Walk in Progress – Riserva Naturale Orientata dello Zingaro

Redazione TPC, 16 Set 2022
walk in progress - riserva naturale orientata dello zingaro

Cari amici camminatori, prosegue il nostro meraviglioso viaggio a passo lento lungo il Sentiero Italia CAI (che da qui chiameremo “SI”) alla scoperta di una Sicilia che, con i suoi colori e le sue mille sfaccettature, ci stupisce ormai metro a metro.

Eravamo rimasti ad un bagno liberatorio nelle acque cristalline di Macari dopo il primo giorno di cammino, ma è già ora di ripartire, e qui riassumeremo qualcuna delle tappe che ci porteranno a visitare sia la Riserva dello Zingaro che l’area Segestana.

Si smonta la tenda di buon mattino, il sole è ancora basso e l’aria è fresca, con una piacevole brezza che soffia dal mare, ma sappiamo che le prossime giornate saranno decisamente calde, al massimo anticiperemo ancora l’orario della sveglia.

Dal mare il SI ci riporta subito su per le montagne, con una decisa salita ci porta a 800 metri di quota fino al Passo del Lupo, dal quale godiamo di una vista strepitosa sulla costa e ci ripaga completamente della fatica fatta per raggiungerlo, ci troviamo in un angolo di paradiso nel quale incontriamo cavalli liberi in natura e che riempiono occhi e cuore di allegria.

Dopo alcuni chilometri immersi in queste ambientazioni montane quasi impensabili (almeno per noi) per la Sicilia, arriviamo al Borgo Cusenza. Questo borgo è un piccolo raggruppamento di case, ormai abbandonato. Si conserva molto bene, anche perché viene curato dall’ente che gestisce la Riserva dello Zingaro, nella quale siamo appena entrati. Si trova a circa 400 metri di quota e, fino alla fine del 1800, ospitava una comunità totalmente autosufficiente di 14 famiglie. Vi si coltivavano cereali; intorno al borgo c’erano distese di ulivi e vigneti. Gli abitanti, esperti nell’arte dell’intreccio, avevano piccola cantina per la produzione del vino, con un torchio del 1876, un frantoio e una macina per i cereali. Venivano anche allevati animali che davano latte e carne, oltre a fare da mezzi di trasporto.

Oggi il borgo è completamente visitabile ed in buono stato di conservazione, anche solo per un ristoro.

La Riserva Naturale Orientata dello Zingaro

Come anticipato siamo nella Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, la prima riserva della regione: un’area naturale protetta che si estende per 1.650 ettari tra San Vito Lo Capo e Castellammare del Golfo, istituita a seguito delle proteste locali per fermare l’avvio dei lavori della litoranea Scopello – San Vito Lo Capo nel 1976 che per fortuna non furono mai iniziati.

Nella Riserva dello Zingaro sono state rintracciate numerose specie vegetali endemiche; tra i numerosi uccelli sono presenti il falco pellegrino e una delle ultime dieci coppie dell’aquila del Bonelli presenti nella Regione.

Scendiamo verso il mare ed iniziamo ad ammirare  in lontananza il “pezzo forte” di questa Riserva: le calette (o cale), che si estendono per i circa sette chilometri di costa della Riserva: cala Tonnarella dell’Uzzo, cala Marinella, cala Berretta, cala della Disa, cala Capreira sono solo alcune delle più note.

Se capitate da quelle parti non potete andare via senza fare un bagno in quelle acque cristalline, sarebbe un vero peccato!

Usciti dalla riserva ci dirigiamo in direzione Scopello e risaliamo a Balada di Badia (meritano entrambe una sosta).

Come abbiamo già scritto nel precedente riassunto di viaggio qui su #Tamtam, la  Sicilia è intrisa di storia, è un viaggio nel viaggio, e, dal mare alla montagna questa storia la si respira metro a metro.

Entriamo così nell’area di Segesta (Catalafimi), nella culla di quella che fu un antica e florida città “elima” abitata sin dal IX secolo a.C. La data della fondazione non è conosciuta ma lo storico greco Tucidide narra che fu fondata da alcuni profughi troiani, i quali, giunti in Sicilia, presero il nome di Elimi (Virgilio narra che fu addirittura lo stesso Enea a fondarla).

Quello che oggi rimane è un meraviglioso parco archeologico, il quale custodisce al suo interno un tempio in stile dorico ed un teatro di età ellenistica, tra i meglio conservati ed iconici dell’intesa Sicilia, con la sua posizione visibile dall’intera valle, essendo stato edificato su di un monte.

Terme Segestane

Il SI ci porta infine a concederci un meritato relax passando per le terme segestane (libere).

Si tratta di alcune polle di acqua calda sulfurea con una temperatura che si aggira intorno ai 46-47 °C, che affiorano direttamente dal fiume Caldo (che il SI ci fa anche guadare), in piccole anse riparate, dove è più che piacevole fare dei bagni caldi.

La presenza di rocce molto permeabili nella zona permette alle acque di origine meteorica di essere assorbite in profondità; qui, la vicinanza del magma riscalda le acque termali che risalgono in superficie in più punti lungo il corso del fiume Caldo. Le Polle del Crimiso (forse dal nome antico del fiume Caldo) rappresentano un’ottima opportunità di effettuare dei bagni termali senza spendere un euro.

Ma le scoperte a passo lento non sono finite, il nostro viaggio alla conquista visiva delle meraviglie della Sicilia lungo il Sentiero Italia continua, siamo solo all’inizio della scoperta!

Elena e Cristian

Walk in Progress – Storie in Cammino



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