Thailandia-Cambogia andata e ritorno

Itinerario circolare tra Bangkok, Siem Reap, Koh Kut e Bangkok
Scritto da: Giovanna C.
thailandia-cambogia andata e ritorno
Partenza il: 19/01/2016
Ritorno il: 04/02/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Quarta volta in Thailandia e prima volta in Cambogia. Erano anni che volevo visitare l’area archeologica di Angkor e finalmente mi organizzo per andarci. Una meta imperdibile per chi è appassionato di storia e rovine, a mio parere uno dei siti più affascinanti del mondo.

VOLI

Volo Milano-Bangkok con Oman Air comprato a inizio novembre 2015 all’ottimo prezzo di 399€ a testa a/r. Spendo due parole su questa compagnia, eravamo dubbiosi date le recensioni non proprio tutte positive, voli in ritardo, bagagli persi e via dicendo. Noi siamo stati fortunati ed è andato tutto bene, voli in orario, trattamento ottimo a bordo, bagagli arrivati, insomma niente da dire. Ad altri viaggiatori che abbiamo incontrato in Thailandia è andata peggio, zaini rimasti a Muscat e consegnati una settimana dopo con conseguenti disagi. Per quanto riguarda me, non esiterei a viaggiare di nuovo con la Oman.

Volo Bangkok-Siem Reap di sola andata con Air Asia a 156€ per due persone con un bagaglio imbarcato, niente da dire su questa compagnia con cui abbiamo volato parecchie volte sempre senza alcun problema.

BANGKOK

Nonostante sia la quarta volta per noi in Thailandia, non ci eravamo mai fermati a visitare la capitale. Siamo più per i paesini e i villaggi che per le metropoli, però stavolta facciamo una sosta all’andata almeno per visitare le principali attrazioni. Non mi dilungo sulle attrattive di Bangkok, in Rete si trovano tutte le info utili. Visitiamo le attrazioni più famose, Palazzo Reale, Wat Pho con il suo incredibile Buddha sdraiato, 46 metri di lunghezza e 15 di altezza, totalmente rivestito d’oro e con i piedi decorati di madreperla Ci colpisce in particolare il Wat Arun che si trova sull’altra sponda del fiume ed è raggiungibile con un breve tragitto in barca. Gironzoliamo tra i templi e lungo il fiume finchè siamo stanchi… Il biglietto per l’ingresso al complesso del Palazzo Reale costa 500 bath a testa (circa 13€). L’ingresso al Wat Pho ed al Wat Arun costano 100 bath (meno di 3€).

Una nota: all’ingresso del Palazzo Reale una signora controlla la lunghezza dei calzoncini e impedisce l’entrata a chi non abbia le spalle e le ginocchia coperte. Se volete evitare di fare lunghe file per noleggiare un pareo con cui coprirsi, arrivate vestiti adeguatamente (pantaloni lunghi e non aderenti, maglietta con mezza manica e non canotta, la signora è abbastanza rigida…) oppure portatevi qualcosa con cui coprirvi.

Spostarsi a Bangkok

La capitale thailandese è servita da una buona rete di mezzi pubblici, autobus, metropolitana, tuk tuk e taxi, inoltre lungo il fiume Chao Phraya ci sono barche di linea con fermate in corrispondenza dei templi e delle principali attrazioni. A prima vista non è semplice districarsi tra tutte queste possibilità, quindi ecco qualche sintetico suggerimento.

Le strade sono sempre congestionate dal traffico, se possibile utilizzate la metro (indicata con la sigla MRT) piuttosto che i taxi, spenderete di meno e avrete la possibilità di mescolarvi tra la gente comune indaffarata nelle sue attività. La metropolitana non raggiunge la zona dei templi, quindi dal capolinea dovrete spostarvi a piedi (se vi piace camminare) o prendere un tuk tuk per il tratto rimanente.

Il panoramico Skytrain (indicato con la sigla BTS) è un treno sopraelevato in funzione dalle 5 del mattino circa fino a mezzanotte che ha due linee, una circa est-ovest (Silom Line) ed una circa nord-sud (Sukvumit Line), con interconnessioni con le altre linee di trasporti.

Dall’aeroporto Suvarnabhumi, che si trova circa 30 km a sud-est di Bangkok, ci si può spostare verso il centro utilizzando l’Airport Rail Link, il nuovo treno sopraelevato molto comodo ed economico che raggiunge il centro in meno di mezz’ora e funziona tra le 6 del mattino e mezzanotte. Le interconnessioni del Link con le altre linee di trasporti sono in corrispondenza della stazione Makkasan (che coincide con la fermata Phetchaburi della metropolitana) e alla stazione Phayathai (che coincide con la omonima fermata BTS Sukhumvit Line). Sembra tutto molto complicato ma in realtà non lo è, nelle stazioni ci sono cartelli esplicativi e personale che spiega ai turisti come devono muoversi e quali biglietti acquistare.

Per raggiungere infine dalla città il vecchio aeroporto Don Mueang, da cui partono i voli Air Asia e di altre low cost, la soluzione più veloce è prendere un taxi dato che non esistono treni veloci né linee di metropolitana che arrivino allo scalo. Calcolate bene i tempi di percorrenza, noi abbiamo impiegato meno di 45 minuti al mattino presto ma siamo stati fortunati e non abbiamo trovato particolari code. Abbiamo pagato circa 350 bath per la corsa.

Alloggio a Bangkok

Altro problema per chi si trova a visitare Bangkok la prima volta è decidere dove dormire, la città è enorme e le possibilità per tutte le tasche. Noi abbiamo preferito la comodità di un alloggio raggiungibile con i mezzi dall’aeroporto anche se ubicato lontano dal centro e dalle zone dei templi, e comunque in una zona ben servita dalla rete dei trasporti.

L’hotel FX Metrolink Makkasan si trova in corrispondenza della fermata Makkasan dell’Airport Rail Link e Phetchaburi della metropolitana. La zona è molto trafficata e senza attrattive particolari, l’hotel si trova in un cortile interno e i rumori della strada arrivano attutiti. Camere pulite e confortevoli, personale gentile, colazione a buffet e wi-fi gratuito. Costo circa 40€ a notte.Da qui l’aeroporto internazionale Suvarnabhumi si raggiunge in circa 20 minuti in treno, evitando le strade trafficatissime anche alle prime ore del mattino; il vecchio aeroporto Don Muang da cui partono i voli Air Asia si trova a meno di un’ora di taxi.

CAMBOGIA

Dopo la sosta a Bangkok, ci imbarchiamo sul volo Air Asia delle 10 per Siem Reap in Cambogia, durata circa 1 ora. Per entrare in Cambogia è necessario il visto e ci sono due modalità per averlo, la più economica e probabilmente la più utilizzata è di richiederlo direttamente all’aeroporto pagando 30$ a testa; questa opzione comporta che ci si metta in fila all’arrivo, si compilino i moduli e si attenda il proprio turno, l’unica pecca è il tempo di attesa che può essere parecchio se c’è molta gente in fila.

La seconda modalità è di richiederlo online prima di partire sul sito https://www.evisa.gov.kh/?lang=Ita (costo 40$ a testa). Noi l’abbiamo fatto online, a mio parere vale la pena pagare qualcosa in più piuttosto che farsi la eventuale fila all’arrivo, a voi la scelta. Sul sito si dice che ci vogliono 3 giorni lavorativi per averlo ma in realtà ci è arrivato il giorno dopo, serve allegare una fototessera scannerizzata e poi stampare il visto in duplice copia (una da consegnare all’ingresso ed una all’uscita). Il visto ha validità di tre mesi, ma consente un solo ingresso con permanenza massima di 30 giorni (estendibile per altri 30 giorni, come riportato da diversi siti).

Siem Reap è la base logistica per visitare l’area archeologica di Angkor, ma a mio parere non ha niente a che fare con la vera Cambogia. La cittadina è dotata di tutto quello che serve al turista, ma è anche trafficatissima, piena di tuk tuk e motorini, rumorosa e polverosa. La zona più turistica (chiamata Pub Street) è sempre affollata, se come noi di notte volete riposare cercate alloggio lontano da qui, magari dall’altra parte del fiume (in ogni caso sarete a pochi minuti di camminata e se volete andare a farvi un giro “in centro” potete farlo con tranquillità…). Se prenotate un hotel e comunicate con che volo arriverete, troverete un tuk tuk fuori dall’aeroporto ad aspettarvi che vi porterà direttamente al vostro alloggio. In alternativa, una corsa per la città con un taxi costa 7$.

Una volta arrivati a Siem Reap, la prima cosa che si fa di solito è andare alla biglietteria di Angkor a comprare il biglietto (si trova fuori città a circa 4 km di distanza, noi ci siamo andati in bicicletta). Come risaputo, ci sono diverse tipologie di ingressi: biglietti con un ingresso unico (1 giorno – costo 20$ a testa), con 3 giorni di ingresso (40$ a testa) e una settimana (60$ a testa). Per la mia esperienza consiglio il biglietto di 3 giorni perché in un giorno solo non si vede nulla e una settimana mi sembra davvero tanto. I 3 giorni di ingresso possono essere utilizzati nell’arco di una settimana dalla prima vidimazione, per ogni giorno di ingresso viene fatto un buco sul biglietto. Ovviamente niente vi vieta di tornare più volte nello stesso tempio nell’arco del periodo di ingresso. Alla biglietteria scatteranno una vostra foto che verrà stampata sul biglietto che quindi è strettamente personale, attenzione ad averlo sempre con se durante tutte le visite, vi verrà chiesto ogni volta che entrerete in un tempio e a volte anche all’interno quindi non perdetelo!

qualche personale consiglio per come… sopravvivere ad Angkor

1) potete raggiungere la zona dei templi assoldando un guidatore di tuk tuk per l’intera giornata, costerà circa 15$ e vi scarrozzerà in giro tra i templi finchè non sarete esausti. In alternativa potete affittare una bicicletta (costo 2$ al giorno), tenete però conto che alcuni templi sono parecchio distanti, che il caldo può essere asfissiante e le strade sono sempre polverose quindi decidete se ve la sentite o meno…

2) alzatevi presto al mattino e siate ai templi non più tardi delle 7-7.30. In questo modo eviterete la ressa di coloro che si sono alzati di notte per andare a vedere il sole sorgere sui templi ed eviterete i gruppi organizzati di turisti (per lo più orientali) che arrivano non prima delle 9.30-10. Noi siamo entrati ad Angkor Wat alle 7.15 mentre tutti gli amanti dell’alba stavano uscendo sbadigliando e ce lo siamo visitati in tutta tranquillità prima dell’arrivo delle folle oceaniche di turisti orientali con i loro ombrellini per ripararsi dal sole. Nel pomeriggio rientrate non troppo tardi al vostro hotel per riposarvi e se siete stati lungimiranti e avete scelto un albergo con piscina, per farvi un bel bagno ristoratore… vi sentirete come nuovi e pronti per un’altra giornata di esplorazioni.

3) le visite ai templi sono faticose, comportano lunghe camminate sotto il sole e un gran numero di scalini da percorrere, fate una scelta sui templi da visitare, non è possibile vederli tutti quindi decidete prima quale visitare.

A mio parere, quelli imperdibili sono: Angkor Wat (ovviamente!), Angkor Thom (bellissima la Terrazza degli elefanti), Bayon (uno dei più emozionanti per me…), Ta Phrom (più piccolo e spesso affollato, ma comunque affascinante) e forse Banteay Srei. A proposito di questo tempio, si trova più lontano da Siem Reap quindi vi chiederanno sicuramente una cifra extra per portarvici. I bassorilievi sono molto belli, ma ne vedete di altrettanto belli al museo di Angkor, quindi si potrebbe anche decidere di non visitarlo, dipende da quanto tempo avete a disposizione. Noi abbiamo visitato anche Pre Rup, Prasat Kravan e altri minori, come ho già scritto dipende da quanto tempo potete dedicare ai templi.

4) mettetevi scarpe comode, non infradito o sandali. Ho visto signore caracollare sui gradini lisci dei templi con sandaletti con tacco, non oso pensare allo stato delle loro caviglie ora di sera… I cartelli con i consigli di visita nei templi suggeriscono un abbigliamento consono, dopo tutto si tratta di luoghi sacri e si dovrebbe evitare di andarci con i minishorts o in costume da bagno… Ugualmente si consiglia di non urlare nei templi, anche se gente schiamazzante purtroppo ne troverete sicuramente.

5) portate acqua da bere. Le visite sono faticose quindi cercate di non disidratarvi perché potreste trovare molto caldo e alla fine della giornata si è davvero stanchi.

6) all’interno dei templi non troverete venditori assillanti di souvenir, ma fuori dagli ingressi ce ne sono, soprattutto bambini che vendono cartoline che a volte possono essere davvero insistenti. I cartelli nei siti suggeriscono di non dare soldi né dolciumi ai bimbi, sta a voi decidere se comprare qualcosa o meno. Sappiate però che se comprate 10 cartoline da un bimbo, ne arriveranno altri che vogliono vendervi altre cartoline e così via in una catena infinita. Vedrete anche orchestrine di uomini amputati vittime delle mine antiuomo, purtroppo è una delle difficili realtà di questo paese che non è possibile far finta di non vedere. Se gli darete qualche dollaro, vi ringrazieranno con infiniti sorrisi.

7) noi abbiamo visitato anche il museo di Angkor, il costo è un po’ elevato (12$ a testa) ma secondo me ne vale la pena. Le sale racchiudono bellissimi reperti tra cui molti bassorilievi di Banteay Srei, cartelli esplicativi, statue e via dicendo. Portate una felpa perché nelle sale il clima è polare…

Di solito dopo qualche giorno di templi, si vuole vedere qualcosa di diverso e si inizia a pensare ad una escursione. Avevo letto molte recensioni, alcuni stroncano queste attività perché sono diventate un modo per spennare il turista. Noi abbiamo partecipato ad una escursione di un giorno intero organizzata dalla Triple A Adventures Cambodia e la consiglio perché è stata interessante e ricca di emozioni.

La nostra giovane guida che ci ha accompagnati (eravamo in 6 turisti) è venuto a prenderci alle 8 del mattino al nostro hotel con un minivan e ci ha portato fuori Siem Reap, dove a bordo di biciclette rigorosamente da donna iniziamo una bella pedalata nelle zone rurali. Strade sterrate in terra rossa tutte pianeggianti, quindi molto facili anche per chi non è ciclista, ci fermiamo in un mercato ad ammirare le verdure in vendita, poi visitiamo una scuola vicina ai templi di Roulos e la nostra guida ci racconta molte cose non proprio positive sul sistema di istruzione cambogiano. Qui nessuno parla inglese e nessuno vuole vendere qualcosa, i bimbi ci salutano ridendo dalle loro piccole aule e mi intenerisce vedere che scrivono non sui quaderni, ma su piccole lavagnette come da noi parecchi anni fa…

Finita la pedalata, con il minivan ci portano a circa 50 km dalla città, nel villaggio di Kompong Khleang, sicuramente meno visitato rispetto ad altri villaggi più vicini. L’impatto visivo è emozionante, casette in legno su alte palafitte che durante la stagione secca spuntano da terra come dei grattacieli, non vediamo altri turisti e anche qui nessuno parla inglese. Tutto quello che non è su palafitta, durante la stagione delle piogge finisce sotto acqua e sui pali della luce ci sono i segni più scuri del livello raggiunto dalle acque (ben al di sopra dei 2 metri da terra!).

La guida ci conduce nella casa di una vecchina che ci accoglie dicendo “thank you”, stringendoci le mani e toccandoci il naso… A quanto pare i cambogiani chiamano i turisti occidentali con la parola baran che significa (così ci ha detto la guida) “grossi nasi”, così la signora ridendo come una matta tocca il naso a tutti noi e tutti ridiamo con lei! Mangiamo a casa sua riso e verdure, è un momento davvero bello, si chiacchiera e ci si scambia impressioni di viaggio. Dopo pranzo la signora stende delle stuoie nella sua casa e ci fa riposare mentre lei guarda una improbabile soap opera in televisione… Tutto il mondo è paese…

Dopo la siesta, si parte a bordo di una barca che discende il canale, attraversando il villaggio con le sue altissime case, poi distese di campi coltivati che durante la stagione delle piogge vengono sommersi dalle acque ed infine si arriva al Tonle Sap, il grande cuore pulsante della Cambogia. Le persone che vivono lungo le sue rive a seconda della stagione diventano contadini o pescatori. Sulle acque del lago ammiriamo i villaggi galleggianti, casette di legno disposte su zattere, con balconcini fioriti, staccionate di legno, cagnolini che dormicchiano davanti alla porta, scuole, negozi e l’immancabile sala karaoke, tutto galleggiante! Tutte le casette hanno l’antenna della televisione ed alcune addirittura i pannelli solari, alcune si trascinano a rimorchio una zattera più piccola con l’orticello galleggiante… Rientriamo a Siem Reap verso le 17, questa giornata me la ricorderò a lungo.

So che la Cambogia è molto più di Siem Reap e di Angkor, ma per stavolta decidiamo che ci serve qualche giorno di relax e ci prepariamo per trasferirci nelle isole dell’arcipelago di Koh Chang-Koh Kood.

Alloggio a Siem Reap

A Siem Reap c’è solo l’imbarazzo della scelta su dove dormire e ci sono soluzioni per tutte le tasche. Noi abbiamo scelto un bellissimo hotel che si chiama Damnak Kunthea Villa, abbastanza lontano da Pub Street per non essere disturbato dai rumori notturni, piscina che si rivela un vero toccasana dopo una giornata stancante di visite ai templi. Camera molto grande e pulita, personale cordiale, se vogliamo la colazione è un po’ magra ma è un appunto da poco. Costo 30€ a notte e li vale tutti.

TRASFERIMENTO CAMBOGIA-THAILANDIA (ISOLE DEL GOLFO) VIA TERRA

Il trasferimento è molto lungo, prima di partire già sapevo che sarebbe servita una intera giornata e infatti è stato così. Facciamo il biglietto in una delle decine di agenzie di Siem Reap, noi paghiamo 22$ a testa, altri turisti hanno pagato un po’ meno (comunque sempre sulla ventina di $).

Il tutto è molto bene organizzato: il mattino della partenza passa un tuk tuk al vostro albergo e vi carica con i bagagli, si viene portati alla fermata dei bus, si sale e ci parte per il confine con la Thailandia. Ci vogliono poco più di 3 ore per arrivare a Poipet, la strada è asfaltata e attraversa grandi pianure e qualche rara cittadina. A Poipet scendiamo con bagagli e zaini e passiamo il confine cambogiano con tanto di scansione delle dita delle mani e timbro sul passaporto, se avete fatto il visto online dovete dare una copia stampata dello stesso visto al funzionario. Il tutto a noi ha comportato una quindicina di minuti di attesa, direi molto veloce.

Poi a piedi ci trasciniamo attraverso la “terra di nessuno” fino all’immigrazione thailandese di Aranyaprathet e qui sono iniziati i dolori. Abbiamo impiegato circa 1 ora e mezza per passare il confine Thai, circondati da gente in fila stressata, da chi che vuole fare il furbetto passando davanti, bambini stanchi e urlanti e via dicendo. Alla fine fortunatamente si passa e fuori dall’ufficio ci sono i taxisti ad aspettare per dividere i turisti che vanno nelle varie direzioni (Koh Chang, Trat, Bangkok ecc.).

Se la vostra meta è Koh Chang, verrete portati direttamente al molo di imbarco di Ao Thammachat per il tragitto in barca e arriverete sull’isola in tarda serata.

Se invece andate a Koh Kood come noi sarete lasciati a Trat (la cittadina thailandese più vicina al molo di Laem Sok) e dovrete passare la notte qui perché non ci sono barche serali ma solo al mattino o primo pomeriggio. Il trasferimento per Trat dura circa 5 ore, nel nostro caso stipati in un minivan piuttosto scomodo, partendo alle 8 del mattino dalla Cambogia siamo arrivati a Trat alle 18, stanchi morti e desiderosi solo di farci una doccia ed andare a dormire!

Alloggio a Trat

A Trat dormiamo una notte al bellissimo Hotel Toscana, un edificio appunto in stile toscano con bella piscina, camere grandi e pulite, colazione a buffet. Costo circa 30€ a notte. In hotel organizzano il trasferimento per Koh Kut, costo 15€ a testa comprensivo di taxi fino al porto, barca (circa 1 ora, partenza alle 9) e trasferimento con un furgoncino fino al vostro hotel o resort se avete già prenotato sull’isola.

KOH KUT o KOH KOOD

Prima di partire avevo letto molti forum in rete perché eravamo indecisi se fare la sosta mare nelle isole thailandesi del Golfo, piuttosto che raggiungere quelle cambogiane del sud o ancora fermarci a Koh Samet. Alla fine abbiamo scelto Koh Kut e devo dire che è stata un’ottima scelta! Isola meravigliosa, ma soprattutto tranquilla che è la qualità che abbiamo apprezzato maggiormente. Niente festini in spiaggia, niente locali notturni con musica ad alto volume, se siete interessati a questo genere di cose cambiate isola, ci hanno detto che a Koh Chang si trova più movimento, inizialmente avremmo voluto visitarla, ma poi ci siamo trovati così bene a Koh Kut che ci siamo fermati lì.

Koh Kut è abbastanza grande (circa 25 km di lunghezza) ed è dominata da colline ricoperte di vegetazione, tutte le spiagge si trovano lungo la costa ovest mentre su quella est ci sono un paio di villaggi di pescatori e niente più. Spiagge di sabbia bianca, mare cristallino, a noi è parso molto bello anche se a differenza di altre isole thailandesi (ad esempio Phi Phi o le Similan) non ci sono molti pesci in acqua. Sull’isola ci sono alloggi per tutte le tasche, dai resort costosi alle guesthouse agli ostelli spartanissimi.

Il bello è che nonostante su ogni spiaggia ci sia almeno un resort, l’accesso alla spiaggia stessa è sempre possibile, sono rari i tratti di litorale dove è vietato l’ingresso e che sono attrezzati con lettini e sdraio, in genere la spiaggia è libera e aperta a tutti. Avevo letto commenti di persone che parlavano di spazzatura lungo le spiagge, noi le abbiamo trovate molto pulite, tranne le due più isolate a sud Ao Phrao e Ao Ta Khian dove qualche rifiuto era visibile (ci hanno detto tuttavia che il giorno prima del nostro arrivo c’era stata mareggiata, quindi probabilmente questi rifiuti erano stati portati dal mare grosso e non ancora rimossi).

Direi che tutte le spiagge sono adatte anche a famiglie con bimbi, in particolare la spiaggia di Ao Bang Bao è ubicata in una profonda insenatura, quindi il mare è sempre calmissimo e cristallino (era stato denominato “la piscina”….). Molto bella e ampia la spiaggia di Klong Chao, con una laguna interna dove potere aggirarsi in kayak tra le mangrovie, più piccola e con coste anche rocciose la spiaggia di Ao Noi. Da tutte le spiagge dell’isola si assiste a spettacolari tramonti infuocati.

Per visitare tutte le spiagge dell’isola occorre noleggiare uno scooter, si trovano dappertutto al costo di 250 bath al giorno (circa 6 €), la benzina viene venduta per strada in bottiglie e costa 40 bath al litro. Evitate se possibile di girare di notte perché le strade sono tutte un saliscendi e non sono illuminate e spesso si aggirano cani che hanno la brutta abitudine di dormire in mezzo alla carreggiata.

Nell’interno dell’isola ci sono un paio di cascate da visitare dove è possibile fare il bagno (Klong Chao e Klong Yai Kee), a dire il vero le cascate sarebbero tre ma una in questo periodo è secca quindi non ci siamo andati.

Sull’isola ci sono ristorantini di tutti i tipi, diversi Dive Center, negozietti (ma nessun 7-Eleven incredibilmente), una grande farmacia e addirittura un ospedale.

Alloggio a Koh Kut

Abbiamo scelto sulla base delle recensioni positive la guesthouse Eve House Koh Kut, non è sulla spiaggia ma comunque a breve distanza da tutte le spiagge più belle. Si è rivelata un’ottima scelta, avevamo prenotato per 4 notti e ci siamo fermati di più. Le stanze più economiche costano 750 bath (20€ a notte) e sono bungalow in legno su palafitta abbastanza spartani, ma con zanzariera, ventilatore, bagno piastrellato con acqua calda (un lusso in queste tipologie di camere in Thailandia…). Esistono anche camere più costose con aria condizionata, che a mio parere non serviva assolutamente, e camere grandissime con due letti matrimoniali per famiglie fino a 4 persone. Tutti i bungalow sono immersi in un giardino, di notte nessun rumore molesto ma solo il gracidare delle rane e il volo di qualche pipistrello. I gentili proprietari hanno anche un ristorantino che offre colazioni e cene, noleggiano scooter e fanno le prenotazioni per spostarsi sulle altre isole o per rientrare a Bangkok. Ambiente rilassato, si fanno interessanti incontri e lunghe chiacchierate con altri viaggiatori low cost.

Appena prima di Eve sullo stesso lato della strada c’è il piccolo ristorante gestito dalla signora Ringa, che cucina con grande passione ed amore, abbiamo cenato spesso da lei mangiando sempre benissimo. Cene del costo medio di 350 bath per due persone (circa 10€), assolutamente consigliato!

RIENTRO A BANGKOK

Purtroppo tutte le cose belle finiscono, dopo esserci rilassati su tutte le spiagge di Koh Kut, avere fatto innumerevoli bagni (in questo periodo l’acqua del mare era a dir poco caldissima…), avere fatto ottime conoscenze e mangiato tanto buon pesce, compriamo il biglietto per rientrare a Bangkok.

Lo potete fare nei resort e nelle guesthouse un paio di giorni prima, il costo del trasferimento è di 900 bath a testa (circa 25€) e comprende il trasporto direttamente dal vostro hotel al molo di imbarco sull’isola, la tratta in barca fino al molo di Laem Sok ed il trasferimento su minivan fino a Bangkok. Noi abbiamo chiesto di essere portati in corrispondenza di una fermata dell’Airport Link dato che avevamo prenotato lo stesso hotel Metrolink dell’andata, ma c’è la possibilità di farsi portare anche in centro città. Partiamo dall’isola alle 9 e alle 16 siamo già in hotel a Bangkok. Ultimi acquisti di piccoli souvenir e ultima triste notte prima del volo di rientro.

Arrivederci a presto… anzi Sawadee kha!

ALCUNE NOTE CONCLUSIVE

Abbiamo trovato la Cambogia più costosa rispetto al previsto, dato che tutto si paga in dollari USA (addirittura i bancomat erogano questa moneta) e i prezzi per i turisti sono sempre gonfiati. Non c’è nulla che costi meno di un dollaro, sia un casco di banane, una bicicletta a noleggio o 10 cartoline vendute dai bimbi per strada. E’ vero, per noi non è nulla, comunque alla fine della giornata ci si rende conto di avere speso più di quanto immaginato.

Noi avevamo portato dall’Italia 150$ giusto per avere moneta disponibile fin dall’arrivo, però è anche possibile prelevare con i bancomat direttamente là.

Nessuno ha il resto se volete pagare con banconote da 10$ o 50$, quindi è necessario avere tagli piccoli. Lungo le strade ci sono dei banchetti dove è possibile cambiare le banconote di grosso taglio (ad esempio quelle che vengono erogate dai bancomat) con banconote da 1 o 5$. A noi non hanno chiesto nessuna commissione per il cambio.

In tutti gli hotel e guesthouse dove abbiamo alloggiato sia in Thailandia che in Cambogia era disponibile il wi-fi gratuito, molto comodo per comunicare tramite Whatspp con casa. Se volete chiamare casa comprate una SIM all’aeroporto, noi ne abbiamo acquistata una in Thailandia con 100 bath di ricarica (meno di 3€) e non siamo riusciti a finire il credito.

Sulle guide e in rete si dice spesso che sull’isola di Koh Kut non ci sono bancomat, ma non è vero. C’è una banca dove potere cambiare soldi (anche euro) che dispone di un bancomat all’esterno, peccato solo che le carte del circuito Visa di alcuni paesi non funzionino (come recita il cartello apposto sopra). Noi non siamo riusciti a prelevare con il nostro bancomat, mentre alcuni ragazzi che avevano carte inglesi l’hanno fatto senza problemi.

Se restate senza soldi, c’è una soluzione alternativa. Fuori dalla banca è appeso un cartello con un elenco di resort nei quali potere andare e farsi dare soldi utilizzando la carta di credito (è specificato che serve una carta del circuito Visa), vi chiederanno una commissione del 4% sul prelievo, ma comunque in caso di necessità è una soluzione possibile.

Infine problema pappataci a Koh Kut: prima di partire avevo letto su vari forum che le isole del Golfo sono infestate dai temibili sandfly (pappataci) e mi ero spaventata dalle descrizioni di persone che sono state massacrate dai voraci insetti, dovendo ricorrere addirittura al cortisone. Nel periodo del nostro viaggio, durante il giorno di pappataci sulle spiagge di Koh Kut nemmeno l’ombra e ve lo dice una che viene punta da tutti gli insetti presenti nei dintorni. Prima del tramonto, direi dalle 16.30 circa per un’oretta, qualche insetto si vedeva, è bastato mettersi un repellente per evitare di essere punti. Sull’isola vendono bottigliette di olio di cocco che ci si può spalmare sul corpo, crea una pellicola oleosa che impedisce agli insetti di pungere. Attenzione che l’olio di cocco non protegge dal sole, quindi se ve lo spalmate di giorno prima mettetevi la crema solare. Viene venduto anche un barattolino contenente una specie di argilla con aloe, se venite punti mettetevene una piccola dose sulla puntura e il prurito sparirà immediatamente. Probabilmente in altri periodi sull’isola ci saranno molti più pappataci, noi siamo stati fortunati e non abbiamo avuto particolari problemi.

CONCLUSIONI DELLE CONCLUSIONI

I templi di Angkor meritano davvero, pur essendo in certe ore affollati da tanti (troppi) turisti vocianti mantengono un indubbio fascino. Andateci e non ve ne pentirete!

Tornare in Thailandia per noi è un po’ come tornare a casa, non c’è dubbio che sia un paese ospitale e a mio parere facile da visitare, molte le famiglie con bambini che abbiamo incontrato quindi direi una meta per tutti. Probabilmente il mare è più bello a Phi Phi o a Phuket, a mio parere però Koh Kut non ha niente da invidiare a queste località più famose, spero solo che rimanga così tranquilla e rilassata come è ora. Anzi, forse meglio non fare troppa pubblicità positiva…

Sono a disposizione per altre info, scrivete a giovanna.civelli@tiscali.it.

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Cambogia-Tempio di Angkor Wat

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Cambogia-Tempio di Ta Phrom

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Cambogia-Tempio di Bayon

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Thailandia-Kok Kut-spiaggia Ao Phrao

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Thailandia-Kok Kut-cascata Klong Chao

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Cambogia-Villaggio di Kompong Khleang

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Thailandia-Koh Kut-spiaggia Ao Bang Bao

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Thailandia-tramonto a Koh Kut



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