in lungo e in largo e perderci nei vicoli di quartieri anche meno turistici di quello centrale, come il quartiere di Varosa. Dopo un paio di soste, ceniamo bene al Ristorante Asenevtsi (http://www.restorantasenevci.com/?lng=EN; circa BGY 52 in totale).

24° giorno

Lasciamo Veliko Tărnovo, una città che ci è piaciuta molto, diretti a Tryavna, dove visitiamo la bella Piazza dell’Orologio, la Chiesa di S. Michele Arcangelo e la Casa Daskalova. È un paesino piccolo, ma tenuto molto bene e carino. Tappa successiva uno dei monumenti socialisti più iconici del paese: il Monumento di Buzludzha, che bisogna vedere per credere! Proseguiamo quindi per la tomba tracia Golyamata Kosmatka, essenziale ma interessante perché una delle poche tombe tracie visitabili, e per la ricostruzione della tomba di Kazanlak (l’originale non si può vedere per ragioni di conservazione), anche questa molto bella. Facciamo quindi rotta su Plovdiv, dove arriviamo a metà pomeriggio (Hotel Belle Ville; ; BGY 85 a notte per la doppia con bagno e colazione; molto buono). Iniziamo ad esplorare la città, che ci sembra splendida, a partire dalla zona antica, proseguendo per il vivace quartiere di Kavana e concludendo nella zona cosiddetta nuova (dove sono visibili numerose rovine romane). I ristoranti che abbiamo selezionato risultano chiusi da un po’ di tempo, per cui ripieghiamo in un posto a caso a Kavana (Brickhouse; BGY 50; buono). Facciamo un giro serale in città e poi torniamo in hotel.

25° giorno

La giornata è dedicata alla scoperta di Plovdiv. Iniziamo con la visita alla ricostruita Casa Balabanov, seguita dall’adiacente e splendida Casa Hindliyan (è possibile acquistare un biglietto combinato per 5 attrazioni della città al prezzo ridotto di BGY 15). Andiamo poi in centro per partecipare ad un interessante tour gratuito della città (https://freeplovdivtour.com), che ci fa scoprire o rivedere le principali attrazioni e che si conclude al bellissimo Teatro Romano, che a quel punto visitiamo anche dall’interno. Dopo una visita alla simpatica Farmacia Hippocrates, alla Chiesa dei SS. Costantino ed Elena ed una pausa burek, è la volta della Casa Stambolyan. Queste numerose visite alle dimore storiche non sono monotone, perché ciascuna casa ha le proprie particolarità e sono tutte davvero molto belle. Tra queste case c’è anche quella che ospita il Museo Etnografico: l’esposizione è ordinaria, ma la sala principale della casa è davvero spettacolare. È quindi la volta dei resti romani: East Gate, Piccola Basilica, Odeon e Foro. Buona cena allo Smokini (https://smokini.bg/en; BGY 70). Plovdiv ci è sembrata una città davvero molto bella. Noi siamo riusciti a visitare pressoché tutte le attrazioni principali girando senza sosta, ma un giorno in più non ci sarebbe assolutamente dispiaciuto.

26° giorno

Partiamo diretti a Sofia. Il nostro impatto con la città è mediato dalla visita alla Chiesa di Boyana, che si trova alla periferia della città. Gli affreschi sono davvero meritevoli di una sosta. Iniziamo poi a spostarci verso il centro fermandoci al Museo di Arte Socialista, composto da una saletta nella quale trasmettono dei video di propaganda d’epoca sottotitolati in inglese, da un’altra piccola sala nella quale sono esposti dei quadri e da un’ampia esposizione all’aperto nella quale vi sono delle statue di personaggi che hanno costruito il socialismo, da Lenin a Zhivkov. Non male, anche se forse avrebbero potuto esporre più opere. Arriviamo nel nostro hotel (Hotel Central; http://central-hotel.com/en/contact-us; 210 BGY per le due notti per camera con bagno, colazione e parcheggio; ottimo) ed iniziamo un giro nella centrale Via Vitosha, che si conclude con una visita alla Red House, ricostruzione di una casa socialista bulgara degli anni ‘80. Si tratta di un museo interattivo, nel quale è possibile toccare gli oggetti, molto ben strutturato, che consente di farsi un’idea del tenore di vita di una famiglia bulgara mediamente benestante e di conoscere alcuni aneddoti del passato. Veniamo così a scoprire che il turismo di massa sulle coste del Mar Nero è iniziato perché la Bulgaria era debitrice di un’ingente somma di denaro nei confronti della Cecoslovacchia in seguito alla nazionalizzazione delle industrie possedute da questa nazione sul suolo bulgaro: per sdebitarsi la Bulgaria ha iniziato ad invitare gratuitamente i cecoslovacchi a trascorrere le ferie sul Mar Nero! Oppure che una delle cause del crollo del regime comunista sarebbe stata una radio prodotta in Lituania e diffusa in Bulgaria, che consentiva di ascoltare delle stazioni radio estere proibite. Davvero interessante. Ci piacerebbe poi scoprire la città con un tour gratuito, ma inizia a diluviare, per cui prima facciamo una sosta in hotel e poi andiamo a cena (Ristorante Hadjidraganovite Kashti, https://www.kashtite.com/en/menu; BGY 50 in totale; molto buono).

27° giorno

Iniziamo la giornata con la visita alle due principali chiese della città: la Cattedrale Alexander Nevskij e la Chiesa di Santa Sofia. All’interno di quest’ultima è possibile visitare la necropoli ed i resti delle chiese preesistenti, che si trovano nel sottosuolo – una visita molto interessante perché permette non solo di vedere alcuni splendidi mosaici, ma anche di capire la complessa stratificazione del sito stesso. Alle 11 ci facciamo trovare al Palazzo di Giustizia per un tour gratuito della città (https://freesofiatour.com), che ci consente di vedere i monumenti più importanti del centro (dalle rovine di Serdica ai palazzi presidenziali, dalle moschee alle chiese) e di venire a conoscenza di aneddoti simpatici sulla città. Dopo una pausa, riusciamo a visitare la Sinagoga, la moschea, la bella chiesetta di San Giorgio e quella più imponente di Sveta Nedelja. Alle 16 torniamo al Palazzo di Giustizia per un altro tour con la stessa organizzazione, stavolta incentrato sull’epoca del socialismo. La bellezza di questo tour si fonda soprattutto sui racconti della guida, ancor più che sui monumenti che visitiamo: le sue storie ci consentono di capire meglio non solo Sofia, ma la Bulgaria più in generale. Dopo una buona cena presso la succursale di Ulitsa Hristo Belchev del Ristorante Hadjidraganovite (BGY 48 in totale), facciamo un breve giro in centro per vedere alcuni monumenti illuminati e poi torniamo in hotel.

28° giorno

Sofia è una città che ci è piaciuta. Sicuramente non ha gli stessi monumenti ed attrattive di altre capitali europee, ma riesce a sfruttare bene quello che ha, sembra a misura d’uomo ed è piacevole andare in giro. Al mattino però dobbiamo lasciarla, diretti al Monastero di Rila, che probabilmente è il monumento bulgaro più importante. Ed in effetti è davvero splendido, a differenza del tempo, che anche oggi è variabile. La deviazione di quasi due ore (solo andata) per Rila quindi viene ampiamente ricompensata dalla bellezza del Monastero, per cui la consigliamo vivamente. La prossima tappa è un po’ fuori mano: si tratta del paesino di Koprivstica, dove arriviamo nel primo pomeriggio dopo una pausa pranzo in un paesino nel mezzo. Lasciamo i bagagli nel nostro hotel (Guest House Romantika, ulitsa Doncho Vatah Vojvoda 9; Tel.: +359 888655041; BGY 136 per una suite con colazione; molto buono), che era quasi l’unico ancora disponibile su Booking a causa di un festival in corso in questo periodo e poi andiamo a visitare le sei case museo con il biglietto cumulativo. Le case sono interessanti ed il paesino è bello. Riusciamo anche a fare un po’ di shopping (miele e marmellata fatti in casa) ed a passare del tempo in un bar in piazzetta, dove organizziamo gli ultimi giorni della vacanza. Cena ottima e abbondante in uno dei due ristoranti Pod Starata Krusha (http://www.todorinikashti.com/en/mehana/gallery.html; circa BGY 40 in totale).

29° giorno

Oggi ci attende una lunga tappa di trasferimento, considerando che dobbiamo tornare in Romania a Horezu. Nel corso di questa lunga giornata ci aspettano comunque un paio di soste interessanti. La prima è al monastero di Troyan, molto bello anche se non paragonabile a quello di Rila; la seconda è nella città di Pleven. Qui iniziamo con la visita al Panorama, surreale monumento creato nel 1977 per ricordare il centenario della sconfitta dei Turchi. Non è facile descriverlo, ma, che vi piaccia o no, sicuramente vi resterà impresso nella memoria. Continuiamo poi con un giro nel centro cittadino: carino e con una enorme fontana. Raggiungiamo quindi Nicopoli e prendiamo il traghetto per Turnu Magurele in Romania. Avere delle informazioni su questo mezzo di trasporto danubiano non è stato facile. La nostra esperienza è stata la seguente: dal sito (https://www.feribot-eurobac.ro) parrebbe che il traghetto parta solo 4 volte al giorno in orari prefissati. Nel nostro caso invece, siamo partiti pochi minuti dopo il nostro arrivo, per cui probabilmente quelle 4 volte al giorno sono le partenze garantite, ma in realtà, se c’è necessità, il numero dei traghetti viene incrementato. Il costo è molto basso: noi abbiamo pagato 14 € in Bulgaria e 2 € in Romania (non accettano la carta di credito, ma si può pagare in euro). Ci è stata fatta saltare la fila dei camion, per cui siamo riusciti a imbarcarci subito. L’atmosfera che si respira è davvero di frontiera: non sembra di stare in Europa, ma in un angolo sperduto del mondo! Arriviamo a Horezu in prima serata e dopo il check-in in hotel (Collias Guesthouse; https://m.facebook.com/pensiuneacollias; RON 120 per la doppia con bagno; semplice ma molto buono), andiamo a cena lì vicino (Steldan; https://m.facebook.com/PensiuneaSteldanHorezu; RON 100 in totale; buono).

30° giorno

Anche oggi ci aspetta una lunga tappa di trasferimento, perché siamo diretti all’aeroporto di Timisoara. Ci svegliamo sotto una pioggia battente, che ci accompagnerà per buona parte della giornata. La prima tappa è il vicinissimo monastero di Horezu, molto bello e semideserto a quest’ora del mattino. Dopo circa 3 ore di auto, perlomeno trascorse attraverso un paesaggio bucolico, arriviamo al famoso castello di Mattia Corvino di Hunedoara. L’esterno è indubbiamente splendido, ma restiamo un po’ delusi dalla visita all’interno, che non presenta particolari attrattive. Torniamo quindi a Timisoara, dove abbiamo il tempo di un pranzo presso Bere Timisoreana (https://www.beretimisoreana.ro/age-gate; circa 100 RON; buono) e poi, dopo un breve shopping per far fuori i pochi RON che ci sono rimasti, andiamo in aeroporto e restituiamo l’auto. Atterriamo a Milano Orio Al Serio con 20 minuti di ritardo, che avrebbero potuto essere fatali: riusciamo a prendere l’ultimo bus per Milano all’1.10, appena in tempo. Da notare che non sono previsti mezzi aggiuntivi nell’ipotesi di ritardi, per cui, se avessimo perso l’autobus, non ci sarebbe rimasta altra scelta che cercare di un taxi, impresa non facile a quell’ora in un aeroporto affollato.

Il nostro giudizio complessivo è positivo: Romania e Bulgaria sono due nazioni in genere non in testa alle preferenze dei viaggiatori, ma che hanno in realtà numerose attrattive, sia a livello naturale che culturale. Quando l’organizzazione delle infrastrutture turistiche e la viabilità saranno migliori, potranno figurare a pieno titolo tra le mete più piacevoli nelle quali trascorrere qualche settimana di vacanza.



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