La Thai che non si scorda Mai

Templi e isole thailandesi
Scritto da: lallilù
la thai che non si scorda mai
Partenza il: 30/07/2013
Ritorno il: 15/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
A maggio io e Gabriele decidiamo di farci il nostro primo viaggio in Asia. Andiamo in agenzia (tanto per stare tranquilli) e prenotiamo il volo Egypt Air: Roma-Cairo, Cairo-Bangkok, sui 750 euro a persona. Prenotiamo anche l’albergo, sia a Bangkok, sia a Koh Samui: l’agenzia di viaggio ci sconsiglia di andare a Phuket per una questione metereologica, lì dovremmo essere in piena stagione delle pioggie, sull’altra costa invece arrivano più tardi.

1° giorno: Bangkok

Arriviamo nel tardo pomeriggio a Bangkok dopo aver strenuamente contrattato il prezzo del taxi dall’aeroporto all’albergo. L’albergo il Narai Hotel non è male, ma lì per lì ci assegnano una camera per fumatori. Per quieto vivere accetto. Errore Colossale. Nemmeno Gabriele che è fumatore riesce a starci dentro, così ce la facciamo cambiare…del resto la finestra non è praticabile a parte l’afa che regna sovrana sotto (come in tutto il resto della Thailandia) giacciono distese di metri e metri quadrati di eternit…. Cambiata la camera usciamo a fare una passeggiata e dopo qualche nervosismo capiamo subito che girare bangkok a piedi è impossibile…..rinunciamo a raggiungere zone più lontane e ci dedichiamo a un giro tra il mercatino di Patpong, vicinissimo al nostro albergo, dove a ogni angolo qualcuno ti offre i biglietti per spettacoli dubbi di vario genere.

2° Giorno: Bangkok

Ci svegliamo prestissimo per la visita ad un mercatino che la lonely planet definisce più caratteristico del classico mercato galleggiante per turisti. La sveglia presto è necessaria perchè il mercato è a circa una mezz’ora dal centro città e dalle 5 alle 7 è possibile vedere i monaci fare spesa…..ma già dal primo giorno intuiamo un’amara verità per i Thailandesi conoscere la propria città e la propria nazione è cosa atipica. Dopo 2 ore di taxi, il tassista non è ancora riuscito a trovare la nostra meta! Così ci facciamo lasciare lungo il fiume, poco lontano, pensiamo, dal posto che dovevamo raggiungere e, come la gente del posto, prendiamo un passaggio sui taxi boat che navigano lungo il chao phraya e scendiamo alla fermata più vicina al Palazzo Reale. L’esperienza è divertentissima, economicissima e ci permette di vedere le palafitte tipiche lungo il fiume, ancora usate come abitazione, dove la gente si lava ancora nel fiume. Arrivati alle 8 al Palazzo Reale, ancora chiusa, ci dirigiamo verso il tempio del Buddha Steso. L’atmosfera è magica. Il tempio è ancora vuoto. In parte chiuso. Si sente il suone delle campanelle dei monaci in preghiera. Sembra di essere in un altro mondo. Magico. Finalmente apre la porta anche il complesso che ospita il Buddha vero e proprio. L avisione è fantastica. Il Buddha è veramente immenso, contenuto in una stanza enorme dalle pareti vivamente decorate. Ma tutto il complesso, con le sue varie costruzioni e le statue, merita una visita. Dopo aver ampliamente goduto di questa atmosfera magica, alle 11 ci rechiamo al palazzo reale, da lì poco distante. Il palazzo reale è un luogo sacro, mi raccomando: entrate abbastanza coperti o sarete costretti ad indossare ulteriori cise che vi daranno loro e a sentire ancora più caldo! Anche il palazzo Reale è un luogo magnifico, peccato aver commesso l’errore strategico di essere arrivati alle 11, nel pieno afflusso di turisti….c’è così tanta gente che è quasi impossibile muoversi! Visitiamo io vari edifici con tutta la loro magnificenza. Uno spettacolo, ache il Buddha di Smeraldo , che secondo la guida potrebbe essere deludente, viste le piccole dimensioni, si rivela caratteristico e, naturalmente circondato da frotte di turisti! rocordate sempre che seduti davanti a Buddha non gli va rivolta la punta dei piedi….è sacrilegio. Usciamo dal Palazzo Reale e facciamo la nostra prima esperienza in Tuc Tuc, spassosissimo. Ci facciamo lasciare davanti al Wat Arun. Anche qui campanelle e suoni legati alla preghiera dei monaci. Le piramidi maiolicate sono più belle da lontano che da vicino. Saliamo con fatica in cima, foto di rito e ci dirigiamo subito verso il Wat Suthat e la montagna dorata. La vista che si gode dall’altro di Bangkok è fantastica dà modo di ammirare gli edifici storici, i grattacieli e le baracche di lamiera uno addosso all’altro in un caos senza fine che caratterizza questa città. Godiamo della viste dei gong e delle Campane e compriamo anche noi la nostra campanella, su cui scrivere i nostri nomi da attaccare nella terrazza della montagna dorata. Riscendiamo e stavolta ci dirigiamo verso il mercato dei Fiori. I colori sono tanti, vivaci, ma di profumi nemmeno l’ombra! Purtroppo verso sera ci coglie un improvviso acquazzone che fa saltare tutti i nostri progetti di andare allo Skybar, dunque ripieghiamo su un rilassante massaggio ai piedi: 1 ora 8 euro….

3° Giorno: Ayutthaya

Il terzo giorno a Bangkok, sempre di buon’ora, inizia la tappa per cui ho fortemente lottato con il nostro agente di viaggio per avere un giorno in più a Bangkok rispetto ai classici 3: Ayutthaya, a circa 80 km dall’odierna capitale, si tratta della vecchia capitale della Thailandia, fino al 1600 circa quando avvenne la sua distruzione da parte dei khmer. Ci sono vari modi per arrivarci, sicuramente non il taxi, qui la gente non sa nemmeno cosa sia questa città, patrimonio mondiale dell’Unesco! Dopo varie traversie, tipo il taxi che non ci porta nè di qua nè di là perchè è l’ora di punta, riusciamo a farci lasciare alla stazione dei treni, per usare, chiaramente, il mezzo più lento per raggiungere la meta. Il viaggio è fantozziano ed esilerante. Il treno, che dovrebbe impiegare solo un’ora, porta almeno un’ora di ritardo, ma non solo impiega passa due ore per arrivare alla destinazione. La prima parte del viaggio è lentissima, il treno passa rasente case e finestre, affianca vere proprie baracche di lamiera costruite sotto i piloni della superstrada: questa gente è felice di vivere in baracche di lamiera a patto però di avere l’ultimo modello di iphone e l’ultimo di jeep. Non solo, fintanto che camminiamo attraverso la città i portelloni del treno sono aperti, senza nessuna protezione, la gente sale e scende con il treno in movimento senza nessuna difficoltà, siamo proprio a bocca aperta. A proposito tutto il viaggio costa circa 80 centesimi d’euro! Passate le baracche il treno acquista finalmente velocità, e alle10 risusciamo ad arrivare a destinazione. Ayutthaya è un parco archeologico grandissimo, si estende per un circuito di circa 10/20 km dentro la nuova città. E’ possibile fare un percorso ad anello attraverso le rovine in bicicletta o in motorino. Per pochi spiccioli in più decidiamo per il motorino che ci consente di vedere anche i siti più lontani senza morire dal caldo. Quello che segue è una serie di rovine, tenute più o meno bene, molto suggestive, che è divertente girare in lungo e in largo. Una giornata stupenda insomma.

3° Giorno: Damnoen Saduak

Ci alziamo di buon’ora per evitare la calca di turisti tanto descritta ovunque. Dopo un’oretta di taxi arriviamo sulle rive del mercato galleggiante. La cifra che ci richiedono per il giro in barca è esorbitante e assolutamente la cosa che paghiamo più cara in Thailandia. Arrvare alle 8 di mattina è fabtastico: nessun turista, bancarelle già attive, barca tutta per voi, uno scialo insomma! Facciamo 1000 foto e ci teniamo rigorosamente a distanza dagli acquisti (i prezzi sono molto più alti che dentro Bangkok!): nel pomeriggio ritorniamo in città e visitiamo il mercato di chatuchak, il caldo è insobbartabile, anche la ressa di folla, ma riusciamo a riportare pensierini a tutti gli amici e i parenti con 2 soldi. La sera usciamo a fare un giro in centro e ci perdiamo di fronte alla vista del grand palace riccamente illuminato, in cui l’oro e gli specchi che amlificano e ripecchiano ulteriormente le luci. E’ sabato. Non sappiamo se grazie a questo ci imbattiamo in un mercato notturno proprio dietro al Grand palace fantastico: la gente dorme tra le bancarelle, mangia (cose improponibili), si tatua, gioca d’azzardo, vende cimeli bellici, attrezzi tecnologici, distese e distese di telefoni fissi e telecomandi per televisori. Ci divertiamo come 2 matti e improvvisamente scopriamo che sono le 2 e noi abbiamo l’aero alle 5!

4 giorno: spostamento bangkok-mare

Impieghiamo una giornata quasi. Abbiamo il volo Bangkok Surat thani e poi il traghetto per koh Samiu, perchè il volo diretto costava troppo. Alla fine arriviamo al Nova samui Resort. Carino. Pulito. C’è il ristorante, la piscina (che non useremo mai!) il tavolo da biliardo. Un lusso per 24 euro al giorno (per 2 persone). Chaweng, il tratto di spiaggia dove si trova, invece, non ci soddisfa più di tanto: è confusionario, troppo turistico, troppo commerciale, zeppo di discoteche e di ragazzette seminude. Non mi dilungherò sugli altri giorni che seguono abbiamo affittato il motorino e girato tutta l’isola e gli interni. L’isola è molto sfruttata, ma al nord si trova la parte più bella, meno densa di alberghi e villaggi. le spiaggie più belle a mio avviso sono Taling Ngam e Mae Nam e Silver beach, il problema è che per andare in spiaggia bisogna, spesso, entrare nelle spiaggie riservate dei vari alberghi. Il mare è bello, le spiaggie ancora di più, ma la fauna marina non è eccezionale. In motorino abbiamo fatto anche tratte molto lunghe, si gira bene, c’è poco traffico, ma controllate bene le gomme: si bucano spesso. Noi abbiamo preso anche la macchina al rent davanti all’albergo, 3 kings: ci hanno dato una macchina che ci ha lasciato a piedi in cima a un monte, hanno promesso che ci sarebbero venuti a riprendere e non si sono mai visti! Una nota a parte merita il giorno che siamo andati al parco marino di Ang Thong: abbiamo trovato una giro guidato (è impossibile andarci diversamente) a 1500 bath a testa, è stato stupendo. Le isole sono bellissime. Noi abbiamo fatto la scalata ai punti panoramici nell’isola principale (quella con la direzione del parco e l’unica dove ti fanno campeggiare), che è una scalata faticosa, ma più che meritevole per il panorama che si gode non solo dalla cima, ma anche dai punti intermedi, la mini escursione al lago salato (bello pure quello), lo snorkeling in spiaggia e la canoa (faticosa ma divertente). Ogni tour offre alternative di diverse attività nel corso della giornata e ci sono possibilità differenti. Dobbiamo dire che la nostra è stata una giornata intensa, bella che ci ha molto soddisfatto. Il giorno successivo siamo ripartiti, da soli senza agenzia, alla volta di Koh Phangan. Lasciato il più del bagaglio al Nova Samui, abbiamo preso solo uno zainetto con poche cose e ci siamo diretti verso l’isola mezzana. Il tempo non era granchè e le ore a disposizione per girare l’isola, tutto sommato abbastanza grande, poche, per cui abbiamo optato per un tour in barca attorno all’isola. Partenza ore 11, fine alle ore 18. Siamo saliti su una barca di legno vecchio stile del Sababa Boat Trip: un’esperienza divertentissima. In pratica siamo scesi dalla barca divertiti, con la pancia pienissima e discretamente ubriachi. La guida un ragazzo di colore di NY che parlava inglese e un pò di francese era spassosissima come tutto l’equipaggio. Abbiamo mangiato e bevuto tutto il giorno, girando l’isola tutto intorno e facendo 2 soste sulla terraferma per vedere cascatelle e punti panoramici. Scesi dalla barca ci siamo impegnati a trovare una sistemazione di fortuna per la notte. Abbiamo trovato un Bungalow in centro, agghiacchiante, un cubetto con il tetto di eternit (tanto per cambiare) chiaremente sfruttatissimo durante i full moon party che portava alle pareti chiaramente i segni di notti movimentate….ma si tratta di una notte sola, stringiamo i denti. La sera sulle spiaggie di Koh Phangan è bellissimo: tutti i ristoranti allestiscono i tavoli in riva al mare e ci sono spettacoli con i fuochi. Tralasciamo la disco, ancora una volta ed andiamo a letto: il giorno dopo ripartiremo per koh Tao per pernottare anche lì una notte.

Koh Tao è la più piccola delle 3 isolette ed è senza dubbio la più bella sotto tutti i punti di vista. si gira solo con il motorino, niente macchina, è troppo piccola e montuosa. La mattina ci preoccupiamo di trovare una sistemazione: l’isola è talmente piccola che è quasi al completo. All’ora di pranzo riusciamo a trovare, finalmente e fortunatamente, un bungalow libero presso una signora che gestisce un minimarket, carino e decoroso, per fortuna. Partiamo subito col motorino che ha le gomme tacchettate e poco dopo capiamo perchè, l’isola è piccola (21 KMQ) ma montuosa. Subito dopo pranzo cerchiamo di raggiungere Mango Bay, che la guida sostiene essere una delle spiaggie più belle dell’isola, ma raggiungibile solo in barca. per la barca è tardi quindi dato che comunque esiste una strada cerchiamo di sfruttarla e non capiamo perchè nessuno la usa. Il cameriere del ristorante, anzi, ci dice che ci vogliono appena 15 minuti in motorino. Partiamo così per una delle avventure più difficili della nostra vacanza. In strada non c’è nessuno e ben presto capiamo perchè la strada è dissestata, franata, scoscesa in molti punti. Solo la nostra caparbietà ci consente dopo circa 2 ORE di raggiungere Mango bay, dopo molti tratti fatti a piedi spingendo il motorino a mano, una ciabatta rotta, e infinite peripezie. Il panorama consiste in colline roggiose a strapiombo sul mare ricoperte da una vegetazione lussureggiante di colore verde, che offre una spettacolare vista della Baia. Marita tutto l’impegno profuso nel raggiungerla. Anche il mare non è male, azzurro, con finalmente tanti e tanti pesci. Ripartiamo presto, purtroppo, la difficoltà del viaggio di andata ci fa sbrigare con il ritorno: sarebbe veramente disastroso farlo al buio. Una passata al volo per ammirare dall’alto shark bay e via di corsa verso casa, senza tralasciare un aperitivo con panorama la tramonto su Koh Nang Yuan.

La mattina successiva prendiamo un taxi boat per Koh Nang Yuan e prendiamoa accordi per il ritorno alle 12 che ci consenta di riprenede il traghetto per koh samui. La spiaggia, o meglio, le spiaggie di Koh Nang Yuan sono il fiore all’occhiello di questo pusto dove una sottile striscia di spiaggia bianca unisce l’isola ad un altro isolotto (o meglio monticello) che affiore dalle acque. Arriviamo alle 9 all’ora di apertura per trovare meno gente possibile e subisto nasce un contrasto con la mentalità ottusa dei tahilandesi: per entrare bisogna pagare una tassa di 200 bath, noi ne abbiamo 1000, ma è l’apertura, incredibile, da veri idioti non hanno il resto. Così arrabbiatissimi dobbiamo aspettare l’arrivo della calca per poter entrare. Il posto è fantastico, ma affollatissimo sin da subito. Peccato non ci sia un gran sole. Appena arrivati capiamo che la striscia di spiaggia bianca non è fatta di sabbia ma interamente di coralli. Ci dirigiamo verso il punto panoramico da cui si vede la striscia di coralli che congiunge le 2 isolette: portatevi un repellente per le zanzare o sarà un dramma! Riscendiamo verso la spiaggia e ci dedichiamo al tanto atteso bagno: la spiaggia di coralli è bianchissima, il mare è pulitissimo e limpidissimo di un azzurro tenue. Guardando da fuori e dentro l’acqua la visuale è la stessa, sembra semplicemente di indossare in acqua delle lenti leggermente azzurrate. Mai vista acqua così limpida! Ci immergiamo per lo snorkeling maledicendo in tutte le lingue la sfortuna che vuole che proprio oggi si sia rotta la macchinetta subacquea: la visione è meravigliosa, ci sono centinaia di pesci e di coralli ad appena 2 passi dalla riva. Non proprio il mar Rosso, ma poco lontano e con un mare molto più limpido.

La nostra vacanza purtroppo però finisce qui e ripartiamo il pomeriggio dall’isolotto e il giorno successivo da koh samui con una grandissima malinconia. Ancora 2 parole vanno spese per l’aeroporto di koh Samui, un aeroporto incredibile fatto a baracchette di legno con ruecelletti pieni pesci, bar con dondoli, wi-fi gratis e buffet di addio fornitissimo, buonissimo e gratis… ah Thailandia quanto ci mancherai!



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