Tanzania: i parchi del nord

Arrivati all'aereoporto internazionale del Kilimanjaro, ci trasferiremo all'Ethiopian Hotel (un alberghetto molto carino e pulito ornato da graziose pitture naif) nella città di Arusha. L'albergo, molto pulito, vanta tra l'altro una buonissima cucina sia continentale che etiopica (ottimo lo Zighinì). Presi i contatti con la nostra agenzia e...
Scritto da: Massimo Allegro 1
tanzania: i parchi del nord
Partenza il: 08/06/2003
Ritorno il: 22/06/2003
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Arrivati all’aereoporto internazionale del Kilimanjaro, ci trasferiremo all’Ethiopian Hotel (un alberghetto molto carino e pulito ornato da graziose pitture naif) nella città di Arusha. L’albergo, molto pulito, vanta tra l’altro una buonissima cucina sia continentale che etiopica (ottimo lo Zighinì).

Presi i contatti con la nostra agenzia e svolte le pratiche burocratiche, passeremo il pomeriggio a zonzo per la graziosa città di Arusha dove passeggeremo in compagnia del nostro buon amico, il cuoco Paul Nyantori.

Paul è un elemento essenziale dei nostri safari. Infatti è grazie alla sua presenza e disponbilità che il nostro safari diventa un viaggio sicuro, rilassante e comodo.

Fare un safari col cuoco al seguito consente infatti di affrontare la vacanza senza l’onere delle noiose incombenze domestiche come, cucinare, lavare i piatti, riordinare il campo, che almeno qui dimentichiamo volentieri.

Così la mattina successiva ci alzeremo di buon ora e dopo un ottima colazione incontreremo la nostra guida. Caricati i bagagli sulla jeep (verso le 10) partiremo finalmente per il nostro Safari.

Dopo due ore circa arriveremo al villaggio di Mto wa Mbo e qui prenderemo posto nel primo camp. Mentre Paul preparerà il pranzo, noi monteremo le tende e ci rilasseremo, magari davanti ad un fresca birra africana.

Dopo pranzo visiteremo il villaggio, che vanta tra l’altro un mercato molto pittoresco e ricco di oggetti artigianali in legno ma; senza perdere d’occhio l’orologio. Alle 15,30 infatti si partirà per il primo fantastico game drive nel Manyara National Park, la cui entrata dista solo 10 minuti dal villaggio. Il nome del parco e del lago derivano dalla parola Masai “Manyara”, che è il nome di una pianta: l’Euforbia Tirucalli che i Masai utilizzano per costruire recinti e steccati. La prima parte del parco è costituita da una lussureggiante foresta umida, molto simile ad una foresta tropicale. Però qui l’abbondante acqua viene dalle falde sotterranee della Rift Valley piuttosto che dalle piogge. La vegetazione comprende alberi alti e specie particolari (baobab, alberi delle salsicce, alberi del pane). Qui incontreremo babbuini, diverse specie di uccelli, ma anche elefanti, cervi d’acqua (Cobo defassa), giraffe, bufali, dik dik, cercopitechi grigioverde. Ogni volta sarà una scoperta e il nostro primo istinto sarà quello di scattare foto a ripetizione per paura di non trovarci nuovamente in condizioni tanto favorevoli.

L’errore sarà presto evidente e dovremo moderarci per non utilizzare tutti i rullini già nel primo giorno di viaggio. Arrivati vicino al lago, ci troveremo in una zona più aperta dove sarà più facile avvistare ippopotami, bufali, zebre, giraffe e se siamo fortunati magari anche qualche leone. Potremo girare nel parco fino alle 18,30 ma dovremo essere puntuali all’uscita (quì come in tutti gli altri parchi che visiteremo) per evitare inutili discussioni con le guardie. Finito il game drive torneremo al camp e quì troveremo Paul che in nostra assenza avrà già preparato una gustosa cenetta. Alla fine della giornata saremo stanchi ma soddisfatti. La sera dovremo andare a coricarci presto poichè avremo bisogno di tutte le nostre forze per i giorni a venire. Così la mattina seguente ci alzeremo verso le 7,30, faremo colazione e partiremo quindi per il secondo game drive nel Manyara.

Verso le 11,30 torneremo al camp, smonteremo le tende e ci gusteremo un altro bel pranzetto preparato da Paul. Nel pomeriggio, verso le 14,00 ci muoveremo verso la seconda meta del nostro viaggo, il villaggio di Karatu, dove arriveremo dopo circa un ora e mezza. Anche quì monteremo subito le tende nel Resort di cui saremo ospiti e, dopo una bella doccia bollente e un altra bella birra africana consumata al bar, potremo fare un giretto a zonzo per le vie di questo caratteristico villaggino tanzaniano. La sera pasteggeremo con un buon vino sud africano e grazie alla cura dei particolari che Paul sa mettere nei suoi piatti, godremo del nostro safari ben consci che il meglio è in arrivo: Il giorno dopo “Ngoro Ngoro”.

Come sempre, la mattina seguente ci sveglieremo presto e partiremo verso l’area di Conservazione integrale dello Ngoro Ngoro. Arriveremo al lodge dove lasceremo i bagali alla reception prima di muoverci alla volta del cratere principale. L’entrata vera e propria del cratere dista circa mezz’ora dal lodge e quindi l’essersi alzati molto presto sarà un fattore importante che ci consentirà di spendere nel cratere tutto il tempo necessario. Nel cratere, che è profondo circa 600 metri e il cui diametro varia da 11 a 18 Km, passeremo tutta la giornata e sarà come essere in uno zoo al contrario: noi prigionieri nelle macchine e tutto intorno a noi gnu, bufali, gazzelle, zebre, eland, elefanti, leoni, cervi d’acqua, sciacalli, ippopotami, iene, fenicotteri, rinoceronti, serpentari, aquile, falchi non finiranno mai, stupendoci per la loro quantità. Tornati al Lodge, situato sul bordo del cratere, potremo terminare il pomeriggio gustandoci un bel te o una cioccolata calda dall’alto della spettacolare terrazza che domina il cratere stesso e da qui, col cannocchiale, potremo ammirare ancora una volta gli animali che sono stati i nostri compagni della giornata.

Dopo una bella cena nel ristorante del lodge, la giornata finirà piacevolmente davanti al grande camino, che quì è particolarmente indicato vista l’altitudine che raggiunge i 2.200 metri.

L’indomani via, alla volta del Serengeti.

La mattina successiva, forse per la prima volta, non sarà necessario alzarsi molto presto perchè dovremo fare in modo di arrivare all’entrata del Serengeti non prima delle 13,00. Ci fermeremo quindi per visitare prima uno dei villaggi masai (detti Boma) che troveremo lungo la strada e poi le mitiche gole di Olduvai, uno dei siti più significativi per la paleontologia umana.

Al gate del parco (verso le 13,00) consumeremo il nostro pranzo al sacco e nel primo pomeriggio procederemo alla volta del Seronera.

Lungo la pista che porta nella zona centrale del parco troveremo la piana dei Kopies e spesso usciremo dalla strada principale per visitarli. I kopie sono spesso utilizzati dai ghepardi o dai leoni per avvistare le loro prede e per noi sarà meglio non avere fretta spendendo qui tutto il tempo necessario. Saremo certamente ripagati da qualche incontro emozionante.

Arriveremo nel primo pomeriggio al meravigioso Seronera Lodge, nel vero e proprio cuore del Serengeti dove per prima cosa prenderemo alloggio nella nostra camera. Se l’ora non sarà tarda potremo uscire per il game drive pomeridiano ma se non sarà possibile pazienza, rimarremo nella piacevole comodità del bellissimo lodge godendoci un infuocato tramonto africano dalla sua terrazza.

L’area di Seronera è molto vasta ed è anche la migliore per vedere le cacce dei leoni e dei ghepardi. Spenderemo quindi in questa zona almeno due giorni prima di muoverci e godremo del parco tutte le volte che ci regalerà scene meravigliose o tremende come la nascita di uno piccolo gnu o le cacce mattutine di una famiglia di ghepardi, di un lugubre banchetto di avvoltoi sulla carcassa di una zebra o delle schermaglie fra leonesse e iene nel contendersi una preda. La zona del Seronera ci ripagherà.

Dopo due giorni di game drive ci muoveremo quindi alla volta del Lobo Lodge.

Fatta tutta d’un fiato la strada dura poco più d’un ora, ma noi ci prenderemo più tempo e quindi non perderemo occasione per fermarci ogni volta che la situazione lo richiederà. Sulla nostra strada si può trovare di tutto e quindi non conviene sottovalutare questa tappa di trasferimento che potrebbe trasfomarsi in uno dei capitoli più interessanti del safari. A metà strada ci fermeremo alla grande pozza dove dimorano ippopotami e coccodrilli e qui, se sapremo sfruttare i riflessi della luce sull’acqua, potremo fare foto dai meravigliosi colori. Arriveremo al Lobo Lodge per l’ora di pranzo. La zona del Lobo è una delle più interessanti del parco e perderla non è proprio possibile. Inoltre il Lodge è meravigioso e accogliente, mimetizzato in un grande Kopie. La piscina sulla terrazza è un punto ideale per godere della meravigliosa natura che ci circonda e ammirare gli animali che si recano a bere alla pozza situata poco sotto la terrazza. Qui “vedere gli animali” non sarà faticoso. Saranno infatti loro a venire da noi. Due giorni al Lobo ci permetteranno di godere appieno delle meraviglie di questa zona dove il numero degli avvistamenti di leoni potrà impennarsi vertiginosamente.

Dopo due giorni ci rimetteremo in viaggio dirigendoci verso la zona del Lago Natron. La nuova strada ci consentirà di arrivarvi in sole 4 ore. Usciremo quindi dal parco del Serengeti dal Clains gate salutandolo amichevomente e ci spingeremo quindi verso la spettacolare zona selvaggia del distretto dello Ngoro Ngoro, dove troveremo il famoso lago Natron situato proprio ai piedi del vulcano sacro ai masai, l”Oldoniyo Lengai. L’Oldoinyo Lengai è il vulcano che riveste un particolare significato per il popolo masai e ciò è testimoniato dal fatto che il suo nome, in lingua masai, significa: “La montagna di Dio”.

Dopo aver preso posto nel campeggio (oggi ricostruito dopo l’incendio che lo colpì nell’agosto del 2000) ci muoveremo verso le 15,00 per risalire il piccolo fiume e raggiungere, dopo una breve passeggiata, una cascata che si tuffa in una piscina naturale dove potremo fare un bel bagno caldo grazie a fenomeni idrotermali.

Torneremo al camp verso le 17,30 dove ci rilasseremo e dopo una bella cenetta …Ancora a letto presto. Il giorno dopo ci dovremo svegliare di buon ora per recarci sulle sponde del lago ad ammirare i fenicotteri che all’alba danzano sulle sue acque colorate di meravigiose tonalità pastello. Potremo anche girovagare per un po’ nella zona e una volta soddisfatti torneremo al camp, smonteremo le tende e ci metteremo in macchina nuovamente alla volta di Mto wa Mbo. Questa volta passeremo per le piste polverose della Rift Valley e godremo di meravigliosi paesaggi, passando fra i vulcani spenti del grande rift. Dopo circa 5 ore di viaggio arriveremo al ridente villaggio che già conosciamo. Questo sarà il momento giusto per fare qualche acquisto. Il mercato di Mto wa Mbo è infatti il luogo ideale per comprare bellissimi oggetti artigianali in legno. Tra l’altro sarà impossibile farne a meno vista l’insistenza (ma anche la simpatia) dei venditori di souvenir.

La mattina successiva, dopo la colazione, ci muoveremo alla volta del Parco del Tarangire dove arriveremo dopo circa un’ora di strada.

Per chi ama il paesaggio, maggio è un mese bellissimo per ammirare la natura rigogliosa di questo parco, mentre agosto è il mese ideale per osservare gli animali che vi dimorano visto che l’erba è molto più corta e che la migrazione che interessa il parco ha riportato vicino al fiume Tarangire quegli animali che nei mesi precedenti si erano allontanati. Gli avvistamenti saranno ora più facili.

Inizialmente entreremo in una zona di vaste pianure dove spiccheranno meravigliosi i grandi baobab che caratterizzano la zona più settentrionale del parco. Poi il paesaggio sarà gradualmente sostituito da savane di acacie e arriveremo quindi nella zona più centrale caratterizzata dal fiume, dove gli avvistamenti di elefanti, giraffe, gazzelle, impala, bufali, e magari qualche leone saranno più facili. Questo è l’ambiente ideale per incontrare i leoni che infatti preferiscono sostare sempre vicino ai corsi d’acqua (specialemente durante la stagione secca) dove sanno che presto o tardi le loro prede dovranno recarsi per bere.

Staremo nel parco fino al pomeriggio e pranzeremo grazie ai cestini da picnick preparati da Paul.

Finito il nostro giro torneremo ad Arusha e prenderemo nuovamente alloggio all’Ethiopian Hotel.

La sera saremo liberi e Paul ci porterà a gustare qualche specialità africana in uno dei buoni ristoranti che conosce.

Il giorno successivo, riposati, aspetteremo la nostra guida che a questo punto ci accompagnera nell’ultimo capitolo del nostro viaggio: la visita del parco Nazionale di Arusha.

Questo piccolo parco è un vero gioiello e non ha nulla da invidiare agli altri già visti in precedenza.

Se saremo fortunati e la giornata sarà sgombra da nuvole, da qui potremo ammirare il Kilimanjaro (il tetto dell Africa) o il monte Meru, che tra l’altro costituisce parte del parco stesso.

Prima passeremo per una zona di foresta tropicale simile a quella del Manyara. Anche quì come nel Manyara avvisteremo babbuini, dik dik, cervi d’acqua, scimmie cappuccine, ma cercheremo soprattutto di avvistare le famose scimmie juventine note col nome di colobo guereza. Nelle zone più aperte, come sempre, potremo vedere giraffe, bufal, elefanti, facoceri, fenicotteri, aquile, ippopotami, cervi d’acqua, dik dik etc. I colori tersi e meravigliosi di questo parco saranno difficilmente dimenticabili e quì, in compagnia di un ranger armato (per la nostra sicurezza) potremo fare anche una piccola passeggiata (di solo mezz’ora) verso il campo base del monte Meru. Arrivati in un’ampia zona aperta ci gireremo e potremo ammirare proprio davanti ai nostri occhi le nevi del kilimanjaro e sotto sette piccoli laghi, veri e propri gioielli ricchi di vita che ingentiliscono e caratterizzano questa zona del parco. Tornati alla macchina proseguiremo il nostro giro proprio passando da un lago all’altro per ammirare i tanti animali che vi dimorano e soprattutto gli spettacolari gruppi di fenicotteri che si specchiano nelle loro acque. Nel tardo pomeriggio dovremo purtroppo lasciare il parco. Il nostro safari sarà ormai alla fine e quindi non ci restarà che dirigerci verso l’aeroporto del kilimanjaro dove ci accompagnerà la nostra guida e dove ci imbarcheremo per il volo di ritorno. Chissà…Probabilmente solo in quel momento ci sarà tutto chiaro e ci renderemo conto di essere ormai irrimediabilmente contagiati dal famoso “Mal d’Africa”.

Per contatti: massimo.Allegro@oce.It



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