Bangkok, Chiang Mai e Koh Samui

Salve a tutti, siamo Filippo e Stefania, una coppia napoletana appena tornata dalla Thailandia, meta che definire fantastica potrebbe risultare, in alcuni casi, riduttivo. Questo viaggio, così come tanti altri effettuati in passato, lo abbiamo organizzato stile “fai da te”, convinti del fatto che questo sia l’unico modo per poter cogliere...
Scritto da: filippostefania
bangkok, chiang mai e koh samui
Partenza il: 03/09/2006
Ritorno il: 21/09/2006
Viaggiatori: in coppia
Salve a tutti, siamo Filippo e Stefania, una coppia napoletana appena tornata dalla Thailandia, meta che definire fantastica potrebbe risultare, in alcuni casi, riduttivo. Questo viaggio, così come tanti altri effettuati in passato, lo abbiamo organizzato stile “fai da te”, convinti del fatto che questo sia l’unico modo per poter cogliere in pieno quello che un paese straniero, nel bene e nel male, ha da offrire. Le uniche cose che ci eravamo prefissati erano: passare 2/3 giorni a Bangkok, spostarsi poi al nord della Thailandia nei pressi di Chiang Mai, per poi terminare la vacanza nell’isola di Koh Samui. Di fondamentale importanza sono state tutte le informazioni tratte dalle esperienze di altri viaggiatori, sicuramente più dettagliate e precise rispetto a quelle ottenute dalla consultazione di una famosa guida, pagata la bellezza di 32 euro, ed onestamente trovanta abbastanza carente. E’ stato proprio per questo che abbiamo deciso, per la prima volta, di pubblicare il resoconto di un nostro viaggio, sia per poter meglio fissare nei nostri ricordi i giorni trascorsi in quella che è unanimemente definita la terra del sorriso ma soprattutto per fornire il nostro contributo di esperienze ad altri viaggiatori che, come noi, decideranno di visitarla nel prossimo futuro.

Partiamo quindi dall’inizio, la scelta della compagnia aerea. Eravamo indecisi tra la nostra “compagnia di bandiera” (o sua partner, a causa della nostra appartenenza al club mille miglia) oppure la Thai, compagnia thailandese numero uno al mondo in quanto a sicurezza e servizi offerti. Alla fine ha prevalso la prima opzione, dal momento che il prezzo era quello più basso (743 euro a testa, tratta Napoli – Roma inclusa). Il biglietto è stato acquistato come se fosse Alitalia ma è stato operato dalla China Airlines, volo diretto Roma – Bangkok, con partenza alle 13.40 del 3 settembre ed arrivo alle 05.30 del giorno successivo. Il volo è stato impeccabile, con assistenti di volo cortesi e due pasti caldi, colazione e vari spuntini serviti durante il tragitto. 1° GIORNO, 4 settembre. Appena arrivati abbiamo cambiato gli euro al primo ufficio cambi, quello che si trova sul lato destro del corridoio, prima del controllo passaporti, ma avremmo potuto anche aspettare qualche minuto ed ottenere un cambio migliore nei numerosi uffici cambio presenti nella sala antistante l’uscita dall’aeroporto o meglio ancora negli uffici cittadini. Consigliamo quindi di cambiare solo una piccola parte in aeroporto, anche solo 20-30 euro, ed il resto in città. Al momento di prendere il taxi ci siamo ricordati di un consiglio letto su uno dei tanti forum consultati durante la fase organizzativa del viaggio, e cioè quello di andare al piano superiore, quello delle partenze internazionali, per risparmiare la tassa fissa di 50 bath dovuta per il solo fatto di prendere il taxi agli arrivi. Così facendo abbiamo pagato solo l’importo indicato dal tassametro, 200 bath comprensive di lauta mancia. Importante assicurarsi sempre che il tassametro sia attivato, onde evitare spiacevoli sorprese all’arrivo a destinazione, e tenere presente che i pedaggi per l’autostrada (il tassista vi chiederà sempre se prenderla o meno) sono a carico del viaggiatore.

La prima cosa che ci ha colpiti è stata il traffico che, nonostante fossero le 6 di mattina, poteva tranquillamente essere paragonato a quello presente all’ora di punta in una media città italiana. A parte il biglietto aereo non avevamo fatto alcuna prenotazione, forti del fatto che, essendo bassa stagione, non avremmo avuto alcun tipo di problema a trovare una sistemazione tra quelle presenti in una lista precedentemente stampata. Ci siamo quindi diretti nella zona di Sukhumvit Road, in quanto centrale e con alcune fermate dello Skytrain (metropolitana sopra elevata) presenti lungo essa. Con nostra grande sorpresa la maggior parte degli alberghi o erano tutti occupati o ci dicevano dei prezzi maggiori rispetto a quelli che ci saremmo aspettati, ma alla fine, dopo circa 45 minuti di ricerca (da Nana Square al soi 17 di Sukumvit Road), siamo ritornati nei pressi di Nana Square dove abbiamo trovato una camera al Dynasty Inn per 1280 bath senza colazione ( http://www.Dynastyinn.Com/index.Htm ). Da tener presente che in Thailandia i prezzi degli alberghi si intendono per camera, sia che la occupi un singolo/a o una coppia. E’ vivamente consigliato, per evitare spiacevoli sorprese, chiedere di visionare la camera prima di procedere al pagamento, che in genere deve essere anticipato. La camera era pulita, molto spaziosa (circa 25 mq) e dotata di aria condizionata, frigobar, tv satellitare, radio e acqua calda, mentre le cassette di sicurezza si trovavano a vista alla reception e le abbiamo trovate altrettanto comode e sicure come quelle generalmente presenti in camera. La posizione inoltre era molto favorevole in quanto avevamo il Nana Plaza a fianco e la fermata dello Skytrain a 5 minuti, utilissimo mezzo di comunicazione anche perchè le distanze reali sono molto maggiori rispetto a quelle mostrate sulle cartine.

Da segnalare la visita all’MBK, un centro commerciale immenso (fermata dello Skytrain: National Stadium) ed il primo Oil massage al prezzo di 400 bath/ora. Per quanto riguarda i prezzi dei massaggi a Bangkok mediamente sono: 250-300 bath/ora per il foot massage, 300 bath/ora per il thai massage e 350-400 bath/ora per l’oil massage. Non è il caso di segnalare un centro massaggi piuttosto che un altro, in quanto ce ne sono talmente tanti che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tutti quanti sono stati validi, ma i maschietti tengano presente che, soprattutto se decideranno di fare l’oil massage, nel 99,9% dei casi, alla fine dello stesso la ragazza che vi ha massaggiato vi proporrà, in maniera più o meno diretta, la possibilità di un “extra”, ovviamente a pagamento, e a quel punto starà a voi decidere se accettare o meno. Ribadiamo il fatto che, indipendentemente dalla proposta dell’extra, i massaggi sono stati tutti più che soddisfacenti. 2° GIORNO, 5 settembre. Ci siamo svegliati di buon mattino e siamo andati a visitare sia Chinatown che il tempio di Wat Pho, famoso non solo per il Buddha disteso ma anche per la scuola di massaggio tradizionale. Abbiamo preso lo Skytrain e siamo scesi alla fermata di Saphan Taksin, da lì abbiamo preso il Chao Phraya Tourist Boat e siamo scesi alle fermate (pier) rispettivamente nr. 5 e 8. La Tourist Boat è un mezzo di comuncazione rapido e che offre il vantaggio di respirare un pò di aria senza lo smog cittadino. Al Central Pier, quello a pochi passi dalla fermata dello Skytrain di Saphan Taksin, vi proporranno l’acquisto di un pass giornaliero al costo di 100 bath/persona, col quale potrete salire e scendere a tutte le fermate. Noi l’abbiamo preso per poi constatare che sarebbe stato più conveniente pagare le singole tratte al prezzo di 13 bath/persona, quindi prima di scegliere se acquistarlo o meno sarà meglio che consideriate in partenza quante fermate avete intezione di fare, tenendo presente che, sia per la durata degli spostamenti / visite dei luoghi, che per il caldo afoso ed opprimente, due o tre fermate in una giornata sono più che sufficienti.

L’ingresso al tempio di Wat Pho costa 50 bath/persona ed è richiesto, più o meno come in tutti i templi, un abbigliamento consono: pantaloni lunghi e maglietta per gli uomini e spalle / decoltè coperti per le donne. Si consigliano i pantaloni con le cerniere alle gambe, quelli che possono essere trasformati in bermuda. Alla fine della giornata, poco prima di rientrare in albergo stremati per il caldo, ci siamo fermati in un’agenzia di viaggio in quanto dovevamo decidere se andare a Chiang Mai in autobus, per poter cogliere meglio ammirare il paesaggio thailandese, o in aereo. Subito abbandonata l’idea dell’autobus, in quanto la percorrenza sarebbe stata molto lunga (circa 10 ore) e faticosa, abbiamo richiesto informazioni sugli spostamenti aerei ed alla fine ci hanno chiesto la cifra di 11.500 bath a testa per i voli Bangkok – Chiang Mai, Chiang Mai – Koh Samui e Koh Samui – Bangkok. La cifra ci è sembrata un tantino alta e ci siamo quindi riservati del tempo per pensare. Bene abbiamo fatto perchè, controllando su internet le tariffe delle varie compagnie aeree, siamo riusciti a risparmiare, per gli stessi voli, la bellezza di 4846 bath in due (circa 100 euro).

Per la tratta Bangkok – Chiang Mai abbiamo scelto la compagnia AirAsia, www.Airasia.Com , una compagnia low cost più che buona (tenere presente che per questa compagnia aerea il bagaglio consentito è 15 kg/persona), mentre per le tratte Chiang Mai – Koh Samui – Bangkok abbiamo optato per la Bangkok Airways, www.Bangkokair.Com , giustamente definita la Boutique Airline dell’Asia, in quanto sia il volo che i servizi offerti sono stati più che ottimi, ma saremo più dettagliati in seguito.

La sera siamo stati nel quartiere di Patpong (fermata Skytrain: Saladaeng), famoso sia per il mercato che per la presenza dei Go-go bar, così come Sukhumvit e Soi Cowboy.

Nei mercati thailandesi è d’obbligo mercanteggiare, a meno che non si voglia pagare un oggetto 4 volte il suo valore reale. Un consiglio che possiamo darvi per individuare il prezzo giusto è stare a sentire il vostro senso di vergogna, nel senso che, non appena pensate ad un prezzo talmente basso da provare vergogna, bene, quello è il prezzo giusto. Scherzi a parte, per uno stesso oggetto c’è chi fa un ricarico del 200% e chi del 300, quindi sarebbe il caso di far calare il prezzo almeno del 50-60% rispetto alla prima cifra richiesta. Se dopo Bangkok pensate di andare anche a Chiang Mai allora sarà meglio riservarsi il grosso degli acquisti al locale Night Bazar, a nostro avviso decisamente più conveniente del più famoso Patpong.

3° giorno, 6 settembre.

Di primo mattino ci siamo recati al Palazzo reale (fermata nr. 9 del Chao Phraya river). Lì giunti abbiamo sperimentato il primo tentativo di truffa, nello specifico: non appena usciti dal molo ci siamo imbattuti in una serie di autisti di tuk tuk, le motocarrozzette taxi, i quali ci dicevano che quel giorno il palazzo reale era chiuso a causa di una cerimonia e che saremmo dovuti ritornare il giorno seguente alle ore 08.30 con abbigliamento consono, io con pantaloni lunghi e Stefania con le spalle coperte. Inoltre si offrivano di accompagnarci presso altri templi, poco distanti, per la somma di soli 40 bath. Sulle prime non gli abbiamo dato retta, in quanto volevamo comunque andare all’entrata e constatare di persona la chiusura del palazzo reale. Abbiamo così imboccato la strada a destra, tenendo il palazzo reale alla nostra sinistra, anche perchè notavamo un certo flusso di turisti, e dopo circa un centinaio di metri abbiamo effettivamente visto un portone d’ingresso con una guardia che impediva l’accesso ad una famiglia di turisti stranieri. A quel punto, quasi convinti della bontà dell’informazione poco prima ricevuta, venivamo avvicinati di nuovo da un’autista di tuk tuk, il quale ci ribadiva l’offerta precedentemente rivoltaci, e cioè 40 bath per fare un giro di un’ora a visitare dei templi quel giorno aperti e nei quali era permesso, a differenza del palazzo reale, visitarli con bermuda e spalle scoperte. Stefania si era già accomodata in un tuk tuk, io stavo facendo altrettanto, quando per fortuna mi sono ricordato di una cosa che avevo letto in un forum, e cioè che sia i tassisti che gli autisti di tuk tuk, prendono una commissione quando accompagnano i turisti in determinati luoghi, come negozi, centri massaggi etc., e gli ho quindi detto che saremmo andati con lui ma solo per visitare i templi, non saremmo entrati in alcun tipo di negozio. Preso alla sprovvista, l’autista del tuk tuk si è fatto sfuggire che con 40 bath non avrebbe pagato nemmeno la benzina per un’ora, abbiamo quindi avuto conferma delle sue reali intenzioni e siamo scesi. Tornando indietro abbiamo costeggiato il palazzo reale, stavolta lasciandocelo alla nostra destra, e dopo circa 200 metri abbiamo visto un altro ingresso, dove abbiamo scoperto che non era affatto chiuso alle visite, anzi, prestavano a titolo gratuito pantaloni e camicie per quelli che come noi, in quel momento, non avevano abiti consoni all’occassione. La cosa buffa è stata che, una volta entrati nel cortile del palazzo reale, abbiamo visto numerosi cartelli nei quali si mettevano in guardia i turisti dal dare ascolto agli autisti di tuk tuk, peccato però che gli stessi cartelli non fossero presenti all’esterno, dove avvenivano i tentativi di truffa.

Nel pomeriggio ci siamo recati in un altro centro commperciale che definirlo spettacolare è poco, il Siam Paragon (fermata Skytrain: Siam, uscita 5). Abbiamo mangiato al G (ground) floor, dove ci abbiamo messo una mezz’oretta per scegliere tra le tante offerte di cibo, dolci e prelibatezze varie. Successivamente ci siamo recati al 5° piano dove, tra le altre, vi è una sala cinematografica IMAX che mostrava un film tridimensionale, Nascar, della durata di un’ora ed al prezzo di 160 bath/persona.

4° giorno, 7 settembre.

Abbiamo fatto il check out dal Dynasty Inn verso le ore 10.00, poichè il nostro aereo per Chiang Mai partiva alle ore 12.50, ed oltre alle 2 ore previste per i check in dall’aeroporto di Bangkok bisognava calcolare anche pressante il traffico cittadino. Appena giunti sulla strada un tassista si è fermato chiedendoci dove eravamo diretti, al che gli abbiamo chiesto quanto avrebbe voluto per accompagnarci all’aeroporto e lui ci ha “sparato” la cifra di 400 bath, praticamente il doppio rispetto alla cifra (comprensiva di lauta mancia) pagata all’andata. Naturalmente abbiamo rifiutato ed abbiamo fermato il successivo, chiedendogli se avrebbe attivato il tassametro, ed alla sua risposta affermativa siamo saliti a bordo. Dopo circa una 50ina di minuti siamo arrivati all’aeroporto ed abbiamo pagato, includendo oltre alla tratta anche 2 pedaggi e mancia, la somma di 210 bath!! All’ingresso in aeroporto abbiamo sperimentato il secondo tentativo di truffa. Siamo stati accolti da un ragazzo che, in ottimo inglese, ci chiedeva dov’eravamo diretti e ci indicava una specie di punto informazioni dove ci avrebbero dato gratuitamente una cartina di Chiang Mai oltre a delle informazioni sul posto. All’inizio la cosa ci ha colpiti positivamente, in quanto pensavamo si trattasse della proverbiale gentilezza thailandese, invece dopo poco la musica è cambiata, poichè, dopo averci chiesto se avevamo prenotato un albergo a destinazione, ci hanno offerto alcune sistemazioni a dei prezzi esagerati, soprattutto perchè erano più alti di quello pagato a Bangkok, città notoriamente più cara rispetto a tutte le altre. In pratica ci hanno offerto un albergo, a 10 minuti dal night bazar, al prezzo complessivo, per 3 notti, di 4000 bath, compreso lo spostamento in taxi. Vedendo le nostre facce dubbiose l’impiegato ha cominciato a spazientirsi…Lui…E ci ha detto che a Chiang Mai non saremmo riusciti a trovare un albergo più economico rispetto a quello che ci stava offrendo lui, ed inoltre avremmo dovuto pagare anche 300 bath di taxi, mentre lui ce lo stava offrendo gratis. Al quel punto ci siamo spazientiti noi, ci siamo presi la cartina e ce ne siamo andati. Una volta giunti a Chiang Mai abbiamo preso il taxi, uscendo dall’aereoporto immediatamente a sinistra abbiamo pagato la tassa di 50 bath, quella che a Bangkok eravamo riusciti ad evitare, e gli abbiamo detto a quale albergo portarci, naturalmente non prenotato. L’albergo (Buarawong Residence, 129/9 Rakaeng Road, www.Buarawong.Com e-mail buarawong@hotmail.Com ), è stato individuato grazie alla deficitaria guida, in quanto descritto come economico e poco distante dal night bazar. Una volta giunti in albergo abbiamo pagato al tassista la somma di 60 bath (comprensiva di mancia) che, aggiunti alla tassa di 50 bath pagata all’aeroporto, hanno dato 110 bath, e non 300 come aveva affermato il procacciatore di Bangkok. Entrati in albergo abbiamo chiesto se avevano disponibilità di doppie e, alla loro risposta positiva, abbiamo chiesto se era possibile visionare la camera. Una volta constatato che si trattava di una sistemazione ottima, dal punto di vista della pulizia e dei servizi (aria condizionata, frigorifero, tv satellitare ed acqua calda), siamo andati alla reception per saldare il conto, cioè 1770 bath per 3 notti (colazione inclusa), in luogo dei 4000 bath richiestici sempre dal procacciatore di cui sopra. Anche in questo caso le cassette di sicurezza si trovavano alla reception e l’albergo si trovava effettivamente a 5 minuti a piedi dall’inizio del night bazar, la principale attrazione di Chiang Mai, con numerosi ristorantini e centri massaggi nel mezzo. 5° giorno, 8 settembre.

Siamo andati a fare una visita ai templi cittadini ed abbiamo voluto fare un esperimento. Nei giorni precedenti, durante la nostra permanenza a Bangkok, avevamo notato che, specialmente nei luoghi più frequentati dai turisti, si avvicinavano delle persone ben vestite e molto educate le quali, tenendo un’agendina in mano, in maniera molto cortese attaccavano bottone chiedendoci se ci stavamo divertendo, da quanto tempo eravamo arrivati e cosa avevamo già visitato. Una volta rotto il ghiaccio ci chiedevano di che nazionalità eravamo ed immediatamente, mostrando un misto tra sorpresa e gioia, aprivano l’agendina mostrandoci l’indirizzo di un loro caro amico italiano, chissà perchè sempre residente a Milano. Visto che la cosa si era ripetuta molte volte, Stefania mi ha dato lo spunto per metterli alla prova. Infatti, non appena siamo stati avvicinati per l’ennesima volta da uno di questi personaggi, alla sua domanda gli abbiamo detto di essere del Liechtenstein. Inutile dirvi l’espressione del suo volto, non aveva mai sentito nominare quello stato ed è rimasto per alcuni minuti interdetto, poi però ci ha detto che conosceva una persona che ci abitava ed ha cominciato a sfogliare la sua agendina, nella speranza, vana, di poter trovare qualcosa, ma dopo alcuni minuti, con le lacrime agli occhi dalle risate, ci siamo allontanati. A Chiang Mai abbiamo utilizzato, quando eravamo troppo stanchi per camminare a piedi, le Red Car, furgoncini con delle panche che funzionano da taxi collettivi, la cui tariffa è, per gli stranieri, di 20 bath/persona. Le red car sono particolarmente consigliate a quelli che, come me, superano 1.80 metri d’altezza. Anche a Chiang Mai ci sono numerosi internet point, il cui prezzo era, nella stragrande maggioranza dei casi, 20 bath/ora. A Bangkok invece li abbiamo trovati a 3 bath/minuto mentre a Koh Samui a 1 bath/minuto (con un minimo di 20 minuti). 6° giorno, 9 settembre.

La sera precedente abbiamo contrattato con un’autista di red car ed abbiamo pattuito la somma di 500 bath per 4 ore, per andare a visitare l’Elephant Camp e le cascate di Mae Sae (me-sa:). L’appuntamento era per le ore 09.00, ma l’autista si è presentato alle ore 08.20!! All’Elephant Camp ci siamo arrivati in tempo per lo spettacolo delle 09.40 (altri spettacoli alle ore 08.00 e 11.00) ed abbiamo pagato, per tutti e due, la somma di 1040 bath, comprensivi di mezz’ora a passeggio sull’elefante. Lo spettacolo è stato a dir poco eccezionale, con gli elefanti che si sono cimentati, tra le altre cose, in calci di rigore e soprattutto disegni artistici rappresentanti vari soggetti, di cui alcuni, prodotti in passato, figurano nel libro del guinness dei primati. All’ingresso si possono acquistare dei caschi di banane e canne da zucchero (20 bath) che poi a fine spettacolo potrete dare durettamente agli elefanti.

Successivamente siamo andati alle cascate, forse sarebbe meglio definirle rapide, di Mae Sae, dove abbiamo pagato 200 bath/persona per l’ingresso e 30 bath per il parcheggio. Abbiamo fatto una passeggiata di circa 1 ora nella foresta, con un caldo afoso a volte asfissiante. Consigliamo di indossare scarpe comode, portare un asciugamano e costume da bagno, vi sono alcune piscine naturali dove è possibile immergersi. Il giorno successivo saremmo dovuti partire per Koh Samui e, dal momento che ci eravamo trovati bene con quest’autista, gli abbiamo chiesto di venirci a prendere per accompagnarci all’aeroporto, pattuendo la somma di 80 bath. Anche in questo caso ha mostrato la sua puntualità, l’appuntamento era alle 08.30 ma lui si è presentato alle 08.10.

7° giorno, 10 settembre.

Una volta all’aeroporto, non appena effettuato il check in, siamo stati accolti da un’impiegata della Bangkok Airways, la quale ci ha accompagnati in una sala d’aspetto riservata, dove c’erano, a disposizione dei clienti, bevande calde e fredde, pasticcini vari e due computer collegati ad internet, oltre a tv satellitare, giornali / riviste e cartine delle destinazioni da loro servite. Inutile dire quanto fossimo sorpresi da tale accoglienza, abituati, purtroppo, a quelli che sono i servizi offerti dalla nostra compagnia di bandiera. Sorpresa e meraviglia accresciuti dal fatto che, in definitiva, avevamo acquistato su internet, a prezzo vantaggioso, “solo” un biglietto di economy!! Il volo di 2 ore e ½ è stato effettuato mediante un ATR-72 silenziosissimo, ed a bordo ci hanno servito un pranzo stile volo intercontinentale. Arrivati a Samui abbiamo trovato un aeroporto stile tropicale, con dei trenini aperti, stile parco dei divertimenti, pronti ad accompagnarci al ritiro bagagli. Per il passaggio in albergo abbiamo optato per dei minivan al prezzo fisso di 100 bath/persona.

Anche in questo caso, come nelle precedenti due occasioni, non avevamo prenotato alcun albergo, ma avevamo sempre una lista di alberghi/resort scaricati da internet. Alla fine abbiamo scelto per la zona di Chaweng e ci siamo fatti lasciare all’Evergreen Resort (167/32 Moo. 2 Chaweng Beach www.Evergreensamui.Com e-mail pinyoevergreen@hotmail.Com ), dove abbiamo trovato un bungalow con due letti separati al prezzo di 720 bath/notte, senza colazione, dotato di aria condizionata, ventilatore, frigorifero, tv satellitare, acqua calda e cassetta di sicurezza in stanza. La distanza dal mare era meno di 100 metri attraversando il vialetto del resort. L’unica pecca di questa sistemazione sono stati i lavori di ampliamento all’ingresso, sicuramente irrilevanti e che termineranno entro la fine dell’anno. La spiaggia di Chaweng è stile Rimini per quanto riguarda l’affollamento ma anche i servizi offerti, ma per quanto riguarda l’acqua è decisamente la migliore dell’isola.

La sera abbiamo provato la pizza al ristorante italiano Via Vai e dobbiamo ammettere, da napoletani, che si tratta di un’ottima pizza, nonostante sia fatta utilizzando l’acqua in bottiglia. Il prezzo è caro, considerando gli standard thailandesi, cameriera genovese molto più simpatica del proprietario.

8° giorno, 11 settembre.

Abbiamo fittato uno scooter, Yamaha Mio 100, al prezzo di 200 bath/giorno. Il prezzo originale era 250 bath, ma siamo riusciti a spuntare un prezzo minore sia perchè eravamo in bassa stagione ma soprattutto perchè lo abbiamo preso per 8 giorni. Bisogna lasciare il passaporto come cauzione e si paga a fine noleggio.

L’isola è molto facile da visitare in quanto vi sono poche strade principali, la 4169, 4170, 4172, 4173 e 4174 ed alcune strade secondarie. Una qualsiasi cartina (tra quelle gratuite) vi metterà in condizione di raggiungere qualsiasi punto dell’isola. 9° giorno, 12 settembre.

Abbiamo provato ad effettuare una visita alle cascate di Namuang. Ve ne sono due e la nr. 2 è quella più impervia, in quanto si tratta di una vera e propria scalata, senza che l’itinerario sia chiaramente indicato. Sono assolutamente necessarie un paio di scarpe da ginnastica ed una guida locale. In alternativa si può salire in elefante, al prezzo di 600 bath/persona, per poi essere lasciati a 7 minuti dalla cima della cascata. Abbiamo visitato il tempio Wat Khunaram, la cui principale “attrazione” è un monaco mummificato morto circa 20 anni fa e nonostante tutto in perfetto stato di conservazione. Entrambi i posti si trovano sulla 4169, le cascate poco dopo aver superato lo svincolo con la 4173 mentre il tempio del monaco mummificato poco dopo aver superato lo svincolo con la 4170. La sera abbiamo mangiato la pizza da Pizza Hut, decisamente più economico rispetto ai prezzi occidentali. Prendendo più cose rispetto all’ultima volta in cui ci siamo stati a Parigi, abbiamo pagato circa 14 euro in due invece che 27.

Successivamente abbiamo mangiato un gelato da Swensen’s, ottimo come Haagen Daaz ma decisamente più economico. A parità di coppa gelato, 210 bath invece di 590.

10° giorno, 13 settembre.

Visita allo HIN TA & HIN YA, il nonno e la nonna, due grossi scogli a forma di fallo e vagina, sulla 4169 nei pressi di Lamai. Vi è anche un piccolo bazar molto caratteristico, dove potrete mangiare gustosi spiedini e provare le caramelle al cocco. 11° giorno, 14 settembre.

Visita al Big Buddha, statua alta circa 12 metri con il mare come sfondo. Tutt’intorno vi sono una serie di negozietti molto carini ed economici.

Pranzo al ristorante Happy elephant on the beach, 79/1 Moo 1, Bophut, nel caratteristico Fisherman’s village. Consigliato sia per l’ubicazione, praticamente sulla spiaggia, arredamento e prezzi. La sera cena a Chaweng presso il pub The Islander e cabaret show di trans e travestiti presso lo Starclub. Non è previsto prezzo d’ingresso, si paga solo la consumazione (120 bath birra estera e 200 bath per un coctail). 12° giorno, 15 settembre.

In scooter alla scoperta di nuove spiagge.

13° giorno, 16 settembre.

Bagno alla spiaggia di Na Thon, negativa per quanto riguarda il fondale roccioso e l’acqua bassa. Na Thon è considerata la capitale amministrativa di Koh Samui, non abbiamo trovato molti turisti e siamo riusciti, trattando, ad ottenere gli stessi prezzi di Chiang Mai per l’acquisto di magliette ed abbigliamento femminile. 14° giorno, 17 settembre.

In scooter alla scoperta di nuove spiagge.

15° giorno, 18 settembre.

Visita alla Samui Snake Farm (sulla 4170 nei pressi dell’estremità sud-occidentale dell’isola), prezzo d’ingresso 300 bath/adulti e 200/bambini. All’interno vi era un piccolo zoo, con mostra di alcuni serpenti, tra cui un cobra reale lungo più di 4 metri, e coccodrilli. Incluso nel prezzo c’era uno show di un’ora (spettacoli alle ore 11.00 e 14.00) con scorpioni, centipedi e naturalmente cobra. C’è inoltre la possibilità di farsi fotografare, gratuitamente, con al collo un serpente, massiccio ma innocuo, lungo più di 4 metri. Visita al centro commerciale Tesco di Chaweng, sulla 4169 uscendo dalla strada secondaria Had Chaweng 4 in direzione Bophut.

16° giorno, 19 settembre.

Riconsegnato lo scooter e trascorsa tutta la giornata sulla spiaggia di Chaweng.

La sera, a titolo informativo ed in funzione della partenza fissata per il giorno successivo, abbiamo chiesto a due tassisti quanto veniva a costare il tragitto fino all’aeroporto. Il primo, autista di red car, ci ha risposto 300 bath, mentre il secondo, autista di taxi tradizionale, ce ne ha chiesti 200 (come all’arrivo). Gli abbiamo chiesto quanto sarebbe venuto attivando il tassametro e lui, molto candidamente, ci ha detto che, data la brevità del percorso (da Chaweng) e conseguentemente del prezzo che ne conseguirebbe, alle persone che gli chiedono di attivare il tassametro, risponde che non li può far salire a bordo perchè a corto di benzina. Abbiamo apprezzato la sua simpatia ed onestà ed abbiamo preso appuntamento per la sera successiva.

Cena al Samui Coral Resort, meglio conosciuto col nome “da papà”. Ristorante praticamente sulla spiaggia, con tavolini posizionati di sera a non più di 4 metri dal mare. Per l’occasione ci siamo voluti concedere una botta di vita, prendendo aragosta, gamberoni reali e calamari. I prezzi sono decisamente più abbordabili rispetto all’Italia, infatti generalmente l’aragosta la vendono a 1500 bath/kg, i gamberoni reali a 1300 bath/kg e calamari a 450 bath/kg. Il proprietario è un signore di Udine, molto gentile e cortese. La sera, mentre facevamo il massaggio ai piedi, abbiamo capito che qualcosa di strano stava succedendo, anche perchà il centro massaggi ha chiuso un’ora prima del previsto. Non appena giunti in camera abbiamo acceso la televisione e ci siamo resi conto che in quel momento, a Bangkok, era in corso un colpo di stato, cosa di cui, a parte i dialoghi sulla spiaggia degli stranieri, noi non ce ne siamo proprio resi conto.

17° giorno, 20 settembre.

Dedicato ai preparativi per la partenza. Abbiamo lasciato la stanza entro le 12.00, ma ci hanno fatto lasciare i bagagli nella reception e ci hanno dato la disponibilità della doccia a fine giornata, sempre all’interno della reception, dal momento che il nostro volo per Bangkok partiva alle ore 22.00. Provata la moto d’acqua al prezzo di 800 bath per 20 minuti, ai quali vanno aggiunti 100 bath per il 2° passeggero. Fate attenzione nel controllare l’orario, in quanto noi solo alla fine ci siamo resi conto che ci avevano fatti rientrare 2 minuti prima del previsto.

Nel pomeriggio Stefania ha effettuato manicure-pedicure e baby skin foot, mentre io ho fatto il baby skin foot ed il foot massage, in due abbiamo pagato 1100 bath!!! All’ora prevista, ore 20.00, ci siamo messi in attesa del taxi il quale puntualmente è arrivato.

Koh Samui è un aeroporto servito esclusivamente dalla Bangkok Airways e, come a Chiang Mai, abbiamo trovato tutta una serie di servizi, tutti rigorosamente gratis, a disposizione dei clienti (bibite calde e fredde, pasticcini e computer collegati ad internet).

Una volta arrivati a Bangkok abbiamo atteso la coincidenza per l’Italia alle ore 03.25 ed in perfetto orario siamo arrivati prima a Roma e poi a Napoli. Nella speranza che questo nostro racconto, nel quale abbiamo indicato solo le cose che ci hanno veramente colpito e degne di nota, sia riuscito a trasmettervi quanto di bello abbiamo fatto in Thailandia, vogliamo concludere dandovi qualche consiglio di carattere generale: 1) a Bangkok fate attivare sempre il tassametro ai tassisti. Se si rifiutano scendete e prendetene un altro, ci sono più taxi che auto comuni; 2) a Bangkok acquistate il pass giornaliero per lo Skytrain, costa solo 120 bath; 3) utilizzate pantaloni con la cerniera, quelli che si trasformano in bermuda; 4) salviettine umidificate per il gran caldo afoso; 5) bevete sempre acqua imbottigliata; 6) portatevi il minimo indispendabile, il resto degli abiti lo potete comprare in loco; 7) dato il caldo sono sconsigliate le scarpe chiuse; 8) nei mercati trattate fino all’inverosimile, arrivando a pagare almeno la metà del loro prezzo iniziale; 9) acquistate gli spostamenti interni tramite internet, nei numerosi internet point, piuttosto che rivolgervi alle agenzie; 10) nei luoghi frequentati prevalentemente dai turisti diffidate sempre da quelli che vi si avvicinano; 11) se, come noi, viaggiate senza prenotare alberghi, fate una ricerca preventiva su internet, ma diffidate da quello che vi propongono in aeroporto. Naturalmente questo discorso è valso per noi in quanto bassa stagione, sicuramente in altri periodi potrebbe risultare più comodo prenotare, sempre però tramite internet; 12) non mancare di visitare, tra le tante cose, il tempio di Wat Pho, il palazzo reale, l’MBK ed il Siam Paragon a Bangkok, l’Elephant camp e le cascate di Mae Sae a Chiang Mai e la snake farm, il Big Buddha ed il monaco mummificato a Koh Samui; 13) fittare lo scooter a Koh Samui; 14) portarsi dei K-Way per chi come noi viaggia in periodi dell’anno dove sono probabili le piogge; 15) per chi dovesse scegliere il nostro stesso itinerario ricordarsi del fatto che a Chiang Mai si spende meglio in assoluto; 16) a Koh Samui provate i massaggi del centro denominato “Most massage”, ubicato a Chaweng di fronte alla pizzeria Via Vai; 17) a Koh Samui fate gli acquisti a Na Thon o Lamai, ma cercate di evitare Chaweng; 18) per gli spostamenti interni, a parità di prezzo preferite Bangkok Airways o Thai.

Per qualsiasi curiosità, dubbio o consiglio, non esitate a contattarci all’indirizzo e-mail filippo.Stefania@fastwebnet.It



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