Toscana da sogno

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Scritto da: maretta_81
toscana da sogno
Partenza da Rignano, si attraversa il ponte per la frazione di San Clemente per immettersi sulla SS 69, poco dopo deviazione per Sociana per la chiesa di San Clemente, abbellita da un portico con colonne in pietra serena. Pregevole l’interno con numerose opere d’arte, una Madonna con Bambino, rilievo marmoreo di Antonio Rossellino collocato nel lato sinistro, una Madonna della bottega di Santi di Tito, San Michele tra i Santi del Naldini. Dietro l’altar maggiore un porta candelabri ornato da due angeli di Mino da Fiesole. Sempre rimanendo sulla SS 69 dopo 2 km troviamo S. Ellero, un tempo sede di antico monastero, eretto dalle benedettine già nel X secolo, poi passato ai Vallombrosani, ora ridotto a villa privata, di cui rimangono resti medievali e la torre romanica del castello di Alfiano (del XII secolo). Da S. Ellero, a cavallo tra l’ottocento e il Novecento, partiva un trenino per il Saltino, ne rimane la singolare costruzione in stile svizzero utilizzata per la normale linea Ferroviaria. Deviazione per la sp 88 in direzione Donnini e poi per la sp 86 (Reggello-Donnini-Tosi); a 5 Km pregevole la Villa Pitiana di fine ‘800, già possesso dei Grottanelli; è consigliabile una visita alla chiesa romanica di San Pietro a Pitiana. La Pieve eretta nel XII secolo ma fortemente rimaneggiata nell’800 con la riduzione ad unica navata, conserva nella muratura i resti dell’impianto a tre navate con pilastri e una bella torre campanaria con monofore e bifore in successione; sobria facciata preceduta da un loggiato del XVI secolo e impreziosita da un rosone centrale e dagli stemmi dei Cavalcanti e dell’Arcispedale di S.Maria Nuova di Firenze, proprietari dell’edificio. Proseguendo per la sp 86 si arriva a Tosi, centro per la produzione artigianale dei mobili. Da Tosi è possibile un percorso di circa 25 km, per la sp 83, una traversata di Pelago, in direzione Firenze, che tocca Paterno,Pelago e Pontassieve (41 km) con deviazione al Monastero di Rosano. Continuando verso il Pratomagno il paesaggio cambia, la strada comincia a inerpicarsi, si vedono i primi segni della foresta con il silenzio e l’austerità vallombrosana. Dopo 5,5 km un lungo viale fiancheggiato da maestosi aceri annuncia l’ingresso dell’Abbazia di Vallombrosa con l’Abetina demaniale e l’Arboreto Sperimentale. Sono possibili escursioni a piedi, a cavallo e in mountain-bike. E’ possibile una deviazione al Monte Secchieta (1449 m, stazione sciistica invernale), dove al Masso del Diavolo (cui è legata una leggenda ricordata da una cappellina) si ammira un panorama straordinario sul Valdarno, gli Appennini, il Casentino. Da Vallombrosa la strada prosegue nell’Abetina per 1,5 km fino a Saltino, poi a 7 km Pietrapiana dove si trova la chiesa diSant’Agata in Arfoli. Edificio romanico del XII secolo, già patronato degli Ardimanni, la chiesa è stata più volte restaurata, è un struttura ad unica navata che conserva il coro rinascimentale, una lastra tombale del 1126, frammenti di sculture pre-romaniche e numerosi affreschi e tele del Quattrocento, tra cui una Madonna con Bambino di Raffaellino del Garbo. Sulla destra, da una porta con l’iscrizione 1228, si accede all’interessante chiostro con colonne rinascimentali. Bella la torre campanaria con monofore e bifore. Proseguendo si arriva Reggello. Da qui la deviazione per la sp 17 in direzione Firenze, si attraversa la frazione di Cancelli; nella chiesa di Santa Margherita, di impianto romanico di cui si conservano tracce di muratura, recentemente restaurata, si trovano raffinate decorazioni settecentesche.

Si prosegue fino a Leccio, lungo la strada si vedono i caratteristici calanchi, formati dalla presenza del grande lago esistente nella valle nel periodo pliocenico. Consigliabile una sosta al romantico Castello di Sammezzano, ospitò secondo la tradizione anche Carlo Magno, più volte ricostruito, fu possesso dei Gualtierotti, Altoviti, Medici e degli Ximenes d’Aragona che ne realizzarono l’attuale configurazione nel 1853, con forme arabo moresche ispirate esternamente ai mausolei indiani e all’interno all’Alhambra di Granada. C’è un parco con cedri del Libano e sequoie. Ritornando sulla strada statale in direzione Incisa, si raggiunge Pian dell’Isola nei cui dintorni troviamo la fortezza in alberese di Torre all’Isola, grandiosa costruzione medievale con merlature e beccatelli eretta a guardia di un guado sull’Arno, a difesa del territorio di Rignano, utilizzata come fortilizio e abitazione. Nei pressi si trova il Ponte di Rignano, costruzione di origine trecentesca che favorì l’espansione dell’abitato di Rignanoposto sulla via della transumanza che da San Donato portava in Maremma. Si prosegue e a 2,5 km troviamo la Torre del Castellano, edificata dai Conti Guidi nel XIV secolo sui resti di una torre longobarda, possesso dei Pazzi e dei Castellani. Quadrilatero con rinforzo a scarpa ornato da una torre angolare, ristrutturato nel 1952 dall’arch. Morozzi, conserva alla sommità resti di beccatelli e Torre del Castellano merlature.

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Il masso del diavolo

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Ponte di Rignano

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Castello di Sammezzano

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Sant'Agata in Arfoli

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Abbazia Vallombrosa



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