Tanzania e zanzibar da vivere

Il nostro viaggio di nozze – luglio 2004. Per il nostro viaggio di nozze abbiamo voluto realizzare un sogno: l’Africa. Eravamo indecisi tra Sud Africa, Namibia e Tanzania, alla fine abbiamo optato per quest’ultima allettati anche dalla possibilità di concludere il viaggio nelle paradisiache spiagge di Zanzibar. Avendo a disposizione 3...
tanzania e zanzibar da vivere
Partenza il: 12/07/2004
Ritorno il: 30/07/2004
Viaggiatori: in coppia
Il nostro viaggio di nozze – luglio 2004.

Per il nostro viaggio di nozze abbiamo voluto realizzare un sogno: l’Africa.

Eravamo indecisi tra Sud Africa, Namibia e Tanzania, alla fine abbiamo optato per quest’ultima allettati anche dalla possibilità di concludere il viaggio nelle paradisiache spiagge di Zanzibar.

Avendo a disposizione 3 settimane, abbiamo deciso, tra le numerose possibilità di dedicare 10 gg al safari e 10 gg al mare a Zanzibar.

Dopo aver letto la guida Lonely Planet e consultato vari siti avevamo un’idea abbastanza chiara di come impostare il safari con i vari pernottamenti, per posta elettronica abbiamo chiesto 2-3 preventivi ad altrettante agenzie di Arusha e alla fine abbiamo scelto quella che ci ispirava maggiormente fiducia (Roy safari) e tramite questa abbiamo fatto tutte le varie prenotazioni, compreso il volo interno da Arusha a Zanzibar.

Fortunatamente pur essendo alta stagione, siamo riusciti a prenotare tutto quello che avevamo scelto.

Così prima di tutto, dei fiori, delle bomboniere e delle foto, abbiamo iniziato ad informarci, e a portare avanti tutte le varie incombenze che preludono al viaggio, vaccinazioni (noi abbiamo fatto quelle per l’epatite A – iniezione- per la febbre gialla – iniezione – e febbre tifoidea – compresse) visto (spedito con raccomandata al consolato di Milano fototessera, passaporto, certificato di vaccinazione per la febbre gialla, € 30,00 / persona e modulo compilato, passaporto e visto li abbiamo poi fatti ritirare da un’amica che studia a Milano perché il consolato non spedisce nulla!!) ed infine profilassi antimalarica (abbiamo scelto il Malarone nonostante sia piuttosto caro- € 52 per una confezione di 12 pastiglie, ne abbiamo usato 2 confezioni a testa – 1 pastiglia / gg dal giorno prima di partire fino a una settimana dopo il ritorno).

N.B. Nessuna vaccinazione o profilassi ci ha procurato il minimo fastidio.

1° gg 12/07/04 arrivo ad Arusha.

Partiamo da Verona sotto un temporalone estivo da paura, arriviamo alla Malpensa un po’ in ritardo e praticamente “al volo” prendiamo l’aereo della KLM, scalo di due ore nell’immenso aeroporto di Amsterdam poi partenza finalmente per l’Africa.

L’aereo è strapieno, addirittura della gente è rimasta a terra e propongono lussuose sistemazioni e invitanti rimborsi a che è disposto a cedere il suo posto per partire l’indomani.

Purtroppo io e il mio neo marito non siamo vicini, e stupidamente, non facciamo presente alle hostess che si tratta della nostra luna di miele …Magari non cambiava nulla ma avrebbe comunque valso la pena tentare.

Le ore passano lentamente (film solo in inglese e olandese) ma ecco finalmente arriviamo al Kilimangiaro Airport…Comunque del mitico “tetto d’Africa” sempre incappucciato di neve non vediamo nulla perché è già sera … Appena scesi respiriamo a pieni polmoni la brezza africana, la temperatura è piacevole, tiepida e ventilata.

Troviamo subito un incaricato della Roy safari con un cartello con il nostro nome, saliamo sul pulmino e dopo un’ora circa di strada dissestata in cui intravediamo sagome di persone che camminano, arriviamo all’Impala Hotel di Arusha dove dopo una doccia veloce crolliamo e in zero secondi ci addormentiamo.

2° gg 13/07/04 Tarangire National Park Dopo la colazione all’Impala Hotel, troviamo ad aspettarci Richard, che sarà la nostra guida per tutto il safari, è della tribù del monte Meru (la seconda montagna più alta della Tanzania dopo il Kilimangiaro), ha un viso gentile e sorridente, e parla un ottimo inglese, nel corso del safari avremo modo di apprezzare altre sue virtù come una vista fenomenale, una grande discrezione e disponibilità.

Ci fermiamo agli uffici della Roy per saldare il conto (ahi ahi !!) poi via sulla nostra fantastica jeep Land Cruiser 4×4 davanti c’è Richard che guida, e nel sedile accanto a lui i suoi libri e documenti, dietro noi, e dietro ancora una fila di posti vuoti, gli zaini sono nel baule coperti da cellofan…Siamo felici di essere soli in questa avventura con la nostra guida e nessun altro liberi di fermarci dove più ci pare senza dover rendere conto a nessuno…Partiamo attraversando le strade di Arusha, c’è molta gente e quasi tutti a piedi, è una cittadina piena di vita ed attività, è il punto di partenza per la maggior parte dei safari del circuito del nord e si vede…Ci fermiamo in banca per cambiare un po’ di dollari in scellini tanzaniani per i futuri souvenir, infatti il resto è tutto già pagato e non avremo grandi spese (a parte le bevande che in tutti i campi tendati e lodge sono escluse).

Ci fermiamo anche in un supermarket dove Richard prende del cibo per sé, è tutto molto pulito e ordinato.

Ripartiamo e lasciamo Arusha, passando per le baraccopoli alla periferia, qui come in tutte le baraccopoli del mondo, regnano la sporcizia, la puzza, i bambini che giocano scalzi, i tetti di lamiera, le donne che portano secchi su capo, i cani scheletrici e gli animali macellati appesi alle baracche.

C’è inoltre molta gente che cammina allontanandosi dalla città. “ma dove stanno andando ?” chiediamo a Richard, non c’è nulla più in là… loro camminano sperando di trovare un lavoro che per quel giorno gli consenta di mangiare e magari di portare qualcosa alle famiglie…Ogni giorno questa gente parte al mattino camminando e non sa se per sera avrà trovato qualcosa oppure no, ogni giorno è una sfida , un’incognita, una lotta per sopravvivere.

Ci lasciamo Arusha alle spalle attraversiamo vaste piantagioni di caffè, incrociamo numerosi ragazzini con mantelli rossi e un bastone in mano, sono i pastori masai con le loro mandrie, vediamo bovini abbeverarsi in pozze d’acqua, e anche caprette seguire placide i pastori.

La strada è asfaltata e in buone condizioni, la temperatura gradevole, ci rilassiamo iniziando ad assaporare l’aspro paesaggio che si apre dinnanzi ai nostri occhi.

Dopo più di un’ora arriviamo la nostro primo parco africano: il Tarangire National Park da noi chiamato il parco dei baobab: all’ingresso un enorme baobab, su cui saliamo per ammirare il panorama.

Iniziamo a girare con la jeep a cui è stato alzato il tetto, senza scarpe in piedi sui sedili, iniziamo a vedere zebre, gnu, impala, gazzelle… Sulle stradine dissestate del parco vediamo file di babbuini, con i piccoli appesi alla pancia delle madri, enormi baobab si stagliano contro il cielo africano, le acacie con la loro tipica forma a ombrello ci ricordano l’Africa dei documentari in televisione, vediamo numerose famiglie di elefanti, con i maschi possenti dalle lunghe zanne, e i piccoli che a stento tengono il loro passo, è tutto stupendo non ci sembra vero di essere qui e di vedere questi animali in piena libertà… tutto ci fa sentire piccoli piccoli, le giraffe che placide mangiano le foglie più alte degli alberi, elefanti che bevono sulle rive di un fiume, e che si buttano terra rossa sul corpo con la proboscide, e tante tantissime zebre che si rincorrono nell’acqua lanciando spruzzi… e poi aquile, struzzi, facoceri, gazzelle, scimmie dalle “palle blu” e numerosissimi uccelli.

Ci fermiamo per pranzare con il “lunch box” in un punto panoramico fra gli sguardi attenti dei babbuini e poi ancora nel pomeriggio percorrendo stradine sterrate e godendoci questi paesaggi tanto sognati.

Nel tardo pomeriggio usciamo dal parco e dopo parecchi chilometri in stradine secondarie attraverso piccoli villaggi masai con le tipiche capanne di fango, Richard ferma la jeep in mezzo al nulla…Arrivati ! Dopo un attimo di stupore sbucano dal nulla tre enormi guerrieri masai che si caricano i nostri zaini sulle spalle e ci portano in una stradina dove finalmente vediamo delle tende…È il Tamarind tented camp, sicuramente il più spartano e inquietante del safari.

Ci accolgono con una bevanda fresca e grandi sorrisi, le tende sono molto semplici tipo quelle militari, ma all’interno pulite e spaziose, c’è il gabinetto chimico e per l’acqua calda bisogna chiedere, a differenza di tutti gli altri campi queste sono piantate direttamente al suolo e sono molto poche o almeno noi ne vediamo giusto 3 o 4 più la tenda ristorante.

Siamo in mezzo al nulla, ai confini del parco, ma ovviamente gli animali non conoscono questi confini e infatti ci sono avvisi di non spaventarsi nel caso di visite improvvise di elefanti !! Un piccolo riposino, poi scende la sera africana con tutti i suoi suoni e suoi misteri… Andiamo alla tenda ristorante, siamo noi due gli unici turisti, c’è poi Richard e i camerieri che sono qui solo per noi … ci accendono il fuoco fuori dalla tenda, alziamo gli occhi al cielo migliaia di stelle ammiccano…Una sensazione di pace mi prende mi sento sicura e per nulla intimorita dai rumori dagli spazi così immensi… Ceniamo poi con Richard che ci racconta di sè e della sua famiglia, e questo è molto bello perché sappiamo che invece nei lodge e nei campi “di lusso” le guide cenano e dormono in zone separate “off limits” per i turisti … La cena è molto buona considerando dove siamo e i camerieri di una gentilezza squisita, ci attardiamo ancora un po’ nella tenda ristorante a chiacchierare perché fuori ci sono sciami di zanzare e insetti volanti non meglio identificati poi a nanna, gli ultimi suoni che sentiamo sono le grida rauche degli uccelli notturni.

3° gg 14/07/04 Lake Manyara National Park Abbiamo dormito benissimo, i letti sono enormi, ci alziamo molto presto (come faremo per tutto il safari) l’aria del mattino è frizzante e ricca di promesse uscendo dalla tenda il posto in cui abbiamo dormito ci sembra ancora più sperduto di ieri sera, ma che emozione !! Ci aspetta un’ottima colazione con uova e pancetta poi i guerrieri/guardiani masai ci aiutano a caricare gli zaini sulla jeep, come d’uso diamo loro la mancia, salutiamo tutti e ripartiamo dando un passaggio ad una ragazza fino al villaggio più vicino.

Dopo lo sterrato ci riportiamo sulla strada asfaltata principale, attraversiamo il villaggio il cui nome tradotto significa “fiume delle zanzare“ Richard si ferma per qualche acquisto e noi ne approfittiamo per dare un’occhiata in giro, non filmiamo nulla perché ci è stato detto che questo può (giustamente a nostro avviso) infastidire i locali che non amano sentirsi “attrazione per i turisti”… A questo proposito con un po’ di cinismo aggiungerei che non amano sentirsi “attrazione per i turisti GRATUITA” in quanto se si dà la mancia sono tutti ben contenti di farsi filmare e fotografare…Ma possiamo noi biasimarli per questo ?? Ripartiamo e poco dopo arriviamo all’ingresso del nostro secondo parco il “Lake Manyara National park”, da noi chiamato il parco degli elefanti.

Qui il paesaggio è molto più verde per l’abbondanza di acqua anche sotterranea, vediamo subito babbuini, giraffe, zebre gazzelle, facoceri e tanti tantissimi meravigliosi elefanti.

Ci passano così vicino che basterebbe allungare una mano per toccarli, alcuni hanno le zanne consumate o rotte, altri orecchie un po’ sbrindellate, ma sono tutti comunque bellissimi, mangiano le foglie degli alberi, con la proboscide rimescolano l’acqua di un fiume, bevono facendo un rumore buffissimo tipo sciacquone del water… non credevo possibile vederne così tanti, tutti raggruppati in famiglie con gli immancabili piccoli che si nascondono quasi sotto i grandi, ci attraversano i sentieri, ci guardano con quegli occhi antici così pieni di saggezza…

Vediamo anche dik dik, aquile e manguste, un paio di bufali, poi arriviamo al lago che dà il nome al parco, è un lago salato come si vede subito dalla striscia bianca del sale, qui ci sono moltissimi ippopotami, alcuni immersi, altri intenti a sonnecchiare lungo le rive, e innumerevoli uccelli di mille specie diverse, pellicani, cormorani e in lontananza pellicani rosa.

Pranziamo ancora al sacco vicino alle rive del lago, si sta benissimo c’è la brezza fresca e una temperatura paradisiaca…E pensare che in Italia stanno soffrendo il caldo !! Il pomeriggio ci riserva altri panorami e altri animali, soprattutto elefanti, ma quanti sono ?? sono sempre stati tra i miei animali preferiti e ora poterli vedere così da vicino è veramente un sogno che si realizza… Non vediamo i leoni sugli alberi per i quali questi parco è famoso, ma Richard ci rassicura: ha già preso appuntamento con i leoni per domani, al Serengeti !! Lasciamo il parco nel pomeriggio e percorriamo la salita a ridosso della Rift Valley, ci inoltriamo in una stradina sterrata , numerosi bambini corrono accanto alla jeep e diamo loro i panini e i dolci del lunch box, che avevamo apposta tenuto da parte.

Sappiamo che non bisogna esagerare nel dare dolciumi a questi ragazzini non abituati a cibi dolci, perché qui in Africa anche una semplice carie può essere un enorme problema, ma non resistiamo quando ci guardano con i loro occhi immensi e luminosi.

Arriviamo al “Kirurumu tented camp” che domina il parco dell’alto di una collina, è un campo molto più grande e bello del Tamarind, le tende sono issate su strutture in legno, e ognuna ha il suo terrazzino, dalla nostra si vede il lake Manyara, giù a valle ! Le tende sono molto distanziate le une dalle altre per cui la privacy è garantita, c’è il solito lettone enorme a tre posti con zanzariera, c’è l’acqua calda e tutto è molto pulito ed accogliente.

Ci sono lanterne lungo i sentierini, e guerrieri masai a guardia di eventuali visite inattese di animali, ma anche qui come ieri sera ci sentiamo tranquilli, andiamo al bar per un aperitivo, è tutto in stile africano, arredato con molto gusto, anche la cena è ottima e il personale anche qui gentilissimo.

Dopo cena stiamo un po’ a chiacchierare al buio sul terrazzo della nostra tenda, ascoltando i rumori della notte e respirando profondamente l’aria fresca…Che sensazioni meravigliose !! 4° gg 15/07/04 Serengeti National Park Colazione di buon’ora in compagnia di simpatici scoiattoli, poi salutiamo il Kirurumu, e riprendiamo la strada: direzione Serengeti.

Il cielo è nuvoloso mentre saliamo in quota, la strada è sterrata, ma una compagnia di giapponesi (??) sta costruendo un’adiacente strada asfaltata che tra non molto dovrebbe essere ultimata.

Attraversiamo la Ngoro Ngoro C.A. Immersi nella nebbia, infatti in un punto panoramico da cui si dovrebbe avere una bella visuale del cratere non si vede assolutamente nulla, attraversiamo villaggi masai incrociando i pastori con i tipici costumi rossi, ci facciamo una foto (previa mancia ovviamente) con 4 ragazzini masai tutti vestiti di nero e con i volti dipinti di bianco…È il loro passaggio all’età adulta… La strada si fa sempre più polverosa e dissestata, ora è uscito il sole e la temperatura si è alzata, siamo tornati su un piatto altopiano, lo sguardo spazia all’infinito…Ma qui è veramente una desolazione totale, né alberi, pochi animali, solo un vasto pianoro riarso.

Ci fermiamo a pranzare sotto un’isolata enorme acacia (chissà com’è riuscita a crescere in mezzo a questo nulla !) poi riprendiamo la strada polverosa e finalmente arriviamo all’ingresso del Serengeti National Park.

Ci fermeremo quattro giorni al Serengeti, e saranno probabilmente i 4 giorni più belli del nostro viaggio… questo parco è unico, imperdibile… probabilmente non è apprezzato sufficientemente da chi lo visita in fretta, perché all’inizio tutta la parte sud specie nella stagione secca è spoglia e vuota, ma per chi come noi, ha il tempo e la voglia di scoprirlo più a fondo riserva della sorprese e delle immagini indimenticabili… Noi infatti abbiamo deciso (in fin dei conti siamo in luna di miele no ?!) di concederci qualche piccolo lusso, così scartiamo i lodge della troppo affollata parte centrale (Seronera) e decidiamo di trascorrere i 4 giorni in un angolo ancora relativamente incontaminato il Western corridor, in un campo tendato DA SOGNO il Kirawira tented camp … e mai scelta fu più felice !!! Comunque il western corridor è in angolo lontano del parco, per arrivarci lo attraversiamo tutto, passando dalla parte sud (per l’appunto arida e spoglia) fino al Seronera.

Qui le jeep dei turisti abbondano, tant’è che più che cercare gli animali si cercano le altre jeep. Dove si vede un gruppo di jeep ferme, si è sicuri di vedere qualcosa…

In effetti qui la concentrazione di felini è la più alta del Serengeti, e il paesaggio è meraviglioso…Avvistiamo dapprima, iene, sciacalli i “topi” simili agli impala, gazzelle, zebre, poi giraffe ed elefanti ed ippopotami e poi…Ecco… Richard ha davvero fissato un appuntamento per noi: sotto un’acacia sonnecchia tranquilla una famiglia di leoni, sono 8 tutte leonesse e giovani leoni, sono bellissimi, incuranti di chi come noi non riesce a smettere di guardarli, di filmarli di fotografarli.

È un quadretto stupendo, difficile da dimenticare …

Ci fermiamo per tutto il tempo che vogliamo, poi a malincuore ci allontaniamo, passiamo davanti a una pozza di ippopotami, svoltiamo una curva ed ecco… proprio al bordo del sentiero c’è una zebra appena uccisa, ed un gruppo di leoni la sta mangiando, ci sono leonesse (una con il radio collare) che con tutta calma mordono il posteriore della zebra , poi altre che la trascinano per una zampa, e piccoli leoncini che leccano i punti in cui si vede la carne fresca…È una scena molto cruda ma anche molto “vera” il dispiacere per la triste sorte della povera zebra è mitigato dallo spettacolo dei leoni che si nutrono…È la legge della natura in cui ogni giorno in una catena infinita c’è chi preda e chi è predato, in cui i forti e i veloci sopravvivono…Un piccolo leoncino stà leccando il muso della zebra, e alcune leonesse ormai satolle si sdraiano pigramente accanto alla zebra…In lontananza sotto un’acacia un leone maschio con un’enorme criniera guarda la scena con scarso interesse.

Ammiriamo la “cena dei leoni” incantati, peccato solo per il gran numero di jeep e per alcuni turisti (purtroppo italiani !) che anziché guardare in silenzio cominciano a fare schiamazzi e incoraggiamenti di ogni tipo ! Ahimè è tempo di allontanarci, lasciamo il Seronera non prima di aver incrociato altri 2 o 3 leoni, ci lasciamo alle spalle le jeep e i turisti e devo dire con sollievo, ritroviamo quella dimensione di Africa che cercavamo, percorriamo chilometri e chilometri in assoluta solitudine, in piedi sui sedili con il vento in faccia, non finiamo di saziarci gli occhi con questo paesaggio… Distese di erba gialla, con gruppi di gazzelle che ci attraversano la strada, gnu a perdita d’occhio colline lontane accarezzate dalla luce magica del tardo pomeriggio…Le parole non possono descrivere quello abbiamo visto e provato nel western corridor, tutto è un inno alla vita, è come l’eden dove noi siamo degli intrusi c’è un’armonia e una perfezione che quasi ci commuovono… Verso sera arriviamo finalmente al Kirawira tended camp…È bellissimo…Ci sono una quindicina di tende tutte ben distanziate tra loro, la nostra è la più lontana, anche qui come al Kirurumu le tende sono sostenute da una struttura in legno e hanno la terrazza …Da qui lo sguardo spazia all’infinito sul parco, e anche senza binocolo si vede la distesa immensa degli gnu, e le colline all’orizzonte, la striscia verde degli alberi là dove passa il Grumeti river…I colori si accendono è il rapido tramonto africano che scende su tutto come un manto, è bellissimo e ce lo gustiamo fino alla fine…

Il Kirawira ha dato veramente qualcosa ”in più” alla nostra luna di miele, anche la Longe room e la tenda ristorante sono bellissime, arredate in stile coloniale, molto eleganti e po’ vittoriane.. Il personale poi è meraviglioso, alcuni masai hanno lineamenti e corpi da far invidia ad attori e modelli, ed una fierezza e un orgoglio nel portamento e nei modi che ci affascinano…

La cena è squisita, scegliamo vari tipi di pane ancora caldo, la posateria è in argento insomma una favola !!! Ormai è buio, è stata una giornata molto lunga ma siamo ancora pieni delle immagini e delle emozioni provate che stentiamo ad andare a dormire…

Ci fermiamo sul terrazzo della longe room, vediamo guerrieri masai veramente armati ! Ci spiegano che qui sono piuttosto frequenti le visite di leoni ed elefanti che vanno a bere nella piscina…Torniamo scortati alla tenda…Dove c’è un enorme lettone a tre posti con zanzariera, bagni in marmo molto belli… Domani ci aspetta un safari all’alba, quindi nonostante i misteriosi e continui rumori intorno a noi crolliamo presto addormentati…Che giornata !! 5° e 6° gg 16 – 17/07/04 Serengeti National Park Questi due giorni sono stati per molti aspetti tra i più indimenticabili del viaggio, sveglia alle 5.30 del mattino, con un guardiano masai che ci lascia fuori dalla tenda un vassoio con caffè caldo, tè e dolci. Sorseggiamo il caffè nell’ora che precede l’alba, nel silenzio totale rotto da rumori vicini e misteriosi…Partiamo con la jeep e ci gustiamo in solitudine questo paradiso dimenticato e lontano, le nostre case, l’ufficio i problemi della nostra vita frenetica non possono essere più lontani quasi di un altro pianeta…Qui tutto è scandito dai ritmi della natura, dall’alternarsi della stagione secca e umida, dalla migrazione di 2.5 milioni di gnu e zebre che seguendo l’acqua si stanno ora spostando dal Serengeti al Masai Mara in Kenia…Noi nel western corridor assistiamo alla coda della migrazione…E già questa è spettacolare, migliaia e migliaia di gnu che lentamente in gruppi o in perfetta fila indiana si spostano attraverso questa regione, fermandosi per bere sulle rive del fiume Grumeti infestato di coccodrilli…Qui gli gnu attraversano correndo il fiume creando uno spolverone incredibile… Richard ci spiega che il culmine della migrazione è tra maggio e giugno, ma nel western e nel northen corridor la si vede ancora anche in luglio, gli gnu torneranno poi nella stagione delle grandi piogge tra marzo e aprile quando le femmine gravide partoriranno…Richard dice che allora la savana sarà piena di placente di gnu, appositamente abbandonate al suolo dalle femmine per “distrarre” i predatori.

Nella luce fioca del giorno che sta nascendo vediamo questa distesa di gnu, e zebre, vediamo giraffe, facoceri, aquile, avvoltoi, qualche bufalo, iene, vediamo un leone avanzare nell’erba alta con le orecchie appiattite e in posizione di “punta” osservare le gazzelle vicine e poi…Dapprima una leonessa con la zampa ferita che va a bere al fiume, poi un’intera famiglia di leoni, tra cui 4 o 5 giovani che giocano tra loro con finti combattimenti, nell’erba gialla, in quest’alba africana… è una scena struggente per quanto è bella…Vederli così ora noi da soli senza altre jeep senza altri rumori artificiali nella loro libertà, nel loro gioco.

Pensiamo che non sarebbe stata la stessa cosa al Seronera tra jeep che partono e che arrivano frenando e radioline che gracchiano.

Una volta di più siamo felici di esser qui al western corridor.

Ammiriamo per lungo tempo i giovani leoni che giocano, è una scena che resterà impressa per sempre nei nostri ricordi, è la scena più nitida che ho quando ripenso all’Africa… Verso metà mattina ci fermiamo a mangiare la colazione al sacco che ci hanno dato al campo, siamo un po’ intimoriti nello scendere dalla jeep ma Richard ci rassicura… poi arriviamo al Grumeti river dove ci sono numerosi ippopotami immersi nell’acqua melmosa e giganteschi coccodrilli sulla sabbia che si crogiolano al sole…

I due giorni passano così come in un sogno…Entrambi i giorni verso mezzogiorno rientriamo al Kirawira per pranzare e poi ci rilassiamo nella fantastica piscina… verso le 16 ripartiamo per i safari pomeridiani che durano fino al tramonto…Altri paesaggi altra luce magica altri animali da ammirare.

La notte non abbiamo dormito…Sentivamo un leone affamato ruggire… un suono che mi ha fatto venire la pelle d’oca…Sveglia, seduta sul letto scrutavo il buio fuori dalla tenda…Ricordavo i guardiani che ci dicevano che la settimana scorsa un leone aveva ucciso un bufalo vicino alla piscina…Ricordavo le gazzelle viste accanto alla nostra tenda…E se il leone ha fame ma la gazzella scappa e a lui rimane l’appetito??… Il leone continua a farsi sentire.. Il silenzio assoluto poi lo strido del babbuino e dopo qualche secondo il ruggito del leone…Così per tutta la notte…Anche mio marito dapprima coraggioso “ figurati se deve venire proprio da noi..” alla fine si porta il fischietto per chiamare le guardie accanto al letto.. Servirà ??!! È una notte lunghissima ma che non scorderemo mai…Quando finalmente prima dell’alba arriva un masai con il vassoio della colazione respiro di sollievo, sono già pronta vestita e scattante per uscire dalla tenda… Anche oggi le sorprese della savana sembrano non finire, oggi è il giorno dei coccodrilli, Richard ci porta lungo il Grumeti river per ammirare i lucertoloni certo sono veramente giganti, sembrano tranquilli e lenti, ma hanno con denti aguzzi e quando scendono in acqua si muovo con eleganza e velocità si immergono completamente e spuntano dall’acqua solo gli occhi.

Anche qui assistiamo a scene indimenticabili.: una branco enorme di gnu e zebre si stanno abbeverando al fiume, scalciando nervose perché consapevoli della presenza dei coccodrilli, vediamo il fiume in ebollizione, ci saranno almeno una ventina di cocchi giganti che stanno dilaniando uno gnu appena catturato, si avvinghiano gli uni agli altri, creando una ammasso verde, altrettanti sono immersi in acqua e a gruppi si avvicinano agli gnu tentano di trovare la prossima vittima…Ma gli gnu allertati dalla misera fine del loro compagno sono in guardia e non si fanno catturare scalciando e fuggendo, urtandosi tra loro (ma che fatica per bere un goccio d’acqua !!) i coccodrilli dopo un po’ rassegnati e sazi tornano sulla sabbia a dormire, alcuni hanno la bocca spalancata e gli uccellini che gli puliscono i denti… Attraversiamo poi un ponte tibetano sospeso sul Grumeti river, passiamo sopra coccodrilli e ippopotami (speriamo che tenga !!) poi vediamo giraffe e ancora ippopotami e una bella famiglia di leoni tra cui una leonessa splendida dal manto color miele, è vicinissima alla jeep, sta dormendo all’ombra di un’acacia poi si sveglia e rimane accovacciata, apre gli occhi e pare fissarmi, è un sguardo magnetico penetrante, due occhi gialli che hanno dentro tutto il sapore dell’Africa e della natura, sono incantata !! Passa così anche il secondo di questi due giorni meravigliosi, e alla luce del tramonto rientriamo al Kirawira, come le altre sere ci fermiamo con Richard nella longe room, per chiacchierare delle cose viste e programmare la prossima giornata, poi ci salutiamo…Lui cenerà con le altre guide, noi con gli altri turisti.

La cena è come sempre meravigliosa, la serata fresca e carica di promesse e di rumori…Ma dopo una nottata praticamente in bianco, nonostante i leoni che anche ora si fanno sentire nei paragi, crollo addormentata…

7° gg 18/07/04 Serengeti National Park Anche stamattina sveglia presto ma non prima dell’alba, così riusciamo a fare colazione alla tenda ristorante e ne avremo bisogno perchè oggi ci aspetta un lungo spostamento in jeep…Infatti passeremo per l’ultima volta nel nostro amato Western corridor, poi attraverseremo il Seronera centrale fino ad uscire dal Serengeti ed arrivare verso sera al Nogorongoro conservation area.

Richard ci fa gustare fino in fondo le ultime ore nel western corridor, vediamo, gazzelle, facoceri, bufali, giraffe, “topi”, dik dik, oltre ovviamente agli gnu e alle zebre…In mezzo alla strada un gruppo di avvoltoi e altri uccellacci sta avidamente divorando quello che resta di uno gnu…Due iene sono inattesa poco lontano… Vediamo almeno tre diverse specie di aquile, e qualche leone …

La strada dinnanzi a noi ci conduce inesorabilmente al seronera, diciamo mentalmente addio a quello che ci lasciamo alle spalle, alla nostra tenda al Kirawira e a questo angolo di paradiso dove siamo stati isolati dal resto del mondo e fusi con la natura…Sappiamo che ben difficilmente ritroveremo le sensazione provate qui… Ma non vogliamo immalinconirci in fondo il Seronera è il regno dei felini, infatti appena arriviamo vediamo innanzitutto altre jeep di turisti, poi subito un gruppo numerosissimo di bufali, con alcuni piccoli, poi ippopotami, e due leonesse, che con la massima indifferenza passano a zig zig tra le jeep andando a bere in un rigagnolo d’acqua…Proseguiamo, delle jeep ferme ci segnalano la presenza di qualcosa, che sarà ?? ci avviciniamo, dietro un angolo ecco fare capolino una splendida mamma ghepardo con il suo piccolino !!! sono in parte nascosti da un cespuglio ma ogni tanto si spostano, il piccolino che ancora barcolla gioca con la coda della madre e lei lo lecca e lo coccola…Che teneri…Sono stupendi!! Anche Richard è emozionato, in 10 anni di lavoro non ha mai visto un cucciolo di ghepardo così piccolo, dice che non avrà più di 2 settimane di vita …Li guardiamo a lungo sono splendi e così vicini!!! Poi ripartiamo, Richard ha visto un gruppo molto numeroso di leoni, in effetti ne contiamo 13, leonesse, giovani maschi e cuccioletti…Si stanno spostando insieme per una caccia… un gruppo di gazzelle ignare si vede dietro di loro.

Li seguiamo emozionati, loro, i re della savana, non ci degnano di uno sguardo, passano tra le jeep e con tutta calma si dispongono a semicerchio… poi uno parte per spingere le gazzelle verso il gruppo ma… Ahimè per loro, le gazzelle li hanno visti e si stanno rapidamente allontanando…Delusi i leoni si riposano sotto un’acacia, i giovani giocano tra loro mentre solo i 3 – 4 più testardi riprovano a cacciare senza però risultati positivi…

Proseguendo vediamo altri due ghepardi sotto un’acacia il loro manto è spettacolare così come la loro eleganza …È ora di salutare anche il Seronera…E non potevamo avere saluto più bello di quello di una famiglia di elefanti (nel western corridor non c’erano) sono tantissimi e di spruzzano la polvere sul corpo, maschi con enormi zanne e piccolini tutti insieme si spostano attraversandoci la strada … che belli…

Ripartiamo per il tratto più lungo di strada che ci aspetta…Ma le emozioni non sono ancora finite…Anzi ci aspetta una delle scene più belle… vediamo due giovani leoni dormire a pancia su vicino alla strada così rallentiamo per guardarli meglio e…Meraviglia,… accanto a loro c’è una tana coperta da cespugli, e da questa fanno capolino le testoline di 3 cuccioli piccolissimi…Sono come gattini, guardiamo meglio ce ne sono altri due !!! ma che bello da non credere sono fantastici, ci guardano con quel musetto tenero…Viene da scendere e prenderli in braccio…Meglio di no, la mamma finge di dormire poco lontano !! Quella tana con i 5 cuccioli è un’altra delle scene indimenticabili di questo viaggio.

Felicissimi ripartiamo e il Seronera ci saluta con una scena da cartone animato “Il re leone” sopra un immenso koopie roccioso, una leonessa, regale e immobile scruta l’orizzonte infinito…Non abbiamo parole non potevamo chiedere di meglio !!! Ora acceleriamo perché siamo un pò in ritardo e ci aspetta ancora molta strada polverosa e desolata quella della piana sud del Serengeti, un lungo tratto fatto di scossoni e polvere rossa…Lasciamo il Serengeti e via il Ngoro Ngoro ci aspetta!!! In questa conservation area ci sono molti villaggi masai (visitabili a pagamento) e infatti vediamo i bambini con i greggi ed i manti rossi che spiccano come chiazze insanguinate nel giallo dell’erba.

La strada va in salita arriveremo a quota 2.400 mt, infatti qui dormiremo per due notti in lodge anzichè in tenda come fino ad ora, precisamente al Serena lodge.

Ci fermiamo un paio di volte per fotografare dall’alto il bellissimo cratere che ha dato origine a questo parco, con il suo lago salato e i suoi ripidi bordi qui gli animali sono residenti non migrano…La visibilità è ottima e la luce favolosa (contrariamente all’andata quando c’era la nebbia) è tardo pomeriggio quando arriviamo al Serena Lodge.

Siamo stanchi e impolverati, ma il manager del lodge scusandosi in mille modi ci dice che c’è stato un disguido nelle prenotazioni e che quindi solo per stanotte dovremo andare all’altro lodge il Sopa. Richard è un po’ contrariato, lui ha guidato tutto il giorno, e quest’altro lodge è dall’altra parte del cratere !!! Ci lamentiamo un po’ è il primo contrattempo della vacanza, diciamo che è la nostra luna di miele che avevamo prenotato tutto con largo anticipo…Il manager allora ci consola dicendo che avremo tutto il bere pagato sia stasera al Sopa che domani qui al Serena, in più ci verrà restituita la differenza per una notte (il Serena è più costoso del Sopa).

Quindi ripartiamo e dopo altri lunghi chilometri di strada arriviamo al Sopa Lodge… bèh niente male per essere un ripiego !! anzi c’è da dire che è proprio bello.. Stanza enorme con vetrata e mega vista sul cratere …E bufalo che pascola proprio davanti alla nostra stanza…Doccia veloce poi andiamo alla piscina per ammirare il tramonto dal terrazzo…Niente male !!! le nuvole rosate e i riflessi sul cratere sono davvero fantastici…Ce lo gustiamo tutto finchè non scende il buio poi andiamo al bar, molto grande con un caminone centrale e ci prendiamo un buon aperitivo gentilmente offerto dalla casa, anche la cena è buona e i camerieri alla fine danzano e cantano… Insomma ci rilassiamo proprio ma un pò ci manca lo spirito di avventura e la sensazione di essere in balia della natura che provavamo in tenda al western corridor…

Guardiamo le stelle che brillano sopra l’antico cratere e scivoliamo tra le braccia di Morfeo.

8° gg 19/07/04 Ngoro Ngoro Conservation Area partiamo prestissimo dopo un’abbondante colazione, la guardia del Sopa salutandoci ci dice che siamo la prima jeep…Meglio così abbiamo il cratere tutto per noi…E infatti c’è una grossa suggestione nello scendere i ripidi pendii di questo antico vulcano, il cielo è nuvoloso e c’è freschino…Dentro di noi speriamo di riuscire a vedere gli unici due “grandi “ che ancora ci mancano: il leopardo e l’ancor più raro rinoceronte nero…(ce ne sono solo 15 in tutto il parco, di solito ben nascosti nella foresta e in zone non accessibili ai turisti) ..Comunque non ci preoccupiamo più di tanto già così abbiamo avuto bellissime emozioni non sarà comunque una delusione…

Iniziamo a percorrere le stradine sul fondo del cratere vediamo gli uccelli crowned crain che Richard ci dice essere il simbolo dell’Uganda, poi struzzi, e …Una bella famiglia di leoni…Vediamo poi un enorme maschio dalla criniera scura, si sta avvicinando ad una femmina e a dei cuccioletti, poi si sdraia …Regale come solo lui può essere, li osserviamo un po’ poi ci spostiamo verso la pozza degli ippopotami dove ci sono anche molti uccelli acquatici…Il lago salato ora è pieno di zebre che si sono avvicinate per bere sono davvero belle.. E le loro immagini riflesse sull’acqua ferma ci permettono di scattare ottime foto.

Il tempo scorre veloce perlustrando il cratere aguzzando la vista …Ecco una tana da cui fanno capolino tre grosse iene, altre iene sono fuori con un cucciolo che gioca… ci spostiamo verso una altro laghetto ma ecco…La ns. Attenzione è catturata da un rapido movimento: sono 4 ghepardi, bellissimi, sono fermi, immobili su una piccola altura scrutano le possibili prede, vedono zebre e facoceri (incredibile, per mangiare si “inginocchiano” stendendo le zampe anteriori) partono per una caccia ma anche loro senza risultato…Tornano alla loro postazione e si stendono a riposare…Nel frattempo le nuvole si sono alzate, e con il sole e il cielo limpido il paesaggio assume tutto un altro aspetto…I colori sono più vividi, la luce come sempre ci incanta… vediamo un bufalo abbeverarsi ad un rigagnolo.. E un enorme elefante maschio ci attraversa la strada e con fare tutt’altro che amichevole ci punta contro la sua proboscide poi la alza emettendo un sonoro barrito … è come se dicesse, “questa è casa mia “ poi sprezzante si gira e si allontana… Richard ci dice che questi elefanti (non sono molto numerosi al Ngrongoro e sono tutti maschi) sono particolarmente aggressivi perché devono percorrere molta strada per trovare le femmine… È ora di pranzo scendiamo dalla jeep sulle rive di un laghetto, un pò decentrato rispetto al cratere, con ippopotami che riposano e … ossa enormi crediamo di un elefante o bufalo… ci sgranchiamo le gambe e riposiamo un po’ seduti sull’erba…

È il nostro ultimo pomeriggio di safari e ce lo vogliamo assaporare tutto… Ripartiamo e dopo un po’ sentiamo Richard accelerare.. La sua vista incredibile avrà sicuramente notato qualcosa che a noi è sfuggito…Infatti poco dopo ecco…In lontananza un’enorme sagoma scura, inconfondibile di un grosso corno ricurvo…Si tratta di un rinoceronte nero…Che fortuna, e dietro di lui (o meglio di lei) un macchietta piccola…È un piccolo rinocerontino, Richard è emozionato è un evento molto raro ci dice vedere un piccolo di rinoceronte, questo non ha ancora il corno ed è di colore grigio chiaro… sono bellissimi…Anche se un po’ lontani, due jeep verdi dei ranger li stanno spingendo nella foresta, per proteggere il piccolo da leoni ghepardi e iene…

Li seguiamo fin dove è possibile, il piccolo fatica a tenere il passo con la madre che si ferma e lo aspetta, a tratti lei pare infastidita dalla presenza delle jeep e si rivolta con fare aggressivo…Richard ci spiega che il rinoceronte è l‘unico animale per cui l’uomo interviene nei parchi, per proteggerlo, ogni giorno dalle varie postazioni i ranger devono contare i rinoceronti per accertarsi che ci siano tutti…È una specie minacciata di estinzione, per troppo tempo cacciata (lo è tuttora dai bracconieri) per i presunti poteri del corno… in sudafrica come misura estrema i ranger tagliano il corno così la bestia non è più “appetibile” per i cacciatori…È triste pensare di dover ricorrere a tanto per permettere a questa specie di sopravvivere alla cupidigia dell’uomo…Il fatto di avere visto una madre con un piccolino (secondo Richard ha circa 1 mese) ci riempie di speranza ed entusiasmo…E siamo felici di vederli sparire, al sicuro, nella foresta.

Ci sentiamo fortunati ad avere visto il mitico rino (anzi due) …E ringraziamo Richard, ci allontaniamo il sole ora brilla e la temperatura è perfetta, sono le ultime ore di safari…Vediamo altre iene (ma che grosse!) e facoceri…Poi ecco dietro un gruppo di bufali, ancora una sagoma inconfondibile: è un altro rinoceronte !! siamo veramente fortunati.

Percorriamo ancora qualche sentiero oramai è pomeriggio inoltrato, tra poco andremo al Serena Lodge…Ci spiace per il mancato appuntamento con il leopardo ma la vista di ben 3 rinoceronti, dei ghepardi e dei leoni ci ha ben ripagato… D’accordo con Richard imbocchiamo la stradina per risalire al lodge, lanciamo gli ultimi sguardi al cratere, stupendo alla luce del sole, con il bianco abbagliante del sale, il verde intenso dei pendii, una fila di 5-6 acacie a forma di Y si stagliano su questo magnifico sfondo, ma.. Ecco proprio davanti all’ultimo albero, una jeep ferma… Mio marito esclama “vuoi vedere che siamo fortunati…” Richard si agita sul sedile, ci avviciniamo e…Al convergere dei due rami della Y si staglia inconfondibile e magnifica la sagoma del leopardo !!! Non ci possiamo credere, con il binocolo osserviamo a lungo il suo manto, sta divorando la preda, un’impala, stesa sotto di lui (chissà com’è riuscito a portarla sopra l’alto albero ?!)si sposta con agilità incredibile sull’albero, ha due occhi stupendi, il muso arrossato dal sangue della preda, ad un certo punto la preda che lui tiene ferma a penzoloni dall’albero con le zampe posteriori, quasi gli scivola, e con un balzo aggraziato, lui la riprende e la assicura meglio al suo posto, poi riprende a mangiare incurante delle jeep che allertate dagli autisti si stanno avvicinando…È veramente la conclusione più bella che potessimo immaginare per il nostro safari…Resterei ore ad ammirarlo, non ci sono parole per descrivere le nostre emozioni, abbiamo praticamente trattenuto il fiato per non disturbarlo…Dopo esserci saziati gli occhi del nostro leopardo ripartiamo e salutiamo il Ngorongoro con l’ultimo elefante che sta tranquillamente abbattendo un albero !!! Il ngorongoro pur essendo probabilmente il più piccolo dei parchi visitati ci ha permesso di vedere in solo pomeriggio tutti e cinque i BIG FIVE (leone, elefante, bufalo, rinoceronte e leopardo) ovvero le prede fotografiche più ambite !!!! Siamo al settimo cielo anche Richard è entusiasta, anche per lui è una grande soddisfazione essere riuscito nell’ardua impresa di mostrare ai suoi ospiti tutti i big 5…Naturalmente dipende molto anche dalla fortuna, noi saremmo stati ugualmente felici e soddisfatti di Richard anche senza gli ultimi animali visti certo che così… D’altra parte non vedere leoni, elefanti e bufali in questi parchi è praticamente impossibile, gli animali veramente difficili da vedere sono proprio rinoceronte e leopardo e pensare di aver visto quest’ultimo, l’ultima ora dell’ultimo giorno di safari…Bè se non è fortuna questa… continuiamo a dire “ e se ci fossimo stancati prima e fossimo tornati un’ora fa…E se Richard avesse preso un’altra strada…” insomma noi stessi stentiamo a credere alla nostra buona sorte…

In breve arriviamo al Serena Lodge che è veramente accogliente, la nostra stanza è più piccola di quella del Sopa ma più intima, la vista anche da qui è fantastica…Dopo la doccia andiamo al bar per l’aperitivo (anche qui come ci ha detto il manager gentilmente offerto dalla casa) poi ecco arrivare un gruppo di masai tutti vestiti con i loro costumi tipici, mantelli purpurei ed enormi “collarini rigidi” ci sono bambine e ragazzi, cantano e ballano per noi, in realtà i ragazzi saltano al ritmo dei canti, colui che salta più in alto è il più forte…Ammiriamo una volta di più la fierezza e la bellezza di questo popolo,i lineamenti eleganti e la carnagione splendente e …Le orecchie forate in cui vengono infilati svariati oggettini… Dopo le danze andiamo al ristorante molto ben fornito e ci concediamo un’ottima cena… poi ecco il manager viene in persona ad offrirci una bottiglia di champagne per scusarsi ancora dell’inconveniente e… sorpresa la cifra che propone di rimborsarci è praticamente il triplo di quella che noi pensavamo…Insomma tutto va nel migliore dei modi…Dopo i dolci ci guardiamo un documentario girato nel Serengeti…È sul leopardo…È incredibile, sembra di rivivere le scene viste con i nostri occhi appena oggi pomeriggio… Prima di andare a dormire scriviamo un pensiero di ricordo sul libro bianco per gli ospiti…Con una punta di maliziosa soddisfazione leggiamo frasi di altri turisti tipo “non è vero che ci sono i big five, siamo rimasti qui tre giorni e non abbiamo visto il leopardo” oppure “qui i rinoceronti si vedono si ma solo in cartolina”…Una volta di più ci sentiamo fortunati e scriviamo a chiare lettere “i big five CI SONO e noi li abbiamo visti in un solo pomeriggio !!” Torniamo in stanza, siamo stanchissimi, uno sguardo al cratere sormontato dalle stelle australi e crolliamo addormentati.

9° gg 20/07/04 dal Ngoro Ngoro Conservation Area a Zanzibar Ahimè siamo arrivati alla fine della nostra avventura come safaristi, dopo colazione, per l’ultima volta prendiamo la jeep e ci avviamo sulla strada del rientro ad Arusha.

Diciamo addio ai ripidi pendii del ngoorngoro e intanto chiacchieriamo con Richard che ci insegna le parole della canzoncina “Jambo bwana”, lo invitiamo a pranzo con noi assieme alla sua famiglia.

Chiediamo di fermarci in qualche negozietto di souvenir, ma acquistiamo solo una T-shirt per me e una bella statua in legno, ci fermiamo lungo la strada per distribuire ai bambini i dolci le mele e i panini che abbiamo tenuto da parte, ci ringraziano con stupendi sorrisi.

Poi chiediamo di Richard di fermarsi in una scuola di periferia perché abbiamo un sacchetto pieno di matite colorate portate dall’Italia e le vorremo dare ai bambini, Richard si ferma e parla con le maestre, spiega loro che questo non è previsto nel “pacchetto turistico” che è solo un gesto che vogliamo fare, le maestre sembrano inizialmente un po’ diffidenti pi ci sorridono e ci chiedono di entrare.

La scuola naturalmente è molto diversa dalle nostre, l’edificio è vecchio ma spazioso, l’aula spoglia senza piastrelle al pavimento, con vecchi banchetti e alcuni bimbi seduti a terra…I bambini ci guardano a lungo sembrano un po’ intimoriti poi iniziano a sorridere e…Dio sono così belli e i loro occhi così intensi …Gli darei tutto, dentro di me prego che grazie all’istruzione possano avere un futuro migliore, una vita dignitosa… le maestre fanno alzare i bimbi e li fanno cantare per noi, in schwaili e in inglese, sono dolcissimi, chiediamo il permesso di farci delle foto con loro, poi li applaudiamo e li salutiamo e loro ci ricambiano con enormi sorrisi…È uno dei momenti più belli e toccanti che ci porteremo a casa di questa luna di miele… Ripartiamo e poco dopo eccoci alla periferia di Arusha, dopo giorni soli in mezzo alla natura, l’impatto con la città con i suoi rumori e gli odori è tremendo…Non siamo più abituati, ma com’è possibile vivere sempre in mezzo a questo caos?!! Andiamo a pranzo all’Impala Hotel quello della prima notte, sembra passato un anno da allora tanto è stata intensa questa settimana… La moglie e i figli di Richard non sono ancora arrivati ma noi siamo un po’ in ritardo e dobbiamo comunque ordinare, quando già stiamo mangiando ecco che arrivano, la moglie è molto elegante e i bimbi deliziosi, c’è pure la bambinaia con loro e si che la moglie non lavora…Insomma noi probabilmente avevamo un’idea sbagliata della famiglia di Richard, non sembrano affatto vivere in difficoltà e ristrettezze anzi…Se qualcuno ci vede ora , gli “straccioni” siamo noi tutti impolverati e in disordine…Comunque il pranzo glielo offriamo volentieri (bambinaia compresa), dobbiamo molto a Richard che è stato un guida molto attenta e discreta…

Il tempo a nostra disposizione è finito, salutiamo tutti, Richard ci accompagna al bus navetta per l’aeroporto lo ringraziamo ancora e gli diamo la meritata mancia…Sul bus navetta siamo assaliti da ragazzi che attraverso i finestrini tentano di venderci di tutto…Non resisto e prendo vari batik e un paio di statuine dopo un’ottima contrattazione…Poco dopo sale un’altra coppia di ragazzi …Li sentiamo palare sono italiani anche loro, di Torino e hanno fatto il safari in Kenia e Tanzania e ora come noi sono diretti a Zanzibar.

Facciamo subito amicizia, e lungo la strada verso l’aeroporto ci raccontiamo le reciproche esperienze: i punti di forza del nostro racconto sono i coccodrilli, il gioco dei leoni all’alba, i leoncini nella tana il campo tendato nel western corridor e il fatto di aver visto in un solo pomeriggio tutti e 5 i big five, i loro cavalli di battaglia sono i ghepardi e i rinoceronti visti in kenia da molto vicino, i leoni sugli alberi al lake manyara e una notte in campeggio libero, mentre non sono per esempio riusciti a vedere il leopardo.

Decidiamo che domani a Stone Town faremo insieme il tour delle spezie.

Dopo una breve attesa ecco il nostro piccolo aeroplano…Sarà sicuro ??!! Per fortuna si tratta di un volo piuttosto breve, anzi è bello vedere quest’Africa che ci a stregati dall’alto… la sua terra rossa, il verde degli alberi e infine la striscia blu del mare.

Vediamo le coste di Zanzibar e i tetti di Stone Town, l’aereo scende dolcemente. Siamo a Zanzibar !! isola delle spezie dal burrascoso passato di schiavitù e guerre tra arabi e inglesi … All’aeroporto troviamo ad aspettarci la guida dell’agenzia locale che ci accompagnerà all’hotel, in auto e poi a piedi visto che il centro storico di Stone Town è pedonale. Ci incamminiamo tra gli stretti vicoli, si respira un’atmosfera araba, decisamente diversa dall’africa continentale, tutte le donne portano il velo e gli uomini il tipico copricapo ci sono numerose moschee e sentiamo i richiami alla preghiera, tra i vicoli ci sono bancarelle e negozietti di ogni tipo, edifici coloniali e splendide porte in legno intarsiato in stile persiano… è una città ricca di contrasti e di fascino, un luogo non rilassante che incute anzi una certa inquietudine ma allo stesso tempo incuriosisce…Incrociamo un passante che tiene al guinzaglio un enorme babbuino, appena ci supera il babbuino spicca un salto e…Si attacca alla coscia di mio marito tra lo stupore e la paura di tutti, lui chiude gli occhi presagendo il terribile morso dei denti aguzzi per fortuna all’ultimo il padrone della “belva” con uno strattone lo allontana…La tensione cala e tutti scoppiano a ridere ma che paura !!! Arriviamo all’hotel scelto da me dopo varie ricerche, è l’Emerson & Green, un hotel storico, non lussuoso in senso stretto ma molto molto affascinante… è un antico palazzo di nobili arabi, sapientemente restaurato a inizio secolo dai Sigg. Emerson e Green, mantiene tutta l’atmosfera da mille e una notte, nelle sue scale ripide nelle porte lavorate delle 12 stanze una diversa dall’altra nel raffinato stile arabo delle finiture.

La nostra enorme stanza è la Crystal room, e deve il suo nome alle vetrate colorate, che gettano fasci incredibili di luce rossa blu verde e gialla sul pavimento antico, sui due enormi letti a baldacchino a tre piazze e sulla vasca da bagno araba in muratura smaltata.

Ci concediamo un bagno rilassante immergendo nell’acqua in petali dei fiori che erano sparsi sui nostri cuscini poi ci cambiamo e saliamo sul terrazzo dell’hotel per la cena.

Anche questa cena araba sarà uno dei momenti più belli della nostra luna di miele, dal terrazzo si domina la visuale sul porto e sulla città tra mille luci accese e odori di spezie, canti si levano dalle moschee, ci togliamo le scarpe e ci accoccoliamo sui tappeti e sui cuscini sparsi sul pavimento della terrazza.

La cena è tipicamente araba, e allietata da un musicista in tunica e copricapo bianco che suona il violino per noi…Fantastico !! Ci godiamo questo bel momento, poi finita la cena visto che non è tardi decidiamo di fare un giretto fuori e di esplorare un po’ Stone Town di notte… l’idea non si rivela buona perché fuori l’atmosfera non è delle migliori, i vicoli sono molto bui e stretti, la sporcizia regna sovrana, ci sentiamo non so insicuri, inquieti, sguardi sprezzanti ci seguono, insomma una serie di sensazioni non ben identificate ma sicuramente non piacevoli che fanno si che abbandoniamo presto la nostra passeggiata serale e rientriamo in albergo per la notte.

10° gg 21/07/04 Stone Town ottima colazione sul terrazzo dell’Emerson & Green, certo ieri sera tutto aveva un’aria più esotica e affascinante, con cuscini e tappeti, ora invece ci sono tavoli e sedie normali e alla luce del giorno si vedono i tetti della città e di molti edifici allo sfascio, come d’accordo aspettiamo i nostri amici per il tour delle spezie e nel frattempo ci sediamo sugli scalini fuori dall’albergo, osserviamo la gente passare ognuno affaccendato per i suoi piccoli affari, sono scene di vita quotidiana vera molto affascinanti, oggi l’atmosfera inquietante di ieri sera si è dissolta e anzi è un piacere assaporare questa città così piena di contrasti e così affascinante.

Arrivano i nostri amici e partiamo su uno sgangherato pulmino per il tour delle spezie del mitico Mr. Mitu (segnalato da Lonely Planet): il tour che dura fino al tardo pomeriggio è molto interessante, andiamo in una piantagione privata e in una governativa dove l’assistente di mr. Mitu ci spiega e ci fa assaggiare una varietà incredibile di spezie coltivate su quest’isola dalla vaniglia allo zenzero alla cannella al pepe al cardamomo all’albero del pane ai chiodi di garofano al coriandolo e molti molti altri. Ci si ferma anche su una spiaggetta per il primo assaggio di mare, e c’è il pranzo al sacco con riso e pesce condito con buona parte delle spezie appena viste.

Rientrati dal tour io e mio marito facciamo un giro per Stone Town, passiamo davanti a edifici coloniali alcuni ben restaurati, altri allo sfascio, ammiriamo le belle porte in legno intarsiato che sono un po’ il simbolo della città, ci perdiamo nei meandri degli stretti vicoli, tra le mille botteghe che vendono prodotti di artigianato molto carini, statue in legno coloratissimi batik, infradito in pelle e mille altre cose. Passando davanti alle finestre delle numerose moschee da cui si vedono i fedeli intenti nei loro riti pensiamo una volta di più che questa città ha un suo innegabile fascino un’atmosfera araba molto suggestiva pur con i suoi aspetti negativi come l’eccessiva insistenza dei venditori o la trascuratezza di quasi tutti nell’abbandono dei rifiuti e nella sporcizia delle strade.

Sicuramente consigliamo anche a chi si fa solo una settimana di mare nelle spiagge di Kiwenga di dedicare una mezza giornata alla visita di Stone Town.

Rientriamo all’Emerson per lavarci e cambiarci e poi ci avviamo verso il porto: per cena ci troveremo con i nostri amici piemontesi.

L’idea iniziale era quella di andare in un ristorantino tipico, ma subito ci lasciamo corrompere dalla vista di tutte le bancarelle posizionate in riva al mare e illuminate dai falò dove è esposto ogni ben di Dio: spiedini di pesce e carne, granchi giganti crostacei di tutti i tipi, banane fritte etc, il tutto viene scaldato al momento su barbecue e si mangia in piedi o su sgangherate panchine, è veramente suggestivo così in barba a eventuali disturbi gastro-intestinali ceniamo così tra i zanzibarini e qualche raro turista, beviamo il buonissimo succo di canna da zucchero spremuto al momento e servito con un pizzico di zenzero (e anche ghiaccio, di questo ce ne accorgiamo quando ormai è troppo tardi…) e stiamo a chiacchierare tranquilli, anche per il fatto che siamo in quattro e quindi ci sentiamo più sicuri.

Dopo cena andiamo nel bar attaccato al nostro hotel e ricavato dallo stesso edificio originario, un localino molto bello e particolare con tutto un arredamento arabo di gusto squisito; è in comunicazione con il nostro hotel quindi ne approfittiamo per far vedere ai nostri amici il terrazzo e una stanza aperta.

Poi concludiamo la bella serata bevendo te speziato e raccontandoci dei reciproci safari.

Anche loro domani partiranno per il mare; il villaggio dove alloggeranno (gestito da un genovese) dalla cartina sembra piuttosto vicino al nostro quindi ci accordiamo di trovarci tra due giorni a metà strada venendoci incontro lungo la spiaggia…Impresa che si rivelerà tutt’altro che facile !! 11° gg 21/07/04 da Stone Town al Matembwe bungalows Colazione all’Emerson sul terrazzo, poi salutiamo la nostra mitica stanza con i suoi vetri colorati e la sua vasca araba.

La guida dell’agenzia locale contattata per noi dalla Roy Safari ci viene a prendere, raggiungiamo l’auto e ci avviamo verso il villaggio situato nella parte nord dell’isola dove passeremo quattro giorni.

Durante il trasferimento abbiamo modo di ammirare l’interno dell’isola, la sua vegetazione lussureggiante, i suoi villaggi poveri, i ragazzini con le divise da studenti nei cortili delle scuole, il bestiame magro. L’autista ci racconta dell’Italian beach, il tratto di costa presso il villaggio di Kiwenga dove sorgono numerosi villaggi italiani stile all inclusive dei più noti tour operator, si stupisce che noi in quanto italiani non siamo andati in uno di questi, e ci spiega che grazie a tutti questi villaggi molti zanzibarini sanno farsi capire in italiano.

Noi gli diciamo che di italiani ne vediamo fin troppi in Italia, e che qui preferiamo qualcosa di più tranquillo. Se cerchiamo la tranquillità lui ci garantisce che il villaggio da noi scelto sarà perfetto.

Così è infatti, arriviamo al Matembwe bungalows, e subito ci sentiamo catapultati in paradiso. E’ un villaggio piccolo con una dozzina di bungalws dagli alti tetti di paglia tutti affacciati su uno scogliera a picco sul mare. La spiaggia in cui si trova è isolata e forma una mezza luna con la sabbia di un bianco accecante e con la consistenza della farina.

Il mare ha tutte le sfumature del celeste e del turchese, a circa 500 metri la barriera corallina che si raggiunge camminando a piedi durante la bassa marea.

C’è un ampio terrazzo dove si consumano i pasti e che termina in un semicerchio disseminato di cuscini e tappeti dove la sera ci si può fermare a leggere o chiacchierare.

C’è pochissima gente, forse altre quattro coppie tutte del nord europa; il nostro bunglows è molto grazioso, semplice ma pulito e accogliente. Non c’è elettricità e la sera ci portano le lampade a petrolio, il sentiero che dal corpo centrale porta ai bungalows è pieno di conchiglie appese a fili che si muovono alla brezza serale; in giardino un enorme scheletro di balena perfettamente posizionato grazie all’opera di una studiosa svedese che era stata ospite qui.

Dopo aver sistemato i bagagli ci fiondiamo in spiaggia, non ci sono i soliti ombrelloni, ma piccole tettoie in paglia e comodi lettini. Ci rilassiamo accarezzati dalla brezza tiepida e ci addormentiamo con il rumore del mare.

12° – 13° – 14 ° gg 22-23-24/07/04 Matembwe Bungalows Sono giorni di assoluto relax, e ci volevano…Qui la vita è scandita dal ritmo delle maree… con l’alta marea i pescatori sui down partono con le vele al vento e li vediamo rientrare prima di mezzogiorno, andiamo anche noi a vedere il pesce coloratissimo appena pescato, un giorno c’è anche una manta. Passeggiamo su questa sabbia meravigliosa, i bambini ci salutano urlando “Jambo Jambo” e ci seguono. Camminiamo anche lontano dal villaggio e qui purtroppo devo dire che in un paio di occasioni siamo “circondati” da ragazzini con l’aria tutt’altro che amichevole… fortunatamente non abbiamo nulla con noi di “appetibile” quindi dopo un pò se ne vanno pur lasciandoci una brutta sensazione addosso. Non riusciamo a raggiungere i nostri amici torinesi via spiaggia, probabilmente le distanze sono maggiori del previsto. Loro non demordono e ci mandano un messaggio dicendo che proveranno a noleggiare delle bici. Anche così non riescono a raggiungerci…Provano allora con le moto…Dovrebbero in breve arrivare noi li aspettiamo in spiaggia e quando non li vediamo un pò ci preoccupiamo… parecchio tempo dopo ci chiamano per rassicurarci, stanno bene ma sono stati circondati e bloccati da un gruppo di ragazzi che per farli tornare in dietro gli ha estorto tutto quello che avevano che per fortuna erano “solo” 20 dollari. Tutti questi episodi purtroppo ci portano a considerare che non è particolarmente raccomandabile passeggiare in coppia o comunque allontanarsi dalla spiaggia del villaggio, specie qui dove per esempio il nostro villaggio (sul quale il giudizio resta comunque ottimo) è molto lontano da altri. Nell’italian beach essendo tutti i villaggi turistici affiancati c’è un grado di sicurezza molto maggiore perché ognuno tra l’altro ha i “guarda spiaggia” che allontanano chi tenta di importunare…A noi piace qui, ci piace la semplicità e il contatto con i locali ma dobbiamo ammettere che tanti di loro ci hanno deluso…Questi scippi sulle spiagge sporcano il nome di tutti anche delle brave persone e possono allontanare i turisti che restano comunque la loro (direi unica) fonte di guadagno.

A parte questi inconvenienti (i nostri amici li rivedremo poi, in Italia) i nostri giorni al Matembwe trascorrono in pace e riposo tra nuotate e uscite in barca per lo snorkelin alla barriera corallina dell’isola di Mnemba, una sorta di atollo ben visibile dal nostro bungalow e completamente disabitato fatta eccezione per un resort di gran lusso ultra esclusivo. Ammiriamo pesci multicolori e bellissime stelle marine, non riusciamo a vedere i delfini, ma è comunque molto bello, non ci sono le infinite forme di vita marina del Mar Rosso, ma per noi è uno snorkeling speciale…Lo facciamo dandoci la mano e stringendo forte i pugni per evitare che le vere scivolino fuori.

La sera dopo cena ci accoccoliamo sui cuscini del terrazzo e con la brezza marina che smuove le tende e il rumore del mare come sottofondo sfogliamo gli album che raccontano la storia di questo posto nato grazie alla tenacia e allo spirito di iniziativa di due sorelle svedesi innamoratesi del luogo durante una vacanza.

Dal nostro bungalow prima di dormire ammiriamo stellate incredibili e ci alziamo all’alba per vedere i pescatori e le donne raccogliere le alghe in mare alla luce del sole nascente.

15° gg 25/07/04 da Matembwe Bungalows a Palm Beach Inn Dopo quattro giorni paradisiaci qui al nord di zanzibar, l’autista ci viene a prendere, salutiamo tutti con affetto e ci avviamo per la zona sud dell’isola presso il villaggio di Bjweeu dove passeremo gli ultimi quattro giorni della nostra luna di miele.

L’attraversata dell’isola è ancora una volta molto interessante e piena di fascino, si ammira la realtà locale più autentica fatta purtroppo anche di tanta povertà e sporcizia.

Sapevamo che il Palm Beach Inn era un posto molto semplice gestito da locali senza alcuna pretesa di lusso, quindi eravamo in un certo senso preparati a quello che avremmo trovato, non di meno l’impatto con questo genere di struttura, dopo tanti giorni in cui siamo trattati davvero bene, ci lascia un attimo attoniti… ok ci era stato detto che era un posto semplice, ma forse non ce lo aspettavamo così semplice (anzi forse semplice è un complimento) così poco come dire comfortable…Praticamente una dependance con quattro piccole stanze, un cortile, e una struttura centrale più grande dove si cena. Siamo, lo ammetto, un po’ delusi, vorremo andare via in un posto più bello per chiudere in bellezza la nostra luna di miele. Cerchiamo con quanta più delicatezza possibile di farlo presente ai proprietari… proviamo a chiamare l’agenzia spieghiamo loro la situazione… non c’è verso ci dicono che altrove è tutto esaurito, che è un problema il trasferimento, insomma ci fanno un sacco di difficoltà così un po’ a malincuore ci rassegniamo a restare qui in fondo sono solo quattro giorni, abbiamo avuto così tanto fino ad ora, non sarà certo questo a rovinarci la vacanza.

16° – 17° -18° gg 26-27-28 /07/04 Palm Inn Beach La fortuna vuole che in questo luogo così strano, dove inquietanti guardie proteggono anche in piena notte la proprietaria, una donna islamica dal carattere molto forte e coinvolta nelle vicende politiche dell’isola, dove strane telefonate mettono tutti sul chi va la, dove il figlio della padrona che ha studiato filosofia in Inghilterra ospita un amico che pare uscito direttamente dal film di Sandokan e che afferma di essere venuto qui per fumare la marjuana, insomma in questo luogo veramente particolare e tutt’altro che patinato abbiamo la fortuna di conoscere due persone fantastiche con cui divideremo questi 4 giorni ridendo insieme sulle nostre piccole disavventure. Anche loro sono in luna di miele si sono sposati 5 giorni dopo di noi e il safari lo faranno dopo il soggiorno a Zanzibar, lui vive a Treviso lei è olandese per cui parliamo sempre in inglese. Anche loro vengono da un villaggio decisamente più bello, il più vicino che c’era al nostro Matembwe bungalows, e anche loro che devono stare qui 4 giorni sono un po’ perplessi …

Facciamo subito amicizia, ceniamo insieme e i proprietari ci omaggiano con canti arabi e una torta a coppia con tanto di aspersione di incenso come buon augurio. Impariamo il gioco del bao che ci prende tantissimo, con i nostri amici camminiamo sulla spiaggia, che anche qui sarebbe stupenda tutta contornata da palme , non fosse per l’incuria degli abitanti che vi buttano immondizie e stracci e addirittura vi portano delle mucche…

Ci sono molti bambini perché qui siamo proprio dentro il villaggio locale, diamo loro le matite colorate che ci restano e loro ci ricambiano con enormi sorrisi. Un bimbo di forse 4 anni ci impressione per lo sguardo vacuo e l’espressione intontita, ci spiegano che purtroppo molti bambini anche piccolissimi vengono “drogati” sniffando la colla, così restano indifferenti a tutto compresa la fame e il dolore… Altri bimbi invece sono molto incuriositi da noi ci dicono qualche frase in inglese ci guardano con i loro occhi immensi, incantevoli.

Un giorno noleggiamo delle bici, e accompagnati da un anziano signore amico della proprietaria (non è prudente allontanarsi da soli) pedaliamo sulla spiaggia fino a una laguna, una zona protetta, dove la spiaggia è semplicemente magnifica così come i colori del mare, anche se a dire il vero a nostro avviso non è il posto più adatto per lo snorkeling come ci era stato dipinto.

Un altro giorno usciamo con i pescatori su un rusico down e presso la barriera corallina nuotiamo nell’acqua calda ammirando dalla maschera pesci e coralli.

In quattro non abbiamo paura quindi facciamo lunghe passeggiate spingendoci fino al villaggio di Paje che rispetto al nostro è già molto più turistico.

Nel corso di una camminata entriamo in una struttura distante un paio di chilometri dal Palm; ha un bel ristornatine sul mare ed è molto graziosa pur senza grosse pretese (il posto che avremo voluto noi) è gestito da un belga che lavora qui da 11 anni, ci viene incontro e inizia a parlare in olandese con la nostra amica raccontandole di tutte le difficoltà incontrate qui, della corruzione dell’incuria della gente dei piccoli atti di vandalismo a danno dei turisti (l’anno scorso ci sono stati parecchi scippi e qualche zuffa su questa spiaggia). Ci parla inoltre della nostra proprietaria del Palm che è molto malvista dalla popolazione locale per questo deve essere sempre protetta. Decidiamo di cenare li da lui quella sera. Dal nostro Palm camminando sulla spiaggia col solo chiarore della luna a illuminarci percorriamo questa spiaggia deserta, è un’esperienza molto bella e la viviamo con serenità (siamo in 4) c’è un chiarore magico, la sabbia è borotalco e il mare d’argento. Passiamo una bella serata in compagnia, come alla fine sono stati belli anche questi 4 giorni un po’ avventurosi, sicuramente particolari. 19° gg 29/07/04 Palm Beach- Inn – Arusha Oggi che lo dobbiamo lasciare ci accorgiamo di esserci ambientati bene qui al Palm tra le ragazze arabe velate e le strane figure misteriose.

I nostri amici sono diretti a Stone Town quindi gli diamo uno strappo sull’auto che è venuta a prenderci per portarci in aeroporto. Lì ci salutiamo con affetto promettendoci che ci rivedremo presto in Italia.

Ecco ci siamo, è ora di lasciare quest’isola, l’ultima inquietante emozione ci è data da tre arabi completamente vestiti in bianco che in sala d’attesa tirano fuori un tappetino e iniziano a pregare rivolti verso la Mecca prima di salire in volo… sarà ma preferirei non prendere quell’aereo.

Invece tutto va bene e presto arriviamo ad Aursha. Qui ci aspetta un’attesa piuttosto lunga all’aeroporto, ci sediamo sulle panchine all’aperto a leggere e a fotografare il Kilimangiaro coperto di neve che oggi (a differenza del giorno del nostro arrivo) si vede benissimo proprio sopra di noi.

20 gg 30/07/04 Arusha- dar es Salaam – Amsterdam – milano- Verona viaggio di ritorno lunghissimo con scalo a Dar es Salaam e Amsterdam. Finalmente arriviamo a Milano e dopo tre settimane di temperatura fantastica per la prima volta sudiamo…

Qualche consiglio: Durante il safari non preoccupatevi per l’acqua potabile o per lavarsi i denti, in ogni lodge o campo tendato ci sono due bottigliette a notte di acqua minerale, e le potete tranquillamente portare al ristorante evitando così di pagare le bevande.

Nella nostra jeep inoltre, c’era un frighetto da viaggio con altre bottiglie d’acqua a nostra disposizione.

Se, come noi, preferite i viaggi fai da te, scegliete una jeep tutta per voi, avrete più tempo per fermarvi dove più vi pare senza dove sentire lamentele o pretese altrui… noi pensiamo che un viaggio così difficilmente lo rifaremo, a questo punto è valsa la pena di averne goduto al massimo ! Contrattare sempre per qualsiasi cosa si acquisti.

Ricordarsi la mancia per la guida a fine safari (circa 8-10 $ a giorno di safari) A Zanzibar: fare attenzione se si percorrono solo in due persone tratti di spiaggia isolata…Probabili brutti incontri. Non avventuratevi in camminate solitarie con zainetti o marsupi, nel 90% dei casi non succederà nulla … ma abbiamo constatato con i nostri occhi e ci è stato detto da gente che abita li da 11 anni che ci possono essere brutte sorprese, perché rischiare di rovinarsi la vacanza ?? Come troverete scritto in quasi tutte le guide, evitate di filmare e fotografare le persone (specie a Stone Town) senza chiedere, non lo gradiscono molto.

In spiaggia, se camminate lontano dai villaggi turistici (vale per le donne) ricordate che siete in un paese islamico indossate un pareo e una canotta sopra il costume.

Gli inconvenienti: Il prezzo: il safari E’ COSTOSO, inutile negarlo si paga tanto, e non pensiate di pagare meno con le tende mobili, non è così anzi il contrario. I campi tendati sono un po’ più cari dei lodge ma il contatto che si ha in questo modo con i parchi è molto più “forte”.

Praticamente ogni servizio richiede “la mancia” Zanzibar: nonostante noi in genere rifuggiamo dai mega villaggi all inclusive, dobbiamo ammettere che in più di un’occasione nelle spiagge dei “locali” non ci siamo sentiti al sicuro specie quando circondati da ragazzini con aria minacciosa…Brutta sensazione La sporcizia di Stone Town al pomeriggio Le cose più belle: LA LUCE in Africa soprattutto all’alba e al tramonto la luce è incantata, indescrivibile, l’erba gialla come il manto dei leoni e delle gazzelle fanno provare una emozione unica.

Gli animali: tutti dai più “banali” ai più rari, è stupendo poterli vedere nel loro ambiente.

Il Western Corridor del Serengeti: perché ancora incontaminato dalle orde di turisti che invece assalgono il centrale Seronera, (anche il northen Corridor ci hanno detto essere poco frequentato) Il Kirawira tented Camp. Assolutamente superlativo, in tutto, dalla dislocazione, al servizio etc.

I ruggiti notturni dei leoni al Serengeti, non abbiamo dormito …Ma che notte !!!! I giovani leoni che all’alba giocavano rincorrendosi nell’erba gialla…

Il pasto degli enormi coccodrilli… Il leopardo… Gli occhi dei bambini quando abbiamo dato loro le matite colorate La cena araba sul terrazzo dell’Emerson & Green hotel di Stone Town con musica di violino L’atmosfera araba e le moschee di Stone Town.

La sabbia bianca di Zanzibar e la passeggiata al chiaro di luna.

La consapevolezza di aver reso la nostra luna di miele un’esperienza veramente indimenticabile.

Grazie Africa !!! per qualsiasi informazione c_cordioli@virgilio.It



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