TPC in primo piano: Laura Grignani

La nostra Guida per Caso dell'Ungheria, di Budapest e del Myanmar è una cittadina del mondo!
ivy, 06 Mag 2010
tpc in primo piano: laura grignani
Grazie a TpC e all’idea di una serie di interviste a catena tra alcune sue GpC (te-Laura, io-Ivy e Adry-Didiadry) ho avuto la bellissima sorpresa di scoprire due persone veramente simpatiche e frizzanti e di trovare adesso virtualmente di fronte a me una interlocutrice davvero molto interessante e dalla vita veramente movimentata… al tempo stesso semplice ed estremamente disponibile… Ecco Laura, la nostra GpC per Budapest, Birmania e Ungheria che con estrema curiosità vado ora a conoscere meglio insieme a voi… piemontese come me e Adri, ma per varie ragioni ed esperienze cittadina del mondo… ti piace questa definizione?

Laura: Si, mi piace… Anzi… È la definizione che piú mi si addice dato che ho sempre sostenuto di sentimi in primis cittadina del mondo e, solo conseguentemente, cittadina d’Europa e italiana. La cosa deriva da lontano, praticamente da quando ero bambina. Ho passato otto estati dall’età di otto anni in poi, in un kinderheim in Svizzera dove i miei genitori mi mandavano in vacanza, frequentato da bambini e ragazzini di tutto il mondo! Per me, cresciuta fino ad allora nella classica cittadina piemontese di provincia degli anni ’70, è stata un’esperienza formidabile. Qualcosa che mi ha accresciuto culturalmente e mi ha spalancato gli occhi per poter vedere anche al di lá delle siepi del mio parco cittadino. Anche se solo a poche centinaia di chilometri da casa mia… questa è stata la mia prima esperienza di viaggio, se per viaggio si intende immergersi nelle culture, negli usi e nei costumi di altre nazioni. Così… fra ragazzine americane che già a dieci anni usavano smalti per le unghie e trucchi, fra le bimbe iraniane che si facevano la doccia vestite, fra i ragazzini tedeschi che già parlavano perfettamente inglese, gli americani con i loro sorrisi splendenti e gli arabi con la loro eccellente educazione… ho imparato a convivere con varie religioni, abitudini e tradizioni diverse. Ho imparato che si può e si deve e, forse per questo, i ragazzini sarebbero da prendere ad esempio. Ricordo anche l’anno dello scoppio della guerra di Cipro fra Grecia e Turchia, nella mia camera c’erano una ragazza turca ed una greca… Non posso descrivere quanto abbiano sofferto entrambe per tutto quello che accadeva e che apprendevamo dalla televisione o dai giornali… ma loro erano diventate amiche per la pelle. Spesso mi chiedo se siano riuscite a rimanerlo. L’esperienza di quegli anni di vacanza mi cambiò. Negli anni a venire infatti gli abiti firmati (c’erano già allora!) e tanto agognati fino a quel momento, perché portati dalla maggior parte delle mie amiche, iniziarono a perdere la loro importanza, sostituiti dalla passione per l’apprendimento delle lingue straniere, lo studio delle varie culture… ma soprattutto dalla corrispondenza che intrattenevo metodicamente con tutti i miei amici oltre confine ma anche oltre oceano.

Successivamente ho girato gran parte dell’Europa per motivi di studio, lavoro o semplicemente svago. Mi sono sempre trovata bene ovunque, come a casa. Non ho mai sofferto per la mancanza di un piatto di spaghetti né di una pizza. Né mi sono mai soffermata di fronte ai problemi linguistici. Se si vuole… ci si capisce ovunque. Quattordici anni fa con mio marito e i nostri due figli, che allora avevano 4 e 5 anni, ci siamo trasferiti in Ungheria, dove viviamo tutt’ora. È stata una scelta dettata da varie motivazione ma soprattutto una scelta di vita! Di questa scelta sono entusiasta, soprattutto per gli studi dei miei figli, ma anche per il modo di vivere, per la vivacitá di un Paese in crescita e per la genuinità che ancora regna in certe zone. L’unica nota dolente è la lingua. Eh già… Anche per una come me… L‘ungherese è risultato parecchio ostico. Nonostante tutta questa internazionalitá peró… il mio primo viaggio fuori dall’Europa (a parte due brevi vacanze in Tunisia) è avvenuto solo 13 anni fa…

Ivy: Avendo avuto quindi la possibilità e la curiosità di conoscere così tante culture diverse (veramente tante) siamo curiosi di sapere verso quale paese extra-europeo hai preferito partire, i motivi che ti hanno spinta a decidere proprio per quella destinazione e come hai organizzato il viaggio…

Laura: Il primo viaggio extra-continentale ha avuto come meta il Cile, ma per un motivo molto semplice… a Santiago vivevano dei miei zii da oltre 40 anni, pertanto è stato come organizzare una gita fuori porta. Abbiamo semplicemente prenotato i biglietti aerei ed avvisato gli zii che arrivavamo! L’unico piccolo problema è stato l’interminabile volo aereo, con ben quattro scali. Comunque i nostri bimbi di 4 e 5 anni l’hanno affrontato bene (meglio di noi)… Abbiamo trascorso le prime due settimane tra Santiago e Valparaiso, poi abbiamo noleggiato una macchina e abbiamo risalito la Panamericana fino al confine con il Perù. Il deserto di Atacama e la regione di Arica sono due post fantastici!

Ivy: Visto che mi interessa anche in prima persona… com’è stato viaggiare con i bimbi piccoli in luoghi e in modi diciamo non proprio “comuni” e soprattutto che ricordi hai di questa primo viaggio extra-continentale insieme alla tua bella famiglia, magari un episodio in particolare?

Laura: Quel viaggio e non solo è stato facilissimo con i bambini. Mi sono resa conto che i piccoli hanno uno spirito di adattamento notevolmente superiore a quello degli adulti. Loro dormono arrotolati come gatti sul seggiolino dell’aereo… loro recuperano il fuso orario facilmente… E più il viaggio è itinerante e meno si annoiano. Un episodio divertente (anche se all’inizio preoccupante) lo ricordo bene! Quando siamo arrivati a Santiago mia zia mi disse… “Ho comprato per voi l’acqua minerale poiché quella del rubinetto, pur essendo potabile, spesso crea dei problemi a quelli che vengono dall’Europa”. Ok… capito il messaggio. La sera misi i miei “sporchissimi” bimbi (i miei zii avevano un’azienda agricola) nella vasca da bagno… Dopo dieci minuti tornai e…. ARGHHHH!!! Che stavano facendo?? Si bevevano l’acqua dalla vasca…! Non dal rubinetto ma proprio dalla vasca con tanto di fanghiglia annessa! Dissi a mia zia che se il giorno dopo non ci sarebbero stati problemi l’acqua minerale poteva evitare di comprarla! E così fu. In effetti io penso che una volta ci si ammalava per mancanza di igiene, adesso ci si ammala per eccessiva igiene!

Ivy: Sante parole! Quindi primo grande viaggio in Cile… E il ricordo più bello in assoluto di questa esperienza? E, se c’è stata, qual è stata la caratteristica meno piacevole incontrata in questa terra o la cosa che ti ha colpito in particolare?

Laura: Il ricordo piú bello (se posso buttarmi sul lato gastronomico) è stato l’approccio con un nuovo tipo di cucina. In Cile ho (abbiamo) scoperto la “cheviche” che è un piatto che a tutt’oggi realizziamo anche a casa poiché sia i miei figli che io l’adoriamo! Mio marito no… ma lui è più tradizionalista, da buon italiano!!! La nota triste invece è stata l’entrare in contatto con la povertà… con la povertà vera… quella che urla dalle baraccopoli delle periferie delle cittá del centro e sud america. Quanto dolore si nasconde sotto quei tetti di lamiera?.

Ivy: Certamente dev’essere stato terribile vedere la povertà da così vicino e purtroppo rendersi conto di essere così piccoli ed impotenti di fronte a cose troppo grandi di noi. Immagino ti abbiano segnato profondamente … Quindi il tuo primo viaggio-esperienza di vita in Cile e poi? Le tue mete successive quali sono state e dettate da quali esigenze?

Laura: Il secondo viaggio è stato ancora più memorabile! Avevamo a disposizione due mesi e mezzo e cosí abbiamo deciso di andare a visitare il Messico. Siamo partiti per Los Angeles senza aver prenotato nemmeno l’albergo per la prima notte (cosa che adesso non faccio più… non so per quale motivo allora, pur avendo due bimbi piccini… andavamo sempre alla ventura!). L’unica cosa che avevo con noi era una guida turistica dell’Apa (le attuali insight) ed una carta stradale del Messico super dettagliata! Cosí la mattina dell’11 Gennaio del 1997, alle cinque del mattino (jet lag) sedevo sul letto di un Holiday Inn di Los Angeles con le pagine gialle in mano a cercare indirizzi di noleggio camper! Il giorno dopo alle due del pomeriggio eravamo già su una highway dentro un enorme camper americano in direzione New Mexico. Entrammo in Mexico da Ciudad Jarez (nella regione di Chihuahua) ed uscimmo da Bahia California dopo oltre due mesi e con 16.500 chilometri alle spalle. Poi l’anno dopo è arrivato il turno dell’Asia, quel continente che amo così tanto e che già sapevo mi sarebbe entrato nel sangue. Prima destinazione scelta, ovviamente, la Thailandia! Anche in quel caso l’organizzazione è stata nulla anche se avevamo una guida della Lonely Planet, oltre all’immancabile carta geografica, la prima cosa in assoluto che acquisto quando progetto una meta! Quella notte ricordo che sono rimasta fino alle quattro del mattino sul terrazzo del mio bungalow, immerso in una rigogliosissima vegetazione, a guardarmi intorno…. Eh già perché nessuno lo sa ma io ho sempre vissuto con il terrore degli insetti e fino ad allora non avevo mai viaggiato in paesi tropicali per questo motivo. Una volta addirittura avevo persino rifiutato un viaggio premio in Costa d’Avorio offertomi da un azienda dove lavoravo (diventando ovviamente lo zimbello di tutti i colleghi). Ma adesso ero là…. E dovevo farci l’abitudine… Quell’anno abbiamo fatto tutta la costa occidentale e quasi tutte le isole sotto Pukhet, fino al confine con la Malesia. La Thailandia ci è piaciuta tantissimo e tanto che ci siamo tornati l’anno seguente..

Ivy: Una frase che hai appena detto mi ha molto colpita. Parlando dell’Asia affermi: “…quel continente che amo così tanto e che già sapevo mi sarebbe entrato nel sangue…”. E’ la stessa cosa che è capitata a me per l’Irlanda, ma tu, come spieghi questo amore per un luogo in particolare, nato ancor prima di averlo visitato e la sensazione di “appartenenza” che senti dentro di te?

Laura: Quando avevo 14 anni avevo partecipato ad una gita scolastica ad Istanbul e già allora ero stata tremendamente affascinata da quei leggeri sapori orientali. Quel fascino strano… le spezie…. I mercati…. Gli odori… i colori…. I tessuti… A tutto ciò poi si è aggiunta la scoperta della dignità del popolo asiatico. Quella dignità che, ad esempio, nel Sud America non ho mai incontrato. Probabilmente nasce dalla loro religione, che condanna l’accattonaggio a differenza delle religioni occidentali, o forse, dalla loro filosofia di vita, sempre pronta a perdonare, a capire, a meditare. Il rispetto degli altri, la tolleranza, ma anche un estremo senso dell’onore e dell’onestá fanno di questo popolo un esempio fantastico. Dopo tanti viaggi nel continente asiatico, a parte l’ultimo viaggio in India che è stata da me catalogata come “l’altra Asia”, non sono ancora stata delusa. Thailandia, Vietnam, Cambogia, Laos, Sri Lanka, Myanmar, nazioni in alcuni casi visitate più di una volta, mi hanno lasciato nel cuore il sorriso.

Ivy: Non conoscevo queste caratteristiche del popolo asiatico e sinceramente mi ha colpito molto il tuo entusiasmo; naturalmente apprezzo e ammiro la loro filosofia di vita, gli ideali, che purtroppo nel resto del mondo stanno venendo sempre più a mancare… Dicevi dell’India… l’hai “catalogata” come “l’altra Asia” … raccontaci il perché…

Laura: Abbiamo aspettato tanti anni per affrontare un viaggio in India perché immaginavo che l’impatto con la realtà del luogo fosse violento, quindi preferivo che i miei figli fossero piú grandicelli. L’India, pur essendoci piaciuta molto a livello naturale e monumentale, ci ha lasciato tanta tristezza. L’India è sporcizia, è rumore. Anche la povertà in India è rumore, ti sembra di sentirla gridare! L’India è da scoprire, è da capire… Ti bombarda di contrasti, ti provoca dubbi, ti fa piangere. Io e mia figlia abbiamo pianto più di una volta, di fronte agli occhini dolcissimi di un bambino affamato a cui Carlotta ha regalato il suo panino e sui marciapiedi di Mumbai, dove dormono intere famiglie, avvolte in coperte e stracci, in mezzo alla sporcizia e circondati da topi di fogna. A noi l’India non ha trasferito tutto quel misticismo e quel senso di pace per cui la maggior parte dei viaggiatori se ne innamora, né abbiamo percepito quella profonda religiosità che mi aspettavo. Una realtà che invece emerge sempre e violentemente è che l’India è il Paese delle Caste. Però adesso non voglio esagerare altrimenti chi mi legge si spaventa. Concludo dicendo che in India comunque ci torneremo, perché comunque l’India è da vedere, è da scoprire, e poi da ricordare. È semplicemente un’ “altra Asia”…

Ivy: Certo, ovunque andremo sempre troveremo dei pro e dei contro più diversi in ogni continente, dovremo cercare di comprenderne le ragioni e purtroppo subire anche le cose che non riusciamo a capire e accettarle per quelle che sono, anche se ci fanno male… in primis la povertà, come le guerre e la violenza in generale… Oltre a sentirti impotente di fronte a tutto ciò non ti capita di provare anche rabbia?

Laura: Sì una rabbia tremenda!! Questo mi è capitato più volte in Sud e Centro America e soprattutto in Costa Rica e in Repubblica Dominicana, due “perle” del turismo, due stati che potrebbero avere gli strumenti per far vivere bene gran parte della popolazione alla quale peró sembra le siano state strappate di mano le loro terre, le loro spiagge, le loro stesse tradizioni. Governi che hanno venduto tutto agli stranieri riducendo la loro popolazione a manodopera pura. Nessuna possibilitá di crescita ed in certe zone povertà esagerata, mancanza di scuole, carenza di strutture sanitarie. In Dominicana quasi tutte le strutture turistiche sono in mano a stranieri (e non parlo solo dei grossi complessi alberghieri ma anche di bar, ristoranti, bed & breakfast, negozi, etc etc..) cosí a fianco ad una popolazione che tenta di sopravvivere con 100 dollari di stipendio al mese (quando va bene)… il turista si trova a pagare non meno di 50 usd per una semplice camera in un bed & brakfast di proprietá di qualche europeo. É come se in Italia una camera in un bed & breakfast la facessero pagare 400 euro a notte!!! Ecco questa disparitá mi fa molta rabbia….

Ivy: Ti capisco benissimo, del resto si sa che la ricchezza è e sempre sarà mal distribuita in tutto il mondo e sempre a discapito del benessere delle popolazioni! Ma ora passiamo ad argomenti meno “impegnati”… Accantoniamo per un attimo l’argomento viaggi e parliamo un po’ di te e di come sei approdata a Turisti per Caso. Raccontaci, naturalmente quello che preferisci, della tua vita quotidiana, del tuo lavoro e dei tuoi hobbies…

Laura: Sono approdata a Turisti per Caso per… puro caso! Qualche anno fa cercavo informazioni per un mio viaggio e cosí, tramite un motore di ricerca ho scoperto il sito. All’inizio l’ho utilizzato peró soltanto per leggere i vari forum ed i diari di viaggio pubblicati dagli utenti. Credo di non essermi registrata per i primi anni… Ero solo un “visitatore”. Mi sono registrata per caricare i miei diari di viaggio… Ne avevo già cosí tanti e ho pensato che come a me erano stati utili alcuni resoconti di altri viaggiatori cosí potevo essere anch’io utile a qualcun altro. I miei diari di viaggio peró li leggono in pochi!!! Sono piuttosto logorroica, lo ammetto. D’altronde li scrivo per me, per la mia famiglia, per potersi ricordare negli anni a venire anche i piccoli particolari, le piccole disavventure, le grandi risate! I miei hobby sono la musica (suono il pianoforte anche se ormai di rado), la cucina ed ovviamente i viaggi! D’estate lavoro nella mia piccola struttura di agriturismo… preparo colazioni e cene! D’inverno invece dò lezioni di italiano, organizzo i miei viaggi, mi dedico alla mia famiglia… e mi annoio anche un pò. Adoro la gente! La gente è la mia passione, di qualsiasi origine, nazione o cultura… Sono una chiacchierona e non potrei vivere senza gente intorno, mi piace stare con gli amici dei miei figli… chattare con gli amici virtuali… basta che ogni giorno abbia qualcuno che mi racconti qualcosa di nuovo! Un pò come i bambini e le favole!

Ivy: Parlaci un po’ dell’idea che hai avuto di aprire un tuo agriturismo proprio in Ungheria e illustraci, come se fossimo dei tuoi ospiti, le bellezze della zona in cui abiti, proprio come fai quotidianamente sul sito di turisti per caso come guida per caso.

Laura: Nel 1996 mio marito è andato in pensione e già avevamo l’idea di andare via da Milano ed avviare un piccolo bed & breakfast in qualche casolare di campagna… ma purtroppo le località italiane che ci piacevano, avevano prezzi inabbordabili. Cosí mi venne l’idea dell’Europa dell’Est, la “nuova” Europa…. Avevo amici ungheresi in Germania e mi sono sempre trovata bene con loro, è un popolo aperto, di compagnia, di cultura… In quindici giorni abbiamo girato praticamente tutta la Nazione (5500 chilometri) e la località di Szilvásvárad ci ha preso il cuore. È un paese di 2000 persone situato in un parco nazionale, vicino ad Eger (una delle piú belle cittá barocche d’Ungheria) ed è una località turistica da secoli. Persino il Conte Pallavicini vi aveva costruito una residenza di caccia. È sede degli allevamenti dei cavalli Lipiziani, paradiso del trekking, caving, equitazione, mountain-bike. Non adatta agli amanti del divertimento è peró speciale per vacanze tutta natura. Foreste, passeggiate, grotte, laghetti, torrenti… ci sono allevamenti di trote e vi si trovano anche i funghi ed i tartufi!! Dulcis in fundo… Non mancano manifestazioni gastronomiche ed enologiche. Inoltre abbiamo trovato una casa d’epoca, sotto la protezione delle Belle Arti, di cui ci siamo innamorati subito. Dopo due mesi eravamo giá qui!

Ivy: Tu e la tua famiglia siete quindi soddisfatti della vostra scelta di vita e di come avete affrontato i cambiamenti delle vostre abitudini sia sociali che culturali, sia pure quelle alimentari, non meno importanti per voi visto che, da come ben si comprende da quanto scrivi anche nei tuoi diari di viaggio, siete amanti della buona cucina e del buon vino, che credo sappiate far bene apprezzare quotidianamente anche ai vostri ospiti?

Laura: Si, siamo soddisfatti della nostra scelta di vita, i cambiamenti socio-culturali non sono stati poi cosí forti… In fondo siamo sempre in Europa. Più difficile senza dubbio è allontanarsi dalla Culla europea… Anche se ho un progettino… Per quanto riguarda la gastronomia oltretutto, l’Ungheria vanta una grande tradizione culinaria, anche se diversa dalla nostra potrei affermare che è uno dei pochi Paesi del Nord Est Europa dove si mangia veramente bene. É anche una grande produttrice di vini, e non solo di Tokaj. La zona dove noi viviamo ad esempio è nota per la produzione dell’Egri Bikaver (Sangue di Toro), un ottimo vino rosso corposo da accompagnare con la selvaggina…. (per i vegetariani mix di formaggi…!).

Ivy: Lasciamo il sospeso sul tuo “progettino” per scaramanzia, come augurio di buona fortuna, e terminiamo la nostra lunga chiacchierata con una mia ultima curiosità personale …Se dovessi portarmi con te (noi sole senza famiglia al seguito) da qualche parte nel mondo… dove credi mi porteresti? 😉

Laura: Non sono mai andata in viaggio senza famiglia al seguito e credo che mi mancherebbe qualche “pezzo”, comunque ti porterei sicuramente in Asia! Se dovessi scegliere un Paese giá visitato ti porterei in Myanmar, (anche perché è un luogo dove tornerei volentieri) anche se sicuramente non in un viaggio organizzato. Il Myanmar è bellissimo ma è bello girarlo in piena autonomia. Ti permette di entrare in stretto contatto con la popolazione che ha tanto bisogno di parlare con chi proviene dall’esterno dei propri confini. Se dovessi invece portarti in un Paese nuovo penso che sceglierei l’Indonesia, una meta affascinante che manca al mio elenco!! Pensa che bello… potremmo scoprire insieme una nazione nuova, con i suoi profumi orientali, i templi, le spiagge coralline… sempre che tu ti possa adattare ai miei ritmi di viaggio che sono piuttosto estenuanti…

Ivy: Tranquilla… quando sono in vacanza anch’io divento instancabile… mi sembra quasi di trarre energia dalle cose che vivo e che vedo intorno a me… In cambio io naturalmente ti porterei in qualche remoto pub di campagna irlandese… ti ci vedo troppo bene! Faresti amicizia subito con tutto il paese! 😉

Laura: Ah sì… bello, non ci sono ancora stata… Da qualche anno, potendo andare in vacanza solo d’inverno, siamo costretti ad escludere a priori i paesi freddi (che per me sarebbero freddi pure d’estate…)… però se al pub si può bere birra a volontà… intervallata da qualche bicchiere di irish whiskey…. Prenoto subito il volo! Inoltre, se come presupponi, riuscissi a fare amicizia con tutto il paese, poi magari saremmo invitate nelle loro case per assaggiare le loro “riserve storiche” ed in cambio noi potremmo cucinare qualcosa di italiano, che nel nord Europa, se non erro, é sempre molto gradito!

Ivy: Beh devo ammettere che come finale, l’immagine di noi due al bancone di un pub a sorseggiare una pinta appena spillata, intente a scambiare due battute con qualche simpatico Irish mi ispira molto! Un brindisi quindi a noi, all’inizio di una bella amicizia, spero, e un augurio di buon proseguimento nelle tue attività di agriturismo e di nostra Guida per Caso!

Da parte mia allargo il brindisi a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggerci e auguro a tutti tanti bellissimi viaggi!!!!!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche