Un weekend… pendente

Due giorni a Pisa: full-immersion tra chiese e monumenti, nonostante il diluvio torrenziale
Scritto da: ireste
un weekend... pendente
Partenza il: 09/01/2010
Ritorno il: 10/01/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
A volte i compleanni sono un’ottima occasione per realizzare piccoli desideri che, per mancanza di tempo o pigrizia, rimangono in sordina per il resto dell’anno. Detto fatto, per festeggiare il compleanno del mio ragazzo, Walter, ho deciso di regalargli (o meglio, regalarci…) un weekend a Pisa, perché la Toscana ci affascina e vogliamo scoprirla poco per volta, a partire dalle sue città più famose. Ed eccoci qui, in un nevoso mattino di gennaio, su un treno non troppo affollato e stranamente puntuale, diretti verso la nostra meta. Premessa: il tempo non è stato clemente neanche un po’: la pioggia battente ci ha dato tregua solo sabato sera. Ma questo non ci ha certo impedito di girare in lungo e in largo tutta la città entro le mura!

1° giorno

Girovagando su internet avevo prenotato un Bed & Breakfast vicino alla stazione e al centro, “Il Giramondo”: diciamo che, rispetto ad altre occasioni, in questo caso la realtà era abbastanza attinente a quanto detto (e visto) sul sito. Comunque, la nostra permanenza a Pisa inizia sabato ad ora di pranzo: appena il tempo di depositare i bagagli e via, alla scoperta della città. La prima cosa che ci colpisce è Santa Maria della Spina, minuscola e caratteristica chiesetta costruita (e poi spostata più in alto) proprio sulle sponde dell’Arno: beh, forse l’interno non vale i 2€ spesi per entrare (a parte due statue, di cui una è una copia, e l’architettura interna col soffitto cassettonato, non c’è altro da vedere), ma pazienza. A proposito di fiumi: in quelle settimane (siamo nel periodo dell’esondazione del lago Massaciuccoli) l’Arno era in piena, gigantesco e fangoso, davvero spettacolare! Dopo la chiesetta, eccoci di nuovo in marcia, diretti, ovviamente, verso Campo dei Miracoli: devo dire che il maltempo non ha tolto nulla alla bellezza della piazza, col suo prato curatissimo da sembrare finto e i suoi monumenti (certo, fare foto con l’ombrello non è il massimo…). Decidiamo di pianificare bene la visita per riuscire a vedere tutto entro l’orario di chiusura. La scelta ricade subito sul Campanile: visto dal vero è ancora più maestoso, non vediamo l’ora di ammirare il panorama dall’alto! Il biglietto d’ingresso fredda un po’ il nostro entusiasmo: 15€ a testa per salire 300 gradini ci sembrano un po’ eccessivi, ma poi pensiamo ai grandi lavori di ristrutturazione a cui è perennemente sottoposta la torre e decidiamo che saranno soldi spesi per una buona causa. Premetto: io sono un’appassionata di torri, campanili e cupole, ovunque ci siano scale a chiocciola claustrofobiche che preannunciano vedute spettacolari, state pur certi che io ci sono salita. Proprio per questo devo dire che la Torre mi ha delusa: ok, da lì si ha una vista perfetta a 360°, ma la salita non è stata per nulla faticosa, a dispetto del lungo foglio di raccomandazioni, e poi lo spettacolo della città vista dall’alto non era quel granché. Forse la colpa è da attribuire alla pioggia, ma non mi sento di consigliare la salita ad altri turisti. Ritornati coi piedi per terra, ci dirigiamo verso il Battistero: che meraviglia! Arriviamo giusto in tempo per goderci il meraviglioso spettacolo sonoro che, ogni 30 minuti, mette in risalto l’acustica straordinaria del luogo. Da qui iniziamo a calarci veramente nell’atmosfera un po’ mistica che avvolge tutta la piazza, e che culmina nel Camposanto: muniti di una buona guida illustrata, percorriamo in rigoroso silenzio, rotto solo dallo scrosciare della pioggia, i lati dell’ampio porticato, leggendo le iscrizioni sulle lapidi, quasi intimoriti dall’austerità del luogo. Infine, eccoci giunti all’ultima tappa del nostro pomeriggio pisano: il Duomo. Come non ammirare il pulpito o il pendolo di Galileo! Se devo trarre un bilancio, direi che complessivamente la nostra sete di cultura per oggi è stata ampiamente saziata.

Ora, eccoci pronti per toglierci i panni dei turisti e calarci nell’atmosfera locale: è quasi sera e Borgo Stretto, la via principale del centro, pullula di negozi e di vita. In fondo, per capire un po’ meglio le usanze del posto, non c’è niente di meglio che una buona passeggiata nelle vie più frequentate, con tanto di sosta al bar. L’unica cosa che ci dispiace un po’, è che non abbiamo assaggiato nessun piatto tipico della cucina locale: infatti a cena, non sapendo dove andare, abbiamo optato per una classica pizzeria notata nel pomeriggio. E qui non abbiamo potuto fare a meno di stupirci: abituati nella nostra città, che al sabato sera se non hai prenotato devi aspettare in piedi almeno mezz’ora in qualunque pizzeria, vedere che a Pisa i ristoranti erano tutti semideserti è stata una vera sorpresa. Comunque anche by night Pisa è davvero carina: consigliamo in particolare di abbandonare le vie principali e di avventurarsi nelle stradine laterali, che riservano sorprese e locali davvero particolari.

2° giorno

Domenica ci accoglie piovosa come il sabato, ma ormai siamo abituati. Oggi il programma prevede numerose passeggiate per tutto il centro, per riuscire a vedere, almeno dall’esterno, le sue numerose chiese e i palazzi principali. Una cosa che ci colpisce subito, è la quasi totale assenza di negozi aperti, nonché di turisti: ma che fine hanno fatto tutti quelli che ieri vagavano per Campo dei Miracoli? Mistero…

L’elenco di ciò che abbiamo visto sarebbe noioso, qui però voglio ricordare almeno la bellissima Piazza dei Cavalieri: oltre al Palazzo dell’Orologio, si affaccia anche la Normale (alias Palazzo dei Cavalieri), la famosa università d’eccellenza, alla stregua delle inglesi Oxford e Cambridge, che ha reso Pisa famosa in tutta l’Italia. Io, da universitaria quale sono, non ho resistito alla tentazione di fare un giretto nel cortile del moderno campus che le sta a fianco, cercando di immaginarmi la vita degli studenti “normali”.

Non poteva mancare certo un po’ di shopping in uno dei pochi negozi di souvenir aperti: siamo rimasti incantati di fronte alla perfezione delle statue in alabastro dei maestri artigiani!

La nostra lunga passeggiata è proseguita fino al Bastione di Sangallo, antica fortezza oggi totalmente in stato di abbandono, o, almeno, questa è la nostra impressione vedendo i cancelli arrugginiti e le erbe infestanti che ne ricoprono le imponenti mura.

La mattina è trascorsa via veloce come l’asfalto sotto i nostri instancabili piedi: nel primo pomeriggio un altro treno ci ha riportati a casa.

Tirando le somme di queste 26 ore di intensa vita pisana, ci riteniamo soddisfatti: abbiamo visto quasi tutto quello che volevamo da vedere, a parte i musei (ma, del resto, questa potrebbe essere un’ottima scusa per ritornarci…). Certo, anche se i nostri cuori erano già riscaldati dalla bellezza delle opere d’arte, un raggio di sole per scaldare anche i corpi non sarebbe stato per nulla sgradito, ma non importa.

Mentre il treno scorreva veloce accanto alle cave di marmo di Carrara, la nostra mente stava già pensando al prossimo itinerario toscano!



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